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IN EDICOLA DAL 5 GENNAIO 2018
Winter in Paris!
PORTFOLIO:
TESSUTI 2018
FOCUS: IDEE DAL
GRANDE NORD
STORIE: 60 ANNI
DI EGG CHAIR
DISCOVERIES:
I NUOVI TALENTI
DEL DESIGN
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Photography by Andrea Ferrari
TESSUTI
PASSAMANERIE
CARTE
Editoriale.
OPEN MIND sopra: Ettore Mocchetti con Vincent Darré (a sinistra), interior
designer di cui pubblichiamo un progetto a pagina 112, e Alberto
Vignatelli, il gran patron di Luxury Living Group da poco
scomparso. La foto li ritrae a Parigi nel settembre 2017 in
occasione dell’inaugurazione dello showroom parigino di
d
Luxury Living Group le cui vetrine Darré aveva allestito.
9 771123 971003
nel mondo dell’arredo, l’ideazione, senza snaturare valori e codici dei rispettivi brand,
IN EDICOLA DAL 5 GENNAIO 2018
Winter in Paris! delle collezioni “home” di Fendi, Trussardi, Bentley e Bugatti, nonché la realizzazione
del prestigioso progetto Ritz Paris. Un sognatore, un maestro che ha contribuito
PORTFOLIO:
come pochi all’affermazione dell’Italian Style. Le nostre conversazioni, i suoi pareri
TESSUTI 2018
FOCUS: IDEE DAL
GRANDE NORD
STORIE: 60 ANNI
DI EGG CHAIR
illuminanti, la sua vista “lontana” già mi mancano.
DISCOVERIES:
I NUOVI TALENTI
DEL DESIGN
SOMMARIO.
«Fino a Gutenberg, l’architettura è la scrittura
principale e universale».
VICTOR HUGO
36 48 60 54 50 56
112 104
128 96
LE CASE DEL MESE. 112 LA VITA È SOGNO — Nella capitale francese, la teatralità in un
appartamento dal gusto visionario a due passi dalla MADELEINE .
128 DAL BLU IN POI — A Parigi, nel SENTIER , una residenza dove i colori
sono parte integrante di un’originale scenografia domestica.
Direttore Responsabile
ETTORE MOCCHETTI
Art Director
GIUSEPPE PINI Caporedattore
Attualità
MARIO GEROSA Caporedattore, RUBEN MODIGLIANI Caporedattore
ELENA DALLORSO Caposervizio
Impaginazione
FRANCESCA MARINO Vice Caposervizio,
MICHELA BUZZONI, MARGHERITA CARRARA
Segreteria di Redazione
MARIA GRAZIA CECCONELLO Responsabile, FEDERICA CLARI Photo editing
Project Consultant
RICCARDO BIANCHI
New York
CHRISTINA NICASTRI Segreteria e Redazione
Hanno collaborato:
ROBERTO M. BENETTI, SONIA S. BRAGA, ANA CARDINALE, PAOLO MATTEO COZZI, FRANCESCA DAVOLI,
NICOLETTA DEL BUONO, CESARE DE SETA, FIAMMETTA FADDA, FRANCESCA FELLINI, UMBERTA GENTA,
SERGE GLEIZES, GIAMPIERO NEGRETTI, GLORIA PASQUINELLI, GAIA PASSI, ALESSANDRA QUATTORDIO,
BERNARDO RIZZATO, FRANCA ROTTOLA, PHILIPPE SEULLIET, ALESSANDRA VALLI, FRANCESCA VINCI,
STEPHEN PICCOLO traduzioni, STUDIO DIWA revisione testi
Fotografie di:
XAVIER BÉJOT, SANTI CALECA, FABRIZIO CICCONI/LIVING INSIDE, GUILLAUME DE LAUBIER,
MASSIMO LISTRI, LUIS RIDAO, GILLES TRILLARD
Sede: 20121 Milano, piazza Castello 27 - tel. 0285611 - fax 028055716. Padova, via degli Zabarella 113 - tel. 0498455777
- fax 0498455700. Bologna, via Carlo Farini 13, Palazzo Zambeccari - tel. 0512750147 - fax 051222099. Roma, via C.
Monteverdi 20 - tel. 0684046415 - fax 068079249. Parigi/Londra, 4 place du Palais Bourbon - 75007 Paris - tel. 00331-
44117885 - fax 00331-45569213. New York, 125 Park avenue suite 2511 - New York NY 10017 - tel. 212-3808236 - fax
212-7867572. Barcellona, Passeig de Gràcia 8/10, 3° 1a - 08007 Barcelona - tel. 0034932160161 - fax 0034933427041.
Monaco di Baviera, Eierwiese 5b - 82031 Grünwald - Deutschland - tel. 0049-89-21578970 - fax 0049-89-21578973.
eclettismo, si nutrono
di un suggestivo
e non convenzionale
impiego del colore.
DISCOVERIES.
“ Rimango affascinata ogniqualvolta
un forte approccio estetico si combina
con un desiderio di cambiamento.
“
WUNDERKAMMER.
La stilista Laura
Gauthier Petit. Sul
fondo, carta da parati
di Zuber. A destra, un
pavone comprato da
Deyrolle, il più
famoso negozio di
tassidermia di Parigi.
FABRIZIO CICCONI/LIVING INSIDE
DI S C OVE R I E S . HOME
Gioco di contrasti
Un’atmosfera delicata
L
a stilista Laura Gauthier Petit, creatrice del brand Fête Impé-
caratterizza la casa parigina riale, vive con la sua famiglia nel Marais, nel cuore di Parigi,
di una STILISTA FRANCESE , in una casa a due passi dal ristorante di suo marito, dalla
scuola di suo figlio, e dal suo atelier. Non è stato facile trovare
ricavata negli spazi di una il posto giusto per la sua dimora, ma il risultato è valso tutti gli sforzi: un
ex fabbrica del Marais. luogo ricco di stile, con una splendida vista sulla città. Quando Laura la
vide per la prima volta, la casa era nel bel mezzo di una ristrutturazione
2 3 radicale: non era altro che un grande spazio vuoto,
cui mancava addirittura il soffitto. Ma la futura
proprietaria, affascinata dal panorama incorniciato
dalle ampie finestre, intuì immediatamente il po-
tenziale di quello spazio. «Me ne innamorai subito»,
afferma entusiasta, ricordando la lunga ricerca che
aveva preceduto il colpo di fulmine.
FABRIZIO CICCONI/LIVING INSIDE
4
ne giusta: un grande spazio in un immobile che un tempo ospitava una
fabbrica di tessuti. Una volta sistemata la struttura, si rese necessario
suddividere gli ambienti. Questo compito fu affidato all’architetto Oli-
vier Gay, che si confrontò con la proprietaria anche per definire tutti gli
elementi decorativi, dai differenti tipi di marmo ai mobili realizzati su
disegno. Alla fine, quando tutti gli interventi furono portati a termi-
ne, l’appartamento non aveva perso la propria identità e continuava a 6
conservare un carattere industriale, un’impronta che rafforzava la sua
personalità. In questo contesto, tra grandi finestroni da atelier, grandi della stilista: anche il suo laboratorio e lo showroom si presentano come
tubi in acciaio per l’aerazione, colonnine in ghisa, spiccano i tanti oggetti spazi ricchi di atmosfera, in cui il team di artisti e designer si sentono
di design. Tra i pezzi prediletti dalla stilista si distingue il tavolo dise- completamente a proprio agio. Per la giovane creativa è fondamentale
gnato appositamente per la cucina, diviso in due parti, una in marmo che chi lavora nel suo atelier possa esprimersi al meglio, con grande li-
e l’altra in legno. Ma due sono le grandi passioni della padrona di casa: bertà: non a caso l’epoca da cui spesso trae ispirazione è la seconda metà
una grande fotografia di Erwin Olaf e un pavone bianco impagliato di dell’Ottocento, un periodo storico fondamentale per l’evoluzione della
Deyrolle, il famoso negozio parigino di tassidermia. società. In quel tempo nacquero e si svilupparono movimenti artistici e
Nei vari ambienti si coglie il gusto decorativo di Laura Gauthier Petit. Lei architettonici, come l’Impressionismo e l’Art Nouveau.
stessa spiega di essere stata guidata dal desiderio di creare uno spazio di «Rimango affascinata ogniqualvolta un forte approccio estetico si
sogno, un luogo protetto defilato rispetto alla frenesia del mondo ester- combina con un forte desiderio di cambiamento», nota la proprietaria.
no. Per creare questa delicata atmosfera sono stati scelti morbidi tessuti, «Oggi se si vuol essere differenti o rivoluzionari, bisogna infrangere le
che non di rado avvolgono materiali ruvidi e grezzi quali il cemento, e regole dell’estetica dominante e delle tendenze. Ma per me le due cose
un sapiente mix di colori. Questo concetto si ritrova anche nell’atelier non sono necessariamente discordanti. □ FRANCESCA DAVOLI
WHO’S WHO
G+G e basta: l’ identità
e il vero mestiere di questi
due artisti milanesi restano
un segreto. Conosciutisi in
un bar-enoteca del quartiere
cinese di Milano, hanno
iniziato a collaborare
nel 2014 senza però
abbandonare le proprie vite
professionali nel campo
del design, della musica e
dell’ imprenditoria. Dopo
aver trattato l’arte e il design,
“Classiche Contaminazioni”
è la loro terza mostra.
Classici Perché Paperina bacia Giuliano de’ Medici? Come mai Paperino
vola sulle ali della Nike di Samotracia? E il David michelan-
giolesco che tiene al guinzaglio Pluto? Si tratta di vicende di
a confronto
Cartoonia di cui ancora siamo all’oscuro? Niente di tutto questo.
È il nuovo exploit artistico, il terzo, di un duo creativo assoluta-
mente fuori dagli schemi ovvero i G+G, identità rigorosamente
celata dietro la sigla binaria, conosciutisi in un bar-enoteca della
Da un lato i capolavori della scultura antica, Chinatown milanese: un sodalizio d’arte nato proprio come un
COURTESY ROSSANA ORLANDI
rinascimentale e neoclassica. Dall’altro i personaggi tempo accadeva agli artisti al bar Jamaica nel quartiere di Bre-
dei cartoni animati di Disney e soci. In 14 opere ra. Ma torniamo al tema, all’invenzione battezzata “Classiche
il duo artistico G+G li accosta lasciando che si contaminino Contaminazioni” e oggetto di una mostra tenutasi presso la gal-
reciprocamente. L’effetto? Un colto divertissement. leria di Rossana Orlandi, in via Bandello a Milano. L’idea – «nel
nostro fare, tutto scaturisce dall’idea, non ci sono ispirazioni
di NICOLETTA DEL BUONO contingenti», dicono i due – è stata abbinare i modelli di celebri
«PUNTO AI
PRODOTTI
D’ECCEZIONE,
ALL’INTENSITÀ DEI
GUSTI, ALLA
PERFEZIONE
DELLA TECNICA».
CHRISTOPHER HACHE
ELEGANTE.
WHO’S WHO Il design trasforma
A soli 36 anni cibi popolari in un
Christopher Hache, è piatto di grande
suggestione.
head chef delle cucine
de l’Hôtel de Crillon
di Parigi: L’Ecrin,
il nuovo ristorante
gastronomico, e la
Brasserie d’Aumont.
Si è formato al SOGNANDO L’OCEANO
Lucas Carton con
Alain Senderens, L’ ISPIR AZIONE GIAPPONESE regala a questi umili frutti
di cui ha assorbito di mare una preziosa dimensione estetica.
lo stile classico.
di FIAMMETTA FADDA
Brasserie d’Aumont,
Hôtel de Crillon,
rosewoodhotels.com
È adesso, quando il vento del Nord soffia sabbia, le grandi conchiglie marine. Un’e-
sulle coste bretoni, che i frutti di mare vocazione emozionale nata dall’incontro
sono più riveriti dai parigini. Non dello chef col Giappone dove la differenza STÉPHANE KOSSMANN. HÔTEL DE CRILLON, A ROSEWOOD HOTEL
sorprende quindi che alla Brasse- tra un piatto solo buono e uno sublime
rie d’Aumont del Crillon, riaperto risiede nelle ceramiche che lo accolgono.
dopo la lunga ristrutturazione, le Poi c’è l’arte della partitura cromatica: la
ostriche siano in bella vista sul violenza del nero e dell’arancione accosta-
banco del crudo. Sorprende invece ta alla quiete del crema e del verde. Da
che l’head chef Christopher Hache ultimo, la forza gustativa: le cozze, aperte
e il suo braccio destro Justin Schmitt al vino bianco, sono condite con olio d’o-
abbiano tributato uno speciale omag- liva e spezie satay; le vongole, con alghe e
gio a cozze, vongole e lumachine. Buo- grano saraceno torrefatto; le lumachine,
nissime, certo, ma quasi popolari. Per con una purée di dragoncello gelificata.
esaltarle, hanno ideato una presentazio- La nota salina del rametto di salicornia
ne apposita, adagiandole in contenitori completa l’illusione di una incursione in-
che richiamano l’oceano, le rigature della vernale sulle rive dell’Atlantico.
38
madia icaro, sospensioni e scultura rodin www.cantori.it
DI S C OVE R I E S . PE R S O N AG G I
WHO’S WHO
Leïla Menchari, nata nel 1928 in
Tunisia, ha lavorato a lungo per
Hermès come capo degli uffici dei
colori della seta e delle vetrine (a
sinistra la si vede “sul campo”, in
uno scatto di Édouard Boubat).
Un volume edito da Actes Sud,
Leïla Menchari - La Reine Mage,
racconta la sua avventura creativa.
di RUBEN MODIGLIANI
WHO’S WHO
Jean Nouvel (1945) è uno dei maggiori architetti
contemporanei. Dall’Institut du Monde Arabe
alla Fondation Cartier, dal Musée du quai Branly
alla Concert Hall di Copenaghen, le sue opere sono
caratterizzate da un’ invenzione formale continua.
MUSEO SOTTO
COPERTURA
Un’enorme cupola argentata sovrasta una miriade Il Louvre di Abu Dhabi è stato inaugurato l’8 novembre dalle più alte
di edifici dedicati all’arte di ieri e di oggi: autorità degli Emirati Arabi e della Francia. Si tratta di una sfida co-
è il LOUVRE DI ABU DHABI . Disegnato da Jean Nouvel raggiosa perché intende essere un ponte lanciato dal più visitato museo
e frutto di un accordo tra Emirati e Francia. al mondo verso un Paese arabo. Il lavoro è durato ben dieci anni e l’ar-
chitetto prescelto è Jean Nouvel, autore a Parigi anche dell’Institut du
di CESARE DE SETA Monde Arabe che si affaccia sulla Senna. Dunque per Nouvel dialogare
con il mondo arabo non è certo una novità, ma qui siamo in una pianura
dinanzi a una distesa d’acqua e l’architetto aveva il compito di creare
un museo del tutto diverso dai molti che si sono costruiti nel mondo
negli ultimi decenni e che doveva assumere un alto valore simbolico e
confrontarsi con i molti i parametri imposti dal sito, dal concetto di
museo in senso proprio e dalle opere provenienti dai maggiori musei
di Francia. L’architetto ha detto di essersi ispirato in prima istanza alle
medine disegnando un aggregato di 55 edifici bianchi sovrastati da
un’immensa cupola argentata di 180 metri di diametro. Un’astronave
da 2001: Odissea nello spazio, la cui copertura conta circa ottomila stelle
metalliche forate da cui piove la luce sulla città-museo. Naturalmente
ciascuna “casa” deve rispondere alle opere esposte, rispettarne la natura e
dare loro il massimo risalto. Cosa che per il vero non era riuscita a Nouvel
ATELIER JEAN NOUVEL
2
nel Musée du quai Branly. A Nouvel è stato chiesto anche di prevedere
un museo permanente, ma sarà un discorso futuro. Resta il fatto che le
opere ora presenti sono espressioni dell’intera civiltà: dunque opere “mo-
derne” e occidentali ma anche dell’antica Grecia o all’Estremo Oriente. □
Arte sull’isola. sopra il titolo: Jean Nouvel e Sheikh Sultan bin Tahnoon,
1. Il Louvre di Abu Dhabi progettato da Jean Nouvel: una cittadella
dell’arte sotto una cupola-astronave bucata da circa 8.000 fori a forma
di stella. Il museo si trova sull’isola Saadiyat (in arabo “L’isola della felicità”),
a 500 m dalla costa. 2. Disegni dei vari reticoli che compongono la
copertura del museo. La cupola ha un diametro di 180 metri. 3. La “grafia”
stellata della cupola si ispira ai geometrismi dell’arte araba. 4. Una delle
opere esposte al museo, Leaves of light, scultura di Giuseppe Penone.
L’etica di un mattone
Immaginare e costruire (letteralmente) un mondo
diverso si può. Come racconta un libro
I
n dieci anni di collaborazione con Gino Strada ed
che è un viaggio lungo dieci anni fra le architetture
Emergency, TamAssociati ha costruito ospedali, centri
che TAMASSOCIATI ha creato per Emergency. di accoglienza, cliniche mobili, in zone di guerra, campi
profughi, mondi lontani e dimenticati. Come se fosse un
di ELENA DALLORSO
lungo diario di viaggio, un libro da poco pubblicato da
Electa, TamAssociati. Taking Care. Architetture con Emer-
gency (a cura di Francesca Serrazanetti), racconta i proget-
ti, le realizzazioni e soprattutto il pensiero che sta dietro
a ogni disegno dello studio di architettura nato a Venezia
in alto: l’area nel 1996 per coniugare passioni civili e mestiere. «Abbiamo
di attesa del centro fatto nostro il mandato di Emergency: in un luogo bello
pediatrico di e curato si vive meglio», spiega Raul Pantaleo di TamAs-
Port Sudan. a sociati. «L’architettura è un’arte sociale, è a servizio»,
sinistra: l’interno aggiunge. «E non è questione di budget, ma di cultura: noi
del padiglione del costruiamo luoghi in cui le persone vengano accolte oltre
Centro Salam di l’emergenza, oltre il bisogno. Dove anche un solo albero,
cardiochirurgia a piantato nel deserto, parli di speranza. Non costa nulla,
Khartoum, in Sudan, ma manda un messaggio chiaro e forte. Quest’arte io la
con un albero e la chiamo “bellitudine”». L’architetto, nell’idea e nella pratica
copertura realizzata di TamAssociati, trasforma dall’interno un processo com-
con anime di plesso e gestisce persone che fanno sì che un campo di
foglie di palma. emergenza diventi un luogo. DIGEST • ITALIA 43
Per le persone.
ARCHITECTURAL
DI S C OVE R I E S . YO U N G TA L E N T S
WHO’S WHO
Veneta, classe 1981,
Chiara Andreatti
si è diplomata in
Industrial Design
nel 2003 allo IED
di Milano e ha
seguito un master
alla Domus Academy.
Nella sua ricerca
prova a unire
cultura artigianale
di RUBEN MODIGLIANI
Ladies and
gentlemen
Gli OROLOGI GIOIELLO e le MOTOCICLETTE da
collezione sono tra i protagonisti delle
vendite all’ incanto che aprono il nuovo
anno. Una panoramica degli eventi più
originali da Montecarlo a Las Vegas.
di UMBERTA GENTA
Da primato. sopra: una Vincent Black Lightning 998 cc. Su questa moto
Jack Ehret nel 1951 siglò l’Australian Land Speed Record Breaking. al
centro: orologio in oro giallo e malachite di Piaget, 1972, stima
8.000-12.000 € (Artcurial). in alto: Pesche e uva su tavola drappeggiata
con panno di velluto rosso di Charlotte Vignon, stima 150.000-200.000
$. (Sotheby’s, The Otto Naumann Sale). in alto, a destra: Skulls, 1976, di
Andy Warhol, set di quattro serigrafie. Stima 68.000-90.600 € (Phillips).
NEL MONDO
19 GENNAIO 31 GENNAIO 31 GENNAIO 7 FEBBRAIO 9 FEBBRAIO
• LECLERE • CHRISTIE’S • SOTHEBY’S • BONHAMS • ARTCURIAL
9, rue Drouot, 85 old Brompton Road, 1334 York avenue, Grand Palais, avenue Salon Rétromobile,
Parigi Londra New York Winston Churchill, 1 place de la Porte
The Otto Parigi de Versailles, Parigi
Art Nouveau, Art Déco Interiors Naumann Sale Fine Watches Rétromobile 2018
La forza di Urus
Ispirato dal primo fuoristrada della Casa (di recente un esemplare è stato battuto all’asta per quasi
400mila €), URUS di Lamborghini, il primo super-Suv al mondo, è un concentrato di potenza, lusso e bellezza.
di PAOLO MATTEO COZZI
I
l 6 dicembre 2017, nell’asta “Icons”, appuntamento imprescindibile forme iconiche reinterpretate lungo ogni superficie della carrozzeria,
per gli appassionati di auto da collezione, tenutasi a New York da sono immediatamente riconoscibili. Gli elementi a “Y” ed esagonali,
RM Sotheby’s, uno degli highlights era un Suv Lamborghini LM002 per esempio, il cofano anteriore con cupola centrale, le portiere
LM/American, venduto per 467mila dollari. Una cifra importante, senza cornice. La somma sono linee dinamiche e fluide. I tratti
che testimonia l’interesse per il modello LM002, il primo fuoristrada inconfondibili del coupé sottolineano le origini supersportive, mentre
col marchio del Toro di Sant’Agata Bolognese. Un proto-Suv che è le proporzioni eccezionali esprimono forza, solidità e sicurezza. Uno
anche il riferimento per la nuova Lamborghini Urus, il primo Super scrigno, entro cui il lusso dell’artigianalità italiana incontra tecnologie
Sport Utility Vehicle al mondo. Urus ha proporzioni estreme. Il d’avanguardia, come il design di plancia e strumenti di ispirazione
suo design è puro, le prestazioni sono incredibili. Potentissima (650 aeronautica “driver-oriented”. □
cavalli), Urus è facile, sicuro e piacevole a sinistra: i 5 posti di Urus sono personalizzabili
grazie alla sua ANIMA-Adaptive Network con finiture in materiali diversi e, in alcuni
Intelligent MAnagement Selector, il casi, con cuciture a contrasto o Q-citura.
sistema che a comando modifica le in alto, a sinistra: la LM002: il primo fuoristrada
RET0UR DE PARIS
I talenti del design di scena a MAISON&OBJET :
la capitale francese premia la creatività.
E punta i riflettori sulle proposte di giovani
progettisti italiani o che lavorano da noi.
1 di ALESSANDR A VALLI
2018
2 Kensaku Oshiro
Giapponese, laurea in Industrial Design,
Kensaku Oshiro (mentore Piero Lissoni), dopo
collaborazioni in Italia e Gran Bretagna, ha aperto
uno studio a Milano e lavora, tra gli altri, con Boffi,
De Padova, Poltrona Frau e Zanotta. Premiato
al Salone Satellite, nel 2016, fonde elementi
occidentali con la cultura del suo Paese.
4
Antonio Facco
Il lavoro di Antonio Facco, classe 1991, abbraccia vari
campi, dal design di prodotto a quello di interni,
dalla fotografia alla grafica. Laureatosi nel 2013 allo
Ied di Milano, è stato notato da Giulio Cappellini
(qui suo mentore), che era nella giuria. È iniziata
così una collaborazione che ha fatto nascere vari
progetti, tra cui una collezione di tavolini in vetro. 5
4. Allestimento Unreal
Perspectives di Antonio
Facco per Cappellini.
5. Multifunzionale, il pezzo
Biblioteca Itinerante
di Federico Peri. 6. La seduta
Marco Lavit Nicora
Venezia di Marco Lavit Nicora. Selezionato da Rosita Missoni
7. Dettaglio del vaso Elettra e di formazione internazionale, Marco
di Federica Biasi per Mingardo. Lavit Nicora (1986) nel 2014 a Parigi, dove
vive, ha fondato Atelier Lavit, uno studio
di design e architettura. Sua la seduta
Venezia per la Biennale di Architettura
ed esposta al Centre Pompidou di Parigi.
Federica Biasi
Laureata allo Ied e influenzata
dal design nordico, Federica
Biasi (mentore Andrea Branzi)
è art director di Mingardo,
e collabora come consulente
creativa per aziende come
Fratelli Guzzini. A Parigi
presenta tra l’altro ceramiche
realizzate per Bottega Nove
e un tappeto per CC-Tapis.
7
ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 51
DI S C OVE R I E S . PRO G E T T I
WHO’S WHO
Fabiana Scavolini è amministratore delegato del gruppo
fondato a Pesaro nel 1961 da suo padre Valter insieme al
fratello Elvino. Il suo ingresso in azienda risale al 1995
nell’ufficio commerciale e marketing, poco prima della
laurea in Economia e Commercio all’Università di Bologna.
metal borazione speciale, tanto che la Diesel Social Kitchen è uno dei
protagonisti dello showroom Diesel Living di Shanghai. Una
presenza significativa, dunque, in un’area che per Scavolini
La nuova collaborazione tra SCAVOLINI e DIESEL ha particolare rilievo: l’azienda infatti ha appena ricevuto il
è un progetto dedicato alla stanza del bagno. premio “China Awards 2017”, conferito alle imprese italiane
Colori scuri, ferro brunito, immagine grintosa. che hanno realizzato le migliori performance con il gigante
E molto stile. asiatico: «Un mercato», spiega Fabiana Scavolini, «che è sì
molto lontano fisicamente dal nostro ma che è anche molto
di RUBEN MODIGLIANI interessato al gusto italiano per il design». □
Look industriale.
Due proposte Diesel
Open Workshop.
in alto: lavabi Plug Sink
posati su piani in
marmo nero Marquinia
e pannelli Stopsol
effetto rame su cui
sono fissati gli specchi.
a destra: lavabo a
incasso su basi con
dettagli in metallo (che
richiamano lo scaffale
Stock Rack, in finitura
bronzo), ante opache
o in vetro e dettagli
industriali. A parete,
LIVIO
52
DI S C OVE R I E S . STYLE
WHO’S WHO
Altoatesino Matteo Thun, spagnolo Antonio
Rodriguez, uno ama i monti, l’altro il mare,
ma sul lavoro vanno all’unisono. Sono titolari
dello studio di industrial design MTD-R
a Milano e dello studio di architettura
e interior MTD-R China a Shanghai.
di FR ANCESCA VINCI
marchicucine.it
DI S C OVE R I E S . WATC H ES & J E W E L S
di GIAMPIERO NEGRETTI
Il primo modello è del 1969, ma l’ultima versione è certificato dall’Osservatorio astronomico di Be-
rivoluzionaria. Infatti, il nuovo Zenith Defy Lab è sançon, l’errore di marcia è di circa 0,3 secondi/
dotato di un dispositivo che sostituisce il binomio giorno, contro i -4/+6 di un cronometro stan-
bilanciere-spirale, cioè il dispositivo che scandisce dard. Anche la cassa (44 mm) è un concentrato
il tempo. Al suo posto, c’è un unico organo di di tecnologia in quanto realizzata in Aeronith,
silicio monocristallino, che oscilla ad altissima un leggerissimo composto esclusivo di alluminio
frequenza (108.000 alternanze orarie contro le che sembra schiuma metallica. Lo Zenith Defy
solite 28.800) e che non è soggetto ad attriti o Lab ha movimento automatico di manifattura e
usura, né ha bisogno di lubrificazione. Con parti per ora è un concept watch, infatti ne sono stati
più sottili di un capello, è un unico pezzo che realizzati solo 10 esemplari (al prezzo di 30.000
sostituisce i circa 30 dei normali oscillatori con euro ciascuno e tutti riservati ai collezionisti), ma
bilanciere-spirale e che è insensibile al magne- se il progetto verrà sviluppato e industrializzato i
tismo, alla temperatura e alla gravità. Ma c’è di prezzi scenderanno e si aprirebbe una nuova era
più, perché anche la precisione è da record e, come per tutta l’orologeria.
così preziosa che appartiene alla tradizione lucana da secoli», spiegano. Abbiamo
pensato di unire la conoscenza del design e la nostra esperienza di
Due designer lucane creano GIOIELLI architetti al recupero e alla valorizzazione degli antichi mestieri».
IN CARTAPESTA che valorizzano la Dalla carta di giornale, mescolata con acqua e colla, nascono
tradizione e rispettano l’ambiente. bracciali, anelli e collane realizzati e decorati a mano. «Ogni gioiello
è un pezzo unico dal design alternativo, prodotto all’insegna del
di GAIA PASSI riciclo creativo. Le nostre creazioni hanno un impatto ambientale
minimo: sono ecogioielli». Antonella e
Giusi utilizzano le piante tintorie della
Basilicata, i cui pigmenti venivano usati
fin dall’antichità per colorare tessuti e
oggetti: ginestra, lentisco, menta, malva,
salvia, rosmarino, camomilla, ma anche
melograno e spezie come curcuma,
zenzero, paprica, zafferano, curry. Questi
ingredienti donano ai gioielli la loro
colorazione e un profumo caratteristico.
INTRAMONTABILE
Primo quarto di secolo per la più
classica delle collezioni di JAEGER-
LECOULTRE . Che festeggia
con un orologio di manifattura
elegante e di grande qualità.
WHO’S WHO
Il gruppo Palazzetti è
nato a Porcia (PN) nel
1954 e oggi è guidato
da Ruben Palazzetti (a
destra, con la moglie
Lucia) insieme ai
figli Marco e Chiara
(a sinistra). Nel loro 3
catalogo, camini e stufe
dove l’ innovazione è sia
a livello estetico sia di
tecnologie, con grande
attenzione a consumi
ed emissioni. In un’ idea
di comfort totale.
IL DESIGN
E ALTRI MEDIA
A PARIGI nel periodo di Maison&Objet, per scandagliare i diversi versanti
della creatività, e poi sulle Dolomiti per approfondire la conoscenza
di un grande artista che preconizzò l’idea di arte come comunicazione globale.
DEPERO E LA PUBBLICITÀ
di SONIA S. BR AGA
Galleria d’Arte Contini,
Cortina d’Ampezzo
fino al 2 aprile
CULT MOVIE E DINTORNI
Halle Saint Pierre, Parigi
Fortunato Depero, pittore e scultore, tra
fino al 31 luglio i grandi nomi del Futurismo, aveva una
visione profetica delle arti e guardava
Marc Caro è un creativo fuori con interesse ai vari ambiti della
dagli schemi. Disegnatore, comunicazione. Nella mostra “Depero. La
spazia dalla musica progettualità”, una serie di studi inediti
elettronica ai video, al cinema per la pubblicità ideati negli anni ’20.
d’animazione. Nel 1974, al
Festival d’Annecy, conosce
il regista Jean-Pierre Jeunet.
Insieme firmano film iconici come MUSICA PER IMMAGINI
La città perduta, una storia in pieno Philharmonie de Paris
stile steampunk, con i costumi di Jean Paul
Gaultier. La mostra “Caro/Jeunet” racconta f ino al 29 aprile
il loro proficuo sodalizio artistico attraverso
Con l’album Blitz di Étienne
scenografie, congegni meccanici, abiti di
Daho, star del panorama
scena, storyboard.
musicale francese,
arriva un’esposizione
che ripercorre la Golden
Age della musica Pop
d’Oltralpe. La mostra
“Daho. L’aime Pop!” è un
viaggio per immagini, con
200 scatti selezionati dal
cantautore: una playlist
fotografica con lavori di
maestri come Guy Bourdin
60 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA e William Klein.
AI CONFINI DELL’ARTE
OMAGGIO A UN MAESTRO
Galerie Kreo, Parigi
Centre Pompidou, Parigi
DI TUTTI I COLORI
Cité de la Céramique, Sèvres
f ino al 2 aprile
Il colore nell’arte e nel design
è al centro della mostra
“L’expérience de la couleur”, alla
Cité de la Céramique di Sèvres.
Alle ceramiche dagli eleganti
cromatismi – dal 1740 nella
manifattura francese sono state
messe a punto più di 1.000
nuance – si affiancano oggetti
in altri materiali e opere
in cui il colore è determinante.
ECLETTISMO. L’arte e la natura: per Dedar le fonti di ispirazione sono molteplici. 1. À Contre-Jour, twill in seta e cotone
4
con paesaggio orientale trattato come un negativo fotografico, h 147 cm 246,50 € al metro. 2. Fresco, misto seta e viscosa, con foglie di palma
rivisitate in chiave astratta e dipinte da calligrafi indiani, h 135 cm 182,60 € al metro. 3. Lampasso Manifesto Futurista con geometrie grafiche dipinte
comeDIGEST
64 ARCHITECTURAL lacche orientali, h 148 cm 295,80 € al metro. 4. Oz, misto rigato barrŽ in 2 colori e 2 varianti, h 140 cm 295,80 € al metro.
• ITALIA
5
NATIVE AMERICAN. Con la nuova
collezione Arapahos Pierre Frey
ci conduce alla scoperta delle First
Nations americane. Dietro, carta
Grand Canyon, stampata con i tipici
copricapi di piume indiani, 160 €
al metro; davanti, carta Arikara, 160 €
al metro; tende in tessuto jacquard
Namata, a chevron, 166 € al metro.
2
Dall’Ovest all’Est, passando attraverso le secolari e preziose tradizioni
veneziane: un tripudio di decori tessili dalla raffinata cifra stilistica.
TRA ORIENTE E OCCIDENTE. Nelle nuove collezioni di Christian Fischbacher convivono tradizioni diverse, interpretate con gusto e tecnologie attuali.
5
2. Classico damasco Cannaregio, poliestere e viscosa, con motivo a effetto 3D. 5 varianti di colore, 95 € al metro. 3. Tessuto dévoré in poliestere e viscosa
Saslong, con fantasia a semicerchi in 4 varianti di colore, 99 € al metro. 4. Jacquard fil coupé all over Norcia, con fantasia di onde orizzontali. 4 colori, 79 €
al metro. 5. Misto lino stonewashed Spello con ricamo a cordoncino di juta in stile orientale eseguito artigianalmente in 5 ARCHITECTURAL
varianti di colore, 145 •€ITALIA
DIGEST 67
al metro.
PORTFOLIO.
1
2
La più preziosa tradizione borbonica settecentesca e le chinoiserie,
arricchite con inserti in oro e argento e declinate in infinite nuance.
3
4
ARCHIVI REALI. Disegni tratti dagli archivi borbonici, motivi classici e orientali nelle sete e damaschi di Annamaria Alois come: 1. il lampasso Borbone
di ispirazione settecentesca, con trame preziose e innumerevoli varianti di colore; 2. il damasco Chinoiserie e 4. il lampasso Giardini dell’Eden,
entrambi della collezione Le vie della Seta ed entrambi in seta e viscosa, stampati a figure tipicamente orientali; o ancora 3. il lampasso Via della Spiga,
omaggio alla celebre strada del lusso milanese, prodotto su ordito di seta in 2 versioni di cui una con fili d’oro e d’argento. Tutti da 157 € al metro.
5
VOGLIA D’ESTATE. Il mare e i nomi
delle isole nelle nuove collezioni
tessili di Sahco: la tenda in velluto
Cuba, in 3 colori, 133 € al metro;
la tenda leggera in viscosa Ischia,
in 14 colori, 134 € al metro; il tessuto
jacquard Bali in misto lana
e cotone a motivi grafici
che riveste la poltroncina in primo
piano, 156 € al metro.
4
5
TINTE TROPICALI. Un tripudio di colori esotici su rigati e disegni naturalistici caratterizzano i tessuti delle ultime collezioni firmate
Ralph Lauren Home. 2. Lussureggiante misto lino, cotone, viscosa e poliestere Sanctuary Floral, nella variante Coconut, 352 € al metro. 3. Materico
tessuto tecnico in polipropilene Juta Weave nella variante Tiger Lily, 217 € al metro. 4. Rigato in cotone al 100% Pringle Stripe, qui in colore Begonia,
257 € al metro. 5. Cotone al 100% a grandi ramage floreali Tea House Floral, qui in nuance Clover, 144ARCHITECTURAL
€ al metro. DIGEST • ITALIA 71
PORTFOLIO.
O
ltre le Alpi inizia un modo diverso di intendere
la vita. È il nostro Nord, un territorio che non
è solo geografico, ma pure sentimentale, etico
ed estetico. E che essendo per dimensioni e
genti assai differenziato, è tale pure in fatto di creatività.
Dall’Austria alla Germania, dalla Francia al Regno Unito
e su fino alle terre scandinave, le ispirazioni con ricadute
sul design domestico sono tantissime, riconducibili
tuttavia a una matrice sola, di rigore e fantasia, distillati
in misure varianti secondo latitudine. Molta geometria
e anche linee sinuose, trasparenze, richiami agli oggetti
quotidiani, al design anonimo, allo stile gustaviano, al
Pop. Il grande Nord è insomma un tema forte e i designer
e le aziende italiane ne sono affascinati. Al punto da
reinterpretarlo con ironia tutta mediterranea. □
Due classici di Hans J. Wegner e del design nordico in generale: il tavolino-fruttiera Fruit Bowl (1956) in acciaio inox e frassino, 1.879 €,
OMAR AQIL
e la poltrona capolavoro Flag Halyard (1950) con struttura in acciaio inox e corda naturale e pelle d’agnello a pelo lungo bianco, 9.357 €. Tutto da MC Selvini.
ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 75
FOCUS.
Italia
sottozero
Colori freddi e linee pulite:
atmosfere nordiche nel design
di CASA NOSTRA .
Gli indirizzi
delle aziende
si trovano
a pag. 160.
5
1 9
BEPPE RASO
CIELI NORDICI
Colori neutri, pulizia formale: lo studio milanese
di Matteo Nunziati evoca le latitudini più FREDDE .
Ricavato in una vecchia fabbrica milanese dove si lavorava
il metallo, lo studio di Matteo Nunziati è un laboratorio
di creatività: si occupa di architettura di interni e design,
collaborando con le più importanti industrie del settore.
Come sottolinea lo stesso progettista, lo spazio è stato
pensato come un foglio bianco dove dare luogo a idee
ed emozioni: un grande open space a tutta altezza,
arredato con porte di Lualdi, luci di iGuzzini, bagno
di Teuco, cucina di Ernestomeda, mobiliDIGEST
ARCHITECTURAL di I 4• Mariani.
ITALIA 77
FOCUS.
“ORGE” DI LUCE
2
Design FAMILIARE per un lume accattivante, che piace a
grandi e piccoli. Da tavolo o da appendere.
Il nome, Bacco, evoca mitologiche ebbrezze, ma la forma,
una bottiglia di latte, suggerisce candore innocente: tra le
ultime nate di Karman, questa lampada da tavolo senza
fili, con diffusore in vetro bianco satinato, monta led a 250
lumen e poggia su una base in alluminio amovibile. La
batteria, ricaricabile, ha una autonomia di circa 6 ore.
a destra: lampada-bottiglia Bacco di Karman, 354 €.
Brivido caldo
Forme essenziali, rigore ma anche sinuosità,
voglia di calore e semplicità. Poesia:
2 il GRANDE NORD gli italiani lo progettano così.
3
78 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA
5 – Ispirazione nordica per il tavolo Argo in noce canaletto massiccio, della
collezione Nautica disegnata da Tomaso Schiaffino per Annibale Colombo.
15.950. • 6 – Di Mist-o per Frag, l’appendiabiti Woodpecker è in legno, cuoio
e plexiglas e costa 610 €. • 7 – Poltrona lounge Nasu XL di Mentsen per Zilio,
imbottita. Da 1.730 €. • 8 – Di Fratelli Boffi, il pouf Ottoman
in Furs è stato disegnato da Analogia Project. Da 2.696 €. • 9 – Di Maria Gabriella
Zecca per Tacchini Edizioni, i vasi in porcellana geometrici Vasum. Da 298 €.
5
7
Gli indirizzi
delle aziende
si trovano
a pag. 160.
3 3
Europa
Continental 4
5 – Come un faro, la piantana Pillar for Bedmen di Thomas Reitinger è in legno, prezzo
da definire. • 6 – Tavolo Crater di Johannes Mohr per Mohr Polster, in pelle, legno e
metallo, a 3D, 1.900 €. • 7 – Poltrona Paris Paname, di Bruno Moinard per Roche Bobois,
2.280 €. • 8 – Di Philipp Bruni, Little G è sedia e chaise-longue, prezzo da definire.
7 8
Gli indirizzi
delle aziende
si trovano
a pag. 160.
4
Luci artiche 4
PROGETTI
CONSAPEVOLI
Oggetti belli e utili, che fanno
la DIFFERENZA nella vita
delle persone.
10 Giovane, ma già tanto saggio, Anker Bak
punta a creare prodotti che rispondono a
esigenze reali, eseguiti in materiali di gran
qualità e con tecniche ingegnose: la Rocking sopra: Rocking Nest
Nest Chair l’ha ideata per le mamme bisognose Chair, Carl Hansen,
di relax mentre cullano il loro neonato. da 2.010 €.
OPEN SPACES
DALLE CAMERETTE AL LIVING: L’ALTISSIMA COMPONIBILITÀ DEGLI ARREDI MORETTI COMPACT
CONQUISTA IL SOGGIORNO CON SOLUZIONI EASY, GIOCOSE E COLORATE.
D
elineare gli spazi e i volumi di un living, creare creando un layout più dinamico e differenziandosi da tutti gli altri
ambienti interni a un ambiente: Moretti Compact competitor sul mercato. Con il progetto Living, insomma, Moretti
delinea un nuovo modello dell’abitare che soddisfa Compact occupa il soggiorno in modo meno “strutturato”, meno
i desideri delle famiglie, i cambiamenti delle loro “classico”. E anche in questo conferma la propria vocazione all’eco-
esigenze nel tempo e che permette di vivere gli sostenibilità. Il Marchio Sicurezza Controllata e attestata dalla
spazi della casa in armonia con se stessi e l’ambiente. Nato dal certificazione Qualitas Praemium Indoor Hi-Quality del COSMOB
know how dell’azienda marchigiana nelle camerette, il progetto (Centro Tecnologico per il settore Legno-Arredo) garantisce la
Living adatta al soggiorno l’altissima componibilità degli elementi bassissima percentuale di composti organici volatili emessi dagli
d’arredo, che inaugurano un nuovo concept abitativo, dove lo arredi. Oltre a riciclare più del 90% dei materiali di scarto, Moretti
spazio viene incontro all’età e alle attività di chi lo occupa, e viene Compact costruisce infatti da anni i propri arredi utilizzando
progettato e costruito su misura. Madie, librerie, scrivanie, mobili solo materiali ecologici certificati, come i pannelli ecologici LEB,
Tv, wallbox: il nuovo design offre elementi, accessori e finiture prodotti al 100% con materiale legnoso riciclato certificato FSC
esclusive, rimanendo fedele alla sua funzione primaria, ovvero (Forest Stewardship Council) a garanzia della più bassa
l’utilità e la bellezza. Ed ecco infatti, per esempio, che la zona emissione al mondo di formaldeide e le vernici all’acqua atossiche
giorno, utilizzata anche come spazio di lavoro, viene dotata di che riducono l’emissione di sostanze nocive fino al 95%.
una scrivania sospesa, e che le librerie, oltre a contenere volumi, E ha sviluppato anche un nuovo sistema di laccatura, in
possono trasformarsi in scaffali chiusi da ante. La versatilità delle collaborazione con Renner, che prevede l’applicazione di uno strato
soluzioni eredita dagli arredi più young anche la giocosità: il colore, protettivo UV sulle superfici piane, a garanzia di una ancor più
elemento caratterizzante di Moretti Compact, invade la zona living, eccellente resistenza ai detergenti chimici e alle abrasioni.
1. Se in casa non c’è spazio per uno studio, la scrivania sospesa arreda il soggiorno e ordina
l’ambiente con semplicità e rigore. Il piano scrivania (40 mm di spessore) in olmo si raccorda
a un pannello posteriore sempre in essenza legno ed è affiancato a un grande wallbox con anta.
2. La libreria Outline Flexa. 3. Un dettaglio della composizione Living LV103. 4. LV103.
La madia contemporanea della linea Living è laccata con soluzioni d’effetto per un risultato
3 visivo più mosso. Il mobile esprime il suo stile grazie al piano ribassato che ospita il monitor TV
e il contrasto di colore tra la struttura mattone e i frontali e il top grafite. Ulteriore dettaglio
prezioso è l’abbinamento tra la finitura liscia e quella materica venata. 5. Arredare la parete
di un living non è mai semplice. Questa piccola composizione di elementi wallbox con profondità
e altezze diverse crea un gioco di superfici e volumi che danno movimento a tutto l’ambiente.
annamariaalois.it
Tel. 0823 304062
CASE.
Il pouf Vicka in Technogel di Sawaya & Moroni al centro dell’ingresso dell’appartamento moscovita di una curatrice d’arte.
Sulla destra, una lampada anni ’60 sopra una console realizzata su disegno. Sulla sinistra, ad angolo, un’opera di Olafur Eliasson.
Il mix
perfetto
Boiserie d’epoca e oggetti di design.
Materiali SOFISTICATI , lampi
di colore. E tocchi vagamente
psichedelici. Un appartamento
borghese ma non troppo.
Felicemente fuori dagli schemi.
94
all’origine dei padroni di casa, ma anche francese. E poi mobili Ingredienti decorativi molto diversi tra loro che arrivano a definire
d’autore che spaziano dagli anni ’40 al contemporaneo, con qual- una precisa lunghezza d’onda estetica dove tutto si accorda. Il
che fuga a ritroso nel tempo, e oggetti da collezione: ceramiche e segreto del gioco è stato capire la personalità dei padroni di casa.
vetri vintage, piccoli cavalli in bronzo. Il côté borghese è evocato «Lo “spettinamento” di cui parlavo prima è stato forse l’aspetto
da alcune sedie di Colli, storica manifattura torinese non più esi- più difficile di questo progetto: i francesi sono molto legati alle
stente, dove lo schienale è ricamato a piccolo punto. Ma sono solo regole», conclude Genta Ternavasio. «Ma era la casa stessa a essere,
tocchi: lo spirito vero della casa è un altro. col suo inserire elementi d’epoca in un’architettura moderna, non
Lo racconta al meglio, forse, la cucina. Qui troviamo, abbrac- perfettamente ortodossa. Abbiamo proseguito in questa direzione
ciata dalla boiserie, una zona attrezzata di design lineare e grande instaurando dialoghi tra oggetti, tra materiali. Pensando anche al
piano/tavolo in marmo, un secondo tavolo dal piano in specchio, lato pratico: armadi comodi da aprire, tessuti antimacchia. E con
sedie progettate da Osvaldo Borsani tra gli anni ’40 e ’50, una un obiettivo finale: creare un fondale capace di riflettere la perso-
lampada contemporanea, arte colorata e fumettistica alle pareti. nalità del padrone di casa, senza farlo sembrare un ospite». FINE
nell’ingresso, copia
della Vergine e il
Bambino del
Dittico di Melun, di
Jean Fouquet
(l’originale è al
Museo d’Anversa).
Davanti alla
paratia, poltrona
Ming del Seicento
proveniente dalla
Città Proibita
(Galerie Jacques
Barrère). Sculture
in bronzo di Wang
Keping (Magda
Danysz Gallery).
a destra: foto di
N
on rimane traccia alcuna di quello partamento di una coppia di amici. Commissione assunta per
che questo spazio era nel XVII seco- affetto, questa, dal momento che nell’ultimo anno Barrère ha
lo, ovvero le parti comuni d’un hôtel anche disegnato i costumi di Combat, la nuova creazione del
particulier del Marais. E nemmeno di coreografo lionese Davy Brun, e una capsule collection per il
quello che diventò nell’Ottocento, cioè marchio di lingerie RougeGorge.
un piccolo teatro per bambini. Hubert Interior designer e appassionato d’arte, ne ha fatto un loft
Barrère, direttore artistico della Mai- contemporaneo e caldo che ha decorato con le collezioni dei
son Lesage, e famoso corsetier della haute couture parigina, padroni di casa, oggetti di design e opere d’arte contempora-
l’uomo che ha trasformato il busto da strumento di costrizione nea. Uno spazio molto parigino sul quale sono planati ricordi
in strumento di piacere e di seduzione, ha accantonato in di viaggio. Suo il décor, dunque, mentre la struttura è stata
questo caso ricami, perle e paillettes per concentrarsi su un modificata affidando a un architetto il progetto di rendere
esercizio per lui del tutto nuovo, la ristrutturazione dell’ap- dinamico lo spazio ed esaltarne la luminosità.
nella stanza
padronale, sul
muro in specchio,
attorno a un
ritratto firmato
Erwin Olaf, alcune
miniature di Sabine
Pigalle ispirate alla
pittura fiamminga; a
sinistra, dipinto di
Mark Ryden; sul
baule, un ritratto di
Céline Barrère.
Un rigore quasi monacale in contrasto con la sovrabbondanza me, è stato una rivelazione. Ma mi ha soprattutto dimostrato
decorativa che fa duettare le opere d’arte (di Claudine Drai, il legame che esiste tra la moda e la decorazione d’interni.
JR, Erwin Olaf, Wang Keping, solo per citarne alcuni) con le In linea di massima una direzione artistica, qualunque essa
icone del design contemporaneo firmate Le Corbusier, Mies sia, consiste nell’avere una visione. E questo riguarda anche
van der Rohe, Eero Saarinen. l’interior design, che non è un semplice esercizio di stile, ma
«In tutte le creazioni artistiche, tentativi ed errori sono piuttosto una riflessione per creare spazi tenendo conto de-
fondamentali. La scenografia di una collezione, di un’espo- gli stili di vita attuale. Penso per esempio alla cucina, che in
sizione o di un appartamento risponde agli stessi criteri. È questo appartamento è a tutti gli effetti uno spazio vissuto
una questione d’occhio, un equilibrio molto soggettivo tra e di condivisione». Nell’armoniosa unione di tecnologia, il-
una storia da raccontare, un po’ di psicologia e un sacco d’in- luminazione e ispirazione che creano, insieme, luoghi belli,
tuizione», dice Barrère. «Questo lavoro, del tutto nuovo per contemporanei e facili da vivere. FINE
S
arà per i tendaggi che scendono morbidi dagli
alti soffitti, sarà per i colori tenui degli arredi, o
forse per la luce naturale che inonda gli ambien-
ti, filtrando dalle grandi portefinestre affacciate
sul balcone che si snoda lungo tutto il perimetro
dell’appartamento. Certo è che questa casa nel
cuore di Parigi, in boulevard Saint-Germain, la
strada più famosa della Rive Gauche, ispira un grande senso di
calma e di serenità. Qui nulla è fuori posto, nessun dettaglio stona
nella musicalità diffusa di questi spazi ampi e ariosi che racconta-
no la vocazione alla grandeur di una residenza ottocentesca, che
della sua fisionomia originaria ha conservato anche le eleganti
modanature in gesso e gli importanti camini in marmo. Dei lavori
preliminari di ristrutturazione, che hanno permesso di convertire
uno spazio destinato a uffici in un appartamento di 300 metri
quadrati, si è occupato l’architetto Nicola Mameli, che dopo gli
studi in Italia, in Portogallo e in Cile e un periodo di formazione
nello studio di Dominique Perrault, l’architetto della Bibliothèque
Nationale, ha aperto a Parigi il suo studio, l’Atelier NMA. «In
origine in queste stanze c’erano degli uffici», spiega Mameli. «Ab-
biamo dovuto lavorare molto sugli spazi. Gli ambienti erano molto
parcellizzati e non comunicavano tra loro, e poi c’era un corridoio
strettissimo, che abbiamo dovuto ampliare. Ma soprattutto è stato
necessario ridefinire la forma della pianta, che non era squadra-
ta, come avviene nei tipici appartamenti haussmanniani, ma era
asimmetrica, e ci ha spinto a ripensare le prospettive».
Una volta definito l’involucro architettonico, è intervenuto
Stéphane Olivier, che si è dedicato all’interior design, cercando fin
dall’inizio di trasmettere un senso di pacatezza, sottolineando la
personalità della casa secondo una cifra stilistica molto personale.
Da sempre una componente essenziale dello stile di Olivier è un’i-
dea di eleganza sobria, inscindibile da un grande gusto per tutto
ciò che è naturale. All’inizio della sua attività in questo campo,
alla fine degli anni ’90, trattava mobili da giardino del ’700
corridoio centrale
campeggia
il papier
panoramique La
Cité Idéale, opera
di Vincent Darré,
impreziosita da
una lanterna di
Jacques Adnet.
Sul fondo, davanti
a un papier
peint di Jennifer
Shorto, una
poltrona dorata
e abbigliata
alla maniera
dei mobili del
cabinet turco del
conte d’Artois nel
palais du Temple,
a Parigi.
112
La vita
è sogno
Una spiccata teatralità è la nota
distintiva dell’appartamento parigino
di VINCENT DARRÉ , che ha creato uno
scenario domestico onirico e visionario.
e conchiglie di Armelle Fabre (Galerie Pierre Passebon) e candelieri di Saint-Louis. Pareti e soffitto ornati dal Jardin Carnivore di Vincent Darré, dipinto da
Alexandre Poulaillon. Le boiserie sono arricchite dai Panneaux Métaphysiques di Vincent Darré. Lampadario in vetro di Murano di Aristide Najean.
117
di Jean Cocteau che, negli anni Trenta, abitava nelle vicinanze, nei
pressi della Madeleine. Artista proteiforme, Cocteau ha sicuramente
ispirato Darré, che ammira in egual misura Christian Bérard, Emilio
Terry, Eugene Berman, de Chirico, di cui si coglie l’influenza nei suoi
trompe-l’oeil panoramici in papier peint. Decoratore eccentrico (è il
titolo di un libro che sarà pubblicato nei prossimi mesi da Rizzoli),
Darré ama raccontare storie, più alla maniera di uno sceneggiatore
di cinema che di un architetto di interni. Per esempio, quando ha ar-
redato l’hotel Montana, il celebre edificio di Saint-Germain-des-Prés
accanto al Café de Flore, ha conservato la “cave existentialiste”, crean-
do dei richiami alle commedie musicali degli anni ’50, Un americano
padronale. Divano
Chimère di Vincent
Darré per Mobilier
Barrel sovrastato
di un quadro di
Yves Oppenheim.
Applique di Kim
Moltzer. Il letto
Cyclope è ornato da
una tappezzeria di
Jean Picart Le Doux
e da uno specchio
di Mathias Kiss.
Vetrate Metropolis
di Vincent Darré.
Sulla destra, poltrona
Conversation di
Vincent Darré e
cabinet Hypnos della
Maison Taillardat,
decorato con un
vaso di Longwy.
pagina precedente: in
alto, un particolare
del cabinet. In basso,
un altro ambiente:
Accanto allo scrittoio
di Pierre Le-Tan,
vasca Fisher Island
di Boffi.
a Parigi e Cenerentola a Parigi, il tutto mescolato alla sua ispirazione che spesso lo invita nel suo riad di Marrakech, e con cui va in cerca di
abituale. Queste suggestioni risalgono alla sua infanzia, quando sua curiosità nei mercatini di Saint-Ouen e di Vanves. Un’altra passione di
madre lo portava a vedere gli spettacoli di Bob Wilson e di Alfredo Darré sono i luoghi originali o misteriosi, come la cappella funeraria
Arias, delle mostre, o quando viaggiava in Italia, per ammirare i del principe di Sansevero a Napoli, il Désert de Retz, il museo d’ana-
giardini di Bomarzo e le fontane della villa Lante di Bagnaia. Fin da tomia dell’École de Médecine, il Palais des Mirages del Musée Grévin,
giovane Darré ha frequentato il mondo elegante della Parigi raffinata il parco delle sculture del poeta Edward James a Xilitla, in Messico.
ed esclusiva della moda, del design e dello spettacolo: Christian Lou- Anche da questi luoghi vagamente surreali ha tratto ispirazione per
boutin, Farida Khelfa, Paquita Paquin, Eva Ionesco e Andrée Putman la sua prima collezione di mobili, battezzata Ossobucco. Oggi, molto
e Azzedine Alaïa. In seguito ha lavorato per Saint Laurent, Ungaro, meno dadaista di una volta, ha deciso di chiamare la sua nuova linea
Prada e Moschino, e ha stretto amicizia con importanti personaggi Renaissance, facendo riferimento a un desiderio di rinnovamento,
del mondo dello spettacolo, come Isabelle Adjani e Arielle Dombasle, serbando però un’anima barocca. FINE
Titolo didascalia. a sinistra: sit ilissin rehenis apelis que nem dolor re, iderferspel eossima gnatem eserum net labo. Nam es perspid ignienia vid
qui ommos et quias vid que nonem aut haribus as quos ex etum evenest aborepr ovidige ntiandam nobitatiam doluptae ni sumendis ipsae
le. «In voga in Europa e negli Stati Uniti dove è nato», spiega l’ar-
chitetto, «questa scelta stilistica predilige magazzini ristrutturati
in forma residenziale, doppi volumi, grandi lucernari, l’alleanza
minimalista tra metallo e cemento. Al contrario, il nostro edificio,
situato nel cuore di Mosca, nel quartiere degli intellettuali e delle
alte cariche pubbliche, è tipico di un neo-Modernismo russo,
efficiente e funzionale, quasi razionalista».
L’appartamento, acquistato totalmente vuoto, ha una su-
perficie di 270 metri quadrati e le ampie finestre, orientate a
levante, gli garantiscono un notevole afflusso di luce naturale
che ha giocato un ruolo importante nel delineare “l’effetto loft”.
Spiega Sawaya: «Si è lavorato su più registri e la luce è stata uno
di questi. Un altro tema è quello della circolazione interna, dei
percorsi che si sono mantenuti i più fluidi e sgombri possibile,
S
iamo a Mosca e nell’aria, nello spirito di questa proprio come in un ambiente industriale. E alla stessa idea
dimora c’è sentore di nuovo. Visto da lontano, o industriale risponde l’atrio che, illuminato da faretti, annuncia
almeno con gli occhi di europei occidentali, l’in- un’organizzazione planimetrica in cui gli spazi di transizione
terior design russo raramente ha goduto di buona svolgono un ruolo importante. La cucina è aperta e a vista come
stampa. Sottomessi ai vincoli di una goffa sobrietà è ormai d’uso nelle case occidentali contemporanee, a sottoli-
durante l’era sovietica, una volta sciolti dal giogo neare come cucinare sia insieme lavoro e piacere conviviale.
comunista, gli architetti hanno perso il senso della Nel soggiorno i condotti di aerazione sono lasciati a vista e la
misura accentuando eccesso ed esibizione. Mancando di una tra- loro superficie metallica riflettente diventa motivo decorativo,
dizione e di una storia, la nozione di design è stata a lungo assente un punto d’attrazione per lo sguardo. Qua e là, per rinforzare
o di nessun peso: a darle corpo e spazio è stata negli ultimi anni la sensazione di laboratorio, abbiamo disposto alcuni elementi
una neoborghesia colta ed elitaria, a suo modo cosmopolita alme- ad hoc: la libreria a parete che occupa un’intera sezione del
no negli interessi culturali, i cui figli, dopo aver studiato o viaggiato soggiorno è, per esempio, corredata da una scala scorrevole,
all’estero, hanno riportato in patria un gusto nuovo, di impronta come quelle dei magazzini commerciali. Oppure la panca fran-
occidentale, sebbene non svuotato di richiami “autoctoni”. Questa cese anni Ottanta, in ferro forgiato e rivestita in pesante pelle
casa è un esempio calzante di tale orientamento, oscillando tra marrone, che fa l’occhiolino sbucando da dietro il divano».
Minimalismo e una certa estetica del “patriottismo”. Il suo aspetto I materiali sono semplici: legno naturale per il pavimento,
è il frutto del dialogo serrato tra l’architetto e designer William una patina grigio pastello per i soffitti. Senza essere della stessa
Sawaya, incaricato del progetto, e la proprietaria, una giovane natura, essi rivelano una concordia tonale rilassante, adatta a
curatrice d’arte appartenente a pieno titolo a quella generazione evocare l’impressione del loft e a mettere in risalto mobili e
millennial di cui si diceva. Non ancora trentenne, dopo essersi arredi, molti progettati per l’occasione e altrettanti di design, e
formata a New York, Firenze, Londra e Ginevra, tornata in Russia le opere d’arte contemporanea dai colori dissonanti collezionati
ha intrapreso una carriera nell’ambito dell’arte contemporanea dalla proprietaria, i veri protagonisti del paesaggio domestico.
come curatrice e al contempo collezionista: un insieme di espe- L’appartamento è una miscela di umiltà e sostanza, l’aspetto
rienze rivelatesi basilari per concordare con Sawaya sull’idea di estetico non prevarica mai, non vuole a tutti i costi sbalordire.
dare alla casa uno spirito “da loft”, chic ma senza esibizionismo. Ciò che lo caratterizza è il senso della misura. D’altronde a Mo-
E dire che nello stato di fatto in cui fu acquistato, lo spazio si sca sta tornando in auge una frase di Aleksandr Puškin: “Tutto
mostrava assai poco adatto a una simile impostazione progettua- ciò che luccica, ispira solo noia”. È il nuovo gusto russo? FINE
126
ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 127
128 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA
DAL BLU
IN POI Nel quartiere di tendenza del SENTIER ,
nella Parigi che cambia, il blu oltremare
delle pareti del soggiorno è il punto
di partenza per una scenografia domestica
concepita come una serie di episodi
di design all’avanguardia.
progetto di FABRICE AUSSET Ñ testo di ANA CARDINALE
fotografie di LUIS RIDAO
A
Parigi il quartier du d’interni, riuscendo così a esprimere la sua
Sentier, nel secondo creatività in progetti molto diversi tra loro.
arrondissement, vie- Appassionato d’arte contemporanea, crea
ne tradizionalmente lui stesso opere poetiche che lasciano libe-
associato al prêt-à- ro corso alla fantasia, ma allo stesso tempo
porter, ai grossisti sa essere assai esigente e rigoroso nei suoi
di tessuti e alle sedi progetti. «Ogni progetto ha una storia a sé
delle case editrici. È questo il luogo che Fa- e deve diventare uno spazio magico», nota
brice Ausset, architetto e artista, ha scelto Ausset. Appassionato collezionista, con una
per la sua Galerie Studiolo, che è al contempo grande familiarità con la tradizione delle
appartamento, studio d’architettura e gal- arti e dell’eccellenza del savoir-faire fran-
leria d’arte. Non stupisce che abbia pensato cese, Ausset sa coniugare sapientemente la
proprio a questa zona, una realtà urbana in tradizione e il contemporaneo, la sobrietà e
divenire, la cui identità evolve con l’arrivo l’audacia, l’austerità e l’opulenza, riservando
delle numerose web agency, degli studi d’ar- la medesima attenzione per il dettaglio, per
chitettura e degli uffici delle start-up di nuove i colori e le materie alla disposizione degli
tecnologie. Talento eclettico, Fabrice Ausset interni e degli esterni.
si è orientato verso il design e l’architettura Quando si è cimentato con il progetto
sotto a destra: la camera da letto master delle residenze con letto a baldacchino Maxalto, poltrona B&B Italia, lampada da terra Flos.
pagina precedente : la sala da pranzo delle residenze arredata con tavoli e sedie Maxalto, libreria B&B Italia, lampada da terra Flos.
SUGGERIMENTI, INDIRIZZI, CURIOSITÀ, DETTAGLI: DIETRO LE QUINTE DI AD.
BACKSTAGE.
JOIE DE VIVRE
Giochi di STILE per affrontare il nuovo anno.
Da Parigi a Mosca, le dimore di questo numero offrono spunti
colti e suggestivi, assolutamente da copiare. Prevale un gusto tutto
francese, ricercatamente Déco e post-Déco, per il divertissement
intelligente, per i rimandi a più tradizioni rivisitate, nel segno di
un nuovo gusto classico-moderno. NICOLETTA DEL BUONO
PAG. 104
In candida pelliccia di
capra Shearling e lana sul
retro, il cuscino Brighton
di Ralph Lauren Home
è ideale per le serate
fredde. Costa 1.995 €.
PAG. 104
Ispirata a Dürer, testa
Rhinoceros di Raffaello
Galiotto per Citco, in
marmo Grigio Bardiglio.
Prezzo a richiesta.
PAG. 128
Divano Tantisassi di Matteo
Thun per Rossi di Albizzate,
con cuscini rivestiti in lana
elasticizzata, Lycra o pelle.
Prezzo da definire.
PAG. 128
Disegnata
dall’immaginifico
Pierre Paulin per
Artifort, questa
poltrona ha un
nome suggestivo:
Orange Slice
(fetta d’arancia).
Prezzo a richiesta.
BAROCCHISMO
Metallica.
Oggetti di memoria declinati
a sinistra:
con senso e materiali TECNOLOGICI .
lampada da
Ferruccio Laviani crea oggetti chimerici che mixano stili
tavolo Bourgie
e forme per dare un nuovo senso alla contemporaneità.
di Laviani per
Kartell. 244 €. Con la lampada Bourgie di Kartell, nella versione in
plastica ramata, unendo Barocco e Neoclassico ottiene
un effetto sorprendentemente moderno. NDB
PAG. 96
Omaggio a Mies van der Rohe, la panca relax
della collezione Florence di Knoll. Progettata
da Florence Knoll nel ’54, è ora disponibile in
altre tinte e misure. Da 1.086 €.
PAG. 128
Riprende i decori dello stile
Tudor il contenitore Tudor
di Emmemobili con profili
ed elementi applicati a mano.
Questa composizione
costa 19.880 €.
PAG. 104
Si chiama Serratura il vassoio
di Fornasetti in resina rosso lacca,
della collezione Temi e Variazioni;
ha un diametro di 40 centimetri,
e un costo che parte da 360 €.
PAG. 128
Di Ayala Serfaty per Aqua Creations, la piantana Apaya con diffusore in
pergamena e cartapesta. In varie forme e dimensioni, prezzo a richiesta.
AN EVENT BY MAIN SPONSOR OFFICIAL CAR PARTNER
STORIE.
I reali di Svezia, Gustavo
e Silvia, collaudano due Egg
Chair durante la loro visita
a Fritz Hansen, l’azienda
danese che ancora produce
l’oggi sessagenaria poltrona.
Era il 2007.
GETTY IMAGES
1 UN UOVO CHE
COMPIE 60 ANNI:
2 TRA ARTE E
ARCHITETTURA:
3 RENDEZ-VOUS
CON IL GENIO:
4 LA “PARETE
POETICA”:
Nel 1958 il Espressionista, Un pomeriggio Per scoprire
grande architetto razionalista e con Desmond Élitis autore-
danese Arne futurista, Luciano Morris, il celebre editore francese
Jacobsen firmava Baldessari è stato zoologo de La di carte da parati
la poltrona Egg. un unicum nella scimmia nuda. e rivestimenti
Prodotta da Fritz cultura italiana Nel suo studio per parietali con
Hansen è più viva del progetto festeggiare i suoi decorazioni e
che mai. del ’900. primi 90 anni. materiali di ricerca.
ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 145
STORI E .
WHO’S WHO
Arne Jacobsen (1902-1971),
architetto e designer danese, è
stato sperimentatore ingegnoso.
Al suo funzionalismo iniziale ha
unito stilemi organici, un mix
che rende uniche le sue creazioni,
antesignane di Lutz Colani,
Pierre Paulin e Karim Rashid.
L’uovo
1
di Arne
60 anni fa nasceva, per la hall e la
reception del SAS Royal Hotel di
Copenaghen, la poltrona EGG . La
progettò in forme ovoidali e avvolgenti
Arne Jacobsen, tra i grandi designer
del ’900. Per contrastare le asettiche linee
dell’albergo da lui stesso ideato.
di RICCARDO BIANCHI
C
ome ogni storia di successo che si rispetti, anche que- dal traffico dei clienti. Già l’albergo è un suo progetto, il SAS
sta non poteva che cominciare con un garage. Un ga- Royal Hotel di Copenaghen, un levigato parallelepipedo algido e
rage di Copenaghen, non in California, però. L’anno perfetto, alto 69,6 metri (numero magico). Guardandolo crescere
è il 1958, il protagonista è Arne Jacobsen, un genio a poco a poco nel cielo della capitale danese, Jacobsen sente l’ur-
maturo di 56 anni. La protagonista è invece una poltrona (non genza di contrastarne il segno minimale, anemotivo con forme
nel senso di pigra, ma di seduta): Arne la disegna, la scolpisce organiche, vitalistiche, umanizzanti, dotate di peso e volume
con plastilina perché ha una forma ovoidale che non s’è mai vista oltre che di linee. Tant’è che nella hall piazza una scultorea scala
(ma c’è chi sostiene che derivi dalla Womb di Eero Saarinen, elicoidale che subito diventa l’highlight dell’edificio. E poi ci vo-
e l’anno prima Nanna Ditzel aveva realizzato per Pierantonio gliono degli arredi, nuovi ma che traggano alimento da archetipi
Bonacina la sua Egg sospesa...), le fa le orecchie forse pensando ancestrali. Leggeri, ma sodi ed espressivi. Per esempio il corpo
alla Pelican di Finn Juhl oppure meditando che la deve inserire umano, meglio muliebre perché ha più rotondità, o che cos’altro?
nella hall di un grande albergo e che due orecchie così servono a In particolare occorre, pensa Arne, “una poltrona avvolgente,
isolare chi vi si siede, a creargli uno spazio tutto suo, a separarlo comoda, compatta”, anche girevole dove accoccolarsi, rifugiarsi,
sottrarsi o concedersi agli altri a proprio piacere. Un grembo ma-
terno, un uovo appunto. Pensa alle orecchie, Arne, ma anche allo
4 schienale: deve essere alto e basculante per permettere al corpo e
alla testa di assumere le posture di maggior benessere. Ma quello
schienale che con la plastilina è un momento modellarlo, è in un
certo senso una chimera tecnologica. Irrealizzabile. Non sia mai,
quello è e quello si deve fabbricare. Jacobsen allora studia una
struttura di fibra di vetro rinforzata in schiuma poliuretanica,
soluzione avveniristica per il tempo, l’appoggia su un piede di
alluminio trovando il perfetto bilanciamento tra i due elementi,
la fa rotante con un cuscinetto a sfera. Semplice no? È nata la
Egg di Arne. 60 anni fa, moderna per sempre. FINE
Futurismo
razionalista
A 90 anni dal suo allestimento della Mostra
Nazionale Serica, di Villa Olmo a Como, si torna
a parlare di LUCIANO BALDESSARI e del suo linguaggio
proteiforme a proposito della Fondazione
che prenderà vita presso il C.A.S.V.A., centro creato
a Milano per custodire gli archivi di artisti del ’900.
Un’occasione per ricordare il suo genio.
di ALESSANDR A QUATTORDIO
COURTESY ARCHIVIO LUCIANO BALDESSARI, COMUNE DI MILANO-C.A.S.V.A., MILANO. COURTESY ARCHIVIO FOTOGRAFICO PRIVATO ARCHITETTO ZITA MOSCA BALDESSARI, MILANO
A
rtista? Certamente sì, ancor prima che architetto.
Luciano Baldessari crebbe in quel crogiuolo di intel-
ligenza e creatività che fu Rovereto nel primo ’900,
quando il Trentino era ancora austriaco. Fu contagia-
to in particolare dal genio di Fortunato Depero, di lui più vecchio
di quattro anni, futurista fertilissimo che aveva dilatato i suoi oriz-
zonti dalla pittura alla scultura, alle arti applicate, e che a Rovereto
aveva fondato il Circolo Futurista, a cui nel 1913 Baldessari, dicias-
settenne, si unì. L’irrequietezza, che a Baldessari era connaturata,
e le sue doti di abile disegnatore lo spinsero presto a trasferirsi a
Milano, dove studiò scenografia a Brera e si laureò in architettura
nel ’22. Nel gennaio 1923 era già a Berlino, metropoli cosmopolita
in quegli anni politicamente turbolenta, ricca di fermenti e inquie-
tudini. Queste le coordinate che definiscono “il momento aureo”
della formazione di Baldessari la cui fama si è legata soprattutto
all’“architettura dell’effimero” (scenografie, padiglioni fieristici,
allestimenti), ma che molto altro celava nel segno potentemente
visionario. Nella città tedesca s’immerse nel clima espressionista
e della Neue Sachlichkeit. Esercitarono su di lui un profondo
influsso i registi Max Reinhardt, Erwin Piscator e Fritz
WHO’S WHO
Luciano Baldessari (1896-1982)
si laurea al Politecnico di Milano.
Dopo soggiorni a Berlino e Parigi,
è a Milano come scenografo
e, grazie all’ industriale Carlo
Frua, come architetto. Vive durante
la guerra a New York, dove si
dedica a pittura e scenografia, per
poi lavorare in Italia e Germania.
1
Lang, gli artisti Oskar Kokoschka, Lovis Corinth e Otto Dix, gli
NASCERÀ A MILANO
architetti Mies van der Rohe, Walter Gropius e Hans Poelzig. La Una FONDAZIONE per architetti e studiosi
produzione pittorica e scenografica di Baldessari, permeata dal nel nome di Luciano Baldessari.
vigore della sintesi, da drammatici dinamismi e da un incisivo
All’interno del C.A.S.V.A. (Centro di Alti Studi sulle
senso del colore, non passò inosservata. Con il ritorno in Italia, nel
Arti Visive) – nato nel 2000 per accogliere l’A rchivio
’26, ebbe l’opportunità di mettere a frutto il suo penchant “scenico”
Baldessari, raccolto da Zita Mosca Baldessari,
allestendo a Como nel 1927 la Mostra Nazionale Serica di Villa
che è promotrice di ogni iniziativa –, si sta realizzando
Olmo e a Milano, e nel 1928, il Teatro della Moda alla IX Fiera
una Fondazione partecipata. Essa sosterrà studi
Internazionale. Crocevia di presenze significative era, in quegli
e attività nel campo di architettura, design e arte
anni, anche la Como razionalista di Giuseppe Terragni. Ecco allora
in relazione ai materiali confluiti in questi anni
apparire nell’opera di Baldessari quegli stilemi, tra Funzionalismo
nel Centro stesso, oggi custoditi al Castello Sforzesco,
ed empito futurista ed espressionista, che avrebbero concorso alla
ma con futura collocazione al QT8. □
definizione del Luminator, lampada-manichino antropomorfa,
memore dei ballerini meccanici di Oskar Schlemmer, usata per
esporre i tessuti e destinata a divenire Leitmotiv per l’architetto.
Il Luminator fu presentato nel ’27, in forma embrionale, alla Li- 2
breria Notari in via Montenapoleone e sarebbe riapparso al Padi-
glione Bernocchi nella X Fiera Internazionale di Milano, all’Expo
Internazionale di Barcellona nel 1929, e, ancora, nel ’33-’34, nei
bozzetti dell’Appartamento per Scapolo (Casa Bolchini). Difficile
non intravedere, in nuce, nel moto flessuoso delle sue “braccia” i
prodromi di quelle traiettorie curvilinee che in opere successive
avrebbero “tagliato” con ritmo avvolgente lo spazio disegnan-
do inediti dinamismi. Nel secondo dopoguerra, dopo “l’esilio”
newyorkese durante il conflitto mondiale, Baldessari avvertiva
l’esigenza di far partecipi i visitatori al progetto architettonico:
per esempio, in qualità di “regista” dell’Atrio e Scalone d’Onore
della Triennale del ’51, volle “abbagliare” il pubblico inserendo a
Il senso della sintesi. 1. Ripresa notturna della passerella del Padiglione Breda, Fiera Internazionale di Milano, 1951. 2. Schizzi
a penna per la passerella dello stesso Padiglione Breda realizzato nel 1951. 3. Padiglione della Stampa, V Triennale di Milano, 1933. L’edificio rosso
in mattoni e la “teca” in ferro e vetro facevano da contraltare a cinque candidi elementi verticali di forma cilindrica. 4. Studio di progetto
(tempera e china su carta) dello stabilimento industriale Italcima di via Legnone a Milano, 1932-1936. 5. Bozzetto (matita e tempera su carta
da lucido) per il soggiorno dell’Appartamento per Scapolo. Sulla sinistra, manichino ispirato al Luminator, Milano, 1933-1934.
Antropologia
della casa
Nella sua dimora di Oxford, abbiamo incontrato
DESMOND MORRIS , famoso zoologo, sociobiologo, fecondo
scrittore divulgatore e anche artista. Insieme
WHO’S WHO
abbiamo parlato della sua idea dell’abitare e di che cosa Desmond Morris (1928, qui con il suo prezioso
rappresenta per lui a casa dove vive ormai da microscopio) è zoologo, etologo, antropologo,
quarant’anni e da cui, dice, «non mi staccherò più». divulgatore scientifico e pittore surrealista. Tra i
suoi libri, La scimmia nuda, La tribù del calcio e
di FR ANCESCA FELLINI Un cervo in metropolitana, appena uscito in Italia.
1
2
Z
oologo ed etologo eterodosso tra i più importanti dell’ul- Memorie di vita. 1. Lo studio di Desmond Morris,
timo secolo, quotato pittore surrealista e autore nel 1967 centro nevralgico della sua casa. Dice: «Qui ho scritto
tutti i miei libri, qui sono stipati i ricordi della mia vita».
di un’intramontabile best seller qual è La scimmia nuda,
Sul cavalletto un suo dipinto surrealista, dappertutto
Desmond Morris festeggia il 24 gennaio i suoi primi 90 an- oggetti raccolti durante i suoi 268 viaggi. 2. La libreria
ni. L’abbiamo incontrato nello studio della sua dimora di Oxford, dove dello studio contiene circa 15.000 volumi. Sui piani dei
un tempo fu compilato il più famoso dizionario della lingua inglese, e cassettoni una parte della collezione di sfere minerali.
con lui abbiamo chiacchierato sull’etologia dell’abitare. 3. Morris è anche un collezionista di minerali rari. 4. Sul
Che cos’è la casa per gli esseri umani? vecchio manichino sono stati applicati vari ricordi:
Per la nostra specie continua a essere nido d’amore, ma pure riparo dal un’antica falce cipriota, maschera croata da “medico
della peste” e un cappello di paglia dell’isola di Giava.
clima e dalle intemperie, posto dove allevare i piccoli, area protetta in
cui alimentarsi e difendersi. Tante cose insomma.
E invece che cos’è per lei la sua casa?
La casa per me è molto di più del luogo dove dormo e dove vivo: è il
luogo dove il mio cervello è più attivo e dove posso dedicarmi alla con-
templazione. La mia casa è dove io mi sento circondato dalle memorie
della mia vita e dai miei libri. Quando mi guardo intorno in questo
studio è come avere i miei ricordi disposti sulle pareti, perché sono
zeppe dei libri con gli argomenti che ho studiato nel corso dell’esistenza.
Sono stato in 107 Paesi differenti durante 268 viaggi. Dove andavo,
compravo tutto ciò che c’era di particolare in quel Paese. Tutto oggi
è qui intorno a me, in questo studio. La mia idea è che la casa più è
personale, più è funzionale. Diventa un’estensione del corpo, le pareti
un’estensione della mente, una parte di me.
Essere pittore ha influenzato il décor della sua abitazione?
Quando ero giovane in casa avevo solo i miei quadri, poi ho aggiunto
quelli di altri autori. In realtà ho tenuto ben poche delle mie opere.
Una è qui con noi, nello studio. Le piace? FINE
3
GRAZIANO VILLA
di ROBERTO M. BENETTI
155
STORI E .
156
marketing, sono i valori fondativi come l’inestinguibile creati-
vità e la ricerca instancabile di nuovi materiali, tecniche, trame
e texture: le spalmature metalliche sul lino, i vinili goffrati, i
ricami su pelle, i rivestimenti in crine di cavallo o in galuchat,
le paste di cellulosa goffrate, le paglie giapponesi rivisitate,
fibre vegetali intrecciate a mano su telai in legno, la corteccia di
palma, la noce di cocco, la fibra di cocco, l’abaca, la madreperla
tessuta come un nastro prezioso. L’elenco è infinito e in diveni-
re. Dice Monsieur Patrice: «La “creazione” è il cuore di Élitis,
tanto più importante in quanto non attingiamo dagli archivi
o dai musei». Per questo l’azienda tolosana ha costituito al suo
interno un vivacissimo Ufficio Stile a cui collaborano artisti pro- 5
venienti da mondi molto diversi e non legati alla decorazione. Il
processo di sviluppo delle idee è tuttavia lungo, la gestazione di
un prodotto può durare dai 5 ai 7 anni. «Ciò che immettiamo
su mercato deve rappresentare per noi una nuova frontiera. Le
collezioni scaturiscono naturalmente dalle culture personali
degli artisti con cui lavoriamo, ma derivano anche da viaggi,
incontri, scambi fuori dai confini della nostra professione, dal
contatto con artigiani e artisti e dalla passione che condividiamo
con i nostri terzisti. Il ciclo di lavorazione inizia con l’analisi
delle tendenze e delle emozioni che proviamo. Segue la fase del
disegno, quindi l’intervento degli atelier che
consentono la traduzione concreta dei disegni
(incisioni, stampi, telai ecc.). A questo punto
comincia la produzione vera e propria e poi, a
chiudere, viene la presentazione delle collezioni
6
in scenografie ad hoc, case, ville, appartamenti.
Un lavoro complesso e di squadra che impone
un incessante rinnovamento creativo ed è fonte
di stress, ma che pure comunica dinamismo ed
energia positiva. Ogni progetto nasce e cresce
senza nessuna certezza, se non quella di cre-
derci. Creiamo tutto e non produciamo nulla,
il che ci rende aperti a ogni tecnica. È questo
approccio che ci differenzia». FINE
8
ENGLISH TEXTS.
p.88 The perfect mixture wood for the floors in place of the original stone. Almost monastic rigor in
contrast with the decorative surplus that brings together works of art and
PERIOD PANELING AND DESIGN OBJECTS. VAGUELY PSYCHEDELIC
design icons by the likes of Le Corbusier, Mies van der Rohe, Eero Saarinen.
TOUCHES. BOURGEOIS BUT NOT TOO MUCH. HARD TO CATEGORIZE.
words RUBEN MODIGLIANI – photos MASSIMO LISTRI
La Muette, in Paris, the quintessence of the bourgeois residential neighbor-
p.104 Ancient calm
hood, in the coveted 16th arrondissement. The architecture of this area is IN A PARISIAN APARTMENT ON THE RIVE GAUCHE AN IDEA OF
varied, with something from every decade of the 20th century, including SOBER ELEGANCE HOLDS SWAY, WHERE SIGNATURE DESIGN
some fine buildings. Like the one that contains the flat shown here, dating ESTABLISHES A DIALOGUE WITH 19TH-CENTURY GRANDEUR.
back to the 1960s. A mixture of modernity and tradition: Versailles parquet,
words MARIO GEROSA – photos GILLES TRILLARD
authentic boiseries, original features enhanced and juxtaposed with objects,
art, design. «It is a modern building with steel casements, but we did not Soft drapes cascade from high ceilings, amidst pale furnishings, as natu-
want to create a modernist space», says Paolo Genta Ternavasio, the interior ral light floods the rooms. This home on Boulevard Saint-Germain, Rive
designer. «We listened to the desires of the owners: a large luminous kitch- Gauche, conveys a sense of calm. Nothing is out of place, nothing out of tune
en, a new balance for the bedrooms and the bathrooms, almost all en suite». in these airy spaces that speak of the grandeur of a 19th-century residence
The furnishings are a refined game of past and present references, played whose original visage can still be glimpsed in the elegant plaster moldings
with rare aplomb and attention to detail: wallpaper panels («psychedelic», and imposing marble fireplaces. The preliminary renovation of the space to
the architect says) framed by the boiseries, for a touch of creative folly at make an apartment of 300 square meters was done by the architect Nicola
the entrance; mica doors on wardrobes in the corridor, luminous mineral Mameli, who opened a studio in Paris, Atelier NMA. «The space was frag-
surfaces that form a spectacular contrast with a cabinet with 18th-century mented», Mameli says. «The parts did not communicate, and there was a
lines. The paneling in the large living area, dining room and kitchen has very narrow corridor that had to be widened. We had to focus on the layout,
been coated with copper, which over time takes on an unpredictable patina. which was asymmetrical, forcing us to rethink the perspectives». Once the
«It was all very proper. A bit too perfect», Genta Ternavasio continues. «We architectural enclosure had been revised, Stéphane Olivier stepped in for
wanted a less formal tone. The composition features several focal points: the the interior design. At the start of his career, at the end of the 1990s, Olivier
large ceramic tondo in the living room, for example, reflects the overhanging focused on garden furniture from the 1700s and 1800s, and antique roses.
volume of the fireplace from the opposite side of the room, and is echoed by When he opened a space at the Saint-Ouen market, the outdoor furnishings
another big circle, a work by Mimmo Paladino at the entrance». Important were joined by a careful selection of Scandinavian pieces. Today he has a
works of Italian and French design, signature pieces from the 1940s to the gallery at Saint-Germain-des-Prés. «Nature sets the tone in this house,
present, collectibles: vintage pottery and glassware, small bronze horses. though with a clearly contemporary idea», Olivier says. «You can see it in
The kitchen has a large marble table, a second table with a mirror surface, the light colors, the sober tones of the fabrics, the furnishings made in pale
chairs designed by Osvaldo Borsani, a contemporary lamp, colorful art. oak, like the floors». The dining room is a bit darker, with a large rosewood
Perhaps the space that best reflects the true spirit of the project. table from the 1960s. Furnishings include custom pieces by Mameli and
iconic creations, like the lamp by Roberto Giulio Rida, a designer-artist for
true connoisseurs, or the sculptural table by Swedish talent Svante Skogh,
p.96 Inner light surrounded with chairs by Arne Jacobsen.
ACCERTAMENTI
DIFFUSIONE STAMPA
160 ARCHITECTURAL DIGEST ¥ ITALIA CERTIFICATO N. 8235
DEL 03-02-2017
rugiano.com