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N.

427 - GENNAIO 2017


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ARCHITECTURAL DIGEST. LE PIÙ BELLE CASE DEL MONDO

Inventare
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francese arriva
l’eclettismo
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Editoriale.
Un’esperienza unica. a destra:
Ettore Mocchetti, direttore di AD
(a sinistra), con John Baldessari,
vulcanico esponente dell’Arte
Concettuale e uno dei grandi
protagonisti della scena artistica
mondiale. «Incontrarlo ad Art Basel

P
Miami Beach, dove ha presentato
la sua Bmw Art Car, è stata
un'esperienza galvanizzante,
unica», ha confidato Mocchetti.

er AD, ormai d anni, all’intreccio di culture, al piacere di sperimentare,


il numero di gennaio significa Parigi. Perché, come con giudizio però. La giustapposizione dei
Milano è la capitale del design, Parigi, sotto molti volumi, il gioco dei colori e dei materiali, i
punti di vista, è LA CAPITALE DELL’ARREDAMENTO . contrasti di forme e di stili, le citazioni colte o
Lo è fin dall’800 – e forse anche da prima – quando ironiche, l’uso dei tessuti quali elementi d’arredo
Honoré de Balzac descriveva le case di aristocratici, – ne tratta anche il Portfolio –, l’impaginazione
borghesi e cortigiane con una perizia di sguardo, dei tanti artefatti come una coreografia visiva,
una modernità di linguaggio e un’emozione degne il ricorso al vintage, il bilanciamento espressivo
di… AD (a tale soggetto nel 1964 Danielle Nicolas dell’illuminazione: in esse si ritrova tutto
dedicò un bel libro purtroppo oggi introvabile: Le questo e tutto, comprese le follie e le iperboli
vocabulaire de l’ameublement dans la Comédie decorative, è PADRONEGGIATO CON MISUR A e
Humaine de Balzac). Se si vogliono comprendere le raziocinio cartesiano, offrendo spunti suggestivi
evoluzioni e le oscillazioni del gusto nel paesaggio e molteplici a chi desidera arredare la propria
domestico, se si mira a dar conto degli orientamenti casa o rinnovarne il volto. Spunti che a Parigi
della decorazione e più ancora dell’Haute di gennaio trovano una sintesi irrinunciabile
Décoration, la SCENA PARIGINA è fondamentale. nella rassegna Maison&Objet, della quale ci
Qui nascono, si sviluppano, si affinano e occupiamo nelle pagine che seguono, nelle quali si
consolidano le tendenze e gli stili, qui ha preso il parlerà anche dell’ hotel di Versace a Dubai e della
via quel fenomeno di mixage stilistico che su questo casa dell’imprenditore di moda Philipp Plein a
giornale abbiamo definito CONTAMINAZIONE e che New York in cui si respira un’atmosfera d’arte che
oggi domina la scena dell’interior design declinata sbalordisce. E D’ARTE si interessano pure il Focus,
nelle più varie maniere. Le case che visitiamo in presentando arredi e complementi giocosamente
questo numero sono testimonianza eloquente di tale ispirati alle opere di grandi pittori e scultori e ai
fenomeno. Raccontano, soprattutto, di INTERVENTI movimenti artistici moderni e contemporanei;
SULL’ESISTENTE che nella metropoli parigina è e le Storie, dove si ragiona di Canaletto, Bellotto,
sempre un palinsesto ricchissimo di storia e di John Baldessari e Sheila Hicks. Oltre che di un
cultura, illustrano progetti studiati al millimetro orologio “minimal” disegnato da Konstantin
per non tradire il genius loci e nel contempo per Grcic e di una mostra che indaga i rapporti tra
arricchirlo di forti note di contemporaneità. architettura e sessualità.
Sfoggiano un eclettismo sui generis che è nel genio
di una metropoli vocata al COSMOPOLITISMO , ETTORE MOCCHETTI

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 17


N° 427 — GENNAIO 2017

SOMMARIO.
«Alcuni sostengono che le case sono fatte di muri, io dico
che sono fatte di finestre».
FRIEDENSREICH HUNDERTWASSER

50 58 38 36 75 75

DIG E S T.
33 START — Un appartamento di LONDR A dove
l’esotismo si colora di un’elegante teatralità. 58 BR AND — La riuscita sinergia tra GERVASONI
e Paola Navone, art director del marchio.

36 FOOD DESIGN — Uno chef blasonato ha ideato


un originale tagliere per i FORMAGGI della tradizione. 60 L’AGENDA — Dalle feste di Versailles ai viaggi
da Mille e una notte. Andar per MOSTRE a Parigi.

38 EVENTI — Arredi di tendenza e lifestyle di scena


a Parigi, per MAISON&OBJET.
in alto da sinistra: Le Tétrascopique di Jean Dubuffet; dondoli
InOut 709 di Paola Navone per Gervasoni; tavolo Flora di
40 MOTORING — La DS E-TENSE , una concept car che
definisce gli standard della fuoriserie di domani. Marcin Rusak; tagliere ideato da Jean-François Piège; tappeto
Drake della Design Collection di Illulian; vaso Troncosfera
Mini di Carlo Moretti. sotto: l’architettura balneare di Francia.
42 ATELIER — Nei paraventi di ZOÉ OUVRIER
la natura è resa nella sua veste più magica. Dolores Hawkins in bikini, foto di Lionel Kazan, da Glamour.

44 OROLOGI — Il ROLEX DAYTONA , un grande classico


proposto in una versione ultramoderna.

46 I MAESTRI — I mobili e gli oggetti di CHRISTOPHE


CÔME sono al confine tra arte e design.

48 OSPITALITÀ — L’hotel LE ROCH , nel cuore della Ville


Lumière, ha l’atmosfera di una casa chic.

50 ASTE — Vendite all’incanto come racconti per


ARTCURIAL , che celebra il trentesimo anniversario.

52 OSSERVATORIO — PETITE FRITURE , editore di design


francese che punta sui giovani creativi.

54 TENDENZE — Nel flagship store parigino di RIMOWA


è di scena la passione per l’aviazione.

56 LIBRI — Cinque travel book di VUITTON raccontano


il mondo attraverso scatti d’autore.

18 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


LE EMOZIONI NON VANNO RACCONTATE, VANNO VISSUTE.

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136 104

88 120

88 SCATOLA MAGICA — A Parigi, un’idea di classicità si confronta

ANTOINE BARALHE GIANNI FRANCHELLUCCI. GIANNI BASSO/VEGA MG. GIORGIO BARONI


con un’anima HI-TECH in una residenza di gusto contemporaneo.

96 CIAK, SI VIVE — Gli ambienti della casa parigina di un artista


sono vivaci e coloratissime SCENOGR AFIE DOMESTICHE .
LE CASE DEL MESE.
104 DESIGN + ESPERIENZA — Classici del design, arte pop e SPIRITO
DEL LUOGO in un interno della Parigi haussmanniana.

112 UN SOGNO DA VIVERE — Raffinate atmosfere di gusto onirico


nella townhouse di PHILIPP PLEIN a New York.

120 INEDITE ALCHIMIE — Eclettici ACCOSTAMENTI in un palazzo


settecentesco nel cuore della capitale francese.

128 PAS DE DEUX — Una POETICA COREOGR AFIA è il segno distintivo


di una dimora nel quartiere di Saint-Germain-des-Prés.

136 IL MONDO INTORNO — Un RIGORE CLASSICO ricco di variazioni


sul tema è il fulcro di un interno parigino.

144 ATTR AZIONE FATALE — A PALAZZO VERSACE a Dubai ogni


particolare racconta la grande storia di stile della Maison.

20 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


MILANO | via Borgospesso, 11 | milano@turri.it | www.turri.it
SOM M ARIO.

STORIE .
153 GLI SPAZI DEL DESIDERIO — A Barcellona un’esposizione
fa il punto su ARCHITETTUR A E SESSUALITÀ .

158 CAPOLAVORO DA CORSA — La nuova auto della collezione


Bmw Art Car è firmata da JOHN BALDESSARI .

160 IL TEMPO RITROVATO — Design & orologi: Konstantin


Grcic ha reinterpretato per R ADO un’icona anni ’90.

162 CREAZIONI TESSUTE — Le morbide sculture ideate


da SHEILA HICKS , artista tessile americana.

164 DIOR AMI URBANI — CANALETTO e BERNARDO BELLOTTO ,


due visioni a confronto. In mostra a Milano.

PORT FOL IO.


a destra: è in
63 C’È STOFFA — Le stanze di una residenza fiorentina
fanno da sfondo alle nuove collezioni di TESSUTI , vetro di Murano
scelte per vestire sedute vintage e di design. il lampadario
Butterfly di Giorgio
Collection.
FOCUS.
75 ART AT HOME — L’arte è il
motivo ispiratore di mobili
e oggetti che portano in casa
un’eco dell’ IMMAGINARIO
delle grandi correnti della
pittura e della scultura.

BACK STAGE .
150 DENTRO AD — Curiosità, approfondimenti,
novità, commenti, anteprime: cercando
suggestioni e ispirazioni dietro le quinte
del numero di GENNAIO .

22 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


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JOSEPH KARAM
Nato in Libano, si è diplomato in architettura
d’interni a Beirut prima di trasferirsi in Francia.
Oggi i suoi cinque studi di Parigi, Nizza, Beirut,
Monaco e Mosca hanno clienti internazionali.

Un angolo segreto del XVI


arrondissement di Parigi? «Il Saint
James Club, un’atmosfera del XIX secolo
completamente diversa da quella di casa
mia. Un cambio di stile totale».

FR ANCESCA ANICHINI
È nata e abita con orgoglio a
Firenze, dove fin dall’infanzia vive
in simbiosi con una Polaroid
e la camera oscura. Oggi fotografa
in Italia e in altri Paesi, anche
OLIMPIA ORSINI come fotoreporter.
Scenografa, e arredatrice d’interni,
si occupa dell’interior design dalla
progettazione alla decorazione. Una mostra di fotografia da
Le piace «trasformare la casa non perdere nel 2017? «Senza
in un piccolo nido dello spirito». dubbio quella di Alex Webb a
Tucson, La Calle. Photographs
from Mexico. Immagini
Un negozio di antiquariato
colorate, complesse, dense
e interior che lei ama in
di luci ed emozioni».
particolare? «Per pezzi
davvero originali, One Piece
Contemporary Art in via
Margutta 53 b a Roma».
ANTOINE
BAR ALHE
GIANNI BASSO Specializzato in Storia al
Dal 1978, per più di un decennio, Sotheby’s Institute of Art
immortala i grandi concerti di musica di Londra, ha lavorato per
rock. Nel 1989 fonda l’agenzia gallerie e musei in tutto il
fotografica Vega MG, che si occupa mondo prima di tornare
di fotografia d’architettura d’interni. alla fotografia, suo primo
amore. Collabora, tra gli
altri, con AD, The World
Un’architettura contemporanea a of Interiors, Elle Decor.
Parigi? «Il mio edificio preferito
è il Centre Pompidou di Renzo Piano
Lo stile che predilige
e Richard Rogers: lo considero molto
in una casa? «Sono
più moderno di altri edifici realizzati
di gusti scandinavi,
negli ultimi 20 anni».
minimalista, colori
chiari, un po’ d’arte
DONATELLA VERSACE contemporanea e
oggetti e tessuti etnici.
FRANCESCA ANICHINI. RAHI REZVANI

“Musa e complice” del fratello Gianni, ha ampliato gli


orizzonti della Maison, trasformandola in un brand di lifestyle: Mi piacciono comunque
oltre alla moda, accessori, gioielli, arredi e, infine, hotel. tutte le case che
riflettono personalità,
Un hotel dove si sente a casa? «Palazzo Versace senso pratico, calore
Dubai, ovviamente! Rappresenta tutto ciò che amo, e ospitalità».
artigianalità, eleganza, energia e passione. Non
si tratta solo di un luogo ma di un mondo intero».

28 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


TORINO

Q U A L I T Y I S O U R B U S I N E S S P L A N

Ci accontentiamo semplicemente del meglio e creiamo i migliori prodotti editoriali.


Per questo abbiamo AD, che da oltre 30 anni racconta le più belle case del mondo,
La Cucina Italiana, da oltre 90 anni la guida più autorevole nel mondo del gusto
e della tradizione italiana, e Traveller, viaggi straordinari accompagnati da eccezionali
reportage fotografici per viaggiare comodamente dalla poltrona di casa.
Tradotto in una parola, Qualità. In due parole, Condé Nast.

Direttore Responsabile
ETTORE MOCCHETTI

Art Director
GIUSEPPE PINI Caporedattore
Attualità
MARIO GEROSA Caporedattore, RUBEN MODIGLIANI Caporedattore
ELENA DALLORSO Caposervizio, ALESSANDRA VALLI Caposervizio
Impaginazione
FRANCESCA MARINO Vice Caposervizio,
MICHELA BUZZONI, MARGHERITA CARRARA
Segreteria di Redazione
MARIA GRAZIA CECCONELLO Responsabile, FEDERICA CLARI Photo editing
Project Consultant
RICCARDO BIANCHI
New York
CHRISTINA NICASTRI Segreteria e Redazione
Parigi
FRANÇOISE GUITTARD Segreteria e Redazione
Hanno collaborato:
SONIA S. BRAGA, FABRIZIA CARACCIOLO interiors consultant, PAOLO MATTEO COZZI, NICOLETTA DEL BUONO,
FIAMMETTA FADDA, UMBERTA GENTA, GIAMPIERO NEGRETTI,
GLORIA PASQUINELLI, GAIA PASSI, BERNARDO RIZZATO, FRANCESCA VINCI.

DAVIDE BASSOLI elaborazione fotografica, STUDIO DIWA revisione testi, STEPHEN PICCOLO traduzioni.
Fotografie di:
FRANCESCA ANICHINI, ANTOINE BARALHÉ/PHOTODEPARTMENTS, GIORGIO BARONI, GIANNI BASSO/VEGAMG, GIANNI
FRANCHELLUCCI, MASSIMO LISTRI, DAVIDE LOVATTI, LUKE WHITE/PHOTODEPARTMENTS.

Direttore Editoriale FRANCA SOZZANI

Divisione GQ, L’Uomo Vogue, Wired, AD, Condé Nast Traveller


Direttore STEFANIA VISMARA

Publisher CARLO CLERICI, Advertising Manager CRISTINA RONCAROLO

Direttore Vendite GIANCARLO ROPA


Digital Advertising: CARLO CARRETTONI Responsabile Centri Media
Moda e Oggetti Personali: MATTIA MONDANI Direttore. Beauty: MARCO RAVASI Direttore. Grandi Mercati: MARCO TOSETTI Responsabile
Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta: MATTIA MONDANI Area Manager
Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Marche: LORIS VARO Area Manager
Toscana, Umbria, Lazio e Sud Italia: ANTONELLA BASILE Area Manager
Uffici Pubblicità Estero - Parigi/Londra: ANGELA NEUMANN. New York: ALESSANDRO CREMONA. Barcellona: SILVIA FAURÒ
Monaco: FILIPPO LAMI. Digital Marketing: MANUELA MUZZA. Social Media: ROBERTA CIANETTI

EDIZIONI CONDÉ NAST S.p.A.

Presidente e Amministratore Delegato GIAMPAOLO GRANDI


Direttore Generale FEDELE USAI
Vicedirettore Generale DOMENICO NOCCO

Vice Presidente GIUSEPPE MONDANI, Direttore Digital MARCO FORMENTO


Direttore Centrale Consumer Marketing e Audience Development MASSIMO MONZIO COMPAGNONI
10-13 January 2017 Direttore Business Development ROBERTA LA SELVA, Direttore Comunicazione LAURA PIVA, Direttore Circulation ALBERTO CAVARA
Direttore di Produzione BRUNO MORONA, Direttore Risorse Umane CRISTINA LIPPI
Direttore Amministrativo ORNELLA PAINI, Controller LUCA ROLDI, Direttore Prodotti Digitali BARBARA CORTI
hall 3.1 stand A92B Direttore Branded Content RAFFAELLA BUDA

Sede: 20121 Milano, piazza Castello 27 - tel. 0285611 - fax 028055716. Padova, via degli Zabarella 113 - tel. 0498455777 - fax
19- 23 January 2017 0498455700. Bologna, via Carlo Farini 13, Palazzo Zambeccari - tel. 0512750147 - fax 051222099 - Firenze, via Jacopo Nardi 6
- tel. 0552638789 - fax 0552009540. Roma, via C. Monteverdi 20 - tel. 0684046415 - fax 068079249. Parigi, 4 place du Palais
Atelier Visconti Bourbon - 75007 Paris - tel. 00331-44117885 - fax 00331-45569213. New York, 125 Park avenue suite 2511 - New York NY 10017
- tel. 212-3808236 - fax 212-7867572. Barcellona, Passeig de Gràcia 8/10, 3° 1a - 08007 Barcelona - tel. 0034932160161 - fax
4, Rue Visconti - Paris 0034933427041. Monaco di Baviera, Eierwiese 5b - 82031 Grünwald - Deutschland - tel. 0049-89-21578970 - fax 0049-89-21578973.

Redazione: 20121 MILANO - piazza Castello 21 - tel. 0285611 - fax 0285612698


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DIGEST.

ALLA MODA.
Mei Lian
e David Carter.
Accanto al camino
di Chesney’s,
una poltroncina
Monsieur T
realizzata da
Munna. Le lettere
incorniciate
sono d’epoca
vittoriana. Tappeto
Bloom di Riviere.
DAVIDE LOVATTI/LIVING INSIDE
D I G E S T.

Una tranquilla
teatralità
Un elegante esotismo valorizza
la calda atmosfera familiare
di un appartamento di LONDRA .
FOTO: DAVIDE LOVATTI/LIVING INSIDE. PRODUZIONE: CRISTINA GIMENEZ

D
avid Carter è un illusionista del design: le sue
creazioni, come trucchi di magia, hanno il potere
di risvegliare il lato più romantico delle persone
lasciando tutti a bocca aperta. L’interior designer,
che nel 2009 ha fondato il celebre boutique hotel londinese
40 Winks, prediletto da artisti e creativi, usa la fantasia come
antidoto alla noia della quotidianità. Per lui «l’interior design,
come la grande letteratura, la musica e l’arte, dovrebbe essere
un’esperienza catartica, in grado di risvegliare i sensi e di farci
vedere il mondo, e noi stessi, in una diversa prospettiva». Di
recente Carter ha firmato gli interni di un elegante palazzo di
fine Ottocento nel quartiere di Islington, nel Nord di Londra.
La proprietaria, Mei Lian, è un avvocato di successo nella

34 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


Old style. a sinistra: uno scrittoio anni ’30 con poltroncina Charlie di The Odd Chair Company
nella stanza padronale. Tappezzeria in seta di de Gournay, camino di Chesney’s. sopra, a sinistra: un altro
ambiente. Sono realizzati da Matt Livsey Hammond lo specchio placcato in nichel e l’ottomana
rivestita con velluto di Abbott & Boyd. Sul fondo, una lampada francese anni ’40. sopra, a destra: un angolo
della stanza padronale. La lampada è di Ochre. sotto: la doccia La cage, di Catchpole & Rye,
è una riproduzione di un modello vittoriano. pagina precedente, in alto: un salone. Poltrona Candy di Munna
e chaise-longue vintage. pagina precedente, in basso: tappezzeria di de Gournay nella dressing room.

“ L’INTERIOR DESIGN,
COME LA GRANDE
LETTERATURA,
LA MUSICA E L’ARTE,
DOVREBBE ESSERE
UN’ESPERIENZA

CATARTICA.

City: al di fuori del lavoro, però, «il suo universo è fatto di


favolosi caftani psichedelici, letteratura fantastica e romanzi
polizieschi». L’interior designer ha arredato i cinque piani
con il suo stile eclettico, che lui ama definire «stravagante»:
in ogni stanza si mescolano suggestioni ed epoche diverse,
vecchio e nuovo, arte e artigianato, pezzi grandiosi e dettagli
sofisticati, lusso e semplicità. Filo conduttore del progetto è
un tocco di esotismo orientale – ispirato alle origini malesi di
Mei – e un «senso di calma e armonia che irradia dall’intera
proprietà», come nota Carter. Gli spazi hanno un aspetto
teatrale e al tempo stesso familiare, perché «tutti, di tanto
in tanto, abbiamo bisogno di essere sedotti dal fantastico e
venire trasportati altrove». □ GAIA PASSI

35
D I G E S T.

UNO PER UNO


da sinistra in basso, in senso orario: Bleu de Sévérac
(Aveyron, formaggio di pecora). Tomme de Couecq
(Pirenei, di pecora). Coup de Corne (Saint-Félix-
Lauragais, di mucca). Le Palet de la Clario
(Tarn, di capra). Lussan (Cevenne,
di capra). Ovalie fermière (Limousin,
di pecora). per la presentazione:
erbe spontanee, mostarda in
polvere, nocciole, polpa d’albicocche,
polpa di ciliegie, cotognata.

Formaggi: capolavori di abilità artigianale,


di sapori e forme pressoché infiniti, ciascu-
no oggetto di un taglio particolare e pre-
ciso. Una faccenda spinosa che i ristoranti
classici hanno risolto con il mitico “carrello
dei formaggi”, vissuto invece dagli chef con-
temporanei come una sorta di ingombrante
dinosauro. La soluzione è stata allora quella
di presentare una scelta ragionata di specia-
lità, se non una sola, al centro del piatto, con
l’aggiunta di confetture, gherigli, frutta. «Una
resa alla mancanza di fantasia, e una rinuncia
a esaltare l’identità della materia prima», secon-
do Jean-François Piège, che nel suo Grand Restaurant
di Parigi ha scelto quale unico elemento decorativo la cucina
a vista incorniciata da pareti di cemento lavorato a mano per
Il giusto percorso. fare «una cucina che emoziona, dà gioia, sorprende, concentrata
sopra: la degustazione sul piatto». Ogni creazione è accolta in un contenitore evocati-
consigliata parte vo: ciotole laccate per i sapori esotici, larghe falde bianche per
dall’Ovalie fermière, in i contorni silvestri, cubi di pavé parigino per le carni scottate.
basso a destra, e E poi questo tagliere, per onorare i 246 formaggi nazionali in-
termina con il Bleu de vocati da De Gaulle a dimostrazione dell’ingovernabilità della
Sévérac procedendo in
Francia, che gli ricordano i dieci mesi di inizio carriera all’Eliseo,
senso antiorario.
dove, al dessert, erano portata sovrana. È un insieme di triangoli,

Formaggi «perché triangolare è il taglio base delle tome», di varie altezze


in legni lavorati a parquet, su cui poggiano sei formaggi scelti
e affinati ad hoc a Tolosa da Xavier Bourgon, che si fregia del

in bella forma MOF, il titolo accordato ai Meilleurs Ouvriers de France. Tre di


pecora, due di capra, uno di mucca nati dalle mani di piccoli pro-
duttori della zona del Midi-Pyrénées, completati da erbe, bacche,
Per il suo nuovo ristorante a due confetture. Di colpo, il centro di Parigi profuma di malga.
passi dall’Eliseo, lo chef
Jean-François Piège ha disegnato
UN PODIO che esalta una delle grandi
WHO’S WHO
glorie gastronomiche francesi.
Il 2015 è stato un anno di grandi traguardi per
COURTESY YAM, STÉPHANE DE BOURGIES

di FIAMMETTA FADDA Jean-François Piège, uno dei migliori interpreti


dell’alta cucina francese moderna, con l’apertura
del Grand Restaurant in rue d’Aguesseau, e con
il bistrot Clover, a Saint-Germain, entrambi a
Parigi. È l’approdo di un percorso senza esitazioni:
dal Plaza Athénée con Alain Ducasse a Les
Ambassadeurs del Crillon, fino alla partnership con
36 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA i Costes e adesso all’ indipendenza come chef patron.
D I G E S T.

SCELTI A PARIGI
I talenti internazionali e le novità della decorazione,
sotto il cielo della Ville Lumière: ricco di proposte
l’appuntamento con le tendenze di MAISON&OBJET.
2
di ALESSANDR A VALLI

La capitale francese si apre al design, per l’edizione invernale di Maison&Objet, dal 20


al 24 gennaio, al Parco espositivo di Parigi Nord Villepinte. La fiera parigina punta, con
il consueto charme, sulle mille sfaccettature dell’universo decorativo e del lifestyle con-
temporaneo: dall’artigianato d’arte al cook-design; dalle ispirazioni fashion agli arredi
per i più piccoli. In primo piano, anche una rosa di progettisti, consolidati ed emergenti.
Designer dell’anno è il francese Pierre Charpin, mentre per la rassegna dei Talents à la
carte, i giovani creativi, di cui AD presenta una selezione, sono stati selezionati con la
collaborazione di Sir John Sorrell, fondatore del London Design Festival: vivono e lavorano
nel Regno Unito, e per l’occasione, ognuno è stato scelto anche da un padrino d’eccezione, 3
da Tom Dixon a Nigel Coates, a Paul Smith. maison-objet.com;mom.maison-objet.com.

WHO’S WHO
Pierre Charpin:
frequenta l’École

MORGANE LE GALL. PIERRE ANTOINE. FABRICE GOUSSET. GRAHAM PEARSON. JONATHAN MIDDLETON. ALBERTO LAMBACK. TOM COCKRAM
Nationale Supérieure
d’Art de Bourges, e lavora
1 a Milano, con il Gruppo
Memphis. Dal 1990,
si consacra al design
domestico. Collabora con
marchi internazionali;
e insegna design e arte
in Francia e Svizzera.

1 – La serie di cestini e centrotavola,


disegnata da Pierre Charpin per Alessi.
2 – Tavolo basso Crescendo (2012), ideato
dal designer francese per Galerie Kreo: un
esempio dello stile e delle scelte cromatiche
di Charpin. • 3 – Un’altra creazione di Pierre
Charpin, che ne testimonia la versatilità:
i vasi Triplo (2003) realizzati da Venini.
4 – Sempre del designer, la lampada
da scrivania PC, ideata per Wrong London.

38 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


6

5 – Dalla mostra Rising Talents Awards UK,


inserita nella sezione Talents à la carte
WHO’S WHO
di Maison&Objet, un piatto in ceramica di
Zuza Mengham è una designer e artista
John Booth, il cui padrino è Sir Paul Smith.
che vive a Londra. Lavora sui materiali,
6 – Una scultura in resina di Zuza Mengham,
come la resina, esplorando i confini tra
il cui nome è invece abbinato a Tom Dixon.
le tecniche tradizionali e un suo personale
7 – Il pezzo di Azusa Murakami e Alex Groves,
making of, creando sculture suggestive.
di Studio Swine, marchio emergente scelto,
nell’ambito di Maison&Objet a Parigi, da Nigel
Plasma anche gioielli in metallo.
Coates, è North Atlantic Gyre: la creazione
rappresenta un dente di balena, in plastica
recuperata dal mare, mogano, ottone e corda.

7
5

WHO’S WHO
Studio Swine, fondato da Azusa Murakami e Alex Groves:
tra arte, design e filmografia, il duo ha approfondito i temi legati alle
identità regionali e al recupero e tutela delle risorse in epoca
di globalizzazione, creando oggetti decorativi dall’allure preziosa.

WHO’S WHO
John Booth, originario della
contea di Cumbria, nel
nord-ovest dell’Inghilterra,
ha frequentato la scuola d’arte
londinese Central Saint
Martins. È illustratore di moda,
ceramista e designer tessile: i suoi
lavori sono esplosioni di colore.

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 39


D I G E S T.

Mannequin su ruote
Un design che coniuga eleganza e aggressività: DS E-TENSE
è la fuoriserie del domani secondo Citroën. Un’auto da supereroi!

di PAOLO MATTEO COZZI Linee plastiche. DS E-Tense sfoggia forme


avveniristiche. Per progettare e
realizzare gli interni (in parte eseguiti con
stampante 3D) sono occorse 800 ore di
lavoro. nel bollo: un dettaglio dell’interno.
in basso: il retro della vettura, ben
marcato dalla fanaleria.

La sportiva DS E-Tense è l’elettrica che anticipa le forme del l’anima hi-tech interpretata da plancia con parti in metallo,
car design che verrà secondo DS, il marchio spin-off di Ci- strumentazione digitale con schermo da 12” e display touch da
troën: 4,72 metri di lunghezza con tanto cofano proteso in 10”. Il perimetro stilistico è acceso, con efficace effetto grafico,
avanti come vuole l’archetipo della fuoriserie, nemmeno 1,30 dagli inediti fanali Active Led Vision con controllo attivo che
m di altezza per “sentire” la strada forando modifica il fascio di luce secondo strada, meteo e velocità.
l’aria, questa concept futurista inte- Il motore? Ovviamente a emissioni zero, con 402 cavalli di
gra gli eleganti stilemi DS con ele- potenza, oltre 300 chilometri d’autonomia e 250 all’ora di
menti nuovi e aggressivi. Nella velocità massima; le batterie al litio sono incastonate nella
silhouette da mannequin parte più bassa del telaio monoscocca in fibra di carbonio,
manca il lunotto ma ci sono così da ottimizzare assetto e distribuzione delle masse,
un volume posteriore assai oltre a contenere il peso totale in 1.800 chilogrammi.
atletico e la divertente ver-
niciatura Green Ametrine.
L’abitacolo si cuce addosso
dettagli di stampo artigianale
come, per esempio, la decorazio-
ne guilloché, che serve a bilanciare

GR AN PREMIO
DS E-Tense è stata eletta l’auto più bella
del Concorso di Eleganza di Chantilly Arts
COURTESY CITROËN

& Élégance Richard Mille. Prima fra otto


concept car in gara, è stata accompagnata, a
esaltarne l’eleganza, da una modella vestita
con una creazione di Eymeric François. 

40 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


UNBOT T LED WAT ER
L‘ACQ UA È LIBER A

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Un’innovazione intelligente che trasforma la semplice acqua in puro piacere dissetante. Come
preferisci la tua acqua: naturale leggermente frizzante o frizzante? È questione di gusti. GROHE Blue
Home è un miscelatore da cucina che integra un sistema semplice e intuitivo che migliora il gusto
dell’acqua con un semplice tocco. L’acqua è finalmente libera da tutti i contenitori, finalmente libera di
essere gustata nella sua purezza. www.grohe.it
D I G E S T.

Ritorno
alla
natura
ZOÉ OUVRIER crea pannelli e paraventi
partendo da un foglio di compensato per
rievocare l’albero che un tempo era stato.
Riportando in superficie la sua anima.

di RUBEN MODIGLIANI

WHO’S WHO
Zoé Ouvrier ha studiato all’École nationale
supérieure des beaux-arts di Parigi, dove ha
conseguito il diploma nel 2002. La sua
prima mostra è stata nel 2005. Ha realizzato
installazioni permanenti a Londra, Seul,
Tokyo e Courchevel. Al legno inciso e
dipinto, suo materiale di partenza, si sono
aggiunte la foglia d’oro e d’argento.

Il mondo di Zoé Ouvrier è fatto di alberi: quelli che disegna su FLORIAN FLEINEFENN. LOIC LAUTARO. PHILIP PROVITY. ZOÉ OUVRIER

paraventi e pannelli decorativi ma anche quelli che forniscono il


legno su cui i suoi lavori sono eseguiti. Un legno dipinto ma so-
prattutto inciso, in modo da portare in superficie la sua anima.
Oggetti dal gusto rarefatto che fa pensare all’Oriente, evocato
anche dai colori che Zoé usa: nero, oro, argento. I temi sono al-
beri, quasi sempre, ma anche rizomi, radici. Una passione e una
tecnica scoperte quasi per caso: «Mentre studiavo all’École des
beaux-arts, a Parigi, cercavo un materiale economico da incidere
per fare stampe», spiega. «Doveva avere una texture interessan-
te ed essere facile da lavorare: il compensato era perfetto. All’i-
nizio pensavo solo al risultato su carta, poi mi sono accorta che
il punto focale dell’operazione, per me, era la matrice. E allora
ho iniziato a dedicarmi seriamente al legno». Un materiale che
1

La memoria della materia.


a sinistra: Zoé Ouvrier
ritratta nel suo studio
di Parigi. Alle sue spalle
pannelli in lavorazione.
pagina precedente , in basso:
il paravento Esme. in questa
pagina: 1. Paravento Muriel,
in legno inciso e con
applicazioni in foglia d’oro.
2. Zoé Ouvrier al lavoro:
ha iniziato a incidere
legno per realizzare
stampe su carta, solo
in un secondo momento
si è concentrata sulla
matrice. 3. Dettaglio
di un motivo: il legno viene
prima dipinto, poi inciso. 4.
Pannello decorativo Clelia,
legno dipinto e inciso.

2 3

«IL MIO LAVORO NASCE DA


UN DESIDERIO DI FARE GIUSTIZIA:
RIDARE VITA AL LEGNO».
ZOÉ OUVRIER 4

diventa il fulcro di una ricerca creativa dai riflessi filosofici: «Il dell’incidere viene investito anche di una valenza simbolica: il
mio desiderio era fare giustizia: quello che era stato un albero corpo del legno torna alla luce, le sue irregolarità raccontano
veniva venduto come un materiale industriale, piatto. Con il una storia unica. Ma non è solo questo. «È un modo di parlare
mio lavoro volevo ridargli vita, movimento, volume, tridimen- anche delle cicatrici che lasciamo, della fossilizzazione», conti-
sionalità. Volevo riportare alla luce la sua bellezza». Una visione nua l’artista. «Ma anche della matrice femminile della natura,
piena di poesia che si ricollega al percorso di questa artista: nata affascinante e meravigliosa, che si moltiplica in continuazione
nei dintorni di Montpellier («In una zona dove la terra è dura in modi sempre diversi. Un’altra ispirazione potente è la scienza:
e secca», dice), è cresciuta imparando a conoscere e ad amare mi affascina». Nascono così opere dall’immagine rarefatta e di
la natura. «La mia ispirazione viene da una serie di ricordi», grande fascino, spesso realizzate su ordinazione e per contesti
prosegue. «Sassi, semi, l’odore delle pietre in un sentiero in spettacolari: tra le creazioni più recenti, per esempio, ci sono
pieno sole. Ma anche dai miei genitori, sognatori e viaggiatori. l’intera sala da pranzo di una casa a New York, ispirata alle
Dal ricordo degli oggetti africani che erano in casa, dagli ani- stagioni; oppure un intervento su un mobile alto quattro metri
mali che amo profondamente... Un cocktail di emozioni». Il suo disegnato per l’Hotel Crillon, il leggendario albergo parigino,
lavoro è una sintesi distillata di queste esperienze, dove l’atto la cui riapertura è prevista per quest’anno.

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 43


D I G E S T.

Le dimensioni degli orologi


pubblicati in questa pagina

Vocazione sportiva sono quelle reali.

Un circuito automobilistico leggendario, un testimonial


ante litteram, un cronografo che sembrava nato per
assecondare la velocità. Oggi il COSMOGR APH DAYTONA
torna in una veste ultramoderna, ma dall’anima vintage.

di GIAMPIERO NEGRETTI

La corsa delle ore. sopra:


il Cosmograph Daytona
(nella versione con quadrante
nero) e il suo movimento
automatico e di manifattura:
il calibro 4130. a sinistra: Sir
Malcolm Campbell e il Blue
Bird all’inizio degli anni ’30
a Daytona Beach prima
di tentare di stabilire
un nuovo record. in basso:
il Montblanc 1858
Automatic Dual Time.

All’inizio fu solo Cosmograph, ma poco dopo, negli anni ’60, gli del 1965, con la lunetta in plexiglas. Nel modello attuale, però, la
venne affiancato il nome Daytona per sottolineare la vocazione del lunetta è in Cerachrom, un materiale ceramico in cui i numeri del
modello agli sport automobilistici, proprio come le gare che si tene- tachimetro sono scavati e ricoperti in platino. Con la cassa (40 mm)
vano a Daytona Beach. Il legame della Rolex con la pista americana e il bracciale in acciaio, l’orologio impiega un movimento di mani-
risaliva però agli anni ’30, quando Sir Malcolm Campbell – uno fattura a carica automatica: il calibro 4130, con spirale amagnetica,
dei primissimi testimonial dell’azienda – cominciò a migliorare i bilanciere a inerzia variabile e innesto verticale del cronografo. Un
record di velocità su terra a bordo del suo Blue Bird. Agli inizi quasi movimento di ultima generazione che ha permesso la certificazione
snobbato dal pubblico e poi divenuto dell’orologio come Cronometro superlativo, ovvero con un errore di
ricercatissimo e protagonista delle marcia giornaliero tra i -2/+2 secondi. Impermeabile fino a 100 metri
aste di orologi d’epoca, il cronogra- e con il quadrante nero o bianco dai numeri e le lancette in oro bianco,
fo Daytona è ora disponibile in il modello si caratterizza anche per la possibilità dell’allungamento
una veste che ricorda la versione rapido del bracciale (fino a 5 mm): 11.550 euro.

STILE E DISCIPLINA
Ricorda un segnatempo militare il nuovo modello MONTBLANC . Questione di design.

Un riuscito accostamento tra due metalli diversi e un design di stile tipicamente militare
del passato. Appartiene alla collezione 1858 questo modello Dual Time con la cassa
(44 mm) in acciaio satinato e la lunetta e la corona in lega di bronzo. Con le lancette
stile cattedrale luminescenti, l’orologio ha un secondo fuso orario (la lancetta più corta)
e l’indicazione giorno/notte. Dotato di movimento automatico, ha un cinturino in vitello
44 anticato che ne completa l’aspetto vintage. Prezzo indicativo: 5.000 euro.
E X C L U S I V E L U X U RY

MEDA - MILANO - ITALIA


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D I G E S T.

Sculture
d’arredo
I mobili e gli oggetti
di CHRISTOPHE CÔME ,
caratterizzati da una vena
neodéco, portano
nel mondo del design
l’ immaginario dei maestri
dell’arte plastica.

di SONIA S. BR AGA

WHO’S WHO
Nato a Saint-Lô in
Ascendenze. a sinistra: Disc Normandia, Christophe
cabinet di Christophe Côme, Côme, art designer, vive
2014. Acciaio e vetro, 173 cm. e lavora a Parigi. Dal 2006
di altezza. in alto a destra: è rappresentato da Cristina
Pyramid Cabinet di Grajales Gallery, con base
Christophe Côme, 2014.
a New York, che è il suo
Acciaio e vetro con foglia
d’argento ossidata, rivenditore esclusivo. Alcuni
81 cm di altezza. in basso: suoi pezzi fanno parte
dettaglio di uno specchio. della collezione del Museu do
Design e da Moda di Lisbona
e del Corning Museum
of Glass. L’anno scorso ha
Nella galassia del design francese contemporaneo quel- esposto a Design Miami
la di Christophe Côme, classe 1965, è la storia di un in- e a Roma, a Palazzo Farnese,
terprete d’eccezione del mobile d’arte. La sua avventura in occasione della rassegna
creativa inizia nello studio dello scultore Louis Derbré: Design@Farnese.
«Un apprendistato fondamentale per educare la mano e
padroneggiare tutte le tecniche di fusione e lavorazione del
bronzo». Oggi, nel suo atelier parigino a due passi da Place
de la Nation, forgia, salda e leviga i metalli secondo uno variazioni su un tema», definisce gli accenti luministici e
stile lineare e sintetico, di grande rilievo plastico: l’essen- di recente ha unito la ricerca sul carattere dei materiali
zialità dei volumi è ritmata da ornamenti in vetro, cristallo, alle potenzialità espressive del colore, sperimentando l’uso
ceramica. Il gusto audace del dettaglio, gli accostamenti di ceramica smaltata e pietra lavica. Le ispirazioni? «So-
sofisticati, l’armonia delle geometrie vestono i suoi arredi no molteplici: una passeggiata en plein air, la natura, la
scultorei di un’eleganza neodéco, erede della grande tra- musica, la pittura e la scultura. Penso a Eduardo Chillida,
dizione delle arti decorative. Alchimista della materia, ha Alexander Calder, Barnett Newman, Léon Spilliaert, Denis
fatto della coincidenza degli opposti la sua cifra estetica: Laget». L’architetto Peter Marino, suo grande estimatore,
«Spesso l’esperienza matura sul campo, incontrando gli ha scelto alcune delle sue creazioni per arredare le boutique
artigiani nelle loro botteghe. È ciò che è accaduto quando Chanel, da Parigi a Shanghai. □
C. CÔME. JEAN-FRANÇOIS GATÉ

ho deciso di mixare ferro e vetro. L’idea mi è venuta all’im-


provviso, durante una visita in uno stabilimento di vetri
lenticolari». Dagli anni ’90 Côme utilizza questi inediti ALL’ACCIAIO PATINATO
“cabochons” dai bagliori opalescenti per impreziosire ta- DELLA STRUTTURA
volini, sideboard, parafuochi, cabinet, specchi, paraventi. SI CONTRAPPONE LA PARTE IN RAME,
Disegna a mano tutte le sue creazioni, «pezzi unici oppure DECORATA CON SMALTO BLU

46 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


Maison & Objet, Paris | January 20-24, 2017 | Hall 8, Stand A31
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D I G E S T.

Come una casa.


a destra: lo spazio
del ristorante & bar,
con la parete a vetri
che si apre sul
giardino interno.
L’effetto veranda è
aumentato dai
grandi lucernari
circolari. in basso:
all’ingresso
dell’hotel, una
sala adibita a
biblioteca ha più
l’aria di un salotto
che di una lobby.
pagina seguente , in
alto: camere e suite
(di cui vediamo due
dettagli) sono tutte
diverse tra loro,
arredate secondo
cinque differenti
schemi cromatici.
pagina seguente , in
basso: la piscina
nell’area della Spa,
con grandi finestre
affacciate sul
giardino interno, da
cui ricevono luce.

L’OASI
NASCOSTA
Tra Louvre e Opéra, schivando le strade
dello shopping, c’ è un nuovo hotel.
Con una BIBLIOTECA come lobby, un ristorante
& bar gourmet e una Spa dove il vero lusso
è la luce naturale. Un indirizzo da scoprire.
FRANCIS AMIAND

di RUBEN MODIGLIANI

48 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


LUCE , ACQUA E STELLE (MICHELIN)
Alle spalle della chiesa di Saint-Roch, la “chiesa degli artisti”, Le Roch è il nuovo arrivato
tra gli hotel 5 stelle parigini. Ricavato in un palazzo di edilizia residenziale fine Ottocento,
è relativamente piccolo: oggi, dopo la ristrutturazione, ha un totale di 32 stanze e 5 suite
(di cui una, la Saint-Roch, con terrazza privata e un grande living). Al piano terra si trova
il ristorante & bar, aperto al pubblico e guidato da uno chef due stelle Michelin, il francese
Arnaud Faye. Il posto perfetto per un aperitivo gourmet, lontano dalla folla.

A Parigi stanno spuntando nuovi hotel ovunque. Tanto che piastrelle di lava smaltata in nero». Stanze e suite sono tutte di-
tenere sott’occhio le inaugurazioni permette di scoprire angoli verse tra loro, arredate seguendo cinque diversi mood cromatici.
della città mai visti prima. E sorprendenti. Come rue Saint- Insieme al ristorante, l’altro cuore dell’hotel è la Spa: una piscina
Roch, strada quieta e silenziosa. Siamo nel primo arrondisse- affacciata sul giardino interno, un’area termale in mosaico nero,
ment, il cuore della Ville Lumière; l’Opéra, le Tuileries, il Louvre una piccola palestra. «L’idea è stata quella di creare uno spazio
sono a pochi passi. Ma sembra di essere in un paese. Al numero di relax anche per chi vive e lavora nella zona», prosegue Sarah
28, dietro una facciata che passa inosservata, asciutta e appena Lavoine. Lei stessa abita qui vicino, e il suo primo negozio è a
ingentilita dalle tipiche ringhiere floreali alle finestre, si apre pochi isolati di distanza. «In più, questo è il primo hotel che
un mondo: è quello di Le Roch, albergo 5 stelle e Spa. Il décor realizzo: questo progetto per me è stato come un bambino»,
è giocato su toni scuri, notturni: nero, verde petrolio, blu scuro scherza. Un bebè nato sotto una buona stella.
illuminati da tocchi di avorio e di rosa polvere.
Dalla lobby (in realtà una biblioteca con camino
e poltrone) si intravede il ristorante & bar, aperto
su un inatteso giardino interno e dal soffitto che
si apre in grandi oblò/lucernari. «Ho voluto cre-
are un’atmosfera non troppo da hotel: non “alla
moda”, senza tempo. Come una casa chic», spie-
ga Sarah Lavoine, che ha curato l’interior design.
«Ho giocato con dettagli eleganti: camini, velluti,
colori pastello che si stagliano sul nero, tonalità un
po’ osée. Il dettaglio chic? I caminetti rivestiti in

49
D I G E S T.

Culture. qui a sinistra:


Le Tétrascopique
di Jean Dubuffet, 1970-71
(Phillips). a sinistra: piatto
in ceramica di Pablo
Le aste Picasso del set Corrida,
1959 (Artcurial). in basso:

come cucchiaino congolese in


legno di manifattura
Bembe (Artcurial).

storytelling
Mentre a Londra sono di scena
le edizioni limitate di Banksy LE ALTRE ASTE
e Dubuffet, a Parigi si celebra 11 GENNAIO
il quindicesimo anniversario • CHRISTIE’S
di ARTCURIAL , le cui vendite sono 85 Old Brompton Road
Londra
concepite come racconti. Interiors
di UMBERTA GENTA
19 GENNAIO
• ARTCURIAL
Yacht Club de Monaco
Montecarlo
Orologi da collezione

19 GENNAIO
• SOTHEBY’S
34-35 New Bond Street
Londra
Of Royal and Noble
Descent
C’è un rinnovato interesse per
le opere d’arte in edizione limi- 25 GENNAIO
tata, protagoniste nella vendita • PIASA
118 rue du Faubourg
“Evening and Day Editions”,
Saint-Honoré, Parigi
in programma il 19 gennaio da Design
Phillips a Londra (30 Berkeley
Square). Tra i lotti da tener d’oc- 26 GENNAIO
chio Le Tétrascopique, una scultura • BONHAMS
di Jean Dubuffet (stima 29.000-40.000 580 Madison Avenue
euro) realizzata in 45 copie, e le serigrafie New York
Soup Can di Banksy e Mickey di Damien Hirst, Paesaggi marittimi
e arti decorative
anch’esse in edizioni numerate. In città, nello stesso giorno, è di scena da Bonhams
(Montpelier Street) “The Gentleman’s Library Sale”, che propone un mix di pezzi
26 GENNAIO
unici, tra cui Summer Afternoon, una scultura di Lin Sproule (8.300-11.900 euro).
• SWANN
Da Londra si passa a Parigi, dove Artcurial celebra il quindicesimo anniversario
104 East 25th Street
dalla fondazione. «Sviluppiamo aste che raccontano storie, fatte non soltanto di New York
oggetti meravigliosi, ma di scoperte, collegamenti tra epoche diverse e spunti di Alphonse Mucha
approfondimento», spiega Fabien Naudan, Vice Presidente di Artcurial e fondatore e maestri dell’Art
del dipartimento di Design della Maison, che detiene il record mondiale per il Nouveau: The Harry C.
Meyerhoff Collection
tavolo Trapèze di Jean Prouvé (1.241.300 euro). «Dopo Ron Arad, Marc Newson
e i maestri del design francese, i designer di tendenza sono gli scandinavi, con
Finn Juhl in testa. Tra i designer italiani, si nota un forte interesse per le lampade
di Gino Sarfatti». Tra le prossime sessioni di Artcurial, il 22 febbraio è prevista
l’asta della collezione di Alphonse Kann, che include un raro cucchiaino congolese
(30.000-40.000 euro), e un servizio di piatti in ceramica di Picasso, realizzato
nell’atelier Madoura di Vallauris (70.000-90.000 euro).

50 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


photo W.Gumiero

Rendez-vous design Mauro Lipparini #arflex arflex.com


Tablet design Claesson Koivisto Rune MILANO _ via san marco 1
Doge design Luca Nichetto PARIS _ 53 rue de miromesnil YEARS
Hall design Roberto Menghi SEOUL _ 218 dosandaero. gangnam-gu design
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D I G E S T.

PESCI PICCOLI,
GRANDE ENERGIA
La sede parigina di PETITE FRITURE , editore di design.
Uno spazio pieno di idee e di stimoli, dove progettisti
e creativi lavorano nel segno dell’art de vivre.
Tra affreschi geometrici e oggetti pensati col sorriso.

di RUBEN MODIGLIANI

Creare mobili e oggetti può essere un mestiere, molto spes-


so è una passione. La storia di Petite Friture, editore di
design francese fuori dal comune, appartiene alla seconda
categoria. Il percorso di Amélie du Passage, la sua fonda-
trice, è infatti quantomai atipico: dopo gli studi presso
HEC, business school francese di altissima reputazione,
approda al ministero della Cultura (dove, tra le altre cose,
scrive i discorsi dell’allora ministro Jean-Jacques Aillagon).
Da qui passa all’ufficio organizzativo della FIAC, grande
fiera internazionale di arte contemporanea. La decisione
di diventare editrice di design («una decisione illogica»,
scherza lei) le viene dal desiderio di promuovere il talento di
giovani designer e artisti. Il nome, espressione che significa
“pesci piccoli”, esprime bene l’idea di ribollire creativo;
e il motto dell’azienda è “Make good things happen”. Il
primo progetto che decide di produrre è una lampada a

WHO’S WHO
Cresciuta tra Parigi e Darlington, in Gran Bretagna,
Amélie du Passage ha lavorato in comunicazione e
nel mondo dell’arte contemporanea. Nel 2009 fonda
Petite Friture, editore di design che oggi si avvale della
collaborazione di circa trenta progettisti internazionali.


GIANNI BASSO/VEGAMG

52 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


sospensione, leggerissima e monumentale al tempo stesso,
di una giovane progettista francese, Constance Guisset: è
Vertigo, oggetto che vince una serie di premi e che incontra
da subito un favore enorme presso il pubblico. Un inizio
decisamente fortunato.
Oggi Petite Friture ha una casa stabile (per ora, almeno)
a metà strada tra place de la République e place de la Ba-
stille, a poca distanza dal Marais pieno di boutique, ma
lontano dalla sua confusione. Uno showroom ma anche il
luogo dove lavora l’équipe creativa dell’azienda insieme a
quelle che seguono lo sviluppo, il commerciale, l’ammini-
strazione. Tutto, insomma. L’ambiente però, prevedibil-
mente, non ha molto l’aria da ufficio: i pezzi di arredo sono
quasi tutti dal campionario, con qualche mobile vintage.
E ci sono interventi creativi d’impatto, come la grande de-
corazione murale di Clara Constantin, che danno un tocco
speciale. «Da Petite Friture», spiega Amélie du Passage,
«difendiamo l’idea di un design sorridente, una disciplina
trasversale che irriga quell’art de vivre che è uno dei fiori
all’occhiello del nostro Paese. Le nostre ispirazioni? Sono
molte, spaziano dalla progettazione industriale alla gra-
fica, dall’architettura a ogni possibile disciplina creativa.
Il fatto è che non ci piace avere limiti».

Design à gogo. a sinistra: sotto: per la sala riunioni,


su un tavolo vintage, tavolo Parrot e sedie
terrecotte della serie Join, Trame. a destra, in alto:
contenitori in vetro nero prototipo della seduta Hoff
Objet 2822 e caraffa Minera. (dettaglio). a destra, in basso:
La decorazione murale è un piccolo salotto con divani
lavoro di Clara Constantin. Nubilo e tavolini Basil.
A soffitto, la lampada A parete lo specchio
Vertigo, primo oggetto Mask, lampade Lanterna.
prodotto da Petite Friture. Tutto Petite Friture.

«PER NOI IL DESIGN IRRIGA QUELL’ART DE VIVRE CHE È


UN FIORE ALL’OCCHIELLO DELLA CULTURA FRANCESE».
ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 53
D I G E S T.

Sì, volare. a sinistra:


la sala video dedicata
all’aereo Rimowa F13
all’interno del nuovo
flagship store
Rimowa di Parigi.
sotto: due altri
ambienti, accomunati
dal decoro a tema
aviazione (il dettaglio
di un motore, la scala
ispirata a quelle degli
aeroporti). in basso,
a sinistra: l’evento che
ha celebrato il primo
volo del Rimowa F13,
una cena di gala
allestita in un hangar
dell’aeroporto
di Zurigo.

DALL’AEREO
ALLA VALIGIA.
E VICEVERSA
Nella Parigi più chic, un flagship store
fuori dal comune: motori, una sala video,
addirittura un VELIVOLO INTERO .
La dichiarazione d’amore di un grande
brand al mondo dell’aviazione.

di RUBEN MODIGLIANI

Parigi, 73 rue du Faubourg Saint-Honoré. L’indi- livolo prodotto dal ’19 al ’32. Il secondo livello
rizzo è prestigioso, i vicini di casa anche: l’Eliseo, dello store parigino infatti è dedicato proprio a
per esempio. Qui ha appena aperto il flagship questa avventura: qui i visitatori trovano una sala
store (800 mq totali, su cinque piani) di Rimo- di proiezione dove un film racconta la storia di
wa, l’azienda tedesca che produce le famose va- questo progetto; e, in uno spazio adiacente, una
ligie in alluminio ondulato, materiale derivato replica dell’apparecchio, che nella nuova versio-
dall’aviazione. Un mondo, quello dell’aria, che è la ne è ribattezzato Rimowa F13. Sono sulla stessa
passione di Dieter Morszeck, co-Ceo dell’azien- lunghezza d’onda anche i dettagli architettonici
da e terza generazione della famiglia fondatrice. dello spazio, come la scala che porta al secondo
Tanto da spingerlo in un’impresa commerciale livello, ispirata a quelle degli aerei. Per volare un
visionaria: la riedizione dello Junkers F13, ve- attimo, anche solo con la fantasia.

VIAGGIARE HIGH-TECH
L’etichetta del bagaglio da stiva? È diventata
digitale. È Rimowa Electronic Tag, un
HERVE ABBADIE

sistema che permette, tramite una app, di


effettuare la registrazione da smartphone. E il
codice a barre con la destinazione appare su
un monitor incorporato nella valigia.

54
D I G E S T.

Souvenirs
de voyage
Parigi, Miami, Shanghai, la California
e l’India: VUITTON celebra l’arte
del viaggio attraverso gli scatti
di grandi fotografi di moda raccolte
in cinque nuovi travel book.

di GAIA PASSI

Era il 1837 quando Louis Vuitton, apprendista se-


dicenne in un atelier parigino, iniziò a realizzare
bauli artigianali personalizzati per i viaggiatori di
tutto il mondo. Da allora, la Maison che porta il
suo nome non ha mai smesso di celebrare l’arte del
viaggio in ogni sua forma. La tradizione continua
ora con Fashion Eye, una nuova collezione di travel
book che racconta cinque destinazioni tra le più
belle al mondo attraverso le immagini di cinque
grandi fotografi di moda.
Questo viaggio non può iniziare che da Parigi: co-
me una timida modella, la Ville Lumière si svela
a poco a poco negli scatti del fotografo francese
Jeanloup Sieff. Famoso per le immagini in bianco
e nero e i servizi pubblicati a partire dagli anni
Cinquanta sulle più importanti riviste di moda,
da Vogue a Harper’s Bazaar, Sieff ci mostra sfu-
mature inedite della città, rappresentata con ironia
e sensualità. Il quaderno fotografico dedicato alla
California porta la firma di Kourtney Roy: Louis
Vuitton ha chiesto alla fotografa canadese, parigi-
na di adozione, di raccontare il sogno californiano
con le sue immagini fantasiose, in bilico tra realtà e
finzione. Wing Shya, originario di Hong Kong, ha
scavato nei suoi archivi per regalarci una personale
visione di Shanghai. Il Fashion Eye dedicato all’In-

IN BIANCO E NERO
Fashion Eye è la nuova
collezione di travel book
firmata Louis Vuitton,
un viaggio alla scoperta
dei luoghi più belli
del mondo attraverso gli
scatti di grandi fotografi
JEANLOUP SIEFF

di moda. Nel volume


Paris, le immagini
di Jeanloup Sieff.

56 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


OGNI LUOGO HA UNA STORIA
DA RACCONTARE, OGNI FOTOGRAFO
HA UNA STORIA DA CONDIVIDERE.

dia riunisce, per la prima volta, una serie di scatti L’arte del viaggio. a sinistra:
del fotografo americano Henry Clarke, realizzati una delle immagini
durante i suoi viaggi per l’edizione americana di di Parigi scattate da Jeanloup
Sieff e pubblicata nel volume
Vogue negli anni ’60. La collezione di travel book
Paris, travel book
celebra un altro grande fotografo del passato, il della collezione Fashion Eye
francese Guy Bourdin, che, recatosi a Miami sul di Louis Vuitton. in alto,
finire degli anni ’70 per Vogue e per Charles Jour- a sinistra: borsa Tote in canvas
dan, riuscì a immortalare la città con immagini monogram con stampa
sofisticate e glamour. Ogni luogo ha una storia Chapman Rhino. in alto, a destra:
da raccontare, ogni fotografo ha una storia da borsa Messenger MM in pelle
di struzzo beige. Entrambe
condividere.
fanno parte della collezione
Al viaggio è ispirata anche la collezione primave- uomo primavera-estate
ra-estate 2017 disegnata da Kim Jones: il direttore disegnata da Kim Jones per
creativo di Louis Vuitton Uomo rende omaggio Louis Vuitton. sopra: il pop-up
all’A frica attraverso complesse lavorazioni dei tes- store della Maison dedicato
suti, pelli esotiche e una serie di stampe di animali all’universo maschile, in via Fiori
realizzate insieme agli artisti Jake e Dinos Chap- Chiari 9 a Milano. Sarà aperto
dal 14 al 29 gennaio 2017.
man. La collezione sarà ospitata in esclusiva per
l’Italia nel primo pop-up store milanese di Louis
Vuitton (via Fiori Chiari 9), dal 14 al 29 gennaio. □

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 57


D I G E S T.

Calore d’inverno. sopra: dondoli


InOut 709, divano e pouf
arancio Ghost Out, tavolini
e poltroncine in sughero Cork
K05, pouf neri Log. a sinistra: le
lampade a sospensione Spin.
a destra: iconico, il divano
Nuvola, del 2012. Tutto di Paola
Navone per Gervasoni.
in basso: un ritratto della
designer, scattato da Giovanni
Gastel, con tessuti da lei
ideati per Dominique
Kieffer by Rubelli.

Aperti al mondo
Il sodalizio fra Paola Navone e Gervasoni: spirito cosmopolita
e versatilità della designer, art director del marchio, fra
i protagonisti, con l’ OUTDOOR , di Maison&Objet, a Parigi.

di ALESSANDR A VALLI

Dal 1998, anno in cui ne ha assunto la direzione artistica, Paola Navone ha


impresso nella produzione di Gervasoni la sua cifra stilistica. Un tocco inter-
nazionale, morbido, variopinto, con accenti esotici, che attinge a una miniera
di spunti accumulati in viaggi e percorsi di vita. L’azienda, nata nel 1882, e
guidata oggi dalla terza generazione della famiglia, ha numeri importanti e
si è nel tempo diversificata: la sede a Pavia di Udine dispone di 40.000 metri
quadrati. Nel 2009 è nato il brand Very Wood, riservato al contract, e nel
2012, Letti & Co., in cui l’anima creativa della designer si svela nei colorati
giochi tessili. Come sottolinea Navone, il rapporto con Gervasoni è fertile, e
consolidato, basato sulla disponibilità ad accogliere le sfide e sull’uso, talvolta
insolito, dei materiali. Così è accaduto anche nel salotto milanese del brand,
lo showroom di via Durini, di recente ristrutturato, con un caldo mood me- WHO’S WHO
tropolitano. Racconta Paola Navone: «Abbiamo iniziato a scrostare i muri, Paola Navone: si laurea in Architettura
che avevano subito infinite stratificazioni, e ho pensato che erano perfetti, al Politecnico di Torino e, tra gli anni
così, grezzi, non serviva altro. Ora questo spazio ha l’atmosfera accogliente di ’70 e ’80, lavora con i maestri del design
una dimora, ideale per mixare questi arredi dall’anima eclettica». italiano, da Ettore Sottsass ad Alessandro
E, come spiega la designer, anche l’ideazione delle collezioni segue spesso un Mendini, nel gruppo Alchimia. Eclettica
GIOVANNI GASTEL

percorso domestico, simile a quello che si fa per arricchire gli ambienti di casa, e cittadina del mondo, attratta dalle
con pezzi accostabili tra loro ed evoluzioni su colori e tessuti. Le novità, per culture orientali, incarna ruoli diversi:
l’outdoor, sono attese a Maison&Objet, a Parigi: pezzi con materiali naturali architetto, art director, designer (per vari
e intrecci, adatti anche per gli interni. Aspettando il Salone di Milano. brand), insegnante, curatrice di eventi.

58 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


ANNAMARIA ALOIS
San Leucio

Tessuti d’arte dal 1885

81020 Briano di Caserta (CE) - via Quercione, 46


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D I G E S T. G L I A P P U N TA M E N T I

CIRCUITO D’AUTORE
In gennaio a PARIGI l’evento clou è Maison & Objet. Ma sono molte
le occasioni per una divagazione, tra antichità, fotografie e utopie di carta.

di SONIA S. BR AGA

SULLE ROTTE DELL’AVVENTUR A


Institut du Monde Arabe

fino al 26 febbraio
Da Sindbad il Marinaio a Marco Polo,
da Ibn Battuta a Vasco da Gama, la mostra
“Aventuriers des mers” è un viaggio da
Mille e una notte lungo le rotte commerciali
d’Oriente e d’Occidente. Tra gli oggetti,
antiche mappe e astrolabi, ori importati
dall’Africa, diamanti di Golconda (a lato,
bruciaprofumi, Siria o Egitto, XVII sec.).

ATTIMI FUGGENTI
Bibliothèque nationale de France

fino al 26 febbraio
Pone l’accento sull’art de vivre parigina la mostra
“La France d’Avedon”, che racconta l’affinità tra il
fotografo statunitense Richard Avedon (1923-
2004) e la Ville Lumière. Ne è un esempio Paris
Pursuit (sotto), un servizio di moda del 1959 con
Audrey Hepburn, Buster Keaton e Mel Ferrer.

CRONACHE DAL RETROFUTURO


Musée des arts et métiers

fino al 26 marzo
Sarebbero piaciute agli utopisti francesi
dell’800 le città fantastiche create da
François Schuiten e Benoît Peeters,
maestri della letteratura disegnata, autori
della saga Les Cités Obscures. “Machines
à dessiner” ne illustra il procedimento
creativo attraverso un’ampia raccolta di
tavole grafiche (a lato, Les Naufrageurs).

60 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


©VICTORIA AND ALBERT MUSEUM, LONDRA. ©SCHUITEN/CASTERMAN. ©THE RICHARD AVEDON FOUNDATION. ©CHÂTEAU DE VERSAILLES,
LA CORTE SI DIVERTE
Château de Versailles

fino al 26 marzo

JM MANAÏ. ©VG BILDKUNST BONN/EVA&ADELE. ©BIBLIOTECA BEETHOVENIANA-COLLEZIONE CARRINO. ©LIONEL KAZAN


Concerti, spettacoli teatrali, giochi en
plein air. È un sontuoso ricevimento
a corte l’esposizione “Fêtes et
divertissements à la Cour”. Le atmosfere
dell’alta società francese, dalla Versailles
di Luigi XIV alla Rivoluzione, rivivono
tra i dipinti, gli allestimenti scenici (a lato,
fondale dei Fratelli Slodtz, Fontainebleau,
1754), gli oggetti preziosi e i costumi.

MUSICA PER GLI OCCHI


Philharmonie de Paris

fino al 29 gennaio
Un omaggio a Ludwig van Beethoven (sopra, il suo
cornetto acustico), ispirazione per molti artisti visivi.
Da Gustav Klimt, che a lui dedicò il fregio
del Palazzo della Secessione a Vienna, fino a Andy
Warhol. In mostra c’è pure un fumetto degli anni
’40 dedicato al compositore (in alto).

IL MARE DI FR ANCIA
Cité de l’architecture & du patrimoine
ARTE PER DUE
Musée d’art moderne fino al 12 febbraio
de la Ville de Paris Le spiagge francesi, i loro grandi
alberghi, casinò, porti turistici e resort,
fino al 26 sono i protagonisti di “Tous à la plage”.
febbraio Un itinerario tra le più famose località
balneari d’Oltralpe attraverso l’arte, il
Hanno fatto della loro
cinema, i rotocalchi e la moda. In mostra
vita un’opera d’arte
anche una collezione di costumi da bagno
e da oltre 25 anni
d’antan (a destra, Dolores Hawkins in
si esibiscono in coppia.
bikini, foto di Lionel Kazan, da Glamour).
Si chiamano Eva & Adele,
sono performer ante
litteram e per “You are
my biggest inspiration”
DI Maison & Objet, fiera di riferimento
portano in scena video
di arredo e lifestyle, si parla a p.38
e sculture, tra cui
Biographische Skulptur
no. 7 (sopra). ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 61
PORTFOLIO.
C’è stoffa
Le nuove collezioni di tessuti, tra arte, moda e natura, vestono
una selezione di sedute, vintage e di design:
suggestioni d’arredo in una residenza fiorentina.
servizio di
ALESSANDR A VALLI
E FR ANCA ROTTOLA
fotografie di MASSIMO LISTRI

BLACK&WHITE. Sulla poltroncina,


pezzo unico di MP Studio Architecture
& Design, il tessuto a riquadri North
Creek Tattersal, di Ralph Lauren
Home: distribuito da Designers Guild .
365 ¤ al metro.

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 63


PORTFOLIO.

TINTE CALDE. sotto: sulla sedia Pleine Lune (1.140 ¤) il tessuto policromo Pitaya, della collezione Maoming, ricamato su un jacquard di cotone, circa 250 ¤ al metro.
Drappeggiato, il tessuto Hanoi, sempre della collezione Maoming, disponibile in 11 colori, 137 ¤ al metro. Tutto di Pierre Frey.

Una sottile armonia


di cromie e disegni:
dalle geometrie
astratte ai motivi
orientali.

PICCOLI PUNTI. pagina seguente: disegnata da Philippe Nigro per Hermès, la poltroncina Cabriolet in noce canaletto, rivestita in pelle Taurillon Essentiel
e tessuto Cheval pixel (7.200 ¤). Nella cornice, sempre di Hermès il tessuto in cotone e seta Perspective cavalière, disegno di Anamorphée: 519 ¤.

64 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 65
PORTFOLIO.

Arredi morbidi
e avvolgenti
si accendono con
tocchi di colori
vivaci.

66 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


PORTFOLIO.

TONI SOLARI. sopra: sulla sedia, il tessuto jacquard a motivi grafici, in lana e cotone, Bali, disponibile in 9 varianti di colore, 156 ¤ al metro. Drappeggiata sul
parafiamma del camino, il tessuto per tende Ischia dalla mano morbida e leggera, in viscosa. In 14 colori, costa 134 ¤ al metro. Sono prodotti da Sahco.

EFFETTO COCOON. pagina precedente: poltroncina realizzata con il tessuto Cosy, in misto cotone, motivo mélange, 113,96 ¤ al metro. Per il tendaggio, a destra,
dietro al busto, il tessuto damascato in seta e cotone Novecento, con disegni floreali stilizzati, 141,16 ¤ al metro. Tutto di Agena.

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 67


PORTFOLIO.

TOCCHI D’ORO. sotto: sulla poltroncina Grand Eaton di Donghia (4.100 ¤) che evoca fasti antichi, il lampasso dai motivi preziosi Roi Soleil di Rubelli, 260 ¤
al metro; a destra, sono invece drappeggiati i tessuti in tinta unita Mercurio, 162 ¤ al metro, sempre realizzati da Rubelli.

4
ISPIRAZIONE FASHION. pagina seguente: poltroncina rivestita con il tessuto Auriga di Dedar: un jacquard couture ignifugo, con speciali filati creati ad hoc per
il marchio, 161,80 ¤ al metro; a terra, il tessuto con anelli metallici applicati a mano Too Cool, in tela di lino fiammata, 228,20 ¤ al metro, sempre di Dedar.

68 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


Dal classico
al contemporaneo:
le mille sfumature
dell’universo
tessile.

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 69


Velluti, ricami
e decori stampati
si sposano
con marmi,
stucchi
e chinoiserie.

70 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


PORTFOLIO.

FOLIAGE. sopra: sul pouf, il tessuto Studio in lino, poliammide, viscosa e poliestere, disponibile in 25 varianti di colore, 95,89 ¤ al metro; dietro,
è drappeggiato il tessuto Paradisiaca, in puro cotone, realizzato in 3 varianti. Il prezzo è 132 ¤, tutto di Casamance.

A PROVA DI TUTTO. pagina precedente: sulla poltroncina Enjoy (costa 2.540 ¤, con questo rivestimento) il velluto Infinity Plus: lavabile, resistente, antimacchia:
169,75 € al metro. Di Zimmer+Rohde. Dietro, sulla destra, il tessuto Duomo di Ardecora by Zimmer+Rohde, in raso con ricami, 255,50 ¤ al metro.

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 71


PORTFOLIO.

IN GRIGIO. sotto: sulla poltroncina, velluto Poesia, della collezione Italia. È innovativo: sulla base jacquard, infatti, si applica la stampa digitale, ispirata a quadri
fiamminghi, 199 ¤ al metro. Appeso, Snow, un tendaggio morbido, in misto lana, con effetto lucido-opaco, 89 ¤ al metro. Tutto di Christian Fischbacher.

BLUE VELVET. pagina seguente: sul panchetto stile Savonarola di Chelini (2.390 ¤), il velluto turchese in cotone Mikado, 108 ¤ al metro; appoggiato, il tessuto in
viscosa, cotone e poliestere, dai riflessi intensi: è Iolanthe, il prezzo è 166 ¤ al metro; sono entrambi di Osborne & Little.

72 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


Echi fiamminghi
e trame da Mille e una
notte: un mix
di stili che arricchisce
gli ambienti.

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 73


HOMESOFTHOME
Avì divani design Jai Jalan e Sabi tavolini design Setsu & Shinobu Ito, 100% made in Italy

gruppoeuromobil.com
UNA TENDENZA RACCONTATA ATTRAVERSO OGGETTI, STORIE E LUOGHI.

O U .
FOCUS

Diffusore audio
Beoplay A9 di Bang
& Olufsen, con una
cover creata
da Maurizio Pellizzoni,
In esclusiva
da Harrods, a Londra.
Da 2.500 ¤ circa.

ART AT HOME
Tra le mura domestiche, non solo pezzi unici e serie
in edizione limitata, tra design e scultura:
colori e soggetti cari ai maestri di ogni epoca
diventano i temi decorativi di arredi e accessori.
servizio a cura di NICOLETTA DEL BUONO e ALESSANDR A VALLI

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 75


FOCUS.

ESTETICA DOMESTICA

E
ra il 1971 quando Dino Gavina (1922-2007), “il visionario del design”,
inventava Ultramobile, un modo per introdurre l’arte nelle case
attraverso gli arredi. «Ogni pezzo, dalla Magritta di Sabastian Matta
allo specchio di Man Ray», spiegava negli anni ’90, «era un’opera d’arte,
un multiplo illimitato. Ultramobile fu (ed è) una vera operazione artistica pensata
con lo scopo di fare entrare nelle case una presenza artistica che veniva venduta con
il ricarico di un mobile. Un quid d’autore che era un valore aggiunto per la casa. Per
i figli, per gli ospiti, per il futuro». Era come sempre in anticipo sui tempi, ma oggi
quella che allora sembrava un’illusione è una tendenza forte e riconosciuta. Quadri
celebri, sculture, fotogrammi di film, scenografie teatrali, architetture storiche
1 o loro dettagli, correnti estetiche vengono tradotti o semplicemente ispirano
mobili, lampade, ceramiche, collezioni di piastrelle, tappeti. Diventano la parte
creativa della decorazione di un’abitazione, suscitano emozione nel loro distaccarsi
espressivo dall’involucro, nel loro attrarre l’attenzione di chi abita, nell’arricchire
lo spazio domestico di una nota culturale leggera e ironica. Oltre che funzionale.

1 – Madia Ludwig
Diamond: Shine
Collection di Andrea
2
Parisio per Meridiani
Editions, prezzo
da definire. • 2 – Pouf
Soap di Gufram: capsule
collection Toiletpaper
di Maurizio Cattelan &
Pierpaolo Ferrari, 1.990 ¤.

3 – Mobile in acciaio
della serie limitata
Arcana, di Emmanuel
Babled Studio, 65.000 €.
4 – Seduta Estate della
serie Embroidery di Johan
Lindstén per Cappellini,
in frassino con schienale 4
a punto croce. 5.900 €.

3
CARLO LAVATORI

76 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


FOCUS.

Medley Fauve,
Op e Pop
1 – Come un Fontana, il radiatore retroilluminato di Brem, elettrico
o ad acqua calda, 2.870 €. • 2 – Credenza Victor di Luigi Gorgoni per Roche
Bobois, in Daquacryl® (agglomerato rivestito in Pmma), componibile
a piacere. 4.910 €. • 3 – Reinterpreta una maschera tribale, la lampada da parete
della collezione Velum di Fendi Casa, con struttura in acciaio, finitura in ottone
e paralume in visone dégradé dagli inserti arancioni: i grafismi sono quelli iconici
della Maison. Da 5.500 €. • 4 – Ciotola in metallo smaltato I Love You della
collezione Toiletpaper, nata dalla collaborazione tra Seletti, Maurizio Cattelan
e Pierpaolo Ferrari. 18 €. • 5 – Vasi Incisi di Paolo Venini per Venini, in vetro
soffiato e lavorato a mano, successivamente inciso alla mola, da 2.250 €.

COLORI SUL VISO


Toni caldi, freddi, metallici: l’arte del MAKE UP gioca
5
su gamme cromatiche ed effetti luminosi.

Simili alla tavolozza di un artista, le palette, come


quelle di Wycon Cosmetics, consentono di realizzare
un maquillage professionale, declinando le sfumature,
scolpendo i lineamenti, mettendo in risalto i tratti del
volto e gli occhi. Con ciprie, blush e ombretti.

78 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA sopra: Magnetic Palette, Wycon Cosmetics con 15 refill, 61,50 €.
6 – Sedia Re-vive di Natuzzi, personalizzata dalla designer Camille Walala,
in occasione dell’ultimo London Design Festival, con motivi ispirati alla Puglia
e al Costruttivismo: è un pezzo unico. • 7 – Decori postmoderni-futuristi
dipinti a mano sul comò Cetonia firmato da Alessandro Mendini per Zanotta,
con maniglie in alluminio anodizzato e interni dei cassetti in legno laccato
grigio, 15.115 €. 8 – Di Licia Martelli, i piatti in ceramica Fiorile, con motivi
floreali che ricordano dipinti fauve e impressionisti. Da 18 €. • 9 – Tavolo
7
Marilyn di Rugiano, con decorazione pop a effetto collage. Da 10.130 €.

1 8

Gli indirizzi
delle aziende
si trovano
a pag. 168.



ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 79


FOCUS.

Visual Art
1 – Di Hermès, la lente d’ingrandimento composta da un cono
in ottone rivestito in taurillon fulvo e lente in vetro ottico
2 e ottone dorato. Costa 1.350 €. • 2 – Foulard La science
des rêves della collezione ispirata a Magritte, di Delvaux, 250 ¤.
3 – Cabinet Strata di Mattia Bonetti per Editions David Gill,
composto da lastre sfalsate di acciaio inossidabile, edizione
limitata, prezzo da definire. • 4 – Tavolino Monkey di Jaime
Hayon per BD Barcelona, costa circa 800 €. • 5 – Divano
Fylgrade, disegnato da CtrlZak per Jcp. Prezzo da definire.

DIALOGHI
Le opere di Laura Zeni interagiscono
con le raccolte della Galleria d’Arte
Moderna di Genova, con insoliti
INTRECCI D’ARTE .

Il titolo della mostra è Laura Zeni.

2
Passwor(l)d: è curata da Fortunato
D’A mico e Maria Flora Giubilei e gioca
sull’ambiguità di questo termine,
togliendo, la “l”. L’artista, vicina al
mondo del design, apre un suggestivo
dialogo con i lavori dei Maestri
dell’800 e ’900, collocando all’interno
della Galleria d’A rte Moderna di
Genova sculture, opere pittoriche,
collage, disegni, installazioni. Fino al 5
12 febbraio.

a destra: si chiama
Radar la filiforme
creazione in ferro
di Laura Zeni. Alta
83 cm, costa 650 ¤.
SILVIA PAMPALLONA

80 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


6

6 – Mobile contenitore De-Siderio, in acciaio, serie


in edizione numerata, di Alessandro Guerriero per
8
Officine Tamborrino, in vendita da Dilmos, Milano,
prezzo da definire. • 7 – Poltrona Wunjo di Steve
Leung per Visionnaire, prezzo da definire: il brand,
da sempre legato all’arte, tra l’altro espone e vende
nel suo showroom di Bologna, fino al 7 maggio,
bronzi di Salvador Dalí. • 8 – I tratti di artisti celebri,
come Mondrian, hanno ispirato la collezione di gioielli
Puzzle di Mattioli. L’anello in oro giallo e tzavoriti
costa 880 ¤. • 9 – Papier peint su vinile, collezione
Les Dessins 2 di Pierre Frey, 375 € a rollo.


Gli indirizzi
delle aziende
si trovano
a pag. 168.

Si chiamano Skin, e si indossano come una seconda pelle.


GIOIE Sottili, plasmati a mano da artigiani esperti, i gioielli creati
DELL’ARTE dai designer leccesi Massimiliano e Tiziana Musardo sono
in lastre fini d’argento, con varie finiture, dorato, bianco,
Onde d’argento sulla pelle: rosa e rutenio. Declinati in diverse altezze, sono pronti
sono LAVOR ATI A MANO a scaldare l’inverno con i loro riflessi iridescenti.
con sapienza i bracciali
sensuali di Mumati Gioielli. sopra : bracciali di Mumati Gioielli, argento, 295-560 €.
FOCUS.

Art-à-porter
3
1 – Lampada a soffitto Cloud di Oriano Favaretto per Cattelan
Italia: in cristallo iride con attacco in acciaio satinato, costa
309 ¤, a singolo pezzo. • 2 – Di Sam Baron per Secondome,
3
l’architettonico scrittoio Le Bureau de Paolo ha i cassetti
sfalsati asimmetricamente. Prezzo da definire. • 3 Tavolo-
scultura Palafitte di Cleto Munari, con piano in cristallo molato
e gambe cilindriche tinte nei colori della Laguna e delle case
di Murano. Da 6.500 €. • 4 – Di Carlo Moretti, in cristallo
di Murano bicolore, soffiato a bocca e rifinito a mano, i vasi Lopas
(1973) bianco; e Troncosfera Mini, color rosso arancio. 228 ¤.

LA NA TURA AI PIEDI
I temi cari a Paul GAUGUIN ornano con applicazioni
in pelle e vernice una collezione di accessori.

Le modelle di Gauguin rivivono su tronchetti, décolletées,


borse che sono piccole opere d’arte. Da indossare. Loriblu,
marchio vocato alla sperimentazione, si è inspirato
in particolare a un quadro del pittore francese
che aveva scelto di vivere nelle isole del Pacifico. L’opera
When are you getting married?, che raffigura due donne
polinesiane, con paesaggi lussureggianti, costituisce
lo spunto creativo per una collezione dal fascino evocativo.

sopra: tronchetto della capsule collection ispirata a Gauguin,


di Loriblu: con stiletto in metallo, 495 ¤.
DESIGN D’ITALIA
Le porte di Lualdi alla Galleria Cima di New
York. PROGETTI PER L’ARTE DI CASA NOSTR A .
Un loft di 420 metri quadrati, a Soho, nel cuore
della Grande Mela: è la sede del Centro di Arte
Moderna Italiana, fondazione privata, creata
e curata da Laura Mattioli, per la diffusione di
opere e talenti di casa nostra. Ristrutturato dallo
Studio Irina Verona, lo spazio ha scelto le porte
di Lualdi per i suoi ambienti luminosi.
sopra a destra: essenziali, le porte di Lualdi, mettono
in risalto le opere della Galleria Cima di New York.
Qui, è fotografato il modello Shoin, 1936 €.

5 Gli indirizzi
delle aziende
si trovano
a pag. 168.

5 – Lampada da parete Cherry Bomb della Shady Side


Collection di Lindsey Adelman, per Nilufar, prezzo
da definire. • 6 – Seduta Delete Yourself di Didier Fiuza
Faustino, ispirata a Sol LeWitt, pezzo unico in tre tipi
di marmo, prezzo da definire: alla mostra del designer,
My Crafts, a Parigi, Galerie Michel Rein, fino all’11 gennaio.
8
7 – Libreria Migration to Cloud, edizione limitata a 99 pezzi,
di Emanuele Svetti con Ascanio, per Boffetto Form
to Furniture. 15.860 ¤. • 8 – Skultoflower, scultura vestita
di Stefano Bressani: con inserti tessili, prezzo da definire. 

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 83


FOCUS.

Folk astratto 4
1 – Iconica sedia Maui di Vico Magistretti
per Kartell, con disegni di Charles André: pezzo
unico, realizzata per l’evento “Kartell. The art of
living/Living with art” nel flagship store
del brand a Londra. • 2 – Tappeto Helix,
in lana e seta: dalla collezione Gianfranco Ferré
Exclusive Bespoke Rugs di Sahrai, prezzo
da definire. • 3 – Coordinato letto Circles
della collezione Fresh di Gabel, con copriletto,
trapunta, lenzuolo e federe. Da 67 € a 84 € .
4 – Scultura murale Pas-Pied-Peint, di Sandrine
Reverseau, Les Pieds sur la Table, 750 €.

3 AL FEMMINILE
Un pool di ARTISTE , per un gioiello speciale.

Liz Swig, collezionista d’arte e filantropa


di New York, ha collaborato con la designer
di gioielli italiana Ippolita per un progetto
insolito: un bracciale, alla cui realizzazione
hanno partecipato 7 artiste, da Laurie
Simmons a Shirin Neshat, da Cindy Sherman
a Wangechi Mutu. Ognuna vi ha apposto un
ciondolo, con ricordi personali reinterpretati
per l’occasione.

sotto: bracciale Charmed di Liz Swig, in oro verde,


edizione limitata di 50 pezzi, 58.000 €.
www.lizworks.biz
DON CUNNINGHAM

84 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


Gli indirizzi 6
delle aziende
si trovano
3
a pag. 168.

5 – Alta tecnologia e creatività per


il frigorifero nato dalla collaborazione tra Smeg
e Dolce&Gabbana: il decoro si ispira ai motivi
tradizionali dei carretti siciliani. Prezzo da definire.
6 – La Gioconda di latta e altre 441
scatolette della collezione del giornalista
Paolo Stefanato sono in mostra
allo Spazio Del Tongo, in via Solferino 22
a Milano, fino al 14 gennaio. • 7 – Spinner,
55 cm, della capsule collection
Samsonite x Magritte, un omaggio
al grande artista belga. 350 €.

4
a destra: l’artista di strada Cyril
Kongo e l’RM 68-01 Tourbillon da
lui ideato per Richard Mille.

UN MURALE
7 AL POLSO
Macrocosmi e microcosmi: la STREET
ART entra nell’industria orologiera.

Il nuovo RM 68-01 Tourbillon Cyril


Kongo di Richard Mille entrerà
nella storia: per la prima volta una
Maison e un graffitaro, Kongo, sono
riusciti a trasportare l’arte di strada,
universalmente concepita per le grandi
dimensioni dei murales urbani, nel
mondo della micromeccanica e della
precisione orologiera, con un salto dagli
spazi aperti metropolitani
ai ponti, alle platine e ai quadranti
4 in zaffiro degli orologi da polso.

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 85


ELEMENTS
by ASKO

La solidità è la nostra natura, il dettaglio la nostra passione


Materiali di grande qualità, selezionati da oltre 60 anni senza compromessi,
per offrire risultati eccellenti. Finiture curate nei minimi particolari. Ingegneria unica.
Design scandinavo: puro, sofisticato, funzionale.
ASKO produce una gamma completa di elettrodomestici per la cucina
e per la cura dei vostri capi d’abbigliamento.

ASKO.COM ASKO.BSDSPA.IT
CASE.
Questo mese AD visita la casa di un interior designer e il coloratissimo
rifugio di un artista americano alle porte di PARIGI; scopre l’animo
contemporaneo di una dimora HAUSSMANNIANA; la townhouse NEWYORKESE
del meno minimalista degli stilisti; un belvedere moderno nel cuore antico
del MARAIS; una coreografia architettonica a SAINT-GERMAIN-DES-PRÉS; sempre
a Parigi, attraversa le molte stanze di un appartamento che si susseguono
come un RACCONTO. E, a DUBAI, entra nel nuovo hotel firmato da Versace.

Mix di arredi custom, di pezzi


di antiquariato e design nella
casa che l’interior designer
Joseph Karam ha ristrutturato
per sé nel XVI arrondissement
di Parigi. Servizio a pag. 88.
GIANNI BASSO/VEGAMG
SCATOLA
MAGICA
Due palazzine tardo Ottocento sono diventate, con un intervento
architettonico coraggioso, uno spazio spettacolare e pieno di luce. Con
CITAZIONI INDUSTRIALI , arte antica e design contemporaneo.

progetto di JOSEPH KAR AM


testo di RUBEN MODIGLIANI — fotografie di GIANNI BASSO

A
lle porte di Parigi, giusto al limite del Un passato che mi è piaciuto: così ho deciso di acquistare
16esimo arrondissement (quello che le due strutture, un’unica proprietà, per riportarla all’antico
per tradizione è il più borghese e alto- splendore». Aggiungendoci un intervento dichiaratamente
locato di tutti), c’è uno strano edificio. contemporaneo, però: la struttura è stata raddoppiata, e gli
Jekyll & Hyde, verrebbe da pensare: interni radicalmente rivisti.
sopra una base tardo Ottocento, in- Il processo di trasformazione è stato lungo: dopo l’ac-
fatti, è posata una scatola in metallo quisto, nel 2003, si sono succeduti dieci anni di studi, di
e vetro. Due anime che più diverse è difficile per lo stesso richieste di permessi, di lavori. L’idea di mantenere la facciata
edificio. Il progetto è dell’architetto d’interni Joseph Karam, originale è stata una richiesta esplicita dell’amministrazione
nativo del Libano ma da lungo tempo stabilito in Francia, cittadina, e ha imposto specifici interventi strutturali; la
che ne ha fatto la sua abitazione. gabbia in metallo soprastante è
«Si tratta di due vecchie palaz- stata ispirata da edifici nelle vi-
zine che ho unito in un solo cor- cinanze. Il risultato è altamente
po», spiega. «Le ho viste per la spettacolare. Si entra in un sog-
prima volta nel 2003, derelitte, giorno di 50 metri quadri con
semidistrutte: uno spettacolo annessa sala da pranzo (altri 18
inusuale per quest’area della metri quadrati), con soffitti alti
città, dalle strade impeccabili. 6 metri. Tutto immerso nella
Il luogo mi ha colpito subito per luce che di giorno entra dalle
la sua identità forte nel contesto grandi vetrate, o in quella irrag-
urbano. Nel 19esimo secolo era- giata da una grande plafoniera
no il laboratorio di uno sculto- high tech, progettata apposita-
re, e negli anni successivi sono mente, che riempie lo spazio di
sempre appartenute ad artisti. un chiarore etereo («Una remi-
(segue a pagina 94)
VEGAMG

Contrapposizioni. qui sopra: la struttura dell’edificio, in metallo e vetro, contrasta con la facciata ottocentesca, la fascia più bassa. pagina
accanto:nel living, dall’altezza spettacolare, mobili in edizione limitata disegnati da Joseph Karam. La scultura a destra è di epoca romana.

88 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 89
Epoche a confronto.
Controcampo del living:
sulla parete di fondo una
serie di nicchie accoglie
una collezione di antiche
ceramiche persiane. Subito
sotto, un mobile video con
sette monitor. Quando non
è in uso viene nascosto dalla
doppia quinta scorrevole
che simula un caminetto.

90 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 91
92 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA
Gioco di volumi. qui sopra: un salotto di passaggio realizzato lungo la di Jacques Guillon, del 1954. Il mobile sul fondo è disegnato da Joseph
scala che corre attorno all’ascensore, elemento dall’immagine industriale Karam e fa parte della collezione Pop-ATM. pagina accanto: la zona pranzo,
forte. Davanti al divano, realizzato su disegno, mobili e oggetti con la tela Ganymède di Tarik Essalhi. Tavolo, console e lampada
di artigianato mediorientale. in basso: a un livello più alto si incontra lo (sulla console) disegnati dal padrone di casa, vasi in ceramica
studio del padrone di casa. In primo piano una poltrona in noce di Ettore Sottsass. Sedie La Marie di Philippe Starck per Kartell.

93
Spazi a sorpresa. in questa pagina:
nella camera da letto padronale, la
testata del letto è un’intera parete
in quercia affumicata. La nuvola sul
soffitto ospita al suo interno un
televisore, che scende a comando.
pagina accanto, in alto: all’ingresso

di una delle camere per gli ospiti,


una tela di Nazar Mouchilian.
pagina accanto, in basso: il giardino

d’inverno realizzato sul tetto.

niscenza del pavimento in vetro bianco di 2001: Odissea nello sovrastante, che si aprono in due quando la tv viene messa in
spazio», rivela Karam). Tonalità ultra-light sulle quali spiccano uso. E nella camera padronale un altro televisore, questa volta
l’ascensore che collega i vari piani, la scala in metallo che le si a soffitto, scende a comando da una nuvola stilizzata. Ma sono
avvolge intorno, le colossali travature metalliche che sostengono dettagli poco evidenti. Quello che invece colpisce l’attenzione
la struttura. «La gabbia dell’ascensore, nera come da tradizione è il mix degli arredi: sculture di epoca romana e ceramiche
haussmanniana, è la spina dorsale dell’edificio, le travi sono le antiche, mobili di artigianato mediorientali, armadi-scultura
sue ossa», prosegue l’architetto. «Volevo dare l’impressione che essenziali disegnati da Karam stesso. «Mi piace integrare i miei
ci fossero sempre state. La pelle di vetro della casa la fa diventare progetti nell’ambiente che li circonda», prosegue il padrone di
un organismo animato, dove le ombre sono funzionali quanto casa. «Per la facciata ho deciso una struttura metallica come
la luce perché rivelano le sue funzioni, come fanno i raggi X. E citazione del passato industriale di quest’area, al tempo stesso
dove c’è un organismo c’è magia. La casa in realtà è piena di mantenendo la vecchia facciata a testimonianza del passato.
meccanismi nascosti, congegni utili che fanno sì che funzioni Un mix molto contemporaneo. All’interno il processo creativo
a dovere». Tra questi ci sono il totem-tv del living, nascosto da è stato analogo: antichità di varie epoche accostate ad arte e
una doppia parete scorrevole con tanto di caminetto e quadro mobili contemporanei. Ho costruito questa casa a mia immagi-

94 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


«Ho costruito questa casa a mia immagine, sfaccettata.
Non mi piace essere etichettato come “contemporaneo”
o “classico”. Sono entrambe le cose e nessuna delle due».

ne, sfaccettata. Non mi piace essere etichettato come “classico”


o “contemporaneo”. Sono entrambe le cose e nessuna delle due.
Mi nutro di eclettismo».
Il risultato di questa visione creativa è una dimora grande
(450 metri quadrati per 16 stanze, di cui 4 camere da letto) e
disposta su ben sette livelli. Un progetto il cui punto focale, se-
condo Karam, è la grande vetrata che inonda di luce il living: «È
parte della storia di questo luogo: era lo studio di un artista, per
questo c’era una vetrata così grande, che ho fatto restaurare da
uno dei migliori specialisti di Francia», ricorda. «Da qui l’idea di
usare la luce quasi come se fosse un materiale con cui costruire.
Le pareti a stucco bianco la assorbono e la riflettono insieme ai
colori del giardino, lo spazio interno è sempre in relazione con
l’ambiente circostante. La casa respira». FINE

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 95


Spirito Pop. sotto: il soggiorno, con un divano degli anni ’40 rivestito con un velluto rosa shocking. I dipinti alle pareti sono di Hilton
McConnico, tranne il quadro a sinistra in alto, che è opera di Julien David. pagina precedente: vaso rosso di Murano
di Lars Jansen; i cavalli in pasta di vetro e argento per Daum sono di McConnico, autore del quadro Naissance d’un sourire.

Ciak,
si vive
Colori, oggetti, tele e sculture trasformano la casa
di un artista contemporaneo in un SET CINEMATOGRAFICO.
Dove «il superfluo è necessario per irrigare i sogni».

testo di MARINA PIGNATELLI — fotografie di GIANNI FR ANCHELLUCCI

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 97


Il colore, sempre esuberante,
ritorna in diverse situazioni,
nei dipinti, negli oggetti
e sulle pareti degli ambienti
della casa, concepiti come
scenografie domestiche
che il proprietario si diverte
a reinventare continuamente.

Titolo didascalia. a sinistra: sit ilissin rehenis apelis que nem dolor re, iderferspel eossima gnatem eserum net labo. Nam es perspid ignienia vid
qui ommos et quias vid que nonem aut haribus as quos ex etum evenest aborepr ovidige ntiandam nobitatiam doluptae ni sumendis ipsae
G
uardare la vita con ironia, fermare l’attimo ritrae Diana cacciatrice, che assieme ad altre sue creazioni decora
in movimento o inquadrare l’immagine in la parete giallo canarino. L’installazione Midnight Sun, l’opera
un equilibrio di forme e colori, inventare Naissance d’un sourire, oggetti originali disegnati dall’artista
con allegria. Sono questi i segreti del polie- per iconiche griffe, personalizzano lo spazio.
drico artista americano Hilton McConni- La poesia No News serigrafata sul tavolo e la console, splendi-
co. Nativo del Tennessee, dopo l’Harding di vasi rossi Daum, un dittico di Patrick Bourbon e una scultura
Academy di Memphis e la Southwest Uni- di Clémentine danno tono alla camera da pranzo, che attraverso
versity di Georgetown in Texas, nel 1966 si trasferisce a Parigi, una vetrata rivela un bel giardino curato, dove un leone di Ve-
alla Sorbonne. Diventa fotografo di moda e (segue a pagina 102)
pubblicità, ricercatissimo, e qui crea fiabe-
sche scenografie di 24 film, fino a vincere
un César per Lo specchio del desiderio di
Jean-Jacques Beineix. Disegna alta moda per
Jacques Heim e Saint Laurent e oggettistica
per Daum, Lanvin e Hermès, di cui diventa
anche direttore artistico. Riesce a imporre
iperbole ed eccessi negli anni ’80, mentre tut-
ti inneggiano al rigore funzionale, e incanta
con la sua inarrestabile fantasia.
Da anni, ormai, vive in una villa nascosta
nel verde a Bagnolet, nella periferia parigina,
divertendosi a cambiarne l’arredamento con
i suoi nuovi prototipi, tele e disegni. McCon-
nico, che si dichiara pittore autodidatta, un
visionario più che un intellettuale, e un poeta
che trasforma le immagini, ha bisogno di vi-
vere in una casa ottimista e ironica come lui.
E così gli ambienti diventano per l’artista dei
set dove giocare con mobili, oggetti e tessuti,
sempre tenendo il colore come imperativo.
Non mancano i coup de théâtre, come gli
inattesi drappeggi, il rimando di differenti
cromie, i ritratti giganti di piante e animali,
ripresi come in un fotogramma, e altre cu-
riosità di cui dice: «Il superfluo è necessario
per irrigare il sogno di cui non potremo mai
fare a meno».
Nel soggiorno, un divano grigio perla è ac-
costato a uno in velluto rosa shocking, tona-
lità ripresa anche nella tela in cui McConnico

Oggetti d’autore. pagina precedente: un altro angolo del soggiorno, dove spiccano alcuni quadri di Hilton McConnico,
cui si devono anche il divano in lino e seta grigio perla per Pleyel e la coppa sul tavolino, prodotta da Daum,
affiancata al vaso rosso di Murano di Lars Jansen. sopra: coffee table con base in resina, a forma di donna capovolta,
che sorregge il piano in cristallo, su cui poggiano un piatto zebrato e un vaso di Hilton McConnico per Formia.
Sopra il divano, un quadro raffigurante Diana Cacciatrice di Hilton McConnico e sulla destra un dipinto di Julien David.

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 99


Codice stilistico. sopra: installazione Midnight Sun
di Hilton McConnico, che ha firmato anche
il tappeto, prodotto da Toulemonde Bochart, la scatola
per la dama, di Anha, e il tavolo Catch 22 in alluminio
e cristallo con piano superiore decorato da una
spirale verde-turchese che simboleggia l’infinito. Su suo
disegno pure la sedia Dentelle pour femme légère
in ferro battuto. a sinistra: la sala da pranzo con tavolo
e console di Hilton McConnico, che ha ideato anche
il vaso rosso Phèdre per Daum. Sedie Chaise Shore
in faggio chiaro. A capotavola poltrona di Lanvin
ricoperta in velluto. pagina seguente: in cucina, sedie Tulip
di Eero Saarinen per Knoll, anni ’50, quadro Jazzman
di Hilton McConnico, lampadario in cristallo di Saint-Louis,
appliques di Veronese.
ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 101
nezia in pietra trovato al marché aux puces dialoga idealmente che sovrasta la vasca, un cavallo in stucco dipinto di nero,
con una fontana disegnata dal padrone di casa. copia dell’originale che si trova al Louvre, e raffinati vasi di
Non meraviglia in questo contesto la cucina con i mobili e le pa- Murano. Il pavimento in marmo color giada, vivacizzato da un
reti lilla, decorata da maxitele dell’artista e arredata con tavolo e tappeto con il disegno di un peperoncino, che nel suo West è
sedie Knoll anni ’50, un luccicante lampadario di Saint-Louis, sinonimo di fortuna, racconta le origini di Hilton McConnico.
appliques di Murano e oggetti di stili ed epoche diversi. La camera degli ospiti è un tripudio di colori: pareti per-
Palette cromatica simile anche nella camera padronale, dove vinca decorate con tele di cavalli blu Cina, sedie e poltrone
pareti e letto sono lavanda e verde, colori enfatizzati dallo sfon- rivestite in cotone verde acido che contrastano con la moquette
do delle tele di McConnico. La sala da bagno attigua sembra celeste e gli scacchi azzurro e rosso dipinti sulle porte. Una
quasi un living, decorato da un quadro di Pierre Etienne Balif festa per gli occhi. FINE

102 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


Colori naturali. sopra: nel giardino, la fontana disegnata da Hilton McConnico. La casa, una piccola villa nel sobborgo parigino
di Bagnolet, è circondata da un verde molto curato. Tra gli altri decori, un Leone di Venezia in pietra trovato al marché aux
puces. sotto: l’artista americano fotografato in un angolo del giardino. pagina precedente: nella camera da letto quadri e mobili
realizzati da Hilton McConnico. Il suo è un talento multiforme: ha lavorato come fotografo di moda, ha curato le scenografie
per 24 film (per Lo specchio del desiderio, di Jean-Jacques Beineix, ha vinto anche un César), ha disegnato abiti e oggetti.

103
Un elegante
appartamento
in un palazzo
della PARIGI
HAUSSMANNIANA
amalgama
alla concettualità
modernista
del progetto il senso
del vissuto
e la memoria
dell’originario
genius loci.

progetto di ALIREZA R AZAVI


testo di PAULO ROBERT PR ALL
fotografie di
GIANNI FR ANCHELLUCCI

Un décor leggero. L’ingresso


dell’abitazione parigina progettata
da Alireza Razavi. Pavimento
“a terrazzo” di Pandomo, pareti
rivestite con piastrelle 3D della
linea Kalebodur di Cube & Dot,
tavolino in acciaio disegnato da
Alireza Razavi, scultura in resina di
Ottmar Hörl, bicicletta di
Cyclope. Soffitto a cassettoni con
lucernario e led dissimulati.

104 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


DESIGN
+
ESPERIENZA
«Il tipo di progetto che preferisco è quello in cui i clienti mi danno
carta bianca. Essere responsabile non solo del loro budget ma anche
dell’ambiente dove dovranno vivere tira fuori il meglio di me».

G
li storici e la vulgata sono per una volta ziale la sanità, i servizi idrici e fognari, la rete stradale e il traffico
concordi: la Rivoluzione francese del 1789 della capitale. Per soprappiù il Baron Haussmann intervenne
è stata uno degli eventi cardine della storia anche sull’aspetto estetico della città, demolendone intere zone
dell’umanità. La presa della Bastiglia, in fatiscenti per sostituirle con tre linee di ampi boulevard albera-
effetti, inaugurò un periodo di sconvolgi- ti e con una serie di “condomini Haussmann”, ossia caseggiati
menti sociali e politici epocali che porta- dall’aspetto elegante e lineare, progettati non già come unità
rono in Francia all’abolizione dei resti del immobiliari autonome – dunque con altezze e fronti sempre di-
feudalesimo, alla cancellazione dei privilegi di nobili e religiosi versi, lasciati all’estro personale – ma come insiemi architettonici
maturati nell’A ncien Régime, e al formarsi sulle macerie della omogenei, parti di un paesaggio unificato e armonico, dalla forte
monarchia di una società democratica e secolare. Meno di un continuità espressiva: il sogno di ogni urbanista “dirigista” qui
secolo dopo Parigi visse un’altra rivoluzione. In questo caso non peraltro attuatosi, per una volta, con esiti eccellenti.
politica, bensì urbanistica e architettonica. E a compierla non Fatta questa ampia digressione, la nostra storia ci porta ora
è il Terzo Stato, ma il capo della nazione in persona Napoleone proprio in uno di questi palazzi, nel centro di Parigi. Qui c’è una
III in compagnia del barone Georges Eugène Haussmann, più casa progettata dall’architetto persiano Alireza Razavi. Nato e
noto come le Baron. Insieme, tra il 1852 e il 1869, diedero vita a cresciuto a Teheran, Razavi, formatosi in architettura a Parigi e a
un colossale piano di opere pubbliche destinate, con l’impiego di Milano, ha ottenuto il suo master’s degree alla Columbia Univer-
migliaia e migliaia di lavoratori, a migliorare in misura sostan- sity di New York nel 1998. Esperienze variegate, eclettiche, che si
(segue a pagina 110)

Elogio della semplicità. pagina precedente e sopra: nel décor del soggiorno si incrociano molte ispirazioni.
L’antico tappeto persiano si confronta con i modernissimi faretti Ultra Twin Led di Delta Light,
il day bed Barcelona di Ludwig Mies van der Rohe (Knoll International) e le poltrone vintage scandinave
dialogano con il divano Arne di Antonio Citterio per B&B Italia: mediatore del “faccia a faccia”
è un tavolino vintage in vetro. La scultura sul camino è di Steen Ipsen (Galerie NeC). La grande litografia
a parete è opera dell’artista Christoph Ruckhäberle (1972) esponente della Nuova Scuola di Lipsia.

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 107


108 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA
Tutto in uno. pagina precedente e in basso: la cucina, la zona pranzo e un living formano un unico spazio inglobando anche elementi
del décor originario come il camino e la specchiera che lo sormonta. Il tavolo con piano in legno di cedro e gamba in acciaio verniciato
è su disegno di Razavi come il blocco-cottura con base in granito in cui si innesta il tavolo, al quale fanno corona le sedie Side Chair
di Harry Bertoia per Knoll International. Lampada a sospensione Nur Gloss di Artemide su progetto di Ernesto Gismondi. Credenza
e decorazioni parietali (con colori Sikkens) a firma di Razavi. sopra: nel living, divano Strips di Cini Boeri per Arflex, anni ’70, pianoforte Gaveau.
FoEhenimi, quas eius moditatus doloreceaque vellut voluptae sus alit
fuga. Et re modionsero modignam qui blaut la dolecte cores

sono ripetute anche nell’attività professionale di architetto e in- l’area pranzo-cucina dove le due funzioni sono state unite in
terior designer. Razavi riassume così: «Mi considero un mosaico unico spazio che abbraccia anche il soggiorno: è il baricentro
culturale vivente, e per questo mi sento a casa nella maggior parte dell’appartamento. Soluzione in linea con la moderna sensibi-
dei luoghi dove mi trovo a vivere o solo a soggiornare. Quando lità dell’abitare. Aggiunge l’architetto: ÇAnche la luce ha una
progetto miro a non focalizzarmi su un unico punto, interesse parte importante. La disposizione planimetrica di soggiorno
o soluzione che sia. Preferisco affrontare il compito con mente e cucina è stata impostata su un asse est-ovest così da creare,
aperta, dando spazio al contesto, ascoltando la personalità del mediante l’illuminazione naturale, un senso di calore, un’at-
committente, cercando di esprimerla nell’articolazione del pro- mosfera molto emozionale continua e cangiante, a prescindere
getto. Il design è importante, ma l’esperienza umana che prende dal momento della giornataÈ.
vita dal processo di progettazione lo è ancora di più». Un approc- L’attenzione per il dettaglio si ritrova nell’arredamento mo-
cio che si manifesta in questa abitazione parigina di 230 metri derno e coloratissimo, quasi un omaggio alle cromie pure di
quadrati di superficie. ÇPer sistemarloÈ, spiega Razavi, Çci sono Picasso e del Neoplasticismo olandese. Un allestimento scenico
voluti sei mesi. Si tratta di un appartamento con oltre un secolo con classici del design e molta arte pop e astratta che si sposa
e mezzo di vita, perciò i punti critici da risolvere, soprattutto con il guscio architettonico dove ancora sono evidenti gli stilemi
da un punto di vista tecnico, erano molti. Però i proprietari, ai haussmanniani, in un gioco di contrasti e di contaminazioni che
quali mi lega una lunga amicizia, hanno ben presto compreso denota una sottile maîtrise del concetto di lusso. ÇIn architettura
e approvato il progetto e il suo spirito: davvero, dopo qualche il lusso è l’impercettibile presenza di un progettista che compone
scaramuccia su alcuni elementi che loro volevano preservare, non gli spazi per un dato uso in un dato tempo. È trasmettere, è dare
si è dovuto spendere gran tempo per convincerli a lasciarci fare. al committente lo stato dell’arte della propria carriera, offrirgli nel
D’altronde molti degli apparati decorativi più suggestivi erano progettare tutta la propria conoscenza ed esperienza, ciò che si è
ormai irreparabilmente danneggiatiÈ. maturato dai viaggi, dagli incontri, dalle lettureÈ. E qui sembre-
Al di là della decorazione, un ruolo fondamentale nell’in- rebbe di poter dire con una nota scherzosa e sdrammatizzante,
tervento è rivestito dal layout. Uno dei suoi centri nevralgici è Razavi ha dato davvero tutto questo e anche di più. FINE

Geometrie. in alto: una rilassante linearità domina nella camera padronale. A fianco del letto, lampade da parete Scar-led 1Fds di Trizo.
La testata, la libreria e le cabine armadio in legno d’Ungheria sono su progetto di Razavi. È vintage la scultura in terracotta.
pagina successiva: nel corridoio spicca una decorazione parietale ideata da Alireza Razavi. Le luci sono dissimulate nel controsoffitto.

110 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


Lusso pop. sopra: l’imprenditore Philipp Plein, a capo dell’omonima linea di
moda. a destra: uno dei salotti della townhouse a New York dove ha preso
casa. Elementi classici – i rivestimenti in marmo, il camino – e una foresta di
coffee table. Lo stesso gioco di accumulazione si ripete sul soffitto con dodici
lampadari a gocce che creano un’installazione luminosa quasi surreale.

Un sogno
da vivere
La casa di Philipp Plein a NEW YORK : una
townhouse vicino a Central Park. Con
arredi eclettici (spesso d’autore), materiali
sontuosi. E qualche tocco di magia.
PHOTODEPARTMENTS

progetto di AQUILIALBERG ARCHITECTS


testo di RUBEN MODIGLIANI — fotografie di LUKE WHITE

112 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 113
P
hilipp Plein non è un personaggio sottotono. da Upper East Side, mi piace stare vicino al parco perché dà
Industriale della moda con più di 100 negozi qualità alla vita di tutti i giorni. Alla fine le scelte si erano con-
nel mondo che portano il suo nome; icona da centrate su due opzioni: un appartamento al 45esimo piano di
tv e rotocalchi; incarnazione di uno stile da un grattacielo, con vista eccezionale, e questa townhouse. Ho
pop star globale (teschi, borchie e strass in scelto la seconda perché mi corrisponde di più. E perché non mi
quantità industriali) che è l’opposto del ter- piaceva l’idea di non poter aprire le finestre. Poi c’era il dettaglio
mine understatement. Inafferrabile, inarresta- dell’indirizzo: il numero civico è 162, che è anche il giorno in
bile, viaggia in continuazione tra Milano (dove lo scorso giugno cui sono nato, il 16 febbraio. Un segno».
ha inaugurato uno showroom che occupa un intero palazzo), la Qual è stato il punto di partenza del progetto?
Svizzera (dove la sua azienda ha sede), il mondo intero. Ma la sua «Il legno, i rami. La mia prima impressione entrando nella
base è a New York, dove ha da poco preso casa in una townhouse casa (e le prime impressioni sono quelle che durano) è stata di
non lontano da Central Park. Gli chiediamo di raccontarcela. calore. I pavimenti erano in legno, questo mi ha dato subito
Partiamo dall’edificio. Cosa l’ha portata qui? l’idea di casa. Insieme allo studio AquiliAlberg Architects, con
«Ho preso in considerazione tante aree della città: Park Ave- cui collaboro da anni, ho cercato di preservare questa sensazio-
nue, SoHo, Tribeca, Chelsea. Ma alla fine io sono una persona ne. I rami sono venuti come logica conseguenza, anche per 

Effetto natura. in alto: in una lounge,


pezzi di design storico (La Chaise e
Ottoman degli Eames, prodotti da
Vitra) e contemporaneo (specchio
Caadre di Philippe Starck per Fiam).
Rami in bronzo e ottone di Serip.
a sinistra: la facciata della townhouse.

pagina seguente: l’ingresso, a doppia

altezza, visivamente moltiplicato con


un gioco di specchi. La ringhiera a
forma di rami intrecciati porta nella
casa la natura del vicino Central Park.

114
ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 115
116 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA
«Rami in ottone e bronzo utilizzati come corrimano, come maniglie
per le porte: per portare nella casa l’atmosfera di Central Park».

portare l’atmosfera di Central Park, che è a poca distanza, den- Moltiplicazioni. sopra: affacciato sul retro, un salotto con le poltrone
tro la casa. Rami in ottone e bronzo che formano delle cortine, Barcelona di Mies van der Rohe (Knoll) e una parete in teak realizzata da
usati come corrimano, come maniglie per le porte (le ha rea- Wonderwall Studios su progetto di AquiliAlberg Architects. sotto: sopra il
lizzate un artista londinese). Poi ho voluto utilizzare tanti rive- tavolo XL in marmo un soffitto decorato da 600 elementi di selenite. Sedute
stimenti diversi: marmi, legni, ma anche molte carte da parati, S 64 di Marcel Breuer (Thonet). pagina precedente: per la cucina, soffitto con
ogni stanza ne ha una diversa. Ho cercato di dare un’atmosfera api e farfalle a rilievo. Sulla porta, maniglia in bronzo di Philip Watts.
unica a ogni spazio della casa».
Come descriverebbe lo stile di questi interni?
«Quando acquisti una casa vecchia un secolo è come avere a
che fare con una persona di quarant’anni: non la puoi cambiare.
Ho solo lavorato sull’interno, e il risultato è un mix di influenze
diverse. Che parla molto di me: del resto quando vedi come
una persona abita impari molto di più su di lui (o lei) che in
ore di conversazione. Questa casa riflette i miei sogni, le mie
emozioni. Non so se si può parlare di uno stile preciso. Stile
Philipp Plein, direi». 

117
Tra pubblico e privato. sopra: per la master bedroom, boiserie in legno, specchi e letto su disegno (di AquiliAlberg Architects). Sulla testata,
l’esagono-logo di Philipp Plein con il monogramma dei New York Yankees e il numero 162: il civico della via ma anche il compleanno di Plein.
sotto: il terrazzo con pergola, sul retro della casa. Lanterne a luce Led con sorgente invisibile di Tekna, arredi da esterni Restoration Hardware.

pagina seguente: il bagno padronale è rivestito in marmo Breccia Capraia. Vasca freestanding Devon & Devon, arredi Eichholtz.

Quali sono i sogni che questo progetto realizza? abitante te la fa scoprire in un modo completamente diverso.
«New York è una città che riflette le emozioni di un numero È fare cose di tutti i giorni come andare in un supermercato o
incredibile di persone. Sono nato e cresciuto in Europa, ma del cercare parcheggio per la macchina che te la fa vedere per come
tutto americanizzato: erano Made in USA i film che guardavo, veramente è, per come funziona. Come tutti i tedeschi amo le
la musica che ascoltavo. L’A merica è sempre stata un ideale per automobili, e ne ho una anche qui: a Manhattan ci sono persone
me, fin da bambino. Ho visto New York per la prima volta a 14 che non lasciano mai l’isola, che non sanno cosa succede nei
anni, con mio padre, e da allora sono tornato almeno una volta suburbs, oltre il fiume. La cosa bella di questa città è che ha tan-
ogni anno. Prima come turista, poi per lavoro. Il mio deside- te facce diverse, ed è talmente grande che nessuno ti conosce, sei
rio era di sentirmi davvero parte di questa città, e viverla da libero di esplorare. È un aspetto che trovo elettrizzante». FINE

118
ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 119
120 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA
INEDITE
ALCHIMIE
Una ricercata semplicità combinatoria caratterizza la ristrutturazione
in CHIAVE MODERNA di un appartamento all’ultimo piano di un aristocratico
palazzo del ’700. Nel cuore della vecchia Parigi.

testo di ANNE ROGIER — fotografie di GIORGIO BARONI

U
n mare di tetti. La formula è di Paul
Morand, il grande scrittore-viaggiatore
autore de L’Homme pressé, ma sembra
scritta apposta per descrivere la vista
spettacolosa che si impone allo sguar-
do una volta aperte le finestre di questa
casa nel cuore di Parigi. Les Invalides, la
Tour Montparnasse, il Centre Pompidou, il Panthéon appaiono
vicinissimi, come a portata di mano. «Una felicità quotidiana»,
confida con un sorriso Grégoire Marot, il fortunato proprieta-
rio di questo belvedere situato all’ultimo piano di un edificio
risalente al 1715. Titolare di un’importante agenzia di comuni-
cazione, aggiunge con orgoglio: «Siamo in un posto di rispetto:
il palazzo dell’ultimo chevalier du guet incaricato di sorvegliare
Porte Saint-Martin e Porte du Temple». Non stupisce dunque
più di tanto che lui, parigino doc con un forte feeling per le
cose della sua città, si sia gettato con entusiasmo nell’impresa
di ristrutturare e restaurare per intero questo appartamento.
Con l’aiuto degli architetti Régis Larroque e Federico Masotto
ne ha reinventato il layout includendo tre locali di servizio
adiacenti e la porzione superiore delle scale. Parola d’ordine
dell’intervento: semplicità. Dei volumi, degli spazi, dei per-
corsi. Fluendo dalle finestre, tuffandosi dai lucernari aperti
sul tetto, un suggestivo chiarore avvolge i vari ambienti

Riflessioni. a destra: nello specchio vintage si riflette il soggiorno


della casa parigina di Grégoire Marot. La scultura metallica
Reflection è di Curtis Jeré. pagina precedente: tavolo di Meubles
et Fonction, arredi vintage. La “nuvola azzurra” è opera di Jean-
Baptiste Marot, la foto dei due bambini è di Boris Mikhailov,
la testa di camoscio di Julien Salaud (Galerie Suzanne Tarasieve).

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 121


122 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA
FoEhenimi, quas eius moditatus
doloreceaque vellut voluptae sus
alit fuga. Et re modionsero mo-
dignam qui blaut la dolecte co-
ressernam dolora consequ ibuscii
stibusam et es dernatur accupta-
tisti ut event

Contaminazioni di stili. pagina precedente: nella zona pranzo, credenza anni ’40 con ante in pergamena. Pieter Hugo è l’autore della fotografia, glacette
in argento di Oitoemponto. sopra, a sinistra: Grégoire Marot, titolare dell’agenzia di comunicazione Favori di Parigi. L’occhio è una serigrafia originale di Erté.
sopra, a destra: un altro scorcio della sala da pranzo. Tavolo Florence con piano in marmo disegnato nel 1961 da Florence Knoll (Knoll), sedie vintage, tappeto

di Federica Tondato per Fedora Design. A parete foto di Franck Christen e Willy Rizzo. sotto: uno scorcio del soggiorno, da cui si intravede la cucina.

caratterizzati dalla presenza di poderose travi a vista sbiancate:


qui si combinano con bella proprietà decorativa mobili di de-
signer e arredi non griffati, oggettistica eclettica, opere d’arte e
fotografie d’autore. Una libreria in legno laccato color blu anatra
separa, senza dividerle nettamente, la sala da pranzo dal sog-
giorno dove, a una delle estremità, sono protagoniste, affiancate
da un formoso divano rivestito di lana bruna e da un piccolo
canapé, tre poltrone Lady di Marco Zanuso per Arflex, rivestite
di un fiammante velluto rosso. Completano la scena del living,
contribuendo a dargli un tono cosmopolita molto parigino, un
tappeto rotondo targato Fedora Design, delle lampade anni ’50,
una scultura animalier in gesso di Jacquet, una foto del vene-
zuelano Sergio Vega intitolata Foresta in fiamme, e una bizzarra
lampada-teschio del poliedrico artista-designer Vincent Darré.
All’altra estremità dell’ambiente c’è la zona pranzo che ha come
fulcro un tavolo di Knoll il cui piano in marmo verde petrolio
s’intona armoniosamente al nero pervadente delle sedie vintage
che lo circondano. Fronteggia l’insieme una credenza in legno di
pero con inserti di pergamena sormontata da una fotografia di
Pieter Hugo: sul piano una lampada sferica in metallo nero, uno
zoccolo di zebra montato su una base di metallo scintillante e una
glacette per champagne in argento martellinato disegnata dallo
studio portoghese Oitoemponto. Ogni oggetto di questo living,
(segue a pagina 126)

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 123


Atmosfera e relax.
a sinistra: nel soggiorno,

cuscini di Jennifer Soto


sul divano d’epoca
proveniente
dalla galleria
Michel Contessa
di Miami. Poltrone Lady
di Marco Zanuso,
Arflex. La lampada-
teschio in primo piano
è firmata Vincent Darré,
i delfini in gesso
sono di Janine Janet,
fotografie
di Sergio Vega
(Foresta in fiamme)
e, intorno alla finestra,
di Boris Mikhailov.

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 125


ogni opera d’arte, sia essa di pittura o fotografica, ogni arredo Colori forti. sopra:
ha un che di chic, che mai risulta pretenzioso, ma piuttosto la stanza padronale.
trasmette l’emozione di una creatività ben ordinata, in sé Sul giaciglio copriletto
medesima e nel rapporto con le altre presenze decorative. Tifeifei eseguito
Con lo stesso slancio creativo un’erta scala s’impenna per a Tahiti, e cuscini a motivi
raggiungere la zona notte dove si allineano la camera da letto, musicali di Vincent Darré,
la sala da bagno e lo spogliatoio, ultrasofisticato nelle sue carta da parati
fodere laccate oppio: «Un omaggio al meraviglioso, epocale di Jean-Baptiste Marot,
profumo Opium di Yves Saint Laurent», rivela il padrone di lampade in vetro
casa. La raccolta stanza da letto sfoggia, come fonte di luce, di Murano. a sinistra:
un inaspettato oblò, quasi fosse la cabina di un piroscafo in il guardaroba
navigazione – si ritorna a Paul Morand – sul mareggiare dei con serigrafie di Bruno
tetti di Parigi. Ne allargano gli orizzonti i motivi paesaggi- Munari per Danese.
stici della carta da parati, mentre il letto, dimensionato al pagina seguente: la ripida
millimetro, evoca l’esotismo vestito come è con una Tifeifei, scala si riflette nel blu
cioè una tradizionale “gualdrappa” di Tahiti. Stile? Chi ha lucido delle pareti.
detto stile? Qui c’è molta sostanza declinata nel registro della Lampada attribuita
semplicità. Una ricercata sobrietà combinatoria. FINE a Gio Ponti, fotografia
di Assaf Shoshan.

126 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


Pas de deux
In un palazzo ottocentesco nel quartiere parigino
di SAINT-GERMAIN-DES-PRÉS va in scena una
coreografia decorativa in cui tutto evoca il vissuto
della proprietaria. E il suo amore per la danza.

interior design di OLIMPIA ORSINI


testo di NICOLETTA DEL BUONO
fotografie di FR ANCESCA ANICHINI

128 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


Sintesi di stili. Il salotto dell’appartamento. Il pavimento
è in listoni di rovere sbiancato, il camino è dell’800.
Semicolonne e poltroncina di epoca e stile gustaviani.
Al centro, tavolino francese del primo ’900.
Colori gustaviani. sopra: nel salotto, tavolo francese dell’800, vasi napoletani in terracotta e lampadario napoletano
in bronzo dorato della fine del ’700. pagina seguente: il soppalco. Sopra il letto, il dipinto L’Etoile est moi di Stefania Mura.

N
ei suoi interventi di interior design c’è punto della casa. «La proprietaria», spiega, «è una brasiliana: il
sempre un fattore scatenante. È come pappagallo è una specie di omaggio alle sue origini, la zona del
in poesia, dove un’immagine, una vi- Rio delle Amazzoni non è forse l’habitat primo degli ara? L’ho
sione, un flash, insomma, trascina il trovato mentre stavo ragionando sul progetto e mi è sembrato
flusso delle emozioni e insieme le accor- un segno, una di quelle sincronicità di cui parla uno dei massimi
da, le armonizza quasi fosse la tonalità psicologi e filosofi del ’900, Carl Gustav Jung. Nulla accade per
in musica. Per il progetto di questo ap- caso, sosteneva: per me è una sacrosanta verità».
partamento parigino Olimpia Orsini, vulcanica interior designer, E con le coincidenze non è finita, ma ne parleremo dopo. In-
ma anche gallerista d’arte e a sua volta artista, è partita da un tanto, per inquadrare questa storia, c’è da dire della location. Un
pappagallo impagliato. Intorno alla sua presenza ha disegnato vecchio palazzo di Saint-Germain-des-Prés, uno dei quartieri
la trama degli spazi e della decorazione: l’ha reso visibile da ogni intellettuali di Parigi, vi risiedettero gli Enciclopedisti, che 

130 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


FINE

Titolo didascalia. a sinistra: unSit ilissin rehenis apelis que nem dolor
re, iderferspel eossima gnatem eserum net labo. Nam es perspid
ignienia vid qui ommos et quias vid que nonem aut haribus as quos
ex etum evenest aborepr ovidige ntiandam nobitatiam doluptae ni
sumendis ipsae eum ipsandigenis alia il inihili quuntibusam, ut oditas
aliquam ea dolupta tempeli gendistrum ercim comnis et exceaquis
simi, opti atiossi nobit audionsequi dissequatDeliam estium restrum
ipsapis estotassin resto quias aliqui duciis remquam in corum latet
quibusandel iuntem quis nulpari beaque officitia solorit ut as dolor

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 131


132 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA
si riunivano al Café Procope, tuttora esistente, e poi i rivoluzio-
nari, Marat, Danton e Guillotin. Honoré de Balzac ne fa il regno
delle civetterie della duchessa de Langeais, Marcel Proust amava
passeggiarvi e lo descrive nella Recherche. Insomma un faubourg
con un denso humus di memorie e di cultura, che non si può
ignorare quando ci si deve cimentare nella ristrutturazione di una
sua porzione, seppur piccola. E poi c’è la proprietaria. Brasiliana,
si è detto, per parte di madre. «Bellissima», confida Olimpia, «si
occupa di pubbliche relazioni, ma è soprattutto studiosa di astrolo-
gia e appassionata di danza. Due predilezioni che me l’hanno resa
subito affine. Anch’io ho studiato danza classica per tanti anni
e ne conosco bene la fascinazione. Ti prende e non ti lascia più,
diventa parte del tuo modo di sentire la vita, di affrontarla. Un
ritmo interiore che colora le tue scelte. Addirittura ci siamo fatte
un nostro saluto convenzionale: “Voglio ballare”. Lei ha voluto
dividere la casa in due parti, una per gli ospiti, di rappresentanza,
e una per sé, molto intima e personale. In questa, la sua “pillola
antidepressiva”, ho cercato di mettere in scena la sua storia, il suo
vissuto». E qui emerge l’altro lato di Olimpia Orsini designer. La
sua capacità empatica a cui, oltre che il naturale temperamento,
contribuiscono gli studi universitari in psicologia. Quando af-
fronta un progetto non segue una ricetta precostituita e men che
meno una corrente di pensiero, si affida al genius loci, questo sì,
ma soprattutto, rimossa la patina delle convenzioni, del “ciò che mi

«La “polvere” del passato può


continuare a vivere di vita
propria e così contribuire
a rendere il mondo migliore».
servirebbe”, s’immerge nei desideri latenti e profondi del commit-
tente. Olimpia ha chiamato questo processo analitico «liberarsi
dal funzionalismo logico del quotidiano per attingere alla funzio-
nalità dell’anima». In questo volume di proporzioni assai ridotte,
ha giocato sulla teatralità, non c’è centimetro quadrato che non
sprigioni una valenza scenografica. «Sul lato strutturale c’era poco
da fare, giocando sull’altezza dei soffitti ho inserito un soppalco
aperto – una scelta ricorrente nei suoi progetti parigini, si veda
AD n.368 – che serve a dividere, senza dividerle, la zona giorno
dalla zona notte, e poi ho lasciato fare alla decorazione». Lasciato
fare: esattamente. Gli oggetti ricercati con pazienza minuziosa
sono impaginati come in un flusso di coscienza, accostati l’un
l’altro a seconda del rispettivo impatto emotivo, a prescindere 

Nature morte. pagina precedente: la cucina, con sedie Luigi XVI, una
grande natura morta e figure di animali a parete. a destra,
in alto: la cucina degli ospiti, celata in un armadio. Sedia La Sfogliata

di Gaetano Pesce per Meritalia, dipinto a olio di Marie Marziac,


paravento francese in toile de Jouy della fine del ’700 e tavolino
francese dell’800. a destra, in basso: vecchio cartellone pubblicitario
dipinto a olio su tela, colonna di stile gustaviano in legno dipinto.

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 133


Objets trouvés. sopra: nella stanza padronale, libreria napoletana in legno dorato dell’800, poltroncina Luigi XVI e vasi cinesi sulla ribaltina
Impero. sotto: la sala da bagno, con un reliquiario del ’700 e una poltroncina dell’800. pagina seguente: l’ingresso e il corridoio.
Sulla console Impero, una lampada in bronzo dorato Napoleone III e calchi in gesso. Sopra la console, un olio di Roberto Ciaccio, 1991.

da criteri di consequenzialità estetica: la loro bellezza è il vitali-


smo poetico che acquistano e trasmettono in questa coreografia
decorativa. Come schegge di una vita: una miscellanea di oggetti
importanti e di cose semplicissime, di quadri che raffigurano stru-
menti musicali o un tutù, simbolo della passione della proprietaria
per la danza, ma anche di dipinti contemporanei come la grande
tela di Marie Marziac; di colori caldi e toni più rarefatti, quasi
metafisici, di poltrone e tavoli di imprinting gustaviano o Luigi
XVI, di dorate librerie barocche napoletane e di generosi drap-
peggi da alcova cortigiana, ma pure di sedie modernissime come
la Sfogliata di Gaetano Pesce, un designer di cui Orsini è molto
amica “venerandone” la sulfurea, incontenibile immaginazione.
Un tour de force emozionale che mai ti lascia solo, ma che mai
stanca od opprime: c’è sempre una narrazione a balenare nella
trama degli accostamenti, un richiamo, da scoprire, alla vita della
proprietaria che però coinvolge anche l’inconscio di chi visita la
casa, i suoi archetipi. Un microcosmo che pare sortire da una pa-
gina di Gustave Flaubert. D’altronde non fu l’autore della Bovary
a scrivere un racconto, Un cuore semplice, in cui il protagonista
era il pappagallo Lulù? Un’altra coincidenza! FINE

134 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 135
IL MONDO
INTORNO
Un nitore minimalista è la cifra stilistica di questa casa di Parigi,
dove attorno a originali pezzi di design si delineano ambienti
ricchi di storie, concepiti come episodi di un RACCONTO architettonico.
testo di VÉRONIQUE GUILPAIN — fotografie di ANTOINE BAR ALHE
PHOTODEPARTMENTS

Eclettico. sopra: il soggiorno. In primo piano, una panchetta di Garouste & Bonetti. Sulla sinistra, poltrone di André Arbus; sulla destra
uno specchio di Hervé Van der Straeten al di sopra di un divano di Adrian Pearsall degli anni ’50. Sul tappeto Berri II di Ramy Fischler per Tai Ping
Carpets poggia il tavolino The Pebble di Nada Debs. pagina precedente due vasi di Olivier Gagnère su un tavolo di Ico Parisi. Alla parete La Tunique
(2001), fotografia di Diana Lui (Galerie Carole Decombe). La lampada a sospensione Shiva in vetro soffiato blu, è di Nathalie Ziegler Pasqua.

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 137


F
in da ragazza la proprietaria di questa casa
ha mostrato una naturale predisposizione per
l’arte. E se non ne ha fatto la sua professione,
ha potuto esprimere la propria vocazione nella
sua nuova residenza parigina, dove vive con il
marito, avvocato come lei. Composto da tante
piccole stanze, l’appartamento aveva bisogno di
essere sottoposto a un importante lavoro di ristrutturazione. Sono
state abbattute tutte le pareti, a eccezione di due muri portanti, al
fine di creare spazi il più possibile aperti, con ampi salotti comu-
nicanti tra loro. Per quanto riguarda i colori dei muri stessi, sono
state privilegiate le tinte opache e polverose, nelle raffinate tonalità
dei rosa, dei grigi e del taupe. I pavimenti invece sono in resina di
un grigio scuro. Definito l’involucro cromatico delle quinte dello
spazio domestico, si è passati a concepire la disposizione degli
arredi. Quando i proprietari, entrambi grandi appassionati di
design, si sono trasferiti qui, hanno portato poche cose dal vec-
chio appartamento. Tra queste, un tavolo di Eero Saarinen con
le sue sedie, un lampadario in vetro di Murano di Veronese, un
cassettone di Hubert Le Gall, una fotografia di Diana Lui, che
hanno trovato facilmente il loro posto a fianco degli arredi. Og-
getti d’affezione che vivono in perfetta sintonia accanto a quelli
acquistati per la nuova casa, come lo specchio di Hervé Van der
Straeten, le due panchette di Garouste & Bonetti acquistate da
Sotheby’s, le poltrone di Arbus trovate a una vendita all’asta, la
libreria di Andrea Branzi, un colpo di fulmine alla Carpenters
Workshop Gallery. Tra le new entry c’era poi un pezzo molto par-
ticolare, una scultura luminosa commissionata a Nathalie Ziegler
Pasqua: un pezzo unico composto da centinaia di frammenti di
vetro soffiato blu Klein. Quella lampada-scultura, dotata di una
serie di piccoli led, andava valorizzata al meglio e così i proprietari
hanno deciso di appenderla nel soggiorno, al di sopra di un tavolo
disegnato da Ico Parisi con la superficie specchiante. In tal modo
si ottiene un effetto molto suggestivo, soprattutto la sera, quando
le luci si rifrangono sul tavolo. Attorno a quella lampada prende
forma un piccolo mondo di arredi d’autore, una sorta di racconto
architettonico, dove si passa dal divano di Adrian Pearsall, ar-
chitetto delle eleganti case degli Hamptons negli anni ’50, alle
poltroncine di André Arbus. E dove un rigore di matrice classica
fa da contrappeso stilistico al gusto neobarocco delle panchette
di Garouste & Bonetti. Come in tutta la casa. FINE

Scultorei. qui a sinistra: Un dettaglio della libreria modulare dello


studio, un work in progress fatto di scatole in legno o in acciaio.
in alto a sinistra: un altro angolo della casa. Alla parete, fotografia

di Luchino Visconti di Pasquale de Antonis. Lampada


Illusion 2 mirage di Hubert Le Gall. A sinistra, su una base di legno,
un vaso di Gaetano Pesce. pagina seguente: lo studio. Sulla
scrivania in legno massiccio, la scultura Main di Marie Beltrami.

138 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


140 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA
Geometrie rigorose e decori floreali,
superfici ruvide e lisce, rotondità
e forme squadrate. Una delle chiavi
interpretative della casa
è il desiderio di alternare affinità
e contrasti, in modo da creare
un progetto il più possibile dinamico.
Art design. a destra: un vaso di Olivier Gagnère accanto a un vaso
vintage. in alto: un tavolo Tulip di Saarinen per Knoll International
con le sue sedie. Lampada a sospensione Drop in vetro soffiato
di Patrick Naggar per Veronese. Gli elementi della cucina sono in acciaio
e in legno laccato. pagina precedente: sul cassettone Anthémis
di Hubert Le Gall, caraffe Futiles di Sam Baron per Secondome e Cactus
di Hilton McConnico per Daum e la scultura Petit Diable sur Chariot
di Louis Cane. Sul pavimento in cemento un vaso di Gaetano Pesce.
Materie. La sala da bagno è caratterizzata
da una parete in onice. Vasca Régal di Devon &
Devon pagina seguente: la camera della figlia. Il letto
ha una testiera realizzata su misura ispirata alla
famosa scultura Mae West Lips di Salvador Dalí.
Pareti rivestite con papier peint di Elitis, cuscini
di Maison de Vacances. Sul tavolino Wooden
Side Table di Erwan e Ronan Bouroullec per Vitra,
lampada Vapeur di Inga Sempé per Moustache.

Le forme delicate delle labbra da diva sembrano fluttuare


in una stanza ispirata dall’immaginario Pop.

142 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


Attrazione
fatale
Echi neoclassici ed elementi arabi a DUBAI , nel nuovo hotel
firmato da Versace. Dove ogni dettaglio, dal design agli arredi,
è un omaggio al fondatore e al simbolo della Maison.
progetto di VERSACE — interior design di DONATELLA VERSACE
testo di LORENZA SCALISI — fotografie di MASSIMO LISTRI

Neoclassicismo. sopra: l’architettura di Palazzo Versace Dubai si rifà allo stile di un palazzo italiano con elementi arabeggianti come le arcate
a bassorilievo della facciata. sotto: la Pre-Function Area ha colonnato in stile classico, chandelier in cristallo di Boemia e tappeto ispirato a
una stampa barocca dell’archivio della Maison Versace. a destra il Grand Foyer con il ciclopico lampadario Golden Breeze Lighting Sculpture.

144
ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 145
Il Golden Breeze Lighting Sculpture, gigantesco lampadario in
cristallo di Boemia, simula nel colore e nelle linee il profilo delle dune.
Made in Italy. sopra: la living room della Imperial Suite, con arredi della linea Via Gesù di Versace Home. Divani e sedute hanno l’iconica trapuntatura
a “V” di Versace e la Medusa. sotto: la Master bedroom delle Imperial Suites, con arredi Via Gesù di Versace Home completati dalla linea tessile
prodotta in esclusiva per Palazzo Versace Dubai. pagina seguente: collezione di vasi e bottiglie in marmo realizzati a mano da maestri artigiani italiani.

146
ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 147
Salus per aquam. sopra: situata al piano terra nell’ala ovest dell’hotel, la nuova Versace Spa, di circa 1.000 metri quadrati, è realizzata
con pavimenti in marmo Granito Nero Assoluto abbinati a mosaici in marmo dégradé grigio e rivestimenti in essenze di legno bianco
con inserti in madreperla. sotto: la Capri Central Lagoon Pool e il Palazzo Versace con la facciata di stampo neoclassico ed elementi
arabi sulle arcate a bassorilievo illuminate. pagina seguente: la vasca idromassaggio è in mosaico, con soggetti marini. Come tutti
i decori musivi dell’hotel, è stata realizzata dagli artigiani di Fantini Group, azienda specializzata nella lavorazione di mosaici e marmi.

B
ellissima e ipnotica. La Medusa, icona e si-
nonimo della Maison Versace dal 1978, non
ha nulla del mostro della mitologia antica
con zanne di cinghiale, mani di bronzo, ali
d’oro e testa cinta di serpenti. Quella stiliz-
zata creata dal genio di Gianni Versace do-
veva attrarre e sedurre irresistibilmente chi
la guardava. «Chi si innamora della Medusa non ha scampo»,
amava dire il grande stilista. Così è da allora, e così è quando si
entra nel Grand Foyer di Palazzo Versace a Dubai e ci si imbatte
nel volto magnetico e fatale riprodotto sul pavimento in migliaia
di tessere di mosaico. Una Medusa vestita delle nuance tenui
del deserto, sovrastata dalle onde sinuose del Golden Breeze
Lighting Sculpture, un gigantesco lampadario di tremila chili
di cristallo di Boemia, che sembra quasi simulare nel colore e
nelle linee morbide il profilo delle dune di sabbia. È il welcome
in perfetto stile Versace, grandioso e sensuale allo stesso tempo,

148 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


che prosegue in un omaggio continuo al fondatore e all’evo- composizioni floreali e cornucopie profilate dall’immancabile
luzione del brand, che qui reca in ogni dettaglio la firma del meandro, altro leitmotiv by Versace, adornano le sale da bagno
direttore artistico Donatella Versace. Il motivo del pavimento di ciascuna residenza, che diventano quasi delle Private Spa in
dell’immensa Mosaico Lobby riporta il soggetto heritage di stile antica Roma. Effetto ancor più ricercato nella Spa, dove
chiaro stampo barocco di un foulard tratto dall’archivio della marmo Granito Nero Assoluto e mosaici nelle tonalità bian-
Maison: mille metri quadrati per un milione e mezzo di tes- co-grigie creano un perfetto mix fra atmosfere da Roma impe-
sere realizzate dai maestri italiani di Fantini Group, solo una riale e tradizionali hammam mediorientali. Disegnati ad hoc
minima parte di quei 55 milioni di tessere assemblate a mano per questo secondo attesissimo landmark del lifestyle Versace
per la realizzazione di tutti i decori musivi del Palazzo. – il primo resort Palazzo Versace venne inaugurato in Australia
Camminando su queste vere e proprie opere d’arte il pen- nel 2000 – sono anche i 12mila arredi e tutti i complementi
siero corre agli inizi della collaborazione fra Versace e Fantini: presenti: vasi in marmo, cristalli, tappeti di lana della Nuova
era il 1990 quando Gianni commissionò a questa famiglia di Zelanda, rifiniture e tessuti pregiati, compresi 120mila metri di
straordinari artigiani i decori per Casa Casuarina, la sua re- sete per cuscini di letti e sedute. Sete che sono anch’esse fedeli
sidenza di Miami. Tre foulard di seta vennero trasformati in riproduzioni di foulard, e che insieme ai bozzetti degli abiti di
tappeti di pasta vitrea e marmi policromi, proprio come è av- haute couture esposti lungo i corridoi danno vita a un archivio
venuto oggi a Dubai, nelle stupefacenti aree comuni dell’hotel, dei pezzi cult della Maison. Da ammirare, vivere e apprezzare
in tutte le 215 camere e suite e nei 169 appartamenti. Variopinte come ospiti di casa. FINE

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 149


SUGGERIMENTI, INDIRIZZI, CURIOSITÀ, DETTAGLI: DIETRO LE QUINTE DI AD.

BACKSTAGE..
PAG. 136
A quattro ante, solida e leggera allo
stesso tempo, la libreria vintage di Dialma
Brown è realizzata in legno di pino
vecchio di recupero. Il suo prezzo è 4.867 €.

PAG. 128
Paralume in lino
tinto in colori di
terra e base realizzata
con legni di recupero
per la lampada
d’appoggio di Bleu
Nature. Prezzo da
definire.

PAG. 112
Vaso Lotus Leaf
di Abhika,
in ceramica
lavorata a rilievo
che riproduce
le nervature di una
vera foglia di loto.
Il suo prezzo è 440 €.

DESIGN & CHIC


Case con L’ANIMA , ricche d’arte, alto
artigianato, tracce di vissuto e di
sapere. Dalle quali trarre ispirazione.
Il loft newyorkese dello stilista Philipp Plein, con accenti
di design classico inscenati tra quinte a specchio e sug-
gestioni di natura; l’opulento hotel di Versace a Dubai,
vagamente bizantineggiante, con ampi saloni pavimen-
tati a mosaico; e ancora un’abitazione di New York, dalle
quiete atmosfere rarefatte e tante dimore parigine dall’e-
leganza studiatamente sommessa, estenuata e délabré,
dai richiami colti, di volta in volta retour d’Égypte, déco,
etnici. Dagli interni di questo numero si possono coglie-
re tanti spunti per aggiungere in casa sapienti tocchi
metropolitan chic. NICOLETTA DEL BUONO

150 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


Tessere e scacchi.
a destra: mosaico
vitreo William Blue di
Ferruccio Laviani per
Bisazza, prezzo a posa.

DECORI MUSIVI (da pag. 144)

EFFETTI SPECIALI
PAG. 112 Nuove suggestioni per i MOSAICI di Bisazza:
Lampada a con progetti inediti di firme del design.
sospensione Clorinda
di Eurolampart, in Sono eseguiti con tecniche digitali, e con formati di 10x10
ferro lavorato a mano e 20x20 millimetri, i nuovi pattern decorativi in mosaico
con catene in vetro di di vetro di Bisazza, disegnati, tra gli altri, da Studio Job,
Murano e decorazione Kiki van Eijk, Edward van Vliet, Alessandro Mendini, che
glitter. 1.890 €.
amplia il suo Alfabeto Mendiniano declinandolo in piccoli
quadrati, e Ferruccio Laviani, che si ispira ai motivi orna-
mentali post déco degli anni ’30 e ’40, e ai fili e alle trame
dei tessuti tartan.

PAG. 144
Seduta da pranzo
Beetle Chair
di Sé Collections,
imbottita e rivestita
in velluto in tanti
colori pastello.
Prezzo da definire.

PAG. 112
Di Kartell, il diffusore
per ambiente Ming
della collezione
PAG. 112 Kartell Fragrances, con
bastoncini in speciale
Seduta in poliuretano La Chaise
fibra high-tech.
di Charles & Ray Eames per Vitra,
Costa 169 €.
1948, ispirata alla scultura Floating
Figure di Gaston Lachaise. 7.165 €.

151
STORIE.

Flagrant Délit di
Madelon Vriesendorp,
1975. Dalla mostra
“1.000 m² di desiderio.
Architettura e
sessualità”, a Barcellona.

1 IL PROGETTO EROTICO
Le visioni oniriche
dei maestri
2 LA MACCHINA D’ARTE
Si amplia la
fortunata collezione
3 IL DESIGN DELLE ORE
Per Rado, maison
orologiera elvetica
4 FILATI PLASTICI
Artista davvero
unica nel suo
5 OLTRE LO SGUARDO
I volti della città,
da Venezia a
dell’utopia, gli Bmw Art Car, che quest’anno genere, Sheila Varsavia: Canaletto
spazi del piacere, con una vettura compie un secolo, Hicks stupisce e Bernardo Bellotto
le immaginifiche Gran Turismo, Konstantin Grcic con le sue più a confronto.
costruzioni la cui decorazione ha progettato recenti sculture In mostra a Milano
del desiderio. il marchio bavarese un orologio e tableaux tessili 100 opere di due
A Barcellona è di ha affidato al grande ceramico nel segno realizzati con tra i massimi
scena un’altra idea artista californiano di un rigoroso i pregiati lini pittori vedutisti
di architettura. John Baldessari. minimalismo. di Loro Piana. di ogni DIGEST
ARCHITECTURAL epoca.• ITALIA 153
Gli spazi del desiderio
Il binomio ARCHITETTUR A e SESSUALITÀ rappresenta una questione controversa, che coinvolge anche
un discorso sull’ identità di genere dei progettisti. Una mostra si propone di far luce su questi temi, spaziando dai
boudoir settecenteschi al letto di Playboy, passando per le mappe delle passioni contemporanee dei Situazionisti.

di MARIO GEROSA

N
elle storie dell’architettura c’è sempre un certo pudo-
re. Argomenti trasversali, come la sessualità quale
possibile fonte di ispirazione, vengono quasi sempre
trattati a margine, eccezion fatta per le opere pionie-
ristiche e illuminanti di studiosi come Beatriz Colomina. Poi, di
tanto in tanto, quelle tematiche di confine, spesso percepite come
tabù che rischiano di minacciare l’identità autorevole e seriosa di
quella disciplina, tornano alla ribalta. In questi giorni fa discutere
l’esposizione “1.000 m² di desiderio. Architettura e sessualità”, in
programma al Centre de Cultura Contemporània de Barcelona
fino al 19 marzo. Curata dall’architetto Adélaïde de Caters e da
COURTESY MUSEO CARLO MOLLINO

Rosa Ferré, responsabile delle mostre del Cccb, questa rassegna,


che si dipana attraverso oltre duecento anni di storia, si concentra
sugli spazi del desiderio e del piacere, dimostrando anche come,
nella stragrande maggioranza dei casi, quegli stessi spazi siano
stati appannaggio dei maschi, che li hanno progettati tenendo
conto della propria indole e delle proprie fantasie. «Di per sé l’e-
rigere, l’erezione, suscita un’eco di genere, una sessualizzazione»,
nota l’antropologo Duccio Canestrini. «E, parlando in termini

154
STORI E .

Sensuale. a sinistra:
una Polaroid firmata
da Carlo Mollino,
della serie 90 immagini
erotiche, 1960-73.
pagina precedente
in alto: La caduta
di Babilonia, 1950
circa, da un’incisione
dell’800. pagina
precedente in basso:
il Playboy Bed, creato
come installazione
per la Playboy Mansion
di Chicago dell’editore
Hugh Hefner. Articolo
pubblicato nell’aprile
1965 su Playboy.

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 155


STORI E .

«UNA COSA È PARLARE DI SPAZI PER IL PIACERE,


UN’ALTRA È DIRE CHE L’ARCHITETTURA HA DEI CONTENUTI SESSUALI».
ITALO ROTA

156 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


LAPOLTRONCINA L’ORIGINE DU
MONDE, MAYBE! RIECHEGGIA
IL NOME DELLO SCANDALOSO
CAPOLAVORO DI COURBET.

archetipici, la visione panoramica tradizio-


nalmente è più maschile che femminile: il
senso femminile è l’ascolto, quello maschile
la vista». Si possono verificare queste te-
si studiando le tre sezioni tematiche della
mostra: “Utopie sessuali”, “Rifugi libertini”
e “Sexographs”. Disegni, modellini installa-
zioni, video, definiscono l’idea di un’architet-
tura concepita per assecondare la sessualità.
Gli edifici, realizzati o no, si affiancano a una
panoplia di nomi illustri che contempla, tra
gli altri, Charles Fourier e Guy Debord, il
marchese de Sade e Carlo Mollino, qui uniti
dalla comune ambizione di dar vita a un’ar-
chitettura del desiderio. Così le utopie ses-
suali del ’700, come l’Oikema, il “tempio del
piacere” ideato da Claude-Nicolas Ledoux,
sono messe a confronto con gli spazi delle comunità hippy degli Sogno e utopia. sotto: due disegni di Claude-Nicolas Ledoux per
anni ’60 e con quelli delle architetture radical del ’900. Mentre l’Oikema, il “tempio del piacere” concepito per la città ideale
il lifestyle codificato da Playboy, che comprendeva anche indi- di Chaux, 1775-79 circa. sopra: L’Appel di Paul Delvaux, 1944. in alto
a sinistra: la poltroncina Origine du monde, maybe! di Italo Rota
cazioni su arredi e soluzioni di interior design di tendenza, trova
per Meritalia. pagina precedente, sopra: Amore (La macchina innamoratrice)
un contrappunto nelle case di Adolf Loos e di Rudolph Schindler.
di Superstudio, 1972. pagina precedente, sotto: un servizio fotografico
Tra piante di edifici fallici, boudoir e camere da letto leggenda- sulle lampade di design pubblicato da Playboy nell’aprile 1969. Tra le altre,
rie, come quella di Hugh Hefner, affiora una visione trasversale si notano la lampada Prisma di Vittoriano Viganò per Arteluce, Snoopy
dell’arte del costruire, che comunque lascia al visitatore la possi- di Achille e Pier Giacomo Castiglioni per Flos, Nesso di Giancarlo Mattioli
bilità di rispondere al grande interrogativo da cui prende le mosse e Gruppo Architetti Urbanisti Città Nuova per Artemide.
l’esposizione. Secondo Italo Rota, archistar e teorico, autore di
una poltroncina iconica chiamata Origine du monde, maybe!, «la
sessualità in architettura non c’è, per il semplice motivo che lo
scopo dell’architettura è di curare, redimere e costruire una nuova
società. Se è legittimo parlare di spazi per il piacere, che sono un
tema specifico, un’altra cosa è dire che l’architettura ha dei conte-
©FERNANDO MAQUIEIRA

nuti sessuali. Comunque sia, le espressioni “dark side”, dai night


club in giù, non sono mai entrate nella storia dell’architettura,
non vengono repertoriate e ancora oggi vengono negate. Anzi, ci
sono critici che definiscono pornografiche forme di architettura
che si discostano dalla norma». FINE

157
STORI E .

Concettuale & Pop.


a destra: John Baldessari
intento a dipingere
uno dei suoi classici
cerchi colorati sul
tettuccio della M6 Gtlm
Bmw, 19esima creazione
della collezione Bmw
Art Car. in basso: il fronte
posteriore della
vettura. pagina seguente:
Baldessari presenta
l’auto finita: si notano i
colori tipici dell’artista
californiano: l’azzurro
sull’alettone, il rosso sul
tettuccio, il giallo
sul cofano, il verde sul
frontalino.

Capolavoro da corsa
La collezione Bmw Art Car si arricchisce della M6 Gtlm interpretata dal grande artista americano
JOHN BALDESSARI . Presentata all’Art Basel Miami Beach, sarà in gara a fine gennaio nella 24 ore di Daytona.

di BERNARDO RIZZATO

J
ohn Baldessari ha 85 anni e 200 e passa mostre all’attivo. a due dimensioni a una tridimensionale. Una sfida che mi ha
È uno dei grandi vecchi della pittura contemporanea. Il divertito! Le idee sono arrivate tutte insieme: ho dipinto uno dei
suo linguaggio usa e spesso combina, sulla tela o altro miei bolli, rosso questa volta, sul tettuccio, in modo che si possa
supporto, immagini di matrice pop tratte dal mondo del- identificare l’auto dall’alto, da un elicottero per esempio; su una
la quotidianità e dei mass media con stilemi dell’arte concettuale fiancata ho scritto “FAST” (a simboleggiare velocità e potenza,
quali parole e brani scritti. La pittura, la fotografia trattata e il ndr) e sull’altra ho dipinto un’immagine dell’auto stessa. Mi pia-
collage sono i mezzi creativi che più spesso impiega, e nel tempo ce l’ambiguità, giocare con il bi e il tridimensionale allo stesso
ha elaborato una serie di segni ricorrenti che danno identità ai tempo. Pensando all’automobile come un’icona della vita con-
suoi lavori: tra questi i bolli colorati la cui sequenza nell’imma- temporanea, direi che il mio lavoro risulta giocosamente satirico e
gine invita a ricercarvi qualche tipo di schema significante. A mette in luce alcune delle mie idee topiche. Potrei dire che la mia
lui, un maestro che ha influenzato una intera generazione di Bmw Art Car è un’ opera decisamente “Baldessari” e la più veloce
artisti ma anche un personaggio che ha sempre avuto vetture che abbia mai creato!» A renderla ancora più tipica sono gli altri
del marchio monacense, Bmw ha affidato la realizzazione della colori di cui l’artista si è servito, il giallo sul cofano, il verde sul
sua Art Car numero 19. Modello prescelto per implementare frontalino, l’azzurro per l’alettone, nonché la firma a stampatello
questa straordinaria galleria d’arte “mobile” la M6 Gtlm, un’auto sul tettuccio. Un piccolo capo d’opera baldessariano, insomma,
da corsa di 585 hp. Al progetto, cui hanno contribuito anche presentando il quale, al recente Art Basel Miami Beach, Ludwig
Calder, Rauschenberg e Hockney, Baldessari s’è accostato col Willisch, Ceo di Bmw North America, ha detto: «È un onore
suo solito minimalismo concet- aggiungere alla collezione delle
tuale: «Finora come artista mi Bmw Art Car questo capolavo-
ero occupato di auto una volta ro di John Baldessari, uno dei
sola. Perciò affrontando l’inca- più importanti artisti ancora in
rico di Bmw mi sono inoltrato in attività». L’auto sarà presto ope-
COURTESY BMW

un territorio ignoto sia per il sog- rativa: parteciperà, non senza


getto sia per il fatto che dovevo ambizioni, alla prossima 24 ore
passare da una rappresentazione di Daytona (28-29 gennaio).

158 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


WHO’S WHO
Californiano del 1931 e artista molto prolifico e sperimentale, John Baldessari ha nel tempo elaborato un linguaggio
che mixa pop e Conceptual art, nel quale la potenza evocativa dell’ immagine si associa, spesso nella stessa opera, a una sorta
di narrazione scritta con lettere riprese dai media. sopra: alcune fasi della realizzazione della sua Bmw Art Car.

LA COLLEZIONE
Alexander Calder nel 1975, Sandro
Chia (1992), David Hockney (1995),
Jeff Koons (2010) sono alcuni dei
19 artisti le cui auto-opere d’arte
costituiscono la collezione Bmw
Art Car ideata oltre 40 anni fa
dal pilota francese Hervé Poulain
e tuttora in divenire. Nel 2017
sarà il turno della cinese Cao Fei.

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 159


STORI E .

Il tempo ritrovato
L’ incontro tra un grande designer e un’ icona contemporanea. Un progetto di RESTYLING dove
le variazioni sull’originale sono gesti precisi, millimetrici. Alla ricerca dell’eleganza nel progetto.
Perché in tempi digitali avere un orologio al polso è (soprattutto) una dichiarazione di stile.

di RUBEN MODIGLIANI

160 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


2 3

V
enticinque anni fa, Vogue Germania realizzava il
ritratto di un giovane designer con al polso con un
orologio appena lanciato: era il Rado Ceramica, il
primo al mondo con cassa in ceramica high tech e
vetro zaffiro. E il designer era Konstantin Grcic, oggi diventato
di fama mondiale. La coppia adesso si ricompone ma con moda-
lità diverse: Grcic è stato chiamato da Rado per reinterpretare
proprio il modello con cui era stato fotografato allora. «Non
sono un appassionato di orologi, è curioso che Rado abbia scelto
proprio me per riprogettare questo pezzo della loro storia»,
dice Grcic, che incontriamo a Parigi in occasione del lancio
internazionale del nuovo Ceramica. «Una sfida affascinante che
si è giocata su più piani: quello della relazione con un oggetto
storico, che volevo rispettare ma al quale desideravo anche dare
nuove valenze, nuovi contenuti; poi la necessità di imparare a
conoscere uno dei materiali col più alto contenuto tecnologico
che io conosca; e soprattutto progettare su una scala molto più
piccola rispetto a quella a cui sono abituato: una differenza non la indosso perché devo, ma perché lo desidero», prosegue.
di due o di un millimetro la puoi vedere a occhio nudo, ma se «Anche il gesto di guardare l’ora al polso è infinitamente più
si tratta di 0,005 millimetri la cosa diventa impossibile. Non bello di quello di cercarsi il cellulare in tasca per guardare il
avevamo in studio neanche gli strumenti adatti per realizzare monitor. È un piccolo rituale». Il restyling di Grcic ha lavorato
dei prototipi sufficientemente dettagliati. Quello che più si avvi- su alcuni elementi chiave, con grande leggerezza. Sulla forma,
cinava a questo grado di definizione era la stampante laser, con innanzi tutto: un piccolo stacco tra cassa e bracciale dà un
cui trasferivo su carta le varianti in scala 1:1, per vedere come nuovo ritmo all’oggetto, che nella versione originale era una
funzionavano sul polso». Uno dei valori che Grcic ha voluto fascia unica, un segno quasi astratto. E sul quadrante, con
preservare è stato lo stile di questo oggetto-icona. Perché, in uno studio raffinatissimo sulla tipografia dei numeri, ispirato
un’epoca in cui gli strumenti che segnano il tempo si sono a quelli degli orologi per piloti. Ne è risultata una collezione
moltiplicati, scegliere di portare un orologio è una dichiara- di 11 modelli, tra cui uno in edizione limitata a 701 esemplari.
zione di valori personali, di eleganza. «È come per la giacca: 700 in vendita, uno no: l’ha chiesto per sé. FINE

Variazioni sul tema. a sinistra: Konstantin Grcic mentre prova sul polso le stampe in scala 1:1 del nuovo Ceramica di Rado.
1. L’orologio visto di profilo: la cassa monoblocco e il bracciale a maglie sono in ceramica high tech nera opaca, il fondello
della cassa è in titanio, il vetro in cristallo zaffiro ricurvo, metallizzato e incollato. 2. Variante nera: indici stampati bianchi,
numeri arabi stampati in grigio e binario dei minuti. 3. Variante bianca con quattro diamanti Top Wesselton, 0,011 carati.

WHO’S WHO
Tedesco, classe 1965, formazione di
ebanisteria presso la John Makepeace
School (Dorset, Gran Bretagna) e di design
presso il Royal College of Art di Londra,
Konstantin Grcic è oggi uno dei più
importanti industrial designer al mondo.
Col suo studio KGID, aperto a Monaco
di Baviera nel 1991, ha progettato arredi
e oggetti che hanno ottenuto molti premi
internazionali: il più recente (giugno
2016) è “miglior designer dell’anno”
nell’ambito del Salone del Mobile.Milano
Award. Conosciuto per il suo stile lineare,
Grcic viene spesso definito “minimalista”.
Ma lui preferisce parlare di semplicità.

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 161


STORI E .
Creazioni tessute
Un mondo di opere immaginifiche fatte di sogni e di quotidianità, di astrazione ed echi pop. È quello
modellato da SHEILA HICKS , la grande “artista tessile” americana, nel suo laboratorio parigino, unicamente
con filati dai colori intensi e luminosi. Capace di scatenare emozioni e di stimolare il pensiero.

di RICCARDO BIANCHI

U
na coloratissima impavesata di pennacchi, matasse, che faccio, e penso, ciò che mi balena in mente nei momenti più
rocchetti, chaînette o catenelle. Di lana, di lino, di strani, tutto si lega. Una scultura, una pila di tessuti, una frase,
seta, di fibre di ogni genere, naturali e artificiali. Nelle un ricordo, tutto si mescola. Libere associazioni: è questo che mi
mani di Sheila Hicks, nel suo fucinoso laboratorio, si guida. Non c’è separazione tra pensiero, azione ed emozione».
tramutano, come per magia, in sfere, dischi, tableaux astratti, in Mani, occhi, cervello, cuore: da qui passa la creatività di Hicks.
monocromi materici, in massi, in cascate, in stupefacenti intrecci Che oggi ha trovato un partner formidabile nei lini meravigliosi di
di cromie, espressioni di un paesaggio mentale ribollente. Sheila Loro Piana, brand tessile d’eccellenza che dell’arte e della cultura
Hicks è una star dell’arte contemporanea, una “artista tessile” si ha sempre fatto il proprio vessillo identitario. Dice: «Con Pierluigi
suole definirla per via della materia con la quale lavora prevalen- Loro Piana ci siamo intesi subito, i tecnici dell’azienda sono stati
temente. Nata nel Nebraska nel ’34, si è forma- fantastici nel rispondere alle mie esigenze, i
@CRISTOBAL ZANARTU. COURTESY LORO PIANA

ta in arte a Yale avendo per mentori geni del loro filati sembrano vivere di vita propria». A
calibro di Josef Albers e George Kubler. Negli riprova di tale proficua liaison sono le magni-
anni ’50 un lungo viaggio nell’America latina fiche “sculture” presentate nel 2016 al Miart
le rivela il fascino dell’arte tessile delle culture di Milano e ad Art Basel Miami Beach. FINE
precolombiane: lì coglie la sua matrice stilistica.
La vita in Messico e poi a Parigi (dal 1964) la
Capolavori tessili. pagina precedente: Sheila Hicks
proietta nel mondo delle relazioni artistiche:
nel suo studio parigino. in alto: Soft Stone,
l’insieme di queste e altre esperienze innestato scultura tessile, tecnica mista con catenelle
su una mente artistica vulcanica e proteiforme di lino Loro Piana tinte arancione giallo. a sinistra:
delinea il suo linguaggio. Unico. Spiega: «Ciò Mamma mia, in lino Loro Piana tinto turchese.

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 163


STORI E .

L
a mostra Bellotto e Canaletto. Lo stupore e la luce, Canaletto si serve della prospettiva a suo modo, cioè con asso-
di scena alle Gallerie d’Italia di piazza della Scala a luta libertà, e non ci sono due tele dello stesso soggetto simili.
Milano, è curata da Bozena Anna Kowalczyk (bello il Manipola la prospettiva per gli equilibri formali che persegue,
catalogo di Silvana Editoriale) e presenta circa cento certamente non si lascia dominare da una norma tecnica. Ebbe
pezzi tra dipinti, disegni e incisioni. Giovanni Antonio Canal larga fortuna con influenti e ricchi protettori come il console
(1697-1768) rivoluzionò la preesistente tradizione vedutista ve- inglese Joseph Smith che lo introdusse nel suo Paese e infatti
neta e non solo. Esordì nella scenografia, ma presto l’abbandonò nel 1746 si trasferì a Londra e molte tele furono acquistate da re
per la pittura. La camera ottica, che vediamo in mostra, fu lo Giorgio III. Una fortuna che gli consentì di trascorrere ben nove
strumento tecnico di cui Canaletto si avvalse con grande perizia anni a Londra, dove dipinse molte tra le sue più splendide tele.
per cogliere la realtà nei dettagli. Il prezioso quaderno con i Bernardo Bellotto (1721-1780), dopo l’apprendistato presso
suoi disegni ci dice tutto delle sue procedure nel delineare una lo zio, fece un giro per Roma, Firenze, Lucca, poi Torino, Mi-
veduta: in questi fogli sono assai spesso annotate parti del corpo lano e Verona delle quali ci ha lasciato mirabili vedute. Partito
urbano con appunti sul colore di un muro o altri particolari. Di dall’Italia nel 1747 non vi fece mai più ritorno: si trasferì a Dre-
tale taccuino si servì nel tempo come memorandum per le grandi sda presso Augusto III di Sassonia, poi a Vienna dall’imperatrice
scene urbane che dipinse. Ma si soffermò pure su aree dimesse Maria Teresa d’Austria e a Monaco (1761), infine a Varsavia alla
come le rive del Brenta o campi e campielli, chiese e palazzi che corte del sovrano polacco Stanislao Poniatowski. Ebbe ruolo e
non avevano la fama e lo splendore del Canal Grande o delle incarichi prestigiosi ma si spense nella capitale di Polonia quasi
COURTESY INTESA SAN PAOLO-GALLERIE D’ITALIA

maggiori piazze veneziane. Pur essendo un grande vedutista in miseria. Bellotto fu “non men grande del di lui zio”, scrisse Ro-

Diorami urbani
In mostra a Milano: CANALETTO e suo nipote BERNARDO BELLOTTO ritraggono la città
con tersa, personalissima precisione. Sono loro i più grandi vedutisti della storia.

di CESARE DE SETA

164 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


Scenari. Di Bernardo Bellotto (1721-1780) , Il Castello Sforzesco di Milano, 1744. Milano fu una delle ultime città italiane visitate
da Bellotto: invitato a Dresda da Augusto III, Grande Elettore di Sassonia, nel 1747, Bellotto vi rimase come pittore di corte fino al 1758. pagina
precedente: di Giovanni Antonio Canal detto Canaletto (1697-1768), Il Canal Grande con il Ponte di Rialto da sud dipinto a Venezia nel 1740.

berto Longhi. Le città che dipinse le rappresentò sempre per par-


ti, con la medesima attitudine alla frantumazione dell’universo
urbano che fu maniera di van Wittel e di Canaletto. Bellotto è
un artista cosmopolita e dotato di un’intelligenza da storiografo:
come seppero esserlo Diderot e Goethe, a cui la cultura e il gusto
per la minuzia non impedirono certo di attingere alla musa
della poesia. Come costoro, Bernardo si documenta sulle fonti
iconografiche, redige appunti, disegna schizzi di felicissima
e ineguagliata esemplarità: s’aggira per vie, piazze e mercati,
parla con l’umile popolano e con l’aristocratico, si intrattiene
con i sovrani e con i loro ministri. Ma non è mai un cortigiano,
non inclina ai vezzi di una classe di cui non si sente parte, non
cede alle moine delle dame: il suo occhio scruta con la serena
e melanconica fermezza di chi non sa e non vuole mentire, sia
che dipinga gli splendori della Neue Stadt di Dresda sia che
ci narri i “disastri della guerra”. Ogni sua tela ha il respiro del
grande romanzo storico come si venne affermando in Europa
al tempo di Diderot e di Goethe. FINE

NOTIZIE DALLA MOSTR A


La cura della mostra Canaletto al 5 marzo, sono presenti, con quadri
e Bellotto. Lo stupore e la luce è di e bozzetti, anche la camera ottica (foto
Bozena Anna Kowalczik, studiosa a sinistra) e i taccuini del Canaletto.
polacca tra i massimi esperti dei L’evento, che prevede anche visite
due artisti veneziani. Nella rassegna, guidate, è stato l’occasione
di scena alle Gallerie d’Italia per restaurare o rinfrescare alcune
di Milano (piazza alla Scala 6) fino opere dei due autori (foto sopra).

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 165


ENGLISH TEXTS.
p.88 Magic box p.104 Design + Experience
TWO BUILDINGS FROM THE LATE 1800S BECOME A SPECTACULAR AN ELEGANT APARTMENT IN A BUILDING OF HAUSSMANN’S
SPACE, THANKS TO A COURAGEOUS ARCHITECTURAL EXPLOIT. PARIS IS AN AMALGAM OF MODERNIST CONCEPTUALISM
words RUBEN MODIGLIANI – photos GIANNI BASSO AND A SENSE OF EXPERIENCE.
words PAULO ROBERT PR ALL – photos GIANNI FR ANCHELLUCCI
In Paris, at the edge of the 16th arrondissement, stands a strange building.
Jekyll & Hyde, you might say: a base from the late 1800s, topped by a box Less than one century after the French Revolution, Paris went through
of metal and glass. The interior architect Joseph Karam, born in Leba- another transformation, this time in terms of architecture and urbanism.
non but based in France, has made the place his home. «I joined two old Its makers were Napoleon III and the Baron Georges Eugène Haussmann.
buildings», he explains, «which I saw for the first time in 2003, in very bad From 1852 to 1869 they launched a colossal program of public works,
condition, which is unusual in this part of the city. They had previously been demolishing decrepit zones and replacing them with large tree-lined
used by artists for studio space». Besides the merger of the two buildings, boulevards that hosted elegant, linear apartment buildings.
he has added a radical contemporary touch, thanks to ten years of study Our story takes place in one of those buildings, in a home designed by
and construction. The conservation of the original facade was dictated by the Persian architect Alireza Razavi. Born and raised in Tehran, Razavi
heritage regulations, and demanded structural measures. The results are studied architecture in Paris and Milan, and then took a master’s degree
spectacular. A living area of 50 square meters (plus 18 for the dining room), at Columbia University in New York in 1998. His design focuses on hu-
with 6-meter ceilings. Light enters through large windows, or from a big man experience as its crucial factor, as can be seen in this Parisian home
high-tech custom ceiling fixture. The pale tones form a contrast with the of 230 square meters.
elevator and the metal staircase that wraps it, and the huge metal beams «The project took six months. The apartment is over 150 years old, so
that support the structure. «The lift cage is black, as in the local tradition, there were many technical issues. Some of the most interesting decorative
and is the backbone of the building, while the beams are the skeleton», the features had been irremediably damaged, so the owners had to give up
architect says. «I wanted to convey the impression that they had always on the idea of conserving them», Razavi explains.
been there. The glass skin makes the house a magical organism full of One of the nerve centers of the new layout is the dining-kitchen area,
hidden mechanisms, where the shadows are just as important as the light». combining the two functions in a single space. Natural light plays an
The furnishings are a striking mixture of Roman sculptures and antique essential role, creating a sense of warmth, with shifting effects throughout
ceramics, Middle Eastern crafts and sculptural wardrobes designed by the day. Great care has gone into the very colorful modern furnishings,
Karam himself. An eclectic creative vision for a large dwelling (450 square almost a tribute to the pure hues of Picasso and De Stijl.
meters, 16 rooms, including 4 bedrooms) on seven levels. A theatrical setting where design classics, Pop Art and abstraction fit into
an architectural shell that still reflects the stylemes of the Haussmann era.

p.96 Lights, camera… life!


COLORS, OBJECTS, PAINTINGS AND SCULPTURES TRANSFORM THE
p.112 Living in a dream
HOME OF A CONTEMPORARY ARTIST INTO A SORT OF FILM SET. THE HOME OF PHILIPP PLEIN IN NEW YORK, IN A TOWNHOUSE
words MARINA PIGNATELLI – photos GIANNI FR ANCHELLUCCI NEAR CENTRAL PARK. WITH SOME MAGICAL TOUCHES.
words RUBEN MODIGLIANI – photos LUKE WHITE
The versatile American artist Hilton McConnico was born in Tennessee.
After Harding Academy in Memphis and Southwest University in George- Philipp Plein, fashion mogul, with over 80 stores around the world that
town, Texas, in 1966 he moved to Paris to study at the Sorbonne. He became bear his name, is the antithesis of understatement. He is constantly on the
a sought-after fashion photographer, created sets for 24 films, designed move from Milan (where he opened a showroom in an entire building in
high fashion for Jacques Heim and Saint Laurent, and objects for Daum, June) to Switzerland (company HQ) and around the world. But home base
Lanvin and Hermès, where he also became the art director. For years he is New York, in a townhouse near Central Park.
has lived in a villa hidden in the green setting of Bagnolet, a suburb of Paris. Let’s start with the building. What brought you here?
He treats the house like a set in which to play with furnishings, objects, «I thought about many areas, Park Avenue, SoHo, Tribeca, Chelsea. But
fabrics and colors. In the living area a pearl gray sofa is combined with in the end I am an Upper East Sider, I like to be near the park. I narrowed
shocking pink velvet, a color also found in McConnico’s painting of Diana things down to two options: an apartment on the 45th floor of a skyscraper,
the Huntress, placed on a canary yellow wall. The installation Midnight with a great view, and this townhouse. The townhouse suited me better. I
Sun, the work Naissance d’un sourire and original objects designed by don’t like the idea of not being able to open the windows».
the artist for famous brands personalize the space. The poem No News What was the starting point for the project?
printed on the table and console, splendid red Daum vases and a diptych «Wood, branches. My first impression was one of warmth. The wood floors
by Patrick Bourbon set the tone in the dining room. The kitchen has lilac immediately made the place feel like home. With the studio AquiliAlberg
walls and furnishings, with large paintings, a Knoll table and chairs from Architects, I tried to conserve that sensation. The branches were a logical
the 1960s, a sparkling Saint-Louis chandelier and Murano appliques. The consequence, like bringing the park inside. Branches of brass and bronze
master bedroom has a similar color range, with walls and bed in lavender that form dividers, handrails, handles. And many different materials: mar-
and green. The adjacent bath is almost like a living room, with a painting ble, wood, but also wallpaper, different in each room».
by Pierre-Etienne Ballif, a black painted stucco horse and refined Mura- How would you describe the style of the interiors?
no vases. The guestroom is a true blaze of hues: periwinkle walls display «When you buy a house with a century of past it’s like dealing with a person
paintings of China blue horses, chairs are covered in acid green cotton, for in their forties: you can’t change them. I worked only on the inside, and the
a contrast with the sky blue carpeting. A feast for the eyes. result is a mixture of different influences».

166 ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA


p.120 Unusual alchemies p.136 The world around us
REFINED COMBINATORY SIMPLICITY IN THE RENOVATION WITH MINIMALIST CLARITY IS THE STYLISTIC SIGNATURE OF THIS HOUSE
A MODERN TONE OF AN APARTMENT ON THE UPPER LEVEL IN PARIS, WHERE ORIGINAL DESIGN PIECES ARE SURROUNDED
OF A 18TH-CENTURY BUILDING IN THE HEART OF OLD PARIS. BY SPACES FULL OF STORIES.
words ANNE ROGIER – photos GIORGIO BARONI words VÉRONIQUE GUILPAIN – photos ANTOINE BAR ALHE
A sea of rooftops. Les Invalides, Tour Montparnasse, Centre Pompidou, Composed of many small rooms, this apartment required major restruc-
the Panthéon. «A daily joy», says Grégoire Marot, the lucky owner of this turing. All the walls except the load-bearing ones were removed to create
lookout on the upper level of a building that dates back to 1715. This head more open spaces. The chromatic range now favors powdery matte hues,
of an important advertising agency has put a lot of enthusiasm into the in refined tones of rose, gray and taupe. The floors are in dark gray resin.
renovation of his apartment. With the help of the architects Régis Larroque When the owners moved in they brought a few design pieces from their
and Federico Masotto, he has reinvented its layout, including three adja- previous apartment: a table and chairs by Eero Saarinen, a Murano glass
cent service spaces and the upper portion of the staircase. The key word: chandelier by Veronese, a chest by Hubert Le Gall, and a photograph by
simplicity. Through the windows and the new skylights opened on the Diana Lui. Objects of affection that live in perfect tune with the new items,
roof light floods into the spaces featuring powerful whitewashed beams, like the mirror by Hervé Van der Straeten, two banquettes by Garouste &
with signature and anonymous furniture, eclectic objects, works of art. A Bonetti, a bookcase by Andrea Branzi.
bookcase separates the dining and living areas, featuring a shapely sofa The new arrivals also include a luminous sculpture commissioned to Na-
covered in brown wool, and three Lady armchairs by Marco Zanuso for thalie Ziegler Pasqua: a one-off composed of hundreds of fragments of
Arflex. The living area also boasts a round carpet by Fedora Design, 1950s Klein blue blown glass, hung in the living room over a table designed by
lamps, an animalier plaster sculpture by Jacquet, a photography by the Ico Parisi with a reflecting surface. Around it, a small world of signature
Venezuelan Sergio Vega entitled Forest in Flames, and a bizarre skull-lamp creations takes form, a sort of architectural narrative, from the sofa by
by the versatile artist-designer Vincent Darré. At the opposite end of the Adrian Pearsall to the armchairs by André Arbus. Classical rigor nimbly
space, the fulcrum of the dining zone is a Knoll table whose petroleum balanced by touches of Neo-Baroque lavishness.
green marble top is in tune with the black vintage chairs around it. The
pearwood credenza with parchment inserts stands below a photograph by
Pieter Hugo: on the top, a spherical lamp in black metal, a zebra hoof on
a metal base, and a champagne glacette in hammered silver designed by
p.144 Fatal attraction
the Portuguese studio Oitoemponto. Every item has something chic about NEOCLASSICAL ECHOES AND ARABIAN ELEMENTS IN DUBAI,
it, never pretentious, always ready to transmit a sense of orderly creativity.
FOR A NEW HOTEL BY VERSACE. EVERY DETAIL IS A TRIBUTE
TO THE FOUNDER AND SYMBOL OF THE MAISON.
p.128 Pas de deux words LORENZA SCALISI – photos MASSIMO LISTRI

IN A 19TH-CENTURY BUILDING IN THE DISTRICT OF SAINT- Beautiful and hypnotic. The Medusa, icon and synonym of Versace since
GERMAIN-DES-PRÉS IN PARIS, A DECORATIVE CHOREOGRAPHY. 1978, has nothing to do with the monster of ancient myth. The stylized
words NICOLETTA DEL BUONO – photos FR ANCESCA ANICHINI Medusa created by Gianni Versace was meant to attract and seduce.
Which is just what happens when you enter the Grand Foyer of Palazzo
There’s always a trigger in her interior design. Like a poem, where one image Versace in Dubai and find that magnetic, fatal visage in the mosaic on
can set of a flow of emotions. In this apartment in Paris Olimpia Orsini, the floor. A Medusa clad in the soft hues of the desert, below the sinuous
interior designer, but also gallerist and artist in her own right, started with waves of the Golden Breeze, a gigantic light sculpture of 3000 kilos of
a stuffed parrot, and then designed a home around it: the bird is now visible Bohemian glass that seems to embody the soft profiles of sand dunes.
from every point in the house. «The owner is Brazilian, so the parrot is a It is a welcome in perfect Versace style, grand and sensual, part of the
tribute to her origins», Orsini explains. The location is an old building in ongoing tribute to the founder of the brand, down to the smallest details
Saint-Germain-des-Prés, one of the intellectual quarters of Paris, once created by the artistic director Donatella Versace. The floor motif in the
the home of Encyclopedists and revolutionaries, and a favorite haunt of immense lobby mosaic covers 1000 square meters, using 1.5 million tiles
Marcel Proust. The owner of the flat «is very beautiful», Olimpia confides, made by the Italian masters of Fantini Group, just a small part of the 55
«and works in the field of public relations. But above all she loves astrology million that have been assembled by hand for all the decorations of the
and dance, enthusiasms I share. She wanted to divide the house into two Palazzo. Versace and Fantini began to work together back in 1990, when
parts, one for guests, and one for personal privacy. I have tried to pack her Gianni commissioned this family of extraordinary artisans to make the
history, her experience, into this personal zone». With her great capacity decorations of Casa Casuarina, his residence in Miami. Three silk scarves
for empathy and originality, in this small house Olimpia has played with were transformed into carpets of glass paste and multicolored marble,
theatrical impressions, fine tuned down to the smallest details. «Not much just as happens in Dubai today, in the amazing communal areas of the
was required in structural terms; playing with the high ceilings, I have hotel, and in all the 215 rooms and suites, and 169 apartments.
inserted an open loft that separates – without physically dividing – the day- Multicolored floral compositions and cornucopias adorn the bathrooms
time and nighttime areas. The rest was up to the decoration». The carefully and the private spas. For this second and long-awaited landmark of
selected objects are like a stream of consciousness, based on an emotional the Versace lifestyle – the first Palazzo Versace resort was opened in
logic. Slices of life: paintings, a tutu, warm colors and paler hues, tables and Australia in 2000 – the 12,000 custom furnishing items include marble
chairs with Gustavian or Louis XVI overtones, Neapolitan gilded Baroque vases, crystals, wool carpets, fine fabrics, including 120,000 meters of
bookcases, but also very modern chairs like the Sfogliata by Gaetano Pesce. silk for the cushions. THE END

ARCHITECTURAL DIGEST • ITALIA 167


AD.INDIRIZZI

DIGEST da pag. 33:


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