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LA Danza serpentina
Intesa come specifica coreografia,
rappresentata per la prima volta in
America nel 1892, ma contiene già i
principi basilari sui cui successivamente
lavorerà. Il lavoro è diviso in tre quadri,
ogni movimento del corpo provoca un
risultato di pieghe della stoffa, la
lunghezza e l’ampiezza della veste di seta
la obbligavano a molte ripetizioni dello
stesso movimento per imprimere a questo
movimento un disegno speciale e
definitivo.
Totalmente priva di una trama, la danza
serpentina evoca una serie di immagini
tratte dal mondo vegetale e animale, una
sorta di sogno concepito al fine di mettere
in moto la fantasia dello spettatore.
Un bellissimo particolare da ricordare è
per esempio la ragnatela che tiene
imprigionato il corpo rimanda al tema
centrare della danze della fuller: quello del
fisico che vuole uscire dal carcere della
carne, dell’io che lotta per la
smaterializzazione, per farsi luce anziché
materia, e che effettivamente alla fine si
trasforma in farfalla, in greco psiche,
termine che eloquentemente significa
anche anima.