Sei sulla pagina 1di 4

L’altro in sé

Durante l’infanzia e la prima adolescenza,


la vita di Virgilio Sieni scorre quindi in
questo luogo-non luogo ( Isolotto),
delimitato dagli argini dell’Arno, mentre
Firenze è ancora una meta cui recarsi in
gita raramente e con la scuola.
Virgilio ricorda il ricorrente arrivo, durante
l’estate del circo gratta, a questo circo,
visto durante gli anni 70, egli associa una
memoria malinconica; parlando del
proprio ciclo fiabesco, ritorna infatti sulla
tristezza che alleggia nei piccoli circhi alla
periferia della città, con la loro povertà di
mezzi e la ricchezza di disciplina. che
ricorda anche nel il funambolo del 2002
con cui chiude il percorso fiabesco.
Nell’esperienza giovanile affonda il senso
di un avvicinamento al gesto come
necessità, umana e non solo estetica, per
ritrovarsi, e salvarsi persino, attraverso la
danza, per insegnare a se stesso, prima
che agli altri, non tanto a danzare, quanto
a vedere attraverso i gesti senza orologio
delle persone amate e di quelle
circostanti, gesti di un’ età lontana che la
memoria porta scolpiti nella mente, più di
quanto non si possa consapevolmente
ammettere.
Da una parte c’era dunque l’Isolotto, dove
Sieni viveva durante l’anno, e dall’altra
Poppiano dove abitava la nonna, il corpo
immerso nella natura, in campagna e
nella terra, tra gli alberi e i villi, come in
seguito le figure remote di Cappuccetto
Rosso, riviste e cosi riproposte in percorsi
coreografici nel bosco intorno al 1999.
( fiaba)
Concluso il liceo, Sieni si iscrive alla
Facoltà di Architettura dopo aver avuto
qualche incertezza rispetto alla Facoltà di
Agraria. Al trascorrere del tempo, questa
passione, particolarmente per
l’architettura e per l’urbanistica, permane
e resta come chiave di lettura di buona
parte del suo lavoro sullo spazio.
Come sappiamo Sieni studia Aikido e
yoga, ma è nella danza che trova la sua
dimensione, non mancano però tensioni,
da una parte il suo interesse per il corpo
va verso uno studio non regolato da
codici e dall’altra la ricerca, ad esempio
con Cunningham e la danza classica.
Inizia a studiare danza moderna nella
scuola di Traut Faggioni e da li avvia
definitivamente il suo percorso di danza.
La scuola della Faggioni era influenzata
dagli insegnamenti di Laban e riteneva
che tutti possano danzare o esprimere
l’interiorità attraverso il movimento, porta
in sala lo studio del ritmo secondo
l’esperienza di Jaques Dalcroze ed è
fortemente influenzata da Mary Wigman e
dalla danza espressionista, quindi dalla
ricerca espressiva del gesto. Tutto questo
influenza molto Sieni che non riconosce
alla Faggioni l’insegnamento di un
metodo, quanto più di un’umanità che ha
plasmato il suo corpo e da li in poi per
Sieni la conoscenza passa per la
percezione, attraverso un esperienza
corporea del sentire.
Successivamente Sieni , insieme a Certini
e Corsi entrano a far parte della
compagnia Group-0 di Katie Duck; Sieni si
interroga sulla danza, in particolare
sull’immediatezza dell’azione e il rapporto
fra improvvisazione e composizione.
La collaborazione di Sieni con il Group-0
dura dal 1978-1989 con relative pause e
si muove fra Firenze e Amsterdam.
Si tratta di performance teatrali basate su
processi di improvvisazione, gesti ma
anche passi e movimenti di danza.
Qui studia contact improvvisation con
Steve Paxton, alla base ci sono anche le
concezioni orientali, allo stesso tempo
Sieni non abbandona lo studio della
danza classica ma la vive in maniera
diversa, attraverso i concetti di
allineamento osseo e libertà articolare.
Intatto presso la New School of
Developement conosce Cunningham, in
particolare lo segnano la disarticolazione,
l’isolamento dei movimenti e un linguaggio
che riprende i movimenti accademici con
curve e spirali tipiche della modern dance.

Potrebbero piacerti anche