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Esempi.

Esempi di fasci di rette sono:

λ( x − y + 2) + µ(3x + 4y − 5) = 0

λ(2x + y) + µ(3x − y − 1) = 0.
µ
Come per i fasci di piani anche per i fasci di rette è sufficiente assegnare λµ oppure λ per individuare una
retta del fascio.
Consideriamo il fascio di rette di equazione λ( x − y + 2) + µ(3x + 4y − 5) = 0. Se prendiamo

λ = 2, µ = 1 : 2( x − y + 2) + (3x + 4y − 5) = 0 ⇒ 5x + 2y − 1 = 0

λ = 4, µ = 2 : 4( x − y + 2) + 2(3x + 4y − 5) = 0 ⇒ 10x + 4y − 2 = 0 ⇒ 5x + 2y − 1 = 0.
In tal caso, λµ = 2 e λ = 21 .
µ

Cerchiamo la retta del fascio passante per il punto A = (−2, 1) :

λ(−2 − 1 + 2) + µ(−6 + 4 − 5) = 0 ⇒ −λ − 7µ = 0 ⇒ λ = −7µ.


Prendiamo µ = −1 e λ = 7 e otteniamo la retta cercata

7( x − y + 2) − (3x + 4y − 5) = 0 ⇒ 4x − 11y + 19 = 0.

Dimostrazione. Sappiamo che r : ax 0 + by0 + ct0 = 0, r 0 : a0 x 0 + b0 y0 + c0 t0 = 0 e che il fascio di rette ha


equazione:

λ( ax 0 + by0 + ct0 ) + µ( a0 x 0 + b0 y0 + c0 t0 ) = 0.
Sia P = r ∩ r 0 . È chiaro che tutte le rette del fascio passano per P, perché quando sostituiamo le sue coordinate
nell’equazione del fascio troviamo:

λ·0+µ·0 = 0
per ogni λ, µ ∈ R.
Sia s una retta passante per P e sia Q ∈ s, Q 6= P. Sappiamo che esiste una sola retta t del fascio che passa
per Q. Dunque, per costruzione s passa per P e Q e la retta t passa per Q per costruzione e per P in quanto è una
retta del fascio. Questo vuol dire che le due rette s e t hanno in comune due punti distinti, Q e P. Ciò è possibile
solo se s = t, cioè solo se la retta s è una retta del fascio.
La proposizione è dimostrata.

Osservazione.
v~r · v~s
cos v~r v~s = .
d
|~
vr | · |~vs |

Esempi. Consideriamo le rette:


( (
x − 2y + z − 1 = 0 2x + y + z = 0
r: e s:
3x + 2y − z + 2 = 0 3y − z − 1 = 0.
Vogliamo determinare l’angolo che esse individuano. Per farlo ci servono i loro parametri direttori:
   
1 −2 1 −2 1 1 1 1 −2
⇒ 2 −1 , − 3 −1 , 3 2
= (0, 4, 8) = 4 · (0, 1, 2)
3 2 −1

   
2 1 1 1 1 2 1 2 1
⇒ , − , = (2, 2, −6) = 2 · (1, 1, −3).
0 −3 −1 −3 −1 0 −1 0 −3

Quindi, possiamo dire che (0, 4, 8), e, dunque, (0, 1, 2) sono parametri direttori di r e che (2, 2, −6), e, dunque,
(1, 1, −3), sono parametri direttori di s. Quindi, v~r = ~j + 2~k è un vettore direttivo per r e v~s = ~i + ~j − 3~k. Dunque,

1

0 · 1 + 1 · 1 + 2 · (−3) −5 r 5
b = √
cos rs = √ √ = .

p
12 + 22 · 12 + 12 + (−3)2 5 · 11 11
r
5
b = arccos
Quindi, rs .
11

Esempio. Sono dati il piano π : 2x − 2y + z − 1 = 0 e la retta


(
x−z = 2
r:
y = 3.
Vogliamo determinare l’angolo tra retta e piano. Dato che:
(
x = z+3
y=3

parametri direttori di r sono (1, 0, 1), per cui ~v = ~i + ~k è parallelo a r. Sappiamo che ~n = 2~i − 2~j + ~k è
ortogonale a π. A questo punto:

1 · 2 + 0 · (− 2 ) + 1 · 1 3 2 π π π π
~n = √
cos ~vc √ = √ = ⇒ ~vc
~n = ⇒ rc π= − = .
1+1· 4+4+1 3 2 2 4 2 4 4

√ √ √ √
~r = ~i + 3~j e n~s = 3~i + ~j sono
Esempio. Siano r : x + 3y + 3 = 0 e s : 3x + y − 2 = 0. In tal caso i vettori n
ortogonali, rispettivamente, a r e s. Dunque:
√ √ √ √
1· 3+ 3·1 2 3 3 π π
~d
cos n ~
n
r s = √ √ = = ⇒ n~d~s = ⇒ rs
rn b = .
1+3· 3+1 4 2 6 6

Dimostrazione condizione di perpendicolarità rette nel piano. Siano r : ax + by + c = 0 e s : a0 x + b0 y + c0 = 0


~r = a~i + b~j ⊥ r e n~s = a0~i + b0~j ⊥ s. Abbiamo visto che:
due rette distinte nel piano. Sappiamo che n

~r ⊥ n~s ⇔ n~r · n~s = 0 ⇔ aa0 + bb0 = 0.


r⊥s⇔n
Se b, b0 6= 0, quest’ultima uguaglianza equivale a:

aa0 aa0  a   a0 
+ 1 = 0 ⇔ 0 = −1 ⇔ − · − 0 = −1 ⇔ mm0 = −1.
bb0 bb b b

Esempio. Se A = (2, 1, 1) e B = (−1, −2, 4), allora:


q √ √
AB = (2 + 1)2 + (1 + 2)2 + (1 − 4)2 = 27 = 3 3.

Esempio. Se π : 2x − y + 4z + 5 = 0 e P = (0, 2, −1), allora:

|2 · 0 − 2 + 4 · (−1) + 5| 1
d( P, π ) = p = √ .
2 2
2 + (−1) + 4 2 21

Esempio. Sono dati la retta


(
x−y−2 = 0
r:
x+z−1 = 0
e il punto P0 = (1, 2, 1). Vogliamo calcolare la distanza d( P0 , r ).
PRIMO METODO.
Usiamo la formula. Dobbiamo prendere un punto qualsiasi P1 ∈ r. Possiamo prendere P1 = (0, −2, 1). Il
−−→
vettore P0 P1 ha componenti (0 − 1, −2 − 2, 1 − 1) = (−1, −4, 0). Calcoliamo i parametri direttori di r. Da

2
(
y = x−1
z = −x + 1

√ vediamo che sono (1, 1,~v −1). Dunque, possiamo prendere il vettore ~v di componenti (1, 1, −1), per cui |~
v| =
1 √1 1
3. Questo vuol dire che ~ ha componenti ( , , − ). Quindi:
√ √
|v| 3 3 3


~i ~j ~k


−−→ ~v = √4 ~i − √1 ~k + √4 ~k − √1 ~j = √4 ~i − √1 ~j + √3 ~k = √4 ~i − √1 ~j + 3~k.
= −1 −4 0

P0 P1 ∧
|~v| √1 1

1 3 3 3 3 3 3 3 3 3
−√
3 3 3

Dunque:

1 ~ √ ~
r r
4 16 1 26
d( P0 , r ) =
√ ~i− √ j + 3 k = + +3 = .
3 3 3 3 3
SECONDO METODO.
Possiamo determinare il punto H, che è la proiezione orotognale di P0 su r, per cui altro non è che l’interse-
zione tra il piano π passante per P0 e ortogonale a r e la retta r stessa. Dato che r ha parametri direttori (1, 1, −1)
e che P0 = (1, 2, 1), allora:

π : ( x − 1) + (y − 2) − (z − 1) = 0 ⇒ π : x + y − z − 2 = 0.
Dunque:

5


 x=
3


   

x + y − z − 2 = 0 y = x − 2 3x = 5


   
1

H = π ∩ r: x − y − 2 = 0 ⇒ z = −x + 1 ⇒ y = x−2 ⇒ y=−
    3
x+z−1 = 0 x+x−2+x−1−2 = 0 z = −x + 1
   




z = − 2 ,



3

per cui H = ( 53 , − 13 , − 23 ). Allora:


s
5 2 1 2 2 2
      r r r
4 49 25 78 26
d( P0 , r ) = P0 H = 1− + 2+ + 1+ = + + = = .
3 3 3 9 9 9 9 3

Esercizio. Date le due rette


( (
x−y = 0 x − 2z = 0
r: e s:
z=1 y = 1,
mostrare che le due rette sono sghembe e determinare la retta t incidente r e s e passante per P = (1, 2, −1).
—-


 x−y = 0

z − t = 0


 x − 2z = 0
y−t = 0

Dato che:


1 −1 0 0
0 0 1 −1
= −1 6= 0,

1 0 −2 0
0 1 0 −1

3
le rette sono sghembe (è anche facile verificare che le due rette non sono parallele e non sono incidenti). Per
determinare t dobbiamo trovare:

π1 = piano contenente r e il punto P

π2 = piano contenente s e il punto P

⇒ t = π1 ∩ π2 .
I piani contenenti r hanno equazione:

λ ( x − y ) + µ ( z − 1) = 0
e imponendo il passaggio per P = (1, 2, −1) :

λ(1 − 2) + µ(−1 − 1) = 0 ⇒ −λ − 2µ = 0 ⇒ λ = −2µ.


Prendiamo µ = −1 e λ = 2 :

π1 : 2( x − y) − (z − 1) = 0 ⇒ π1 : 2x − 2y − z + 1 = 0.
I piani contenenti s hanno equazione:

λ( x − 2z) + µ(y − 1) = 0
e imponendo il passaggio per P = (1, 2, −1) :

λ(1 + 2) + µ(2 − 1) = 0 ⇒ 3λ + µ = 0 ⇒ µ = −3λ.


Prendiamo λ = 1 e µ = −3 :

π2 : ( x − 2z) − 3(y − 1) = 0 ⇒ π2 : x − 3y − 2z + 3 = 0.
Dunque:
(
2x − 2y − z + 1 = 0
t = π1 ∩ π2 :
x − 3y − 2z + 3 = 0.

Esercizio. Date le due rette sghembe


( (
x−y = 0 x − 2z = 0
r: e s:
z=1 y = 1,
determinare la retta p ortogonale e incidente sia r che s.
s

r
unica retta ortogonale e incidente r e s

R S

PRIMO MODO.
L’ortogonalità della retta p alle due rette ci fornisce la direzione di p, cioè ci fornisce il suo punto improprio.
Da:
(
x=y
r:
z=1

4
vediamo che r ha parametri direttori (1, 1, 0). Da:

 x = 2t
( 
x = 2z
s: ⇒ y=1
y=1 
z=t

vediamo che s ha parametri direttori (2, 0, 1). Dunque, se la retta p ha parametri direttori (l, m, n), dall’orto-
gonalità con le due rette otteniamo:
( (
l+m = 0 m = −l

2l + n = 0 n = −2l.
Quindi, la retta p ha parametri direttori (1, −1, −2). Questo vuol dire che p ha punto improprio P∞ =
(1, −1, −2, 0). A questo punto la retta p è la retta incidente r e s e passante per P∞ . Quindi, possiamo procedere
come nell’esercizio precedente. Dobbiamo trovare questi due piani:

π1 = piano contenente r e P∞

π2 = piano contenente s e P∞ .
I piani contenenti r hanno equazione:

λ( x − y) + µ(z − 1) = 0.
Dato che P∞ = (1, −1, −2, 0) è improprio, prima di imporre il passaggio occorre scriverne l’equazione in
coordinate omogenee:

λ( x − y) + µ(z − t) = 0

⇒ λ(1 + 1) + µ(−2) = 0 ⇒ λ = µ.
Prendendo λ = µ = 1 abbiamo:

π1 : x − y + z − 1 = 0.
I piani contenenti s hanno equazione:

λ( x − 2z) + µ(y − 1) = 0

⇒ λ( x − 2z) + µ(y − t) = 0

⇒ imponendo il passaggio per P∞ : λ(1 + 4) + µ(−1) = 0 ⇒ µ = 5λ.


Prendendo λ = 1 e µ = 5 abbiamo:

π2 : ( x − 2z) + 5(y − 1) = 0 ⇒ x + 5y − 2z − 5 = 0
(
x−y+z−1 = 0
⇒ p:
x + 5y − 2z − 5 = 0.
SECONDO MODO.
Dato che:
(
x=y
r:
z = 1,
il generico punto di r è R = ( a, a, 1), con a ∈ R. Dato che:
(
x − 2z = 0
s:
y = 1,

5
il generico punto di s è S = (2b, 1, b), con b ∈ R. La retta p cercata è un retta del tipo RS, per qualche a, b ∈ R,
dato che essa è incidente sia r sia s. Vogliamo trovare a, b ∈ R in modo che RS sia ortogonale alle due rette. RS
ha parametri direttori (2b − a, 1 − a, b − 1) e abbiamo visto che r ha parametri direttori (1, 1, 0) e s ha parametri
direttori (2, 0, 1). Dunque, dall’ortogonalità della retta RS con entrambe abbiamo:
7

( ( 
 a=
(2b − a) + (1 − a) = 0 −2a + 2b + 1 = 0

 6
⇒ ⇒
2(2b − a) + (b − 1) = 0 −2a + 5b − 1 = 0
b = 2 .



3
Dunque, p = RS, dove R = ( 76 , 76 , 1) e S = ( 43 , 1, 23 ). Dunque:
4 2 4 2
x− z− x− z−
p: 3 = y−1 = 3 ⇒ 3 = y − 1
= 3
7 4 7 2 1 1 1
− −1 1− −
6 3 6 3 6 6 3
4 2
1 x− 3 z−
3
⇒ moltiplicando per : = y−1 =
6 −1 2
 4 
− x + 3 = y − 1 x + y − 7 = 0

 
⇒ 2 ⇒ p: 3
z− 4

y − 1 =
 3

 2y − z − = 0.
3
2

Esercizio. Date le due rette sghembe


( (
x−y = 0 x − 2z = 0
r: e s:
z=1 y = 1,
calcolare la distanza d(r, s).
PRIMO MODO.
In precedenza abbiamo trovato la retta p ortogonale e incidente r e s e abbiamo trovato i due punti R =
( 67 , 76 , 1) e S = ( 43 , 1, 23 ) che essa ha in comune con le due rette. Allora:
s
7 4 2
2 
2 2
    r r
7 1 1 1 1
d(r, s) = RS = − + −1 + 1− = + + = .
6 3 6 3 36 36 9 6
s

r
retta p

R S

SECONDO MODO.
Se π è il piano contenente r e parallelo a s, allora d(s, π ) = d(r, s).

6
piano π

r
retta p

R S

Dato che:
(
x=y
r:
z = 1,
i piani contenenti r hanno equazione

λ( x − y) + µ(z − 1) = 0 ⇒ λx − λy + µz − µ = 0.

Il vettore di componenti (λ, −λ, µ) è ortogonale al piano. La retta s ha parametri direttori (2, 0, 1), per cui la
retta e il piano sono ortogonali se:

2λ + µ = 0 ⇒ µ = −2λ.
Prendiamo λ = 1 e µ = −2 :

π : x − y − 2z + 2 = 0.
Dato che
(
x − 2z = 0
s:
y=1
e che s k π, la distanza d(s, π ) è pari alla distanza di un qualsiasi punto di s da π. Prendiamo A = (0, 1, 0):

| − 1 + 2| 1
d(r, s) = d(s, π ) = d( A, π ) = √ = √ .
1+1+4 6

Osservazione. Una retta r e un piano π o sono incidenti o sono paralleli. Se sono incidenti
r

allora d(r, π ) = 0. Se sono paralleli


r
d(r, π )

π
allora, preso un qualsiasi punto P ∈ r si ha d(r, π ) = d( P, π ).

7
Esercizio. Sono dati
( (
x + y − 2z + 1 = 0 3x + y − z + 1 = 0
π : 2x − y − 4z − 5 = 0, r : e s:
3x + y − 4 − 1 = 0 4x + y − 2z − 2 = 0.
Calcolare d(r, π ) e d(s, π ).
Calcoliamo i parametri direttori di r:
   
1 1 −2 1 −2 1 −2 1 1
⇒ , − , = (−2, −2, −2).
3 1 −4 1 −4 3 −4 3 1
Quindi, (1, 1, 1) sono parametri direttori di r, per cui v~r = ~i + j + ~k è parallelo a r. Dato che ~n = 2~i − ~j − 4~k è
ortogonale a π e dato che:

v~r · ~n = 2 − 1 − 4 = −3 6= 0,
concludiamo che r e π non sono paralleli. Essi sono, dunque, necessariamente incidenti e si ha d(r, π ) = 0.
Calcoliamo i parametri direttori di s:
   
3 1 −1 1 −1 3 −1 3 1
⇒ 1 −2 , − 4 −2 , 4 1
= (−1, 2, −1, ).
4 1 −2
Quindi, (−1, 2, −1) sono parametri direttori di s, per cui v~s = −~i + 2~j − ~k è parallelo a s. Dato che ~n =
2i − ~j − 4~k è ortogonale a π e dato che:
~

v~s · ~n = −2 − 2 + 4 = 0,
concludiamo che s e π sono paralleli. Per calcolare d(s, π ) dobbiamo prendere un qualsiasi punto di s :
(
3x + y − z = −1
   
3 1 −1 −1 R2 − R1 3 1 −1 −1
s: ⇒ −−−−→
4x + y − 2z = 2 4 1 −2 2 1 0 −1 3
( (
3x + y − z = −1 z = x−3
⇒ ⇒ s:
x−z = 3 y = −2x − 4.
Scegliamo P = (0, −4, −3) ∈ s. Dato che π : 2x − y − 4z − 5 = 0:

|4 + 12 − 5| 11
d(s, π ) = d( P, π ) = √ = √ .
4 + 1 + 16 21

Esercizio. Determinare la retta s passante per il punto P = (1, 2, 1) e parallela a


(
x−y+2 = 0
r:
y + z − 1 = 0.
La retta s è contenuta in due piani paralleli ai piani x − y + 2 = 0 e y + z − 1 = 0 che contengono r. Questo
vuol dire che:
(
x−y+h = 0
s:
y + z + k = 0.
Quando imponiamo il passaggio per P otteniamo:
( (
1−2+h = 0 h=1

2+1+k = 0 k = −3.
Dunque:
(
x−y+1 = 0
s:
y + z − 3 = 0.
ESERCIZI FINO A 1.36.

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