L'OSSERVATORE ROMANO
Via del Pellegrino, 00120 Città del Vaticano
e-mail: ornet@ossrom.va
http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html
Redazione 06 698
83461
06 698
84442
fax 06 698
83675
Sviluppo, diffusione, abbonamenti 06 698
99480
fax 06 698
82818
Ufficio amministrativo 06 698
99489
fax 06 698
85164
Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004
Anno CXLVIII n. 23 (44.763)
Benedetto XVI conclude a San Paolo la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani
Quella barca spinta
dal soffio dello Spirito Santo
La preghiera dei credenti e il soffio
dello Spirito spingono «la barca dell'ecu-
menismo» verso il traguardo dell'unità.
Lo ha detto il Papa nella Basilica di San
Paolo durante la celebrazione dei vespri
di venerdì pomeriggio, 25 gennaio, a
conclusione della Settimana di preghiera
per l'unità dei cristiani.
Cari fratelli e sorelle,
la festa della Conversione di San
Paolo ci pone nuovamente alla pre-
senza di questo grande Apostolo,
scelto da Dio per essere il suo «te-
stimone davanti a tutti gli uomini»
(At 22, 15). Per Saulo di Tarso, il
momento dell'incontro con Cristo
risorto sulla via di Damasco segnò
la svolta decisiva della vita. Si at-
tuò allora la sua completa trasfor-
mazione, una vera e propria con-
versione spirituale. In un istante,
per intervento divino, l'accanito
persecutore della Chiesa di Dio si
ritrovò cieco brancolante nel buio,
ma con nel cuore ormai una gran-
de luce che lo avrebbe portato, di lì
a poco, ad essere un ardente apo-
stolo del Vangelo. La consapevolez-
za che solo la grazia divina aveva
potuto realizzare una simile con-
versione non abbandonò mai Pao-
lo. Quando egli aveva già dato il
meglio di sé, consacrandosi instan-
cabilmente alla predicazione del
Vangelo, scrisse con rinnovato fer-
vore: «Ho faticato più di tutti loro,
non io però, ma la grazia di Dio
che è con me» (1 Cor 15, 10). Infa-
ticabile come se l'opera della mis-
sione dipendesse interamente dai
suoi sforzi, San Paolo fu tuttavia
animato sempre dalla profonda
persuasione che tutta la sua forza
proveniva dalla grazia di Dio ope-
rante in lui.
Questa sera, le parole dell'Apo-
stolo sul rapporto tra sforzo umano
e grazia divina risuonano colme di
un significato del tutto particolare.
A conclusione della Settimana di
Preghiera per l'Unità dei Cristiani,
siamo ancor più coscienti di quan-
to l'opera della ricomposizione del-
l'unità, che richiede ogni nostra
energia e sforzo, sia comunque in-
finitamente superiore alle nostre
possibilità. L'unità con Dio e con i
nostri fratelli e sorelle è un dono
che viene dall'Alto, che scaturisce
dalla comunione d'amore tra Pa-
dre, Figlio e Spirito Santo e che in
essa si accresce e si perfeziona.
Non è in nostro potere decidere
quando o come questa unità si rea-
lizzerà pienamente. Solo Dio potrà
farlo! Come San Paolo, anche noi
riponiamo la nostra speranza e fi-
ducia «nella grazia di Dio che è
con noi». Cari fratelli e sorelle,
questo vuole implorare la preghiera
che insieme eleviamo al Signore,
affinché sia Lui a illuminarci e so-
stenerci nella costante nostra ricer-
ca di unità.
Ed ecco allora assumere il suo
valore più pieno l'esortazione di
Paolo ai cristiani di Tessalonica:
«Pregate continuamente» (1 Ts 5,
17), che è stata scelta come tema
della Settimana di preghiera di
quest'anno. L'Apostolo conosce be-
ne quella comunità nata dalla sua
attività missionaria, e nutre per es-
sa grandi speranze. Ne conosce sia
i meriti che le debolezze. Tra i suoi
membri, infatti, non mancano
comportamenti, atteggiamenti e di-
battiti suscettibili di creare tensioni
e conflitti, e Paolo interviene per
aiutare la comunità a camminare
nell'unità e nella pace. Alla conclu-
sione dell'epistola, con una bontà
quasi paterna, egli aggiunge una
serie di esortazioni molto concrete,
invitando i cristiani a favorire la
partecipazione di tutti, a sostenere
i deboli, ad essere pazienti, a non
rendere male per male ad alcuno,
a cercare sempre il bene, ad essere
sempre lieti e a rendere grazie in
ogni circostanza (cfr 1 Ts 5, 12-22).
Al centro di queste esortazioni, po-
ne l'imperativo «pregate continua-
mente». Gli altri ammonimenti per-
derebbero infatti forza e coerenza,
se non fossero sostenuti dalla pre-
ghiera. L'unità con Dio e con gli
altri si costruisce innanzitutto me-
diante una vita di preghiera, nella
costante ricerca della «volontà di
Dio in Cristo Gesù verso di noi»
(cfr 1 Ts 5, 18).
L'invito rivolto da San Paolo ai
GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO
ABBONAMENTI
VATICANO E ITALIA
Quotidiano . . . . . . . .
L'Osservatore della Domenica .
Cumulativo . . . . . . . .
2 Anni
: 395
—
—
Annuo
: 198
 :  47 
: 240
Semestre
:  99
:  23,50
: 120
ESTERO
Quotidiano . . . . . . . . — $ 515 —
L'Osservatore della Domenica . — $ 125 —
Unicuique suum Non praevalebunt
Copia : 1,00
Copia arretrata : 2,00
Città del Vaticano domenica 27 gennaio 2008
Incontro con Alain Besançon
La falsificazione
del bene
Tessalonicesi è sempre attuale. Da- Quest'anno celebriamo il centesi- a pregare e a fare dono di sé per LUCETTA SCARAFFIA La sua particolare attenzione all'ambi-
vanti alle debolezze ed ai peccati mo anniversario dell'«Ottavario per l'unità dei cristiani, Suor Maria to artistico lo porta a individuare anche
che impediscono ancora la piena l'unità della Chiesa», divenuto in Gabriella si sentì immediatamente Alain Besançon, membro dell'Institut, nell'arte contemporanea, non più figura-
è uno dei più interessanti intellettuali tiva, un evidente odio del mondo e odio
comunione dei cristiani, ognuna di seguito «Settimana di Preghiera per coinvolta e non esitò a dedicare la cattolici francesi: storico della cultura, di sé. «Ormai separata dalla religione e
queste esortazioni ha mantenuto la l'unità dei Cristiani». Cento anni sua giovane esistenza a questa
ha scritto un'analisi molto lucida dell'i- dalla natura, l'arte non ne coglie più la
sua pertinenza, ma ciò è partico- fa, Padre Paul Wattson, all'epoca grande causa. Oggi stesso ricorre il deologia comunista (Le origini intellet- meraviglia. Si diffonde invece l'attrazio-
larmente vero per l'imperativo ancora ministro episcopaliano, venticinquesimo anniversario della tuali del leninismo) e ha studiato la ne per l'orribile, e l'artista stesso diventa
«pregate continuamente». Che cosa ideò un ottavario di preghiera per sua beatificazione da parte del mio scomparsa dell'immagine dell'essere orribile. Questo fenomeno — dice Be-
diventerebbe il movimento ecume- l'unità, che fu celebrato per la pri- predecessore,
Papa
Giovanni
Pao- umano dall'arte contemporanea colle- sançon — non significa solo crisi dell'e-
lo II. Quell'evento ebbe luogo in gandola con la secolarizzazione (L'ima- spressione artistica, ma influenza la sfe-
nico senza la preghiera personale o ma volta a Graymoor (New York) ge interdite). In anni più recenti si è oc-
comune, affinché «tutti siano una dal 18 al 25 gennaio 1908. Questa questa Basilica precisamente il 25 ra morale: il bello ha sempre rappresen-
gennaio 1983, durante la celebra- cupato di rapporti fra la Chiesa e l'islam tato lo splendore del vero, quindi can-
cosa sola, come tu, Padre, sei in sera, è con grande gioia che rivolgo (Trois défis pour l'église) che sono al cellare il bello significa cancellare la ve-
me ed io in te» (Gv 17, 21)? Dove il mio saluto al Ministro Generale zione di chiusura della Settimana centro della sua riflessione anche in rità, dichiarare che non esiste. Falsifica-
di Preghiera per l'Unità. Nella sua
trovare lo «slancio supplementare» e alla delegazione internazionale molti dei saggi che scrive sulla rivista a re quindi la morale dell'arte, poiché og-
di fede, di carità e di speranza di dei Fratelli e delle Sorelle france- omelia, il Servo di Dio ebbe a sot- cui collabora, «Commentaire». In so- gi nel mondo artistico l'idea di bellezza
tolineare i tre elementi su cui si co- stanza, il punto centrale della sua rifles-
cui ha oggi un particolare bisogno scani dell'Atonement, Congregazio- è proibita, tanto che nei suoi confronti
struisce la ricerca dell'unità: la sione è sempre stato il conflitto cultura- si è sviluppata una vera e propria avver-
la nostra ricerca dell'unità? Il no- ne fondata da Padre Paul Wattson le fra la tradizione cristiana cattolica e
stro desiderio di unità non dovreb- e promotrice della sua eredità spiri- conversione, la croce e la preghie- sione».
ra. Su questi tre elementi si fonda- le varie forme di utopia — spesso ag- Come terzo esempio di bene falsifica-
be limitarsi ad occasioni sporadi- tuale. Negli anni trenta del secolo gressive — che le si sono contrapposte, to, Besançon pone l'amore, divenuto un
che, ma divenire parte integrante scorso, l'ottavario di preghiera co- rono anche la vita e la testimo- e insieme anche le relazioni fra cattoli-
sentimento esclusivamente soggettivo, in
nianza di Suor Maria Gabriella. cesimo e religioni diverse come l'islam, cui va perduto il senso del bene dell'al-
L'ecumenismo ha un forte bisogno, ma anche con protestantesimo e orto- tro e che si ferma invece a una esalta-
oggi come ieri, del grande «mona- dossia, in anni contrassegnati da un for- zione del sentimento individuale e sog-
stero invisibile» di cui parlava l'Ab- te processo di secolarizzazione. Una at- gettivo. «Èros non sa più diventare agà-
bé Paul Couturier, di quella vasta tenzione continua al conflitto culturale, pe, l'amore è prostituito al piacere mo-
comunità di cristiani di tutte le quindi, che lo ha portato a riflettere sul mentaneo. Se èros diventa l'unico valore
tradizioni che, senza clamore, pre- concetto di male e sul modo in cui si per giustificare un rapporto, ecco che
gano ed offrono la loro vita affin- presenta nelle società contemporanee. diventa accettabile la coppia dello stesso
In una delle sue opere più acute (La sesso». Secondo Besançon un tratto ca-
ché si realizzi l'unità. falsificazione del bene) ha analizzato la ratteristico della cultura contemporanea
Inoltre, da quarant'anni esatti, le concezione del male in due grandi intel- è l'odio per il mondo, un aspetto centra-
comunità cristiane di tutto il mon- lettuali del Novecento — Orwell e Solo- le dello gnosticismo. Ma, se per gli anti-
do ricevono per la Settimana medi- v'ev — perché «né l'uno né l'altro si ac- chi gnostici questo odio era in qualche
tazioni e preghiere preparate con- contentano della definizione classica modo giustificato dal pensiero che esi-
giuntamente dalla Commissione proposta da Plotino e adottata dalle steva un altro mondo migliore, «vero»,
«Fede e Costituzione» del Consiglio Chiese: il male è una privazione del be- oggi, in assenza di ogni verità, l'odio ri-
Ecumenico delle Chiese e dal Ponti- ne». L'autore si pone nuovamente la do- sulta fine a se stesso.
manda radicale di Solov'ev: «Il male è Un altro esempio di falsificazione —
ficio Consiglio per la Promozione soltanto un'insufficienza naturale, caratteristico questo della democrazia —
dell'Unità dei Cristiani. Questa feli- un'imperfezione che scompare da sola consiste nella sostituzione delle virtù
ce collaborazione ha permesso di con il progresso del bene, oppure è una con i valori. Si è creato così un nuovo
ampliare il vasto circolo di preghie- forza reale che domina il nostro mondo vocabolario, che è entrato anche nella
ra e preparare i suoi contenuti in per mezzo di una seduzione tale che, Chiesa, la quale sembra dimenticare
maniera più adeguata. Questa se- per lottare efficacemente contro di essa che, in una prospettiva cristiana, esisto-
ra, saluto cordialmente il Rev. dobbiamo basarci su un altro ordine del- no solo le virtù, da cercare e coltivare,
Dott. Samuel Kobia, Segretario Ge- la realtà?». Per i due scrittori il male è ben definite teologicamente. I valori, in-
una forza, che cercano di smascherare fatti, sono relativi, hanno un senso solo
nerale del Consiglio Ecumenico del- attraverso una attenta osservazione e all'interno di una specifica cultura, al
le Chiese, che è venuto a Roma per analisi, ed è questo aspetto delle loro contrario delle virtù, che sono valide
di tutta la nostra vita di preghiera. nobbe importanti adattamenti die- unirsi a noi nel centenario della
Sono stati uomini e donne formati tro impulso soprattutto dell'Abbé opere che affascina Besançon. Nella sua ovunque e per tutti. Lo prova il fatto
Settimana di preghiera. Sono lieto casa al centro di Parigi dove ci riceve, che oggi è in corso una falsificazione
nella Parola di Dio e nella preghie- Paul Couturier di Lione, anch'egli per la presenza dei membri del possiamo quindi porgli una domanda
ra gli artigiani della riconciliazione grande promotore dell'ecumenismo dell'idea dei diritti, cioè di quella dimen-
«Gruppo Misto di Lavoro», che sa- difficile, a cui molti preferirebbero non sione che è chiamata a tutelare i valori.
e dell'unità in ogni fase della sto- spirituale. Il suo invito a «pregare luto con affetto. Il Gruppo Misto è dare risposta: come si realizza, oggi, la Besançon sintetizza i diritti fondamentali
ria. È il cammino della preghiera per l'unità della Chiesa così come lo strumento di cooperazione tra la falsificazione del bene? nelle tre formule antiche: neminem le-
che ha aperto la strada al movi- Cristo la vuole e secondo i mezzi «Per prima cosa — ha detto — oggi è
Chiesa cattolica ed il Consiglio dere, honeste vivere, unicuique suum
mento ecumenico, così come lo co- che Lui vuole», permise a cristiani falsificata l'idea stessa di bene attraverso tribuere. Oggi, entrato in crisi il concet-
Ecumenico delle Chiese nella no- la diffusione del relativismo, che equipa- to di diritti naturali, esistono solo i dirit-
nosciamo oggi. A partire dalla me- di tutte le tradizioni di unirsi in stra ricerca comune di unità. E,
tà del XVIII secolo, sono emersi di- una sola preghiera per l'unità. ra tutti i sistemi etici. Questo crea un di- ti del soggetto, sottoposti a continui ri-
come ogni anno, rivolgo il mio sa- sorientamento di base, per cui è poi dif- maneggiamenti e patteggiamenti dal
fatti vari movimenti di rinnova- Rendiamo grazie a Dio per il gran- luto fraterno anche ai vescovi, ai ficile ricostruire le categorie morali. Ca-
momento che si identificano con i desi-
mento spirituale, desiderosi di con- de movimento di preghiera che, da sacerdoti, ai pastori delle diverse tegorie del resto già decostruite nel se- deri di ciascuno.
tribuire per mezzo della preghiera cento anni, accompagna e sostiene
Chiese e Comunità ecclesiali che colo appena trascorso dai totalitarismi: Il rifiuto di riconoscere le radici cri-
alla promozione dell'unità dei cri- i credenti in Cristo nella loro ricer- hanno qui a Roma i loro rappre- anche se oggi nessuno dice apertamente stiane d'Europa dimostrerebbe — dice
stiani. Fin dall'inizio, gruppi di cat- ca di unità. La barca dell'ecumeni- che è bene rubare, mentire o uccidere, i Besançon — il riemergere di una ten-
sentanti. La vostra partecipazione a sistemi totalitari hanno dimostrato che
tolici, animati da personalità reli- smo non sarebbe mai uscita dal questa preghiera è espressione tan- denza che ricorda i marcioniti, i quali,
giose di spicco, hanno partecipato porto se non fosse stata mossa da questo non solo era bene, ma in certe come si sa, rifiutavano le radici ebraiche
gibile dei legami che ci uniscono in circostanze definite dal regime era addi- del cristianesimo. Un pensiero che ha
attivamente a simili iniziative. La quest'ampia corrente di preghiera e Cristo Gesù: «Perché dove sono due
preghiera per l'unità è stata soste- spinta
dal
soffio
dello Spirito Santo. rittura un dovere. Certo, i grandi totali- trovato dei seguaci a suo tempo nei pro-
o tre riuniti nel mio nome, io sono tarismi sono caduti, ma la distruzione testanti, anche in quelli liberali, i quali
nuta anche da miei venerati Prede- Congiuntamente alla Settimana in mezzo a loro» (Mt 18, 20). morale che essi hanno seminato nell'ani- hanno rifiutato ogni rapporto del cristia-
cessori, come Papa Leone XIII, il di preghiera, molte comunità reli- mo umano è ancora in atto, e continua
In questa storica Basilica, il 28 nesimo con la cultura classica. I cattoli-
quale, già nel 1895, raccomandava giose e monastiche hanno invitato giugno prossimo, si aprirà l'anno a diffondersi». ci, invece, riconoscono ogni apporto,
l'introduzione di una novena di ed aiutato i loro membri a «pregare anche quello pagano, come parte della
consacrato alla testimonianza e al-
preghiera per l'unità dei cristiani. continuamente» per l'unità dei cri- l'insegnamento dell'apostolo Paolo. propria vicenda culturale, come ha ri-
Questi sforzi, compiuti secondo le stiani. In questa occasione che ci cordato Benedetto XVI nel discorso di
Che il suo instancabile fervore nel Ricordi, riflessioni, testimonianze Ratisbona.
possibilità della Chiesa del tempo, vede riuniti, ricordiamo in partico- costruire il Corpo di Cristo nell'uni-
intendevano attuare la preghiera lare la vita e la testimonianza di Alla domanda quali tratti abbia oggi
tà ci aiuti a pregare incessante-
pronunciata da Gesù stesso nel Ce- Suor Maria Gabriella dell'Unità mente per la piena unità di tutti i La Giornata la figura dell'Anticristo — presenza sim-
bolica forte nella cultura russa e centra-
nacolo «perché tutti siano una cosa (1914-1936), suora trappista del mo-
sola» (Gv 17, 21). Non esiste pertan- nastero di Grottaferrata (attual-
cristiani!
 Amen! della memoria le nella riflessione di Solov'ev — Besan-
çon ricorda che l'Anticristo è una per-
to un ecumenismo genuino che mente a Vitorchiano). Quando la versa forma di imitazione del cristianesi-
non affondi le sue radici nella pre- sua superiora, incoraggiata dall'Ab- A pagina 7 gli indirizzi d'omaggio A pagina 5 articoli di Cristiana Dobner, mo, che egli ritrova nel moderno uma-
ghiera. bé Paul Couturier, invitò le sorelle del cardinale Kasper e del pastore Kobia Gaetano Vallini e Grazia Loparco nitarismo, il quale arriva ad allargare la
sua «pietà» anche agli animali, a cui al-
cuni propongono di estendere i diritti.
L'Anticristo è sempre presente nella no-
stra società perché la realizzazione del
Il Papa alla Rota Romana: NOSTRE INFORMAZIONI cristianesimo è sempre imperfetta e
dunque criticabile; due date fondamen-
tali vengono proposte così alla nostra ri-
una giustizia Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in
udienza Sua Eccellenza Reverendissima Monsi-
minentissimo Signor Cardinale Leonardo San-
dri, Prefetto della Congregazione per le Chiese
flessione: il 1789, con l'affermarsi della
pretesa di realizzare l'eguaglianza socia-
per tutta la Chiesa gnor Henryk Józef Nowacki, Arcivescovo tito- Orientali. le e materiale, e il 1968, che pretende
invece di imporre a tutti una svolta eti-
lare di Blera, Nunzio Apostolico in Nicaragua. . . ca, cioè il soggettivismo. In entrambi i
Prudenza, saggezza giuridica, interpretazione comune
. . casi si tratta delle forme diverse che as-
Il Santo Padre ha nominato Membri della
delle leggi della Chiesa attraverso il costante riferimento Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in Congregazione per le Chiese Orientali gli Emi- sume l'utopia dell'uguaglianza — se sa-
agli interventi del magistero ecclesiastico sulle questioni remo tutti uguali saremo felici — che si
udienza Sua Eccellenza Reverendissima Monsi- nentissimi Signori Cardinali Roger Michael propone di portare a termine un percor-
giuridiche matrimoniali, «compresi i discorsi del Romano gnor Antoni Stankiewicz, Vescovo titolare di Mahony e Edward Michael Egan. so in cui il cristianesimo avrebbe fallito.
Pontefice alla Rota Romana». È quanto ha raccomandato Novapietra, Decano del Tribunale della Rota . . Alla conclusione del nostro incontro,
Benedetto XVI ricevendo questa mattina, sabato 26, nella Romana. è inevitabile una domanda sulla condi-
Il Sommo Pontefice ha nominato Consultore
sala Clementina, i membri del tribunale della Rota Romana . . zione attuale della Chiesa cattolica e in
in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2008. del Pontificio Consiglio per la Famiglia il Reve- particolare del cattolicesimo in Francia.
Dopo aver sottolineato la rilevanza giuridica che le decisio- Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in rendo Monsignor Francesco Di Felice, del Cle- Besançon lamenta l'isolamento in cui si
ni della Rota assumono, anche oltre l'ambito immediato udienza il Collegio dei Prelati Uditori del Tribu- ro della Diocesi di Teramo-Atri (Italia). sono rinchiusi i membri più elevati del
delle cause in cui vengono emesse interessando in qualche nale della Rota Romana. . . clero, che si difendono così dall'irrile-
modo l'intera società, il Papa ha richiamato la necessità di . . vanza a cui li costringe la società in cui
Il Santo Padre ha nominato Nunzio Apostoli- vivono. «I vescovi sono considerati dei
«creare un clima di fiducia nell'operato dei tribunali» evi- Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in co in Svezia, Danimarca, Finlandia, Islanda e buoni uomini, ma un po' dei poveretti,
tando «l'arbitrarietà dei criteri soggettivi». Un principio va-
udienza il Reverendissimo Padre Adolfo Nico- Norvegia Sua Eccellenza Reverendissima Mon- e nessuno sembra interessato a conosce-
lido tanto più per i tribunali ecclesiastici. «Anzi — ha ag- lás, Preposito Generale della Compagnia di Ge- signor Emil Paul Tscherrig, Arcivescovo titolare re la loro opinione». Ma questa situazio-
giunto il Papa —, siccome i processi canonici riguardano ne di larvato disprezzo che vivono i cri-
sù. di Voli, finora Nunzio Apostolico in Corea e in stiani, non è solo negativa: «Una mode-
gli aspetti giuridici dei beni salvifici o di altri beni tempora- . . Mongolia.
li che servono alla missione della Chiesa, l'esigenza di unità rata persecuzione — dice — serve a mi-
. . gliorare il popolo cristiano, a suscitare
nei criteri essenziali di giustizia e la necessità di poter pre- Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in forze nuove di risposta e di intervento,
udienza Sua Eccellenza il Signor Carlo Luis
vedere ragionevolmente il senso delle decisioni giudiziarie, Nomina di Vescovo Ausiliare soprattutto fra i laici». Nonostante il suo
diventa un bene ecclesiale pubblico di particolare rilievo Custer, Ambasciatore di Argentina, in visita di pessimismo, Besançon pensa infatti che
per la vita interna del Popolo di Dio e per la sua testimo- congedo. Il Santo Padre ha nominato Vescovo Ausilia- le uniche forze in grado di contrastare
nianza istituzionale nel mondo». . . re di České Budějovice (Repubblica Ceca) Sua questo processo di «falsificazione del be-
Eccellenza Reverendissima Monsignor Pavel ne» che sembra pervadere la cultura oc-
Il Santo Padre ha nominato Membro della Posád, finora Vescovo di Litoměřice, assegnan- cidentale sono la natura e la Chiesa, at-
A pagina 8 Congregazione per la Dottrina della Fede l'E- dogli la Sede titolare vescovile di Ptuj. traverso la quale agisce lo
Spirito Santo.
pagina 2
La Russia ribadisce l'opposizione alla dichiarazione unilaterale d'indipendenza
L'Onu avverte: pericoloso
lo stallo sullo status del Kosovo
LUBIANA, 26.
Secondo il Segretario generale dell’O-
nu Ban Ki-moon, il perdurare di un im-
passe sullo status del Kosovo potrebbe
condurre «la situazione sul terreno a
prendere una piega pericolosa». Al ter-
mine della visita condotta ieri in Slove-
nia, che ha la presidenza di turno seme-
strale dell'Ue, Ban Ki-moon ha tenuto
una conferenza stampa congiunta con il
primo ministro sloveno Janez Jansa, a
Brdo pri Kranju, presso la capitale Lu-
biana. Rispondendo alle domande dei
giornalisti presenti, Ban Ki-moon ha ri-
fiutato di pronunciarsi sui progetti del-
l'Unione Europea, riaffermando comun-
que il ruolo dell'Onu nella vicenda e ri-
cordando il proprio «dovere di preserva-
re la pace e la stabilità nella regione».
Da Bruxelles, intanto, fonti dell'Unio-
ne Europea citate concordemente, seb-
bene in modo anonimo, dalle agenzie di
stampa internazionali hanno anticipato
che nella riunione di lunedì prossimo i
ministri
degli Esteri dell’Ue manderan-
no «un segnale positivo» alla Serbia, ac-
celerando sull’Accordo di associazione e
stabilizzazione (Asa), primo passo verso
l’adesione all’Ue, mentre si asterranno
da nuove decisioni sulla prevista missio-
ne europea in Kosovo.
Come noto, dopo incontri a Bruxelles
ieri e l'altro ieri con i rappresentati del-
l'Ue e della Nato, il primo ministro ko-
sovaro Hashim Thaci aveva dichiarato
che la proclamazione dell’indipendenza
«è questione di giorni», aggiungendo che
la sua tempistica sarà definita insieme
con gli Stati Uniti e con l'Unione Euro-
pea.
Da parte sua, la Russia ha ribadito
ancora ieri la sua ferma opposizione ad
ogni riconoscimento internazionale della
secessione del Kosovo. Ricevendo ieri a
Mosca il presidente e il primo ministro
serbi, Boris Tadic e Vojislav Kostunica,
il presidente russo Vladimir Putin ha
Il Cremlino
espelle
un diplomatico
della Lettonia
MOSCA, 26.
Come previsto, la Russia ha espulso
ieri un diplomatico lettone in seguito al-
l’espulsione, annunciata da Riga lunedì
scorso, di un diplomatico russo definito
«una minaccia alla sicurezza nazionale».
Lo ha annunciato in una nota il ministe-
ro degli Esteri di Mosca, secondo cui il
funzionario dell’ambasciata lettone in
Russia, è stato definito «persona non
grata». All'ambasciatore della Lettonia a
Mosca, convocato presso il ministero
degli Esteri, è stato detto che il funzio-
nario «dovrà lasciare il Paese entro due
giorni per attività incompatibili con il
suo status di diplomatico».
Nei giorni scorsi, Mosca aveva prean-
nunciato rappresaglia per l’espulsione
del proprio diplomatico considerato
«una minaccia alla sicurezza nazionale»,
che in gergo significa responsabile di at-
tività di spionaggio. «Stiamo analizzando
le circostanze relative a questo provvedi-
mento non amichevole e ci riserviamo il
diritto di reagire con le misure appro-
priate — aveva detto il portavoce del
ministero degli Esteri russo, Mikhail Ka-
mynin —. Siamo perplessi per la deci-
sione delle autorità lettoni di dichiarare
un impiegato dell’ambasciata russa a Ri-
ga persona non grata».
Le relazioni tra Riga e Mosca sono da
tempo ai ferri corti, a causa delle accuse
di discriminazione nei confronti della
minoranza russa in Lettonia e del taglio
delle forniture di petrolio alla Repubbli-
ca baltica, che fa parte della Nato.
GIOVANNI MARIA VIAN
direttore responsabile
Carlo Di Cicco, vicedirettore
Antonio Chilà, redattore capo
Piero Di Domenicantonio, redattore capo grafico
Tipografia Vaticana
Editrice «L'Osservatore Romano»
don Elio Torrigiani S.D.B., direttore generale
Segreteria di redazione:
telefono 06 698
83461
06 698
84442
fax 06 698
83675
Gaetano Vallini, segretario di redazione
Servizio fotografico:
telefono 06 698
84797
fax 06 698
84998
e-mail: photo@ossrom.va
www.photo.va
Publicinque S.r.l.
Concessionaria di Pubblicità
Sede centrale: 10141 Torino, via Fattori 3/C
telefono 011 3350411  fax 011 3828355
e-mail: torino@publicinque.it
www.publicinque.it
Milano, via M. Macchi 52
telefono 02 6695279  fax 02 6695281
e-mail: milano@publicinque.it
Roma, via San Gennaro 157  telefono 06 8800846
Necrologie: segreteria di redazione
telefono 06 698
83461  fax 06 698
83675
Aziende promotrici della diffusione de
«L'Osservatore Romano»
Banca Intesa
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
Banca popolare dell'Emilia Romagna
Advenia
Banca Carige
Ban Ki-moon
in visita in Slovenia
non si pronuncia
sui progetti dell'Ue
e riafferma il dovere
delle Nazioni Unite
di preservare la pace
«confermato, ancora una volta», che «la
Russia è categoricamente contraria ad
una proclamazione di indipendenza uni-
laterale da parte del Kosovo».
Secondo Putin, «questo passo potreb-
be seriamente danneggiare l’intero siste-
ma del diritto internazionale ed avere
implicazioni negative tanto per i Balcani
quanto per la stabilità in altre regioni
del mondo».
Il presidente russo ha sostenuto che
sul Kosovo non esistono «alternative ra-
gionevoli» a quella di una soluzione ne-
goziata tra le parti interessate nel conte-
sto delle Nazioni Unite. «Vediamo che la
posizione russa su questa questione vie-
ne anche sostenuta da quei politici in
Europa che — malgrado le pressioni po-
litiche dell’alleanza, prima di tutto natu-
ralmente all’interno degli organismi del-
la Nato — dimostrano coraggio politico
ed indipendenza di giudizio e seguendo
le migliori tradizioni della cultura politi-
ca europea, stanno cercando di estende-
re i principi della democrazia e della
giustizia alla sfera internazionale», ha
detto ancora Putin.
Durante la loro visita a Mosca, Tadic
e Kostunica hanno anche firmato un ac-
cordo nel settore energetico che il Cre-
mlino ha definito di partnership strategi-
ca. L’intesa prevede l’acquisto, da parte
della Gazprom russa, per quattrocento
milioni di euro, del 51 per cento dell’a-
zienda petrolifera di stato serbo, la Nis,
e la partecipazione della Serbia al ga-
sdotto South Stream.
In segno di protesta contro l'ipotesi di un ingresso del Paese nella Nato
L'opposizione in Ucraina
blocca i lavori del Parlamento
KIEV, 26.
L'opposizione filorusso in Ucraina,
uscita sconfitta dalle elezioni legislative
dello scorso settembre, ha bloccato ieri i
lavori del Parlamento e organizzato una
serie di manifestazioni nel centro di
Kiev contro la decisione delle autorità
ucraine di domandare ufficialmente che
il Paese sia accolto nel piano di azione
per diventare membro dell'Alleanza
Atlantica nel vertice della Nato di Buca-
rest in programma ad aprile.
Una ventina di deputati filorussi del
partito delle regioni dell'ex premier Vi-
ktor Ianukovic hanno bloccato, secondo
i media ucraini, la tribuna parlamentare
per impedire al presidente dell'Assem-
blea, Arseny Yatsenyuk, di prendere il
suo posto e aprire la seduta. Inoltre,
centinaia di militanti filorussi, riuniti da
un appello dell'opposizione, hanno ma-
nifestato davanti al Parlamento e al pa-
lazzo presidenziale, come ha riferito un
giornalista dell'agenzia Afp.
Il presidente ucraino, Viktor Yushen-
ko, il primo ministro, Yulia Tymoshen-
ko, e il presidente del Parlamento, han-
no recentemente chiesto, in una lettera
congiunta all'Alleanza Atlantica, che
Kiev sia accolta nel piano di azione della
Nato (Membership action plan, Map),
ultima tappa prima dell'adesione.
All'inizio della settimana, proprio per
evitare le preannunciate proteste, il pre-
mier ucraino, Yulia Tymoshenko aveva
sostenuto che non c'era motivo di criti-
Al forum di Davos Ban Ki-moon chiede
nuovo slancio nella lotta contro la miseria
BERNA, 26.
Il Segretario generale dell'Onu Ban
Ki-moon ha presentato ieri, intervenen-
do al World Economic Forum (Wef), in
corso a Davos, in Svizzera, un preoccu-
pato bilancio dei ritardi nell'impegno in-
ternazionale per conseguire gli Obiettivi
di sviluppo del millennio per ridurre la
fame, le malattie, la miseria e il sottosvi-
luppo. «È inaccettabile che nel mondo
la malaria continui ad uccidere un bam-
bino ogni trenta secondi. Troppi Paesi
sono rimasti indietro nella lotta contro
la povertà. Abbiamo bisogno di idee
nuove, di un nuovo approccio».
Dal forum di Davos, che riunisce ogni
anno politici ed economisti e che costi-
tuisce uno dei capisaldi del pensiero
economico liberista, Ban Ki-moon ha
lanciato un forte appello alla solidarietà
internazionale, chiedendo anche al set-
tore privato di fare la sua parte. «Il 2008
deve essere l’anno dell’azione», ha detto
Ban
Ki-moon,
ricordano i solenni im-
pegni sottoscritti dagli Stati membri del-
l’Onu nel 2000 e soprattutto i Millen-
nium Devolpment Goals (Mdg, gli Obiet-
tivi di sviluppo del millennio), otto tra-
guardi da conseguire entro il 2015 per
sconfiggere la povertà estrema, la fame,
L'OSSERVATORE ROMANO
Per evitare le proteste
il premier
aveva annunciato
che l'adesione
all'Alleanza Atlantica
sarà decisa
con un referendum
care la scelta di Kiev di raggiungere la
Nato perché «tale decisione sarà presa
tramite referendum». Secondo l'ex lea-
der della rivoluzione arancione — che
nel 2004 ha portato al potere la coalizio-
ne filo occidentale — «non dovrebbero
esserci contrasti in relazione a ciò, per-
ché non ci sono differenze nella posizio-
ne delle varie forze politiche sull'adesio-
ne alla Nato». «Sia l'Ucraina che la Rus-
sia cooperano con la Nato» aveva ag-
giunto il premier Tymoshenko.
Ma la Russia aveva lanciato un moni-
to a Kiev contro un eventuale ingresso
nella Nato: «La possibile integrazione
dell'Ucraina nella Nato complicherà se-
riamente le multiforme relazioni russo-
ucraine» era stato detto in un comunica-
to del ministero degli Esteri russo, ripor-
tato dall'agenzia Interfax. «Si ha l'im-
pressione che l'attuale leadership ucrai-
na veda il raggiungimento della Nato co-
me un'alternativa alle relazioni di buon
vicinato con la Federazione russa».
A riprova di questo monito, la Duma
di Stato (la Camera bassa del Parlamen-
le malattie e per raggiungere l’istruzione
primaria universale.
Tutti gli indicatori dell'Onu mostrano
che con l'attuale tendenza tali obiettivi
sono destinati a fallire. Il premier britan-
nico Gordon Brown, intervenendo a sua
volta, ha detto che al ritmo attuale di
impegni e di risorse destinate alla coo-
perazione allo sviluppo, il mondo rag-
giungerà il traguardo di ridurre dei tre
quarti la mortalità infantile nel 2050 e
solo nel 2115 sarà raggiunto l’obiettivo
dell’istruzione primaria universale. «Ma
non possiamo chiedere ai bambini di
aspettare ancora un secolo», ha insistito
Brown annunciando l’organizzazione di
un incontro in maggio a Londra per
coinvolgere il settore privato in più effi-
caci progetti di sviluppo.
Brown ha anche avanzato la proposta
di trasformare strutture come il Fondo
monetario internazionale (Fmi) o la
Banca mondiale in istituzioni mirate a
problemi reali come i mercati, ma an-
che l’energia e l’ambiente e di costituire
un organismo di «rapida risposta» quan-
do ci sono Paesi in difficoltà e da far
funzionare come un sistema di allerta
rapido per l’economia mondiale, preve-
dendo anche meccanismi anticrisi in
to russo) ha approvato ieri, così come
richiesto dal Governo, la cancellazione
del trattato bilaterale fra Mosca e Kiev
per il sistema di difesa antimissile e il
controllo dello spazio esterno. Questo si-
gnifica, che la Federazione russa non
utilizzerà più le basi radar di Mukache-
vo e Sebastopoli condivise dal 1997.
La decisione è stata presa, ha affer-
mato il vice ministro della Difesa russo,
Nikolai Pankov, nel suo intervento alla
Duma, dopo che l’Ucraina aveva di fat-
to cessato la sua cooperazione con Mo-
sca perché «sempre più orientata a inte-
grare i suoi sistemi con la Nato». Il futu-
ro impiego dei siti ucraini «rischia di
mettere a rischio la sicurezza della Rus-
sia a causa di possibili fughe di informa-
zioni a Paesi terzi», ha aggiunto Pankov.
Secondo
gli
accordi bilaterali sottoscrit-
ti fra i due Paesi, la Russia ha il diritto
di usare le basi facendosi carico di tutte
le spese per rendere operativi dei siti,
pari a 4 milioni di dollari l’anno, mentre
l’Ucraina copre i costi di manutenzione.
Intanto, è stato raggiunto l'accordo
per l'ingresso dell'Ucraina nell'Organiz-
zazione mondiale del commercio (Wto).
Lo ha reso noto la Wto precisando che
l'intesa dovrà essere ratificata entro il 5
febbraio quando si riunirà il Consiglio
dell'organizzazione. «Siamo nella posi-
zione di ottenere consenso all'interno
del Wto sull'ingresso dell'Ucraina nel
prossimo Consiglio generale», ha sottoli-
neato la Commissione dell'Unione Euro-
pea in una nota diffusa a Bruxelles.
grado di intervenire realmente nelle crisi
come quella attuale sui mercati.
In un cambiamento di tendenza ha
detto di credere anche uno dei principa-
li protagonisti dell'economia mondiale, il
presidente della compagnia informatica
Microsoft, Bill Gates, che a Davos ha
lanciato un’iniziativa per un nuovo «ca-
pitalismo creativo» in grado di risponde-
re anche ai bisogni dei più poveri.
Al forum di Davos ieri il confronto si
è incentrato sulle questione dell'energia
e dell'ambiente. I rappresentanti dei
principali Paesi consumatori di petrolio,
come Stati Uniti, Giappone e Gran Bre-
tagna, hanno confermato forte preoccu-
pazione per l’alto livello dei prezzi, men-
tre il ministro iracheno del petrolio,
Hussein al Shahristani, ha annunciato
l’intenzione del suo Governo di aumen-
tare la produzione di petrolio nel 2008 a
3,7 milioni di barili al giorno. Da parte
sua, il ministro dell’Energia del Qatar,
Abdullah bin Hamad al Attiyah, ha ri-
lanciato il progetto di creare un'organiz-
zazione dei produttori di Gas sul tipo
dell'Opec (quella dei Paesi produttori di
petrolio), spiegando che potrebbe essere
discusso in giugno nella riunione a Mo-
sca dei Paesi esportatori di petrolio.
Cruenti disordini nella città occidentale di Nakuru
In Kenya non si placa
la violenza
BRUXELLES, 26.
Non si allenta la morsa delle violenze
che stringe il Kenya dopo le elezioni del
27 dicembre scorso e la proclamazione
della rielezione alla presidenza di Mwai
Kibaki, considerata frutto di brogli dal-
l'opposizione guidata da Raila Odinga.
Giovedì si era prospettata una soluzione
negoziata alla crisi, con impegni in que-
sto senso assunti da Kibaki e da Odinga
con l'ex Segretario generale dell'Onu
Kofi Annan, che sta guidando per inca-
rico dell'Unione africana una missione
di mediazione di un gruppo di eminenti
personalità africane. Poche ore dopo
l'incontro con Kofi Annan, il primo tra
Kibaki e Odinga dopo le elezioni, le ten-
sioni si sono però ulteriormente inaspri-
te e nuove e cruente violenze si sono ve-
rificate, soprattutto nell'ovest del Paese,
dove fonti ufficiali hanno riferito ieri
dell'uccisione di quindici persone.
Uomini armati di machete hanno al-
zato questa mattina barricate a Nakuru,
nella Valle del Rift, dove ieri la polizia
aveva imposto il coprifuoco. Uno dei
blocchi, sulla strada che porta a Nairobi
e che ha impedito totalmente la circola-
zione dei mezzi, è stato rapidamente
smantellato dalle forze dell’ordine. Testi-
moni hanno affermato di aver visto un
uomo morto lungo una strada non lon-
tano dalle barricate nei pressi della ba-
raccopoli di Kaptembwa dove ieri sono
state bruciate decine di abitazioni.
Nel frattempo, è stata diffusa la bozza
di un documento che i ministri degli
Esteri dell'Unione Europea si accingono
a sottoscrivere nella loro riunione di do-
podomani a Bruxelles. Vi si afferma che
l'assenza di una soluzione politica «dura-
tura e basata sul consenso» in Kenya
avrebbe un impatto sull’impegno dei do-
natori e sulle relazioni con l’Unione Eu-
ropea, che segue la vicenda con «grande
preoccupazione». L'Ue prenderà decisio-
ni a seconda dell’evolversi della situazio-
ne nel Paese africano e anche dell’impe-
gno dei dirigenti politici kenyani per
Le milizie islamiche
attaccano
una base
dell'aviazione somala
MOGADISCIO, 26.
I miliziani somali delle corti islamiche
hanno attaccato ieri il più grande cam-
po di aviazione militare, quello di Bale-
dogle, a circa cento chilometri a ovest
della capitale Mogadiscio, facendo raz-
zia di armi, secondo quanto riferito da
testimoni alle agenzie di stampa interna-
zionali e poi rivendicato da un coman-
dante islamico locale, Muktar Ali Ro-
bow, che guida la milizia al Shabab.
Robow, contattato da radio Shabelle,
una delle principali emittenti somale, ha
aggiunto che le sue forze durante il raid
hanno catturato dieci soldati dell'eserci-
to del Governo nazionale di transizione.
«Abbiamo preso il controllo dell’aero-
porto di Baledogle, abbiamo fatto rifor-
nimento di armi ed abbiamo anche cat-
turato dei soldati somali che poi abbia-
mo rilasciato», ha detto Robow a Radio
Shabelle.
Secondo testimonianze di residenti sul
posto riferite dalle agenzie di stampa, i
combattenti islamici hanno preso il con-
trollo del campo di aviazione, uccidendo
tre soldati prima di fare irruzione in due
armerie, saccheggiarle e poi darsi alla
fuga.
La notizia non è stata commentata
dal Governo di transizione nazionale so-
malo le cui truppe, appoggiate da forze
inviate dall'Etiopia, sono quotidiana-
mente impegnate a fronteggiare la guer-
riglia da quando, all’inizio dello scorso
anno, hanno sottratto la capitale Moga-
discio al controllo delle milizie delle cor-
ti islamiche.
Al dibattito a Davos è intervenuto ieri
anche Pascal Lamy, il direttore generale
della Wto, l'organizzazione mondiale del
commercio, il quale ha sostenuto che
una liberalizzazione degli scambi inter-
nazionali consentirebbe di scartare i ri-
schi di protezionismo che potrebbero
derivare dalla crisi finanziaria e da un’e-
ventuale recessione. A margine del fo-
rum, oggi è in programma un incontro
informale tra i ministri del Commercio
dei principali protagonisti dei negoziati
della Wto, quali il commissario europeo
Peter Mandelson, il segretario al Com-
mercio Usa Susan Schwab, i ministri
brasiliano, Celso Amori, e indiano, Ka-
mal Nath. Lamy ha precisato che non si
tratta di negoziati, ma di una riunione
per fare il punto sul cosiddetto Doha
round, il ciclo di trattative lanciate nel
2001 appunto a Doha, la capitale del
Qatar, per ridurre le barriere al com-
mercio nei settori dell’agricoltura, dei
beni industriali e dei servizi. Il Doha
round avrebbe dovuto concludersi nel
2004, ma divergenze tra Paesi sviluppati
e in via di sviluppo sull’entità dei tagli
agli aiuti agricoli e alle tariffe per l’ac-
cesso dei beni industriali hanno bloccato
finora un’intesa.
domenica 27 gennaio 2008
una soluzione politica «duratura». L’Ue,
si legge ancora nella bozza, in ogni caso
reitera il suo impegno per affrontare le
necessità umanitarie e si dice pronta a
mettere a disposizione «aiuti di altro ge-
nere al momento opportuno».
La scorsa settimana il Parlamento eu-
ropeo aveva chiesto il blocco di ulteriori
fondi al Governo di Mwai Kibaki «fino a
quando non si sarà trovata una soluzio-
ne politica dell'attuale crisi». Il Parla-
mento aveva espresso rammarico per il
fatto che oltre quaranta milioni di euro
in aiuti siano stati sbloccati all’indomani
delle elezioni presidenziali, i cui risultati
giudica «non credibili a causa delle dif-
fuse segnalazioni di irregolarità». Per il
periodo 2008-2013 il fondo europeo per
lo sviluppo prevede stanziamenti per il
Kenya per 383 milioni di euro.
Si terranno
il 29 marzo
le elezioni
in Zimbabwe
HARARE, 26.
Si svolgeranno il prossimo 29 marzo
le elezioni presidenziali e legislative in
Zimbabwe. Lo ha annunciato ieri il pre-
sidente Robert Mugabe, che si presente-
rà per il sesto mandato consecutivo.
Il parlamento, secondo quanto annun-
ciato in un decreto presidenziale, verrà
sciolto alla vigilia dello scrutinio. Il pre-
sidente Mugabe, 83 anni, al potere dal-
l’indipendenza dalla Gran Bretagna nel
1980, si presenterà per un altro mandato
della durata di cinque anni. «In virtù dei
poteri conferiti al presidente, proclamo
lo scioglimento del parlamento per la
mezzanotte del 28 marzo 2008 e fisso a
sabato 29 la data dello scrutinio», si leg-
ge nel comunicato rilasciato dal capo
dello Stato. Mugabe era stato scelto co-
me candidato presidenziale dal suo par-
tito nel dicembre scorso durante il con-
gresso annuale dello Zanu-Pf.
L’opposizione, guidata da Morgan
Tsvangirai, leader del Movimento per il
cambiamento democratico (Mdc), ha
definito la decisione di Mugabe «un atto
di follia e di arroganza». «Il nostro mes-
saggio è chiaro: vogliamo le elezioni»,
ha dichiarato Tsvangirai. «Ma vogliamo
anche nuove liste elettorali — ha ag-
giunto — e una commissione elettorale
indipendente».
Secondo il portavoce dell’Mdc, Nel-
son Chamisa, la decisione di Mugabe —
il più vecchio capo di Stato del conti-
nente africano — costituisce anche un
affronto agli sforzi regionali di mediazio-
ne tra il Governo e l’opposizione. Pro-
prio per questo l’Mdc minaccia di boi-
cottare il voto se Mugabe e il partito al
potere, l’Unione nazionale africana dello
Zimbabwe-Fronte patriottico (Zanu-Pf),
continueranno
ad
ignorare
le
sue ri-
chieste. Da anni, ormai, il Paese è se-
gnato dalla violenza politica. Come rife-
risce la France Presse, numerosi mem-
bri dell'Mdc — tra cui lo stesso Tsvangi-
rai — sono stati picchiati dalle forze del-
l'ordine nel corso di una manifestazione
di protesta non autorizzata.
Come sottolineano gli analisti, queste
elezioni si svolgono in un Paese in piena
depressione, segnato da una forte infla-
zione e da un tasso di disoccupazione
che raggiunge l'80 per cento della popo-
lazione. Situazione, questa, aggravata
dalle sanzioni imposte al Governo da
Unione Europea e Stati Uniti. Se le di-
plomazie di gran parte dei Paesi del
mondo attribuiscono la crisi alla riforma
agraria lanciata nel 2000, in un clima di
persecuzione e violenza, Mugabe ha tut-
tavia sempre rifiutato qualsiasi responsa-
bilità.
Il Sudafrica
alle prese
con la crisi energetica
CITTÀ DEL CAPO, 26.
Il Governo sudafricano ha dichiarato
lo stato d’emergenza nazionale a causa
della scarsità di elettricità che ha colpito
il Paese provocando la paralisi delle mi-
niere d’oro, prima risorsa economica.
L’Esecutivo ha inoltre informato che al-
zerà i prezzi delle tariffe dell’elettricità e
introdurrà dei razionamenti al fine di
migliorare la situazione in previsione dei
mondiali di calcio del 2010.
Il Governo ha però informato che la
crisi energetica, che nelle ultime due
settimane ha lasciato senza luce milioni
di abitazioni, ha causato la chiusura del-
le miniere ed il blocco delle attività
commerciali, non rallenterà la prepara-
zione del Paese per ospitare i mondiali
di calcio. «Il gabinetto presidenziale ri-
tiene che i tagli attuali di corrente, sen-
za precedenti e non pianificati, debbano
essere trattati come un’emergenza na-
zionale», ha dichiarato alla stampa il mi-
nistro dei Lavori pubblici Alec Erwin.
Per far diminuire la domanda è previsto
un aumento delle tariffe, il razionamen-
to dell’energia, severe multe ai trasgres-
sori, un risparmio di energia con la ven-
dita di lampadine a basso consumo e
una incentivazione dell’utilizzo di gas.
domenica 27 gennaio 2008
Manifestazioni ad Amman, Il Cairo e Doha contro l'embargo israeliano alla Striscia
Cresce la pressione dei palestinesi di Gaza
al confine con l'Egitto
TEL AVIV, 26.
Mentre centinaia di persone manife-
stano nelle strade di Amman, Doha e Il
Cairo contro l'embargo israeliano su Ga-
za, continua la corsa verso l'Egitto di
centinaia di migliaia di palestinesi.
Il tentativo del Governo egiziano di ri-
pristinare il confine tra Gaza e il Sinai
contando sulla collaborazione di Hamas
è fallito ieri, dopo che gli stessi miliziani
del Movimento di Resistenza islamico
hanno creato con la forza due nuovi
varchi nella barriera metallica di Rafah,
barriera che chiudeva la frontiera con la
Striscia di Gaza.
Ieri, dopo che per l’intera mattinata
la polizia egiziana protetta da scudi ed
elmetti era riuscita ad impedire ai pale-
stinesi di continuare a varcare il confi-
ne, fronteggiando qualche breve sassaio-
la, la battaglia è riesplosa. Nel primo
pomeriggio una potente ruspa condotta
da un miliziano con il volto nascosto da
un passamontagna, ha fatto irruzione
sulla scena, attaccando e sfondando
un’altra zona del muro che delimitava la
linea di frontiera. Ad essere distrutto è
stato anche il filo spinato destinato a
rinforzare la protezione, spianando così
ai palestinesi una nuova strada per supe-
rare il confine. I poliziotti egiziani,
spiazzati dall'azione dei miliziani, hanno
abbozzato una debole reazione, prima
sparando in aria qualche colpo e poi
sguinzagliando verso i miliziani che pro-
teggevano la ruspa tre cani antisommos-
sa. Negli scontri sei agenti sono stati fe-
riti e trasportati all'ospedale di Rafah.
Poco dopo la ruspa di Hamas ha
aperto una terza breccia nel muro di
confine. I poliziotti questa volta sono in-
tervenuti provando a respingere la folla
con gas lacrimogeni e cannoni ad ac-
qua, ma i palestinesi hanno risposto con
un fitto lancio di pietre. Alla fine gli egi-
ziani hanno deciso di ritirarsi nella pro-
pria base a difesa della quale si sono di-
sposti i poliziotti di Hamas.
Aiuti dall'Italia
per l'emergenza
freddo
in Afghanistan
ROMA, 26.
Il freddo che sta colpendo l’Afghani-
stan — si è arrivati a meno 20 gradi —
ha già fatto 300 vittime, molte delle qua-
li sono bambini. Il popolo afghano è abi-
tuato a situazioni climatiche estreme ma
queste temperature sono veramente ec-
cezionali e stanno mettendo a dura pro-
va l’intera popolazione. Il ministero de-
gli Esteri italiano ha disposto l’invio di
un volo di emergenza che è partito ieri
sera dall’aeroporto militare di Brindisi,
con a bordo beni umanitari a favore del-
la popolazione afghana residente nel di-
stretto di Surobi, dove circa 3.000 fami-
glie devono far fronte all’emergenza in-
vernale. I beni forniti — ha informato la
Farnesina — dalla cooperazione italiana
ammontano a circa 58 tonnellate di ge-
neri di prima necessità, per un valore
complessivo di circa 400.000 euro.
Intanto, il governatore della provincia
afghana di Farah, al confine con l’Iran,
ha accusato Teheran di sostenere i Tale-
ban, dopo il ritrovamento di decine di
mine durante un raid della polizia giove-
dì scorso in un covo dei ribelli nell’ovest
del Paese, di cui molte di fabbricazione
iraniana. «Abbiamo scoperto 130 mine
di cui una sessantina fabbricate in Iran»,
ha detto oggi il governatore Mohyiddine
Balouche, «siamo in possesso di un rap-
porto in cui si indica che le mine sono
entrate di recente nella provincia di Fa-
rah dall’Iran». E alla domanda su chi
pensa possa esserci dietro la fornitura di
queste armi ai Taleban, Balouche ha ri-
sposto «il Governo dell’Iran».
Bombardate nello Sri Lanka
basi dei ribelli Tamil
COLOMBO, 26.
L'offensiva strategica dell'esercito del-
lo Sri Lanka sta arrivando al cuore della
resistenza Tamil: aerei da combattimen-
to governativi hanno bombardato una
base strategica delle Tigri per la libera-
zione dell’Eelam (patria) Tamil (Ltte)
nell’estremo nord dell'isola, il giorno do-
po che trenta ribelli e sette soldati sono
stati uccisi in scontri in varie zone della
regione. Lo hanno reso noto ieri fonti
militari di Colombo.
Un portavoce dell’aeronautica, An-
drew Wijesuriya, ha detto che l’obiettivo
colpito è una base dei trasporti della
guerriglia a Selvanagar, nella zona di Ki-
linochchi. Questa località è di fatto la
«capitale» dei ribelli dell’Ltte, che si bat-
tono da anni per uno Stato indipendente
della minoranza Tamil nel nord e nord
est dello Sri Lanka. Sono questi gli ulti-
mi episodi che si inseriscono nell’intensi-
ficazione degli scontri tra autorità gover-
nativa e guerriglia delle Ltte, a seguito
della rottura il 16 gennaio della tregua
del 2002 che era stata ottenuta con la
mediazione della Norvegia.
Circa 70.000 persone sono morte da
Eppure l’intesa raggiunta tra ufficiali
della polizia egiziana ed esponenti della
sicurezza di Hamas era sembrata funzio-
nare. Hamas concedeva agli egiziani il
proprio sostegno per costringere i pale-
stinesi a non attraversare più il varco il-
legale aperto sul confine di Rafah. In
cambio gli egiziani avrebbero dovuto
convincere l’Autorità palestinese (Ap) di
Ramallah a sedersi ad un tavolo di ne-
goziato da tenersi forse al Cairo, ma al
quale sicuramente avrebbero dovuto
partecipare anche esponenti di Hamas.
«Entro due giorni — conferma Islam
Shawhan, portavoce della polizia del
movimento estremista — si sarebbe do-
vuta raggiungere un’intesa per aprire il
valico di Rafah», così da riportare gli in-
Tensione
nella spianata
delle Moschee
TEL AVIV, 26.
A ventiquattro ore da un nuovo in-
contro a Gerusalemme tra Olmert e Abu
Mazen, è altissima la tensione in Ci-
sgiordania. Ieri si sono concluse senza
incidenti le preghiere del venerdì nella
Spianata delle Moschee di Gerusalem-
me. Per ragioni di ordine pubblico, la
polizia israeliana ha consentito l’ingresso
agli uomini di oltre 40 anni provvisti di
carte di identità israeliane. Alle donne
non sono state imposte limitazioni. Se-
condo la polizia, circa diecimila fedeli
hanno preso parte alle preghiere. La
scorsa notte due attentati palestinesi in
Cisgiordania hanno indotto la polizia
israeliana ad accrescere le misure di si-
curezza in tutta la regione.
All'indomani di due attentati terroristici a Mossul
Il premier iracheno annuncia
un'offensiva contro Al Qaeda
BAGHDAD, 26.
All’indomani del secondo attentato
terroristico in due giorni a Mossul, dove
si sono avuti nel complesso non meno di
43 morti e 225 feriti, il primo ministro
iracheno, Nouri Al Maliki, ha dichiarato
«guerra finale» contro la branca locale
di Al Qaeda, additata dagli inquirenti co-
me responsabile di ambedue le stragi.
A margine di una visita nella città scii-
ta di Kerbala, essa stessa teatro giovedì
sera di un altro attacco dinamitardo, il
premier iracheno ha annunciato che
truppe governative di rinforzo stanno di-
rigendosi in massa verso Mossul, 390
chilometri a nord di Baghdad, per un
assalto su vasta scala che diverrà, ha
sottolineato, la «battaglia decisiva» con-
tro il fondamentalismo.
«Abbiamo allestito un centro operati-
vo nella provincia di Ninive (di cui Mos-
sul è capoluogo, ndr) per una guerra fi-
nale contro Al Qaeda e quello che resta
del vecchio regime di Saddam Hussein»,
ha reso noto Al Maliki. «Ora le nostre
forze stanno muovendo in direzione di
Mossul, e quello che abbiamo pianifica-
to per la sua provincia sarà definitivo.
Sarà una battaglia decisiva».
«Abbiamo sconfitto Al Qaeda nelle
maggiori province. Rimane solo Ninive»,
ha affermato il premier iracheno. Dopo
l’offensiva lanciata dalle forze statuni-
tensi e irachene contro i terroristi e gli
insorti, in particolare nelle regioni di Ba-
ghdad, numerosi attivisti di Al Qaeda si
sono trasferiti e riorganizzati nelle zone
settentrionali dell’Iraq. I capi tribali del-
quando la sanguinosa guerra è scoppiata
in Sri Lanka nel 1983. Nella scorsa setti-
mana, sempre l'aviazione governativa,
aveva bombardato altre basi dei Tamil a
Kilinochchi, città dell'estremo nord del
Paese considerata una storica roccaforte
della ribellione, colpendo, secondo fonti
dell'intelligence di Colombo, uno dei na-
scondigli del loro capo, Velupillai Pra-
bhakaran che dal 1983 conduce il san-
guinoso conflitto per l'indipendenza dei
territori settentrionali dell'ex Ceylon.
Nello scorso mese di dicembre si è ve-
rificato un aumento della violenza — so-
prattutto agguati e attentati indiscrimi-
nati da parte dei Tamil — che ha indot-
to il Governo dello Sri Lanka ad annun-
ciare ufficialmente il 2 gennaio 2008 il
ritiro unilaterale dal cessate il fuoco nel
2002 con la mediazione della Norvegia.
Nella penisola settentrionale di Jaffna,
l'intera popolazione è colpita dalle restri-
zioni militari e la libera circolazione del-
le persone è pesantemente ostacolata
dai ribelli Tamil e da numerosi posti di
blocco gestiti dalle forze armate. Decine
di migliaia di persone, in particolare
donne e bambini, fuggono dalla zona
nord dell'isola funestata dalla guerra.
L'OSSERVATORE ROMANO
gressi in Egitto in un corridoio legale e
consentire ugualmente ai palestinesi di
sottrarsi al rigido embargo imposto da
Israele. Ma il vero obiettivo di Hamas
— spiegano gli analisti — era quello di
avviare in condizioni di parità un nego-
ziato con Al Fatah, il partito del presi-
dente Ap Abu Mazen, il primo dai tempi
dell’occupazione di Gaza. E tuttavia da
Ramallah è giunto un secco «no». «Nes-
sun tavolo comune con Hamas fino a
quando non ci avrà riconsegnato le isti-
tuzioni della Striscia», hanno ribadito
dall’Ap. «Non c’è dubbio che fino a
quando continuerà l’assedio israeliano,
nessuno potrà pensare di richiudere la
frontiera con l’Egitto», commenta un
analista arabo intervistato da una emit-
tente radiofonica a Gaza. «Su questo,
ormai non si può tornare indietro».
Questa notte, dopo l’apertura dei
nuovi varchi e nonostante il sopraggiun-
gere dell’oscurità, migliaia di palestinesi
hanno ricominciato a riversarsi oltre
confine nella loro disperata corsa all’ac-
quisto di beni di prima necessità. Il livel-
lamento del muro che delimitava la
frontiera, consente ormai non solo a pe-
doni e piccoli carretti di raggiungere il
territorio egiziano, ma anche a grandi
autocarri che ritornano nella Striscia
trasportando non più carichi contenuti
ma tonnellate di merci.
Nel frattempo, in Giordania migliaia
di persone hanno manifestato nelle stra-
de di Amman per protestare contro il
blocco israeliano imposto a Gaza, invi-
tando i militanti palestinesi di Hamas a
riprendere gli attacchi contro Israele.
Circa ottomila attivisti di una formazio-
ne politica legata ai Fratelli Musulmani
sono scesi in strada per manifestare il
loro sostegno agli estremisti della Stri-
scia. Al Cairo, nella moschea di Al
Azhar, simbolo dell’Islam sunnita, centi-
naia di persone hanno manifestato al-
l’interno delle mura, circondate da un
fitto cordone di polizia che impediva lo-
Secondo Al Maliki
i capi tribali
nella provincia di Ninive
sono pronti
a collaborare
con le forze di sicurezza
la regione e numerosi cittadini, ha ag-
giunto Maliki, si sono detti pronti a col-
laborare con le forze di sicurezza per so-
stenere le operazioni contro i terroristi.
Nel frattempo, non c’è stato un abuso
«sistematico» delle truppe britanniche ai
danni di civili iracheni, e i casi di violen-
ze sono stati opera di pochi soldati vio-
lenti: è questa la conclusione di un’inda-
gine delle forze armate di Londra, dura-
ta tre anni e nata da alcuni casi docu-
mentati di simili abusi nel 2003-04.
Il generale Robert Aitken, responsabi-
le dell’inchiesta, ha concluso che «un
piccolo numero di militari si è compor-
tato estremamente male», ma la vasta
maggioranza ha mostrato «coraggio,
lealtà e integrità». Queste conclusioni
sono destinate a scatenare la rabbia del-
le famiglie di quattro civili iracheni ucci-
si da militari britannici nel sud Iraq, tra
cui i parenti di Baha Musa, un giovane
impiegato di un hotel che morì dopo un
estenuante interrogatorio durato oltre
novanta ore. Per quelle morti sono finiti
davanti ai giudici della corte marziale
ventuno tra soldati ed ufficiali, ma solo
un militare è stato condannato. I legali
Il presidente Sarkozy in India
sigla accordi sul nucleare
NEW DELHI, 26.
Il presidente francese, Nicolas Sarko-
zy, nella sua missione ufficiale in India
ha stretto una serie di importanti accor-
di economici e sulla cooperazione nu-
cleare. Il presidente francese e il primo
ministro indiano, Manmohan Singh,
hanno concluso un’intesa quadro di col-
laborazione in materia di energia nu-
cleare, che sarà firmata ufficialmente
soltanto dopo aver ottenuto il via libera
dell’Agenzia internazionale per l’energia
atomica (Aiea).
L’India — Paese dotato dell'arma ato-
mica — non ha infatti mai aderito al
Trattato di non proliferazione nucleare e
qualsiasi sua iniziativa sul nucleare di-
pende dall’approvazione dell’Agenzia di
Vienna e dei 45 membri del Gruppo di
fornitori, come prevede un accordo sot-
toscritto con Washington nel 2006.
Il principale scopo della visita di Sar-
kozy è rafforzare l’interscambio tra i
due Paesi, dopo che le esportazioni fran-
cesi in India sono scese a quota 1,8 per
cento. «I nostri obiettivi — ha affermato
— sono ambiziosi perché auspichiamo
che gli scambi tra l’India e la Francia
raggiungano almeno 12 miliardi di euro
ro di riversarsi in strada. Anche i visita-
tori della Fiera internazionale del libro,
nel quartiere di Heliopolis, a nord della
capitale, hanno voluto esprimere solida-
rietà al popolo palestinese: in migliaia
hanno sfilato in silenzio nei locali dell’e-
sposizione. Le manifestazioni sono state
organizzate principalmente dalla Fratel-
lanza musulmana, che però ufficialmen-
te non ha voluto rivendicarne la paterni-
tà per il timore di nuovi arresti, dopo
che, nelle proteste di piazza delle scorse
settimane, sono finiti in manette almeno
duemila sostenitori del movimento.
L’esercito israeliano ha deciso di proi-
bire ai civili le zone intorno al confine
con l’Egitto. La paura che miliziani pa-
lestinesi infiltrati nel Sinai attraverso il
valico di Rafah possano colpire gli israe-
liani ha spinto le autorità di Tel Aviv a
chiudere le attrazioni turistiche e i sen-
tieri utilizzati dagli escursionisti. Secon-
do l’intelligence israeliana, confuse tra
le centinaia di migliaia di persone che
nei giorni scorsi hanno varcato il confi-
ne tra l’Egitto e la Striscia di Gaza si so-
no infiltrati anche terroristi che entro le
prossime due settimane potrebbero en-
trare in azione. L’esercito ha aumentato
il livello di guardia lungo il confine
israelo-egiziano, la strada che collega la
Striscia di Gaza con Eilat è stata chiusa
ed è partita una campagna di informa-
zione sulla sicurezza nei villaggi del de-
serto del Negev. Secondo fonti della si-
curezza israeliana citate dal quotidiano
Haaretz, diversi gruppi palestinesi han-
no approfittato della situazione per infil-
trare miliziani con il compito di passare
in Israele attraverso il Sinai e compiere
attentati. Lo Shin Bet (servizi segreti) ha
contato dieci minacce reali, mentre per
la polizia sono almeno quindici. Il mini-
stro per la Sicurezza pubblica, Avi Di-
chter, ha detto di temere che i terroristi
usino migranti africani e contrabbandie-
ri come «avanguardia» per mettere alla
prova i controlli al confine.
della famiglia di Musa e delle altre vitti-
me accusano da sempre i militari di vo-
ler proteggere i propri commilitoni.
Intanto, gli Stati Uniti hanno comin-
ciato a negoziare con Baghdad il futuro
dei loro rapporti a lungo termine con
l’Iraq, un autentico campo minato per
l'Amministrazione del presidente George
W. Bush. I negoziatori statunitensi han-
no chiesto una forma di immunità per il
personale privato incaricato di protegge-
re in Iraq oltre 150.000 civili impegnati
nella ricostruzione del Paese. I negozia-
tori hanno anche chiesto la totale im-
munità per i soldati Usa in Iraq dalla
legge locale: eventuali crimini saranno
giudicati dalle autorità statunitensi.
In discussione è anche il rapporto fu-
turo tra i soldati dei due Paesi, in parti-
colare circa la possibilità per le autorità
statunitensi di condurre operazioni ar-
mate con decisioni unilaterali, dopo
consultazioni con Baghdad o con la ri-
chiesta di una approvazione (la prima
opzione sembra non piacere al Governo
iracheno).
Il documento d’intesa è necessario
perché alla fine del 2008 scadrà l’auto-
rizzazione dell’Onu per le operazioni mi-
litari in Iraq — che non sarà più rinno-
vato — e gli Stati Uniti avranno bisogno
quindi di un accordo bilaterale con Ba-
ghdad. Ma la formulazione del docu-
mento è un campo minato perché il
Congresso (in mano ai democratici) ri-
vendica il potere di approvare o respin-
gere i trattati militari tra due Paesi.
all'anno da qui al 2012, significa raddop-
piare quelli attuali».
L’accordo tra India e Francia sul nu-
cleare, uno dei cinque siglati dai due
Paesi — secondo quanto si legge nel co-
municato del ministero degli Esteri in-
diano — prevede la collaborazione per
la realizzazione di nuovi reattori, l’ap-
provvigionamento di combustibile e la
gestione dei siti. «La Francia sosterrà
nella comunità internazionale — ha det-
to Sarkozy a New Delhi — lo sforzo del-
l’India di acquisire l’energia nucleare ci-
vile. L’India è considerata una potenza
nucleare responsabile, che si conforma
alle linee guida dell’Aiea».
Accompagnato da una delegazione di
uomini di affari, Sarkozy ha avuto un
intenso colloquio con il Primo Ministro
indiano ed è stato ieri ricevuto dal presi-
dente della Repubblica, Pratibha Patil.
Oggi invece, in occasione della festa del-
la Repubblica indiana, il Presidente fran-
cese ha partecipato, in qualità di ospite
d’onore, alla tradizionale parata milita-
re, svoltasi a New Delhi tra imponenti
misure di sicurezza per evitare attacchi
di gruppi terroristici.
Durante il colloquio con Manmohan
Monito della Rice: basta interferenze straniere
Indagava sull'assassinio di Hariri
il bersaglio
dell'attentato di Beirut
BEIRUT, 26.
Indagava sull'omicidio dell'ex premier
Rafik Hariri il bersaglio dell'ultimo at-
tentato dinamitardo che ieri ha insan-
guinato le strade di Beirut. Si chiamava
Wissam Eid, 31 anni. Specializzato nelle
indagini informatiche, già nel febbraio
2006 era scampato ad un tentativo di
omicidio.
Il segretario generale dell’Onu Ban
Ki-moon ha condannato con forza l’at-
tentato terroristico. Sulla stessa linea, il
segretario di Stato Usa, Condoleezza Ri-
ce, che ha rivolto un appello «alle parti
interessate» affinché facilitino l’elezione
di un presidente della Repubblica che
permetta di dare stabilità al Paese. «Il
Libano da troppo tempo soffre le inter-
ferenze straniere», ha sottolineato Rice.
Anche l'Alto rappresentante Ue per la
politica estera e di sicurezza, Javier So-
lana, ha espresso la sua condanna soste-
nendo che «l'obiettivo principale di que-
sti attacchi è quello di fomentare l'insta-
bilità».
In un primo momento, si è temuto
che i morti provocati dall’esplosione a
Furn Al Shebak, nella zona est di Bei-
rut, potessero essere addirittura dieci. In
seguito il bilancio è stato ridimensionato
a quattro uccisi e trentotto feriti. Questa
notte uno dei feriti è deceduto in ospe-
dale portando così a cinque le vittime.
Il nuovo attentato a Beirut — a dieci
giorni dalla bomba che ha investito un
fuoristrada dell’ambasciata Usa provo-
cando tre morti — rischia d’infiammare
ancor più l’incandescente crisi libanese
e lo scontro tra la maggioranza antisiria-
na delle «Forze del 14 marzo» e l'opposi-
zione filosiriana guidata da Hezbollah.
Il leader sunnita della maggioranza
Saad Hariri ha accusato la vicina Siria,
a cui ha imputato di utilizzare il Libano
come «teatro per i regolamenti di conti
del regime». Ma Damasco ha subito
condannato l’attentato, addossandone a
sua volta la responsabilità ai «nemici del
Libano» e affermando che «la Siria sarà
sempre a fianco della sicurezza e stabili-
tà» del Paese.
Secondo le ultime ricostruzioni una
Bmw imbottita con almeno 25 chilo-
grammi di esplosivo ad alto potenziale e
abbandonata in un parcheggio è stata
fatta esplodere a distanza intorno alle
10.00 (ora locale, n.d.r.), mentre l’auto
con a bordo il capitano Wassim Eid, uf-
Singh, Sarkozy ha ribadito anche la vo-
lontà della Francia di appoggiare l’India
nell’ottenimento di un seggio permanen-
te nell’ambito del Consiglio di sicurezza
delle Nazioni Unite.
Il Primo Ministro indiano, nel com-
mentare i risultati dell’incontro con il
presidente francese, ha detto che India
e Francia sono pronte a collaborare nel-
la lotta al terrorismo internazionale. De-
finendo molto produttivo il colloquio
avuto, Manmohan Singh ha detto che «i
due Paesi hanno riaffermato il forte de-
siderio di rafforzare la loro partnership
strategica». «Questa collaborazione —
ha detto il premier indiano — è di lunga
data e si base su comuni valori e su si-
mili visioni per quanto riguarda questio-
ni regionali e globali».
Le due parti hanno anche deciso di
rafforzare la loro collaborazione nel
campo della difesa e della sicurezza, si-
glando accordi in materia di scambio di
informazioni riservate e di estradizione
dei detenuti, nel campo dei laboratori e
delle ricerche sulle nanotecnologie, e
hanno firmato un accordo sulla coope-
razione allo sviluppo.
pagina 3
ficiale del servizio informazioni delle
Forze interne di sicurezza, stava attra-
versando un incrocio nelle vicinanze.
Nella potente esplosione, che ha scavato
un cratere di almeno due metri di dia-
metro nella carreggiata, Eid è stato uc-
ciso sul colpo assieme al suo autista-
guardia del corpo, il sergente Osama
Mashur. Ma l’attentato è costato la vita
anche a due civili libanesi. In un primo
momento, Al Manar, la televisione del
movimento sciita Hezbollah, ha riferito
che nell’attentato era stato ucciso un
«alto magistrato». Ma recatosi sul luogo
dell’esplosione, il generale Ashraf Rifi ha
chiarito che l’obiettivo dell’autobomba
era stato invece il capitano Eid. «È il se-
condo messaggio contro le autorità di si-
curezza del Libano — ha detto Rifi —
dopo il primo indirizzato all’esercito, og-
gi colpiscono i servizi di sicurezza».
Lo scorso 12 dicembre un altro atten-
tato con autobomba a Beirut aveva uc-
ciso il generale Francois Al Hajj, coman-
dante delle operazioni dell’esercito e
possibile successore di Michel Suleiman
alla guida delle forze armate. Il ministro
dell’interno Hassan Sabaa ha affermato
che Eid era «uno dei più importanti uf-
ficiali dei servizi d’informazione delle
forze di sicurezza» e che «era stato mi-
nacciato più volte».
Primarie democratiche
in South Carolina
WASHINGTON, 26.
Il partito democratico degli Stati Uniti
tiene oggi le elezioni primarie in South
Carolina per la scelta del candidato alla
presidenza. Gli analisti, a cui giudizio la
sfida in campo democratico è ormai tra
Hillary Clinton e Barak Obama, attribui-
scono al voto un rilievo significativo per
definire la tendenza dell'elettorato anche
a livello nazionale, in vista dei prossimi
e importanti appuntamenti, soprattutto
quello di martedì 5 febbraio, quando si
terranno le primarie sia del partito de-
mocratico sia del partito repubblicano in
22 Stati. Prima di questo appuntamento,
ci sarà lunedì 29 il voto in Florida, al
centro quest'anno di polemiche per la
decisione di anticipare lo scrutinio.
Si aggravano in Africa
i danni delle alluvioni
MAPUTO, 26.
Si fanno sempre più gravi le conse-
guenze delle alluvioni che da un mese
stanno devastando Mozambico, Zambia,
Zimbabwe e Malawi. Secondo fonti del-
l'Onu, gli sfollati sono oltre centoventi-
mila. La situazione più grave è quella in
Mozambico, in particolare nelle provin-
ce di Tete, di Sofala e di Manica, nono-
stante che rispetto al passato il Paese si
stia dimostrando più pronto a reagire e
disponga di un maggior numero di mez-
zi per spostare la popolazione dalle zone
alluvionate in aree più sicure.
Stroncato in Romania
un traffico di eroina
BUCAREST, 26.
Le autorità romene hanno sequestrato
a Nadlac, al confine con l’Ungheria, 84
chilogrammi di eroina su un camion ro-
meno proveniente dalla Turchia, per un
valore di circa quattro milioni di euro.
Un comunicato del ministero degli inter-
ni diffuso ieri precisa che nell'operazio-
ne sono stati effettuati cinque arresti e
che è stata smantellata una rete interna-
zionale di trafficanti che attraverso i
Balcani trasportava la droga dalla Tur-
chia all'Europa occidentale. L’operazio-
ne è stata condotta nei giorni scorsi dal-
la polizia di frontiera romena coadiuvata
da diversi altri organi di controllo e in-
telligence romeni. I cinque arrestati ri-
schiano condanne tra i dieci e i vent'an-
ni di carcere.
pagina 4
Pieter
Paul Rubens,
«San Francesco»
ANDRÉ VAUCHEZ
Oggigiorno nessuno potrebbe mai
classificare Francesco d'Assisi come un
fanatico religioso o un uomo di spirito
settario. Al contrario, poche figure di
santi cattolici sono così ben viste dai no-
stri contemporanei, non solo nell'insie-
me delle Chiese cristiane, ma anche
presso i musulmani, i buddisti e, in ma-
niera generale, dai non cristiani, come
attesta il fatto
che
Papa
Giovanni
Paolo
II
abbia scelto proprio Assisi nel 1986 per
la famosa giornata di preghiera per la
pace. Non è neanche eccessivo vedere
nel Poverello una delle grandi figure spi-
rituali dell'umanità, alla quale ciascuno
ha la possibilità di riferirsi al di là delle
differenze confessionali e delle divergen-
ze dottrinali.
Tuttavia l'esperienza religiosa di Fran-
cesco, quando si cerca di riassumerla
«in brevi parole» — per riprendere un'e-
spressione che gli era familiare — appa-
re come un tentativo spinto fino all'e-
stremo per conformarsi in maniera lette-
rale al Vangelo tanto da farne una nor-
ma assoluta di comportamento, sia per
se stesso che per la fraternità che si era
costituita attorno a lui.
(...) Così, attenendosi ad una lettura
immediata dei fatti, l'esperienza origina-
ria di Francesco si presenta come un
miscuglio di entusiasmo religioso e di
«letteralismo» evangelico, che presenta
certamente delle similitudini in rapporto
a quello che oggi verrebbe definito un
movimento fondamentalista. Ora noi
sappiamo, con il distacco che ci procura
la distanza storica, che il francescanesi-
mo non ha seguito questa via. Resta da
sapere come e perché abbia saputo evi-
tare la deriva alla
quale
pareva
destinato,
visti i suoi orientamenti originali. Esso si
pone alla confluenza di due correnti che
hanno profondamente segnato l'Occi-
dente nel corso del dodicesimo secolo
per quanto riguarda l'aspetto religioso e
culturale: da una parte il desiderio gene-
rale di risalire a delle fonti autentiche o
più autentiche, e dall'altro lato una vo-
lontà di rinnovo tramite un'interpreta-
zione letterale dei testi sacri. In questo
senso Francesco appare, a tutta prima,
più come un uomo del dodicesimo seco-
lo che del tredicesimo, se si definisce
quest'ultimo come l'epoca d'oro della
Scolastica, vale a dire un'apoteosi della
glossa eretta come principio di base del-
l'insegnamento e della cultura sapiente.
Il grande movimento designato sotto
il nome di «Rinascimento del XII seco-
lo» può in effetti definirsi come un ten-
tativo sistematico di ritorno alle fonti,
nel doppio senso di questo termine che
rinvia sia alle origini che ad un corpo te-
stuale libero dalle scorie di una tradizio-
ne deformante. Questa aspirazione gene-
rale ha abbracciato delle forme molto
varie, sin dal ritorno in vigore del cur-
sus antico negli atti di cancelleria e dal-
la restaurazione di forme di produzione
architettoniche e decorative paleocristia-
ne nelle basiliche romane fino ai tentati-
vi dei giuristi di Bologna di ritrovare il
testo originale ed integrale del diritto
imperiale romano, al di là delle compila-
zioni parziali dell'alto medioevo. In tutti
i campi si rese dunque necessario il pas-
saggio da una tradizione impura — testi
incompleti, apocrifi o falsi — ad una
L'OSSERVATORE ROMANO
La lettera che uccide
è fatta di parole senza spiegazioni
sta aspirazione fu all'origine della ricer-
ca appassionata della hebraica veritas,
vale a dire di una lettura cristiana fon-
data sul testo ebraico della Bibbia, im-
presa nella quale si lanceranno certi
esponenti della scuola dei Vittorini, con-
vinti che l'accesso ai sensi veritieri del-
l'Antico Testamento passasse per la risco-
perta della sua littera. Questa propensione
si ritrova ugualmente, mutatis mutandis, nel-
la maggior parte dei movimenti religiosi dell'e-
poca, sia che si tratti della riforma detta gregoria-
na, accentrata sul ritorno all'Ecclesiae primitivae
forma, o dell'ideale della Vita Apostolica, radicata nel mo-
dello della prima comunità cristiana di Gerusalemme, così
com'è descritta negli Atti degli Apostoli (4, 32-35). Com'è
noto, quest'ultimo testo, ispirò all'epoca delle esperien-
ze religiose molto diverse come quella dei canonici re-
golari discepoli delle differenti varianti della regola
detta di sant'Agostino, fino a quella della comunità
di Fontevrault, così come Roberto d'Arbrissel la
concepisce attorno al 1100.
È in questo contesto che è apparsa, all'inizio
del dodicesimo secolo, l'idea che il Vangelo po-
tesse costituire lui solo la regola della vita cri-
stiana. Santo Stefano di Muret, il fondatore
dell'abbazia di Grandmont, scrisse in effetti
di quest'epoca, a favore dei suoi primi
compagni, che «non c'è altra regola se
non quella del Vangelo di Cristo» e che
quest'ultimo rappresentava la sola via at-
traverso la quale un cristiano potesse
sperare di guadagnare il Regno dei Cie-
li. Ma quest'intuizione, che precede di
un secolo buono quella del tutto simile
di san Francesco, non trovò ai suoi
tempi risonanza nella Chiesa. In effet-
ti, per tutto il dodicesimo secolo, l'e-
vangelismo si sviluppò soprattutto
nell'ambito di movimenti di conte-
stazione religiosa che agivano per
un ritorno alla pura tradizione cri-
stiana che la Chiesa avrebbe tradito,
almeno a cominciare da Silvestro e
Costantino, attaccandosi ai beni di
questo mondo e lasciandosi corrom-
pere dall'esercizio del potere tempo-
rale. Taluni, come i catari, le rim-
proveravano anche di aver volonta-
riamente dissimulato una parte del
messaggio divino che aveva per mis-
sione di trasmettere, in particolare il
carattere puramente spirituale della
salvezza, così come viene definita
nel vangelo di Giovanni, ed aspira-
vano ad un evangelismo integrale
fondato sul rigetto dell'Antico
Testamento e di tutte le me-
diazioni sacramentali ed
istituzionali tra il divino e
l'umano. A furia di brandire
il Vangelo contro la Chiesa
e di condannarla in suo nome, questi
tradizione più pura, vale a dire ad un te- movimenti
finirono
per
creare
un
vero
e
sto fondatore considerato come l'arche- proprio sospetto all'interno della Chiesa,
tipo ed il modello ideale. Questa «refor- sia da
parte
dei
laici
che
richiedevano il
matio» ante litteram si instaura in un diritto di accedere direttamente alla Pa-
contesto culturale dove si prefigurava il rola di Dio, sia da parte
del
clero
che
si
progresso come un ritorno alla perfezio- opponeva a queste richieste. Ci volle tut-
ne delle origini e dove anche un pensa- ta la santità personale di Francesco per
tore apparentemente così rivolto verso il ridurre questa frattura e reintegrare l'i-
futuro come Gioacchino di Fiore «non deale evangelico nell'ambito dell'istitu-
concepisce l'anticipazione delle cose a zione.
venire se non come una vasta anamnesi
Come abbiamo visto, si affermò, pa-
del passato». rallelamente, a diversi livelli, la tendenza
A proposito della sacra Scrittura que- a ritornare all'interpretazione letterale
Una pietra miliare della filologia cristiana antica
Ticone di Cipro da demone a santo
MARIO SPINELLI vero e proprio condotto da Usener sulla
biografia di san Ticone, sul santo stesso
La letteratura cristiana antica ci ha la- e su Giovanni il misericordioso. Come
sciato molte vite di santi, ricche e riusci- viene ricordato nell'introduzione, con le
te per tanti versi. Si pensi alle biografie
sue ricerche precedenti e soprattutto
di Ponzio, Paolino e Possidio, rispettiva- con gli studi sulla figura di santa Pe-
mente su Cipriano, Ambrogio e Agosti-
lagia, il grande filologo e storico
no. O al Dialogo di Palladio su Giovanni delle religioni si era posto
Crisostomo, o al best seller della patri-
l'obiettivo di portare nuo-
stica orientale e occidentale che fu la
ve prove e argomenti alla
Vita Antonii di Atanasio, non estranea dimostrazione dell'origi-
come si sa alla conversione di Aurelio
ne pagana di non pochi
Agostino. Sono testi che, come pure le usi, culti, istituzioni,
Vitae e gli Apophtegmata Patrum, ci
devozioni, tradizioni e
danno il ritratto vivo dei protagonisti, ri- anche santi cristiani:
percorrono i loro itinerari, ricostruisco-
inclusa la stessa Pela-
no la loro personalità e spiritualità. So- gia, ritenuta da Usener
no le opere, in altri termini, che hanno come un'eroina popolare
fondato l'agiografia cristiana, conferen- e leggendaria derivata
dole subito oltre allo spessore etico-spiri- dalla cristianizzazione
tuale una certa solidità storico-documen- del personaggio e
tale.
Ma non tutte le biografie dei Padri, del culto della dea
Afrodite. Giusta-
come autori o come personaggi, hanno
lo stesso valore letterario, o storico, o mente la curatri-
ce riferisce pure
spirituale. Ce ne sono di ingenue, di fra-
gili, di sommarie, di fantasiose, che con- le critiche e le
cedono molto al meraviglioso o al popo- reazioni susci-
lare; e ce ne sono altre che sono testi ri- tate dalle ipo-
spettabilissimi sul piano letterario, ma tesi e dalle
troppo scarni e quasi evanescenti sotto conclusioni di
il profilo dei dati e dei contenuti. Un Usener, dan-
esempio del genere è la Vita di San Ti- do spazio in
cone scritta all'inizio del settimo secolo modo parti-
dal patriarca di Alessandria Giovanni il colare alle
misericordioso (o l'elemosiniere), morto obiezioni ri-
nel 619. A questo testo, al suo autore e voltegli dal
al santo biografato, Hermann Usener gesuita Hip-
(1834-1905), uno dei maggiori filologi polyte De-
classici e storici delle religioni dell'Otto- lehaye, il
noto bollan-
cento — con incursioni nella patristica
dista autore
— dedicò uno studio rigoroso e articola-
to che — pur con i suoi limiti, di cui di- di opere
fondamen-
remo — è una pietra miliare fra le ricer-
che agiografiche e storico-religiose. A un tali come
secolo esatto dalla sua (postuma) appari- Les légendes hagiographiques (1905) e
zione il San Ticone di Hermann Usener Les origines du culte des martyrs
è stato pubblicato nella prima edizione (1912).
italiana, tradotto da Ilaria Sforza, che Delehaye, spiega la Sforza, non conte-
ha curato anche l'introduzione, e stam- sta il fatto, in alcuni casi evidente e uni-
pato nella collana di letteratura cristiana versalmente riconosciuto, che la religio-
antica della Morcelliana (Brescia 2007, ne cristiana si sia radicata e plasmata in
pp. 184, ; 13,00). certa misura sulle forme della preesi-
La prima parte del volume è lo studio stente cultura pagana — non nella teolo-
domenica 27 gennaio 2008
Leggere la Scrittura con san Francesco
dei testi fondatori per ritrovarvi il signi- sua morte, affinché i fratelli seguissero lo spirito e prende tutto il suo valore dal
ficato originale. Così, nelle prime gene- la regola senza cercare di interpretarla: modo in cui la contiene e l'esprime inte-
razioni cistercensi e nella loro polemica «E il ministro generale e tutti gli altri gralmente; da qui l'accento posto da
contro il vecchio monachesimo si espri- ministri e custodi siano tenuti, per obbe- Francesco in maniera tenace ed appas-
me il desiderio di ritrovare l'intenzione dienza, a non aggiungere e a non toglie- sionata, sull'osservanza più concreta
originaria, vale a dire lo spirito autenti- re niente da queste parole. [...] E a tutti possibile del Vangelo e della regola dei
co, della regola di san Benedetto, come i miei frati, chierici e laici, comando fer- frati minori che, ai suoi occhi formava-
sottolinea il prologo dell'Exordium ma- mamente, per obbedienza, che non inse- no un tutt'uno con lui. Ma il rispetto
gnum ordinis Cistercensis: riscano spiegazioni nella Regola né in letterale del testo non era per lui fine a
«Ad puritatem simplicitatemque san- queste parole dicendo: “Così devono es- se stesso: egli non impiega mai, in que-
ctae regulae pure simpliciterque tenen- sere intese”; ma come il Signore ha dato sto contesto, le parole litteraliter o ad
dam prompto animo flagrantes, [...] a me di dire e di scrivere con semplicità litteram, ma l'espressione spiritualiter
qui perfectionis vitae et regulae sancti e purezza la Regola e queste parole, co- et pure. Darne una traduzione soddisfa-
patris Benedicti ad litteram tenendae sì voi con semplicità e senza commento cente non è cosa semplice; si potrebbe
desiderio, arctam et angustam viam in- cercate di comprenderle, e con santa essere tentati di affermare che il Pove-
gressi sunt». operazione osservatele sino alla fine». rello di Assisi era partigiano di un'osser-
In Francesco, che inizialmente era un Leggendo questo testo fondamentale vanza «spiritualmente letterale» della re-
laico, si ritrova ancora più nettamente si percepisce — e questo è confermato gola, nella misura in cui essa costituiva
la tendenza, comune a tutti i movimenti dall'analisi lessicale dei suoi scritti — non un assoluto, ma un mezzo relativo
religiosi popolari dell'epoca, a prendere che Francesco, a differenza di certi pro- ad un fine, al servizio del progresso spi-
sul serio le parole rituale dell'individuo e della comunità
stesse del testo sacro. nella quale era inserito. In effetti, ai
Il Poverello d'Assisi
suoi occhi, l'essenziale non era tanto il
era ben lontano dal rispetto capillare delle sue prescrizioni,
vedere, sia in queste La vita per il Poverello non può quanto l'esigenza di una coerenza perso-
parole che nelle in-
giunzioni, talvolta essere intolleranza nale integrale, il non restare fermi alle
parole, per quanto fossero sublimi, ma
molto rudi, che con- L'uomo non deve cercare d'imporre lasciarsi coinvolgere da queste ed impe-
tenevano delle espres-
sioni, che conveniva la sua legge o la sua verità gnarsi sulla strada che esse aprivano —
qui emerge l'importanza della parola
interpretare in un deve piuttosto lottare «cominciare» nei suoi scritti. Lo scopo
senso puramente sim-
bolico, dei semplici con se stesso individuato era di far coincidere l'inte-
riore con l'esteriore, il comportamento
flautus vocis, inten- e le proprie cattive inclinazioni con la parola, al fine di giungere ad es-
deva, invece, metterle
in pratica in maniera sere perfettamente conformi a Cristo,
diretta ed immediata vero Dio e vero uomo. In un certo sen-
anche a rischio di la- so dire e fare sono la stessa cosa e, ri-
sciar scioccati. Non si trattava certo di positi che gli attribuirono alcuni testi correndo a una espressione moderna,
una novità assoluta: nel mondo bizanti- agiografici posteriori, non impiega mai possiamo sostenere che Francesco era
no si conoscevano già da molto tempo i l'espressione litteraliter o ad litteram, convinto della potenza performatrice
santi saloi e altri «folli in Cristo», che tranne in un passaggio delle sue Admo- della parola. Ma chi parla e non agisce
applicando alla lettera certi passaggi del nitiones dove commenta in questi termi- di conseguenza è già un traditore.
Nuovo Testamento relativi al rifiuto del ni la famosa frase di san Paolo (1 Corin- Anche qui l'analisi lessicale si rivela
mondo, ma anche al disprezzo di se ti, 3, 6) sulla lettera che uccide e lo spi- feconda per penetrare nell'universo spi-
stessi e alla «follia» caratteristica dei di- rito che
vivifica: «sono
uccisi
dalla lettera rituale del Poverello di Assisi. Bisogna,
scepoli di Cristo, conducevano un'esi- quei religiosi che non vogliono
seguire lo in effetti, sottolineare che nei testi in cui
stenza marginale e allo stesso tempo spirito della divina Scrittura, ma piutto- evoca le relazioni tra l'uomo e Cristo,
scandalosa che attirava su di loro l'at- sto bramano sapere le sole parole e spie- Francesco non impiega mai il termine
tenzione e talvolta la persecuzione. garle agli altri». Senza che essi l'abbiano «imitare» (imitari, imitatio), ma il verbo
Francesco ha forse conosciuto questa mai espresso in un discorso concettuale, «seguire» (sequi). Il modello è «il Signo-
tradizione orientale o l'ha ritrovata da il problema con il quale si scontrarono il re nostro Gesù Cristo, del quale dobbia-
sé come ciò sembra più probabile? È Poverello e i suoi compagni nella messa mo seguire le orme». In questo c'è mol-
sempre stata sua intenzione proclamata in pratica del loro modello di vita evan- to più che una semplice sottigliezza di
comportarsi in maniera «irragionevole» gelica può riassumersi in questi termini: linguaggio, poiché quello che prescrive
agli occhi del mondo — alter pazzus — come attenersi il più possibile al testo non è un'imitazione letterale, bensì una
la messa in scena della sua nudità quan- sacro evitando la glossa o interpretazio- sequela creativa: i frati minori e, in ma-
do si fece trascinare da uno dei suoi fra- ni superflue, senza cadere pertanto in niera più generale, tutti i cristiani che
telli con la corda al collo
e andò a predi- un letteralismo arido o ridicolo? vogliono seriamente raggiungere la sal-
care per Assisi così conciato, la bizzarria Per superare questa apparente con- vezza, dovranno accettare — in una si-
del comportamento di fra Ginepro o di traddizione, bisogna risalire fino alla tuazione evidentemente differente e va-
Giovanni
il
semplice,
tutto
ciò andava nel convinzione intima che già animava, co- riabile per ognuno — di subire delle
senso di una volontà sistematica di fe- me abbiamo visto, i riformatori del mo- prove simili a quelle che Cristo ha subi-
deltà «alla lettera» al Nuovo Testamento nachesimo del dodicesimo secolo e che to durante la sua vita terrena — pover-
tà, solitudine, sofferenza, abbandono,
e del rifiuto di tutte le letture distanti o Francesco condivideva senza alcun dub-
esegetiche sapienti della Parola di Dio. bio, come dimostrano le testimonianze ecc. — sforzandosi di riscontrare le sue
inclinazioni fondamentali, e particolar-
Infatti, sin dal momento della sua dei suoi contemporanei. Egli infatti ave-
conversione fino al suo ultimo respiro, il va capito che il senso autentico della mente lo spirito di preghiera e di amo-
re, per meritare di sfuggire al suo segui-
Poverello di Assisi sembra aver provato Scrittura risiede anche nella stessa paro-
una repulsione profonda di fronte alla la scritta del testo sacro, solo garante to alla «morte seconda». Conformarsi a
Cristo non è altro che vivere nella fedel-
glossa, vale a dire per i commenti che dell'autenticità dello spirito e dell'urgen-
potrebbero fare schermo tra il testo sa- za della carità che spingeva alla sua tà allo Spirito che l'animava; e dunque
Francesco avrebbe detto un giorno, se
cro e l'individuo, permettendo a que- messa in pratica. In effetti, per l'uomo
st'ultimo di schivare le sue esigenze con- medievale, il rapporto tra parola scritta bisogna credere al suo primo biografo,
come fosse proprio lo Spirito Santo il
crete ed immediate. Si conoscono le e spirito è paragonabile a quello che gli
esortazioni commoventi che egli lanciò intellettuali stabiliscono tra forma e ma- vero ministro generale dell'ordine dei
frati minori. Da qui la sua istanza sulla
nel suo testamento, all'avvicinarsi della teria: la parola scritta serve ad incarnare
necessità per i frati di osservare la rego-
la spiritualiter e di comportarsi in con-
seguenza — ambulare spiritualiter,
conversari spiritualiter — vale a dire in
tutta semplicità (simpliciter). Infatti, i
due termini simpliciter e spiritualiter
sono, per lui sinonimi e definiscono un
comportamento che consiste nel seguire
la regola senza fare commenti né inter-
pretazioni e di metterla in opera inte-
gralmente, poiché lo Spirito è quel dono
che possiedono gli umili nel prendere
gia ma in taluni aspetti dell'architettura, la più lunga è mutila mentre l'altra è so- Dio in parola e lasciarsi guidare da Lui.
della liturgia, della pietas popolare, del- lo un brevissimo compendio — e si sof- Questo «spirito alla lettera» — se si può
l'agiografia ecc. —, e anche il religioso ferma specialmente sul miracolo dell'u- chiamarlo così — si oppone in France-
belga avrebbe forse concordato con va, che in ricordo del prodigio operato sco a quello che potremmo definire lo
da Ticone continua a maturare precoce- «spirito della carne». La «carne», in que-
quanto scriverà uno dei più illustri stori-
ci dell'arte, Julius von Schlosser: «Tra mente ogni anno il 16 giugno, giorno sto contesto, evidentemente non designa
il corpo fisico, ma la tendenza, naturale
la montagna dell'insegnamento della sua festa, sull'altare della chiesa a
di Cristo e la pianura del pa- lui intitolata, dove sono anche venerate dell'uomo in ragione della sua natura di
peccatore, ad appropriarsi del dono di
ganesimo c'è una zona in- le sue spoglie. Usener, mettendo insieme
gli elementi salienti della biografia — Dio e a gloriarsi dei suoi talenti o della
termedia di dominio co- sua saggezza, come se essi fossero cose
mune alle due religioni» l'origine cipriota del santo, l'esilità della
trama narrata dall'autore e soprattutto il proprie. Questa falsa santità, vera impo-
(Kunst des Mittelalters, stura e peccato contro lo Spirito, è in-
1923). Ma da qui ad miracolo della vite e dell'uva — e con-
carnata secondo lui dai predicatori che
accettare tutte le ipote- frontandoli con una serie di fonti e testi- si accontentano di annunciare la Parola
si e le asserzioni di monianze mitologiche pagane, conclude
di Dio senza metterla essi stessi in prati-
Usener ce ne corre, e il sul carattere leggendario della figura di ca: «Guai al religioso che si diletta in pa-
bollandista ne respinge san Ticone e sulla sua derivazione dagli role oziose e vane»; «Guai a quel religio-
una parte accusandolo di dèi pagani della vendemmia, del vino e so che non custodisce nel suo cuore i
una certa disinvoltura dell'ebbrezza: Ticone, un dio minore le- beni che il Signore gli mostra e non li
metodologica. gato alla Fortuna (dal greco Tuche), manifesta agli altri attraverso le opere,
Incurante di que- Dioniso, altri dei e demoni fallici e so- ma piuttosto, col vano pretesto di una
prattutto Priapo. ricompensa, preferisce manifestarli agli
sti rilievi — alcuni
dei quali espressi Una interpretazione estrema, audace uomini a parole». È dunque questa, per
e sconcertante che rende il lavoro di Francesco «la lettera che uccide», secon-
peraltro dopo la
sua morte — Usener alquanto datato e per certi versi do l'espressione di san Paolo, in opposi-
improponibile: la tendenza positivista zione alla lettera che salva, che è aper-
Usener applicò
degli studi storico-religiosi di fine Otto- tura e disponibilità a seguire la Parola o
lo stesso meto- la Regola che l'attualizza nel mondo. Lo
cento non poteva cogliere e tenere nel
do e arrivò ad dovuto conto il significato e il contesto spirito autentico si riconosce in effetti
analoghe eucaristici del miracolo di san Ticone, nei suoi frutti, che sono la ricerca della
conclusioni centrali, invece, in tutte e due le versio- povertà, la purezza di cuore, l'umiltà, la
pure nel ni della Vita e difficilmente assimilabili pazienza nelle persecuzioni e nelle ma-
suo ultimo alla mitologia e alla religiosità pagane le- lattie, l'amore per i nemici e il perdono
e più matu- gate ai riti di rigenerazione e di fertilità. delle offese, attitudini spirituali che sono
ro lavoro, Ma al di là di questo limite di fondo, il le componenti essenziali della stessa no-
quello dedi- grande talento filologico dell'autore si zione di minoritas, vale a dire dello stile
cato appun- muove con padronanza e talora con ge- di vita e di comportamento di un vero
to alla Vita nialità all'interno di una documentazio- frate minore. In ultima analisi, si può
di San Ti- dunque affermare senza esitazioni che il
ne vastissima — più classica che cristia-
cone di na — e contribuisce a illuminare i rap- francescanesimo non rappresenta un
Giovanni il fondamentalismo nella misura in cui es-
porti, ancora da approfondire, ma come
Misericor- so valorizza meno la lettera del testo sa-
si è detto indubitabili, fra la nuova reli- cro che l'attitudine di colui che vi si ri-
dioso. gione cristiana e l'antico culto greco-ro-
Ma pro- ferisce: in questo senso, la distinzione
mano. Più filologo, ma anche critico let- tra un approccio «carnale» e un approc-
cediamo terario, che storico delle religioni è Use- cio «spirituale» del Vangelo o della Re-
con ordine. Ticone visse a Cipro fra ner pure nella sezione sullo stile elegan- gola, gioca qui un ruolo centrale discri-
quarto e quinto secolo, e fu consacrato te di Giovanni il misericordioso, retore minante. Per il Poverello di Assisi,
la vita
vescovo di Amatunte (o Amato), sulla esperto e dalla prosa costantemente ri- religiosa non si definisce come una lotta
costa meridionale dell'isola, da Epifanio, spettosa delle clausole ritmiche, che pre- contro gli altri o il mondo, bensì contro
vescovo di Salamina e noto per aver vedono il dattilo come penultimo piede se stesso. L'uomo non deve cercare di
scritto il dogmatico Ancoratus e l'antie- del periodo. Sono pagine che, fra l'altro, imporre la sua verità o la sua legge agli
retico Panarion. Giovanni ci racconta fungono da ottima introduzione al testo altri, né di fare violenza a chiunque.
ben pochi episodi della vita del suo eroe della Vita di San Ticone, nella seconda Egli non deve prendersela che con se
— l'opera è giunta in due versioni, ma parte del volume. stesso e con le sue inclinazioni cattive.
domenica 27 gennaio 2008 L'OSSERVATORE ROMANO pagina 5

Una donna nella Shoah Karel Weirich

e, nella foto in basso,
una delle sue liste

Ed Etty cantava con i nomi

di cecoslovacchi
internati in Italia

sul vagone piombato

CRISTIANA DOBNER
Chi è Etty Hillesum? Dai Diari e dalle
Lettere potremmo trarre risposta, ma
solo ricordando il monito di Turoldo, «il
libro che più mi ispira è il volto uma-
no», ovvero scoprirla nel gioco del volto
e dei volti.
Amsterdam febbraio 1941: l'occupa-
zione nazista sferra i suoi micidiali colpi
sugli ebrei e sulla popolazione. La diffi-
coltà di procurarsi viveri e riscaldamen-
to è pari a quella di condurre le proprie
giornate con la dignità di esseri liberi.
L'ideologia nazista spazza e to-
glie tutto: vita e pensiero. È un
gorgo che trascina sempre più
in fondo e da cui non ci si può
districare.
Eppure, una giovane donna
volti. Mi sono posta delle domande su
quella parola che è il filo conduttore del-
la mia vita: “E Dio creò l'uomo a sua
immagine”. Sì, questa parola ha cono-
sciuto in me una mattinata difficile».
Angherie di ogni tipo, precarietà e ti-
more per la propria vita, calano sul fisi-
co fragile e molto deteriorato di Etty,
ma divengono trampolino di lancio per
vivere e spendersi per gli altri, per di-
ventare «un piccolo
campo di battaglia».
Con gli amici che ben conoscevano i
suoi amori disordinati e la sua libertà di
mente, Etty affrontava le «questioni ulti-
po di coda fu la morte di Spier che ri- GAETANO VALLINI
schiò, si direbbe, di mandare in rovina
l'equilibrio di Etty. Potremmo chiamarla «la lista di Wei-
E quale fu la reazione? «Vorrei con- rich», parafrasando quella ben più nota
giungere le mani e dire: ragazzi, sono di Schindler. Per la verità Karel Weirich
— giornalista antifascista ceco la cui
così felice e riconoscente e trovo la vita
mamma per una singolare coincidenza
così bella e ricca di significato. Proprio
si chiamava proprio Schindler — compi-
così, e lo dico mentre sto accanto al let-
to del mio amico morto prematuramen- lò diverse liste con centinaia di nomi di
te, e mentre io stessa posso essere de- cittadini cecoslovacchi ebrei internati in
portata a ogni momento in una terra Italia. Cercò di aiutarli tutti, inviando
sconosciuta. Mio Dio, ti sono così rico- denaro, abiti, medicine e persino docu-
menti falsi. Ma non tutti, purtroppo,
noscente per tutto quanto». riuscirono a salvarsi. Tuttavia per un
Fragile e debole, affaticata e preoccu-
buon numero di
pata, Etty trovò in sé una forza straordi-
loro l'essersi im-
naria che la sospinse a servire il suo po-
polo perseguitato, entrando volontaria-
battuti in quel Karel Weirich, il giornalista
connazionale ge-
mente, nella struttura di morte e di di- neroso e coraggio- che aiutò centinaia di cecoslovacchi ebrei internati in Italia
struzione che, avendo come meta Au- so — che lavorava
schwitz, passava per Westerbork, il vil-

Lo Schindler di Pio XII

ebrea di 27 anni dal passato
sentimentale libero e travaglia-
to — «in fondo, tutte le avven-
ture e le relazioni che ho avu-
to mi hanno resa terribilmente
infelice, mi hanno straziata» —
con una cultura letteraria invi-
diabile ed una seconda laurea
in slavistica in corso, perché la
prima era stata conseguita in
Legge, è vicina a quel colpo di
tallone che fa uscire dalla spi-
rale del «pathos del nulla», co-
me scrive Natoli.
Etty dentro di sé avverte un
richiamo alla
scrittura,
desidera
diventare una scrittrice, per il
momento è solo una studentes-
sa che, per sbarcare il lunario,
fa
la
governante
di
una
casa con
tanti inquilini e, di fatto, diven-
ta la compagna del proprieta-
rio, Hans Wegeriff che, per
età, potrebbe esserle padre.
Le mancò in famiglia un'e-
ducazione a valori fermi e chiari, in no-
me di una presunta libertà, e non ebbe
neppure il dono della fede religiosa
ebraica. L'elenco dei «non» potrebbe
continuare all'interno di un nucleo fami-
liare molto problematico: la madre rus-
sa e pianista, sopravvissuta ad un po-
grom, un padre insegnante di lingue
classiche ma rinchiuso nei suoi libri,
due fratelli, geni entrambi nei loro ri-
spettivi campi, medico l'uno e pianista
l'altro, però con gravi problemi psichici.
Sembra di trovarsi dinanzi a delle tesse-
re di un puzzle senza gli incastri precisi,
tutto si ammassa, senza ricevere forma
e senso.
Allora perché occuparsi di una simile
ragazza, forse fin troppo vicina a quante
ne scorgiamo oggi nel nostro quotidia-
no? Perché Etty inquieta e costringe a
riflettere, a chiedersi se davvero sono
solo le nostre forze — anche la nostra
testimonianza se vogliamo — quelle che
contano e sono incisive, oppure se una
forza di plasmazione
più
energica,
più vi-
tale, non sia sempre all'opera senza che
ce ne avvediamo. Intendo dire lo Spirito
di Dio, che aprì in lei uno squarcio esi-
stenziale e profondamente personale:
«Un pozzo molto profondo è dentro di
me. E Dio c'è in quel pozzo. Talvolta mi
riesce di raggiungerlo, più spesso pietra
e sabbia lo coprono: allora Dio è sepol-
to. Bisogna di nuovo che lo dissotterri».
È necessario chiarire subito che non
si deve accostare Etty da un punto di vi-
sta confessionale, vale a dire a tutti i co-
sti trovare in lei tracce di cristianesimo
o di conversione. Etty fu e rimase una
donna ebrea, con una grande apertura
interiore e una forte sensibilità. Senza
alcun cedimento verso Gesù Cristo an-
che se la sua lettura dei Vangeli dimo-
stra ammirazione e attenzione.
Sentiamo dalle sue stesse parole come
e quando, in modo inatteso, tutto iniziò
al suo timido presentarsi: «3 febbraio
1941, ...un uomo spaventoso esaminò le
mie mani con un'antenna sulla testa».
Alla giovane si aprì la percezione di
«una più profonda presa di coscienza» e
comprese di «poter disporre delle forze
più profonde».
Sembra uno spaccato di esoterismo o
di fantascienza ed invece fu il primo
passo verso una dimensione che l'avreb-
be fatta
diventare
donna matura. Chi era
quest'uomo? Ex direttore di banca, edi-
tore, allievo di Jung — che lo incorag-
giò a perseverare professionalmente nel-
la chiroterapia, la pratica della lettura
delle mani da lui inaugurata — perse-
guitato dal nazismo perché ebreo, Julius
Spier si era rifugiato ad Amsterdam do-
ve aveva pazienti e un movimentato giro
di amicizie femminili.
Due volti quindi si incontrano, si con-
frontano e si amano, mentre Spier porta
alla luce, attraverso il «secondo volto»,
cioè le mani, la personalità profonda
della giovane con tutti i suoi profondi
conflitti, e un consiglio di cui gli siamo
grati debitori: Etty avrebbe dovuto scri-
vere un diario.
Egli forse intuì il suo desiderio pro-
fondo di scrivere? La giovane elaborò,
nella fatica impegnata e nella sofferen-
za, quell'incapacità di fondo tipica della
persona di oggi a riconoscere se stessa,
Dio e gli altri ed arrivò infine a espri-
mersi profondamente: «Quanto vivo in-
teriormente, e che non è esclusivamente
mio, non ho il diritto di tenerlo solo per
me. In questo piccolo frammento di sto-
ria dell'umanità, sono forse uno dei nu-
merosi ripetitori che deve poi trasmette-
re su una distanza più lunga».
Il volto di Etty, passando per la storia
sofferente dell'umanità e per la propria
storia di chiarificazione interiore, stava
assumendo i suoi tratti interiori, sensibi-
li e più equilibrati, non perdendo però
la sua lucida obiettività sulla situazione
reale: «quando penso ai soldati in uni-
forme verde, della scorta armata... Mio
Dio, quei volti! Li ho esaminati, l'uno
dopo l'altro, trincerata al mio posto di
osservazione dietro una finestra. Niente
mi ha mai spaventata tanto come quei
in Vaticano, colla-
laggio con le torrette di vedetta e il filo
borando anche
spinato: «A volte si pensa che sarebbe con «L'Osservato-
più semplice essere finalmente “in tra- re Romano» — si-
sporto”, che dover sempre assistere alle gnificò la vita. E
paure e alla disperazione di quelle mi- se, come recita il
gliaia e migliaia, uomini, donne, bambi- Talmud, «chi salva una vita, salva il una delle maggiori agenzie di stampa suoi connazionali rifugiatisi in Italia.
ni, invalidi, mentecatti, neonati, malati,
mondo intero», Weirich — eroe nasco- cecoslovacche, la Čtk, gli propose la Del resto, nonostante la promulgazio-
anziani, che in una processione, quasi sto e sconosciuto — può a buon diritto corrispondenza fissa da Roma. Weirich ne delle leggi razziali nel 1938, l'Italia
ininterrotta, sfilano lungo le nostre mani
essere menzionato tra i salvatori del accettò, decidendo comunque di conti- veniva considerata comunque un paese
soccorrevoli». mondo in uno dei periodi più oscuri del- nuare a lavorare come impiegato vatica- sicuro. L'ingresso dei cecoslovacchi fu
Chiunque sarebbe fuggito e avrebbe la storia. no. Una scelta, questa, che si rivelerà tuttavia consentito solo per un altro an-
accettato la proposta degli amici per un Non a caso si intitola Un «giusto» ri- utile per l'attività di accoglienza e di so- no, poi i nuovi arrivati si trovarono pre-
trovato il libro di Alberto Tronchin (Tre- stegno ai connazionali in fuga. Dopo clusa la possibilità di poter trovare un
rifugio sicuro e segreto, Etty rimase e se
la sua persona divenne sempre più fragi- viso, Istresco, 2007, pagine 150, euro 12) l'invasione nazista
del suo pae- lavoro, fino alle drammatiche conse-
che ricostruisce l'opera umanitaria di se, pur non accet-
le, divenne anche più autorevole: «...era guenze derivanti dall'ordine di arresto
come se mi trovassi davanti al nudo quest'uomo attraverso l'archivio perso- tando di di tutti gli ebrei (giugno 1940). In que-
nale che egli stesso riuscì a
steccato della vita. Davanti alla sua ossa- sta situazione Weirich, forte anche del
tura, libera da qualsiasi costruzione mettere in salvo «dentro» i suo lavoro in Vaticano, decise, con al-
gradini delle scale di casa
esterna. Mio Dio, ti ringrazio perché cuni connazionali, di fondare un'asso-
m'insegni a leggere sempre meglio». prima dell'arresto da parte ciazione dedita all'assistenza dei pro-
dei nazisti. Archivio che re-
Sul suo pancaccio la gratitudine fughi cecoslovacchi. Nacque così l'O-
esplode: «Mi hai resa così ricca, mio cuperò di ritorno dalla pri- pera di San Venceslao, re e santo pa-
gionia in un campo di con- trono ceco. All'inizio l'attività svolta,
Dio, lasciami anche dispensare agli altricentramento della Baviera.
a piene mani. La mia vita è diventata come si legge nel libro di Tronchin,
Fortunatamente anche Tron- fu molto vasta e le somme raccolte
me» che, nel frangente specifico, assu- un dialogo ininterrotto con te, mio Dio, chin si è imbattuto in questo
un unico grande dialogo... anche di se- ingenti. Ma anche dopo l'8 settem-
mevano contorni drammatici e ineludi- personaggio — morto nel 1981 bre del 1943 l'impegno venne man-
bili. Con quale audacia osava la piccola ra, quando sono coricata nel mio letto e a settantacinque anni — e,
riposo in te, mio Dio, lacrime di ricono- tenuto, come testimonia la docu-
ebrea affermare «come un bambino sen- grazie alla nipote Helena, ha mentazione di Weirich. Così aiuti
to sempre che la vita è bella, e questo scenza mi scorrono sulla faccia e questa avuto accesso ai suoi preziosi
è la mia preghiera». continuarono a giungere, almeno
mi aiuta a sopportare ogni cosa»? La ri- documenti: non solo elenchi di parzialmente, sia a quanti si tro-
sposta all'amico stupito non poteva che Mi sorprendo, talvolta, a dirmi: se minomi, ma anche lettere, ricevute vavano internati nei campi di
creare ancora più stupore: «Sì, vedi, io fossi trovata dinanzi ad una simile per- di vaglia, carte di identità con- concentramento, sia a quelli che
credo in Dio». Etty avverte la paradossa- sona avrei, per prima cosa, messo ordi- traffatte, testimonianza di un'atti- erano in clandestinità, molti dei
lità della sua affermazione ma coglie an- ne. E così avrei miserabilmente fallito. vità intensa e rischiosa. quali nascosti in conventi e mo-
che un'altra venatura impellente: «Penso Lo Spirito ha fatto di più e meglio, nel Figlio di un artista ceco, Karel nasteri «aperti» per volontà del
che fu piuttosto scosso, allora, osservan- groviglio, nel disordine, nella paura, hanacque a Roma il 2 luglio 1906 ed Papa.
ebbe un'infanzia movimentata, do-
do il mio volto per cogliervi qualche mi- indicato una strada, indubbiamente du- Nel periodo dell'occupazione
sterioso segno, sembrò contento di ra e tagliente, ma che l'ha condotta ad vendosi spostare tra la capitale ita- tedesca, Weirich divenne altre-
liana,
la Moravia e Vienna. Dopo la
quanto vi trovò. Forse per questo mi una maturità umana trasparente, ad sì il principale riferimento del-
sentii così raggiante e forte per il resto una dedizione di sé che attira molte per-morte del padre, si trasferì con la la resistenza cecoslovacca in
madre in Svizzera dove frequentò il
della giornata? Mi uscì così spontanea- sone e molti giovani del nostro tempo a Italia, nonché il tramite tra il
considerarla una maestra di spirito. Per-ginnasio dai padri benedettini a Ein- Comitato nazionale di libera-
mente e così semplicemente nel mezzo sielden. Dopo due anni tornò a Ro-
di quel grigio quartiere popolare, “Sì, ché Auschwitz, la dissoluzione dei valori zione (Cnl) ed i suoi conna-
e delle persone, richiede, come ha affer-ma, completando gli studi liceali pri- zionali scesi in armi accanto
vedi, io credo in Dio”». Ed è sempre un ma al Pontificio Istituto Sant'Apollina-
gioco rifrangente di volti. mato Nelly Sachs, di «procedere senza ai partigiani. Fu proprio per
re e poi al regio ginnasio Quirino Vi- questa attività clandestina
Spier divenne sempre più il perno del- guardarsi indietro». Un nulla che di- sconti. Nel 1925, dopo aver conseguito
la vita di Etty, ma la passione si trasfor- strugge, rimane una sola possibilità: in-un diploma di computerista e stenogra- che venne arrestato il 1° aprile 1944 dal-
giurare fe- la Gestapo, rinchiuso a «Regina Coeli» e
mò in un amore che vuole solo il bene contrare i volti. Qui Etty ha saputo gio-fo, venne assunto come segretario pres-
carsi tutta: il furore nazista l'avrà consu- deltà a Hitler, venne licen- condannato a morte da un tribunale mi-
dell'altro: ella è disposta ad aiutarlo a so la Direzione nazionale della Pontificia ziato dall'agenzia solo a novembre del litare tedesco. Grazie all'intervento della
fuoriuscire perché possa ricongiungersi mata, ma lei si sarà mantenuta integra e Opera di San Paolo Apostolo. Nel 1932 1941. Fino ad allora ricevette da colleghi
con la fidanzata a Londra. La realtà si fu trasferito con analogo incarico alla antinazisti di Praga notizie su quanto Santa Sede la pena capitale venne com-
salda: «e se i tratti del mio viso divente-
impose ed Etty, via via, si trovò spoglia- ranno brutti e sconvolti dalla sofferenzaDirezione nazionale delle Pontificie Ope- stava accadendo nel Protettorato di Boe- mutata in diciotto mesi di lavori forzati
ta di tutto: dei pochi beni terreni, della re Missionarie. Nello stesso anno iniziò a mia-Moravia, traducendole in italiano da scontare nel campo di concentra-
e dal lavoro eccessivi, allora tutta la vita
libertà di pensiero, della possibilità di del mio spirito potrà concentrarsi negli scrivere articoli sulla Cecoslovacchia per per Pio XII e inviandole altresì, almeno mento di Kolbermoor, dopo un periodo
avere rapporti umani sociali normali. occhi». Salita infatti sul vagone piomba-il quotidiano vaticano. fino alla capitolazione della Francia, al nella prigione di Stadelheim, a Monaco.
Tutto creò il vuoto intorno, l'ultimo col- to, era partita cantando. Ma l'anno cruciale fu il 1935, quando corrispondente della Čtk da Parigi e ai Nel campo rimase fino al 2 maggio
1945, giorno della liberazione da parte
delle truppe statunitensi.
Significativi, secondo la documenta-
zione, sono i contatti di Weirich con la
Segreteria di Stato, in particolare con
I mesi dell'occupazione nazista a Roma nei ricordi delle suore di Tor de' Specchi l'allora Sostituto monsignor Giovanni
Battista Montini, dal quale ottenne so-
stegno e aiuto per l'Opera di San Vence-
Pane azzimo nel monastero delle oblate slao attraverso la Pontificia Opera Soc-
corsi rappresentata da monsignor Anto-
nio Riberi. Invece, grazie alla Nunziatu-
ra Apostolica a Praga, riuscì a sapere
dove si trovavano alcune delle persone
GRAZIA LOPARCO Cosmo, di Sora, una suora nata nel beni: in particolare si ricorda un'anziana sono custodi certe delle memorie tra- che dopo l'8 settembre continuavano ad
1920, molto attiva e intraprendente, che seduta a lungo sul suo baule, in cui ave- mandate in una lunga consuetudine di
Roma, Via Teatro di Marcello, 32 (an- morì negli anni Ottanta. All'epoca era va nascosto i gioielli, che custodiva gelo- vita e di conoscenze, mentre hanno essere recluse nei campi di concentra-
tica Via del Mare, 12), a due passi dal portinaia e divenne la beniamina delle samente. mento o che vi erano state trasferite da
molti particolari «dal vivo» da racconta- altri luoghi.
Campidoglio, dalla Chiesa del Gesù e ebree, che conservarono molta ricono- Donne e bambini erano ospitati gra- re sulle relazioni successive, mai inter-
Particolarmente intensa fu l'opera di
dal Tempio Maggiore: l'attuale monaste- scenza nei suoi riguardi. tuitamente e condividevano il poco di rotte, tra la comunità religiosa e gli Weirich presso il campo di Ferramonti-
ro delle oblate di santa Francesca Ro- Tutte le religiose erano a conoscenza cui disponevano le oblate. In particolare ebrei, soprattutto commercianti della Tarsia, in provincia di Cosenza. Qui,
mana è un complesso monumentale che della presenza del nutrito gruppo di mancavano sale e zucchero, che talvolta zona che continuarono a esprimere rico- con l'aiuto del cappellano, padre Callisto
racchiude e ingloba la storica Tor de' ospiti clandestini e i bambini si intratte- riuscivano a recuperare al mercato nero noscenza alla comunità. In particolare Lopinot, la San Venceslao riuscì a com-
Specchi, ove soggiornò per quattro anni nevano liberamente con le religiose. Dal- i parenti delle religiose. Una bimba chie- c'era una signora che nelle feste della piere un lavoro davvero notevole. «Se
la santa, insieme ai primi ambienti dove l'esterno il monastero non dà nell'oc- deva spesso «zuzu», lo zucchero, a suor Madonna portava dei fiori, ricordando gli internati cecoslovacchi riuscirono a
diede avvio a un'esperienza nuova per il che Maria, figlia d'Israele, era «una di sopravvivere fino alla liberazione del
Quattrocento: la possibilità per le oblate chio, sicché non si lamentarono perqui- Pasqua, e la religiosa per accontentarla loro»; un'altra dopo la guerra raccoglie- campo, avvenuta il 14 settembre 1943,
di dedicarsi a opere di carità sulla base sizioni. Anzi è probabile che alcune don- rovistava nei cassetti del refettorio per va campionari o scampoli di stoffa dai fu indubbiamente anche per merito del-
di una vita comune. trovarne qualche zollet- negozi e li offriva alle religiose che
Nel vasto caseggiato — attualmente ta. A distanza di tempo, avrebbero potuto ricavarne borsette o la tenacia e dell'intraprendenza di Weiri-
la piccola, che ha conti- ch», annota Tronchin. Ma anche altri
abitato da quindici oblate — durante la
seconda guerra mondiale c'erano una nuato a frequentare le oggetti utili. ebrei cecoslovacchi, sostenuti in prece-
Le religiose affermano che tra le obla- denza dal loro connazionale, riuscirono
quarantina di religiose. La fondazione Nel giardino interno suore anche cresciuta,
te e gli ospiti si era stabilito un rapporto a salvarsi restando nascosti fino al gior-
ammetteva di essere ri-
non si è mai estesa particolarmente, sic- ben coperto dal fogliame masta golosa. di reciproco rispetto riguardo le convin- no della liberazione. Weirich conservò le
ché la sede è unica, le religiose si cono- loro lettere di ringraziamento.
scono per lunga consuetudine di vita e scorrazzavano i figli delle rifugiate A differenza di altri zioni religiose; inoltre c'era spontaneità Che cosa ne fu di questo oscuro eroe
casi, le ebree nascoste nei contatti, secondo lo stile semplice ti-
per i
racconti
orali
tramandati
negli
anni. C'era anche una mucca non furono sottoposte a pico delle oblate. Dopo la guerra, suor alla fine della guerra? Una volta libero
Secondo l'elenco delle case religiose Pasqua, a riprova dell'amicizia stabilita, riuscì a tornare a Praga dopo due mesi.
che ospitarono ebrei nei mesi dell'occu- che suor Pasqua si fece regalare travisamenti, né costret- Venne assunto di nuovo dalla Čtk e ri-
te a seguire le liturgie, partecipò ad esempio a feste per gli an- prese a fare il corrispondente da Roma.
pazione, dall'ottobre 1943 al 4 giugno per avere il latte necessario per camuffare la loro niversari di matrimonio di sposi ebrei, Nel febbraio del 1948, in seguito alla
1944, presso le oblate trovarono ricove- come pure ad alcuni funerali. Il 23 otto-
ro quarantatré ebrei. Una recente con- ai bambini presenza, perché la casa presa del potere da parte dei comunisti
non era frequentata da bre 1994 madre Paola fu invitata in in Cecoslovacchia, la direzione dell'a-
versazione con la madre presidente, persone esterne. La Campidoglio per ritirare un riconosci- genzia lo invitò a tornare immediata-
suor Maria Camilla Rea, che è in sede mento all'interno di un momento cele-
guerra, infatti, aveva in- mente a Praga per importanti comunica-
dal 1960, e con suor Paola Vecchi, giun- terrotto l'Opera delle Zi- brativo offerto dalla Comunità ebraica,
ta nel 1955, getta luce su alcuni partico- ne ogni tanto ebbero possibilità di uscire tine cioè l'assistenza alle giovani dome- in sostituzione di suor Giuseppina Ciuc- zioni. Venuto a conoscenza di quanto
lari, nomi, luoghi, ricordati con esattez- da porticine secondarie. Gli ospiti, don- stiche, che si recavano presso le oblate ci, testimone diretta: «Chiunque salva era accaduto a molti suoi colleghi, finiti
za e custoditi con sobria discrezione. ne e bambini, si intrattennero per mesi, il giovedì e la domenica pomeriggio. Lo una vita, salva il mondo intero». in carcere con l'accusa di essere spie, ri-
Purtroppo non resta documentazione
avendo a disposizione uno stanzone, no- sfollamento di molte famiglie abbienti Nel magnifico edificio plurisecolare fiutò e restò in Italia. Ovviamente venne
scritta, poiché le religiose temettero di sono custodite memorie del passato, ma licenziato e da allora per vivere fu co-
essere scoperte e distrussero quanto po- to come foresteria in cui si ospitavano nei mesi dell'occupazione diradò anche anche relazioni interpersonali che dura- stretto a svolgere svariati lavori.
teva comprometterle. generalmente le mamme delle religiose. la presenza delle domestiche e diede Di lui ci si dimenticò subito e il suo
no fino ad oggi, nella semplicità e nella nome cadde nell'oblio. Solo pochi storici
Negli anni della guerra la madre pre- Un corridoio immetteva in una scala l'immagine di una città che sopravvive- ferialità del «buon vicinato». lo menzionano brevemente e solo per
sidente era Maria Pia Ugolini, a capo piuttosto isolata, che dava accesso al va appena, occupata piuttosto dagli sfol- Grazie al Coordinamento Storici Reli- quanto fatto al campo di Ferramonti.
della comunità dal 1920 al 1945: una ro- terrazzo. Sul pianerottolo è ancora visi- lati provenienti dai centri bombardati. giosi si vanno componendo da alcuni D'altra parte Weirich stesso non parlò
magnola, che aveva delle conoscenze in bile una stufa a legna che serviva alle La delazione, non toccò mai gli ospiti anni informazioni sulle case religiose
mai troppo della sua esperienza. Al pari
Vaticano. Non è dato sapere con esat- donne ebree anche per cuocere il pane dell'istituto religioso, cosa che accadde maschili e femminili di Roma in cui fu- di altri salvatori, tendeva a minimizzar-
tezza se qualcuno caldeggiò l'apertura azzimo, necessario per alcuni riti. Dispo- invece ai mariti che passavano in Via rono con certezza nascosti ebrei, il loro
la. La nipote ricorda che ogni volta si
alle donne e ai bambini ebrei, tuttavia si nevano altresì di un pozzo e di bagni, del Mare, talvolta coi figli, per vedere e numero e la documentazione superstite domandasse allo zio perché avesse agito
ricorda la rete di comunicazione tra la sicché erano sistemati meglio di quanto salutare le mogli affacciate al terrazzo. che si può anche consultare in internet così, rispondeva semplicemente: perché
comunità, i Gesuiti del Gesù e la parroc- capitò a molti altri. Non pochi di essi furono tra i deportati (www.storicireligiosi.it/maps.asp). Scam- andava fatto. Quando vollero dargli una
chia di Santa Maria in Campitelli, dove Nel giardino interno, ben coperto dal alle Fosse Ardeatine nel 1944. Una don- poli di memorie vanno ricostruendo un medaglia disse: «Sì, l'accetto, ma devo-
trovarono rifugio degli uomini, i quali fogliame, i bambini scorrazzavano e si na riuscì a riconoscere il figlio adole- mosaico che aiuta a comprendere come no darla anche a tutti quei frati e a tutte
ogni tanto provavano a salutare le mogli ricorda ancora il luogo in cui fu legata scente, sfigurato, solo dall'anellino rega- fu possibile alla maggioranza degli ebrei quelle monache che hanno nascosto le
a Tor de' Specchi, quando esse si affac- una mucca, che suor Pasqua si fece re- latogli come segno del passaggio alla romani sfuggire alla cattura, ma anche persone».
ciavano dal «terrazzo degli ebrei» verso galare dai parenti che abitavano a Torre maturità, durante il rito celebrato nella come vissero nei mesi della clandestini- Ora che l'archivio personale ha rivela-
l'attuale Via Teatro di Marcello. Maura, fuori Roma, per avere il latte sinagoga. Un'altra signora impazzì, tà, quali relazioni del tutto imprevedibili to la vera portata dell'opera di soccorso
Le religiose raccontano ciò che hanno necessario per i piccoli. quando non vide più passare il marito. si stabilirono nell'emergenza e per quali svolta da Weirich, si può davvero parla-
sentito dalle dirette interessate e men- Alcune ebree provenivano da famiglie La madre presidente e suor Paola so- vie di contatto umano siano sorte delle re di un «giusto» ritrovato e consegnato
zionano in particolare suor Pasqua di di commercianti e si erano portate i loro no testimoni indirette di quei giorni, ma vere amicizie di lunga durata. alla storia.
pagina 6 L'OSSERVATORE ROMANO domenica 27 gennaio 2008

La prima udienza di Benedetto XVI Il cardinale Lozano Barragán sulla Giornata mondiale per i malati di lebbra

al nuovo preposito
della Compagnia di Gesù
ROMA, 26.
Padre Adolfo Nicolás è stato ricevuto
questa mattina in udienza da Benedet-
to
XVI. Un incontro che è giunto appe-
na una settimana dopo la scelta compiu-
ta dalla Compagnia di Gesù che lo ha
eletto ventinovesimo successore di san-
t'Ignazio. Nel primo incontro con i gior-
nalisti, venerdì 25 gennaio, padre Nico-
lás ha raccontato qualcosa di sé e del
suo passato. «Sono uno “sconosciuto” —
Lo sviluppo economico del Paese favorisce il cambio di mentalità
In India migliorano le condizioni
ha detto — perfino in Spagna» e ha ri-
badito l'assoluta fedeltà dei gesuiti al Pa-
pa: «La Compagnia di Gesù è stata sem-
pre, fin dal principio e continua ad es-
serlo, in comunione con il Santo Padre».
Un passato trascorso in gran parte in
Asia, continente che ha lasciato un'im-
pronta indelebile sulla sua persona: «So-
no andato lì quando avevo 24 anni —
ha spiegato — è stata una sfida. L'Asia
mi ha cambiato. Ho studiato la teologia
in un contesto dove il buddismo, lo scin-
toismo e altre religioni hanno avuto
un'influenza profonda». Il preposito ge-
nerale ha ricordato la costante presenza
dei gesuiti: dalle storiche missioni in
Giappone e nelle Filippine alla Cambo-
gia, al Myanmar. La ricchezza culturale
e spirituale di quei Paesi — è il pensiero
di padre Nicolás — potrà aiutare molto
la Chiesa universale.
Solidarietà con chi soffre
per dare un senso alla vita
MARIO PONZI
«Alla vigilia della Giornata mondiale
che la Chiesa dedica alla preghiera e al-
la riflessione per i malati di lebbra vo-
glio lanciare un messaggio, un messag-
gio che vorrei fosse accolto come il mes-
saggio del Pontificio Consiglio per la pa-
storale della salute per il 2008, rivolto
soprattutto ai giovani: trovate un senso
da dare alla vita». Il cardinale Javier Lo-
zano Barragán, presidente del Pontificio
Consiglio per la pastorale della salute,
sceglie le colonne de «L'Osservatore Ro-
mano» per lanciare il suo messaggio in
occasione della Giornata mondiale dei
malati di lebbra che la Chiesa celebra
domenica 27 gennaio.
Perché
vuole
rivolgersi
proprio
ai gio-
vani?
Perché proprio guardando al dramma
di quei dieci milioni di malati di lebbra
che ancora oggi soffrono nel corpo mar-
toriato e nello spirito ferito auspico che
i giovani imparino a comprendere la ca-
ducità del corpo umano e a dare mag-
giore importanza ai valori veri della vi-
ta. In questo caso al valore del dono di
sé per soccorrere gli altri. Restando al-
l'esempio dei malati di lebbra, ma non
certo limitandoci a loro, possano i gio-
vani capire quanto sia importante aprir-
si e donarsi agli altri soprattutto quando
sono emarginati e bisognosi di solidarie-
tà. È un ideale per il quale vale la pena
lottare. Lo è molto di più di quanto oggi
la società propone ai giovani come il
senso vero della vita, basato soprattutto
sull'istintività, sulle pulsioni istintive che
volgono il giovani alla ricerca esclusiva
del piacere. Si tratta di un atteggiamen-
to che sempre più spesso provoca quel
vuoto interiore che porta molti giovani
ad un preoccupante stato di depressio-
ne, di apatia e di spinta al suicidio. Ec-
co il mio messaggio quest'anno vuole
parlare a questi giovani di solidarietà.
Ma secondo lei ha senso continuare nel
2008 a celebrare la Giornata mondiale
della
lebbra?
ma
non
era
stata sconfitta?
Purtroppo no e lo dicono gli oltre die-
ci milioni di malati di lebbra diffusi nel
mondo. Il problema vero è che da due
nere alta la guardia perché è una malat-
tia che ha ancora una sua diffusione in
tante parti del mondo. Per esempio una
sacca c'è anche in Italia limitata ad un'i-
sola, ma resiste ancora. E dunque c'è il
pericolo reale del contagio. Del resto la
lebbra si dice sia stata individuata per la
prima volta in Egitto. Da lì si è diffusa
in tutto l'oriente, sino all'India da dove
Alessandro Magno durante la sua famo-
sa campagna di conquista, l'ha portata
poi in Europa. I soldati di Pompeo per
esempio l'anno portata in Italia. Dunque
era così che queste terribili malattie si
spostavano in tutto il mondo. Un perio-
do di forte diffusione delle malattie più
gravi fu quello legato al drammatico fe-
nomeno dello schiavismo: così per
esempio la lebbra è arrivata in America
Cinque bambini ugandesi
«adottati»
da L'Osservatore Romano
L'iniziativa di carità de «L'Osservatore
Romano» dal tema «A Natale apriamo
una porta verso il futuro» ha dato i suoi
frutti. I fondi raccolti dalla vendita del
giornale in piazza San Pietro durante le
festività natalizie hanno permesso di da-
re vita — attraverso l'opera dell'Associa-
zione volontari servizio internazionale
(Avsi) — all'adozione a distanza di cin-
que bambini ugandesi per un periodo di
tre anni. Sabato mattina, 25 gennaio, il
ricavato dell'iniziativa benefica è stato
consegnato dal nostro direttore Giovan-
ni Maria Vian, dal direttore generale
della Tipografia Vaticana-Editoriale
«L'Osservatore Romano» don Elio Torri-
giani e dal redattore Capo grafico Piero
Di Domenicantonio ad Alberto Piatti,
uno dei responsabile dell'Associazione
che dal 1972 opera a favore dell'infanzia
nei Paesi in via di sviluppo.
L'Associazione è presente in quaranta
nazioni con un centinaio di progetti. Ot-
e, soprattutto in alcuni Paesi del Sud
America, soprattutto in Brasile, ancora
resiste e contribuisce ad innalzare le sta-
tistiche. Tuttavia resta l'India il Paese a
tutt'oggi a maggiore diffusione delle leb-
bra. Dunque si tratta di un flagello in di-
mensioni ridotte ma che è certamente
universale. Non a caso Raul Follereau
diceva che soltanto con l'amore autenti-
co di donazione agli altri si può sconfig-
gere ogni male. Lui lo diceva per i suoi
amici lebbrosi ma il principio dell'amore
vale per tutti.
Ricordando come la diffusione della
lebbra sia stata causata dalla conquista
degli eserciti si può dire che la diffusio-
ne delle malattie oggi, vedi la meningi-
te, sia dovuta al movimento migratorio
così diffuso?
Certamente in questo mondo globaliz-
zato e aperto neppure i microbi e i virus
hanno più frontiere e si diffondono
ovunque, anche in Paesi dove sono per-
fino sconosciuti. Per esempio in Germa-
nia si è infiltrata la terribile malattia del-
l'ebola. Sembra che sia stata importata
da gorilla e scimpanzé infetti. Ma la co-
sa più grave è che questi animali erano
stati confinati in un'isola africana e iso-
lati perché riconosciuti portatori del ter-
ribile batterio. Commercianti europei
senza scrupoli li hanno acquistati a poco
prezzo e rivenduti in Germania. E dun-
que la malattia è stata portata così in
Europa, ma, come spesso accade, non
si è saputo nulla: tutto è stato messo a
tacere per non diffondere il panico tra
la gente. Così è avvenuto per la diffusio-
ne dell'Aids. In Europa ci sono oggi, se-
condo dati ufficiali dell'Oms, oltre due
milioni di malati di Aids ma non voglio-
no che si sappia. E questo è un altro
fattore molto importante da tenere pre-
sente: si dice infatti che queste malattie,
lebbra, Aids eccetera, sono proprie di
Paesi in cui si fa poca attenzione all'igie-
ne, a Paesi insomma poveri e sottosvi-
luppati: non è vero, o almeno non è più
così. In questo nostro mondo d'oggi tut-
ti ci possiamo trovare a doverci confron-
tare con queste malattie terribili che
viaggiano con chi si sposta per turismo,
per lavoro o per emergenza.

dei fuori casta Dalit anni esistono medicinali capaci di stron-

In India migliorano le condizioni di
vita per i Dalit, i cosiddetti fuori casta,
che vivono concentrati in pochi Stati tra
cui, in particolare, quello dell'Andhra
Pradesh, nella parte centro orientale,
dove numerosi sono i cristiani.
A sottolinearlo in una testimonianza è
padre Piero Gheddo, missionario del
Pontificio istituto missione estere (Pime)
che ha visitato vari Paesi, ma ha focaliz-
zato la sua attività soprattutto nel conti-
nente indiano.
I Dalit sono oltre duecento milioni e
vivono perlopiù in condizioni di povertà.
Proprio al fine di offrire loro delle op-
portunità di inserimento sociale e mi-
gliori condizioni di vita il Pime, tra l'al-
tro, ha fondato con l'impegno di padre
Augusto Colombo, due facoltà universi-
tarie, ingegneria e medicina, nella dioce-
si di Warangal; mentre nell'arcidiocesi
di Hyderabad è stato avviato il progetto
per la realizzazione di una quindicina di
abitazioni. «Iniziano ad esserci condizio-
ni più positive — sottolinea il missiona-
rio — grazie anche alla progressiva
apertura del Governo. Certamente la
mentalità, soprattutto nelle zone più re-
mote, è ancora fortemente discriminato-
ria, in quanto i Dalit vengono considera-
ti impuri o intoccabili, in base al sistema
delle caste, ma c'è motivo di maggiore
ottimismo e anche per noi evangelizza-
tori l'opera è diventata più facile».
Secondo il missionario il forte svilup-
po economico e, di conseguenza sociale,
che caratterizza l'attuale fase storica del
continente sta contribuendo in maniera
notevole al cambiamento generalizzato
di mentalità verso gli esclusi. «Fino ad
una ventina di anni fa la situazione era
completamente diversa: allora — spiega
— padre Gheddo — era inconcepibile
per gli induisti avere contatti con i Dalit.
Ma ora l'India è proiettata verso un fu-
turo di prosperità ed anche i rapporti
sociali stanno avendo un mutamento».
Il sistema indiano delle caste «stratifi-
ca» le persone dividendole in gruppi di-
versi. Aspetto fondante dell'induismo, il
sistema comprende un complesso ordi-
namento di gruppi sociali che trae origi-
ne da una suddivisione del lavoro su ba-
se funzionale che, a sua volta, trova giu-
stificazione nella purezza rituale.
L'origine di tale organizzazione socia-
le è molto antica e trova le radici stori-
che nell'invasione del continente da par-
te delle popolazioni indo ariane. Le dif-
ferenze di status sono tradizionalmente
giustificate dalla dottrina religiosa del
karma, la credenza che il posto di cia-
scuna persona nella vita sia determinato
dalle proprie azione compiute in un'esi-
stenza precedente.
Ogni persona, inoltre, viene conside-

Chhattisgarh che ha un'alta percentuale
di abitanti fuori casta.
Per quanto concerne i Dalit cristiani,
essi doppiamente discriminati anche per
la loro fede religiosa. Secondo alcune
stime dei ventiquattro milioni di cristiani
presenti in India, quasi il settanta per
cento è rappresentato dai Dalit.
Nei giorni scorsi a Kolkata si è, tra
l'altro, svolto un simposio internazionale
sulla teologia Dalit, promosso dal Consi-
glio ecumenico delle Chiese (Cec) e dal
Consiglio per la missione mondiale
(Council for world mission) che ha po-
sto a confronto gli studiosi sul tema re-
lativo all'emancipazione e tutela dei di-
ritti dei fuori casta.
Il mutamento, in parte, della mentali-
Pieno supporto dei presuli all'azione di Annan
Nuovo appello dei vescovi
per la pace in Kenya
NAIROBI, 26.
«Non è troppo tardi per i nostri lea-
der di cambiare opinione e di parlarsi.
Non è questo il tempo in cui fare a sca-
ricabarile su chi ha ragione o ha torto.
Per questo motivo, diamo il pieno sup-
porto agli sforzi di mediazione del si-
gnor Kofi Annan e della sua squadra.
Chiediamo al presidente Mwai Kibaki e
all'onorevole Raila Odinga di aprire le
loro menti e i loro cuori e di avviare su-
bito il dialogo». Così, i vescovi del Ke-
nya esprimono in un documento il loro
forte sostegno alla mediazione avviata
nei giorni scorsi dall'ex segretario gene-
rale dell'Onu, Kofi Annan.
I presuli del Kenya chiedono la «fine
immediata delle violenze e delle situazio-
ni che conducono alla violenza, incluse
l'organizzazione di dimostrazioni che
portano agli scontri in questa situazione
instabile e l'eccessivo uso della forza da
parte delle autorità di polizia», così co-
me l'uso di un linguaggio che incita gli
animi.
I vescovi prendono posizione anche
sulla questione del ritorno degli sfollati
nelle loro abitazioni: «Crediamo che non
sia il tempo di costringere gli sfollati ad
andare in posti dove non c'è più nulla,
per tornare — hanno sottolineato i pre-
suli — i poveri sono stati ulteriormente
care la lebbra ma è necessaria una dia-
gnosi precoce, altrimenti non c'è più
niente da fare. La gente ancora oggi
tantamila sono le persone raggiunte dal-
le attività educative e settecento gli ope-
ratori locali. Ventiseimilioni di euro il bi-
lancio del 2007, di cui per metà prove-
È
questo
il prezzo della globalizzazione?
Direi che il prezzo da pagare per la
globalizzazione è piuttosto la formazione
di una coscienza universale della solida-
muore di lebbra: ogni anno ne muoiono nienti da donazioni private e per metà rietà. La solidarietà che va intesa nel
tà sta favorendo una serie di iniziative di circa trecentomila. Bisogna dunque te- da istituzioni internazionali. male come nel bene.
sostegno, soprattutto di carattere didat-
tico per migliorare l'istruzione. «Oltre al-
le due facoltà, un po' ovunque — affer-
ma ancora il missionario — stanno sor-
gendo scuole. Siamo ancora lontani da
una completa integrazione, ma indub-
biamente per i Dalit il clima è cambiato,
in particolare negli Stati del sud mag-
giormente aperti verso i cattolici».
Ad esempio, il Governo indiano sta
provvedendo all'assegnazione di terreni
e alla concessione di incentivi economici
per la costruzione di abitazioni in mura-
tura destinate alle famiglie Dalit dei vil-
laggi più poveri, dove l'unico rifugio è
rappresentato da baracche. (alessandro
trentin)
so un risvolto criminale che minaccia la
stabilità del Kenya.
Attualmente, secondo fonti della poli-
zia kenyana, negli scontri seguiti alle
elezioni politiche dello scorso 27 dicem-
bre sono morte circa settecento persone
ed almeno duecentocinquantamila sono
state costrette a scappare e ad abbando-
nare le loro abitazioni. Migliaia di sfolla-
ti attendono di poter rientrare a casa e
riappropriarsi dei propri beni, ma il ri-
schio di venire coinvolti nei tafferugli è
molto alto. Nei giorni scorsi, il governo
del Kenya aveva annunciato che gli sfol-
lati potevano ritornare subito nelle loro
abitazioni, ma le organizzazioni umani-
tarie sono riuscite ad ottenere, dopo
una lunga mediazione, una dilazione di
una quindicina di giorni per poter con-
sentire di verificare la situazione e siste-
mare al meglio i dettagli del piano di
rientro
Intanto, un invito a porre fine alle
ostilità e intraprendere trattative di pace
è stato rivolto, giovedì scorso, ai politici
da parte della Conferenza delle Chiese
Africane (Aacc). L'arcivescovo Tutu, in
rappresentanza della Conferenza delle
Chiese Africane, ha esortato i leader del
Paese a riunirsi attorno ad un tavolo per
risolvere il drammatico problema.
.

impoveriti. Con che cosa andranno? In-

rata appartenente alla casta di nascita e
resta nella medesima fino alla morte: in
pratica ognuno ha una casta identificati-
va che rimane immutabile. Qualsiasi
evento della vita non potrà mai mutare
la casta di appartenenza.
Dalle originarie quattro caste, il siste-
ma si è poi sviluppato fino a compren-
derne alcune migliaia, le cosiddette sot-
to caste. Da tutto questo restano fuori i
Dalit, i fuori casta intoccabili. La costi-
tuzione in India, all'articolo XVII vieta
la pratica dell'intoccabilità e diverse leg-
gi hanno confermato tale divieto.
Anzi, il termine Dalit è stato ritenuto
incostituzionale dalla commissione na-
zionale per le caste attiva nello stato del
coraggiamo i cattolici e le persone di
buona volontà a continuare a pregare.
Sappiamo con quanti modi generosi sta-
te rispondendo alla crisi. Continuate a
farlo. Tutti noi — hanno concluso i ve-
scovi — vogliamo riprendere le nostre
vite: educare i bambini, curare i malati,
condurre le nostre attività, onorare Dio
e aiutarci reciprocamente nel nostro
cammino di vita».
Sul piano politico Kofi Annan ha in-
contrato giovedì 24 gennaio il presidente
del Kenya, Mwai Kibaki, mentre conti-
nuano in questi giorni gli scontri in di-
verse aree del Paese, in particolare nel-
l'ovest e nelle baraccopoli di Nairobi,
dove le violenze, purtroppo, hanno pre-
W
Tre mesi dopo lo sposo Aleksander,
con il conforto dei Sacramenti, all'età di
88 anni, è passata alla vita eterna il 26
gennaio 2008
ANNA JARZABEK
madre di Mons. Zenon, Aiutante di Stu-
dio della Congregazione per il Clero
I Superiori e i colleghi tutti si unisco-
no alle preghiere di suffragio ed espri-
mono i sentimenti del proprio cordo-
glio.
.
domenica 27 gennaio 2008
Uno slancio supplementare nella ricerca dell'unità
Nella tradizione benedettina ed ecu-
menica della basilica di San Paolo, il Pa-
pa è entrato in processione con rappre-
sentanti di diverse Chiese e confessioni
cristiane. Accanto a lui i cardinali diaco-
ni Andrea Cordero Lanza di Monteze-
molo, arciprete della Basilica, e Giovan-
ni Coppa. All'inizio dei vespri hanno
preso la parola il cardinale Walter Ka-
sper, presidente del Pontificio Consiglio
per la Promozione dell'Unità dei Cristia-
ni, e il pastore metodista Samuel Ko-
bia.
Il coro della Cappella Sistina e i bene-
dettini hanno cantato l'inno, i salmi 115
e 125 e il cantico (Efesini 1, 3-10). Le
preghiere salmiche sono state lette dal-
l'arcivescovo ortodosso Gennadios, me-
tropolita per l'Italia e Malta, esarca per
l'Europa meridionale del patriarcato
ecumenico di Costantinopoli, e dal ve-
scovo anglicano John Flack, rappresen-
tante dell'Arcivescovo di Canterbury
presso la Santa Sede, direttore dell'An-
glican centre. La lettura breve (1 Corin-
zi 15, 9-10) e quella specifica dell'ottava-
rio (1 tessalonicesi 5, 16-24) sono state
proclamate da padre James Puglisi e
suor Ellen Donahue, superiori dei due
rami dei francescani dell'Atonement. Il
Papa ha quindi tenuto l'omelia. Dopo il
Magnificat, le sei intercessioni sono sta-
te pronunciate dall'archimandrita Josif
Bosch, del patriarcato ecumenico di Co-
stantinopoli; da padre Aren Shahenian,
della Chiesa armena apostolica di Et-
Consuntivo di un anno segnato da novità significative e incoraggianti
Pentecostali, si volta pagina
Per la prima volta un cristiano pentecostale
era tra gli osservatori alla quinta Conferenza generale
dell'episcopato latinoamericano e dei Caraibi
Il segno di una nuova atmosfera
caratterizzata da una maggiore reciproca fiducia
nel tentativo di superare le incomprensioni
JUAN USMA GÓMEZ*
Nel corso dell'ultimo anno, in contro-
tendenza con le notizie che si è abituati
a sentire riguardo alle relazioni tra cat-
tolici e pentecostali, hanno avuto luogo
eventi e dichiarazioni che indicano un
cambiamento. Eventi e dichiarazioni
che normalmente forse non trovano eco
sufficiente nei mass media.
Davanti alla sfida dell'enorme crescita
del pentecostalismo, sia in termini nu-
merici (da zero a seicento milioni in un
secolo), sia dal punto di vista della loro
presenza in quasi tutte le Chiese e Co-
munità ecclesiali, le difficili relazioni tra
pentecostali e cattolici in tutto il mondo
ed, in maniera particolare, nel continen-
te latinoamericano, sono a tutti molto
note. È dunque ancora più significativo
il fatto che, per la prima volta, tra gli
osservatori alla quinta Conferenza gene-
rale dell'episcopato latinoamericano e
dei Caraibi, vi fosse un cristiano pente-
costale.
In quella stessa circostanza, nel saluto
rivolto ai vescovi da tutti gli osservatori
evangelici, tre affermazioni sono degne
di menzione. La prima si riferisce al Pa-
pa: «Dall'inizio di questa Conferenza —
dichiarano gli evangelici latinoamericani
(il settantacinque per cento dei quali so-
no pentecostali) con un tono nuovo e
sorprendente — ci sentiamo stimolati e
sfidati dall'invito di Papa Benedetto XVI
a fondare nella lettura e nella conoscen-
za della Parola di Dio il nuovo risveglio
missionario di cui hanno bisogno la no-
stra America Latina ed i Caraibi».
Sul ruolo dei cattolici nel continente,
ricordando anche che, in questo proces-
so, molti fedeli evangelici hanno annun-
ciato la Parola di Dio, alcuni persino fi-
no al martirio, gli osservatori affermano:
«Non possiamo non riconoscere la testi-
monianza e la preminenza della Chiesa
Una corale preghiera nella basilica di San Paolo
chmiadzin; dal pastore Matthias Fricke-
Zieseniß, della Comunità evangelica lu-
terana di Roma; da Massimo Pavone,
responsabile per l'Italia dell'Esercito del-
la salvezza; da Valdo Bertalot, segretario
generale della Società biblica in Italia; e
da Luzia Wehrle, del movimento dei fo-
colari. Il Pater noster e la benedizione
del Papa hanno concluso la celebrazio-
ne.
Erano presenti l'arcivescovo James
Michael Harvey, prefetto della Casa
pontificia; l'arcivescovo Félix del Blanco
Prieto, elemosiniere; monsignor Paolo
De Nicolò, reggente della prefettura;
monsignor Georg Gänswein, segretario
particolare del Papa; monsignor Alfred
Xuereb, della segreteria particolare.
Quindici i cardinali: tra loro, Angelo
Sodano, decano del collegio, e Tarcisio
Bertone, segretario di Stato. Numerosi
gli arcivescovi, i vescovi e i prelati della
curia: tra questi, l'arcivescovo Fernando
Filoni, sostituto della segreteria di Stato,
e monsignor Gabriele Caccia, assessore.
Accanto ai monaci benedettini, con l'a-
bate Edmund Power, erano presenti la
comunità del Pontificio Consiglio per la
Promozione dell'Unità dei Cristiani, con
il segretario, monsignor Brian Farrell, e
numerosi rappresentanti di realtà impe-
gnate nel movimento ecumenico. Era-
presente Giovanni Maria Vian, direttore
de «L'Osservatore Romano». In San
Paolo il Papa tornerà il 28 giugno per
l'anno paolino che avrà un forte accento
ecumenico.
cattolica romana nell'evangelizzazione
della nostra America. [La Chiesa cattoli-
ca] guidata dallo Spirito di Dio e dalla
sua Parola, al di là delle ambiguità delle
circostanze storiche ha generato una ric-
ca fede in diverse espressioni religiose
che hanno fatto sì che il messaggio di
Cristo prendesse radici nel continente».
Infine, gli evangelici invitano i cattolici a
far fronte comune e si dicono disposti a
realizzare ogni sforzo per superare la
competitività e l'aggressività al fine di
realizzare la vocazione di discepoli e
missionari di Gesù Cristo.
In un altro contesto, nelle conclusioni
del Seminario sull'ecumenismo per i ve-
scovi del Cono Sud organizzato dal Pon-
tificio Consiglio per la Promozione del-
l'Unità dei Cristiani in Argentina, i par-
tecipanti, dopo aver studiato il fenome-
no pentecostale e discusso dell'attuale si-
tuazione tra i cristiani nella regione, di-
chiaravano: «Crediamo che, guidati dal-
lo Spirito Santo, dobbiamo andare in-
contro ai nostri fratelli pentecostali, fa-
cendo tesoro di questa corrente di gra-
zia e senza spegnere lo Spirito: con
amore, prudenza, e discernimento; su-
perando l'atteggiamento difensivo poi-
ché il timore non è frutto dello Spiri-
to».
Lo stesso spirito di apertura e al con-
tempo di fermezza traspariva nel discor-
so di Benedetto XVI durante la sua visi-
ta in Brasile. Il Papa ricordava infatti
che per realizzare la vocazione ecumeni-
ca in mezzo al crescente pluralismo reli-
gioso e in un ambiente non sempre fa-
vorevole, per i cattolici «vale sempre il
principio dell'amore fraterno e della ri-
cerca di comprensione e di avvicina-
menti reciproci; ma anche la difesa della
fede del nostro popolo».
Ma chi sono i pentecostali? Quali so-
no i loro punti forti e quali i loro punti
deboli? Qual è la loro identità, ancora in
L'OSSERVATORE ROMANO
Il cardinale Kasper: da diverse tradizioni ecclesiali
sulla tomba dell'apostolo Paolo
All'inizio della celebrazione dei ve-
spri, il cardinale Walter Kasper, presi-
dente del Pontificio Consiglio per la
Promozione dell'Unità dei Cristiani, ha
rivolto a Benedetto XVI questo indiriz-
zo di omaggio:
Santo Padre, è con grande gioia e
commozione che la saluto a nome dei
cristiani riuniti qui, in questa basilica,
fedeli provenienti da diverse tradizioni
ecclesiali: ortodossi, ortodossi orientali,
anglicani, protestanti, appartenenti a
Chiese libere e naturalmente cattolici.
Siamo colmi di letizia e di gratitudine
per la sua presenza tra noi, presso la
tomba dell'apostolo Paolo, in questa ce-
lebrazione che segna la conclusione del-
la Settimana di preghiera per l'unità dei
cristiani.
Il pastore Kobia: una testimonianza di riconciliazione
di fronte allo scandalo della povertà e delle guerre
Successivamente il pastore metodista
Samuel Kobia, segretario generale del
Consiglio ecumenico delle Chiese, ha ri-
volto al Papa queste parole:
Santità, eminenze ed eccellenze, care
sorelle e cari fratelli in Cristo, di certo è
per me un onore e un privilegio, ma an-
cor di più una gioia partecipare con voi
a questa liturgia nel centenario della
Settimana di preghiera per l'unità dei
cristiani. La preghiera è stata il fonda-
mento spirituale di tutti gli sforzi che
hanno portato al movimento ecumenico
e ai risultati del passato. Gesù stesso ci
ha offerto l'esempio per pregare gli uni
per gli altri quando ha pregato per gli
apostoli e per tutti i suoi discepoli. Infat-
ti, il nostro impegno ecumenico è radi-
cato nella sua preghiera «affinché tutti
siano una cosa sola».
Da quarant'anni, la preparazione mi-
sta per la Settimana di preghiera per l'u-
nità dei cristiani è una pietra d'angolo
della cooperazione fra il Pontificio Con-
siglio per la Promozione dell'Unità dei
Cristiani e la Commissione «Fede e Co-
stituzione» del Consiglio ecumenico del-
le Chiese. In quanto segretario generale
del Consiglio ecumenico delle Chiese,
desidero cogliere questa opportunità per
ringraziarla, Santità, per il sostegno e
evoluzione? E cosa possono offrire per
superare le nostre debolezze come cri-
stiani e rafforzare la nostra stessa fede e
la nostra stessa identità? Dobbiamo am-
mettere che alla presenza sempre più
consistente di questi gruppi non corri-
sponde una conoscenza adeguata da
parte dei cattolici. È dunque opportuno
riflettere, in modo positivo e critico, an-
che su ciò che il rapporto con i penteco-
stali ha cambiato e sta cambiando nella
nostra identità confessionale e decidere
sul da farsi per mantenerci fedeli alla
nostra tradizione.
La crescita del pentecostalismo sia
per la nascita di nuove denominazioni
— Pentecostali classici (dal 1906 in poi)
e Pentecostali non-denominazionali (dal
1980) — sia mediante la sua incorpora-
zione all'interno delle diverse tradizioni
cristiane — Pentecostali denominaziona-
li (dal 1950 in poi) — ha generato una
situazione di reciproca influenza e di in-
terazione tra le varie comunità cristiane.
In diversi continenti, vi sono comunità
evangeliche e protestanti che, pur con-
servando i loro nomi originali, preserva-
no ben poco della loro tradizione eccle-
siale originaria dopo aver adottato la
forma pentecostale. Altre si sono divise
in due o più frazioni opposte: una fedele
alla tradizione ecclesiale originaria, l'al-
tra che predilige lo stile pentecostale il
quale «diluisce» spesso la tradizione pre-
cedente. L'altra faccia della medaglia è
l'esistenza di un chiaro influsso da parte
delle diverse tradizioni delle Chiese sto-
riche sul pentecostalismo, un influsso
che deve essere ulteriormente analizzato
e, possibilmente, incoraggiato.
Compito urgente per coloro che si de-
dicano alla pastorale e per tutti i battez-
zati, è riscoprire i tesori dell'identità cat-
tolica. La migliore forma di contatto è
essere pronti a condividere con gli altri
cristiani le nostre convinzioni ed espe-
rienze di fede; la nostra tradizione; la
nostra spiritualità e la ricca diversità de-
vozionale, con cuore aperto. Soltanto
così possiamo parlare veramente di co-
noscenza reciproca, dialogo, collabora-
zione e preghiera comune. In questo
senso, vale la pena citare ciò che dice il
documento finale di Aparecida: «Secon-
do la nostra esperienza pastorale, molte
volte la gente sincera che lascia la no-
Quest'anno ricorre il centenario della
Settimana di preghiera, come pure il
quarantesimo della preparazione con-
giunta dei sussidi per questa Settimana,
da parte della Commissione «Fede e Co-
stituzione» del Consiglio ecumenico del-
le Chiese e del Pontificio Consiglio per
la Promozione dell'Unità dei Cristiani.
Allo stesso tempo, commemoriamo la
beatificazione di suor Maria Gabriella
dell'Unità, avvenuta precisamente venti-
cinque anni, il 25 gennaio del 1983, in
questa stessa basilica.
Alla luce di tali avvenimenti e di altri
ancora che si sono sviluppati a partire
dalla seconda metà del diciottesimo se-
colo, vediamo che, fondamentalmente,
il movimento ecumenico è sempre stato,
fin dall'inizio, un movimento di pre-
ghiera.
l'incoraggiamento che lei e i suoi due
predecessori, Papa Paolo VI e Papa Gio-
vanni Paolo II, avete offerto a questa
cooperazione. Desidero assicurarla del
nostro impegno a proseguire questa
cooperazione nel miglior modo possi-
bile.
Il primo Ottavario di preghiera per
l'unità dei cristiani, come fu chiamato
nel 1908, fu ideato dalla suora della
Chiesa episcopaliana madre Lurana
White e dal sacerdote Paul Wattson. In
quegli anni, la stessa Chiesa creò la
Commissione «Fede e Costituzione» che
cominciò a preparare la Conferenza ecu-
menica su «Fede e Costituzione». Questa
Conferenza, che ha condotto alla Com-
missione «Fede e Costituzione» che co-
nosciamo oggi, si potè svolgere solo nel
1927 a causa della prima guerra mon-
diale. Sfidando l'ostilità che portò alla
guerra, quella Commissione condivise
una esortazione alla preghiera per la pa-
ce e all'unità della Chiesa: «Manda la
tua grazia e la tua benedizione celeste
su tutti i cristiani che lottano per avvici-
narsi a te e a ciascuno nell'unità dello
Spirito e nel vincolo di pace». La loro ri-
cerca di unità era ed è ancora oggi in-
centrata sul Dio Uno e Trino.
Il nostro mondo è ancora attraversato
stra Chiesa non lo fa per quel che i
gruppi “non cattolici” credono, ma fon-
damentalmente per quel che loro vivo-
no; non per motivazioni strettamente
dogmatiche ma pastorali; non per pro-
blemi teologici ma metodologici all'in-
terno della nostra Chiesa. In realtà, mol-
ti di quelli che passano ad altri gruppi
religiosi non vogliono abbandonare la
nostra Chiesa, ma cercano sinceramente
Dio».
Tra gli aspetti positivi del cambiamen-
to generato all'interno del cristianesimo
dalla comparsa del pentecostalismo,
possiamo menzionare la riscoperta del
ruolo centrale dello Spirito Santo, il fat-
to che la conversione personale a Gesù
Cristo sia richiesta in maniera esplicita e
continuativa durante il periodo della vita
del singolo cristiano; l'enfasi posta sulla
preghiera e sul potere della preghiera; la
riscoperta dei carismi e dei doni spiri-
tuali come realtà operanti e necessarie
nella vita di ogni credente. Al contrario,
è certamente negativo il fatto che il pen-
tecostalismo ed i pentecostali sottolinei-
Una preghiera che trae origine in ulti-
ma analisi dalla preghiera espressa da
Gesù nel Cenacolo, alla vigilia della sua
morte e passione: «Che tutti siano una
cosa sola». Ed è proprio questo testa-
mento del nostro Signore che celebria-
mo questa sera, insieme a lei, Santità.
Tra noi sono presenti quest'anno mol-
ti ospiti speciali: il Dottor Samuel Ko-
bia, segretario generale del Consiglio
ecumenico delle Chiese, numerosi alti
rappresentanti di altre Chiese, i fratelli e
le sorelle dell'Atonement, i membri del
Gruppo misto di lavoro tra il Consiglio
ecumenico delle Chiese e il Pontificio
Consiglio per la Promozione dell'Unità
dei Cristiani, e molti altri ancora.
Santo Padre, con gioia ci rivolgiamo a
lei chiedendo la sua parola, la sua pre-
ghiera e la sua benedizione.
da profonde tensioni: lo scandalo della
povertà e di malattie evitabili, la man-
canza di sollecitudine per il creato e, di
certo, conflitti e guerre in molti Paesi.
Penso al mio Paese, il Kenya, in cui di
recente il processo elettorale ha scatena-
to la violenza fra le etnie. La testimo-
nianza comune delle Chiese per la ricon-
ciliazione e la guarigione della nazione è
importante per la pace in Kenya. Que-
sto mondo ha bisogno di una Chiesa
che sia una e unita nella sua testimo-
nianza.
La preghiera della Commissione «Fe-
de e Costituzione» continuava con paro-
le che sono ancora importanti e che
possiamo fare nostre: donaci pentimen-
to per le nostre divisioni, sapienza per
conoscere la verità, coraggio per fare la
tua volontà, amore che infrangerà le
barriere dell'orgoglio e del pregiudizio, e
una fedeltà incrollabile al tuo Santo No-
me. Permettici di non rifiutare alcuno
sforzo che sia in accordo con la tua vo-
lontà, per la pace e l'unità della Chiesa.
Donaci il coraggio di cercare solo la tua
gloria e il progresso del tuo Regno. Uni-
scici tutti in Te come Tu, o Padre, con
tuo Figlio e con lo Spirito Santo, sei un
solo Dio, un mondo senza fine. Sì, o
Dio, uniscici tutti in Te! Amen.
no la loro esperienza e la loro spirituali-
tà come l'unica prodotta direttamente
da Dio stesso; quindi, non sorprende
che non siano disposti a riconoscere a
altre esperienze cristiane la stessa im-
portanza e lo stesso ruolo. Secondo lo-
ro, la pienezza dell'essere cristiano si
raggiunge con l'esperienza del «Battesi-
mo nello Spirito»; pertanto, la differen-
ziazione tra cristiani e pentecostali di-
pende dal possedere o meno lo Spirito
Santo in maniera piena, cioè secondo
quanto viene descritto, con le stesse ma-
nifestazioni e modalità, nel secondo ca-
pitolo degli Atti degli Apostoli. E dun-
que, per loro, «un cristiano non sempre
è pentecostale, ma un pentecostale è
sempre un vero cristiano».
Diversi sono gli sforzi compiuti negli
anni per comprendere la realtà penteco-
stale e per chiarire, al confronto, la tra-
dizione cattolica. Il dialogo internaziona-
le cattolico pentecostale, iniziato nel
1972 e giunto alla sua quinta fase, anche
in controtendenza con quanto si è verifi-
cato in alcuni luoghi, ha concentrato le
pagina 7
Gli incontri
del segretario
del Consiglio
ecumenico
delle Chiese
«Un momento particolarmente inten-
so in cui davvero l'ecumenismo è messo
in pratica». Samuel Kobia, il pastore
metodista attuale segretario del Consi-
glio ecumenico delle Chiese ha definito
così la celebrazione svolta nella basilica
di San Paolo a
conclusione
della
Settima-
na di preghiera per l'unità dei cristiani.
«Le parole che ci siamo scambiati con
il Papa sono state sul valore della pre-
ghiera in comune, fondamento del Mo-
vimento ecumenico, perché ci mette in
ascolto di quello che è il centro del mi-
nistero di Gesù che è l'amore. È cercan-
do di viverlo in modo concreto che pos-
siamo costruire l'unità». Considerazioni
riferite da Kobia al convegno internazio-
nale annuale di 1.300 volontarie dei Fo-
colari.
Ma la visita a Castel Gandolfo la mat-
tina di sabato era particolarmente attesa
dal segretario del Consiglio ecumenico
delle Chiese per incontrare Chiara Lu-
bich. «Un momento straordinariamente
commovente. Chiara — ha detto Kobia
— si direbbe una persona fragile, ma
dalla potenza che viene da lei, semplice-
mente dallo stare con lei, mi sono reso
conto di come Dio può parlarti. Non
possiamo non dire che Chiara è una be-
nedizione per l'umanità».
Venerdì 25 gennaio Kobia aveva in-
contrato alcuni rappresentanti delle
Chiese che aderiscono alla Federazione
delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei).
«Sono qui perché voglio condividere
con voi — ha affermato il pastore Kobia
— la riflessione del Cec su alcuni temi
ecumenici che giudichiamo di grande
importanza, primo tra tutti quello della
spiritualità in un tempo di secolarizza-
zione. È infatti una questione che inte-
ressa e coinvolge tutte le Chiese che
aderiscono al Cec». All'incontro, presie-
duto dal pastore Holger Milkau, decano
della Chiesa evangelica luterana in Ita-
lia, hanno partecipato anche la pastora
Anna Maffei, presidente dell'Unione
evangelica cristiana battista d'Italia, il
tenente colonnello Massimo Paone, del-
l'Esercito della salvezza, il professor Da-
niele Garrone, decano della Facoltà val-
dese di teologia.
La discussione ha avuto come oggetto
lo stato del dialogo ecumenico ma an-
che la determinazione delle Chiese della
Fcei a proseguire in un dialogo franco e
impegnativo su temi teologici, ecclesio-
logici ed etici.
«La vostra prospettiva ci interessa
molto — ha concluso il pastore Kobia
— perché voi e le vostre Chiese siete gli
occhi e le orecchie del Consiglio ecume-
nico in Italia».
Nel programma della visita a Roma
del segretario generale del Consiglio
ecumenico delle Chiese c'è stato il pran-
zo presso la Comunità di Sant'Egidio.
È la prima volta che un segretario del
più ampio organismo ecumenico mon-
diale ha partecipato all'incontro conclu-
sivo della Settimana di preghiera per l'u-
nità dei cristiani.
sue discussioni intorno al divenire cri-
stiani e lo ha fatto servendosi delle testi-
monianze bibliche e patristiche. Il rap-
porto On Becoming A Christian: Insi-
ghts from Scripture and the Patristic
Writings. With Some Contemporary Re-
flections, che verrà pubblicato tra bre-
ve, è una vera novità soprattutto perché
è la prima volta che cattolici e penteco-
stali studiano insieme i Padri della Chie-
sa e li citano ampiamente nel documen-
to. Sul fronte dei pentecostali non deno-
minazionali, accogliendo una loro richie-
sta e dopo un processo di preparazione
di vari anni, il Pontificio Consiglio per la
Promozione dell'Unità dei Cristiani terrà
delle conversazioni preliminari con un
gruppo di loro leader, nell'aprile 2008.
Tale iniziativa intende fare il punto della
situazione circa la loro identità ecclesia-
le ed esplorare la possibilità di stabilire
un processo di avvicinamento con i cat-
tolici.
*Pontificio Consiglio
per la Promozione dell'Unità dei Cristiani
pagina 8
Una giustizia per tutta la Chiesa
Prudenza, saggezza giuridica, inter-
pretazione comune delle leggi della
Chiesa attraverso il costante riferimento
agli interventi del magistero ecclesiastico
sulle questioni giuridiche matrimoniali
«compresi i discorsi del Romano Pontefi-
ce alla Rota Romana». È quanto ha rac-
comandato Benedetto XVI ricevendo
questa mattina, sabato 26, nella sala Cle-
mentina, i membri del tribunale della
Rota Romana in occasione dell'inaugu-
razione dell'anno giudiziario 2008.
Carissimi Prelati Uditori,
Officiali e Collaboratori
del Tribunale
della Rota Romana!
La ricorrenza del primo centena-
rio del ristabilimento del Tribunale
Apostolico della Rota Romana, san-
cito da San Pio X nel 1908 con la
Costituzione apostolica Sapienti
consilio, è stata appena ricordata
dalle cordiali parole del vostro De-
cano, Mons. Antoni Stankiewicz.
Questa circostanza rende ancor più
vivi i sensi di apprezzamento e di
gratitudine con cui vi incontro già
per la terza volta. A tutti ed a cia-
scuno di voi va il mio saluto cor-
diale. In voi, cari Prelati Uditori, e
anche in tutti coloro che in diversi
modi partecipano all'attività di
questo Tribunale, vedo impersona-
ta un'istituzione della Sede Aposto-
lica il cui radicamento nella tradi-
zione canonica si rivela fonte di co-
stante vitalità. Spetta a voi il com-
pito di mantenere viva quella tradi-
zione, nella convinzione di rendere
così un servizio sempre attuale al-
L'attività
annuale
dell'antico tribunale
Sono poco meno di tredicimila le
sentenze, definitive o interlocutorie,
emesse dalla Rota Romana nei cento
anni trascorsi dal ristabilimento voluto
da san Pio X.
I dati di più recente pubblicazione si
riferiscono all'anno 2006, nel corso del
quale sono state esaminate
complessivamente 1773 cause (pendenti
ad inizio d'anno, nuove ponenze, cause
decise, cause riassunte, repertori non
ancora ponenze e decreti del decano).
Al 1º gennaio le cause in esame erano
1.151; al 31 dicembre di quello stesso
anno le cause pendenti erano 1.164.
Per avere però un'idea più precisa della
mole di lavoro che svolge la Rota
Romana, ci si deve riferire anche ad
altri dati. Per esempio, sempre avendo
l'anno giudiziario 2006 come
riferimento, le petizioni esaminate sono
state 313. La maggior parte avevano
come oggetto cause di nullità del
matrimonio; le altre si riferivano a
cause di separazione, a questioni
relative al mantenimento alimentare e
alla custodia dei figli, a cause iurium,
ereditarie e penali. Complessivamente
sono state archiviate 122 cause. Nel
2005 ne erano state archiviate 111.
Per ciò che riguarda le sentenze su
questioni matrimoniali sono state
emesse 296 decisioni. Di queste 172
sono state sentenze definitive nullitatis
matrimonii: 96 pro nullitate e 76 pro
vinculo. Alle sentenze affermative si
devono poi aggiungere 17 decreti di
conferma di sentenze affermative di
primo grado. Quanto ai decreti, sono
stati emanati 92 decreti incidentali di
turno e 15 decreti del decano.
Per quanto riguarda l'istituto del
gratuito patrocinio, delle 172 sentenze
definitive emesse nell'anno di
riferimento, 105 riguardano cause in
cui una o entrambe le parti hanno
beneficiato del gratuito patrocinio, con
un rapporto che tocca dunque il 61%.
Significativo il fatto che la Rota
Romana sia anche meta di numerose
visite culturali. Quanto siano ritenute
importanti lo dimostra il fatto che sono
tutte registrate e fanno parte delle
statistiche ufficiali in riferimento
all'attività annuale.
Tra i visitatori compaiono sia operatori
dei tribunali ecclesiastici, sia giuristi
laici. Numerosi contatti vengono poi
tenuti con diversi gruppi provenienti
dall'estero. Nel 2006 per esempio,
hanno visitato il tribunale 27 gruppi
provenienti dalla Germania, due gruppi
provenienti dall'Argentina, due dalla
Polonia, uno dal Canada, uno dalla
Spagna, uno dalla Slovacchia ed uno
dagli Stati Uniti.
Numerose sono poi le visite compiute
da gruppi organizzati dalle Pontificie
università romane.
Anche alcuni dei gruppi di vescovi che
giungono in Vaticano per adempiere
alle rituali visite ad limina Apostolorum
inseriscono il tribunale tra gli organismi
da visitare.
Importante anche l'attività formativa.
Nel 2006 gli studenti erano 140. 50
laici, 79 laiche e 11 presbiteri
provenienti da diverse nazioni: Italia,
Germania, Polonia, Spagna, Slovacchia,
Nigeria, India, Corea e Libano.
Nel corso dell'anno accademico 2006
hanno conseguito il diploma di
avvocato rotale ventitré alunni.
Benedetto XVI inaugura l'anno giudiziario della Rota Romana
l'amministrazione della giustizia
nella Chiesa.
Questo centenario è occasione
propizia per riflettere su un aspetto
fondamentale dell'attività della Ro-
ta, cioè sul valore della giurispru-
denza rotale nel complesso dell'am-
ministrazione della giustizia nella
Chiesa. È un profilo messo in risal-
to nella stessa descrizione che della
Rota fa la Costituzione apostolica
Pastor bonus: «Questo Tribunale
funge ordinariamente da istanza
superiore nel grado di appello pres-
so la Sede Apostolica per tutelare i
diritti nella Chiesa, provvede all'u-
nità della giurisprudenza e, attra-
verso le proprie sentenze, è di aiuto
ai Tribunali di grado inferiore»
(art. 126). I miei amati Predecesso-
ri nei loro annuali discorsi parlaro-
no spesso con apprezzamento e fi-
ducia della giurisprudenza della
Rota Romana sia in generale sia
con riferimento ad argomenti con-
creti, specialmente matrimoniali.
Se è giusto e doveroso ricordare
il ministero di giustizia svolto dalla
Rota durante la sua plurisecolare
esistenza, e particolarmente negli
ultimi cento anni, risulta anche
opportuno, nella presente ricorren-
za, cercare di approfondire il senso
di tale servizio, di cui i volumi an-
nuali delle decisioni sono una ma-
nifestazione e nel contempo uno
strumento operativo. In particola-
re, ci possiamo chiedere perché le
sentenze rotali possiedono una rile-
vanza giuridica che oltrepassa
l'ambito immediato delle cause in
cui vengono emesse. A prescindere
dal valore formale che ogni ordina-
mento giuridico possa attribuire ai
precedenti giudiziari, è indubbio
che le singole decisioni interessano
in qualche modo l'intera società.
Infatti, esse vanno determinando
ciò che tutti possono attendersi dai
tribunali, il che certamente influi-
sce sull'andamento della vita socia-
le. Qualsiasi sistema giudiziario de-
ve cercare di offrire soluzioni nelle
quali, insieme alla valutazione pru-
denziale dei casi nella loro irripeti-
bile concretezza, siano applicati i
medesimi principi e norme generali
di giustizia. Solo in questo modo si
crea un clima di fiducia nell'opera-
to dei tribunali, e si evita l'arbitra-
rietà dei criteri soggettivi. Inoltre,
all'interno di ogni organizzazione
giudiziaria vi è una gerarchia tra i
vari tribunali, di modo che la pos-
sibilità stessa di ricorrere ai tribu-
nali superiori costituisce di per sé
uno strumento di unificazione del-
la giurisprudenza.
Le anzidette considerazioni sono
perfettamente applicabili anche ai
tribunali ecclesiastici. Anzi, sicco-
me i processi canonici riguardano
gli aspetti giuridici dei beni salvifi-
ci o di altri beni temporali che ser-
vono alla missione della Chiesa,
l'esigenza di unità nei criteri essen-
ziali di giustizia e la necessità di
L'indirizzo d'omaggio
del vescovo Stankiewicz
All'inizio dell'udienza il decano della
Rota Romana, monsignor Antoni Stan-
kiewicz, nell'indirizzo d'omaggio rivolto
al Papa ha riproposto il cammino del
tribunale dal provvedimento di san Pio
X. «Invero, — ha detto tra l'altro — san
Pio X nel suo progetto della riforma del-
la Curia Romana si propose “di richia-
mare in vita il Tribunale della S. Rota
Romana, e a questo rimettere per com-
missione tutte le cause”, cioè “sia crimi-
nali sia disciplinari (o civili)”, e di prov-
vedere “ad amministrare la giustizia in
modo più spedito e consentaneo ai tem-
pi, dovendo un Tribunale di dignità infe-
riore emettere le sentenze motivate a
differenza delle Sacre Congregazioni,
che giudicano more principis” (G. Fer-
retto, La riforma del B. Pio X, in
AA.VV., Romana Curia a Beato Pio X
“Sapienti consilio” reformata, Romae
1951, pp. 41 s).
«L'intento del Sommo Pontefice di
“dare vita alla S. Rota riformandone il
vecchio sistema di procedura” (ibid., p.
52), ha portato, quindi, alla rifondazione
di essa, configurandola, però, come Cor-
te di appello per tutta la Chiesa Cattoli-
ca (cfr Lex propria, can. 14). Questo at-
to costitutivo della nuova Rota Romana
ha contribuito ad innestare nel procedi-
mento rotale la conformità semantica
fra le “sententiae” e le “decisiones”, seb-
bene quest'ultime presso la Rota antica
fossero soltanto le motivate osservazioni
extragiudiziali dei Ponenti, destinate alle
parti litiganti ante sententiam.
«Attenendosi già al significato sinoni-
mico delle decisiones-sententiae, nel pe-
riodo centennale della Rota restituta so-
no stati pubblicati finora 92 volumi
(1909-2000) delle “Decisiones seu senten-
tiae”, e dopo la promulgazione del nuo-
L'OSSERVATORE ROMANO
poter prevedere ragionevolmente il
senso delle decisioni giudiziarie, di-
venta un bene ecclesiale pubblico
di particolare rilievo per la vita in-
terna del Popolo di Dio e per la sua
testimonianza istituzionale nel
mondo. Oltre alla valenza intrinse-
ca di ragionevolezza insita nell'ope-
rato di un Tribunale che decide le
cause ordinariamente in ultima
istanza, è chiaro che il valore della
giurisprudenza della Rota Romana
dipende dalla sua natura di istanza
superiore nel grado di appello pres-
so la Sede Apostolica. Le disposi-
zioni legali che riconoscono tale
valore (cfr can. 19 CIC; Cost. ap.
Pastor bonus, art. 126) non creano,
ma dichiarano quel valore. Esso
proviene in definitiva dalla necessi-
tà di amministrare la giustizia se-
condo parametri uguali in tutto ciò
che, per l'appunto, è in sé essen-
zialmente uguale.
Di conseguenza, il valore della
giurisprudenza rotale non è una
questione fattuale d'ordine sociolo-
gico, ma è d'indole propriamente
giuridica, in quanto si pone al ser-
vizio della giustizia sostanziale.
Pertanto, sarebbe improprio ravvi-
sare una contrapposizione fra la
giurisprudenza rotale e le decisioni
dei tribunali locali, i quali sono
chiamati a compiere una funzione
indispensabile, nel rendere imme-
diatamente accessibile l'ammini-
strazione della giustizia, e nel poter
indagare e risolvere i casi nella lo-
vo Codice anche 12 volumi dei “Decre-
ta” (1983-1994). Ovviamente, per motivi
tecnici e di concisione giurisprudenziale,
ambedue le serie contengono soltanto
una selezione delle sentenze e dei decre-
ti (decisiones seu sententiae selectae,
decreta selecta).
«La ricorrenza centenaria della ricosti-
tuzione della Rota offre l'occasione di
proporre un breve cenno statistico circa
il numero globale delle sentenze, quale
frutto dello studio e della collaborazione
a livello istruttorio e dibattimentale fra i
Giudici e gli altri Collaboratori giudizia-
li. Ora, nel periodo considerato (1908-
2007) sono state emesse 12872 sentenze
definitive e interlocutorie, che rendono
solo un'idea molto parziale dell'attività
della Rota.
«Beatissimo Padre! Le decisioni rotali
tendono sempre ad attenersi ai principi
di ermeneutica canonico-forense nell'ap-
plicare alle fattispecie concrete le norme
ecclesiali, ossia i “sacri Ecclesiae cano-
nes”, i quali, secondo l'espressione di
Benedetto XIV, che per un settennio eb-
be ad onorare il nostro antico Tribunale
come Secretus Rotae, “nil aliud quam
aequitatem animarumque salutem [re-
spiciunt]” (ep. Urbem Antibarum, 19
marzo 1752, in Codicis Iuris Canonici
Fontes, cura P. Gasparri, vol. II, Romae
1924, n. 419, p. 357).
«La salus animarum (cfr can. 1752
CIC), secondo l'insegnamento di
Pio XII, è “la regola dell'esercizio del
potere giudiziario nella Chiesa” (Pio XII,
Allocuzione alla S. Romana Rota, 3 otto-
bre 1941, AAS 33 [1941], p. 425), e “pos-
siede come guida una norma suprema
assolutamente sicura: la legge e la vo-
lontà di Dio”. Essa comunica “la fermez-
za per procedere nel sicuro cammino
ro concretezza talvolta legata alla
cultura e alla mentalità dei popoli.
In ogni caso, tutte le sentenze devo-
no essere sempre fondate sui prin-
cipi e sulle norme comuni di giu-
stizia. Tale bisogno, comune ad
ogni ordinamento giuridico, riveste
nella Chiesa una specifica pregnan-
za, nella misura in cui sono in gio-
co le esigenze della comunione, che
implica la tutela di ciò che è co-
mune alla Chiesa universale, affi-
data in modo peculiare all'Autorità
Suprema e agli organi che ad nor-
mam iuris partecipano alla sua sa-
cra potestà.
Nell'ambito matrimoniale la giu-
risprudenza rotale ha svolto un la-
voro molto cospicuo in questi cento
anni. In particolare, ha offerto con-
tributi assai significativi che sono
sfociati nella codificazione vigente.
Dopodiché non si può pensare che
sia diminuita l'importanza dell'in-
terpretazione giurisprudenziale del
diritto da parte della Rota. In effet-
ti, proprio l'applicazione dell'attua-
le legge canonica esige che se ne
colga il vero senso di giustizia, le-
gato anzitutto all'essenza stessa del
matrimonio. La Rota Romana è co-
stantemente chiamata a un compi-
to arduo, che influisce molto sul
lavoro di tutti i tribunali: quello di
cogliere l'esistenza o meno della
realtà matrimoniale, che è intrinse-
camente antropologica, teologica e
giuridica. Per meglio comprendere
della verità e del diritto, e la preserva
[...] da una debole condiscendenza ver-
so le disordinate brame delle passioni” e
“da una dura e ingiustificata inflessibili-
tà” (Pio XII, Allocuzione alla S. Romana
Rota, 2 ottobre 1944, AAS 36 [1944], p.
290).
«La Santità Vostra nell'Enciclica Spe
salvi del 30 novembre 2007 ha posto in
luce che la salus animarum è “una real-
tà comunitaria” (n. 14), ed ha messo in
guardia dall'interpretare la “salvezza del-
l'anima” come fuga davanti alla respon-
sabilità per l'insieme, e “come ricerca
egoistica della salvezza che si rifiuta al
servizio degli altri” (n. 16).
«Proprio questa verità ci preserva dal
pericolo reale che la carità pastorale nel
campo giudiziale venga contaminata “da
atteggiamenti compiacenti verso le per-
sone” che “in realtà non rispondono al
bene delle persone e della stessa comu-
nità ecclesiale; evitando il confronto con
la verità che salva”, e possono essere
“controproducenti rispetto all'incontro
salvifico di ognuno con Cristo” (Bene-
detto XVI, Allocuzione alla Rota Roma-
na, 28 gennaio 2006, AAS 98 [2006], pp.
137 s).
«Beatissimo Padre! Con cuore pieno
di gratitudine verso la Santità Vostra
per questa udienza inaugurale nella ri-
correnza centenaria della ricostituzione
della Rota Romana, ispirati dal Vostro
magistero ad una “grande speranza” che
“è solo Dio” e “che può proporci e do-
narci ciò che, da soli, non possiamo rag-
giungere”, affidandoci a “Maria, stella
della speranza” (Lett. enc. Spe salvi, nn.
31, 49), chiediamo di illuminarci con la
vostra augusta parola e di impartirci la
vostra benedizione apostolica per il no-
stro impegno nel servizio alla giustizia
ecclesiale».
il ruolo della giurisprudenza, vor-
rei insistere su ciò che vi ho detto
l'anno scorso circa la dimensione
intrinsecamente giuridica del ma-
trimonio (cfr discorso del 27 gen-
naio 2007, in AAS 99 [2007], pp.
86-91). Il diritto non può essere ri-
dotto ad un mero insieme di regole
positive che i tribunali sono chia-
mati ad applicare. L'unico modo
per fondare solidamente l'opera
giurisprudenziale consiste nel con-
cepirla quale vero esercizio della
prudentia iuris, di una prudenza
che è tutt'altro che arbitrarietà o
relativismo, poiché consente di leg-
gere negli eventi la presenza o l'as-
senza dello specifico rapporto di
giustizia che è il matrimonio, con
il suo reale spessore umano e salvi-
fico. Soltanto in questo modo le
massime giurisprudenziali acqui-
stano il loro vero valore, e non di-
ventano una compilazione di regole
astratte e ripetitive, esposte al ri-
schio di interpretazioni soggettive e
arbitrarie.
Perciò, la valutazione oggettiva
dei fatti, alla luce del Magistero e
del diritto della Chiesa, costituisce
un aspetto molto importante del-
l'attività della Rota Romana, ed in-
fluisce molto sull'operato dei mini-
stri di giustizia dei tribunali delle
Chiese locali. La giurisprudenza ro-
tale va vista come esemplare opera
di saggezza giuridica, compiuta
con l'autorità del Tribunale stabil-
mente costituito dal Successore di
Pietro per il bene di tutta la Chie-
sa. Grazie a tale opera, nelle cause
di nullità matrimoniale la realtà
concreta viene oggettivamente giu-
dicata alla luce dei criteri che riaf-
fermano costantemente la realtà
del matrimonio indissolubile, aper-
ta ad ogni uomo e ad ogni donna
secondo il disegno di Dio Creatore
e Salvatore. Ciò richiede uno sforzo
costante per raggiungere quell'uni-
tà di criteri di giustizia che caratte-
rizza in modo essenziale la nozione
stessa di giurisprudenza e ne è pre-
supposto fondamentale di operati-
vità. Nella Chiesa, proprio per la
sua universalità e per la diversità
delle culture giuridiche in cui è
chiamata ad operare, c'è sempre il
rischio che si formino, sensim sine
sensu, «giurisprudenze locali» sem-
pre più distanti dall'interpretazione
comune delle leggi positive e persi-
no dalla dottrina della Chiesa sul
matrimonio. Auspico che si studino
i mezzi opportuni per rendere la
giurisprudenza rotale sempre più
manifestamente unitaria, nonché
effettivamente accessibile a tutti gli
operatori della giustizia, in modo
da trovare uniforme applicazione
in tutti i tribunali della Chiesa.
In quest'ottica realistica va inte-
so pure il valore degli interventi del
Magistero ecclesiastico sulle que-
stioni giuridiche matrimoniali,
compresi i discorsi del Romano
Pontefice alla Rota Romana. Essi
sono una guida immediata per l'o-
perato di tutti i tribunali della
Chiesa in quanto insegnano con
autorità ciò che è essenziale circa
la realtà del matrimonio. Il mio ve-
nerato
predecessore
Giovanni Pao-
lo II, nel suo ultimo discorso alla
Rota, mise in guardia contro la
mentalità positivistica nella com-
prensione del diritto, che tende a
separare le leggi e gli indirizzi giu-
risprudenziali dalla dottrina della
domenica 27 gennaio 2008
Chiesa. Egli affermò: «In realtà,
l'interpretazione autentica della pa-
rola di Dio, operata dal magistero
della Chiesa, ha valore giuridico
nella misura in cui riguarda l'am-
bito del diritto, senza aver bisogno
di nessun ulteriore passaggio for-
male per diventare giuridicamente
e moralmente vincolante. Per una
sana ermeneutica giuridica è poi
indispensabile cogliere l'insieme de-
gli insegnamenti della Chiesa, col-
locando organicamente ogni affer-
mazione nell'alveo della tradizione.
In questo modo si potrà rifuggire
sia da interpretazioni selettive e di-
storte, sia da critiche sterili a sin-
goli passi» (AAS 97 [2005], p. 166,
n. 6).
Il presente centenario è destinato
ad andare oltre la commemorazio-
ne formale. Esso diviene occasione
di una riflessione che deve ritem-
prare il vostro impegno vivificando-
lo con un sempre più profondo sen-
so ecclesiale della giustizia, che è
vero servizio alla comunione salvi-
fica. Vi incoraggio a pregare quoti-
dianamente per la Rota Romana e
per tutti coloro che operano nel
settore dell'amministrazione della
giustizia nella Chiesa, ricorrendo
all'intercessione materna di Maria
Santissima, Speculum iustitiae.
Questo invito potrebbe sembrare
meramente devozionale e piuttosto
estrinseco rispetto al vostro mini-
stero: invece, non dobbiamo di-
menticare che nella Chiesa tutto si
realizza mediante la forza dell'ora-
zione, che trasforma tutta la nostra
esistenza e ci riempie della speran-
za che Gesù ci porta. Questa pre-
ghiera, inseparabile dall'impegno
quotidiano, serio e competente, ap-
porterà luce e forza, fedeltà e au-
tentico rinnovamento nella vita di
questa venerabile Istituzione, me-
diante la quale, ad normam iuris, il
Vescovo di Roma esercita la sua
sollecitudine primaziale per l'am-
ministrazione della giustizia nel-
l'intero Popolo di Dio. La mia be-
nedizione odierna, piena di affetto
e di gratitudine, vuol abbracciare
perciò sia voi qui presenti sia
quanti servono la Chiesa e i fedeli
in questo
campo in tutto il mondo.
Nuove nomine
episcopali
Le nomine di oggi (Cfr Nostre infor-
mazioni a pagina 1) riguardano l'arcive-
scovo Emil Paul Tscherrig, nuovo nun-
zio Apostolico in Svezia, Danimarca,
Finlandia, Islanda e Norvegia, e il vesco-
vo Pavel Posád, al quale è stato affidato
l'ufficio di ausiliare della diocesi di Če-
ské Budějovice, nella Repubblica Ceca.
Emil Paul Tscherrig
Nunzio Apostolico
in Svezia, Danimarca
Finlandia, Islanda
e Norvegia
Nato a Unterems, in diocesi di Sion
(Svizzera), il 3 febbraio 1947, ha ricevu-
to l'ordinazione sacerdotale l'11 aprile
1974. Laureato in diritto canonico, è en-
trato nel servizio diplomatico della San-
ta Sede il 1° aprile 1978 ed ha prestato
la sua opera presso le rappresentanze
pontificie in Uganda, Corea, Bangladesh
e in segreteria di Stato. Il 4 maggio 1996
è stato eletto alla Chiesa titolare arcive-
scovile di Voli e nel contempo è stato
nominato nunzio apostolico in Burundi.
L'8 luglio 2000 è stato nominato nunzio
apostolico in Trinidad e Tobago, Domi-
nica, Giamaica, Repubblica Cooperativi-
stica della Guyana, Saint-Vincent e Gre-
nadines, Santa Lucia, e delegato aposto-
lico nelle Antille. Il successivo 20 gen-
naio è stato nominato anche nunzio
apostolico in Antigua e Barbuda, Barba-
dos e nella Repubblica di Suriname. Dal
22 maggio 2004 era nominato nunzio
apostolico in Corea e dal successivo 17
giugno nunzio apostolico in Mongolia.
Pavel Posád
Vescovo ausiliare
di České Budějovice
(Repubblica Ceca)
Nato il 28 giugno 1953 a Budokov, in
diocesi di Brno (Repubblica Ceca), dopo
gli studi presso la Facoltà teologica di
Litoměřice è stato ordinato sacerdote il
26 giugno 1977. È stato vice parroco a
Pohořelice (1977), a Brno-Židenice
(1978) e a Lomnice u Tišnova (1979), e
parroco a Ratiškovice (1980-1982) a Dr-
nholec (1982-1989), a Trest (1989-1990) e
a Brno (1990-1993), quindi per dieci an-
ni è stato Direttore Spirituale nel Semi-
nario di Olomuc. Il 24 dicembre 2003 è
stato eletto alla Sede residenziale di Li-
toměřice e il 28 febbraio 2004 ha ricevu-
to l'ordinazione episcopale.