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domenica 7 aprile 2013 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 3
Decine di migliaia di profughi centroafricani si stanno riversando nei Paesi confinanti Dopo gli scontri a Muxungué tra forze di polizia e militanti della Renamo
S
zaino ricevendo invece un deciso ri- no aveva battezzato col nome di “ca-
no in cui avviene quanto fiuto. verna”, termine più in linea con il ragazza incaricata di farli cenare in-
mi avvio a raccontare era Erano le 16.30 di un venerdì inver- mondo magico dei video che, più di sieme. Come in altre occasioni simili
uno di quelli in cui suo nale e a quel punto occorreva deci- un residuato della seconda guerra il distacco dalla casa del nonno non
nonno andava a prenderlo dere se andare a casa del nipote o a mondiale, alimentavano la sua fanta- era stato facile e senza ombre, e la
a scuola. Parcheggiata l’auto nella conversazione durante il tragitto di
quella del nonno. La scelta era cadu- sia giovanile. Così era andata, tanto
via adiacente, questi si era lasciato ritorno in auto era stata più che al-
ta su quest’ultima soluzione impo- è vero che al rientro in casa, dopo la
andare a sospetti ed elucubrazioni tro un interrogatorio tenuto in vita
sulla possibilità, stando alle nuove nendo al resto del dal nonno sulle preferenze del nipo-
regole del traffico cittadino, di rice- pomeriggio un pro- te in materia di cibo, luoghi, città,
gramma già speri- Arrivati a casa ci sarebbe stato
vere una multa per aver percorso persone, amici con cui stare e passa-
una strada vietata, l’unica, per altro, mentato in altre un latte caldo con zucchero re il tempo. Poi, arrivati a casa, al
che consentiva l’accesso alla via ac- precedenti occasio- momento di lasciarlo alle sue cose,
ni. Arrivati a casa consumato poco alla volta in cucina
canto all’edificio scolastico. Senon- nell’abbracciare il nipote, il nonno
ché in seguito, al momento in cui la del nonno, ci sareb- In un silenzio rotto appena non aveva mancato di dirgli: «Ciao
scala da cui sarebbero spuntati i pri- be stata per prima Serafino, ti voglio bene come sem-
cosa un latte caldo
dal televisore a basso volume
mi ragazzini in fase di uscita comin- pre», parole sussurrategli con un filo
ciò a popolarsi, il suo pensiero era con zucchero, servi- di voce all’altezza dell’orecchio.
stato quello di chiedersi se, tra i ra- to in una tazza con la cannuccia e visita dei corridoi immersi nella te- E siamo arrivati a sabato, quando,
gazzini incappottati e incappucciati, consumato poco alla volta nella cu- nebra del rifugio, Serafino si era do- fattosi ormai sera, il telefono fisso
avrebbe riconosciuto subito il nipote cina in un silenzio rotto appena vuto liberare delle scarpe e delle cal- della casa del nonno squillò.
che non vedeva da qualche settima- dall’audio della televisione tenuto a ze inzuppatesi nelle pozzanghere «Pronto! Chi parla?» disse questi
na. Interrogativo rientrato, perché fu basso volume. Dopo di che si sareb- che stava vestendosi ed era sul pun-
il nipote a riconoscere il nonno e si- be usciti all’aperto e sfruttando il re- stagnanti sul fondo dei cunicoli. Di to di uscire per un impegno.
multaneamente a essere da questo ri- siduo di luce pomeridiana, nonché qui una nuova sosta davanti al vi- «Nonno, sono Serafino! Aiuto!»
conosciuto in quanto non portava provvisti di una luce portatile, ci si deo, questa volta accompagnata da «Cosa c’è Serafino? Non stai be-
alcun cappuccio. Soddisfatto di co- sarebbe recati a visitare il vecchio ri- una scodellina di cioccolato gelato. ne? Perché hai quella voce?»
«Ho male alla gola...»
«Serafino, cos’hai? C’è qualcosa
che non va? Dove sei?»
«Sono in bagno... aiuto». aveva fatto, riassumendo inoltre il era capito che si trattava di un com-
«Ma che ti succede?»
suo tono di voce normale dopo aver- pagno di scuola di Serafino, sorgeva
«Mi hanno picchiato...»
lo alterato nell’intento che fosse pre- il sospetto che detto compagno aves-
«Stai buono! Vengo subito da te.
so per quello di Serafino. se agito su sollecitazione dell’amico.
Ti passo la nonna».
Tornata la calma e superato l’al- Ipotesi e dubbi difficili da chiarire
Quella che segue è la cronaca non
scritta, ma che ognuno può immagi- larme di un momento non privo di se non sottoponendo Serafino a un
nare, della situazione in cui i due angoscia, restavano alcune cose da interrogatorio che non era il caso
nonni, presi in questa storia — allar- chiarire e che richiedevano di venire mettere in atto. Restava invece
mati dalla voce del nipote che si di- sistemate in un quadro logico. Al l’eventualità che il compagno di Se-
chiarava in pericolo e sollecitava uno nonno tornò in mente il pensiero rafino si fosse prestato a fare la tele-
dei due a precipitarsi in suo soccor- che aveva accompagnato la visita di fonata incriminata in quanto anima-
so — ad un certo punto scoprono Serafino il pomeriggio del giorno to dal proposito di approfittare della
che la situazione creatasi era uno precedente, quando aveva registrato relazione affettuosa tra nonno e ni-
scherzo frutto di un inganno. di essersi sentito in colpa per aver pote per metterla in ridicolo.
Era successo, infatti, che un com- trascurato quel nipote nel corso del- Una provocazione dunque la qua-
pagno di scuola di Serafino, facen- le settimane precedenti in cui si era le, ancorché indice di un possibile
dosi passare per quest’ultimo, aveva dedicato a una nipote femmina e cu- malessere diffuso tra i ragazzi di og-
fatto il numero telefonico della casa gina di Serafino. Pensiero all’origine gi, considerata l’età dei protagonisti
dei nonni del suo amico e simulato dello stato d’animo di vulnerabilità in questione appena al di sopra dei
la situazione sopra descritta, riuscen- emerso nel corso della telefonata col sette anni, appariva impropria e pre-
doci a tal punto che, vista la piega presunto Serafino. matura e quanto meno in una luce
non prevista assunta dalla situazione Lì per lì, infatti, il nonno aveva acerba. Specialmente per quanto ri-
stessa, aveva sentito il bisogno di in- pensato che dietro la telefonata di ri- guardava Serafino la cui innocenza,
tervenire e rivelare la sua identità e chiesta di aiuto ci fosse il desiderio sulla quale si era fatto leva, era fuori
Gerolamo Induno, «La nonna» (1853) che si trattava di uno scherzo. Così di Serafino di punirlo. E quando si discussione.
Un viaggio alla ricerca di se stessi nel film «Un giorno devi andare» Raccolte in un libro le lettere pastorali di Cesare Pagani
La testimonianza della zingara Rita Prigmore, vittima delle atroci sperimentazioni naziste Le riflessioni di Otto Dov Kulka uno storico sopravvissuto alla Shoah
L mente, una sera qualsiasi, mentre sfera della storia da quella della memo- sione dell’invio alle camere a gas dei
guidava la sua auto in una stradi- ria e dall’immaginazione? È possibile suoi compagni, nel giugno 1944, quan-
na nello Stato di Washington. Un per un sopravvissuto di Auschwitz che do fu inserito, anche qui del tutto ca-
forte mal di testa, l’improvvisa fa di mestiere lo storico mantenere per sualmente, in un gruppo di giovani de-
perdita dei sensi, giusto il tempo di accende- tutta la sua vita un assoluto rigore stinati al lavoro e passò così davanti alle
re le luci di emergenza e poi lo scontro con- scientifico nell’affrontare la storia della camere a gas senza entrarvi.
tro un palo della luce. All’ospedale i medici Shoah e in età più che matura pubbli- È un libro di grande valore il suo, un
scrutano le lastre e iniziano a fare domande care memorie, fantasticherie, sogni e testo che potremmo definire straordina-
su quelle cicatrici antiche sulle tempie: una brani di diario che affrontano Au- rio. Questo studioso che non ha mai
ferita? un intervento chirurgico? Rita arriva a schwitz da un punto di vista completa- voluto leggere memorie o romanzi né
casa, chiama sua madre in Germania e in un mente diverso, quello della soggettività, vedere film sulla Shoah si esprime qui
paio di giorni l’anziana donna è al suo fian- della percezione costante, anche dopo il in un linguaggio metaforico e onirico di
campo, della inesorabile ed assoluta straordinaria bellezza. Protagonista as-
co, le stringe la mano e le racconta tutta la
presenza della Morte? È quanto ha fat- soluta di questi paesaggi è la Morte, e
storia dolorosa della sua prima infanzia nelle
to Otto Dov Kulka, praghese, deporta- Auschwitz è la Metropoli della Morte.
mani dei medici nazisti.
to bambino a Theresienstadt e poi a Perché il bambino, e poi più tardi
La vicenda di Rita Prigmore, zingara di Birkenau, docente di Storia Moderna l’adulto che continua a ripensare questa
etnia sinti, tedesca, prelevata appena venuta alla Hebrew University, figlio a sua vol- Metropoli, sa bene che la Morte è qui
alla luce insieme alla gemella Rolanda e sot- ta di un altro superstite, storico e gior- un destino a cui non si può sfuggire, da
toposta a sperimentazioni mediche dall’équi- nalista, anch’egli studioso della Shoah, cui invano nei suoi sogni successivi di
pe del dottor Heyde, è una storia dolorosa Erich Kulka, a cui il Museo di There-
che lei stessa ha scoperto lentamente, to- sienstadt ha dedicato in anni recenti
gliendo solo dopo anni il velo all’orrore che una statua.
ha distrutto la sua famiglia e maturando una Rita Prigmore durante la sua visita in Italia Dov Kulka ha vissuto durante la de-
nuova consapevolezza del ruolo prezioso del portazione a Birkenau un destino asso-
testimone. Dopo essersi ricostruita una vita lutamente anomalo ed eccezionale,
negli Stati Uniti, Rita Prigmore è tornata in lo zingaro, ma soprattutto la storia personale «Mia sorella Rolanda e io siamo nate il 3
sfuggendo alla morte in due diverse oc-
Europa per cercare di ottenere un risarci- sua e della piccola gemella Rolanda, morta a marzo 1943 — prosegue Rita — e mia madre
casioni: la prima quando insieme alla
sole sei settimane sotto gli strumenti dei me- mi raccontò che attorno a lei c’erano molti
mento dalle autorità tedesche e, dopo la madre è stato deportato a dieci anni da
dici nazisti. «Nel 1942, quando la quasi tota- medici in uniforme ad assistere al parto. Ci
morte della madre, oggi spende le sue ener- Theresienstadt a Birkenau, finendo del
lità degli ebrei tedeschi era già stata deporta- presero immediatamente e a mia madre non
gie per incontrare i giovani e raccontare loro tutto casualmente in un apposito campo
ta, la sorte degli zingari non era ancora chia- fu possibile vederci per i successivi cinque
del Porrajmos, l’Olocausto dimenticato del creato a scopo propagandistico, dove
ra (rom e sinti erano considerati ariani dalla giorni». Erano settimane drammatiche per i
popolo zingaro. fra l’autunno del 1943 e l’estate del 1944
scienza razzista), tuttavia i nazisti volevano sinti tedeschi: nell’aprile di quell’anno la
In questo periodo Rita Prigmore è in Ita- evitare che procreassero: per questo su di lo- tre gruppi successivi di 5.000 ebrei cechi
quasi totalità degli zingari rimasti nei territo- e tedeschi furono spostati da Theresien-
lia, per una serie di incontri organizzati dalla ro vennero applicate le leggi per prevenire la ri controllati dalla Germania fu deportata ad stadt, un campo in cui le famiglie non
Comunità di Sant’Egidio — in prima linea riproduzione delle persone affette da malat- Auschwitz. A Würzburg operava l’équipe del
nel sostegno a rom e sinti e nel ricordo delle tie genetiche e così fu pianificata la steriliz- erano divise, in cui le teste dei deportati
dottor Heyde, seguace di Mengele, specializ- non venivano rasate, in cui i bambini
vittime delle violenze naziste — che in pochi zazione di tutti gli zingari in Germania». zato negli esperimenti sui gemelli e in segui-
giorni l’hanno portata in giro per la Penisola Rita nacque nel 1943 a Würzburg, nella non venivano gassati all’arrivo: un cam-
to capo del programma di eutanasia di Sta- po privilegiato rispetto agli altri. Ma da
per parlare ai ragazzi delle scuole, nei campi Bassa Franconia, in una famiglia numerosa e to. «Mia madre era spaventata e non riuscì a
sinti, nei luoghi della cultura. inserita nella società: i nonni costruivano ce- questo campo i primi arrivati furono
resistere a lungo in quella situazione. Così tutti inviati alle camere a gas, senza es-
sti per i viticoltori, il padre un giorno entrò nell’ospedale dove eravamo
suonava il violino in una sere nemmeno sottoposti alla normale
La Gestapo intimò alla madre incinta rinchiuse e, dopo molte insistenze, riuscì a selezione, allo scadere di sei mesi, nel
banda musicale molto affer- convincere un’infermiera che le mostrò me. marzo 1944.
di “scegliere” tra aborto forzato e deportazione mata, la madre, Theresia, di Quando mia madre insistette per vedere an- In un saggio rigorosamente storico
giorno lavorava in una fab- che mia sorella, l’infermiera la portò in ba-
o consegna delle gemelle brica di dolci, la sera era
collocato alla fine del libro Paesaggi del-
gno e le indicò Rolanda, in una vasca da ba- la metropoli della Morte. Riflessioni su fuga prova a liberarsi: ogni volta, un al-
Rita sopravvisse ma Rolanda morì cantante, attrice e ballerina gno, con indosso una maglietta e la testa fa- memoria e immaginazione (Milano, toparlante chiama il suo nome e lo ri-
in uno dei teatri più presti- sciata. Era morta: i medici le avevano fatto porta a morire. Anche se sempre lui sa
a sei settimane per mano dei medici nazisti giosi della città. «Niente fa-
Guanda, 2013, pagine 183, euro 17), Kul-
delle iniezioni di inchiostro negli occhi per ka spiega l’esistenza di questo campo. I che è destinato anche a sopravvivere, in
ceva pensare a quello che sa- tentare di cambiarle il colore». gruppi di 5.000 ebrei che si succedeva- un paradossale incontro tra salvezza e
Una delle tappe è stata Genova, dove, rebbe successo — spiega — perché molti sinti In preda alla disperazione, Theresia prese no, poi mandati al gas, erano destinati morte. Quelle scale che portavano alla
nella sala del Minor Consiglio di Palazzo erano ben inseriti nella società: mio zio la figlia ancora in vita e corse alla cappella camera a gas non aveva dovuto scender-
Ducale, Rita Prigmore — introdotta da An- Kurt, il fratello maggiore di mia madre, per di Santa Rita per far battezzare la bambina le allora, nei giorni della “gloria” del
drea Chiappori, responsabile locale di esempio, era militare e faceva parte della in quella condizione di emergenza: fu per Quelle scale verso la camera a gas campo, e tenterà di scenderle davvero
Sant’Egidio — ha portato la sua testimonian- squadra di motociclisti a cui spesso era chie- questo che alla piccola venne dato il nome senza riuscirci in un successivo ritorno
za e ha dialogato con Ariel Dello Strologo, sto di scortare il Führer nei suoi viaggi. Per
che non aveva dovuto scendere allora ad Auschwitz. Riuscirà invece a scen-
della santa patrona delle cause impossibili.
rappresentante del Centro Primo Levi e vice- le sue qualità di soldato avevano deciso di «Due giorni dopo a casa mia arrivarono le le percorrerà in un sogno derle in un sogno, dove un dottor Men-
presidente della Comunità ebraica genovese, promuoverlo, e fu proprio nel corso delle ri- Ss e mi prelevarono: per un anno mia madre Con il dottor Mengele a fare da guida gele stranamente normale farà da guida
Luca Borzani, presidente della Fondazione cerche sulla sua storia familiare in occasione non ebbe più notizie di me». La storia di turistica a un gruppo di ebrei israeliani
per la Cultura Palazzo Ducale, e Pino Pe- di questa promozione che scoprirono che i Rita rimase naturalmente segnata da quella a un gruppo di ebrei in visita in visita ad Auschwitz. Un Mengele che
truzzelli, attore, regista e scrittore appassio- suoi genitori erano zingari: da Lione, dove si vicenda, ma fu solo dopo molti anni — in se- era «sempre stato là».
nato di cultura rom. guito a quell’incidente d’auto — che sua ma- Ma Birkenau è anche il luogo in cui
trovava, fu subito richiamato a Würzburg e
Circondata da decine di ragazzi, dopo la dre si decise a raccontarle qualcosa. in realtà a ingannare la Croce Rossa In- il maestro di musica del “campo fami-
venne sterilizzato. Aveva appena 25 anni». glia” fa cantare ai bambini l’Inno alla
fine della conferenza Rita Prigmore si è ap- Sono solo pochi anni che Rita Prigmore ternazionale nel caso i suoi inviati, do-
Prima di essere sottoposta alla sterilizza- Gioia di Beethoven, a poche centinaia
poggiata al braccio della traduttrice, mentre i ha deciso di tornare in Europa: per chiedere po aver visitato Theresienstadt, come
suoi occhi chiari saettavano attorno. Fissan- zione, tuttavia, la madre di Rita riuscì a ri- giustizia e risarcimenti per ciò che ha subito, fecero nel 1944, avessero chiesto di visi- di metri dai crematori. In cui il ragazzo
do alcuni giovani, ha scandito le parole con manere incinta: la Gestapo la convocò im- ma soprattutto per raccontare a tutti ciò che tare anche uno dei campi più a est. I può guardare il cielo azzurro e sentirsi
solennità. «Voi potete costruire il vostro Pae- mediatamente per procedere all’aborto, ma ha vissuto la sua gente. «E poi perché, an- primi 5.000 ebrei furono infatti gassati felice e credere poi di non aver mai vi-
se, potete far sì che nessuno debba più esse- quando dagli esami risultò evidente che la che oggi bisogna vigilare: io ho subito molta in uno stallo delle trattative fra Himm- sto in tutta la sua vita un cielo così bel-
re vittima della violenza razzista: guardate donna fosse incinta di due gemelle, i nazisti ostilità in quanto zingara e tanti, troppi, so- ler e la Croce Rossa. Poi, dopo la loro lo. Da dove sua madre si avvia verso un
gli altri negli occhi e non dimenticate che in — che avevano un grande interesse per gli no ancora maltrattati per la loro presunta di- visita a Theresienstadt, nel 1944, gli altro campo, dove partorirà un altro fi-
ciascuno c’è un essere umano». Scorrendo esperimenti sui gemelli, soprattutto se zinga- versità». ispettori della Croce Rossa si dichiara- glio e troverà la morte, senza voltarsi
tra le mani le foto e i ritagli di giornale, ha ri — le posero un ultimatum: se non avesse Poi si è rivolta ai ragazzi, quasi scrutando rono soddisfatti delle condizioni in cui indietro a guardare un’ultima volta il
spiegato: «ormai io vivo per questo». accettato di lasciare le sue bambine ai medici gli occhi di ognuno: «non conta il colore vivevano i prigionieri, senza chiedere di suo bambino. Dove un compagno di
Rita Prigmore ha raccontato le sterilizza- del Reich, sarebbe stata costretta ad abortire della pelle, o se una persona è disabile o im- visitare Auschwitz, e così anche gli altri prigionia morente può lasciargli Delitto
zioni, le deportazioni, il genocidio del popo- e condotta immediatamente ad Auschwitz. migrata, l’unica cosa che conta è il cuore». ebrei del “campo famiglia” di Birkenau e castigo e raccontargli di musica e poe-
sia, e dove una poetessa ventenne rima-
sta senza nome può consegnare a un
kapò sulla soglia della camera a gas,
perché sopravvivano, tre sue bellissime
Musica Sylvain Tesson racconta la sua scelta di esistenza solitaria poesie scritte nel campo. Un mondo in
cui i prigionieri continuano a far studia-
per ricordare Finalmente saprò se ho una vita interiore re i bambini, a suonare, a recitare anche
quando diventa chiaro a tutti che quelle
condizioni privilegiate sono a tempo e
stanno inesorabilmente per scadere.
di CLAUDIO TOSCANI di geologia locale, Tesson ha di ha come primo proposito di non alla potenza del divino. Nono- Il saggio apposto in fondo al libro,
che motivarci i sogni, scansando lasciarsi sopraffare dalla presenza stante il dubbio, l’insinuazione, esempio di alto livello della sua scrittu-
«Mi ero ripromesso che prima gli incubi, metaforizzando natura dei propri simili, dalla preponde- l’azzardo tagliente. ra di storico, non ha solo la funzione di
dei quarant’anni avrei vissuto da e paura, dando anima alle cose, ranza delle cose a disposizione, A proposito sono i suoi strali spiegare in termini chiari il “campo fa-
eremita nei boschi». Di fatto, a espressione ai mutamenti del cie- dall’abitudine al superfluo. contro la società, la politica, i si- miglia” o di interpretarne le ragioni. È
due anni dalla scadenza, Sylvain lo, paragoni alla neve, alla piog- Tesson all’interno della capan- stemi: «Lo Stato vede tutto, nella anche, attraverso la sua scrittura tanto
Tesson, viaggiatore, alpinista, gia, ai casi o alle necessità. Inter- na ha un modesto altare: san Se- foresta si vive nascosti. Lo Stato diversa, un modo di far risaltare la scrit-
scrittore francese, si sposta lungo preta le urla degli animali e veste rafino di Sarov, san Nicola, una sente tutto; la foresta è il tempio tura soggettiva dei Paesaggi, di trascen-
il lago Bajkal, nella Siberia meri- di figure poetiche i mutamenti di vergine nera e lo zar Nicola II.
del silenzio. Lo Stato controlla dere, come l’autore stesso dice, la storia.
dionale, in una capanna di legno luce sulle superfici ibernate ed Ma fra le pagine compone un ra-
tutto; qui sono in vigore codici La storia è là, certo, tutto è vero, ma
a un niente dalla costa. Non è la accecanti. rissimo dizionario di specie, va-
antichissimi. Lo Stato vuole sud- quella verità non basta a rispondere ad
solitudine totale, perché riceve vi- Perché questa scelta nel bel rietà, tipi, classi, categorie, generi.
mezzo di una vita agevole e agia- Davvero l’uomo ha saputo e sa diti ubbidienti, cuori aridi in cor- alcune di quelle domande, a toccare con
site di quando in quando (amici, pi presentabili; la taiga trasforma mano il senso del dolore, il “lutto di
forestali, viaggiatori, vicini di... ta? Una fuga? Una scommessa? dare un nome a ogni cosa, ogni
Una ricerca spirituale? Un’espe- creatura, ogni congiuntura. Muti l’uomo in un selvaggio e libera la D io”, la terribile consapevolezza della
ghiaccio, se pur a decine di chilo- sua anima». morte. Kulka ha preferito non mescola-
rienza da raccontare per cui farsi alla mente e alla scrittura resisto-
In occasione del settantesimo metri), ma tra taiga e tundra re queste due diverse scritture, ma acco-
notorietà o trarre un guadagno? no certi stati d’animo, prodotti Le civiltà sono esperienze
anniversario del salvataggio l’isolamento è terribile, il clima starle l’una all’altra, tenendole separate,
«Finalmente saprò se ho una dai miracoli di quelle eccezionali provvisorie ancorché lunghe, che
degli ebrei bulgari durante la impossibile, i pericoli sempre pre- vita interiore», scrive. Inattesa e latitudini o dalle pause di lettura. quasi a voler mantenere uno spazio au-
la foresta prima o poi inghiottirà
senti; malinconie, malattie e scon- lapidaria, la dichiarazione di sco- Decine di libri Tesson ha por- tonomo all’espressione della sua perso-
seconda guerra mondiale, di nuovo, perché gli uomini che
forto a portata di mente e corpo po e di senso della spedizione la- tato con sé, di tutti i soggetti: let- nale mitologia nei dialoghi con se stes-
l’Ambasciata di Bulgaria presso hanno preso il posto degli alberi
a ogni ora del giorno e della not- scia il lettore in bilico tra dubita- teratura, filosofia, spiritualità, so, nei sogni e infine nella scelta delle
la Santa Sede organizza un scompariranno per lasciare il po-
te. Il diario quotidiano dei piccoli re del testo o immedesimarvisi. viaggi. Così, se non sono gli in- immagini, una cinquantina di disegni e
concerto commemorativo l’8 e meno piccoli eventi (Nelle foreste sto usurpato. «L’uomo è un bam-
Perché la trama altro non è che canti dei luoghi, le magie di albe foto in bianco e nero che illustrano in
aprile alle 19.30 presso il siberiane, Palermo, Sellerio, 2012, bino capriccioso, convinto che la maniera insuperabile questo testo e la
Pontificio istituto di Musica un incessante miriade di appunti, e tramonti, le mosse degli animali
pagine 260, euro 16) si prende da terra sia la sua stanza dei giochi, Morte che ne è protagonista. Un modo
di aneddoti, di annotazioni: foto- o il fruscio dei venti, sono le ri-
Sacra. Anatoli Krastev al febbraio a luglio tra il 2010 e il gli animali i suoi balocchi e gli forse per dire che non c’è modo di far
grammi paesaggistici, e nondime- flessioni indotte dalle letture a far
violoncello, Yosif Radionov al 2011: ogni mese un capitolo (fore- no mentali, commenti e monolo- vibrare il sismografo dell’anima. alberi i suoi sonagli». Lui, orga- parte, nel rigore del mestiere di storico,
violino e Sabin Levi all’organo sta, tempo, lago, bestie, lacrime, ghi che vivono più che altro del Allora non tengono le corazze del nizzando la propria vita attorno a quello spazio non rappresentabile del-
proporranno brani di musica pace) e dentro letture, non caccia magnetismo della scrittura, non sapere, le cataste dei miti e dei all’idea di non possedere nulla, la Shoah su cui tanto ci si affanna, ma
classica nella Sala Accademica ma pesca, perlustrazioni e pensie- per l’attesa di un fatto o di una simboli, i domini delle scienze. dispone di tutto il necessario. Fa- che forse i versi della poetessa assassi-
dell’Istituto dove è ospitato il ri, entusiasmi e depressioni. sorpresa. L’uomo è veramente solo di fron- cendo strada al tempo e amando nata, i disegni dei bambini e i suoi per-
Grande Organo Mascioni, In un silenzio raramente viola- I padri del deserto cercavano te al creato, all’inafferrabilità del i luoghi, si è riconciliato con la sonali incontri onirici con la Morte so-
recentemente restaurato. to da venticinque milioni di anni Dio. Questo odierno anacoreta tempo e all’infinità dello spazio, vita e col mondo. no in grado di rappresentare.
pagina 6 L’OSSERVATORE ROMANO domenica 7 aprile 2013
La grazia delle lacrime dalla visione di sant’Ambrogio alle parole di Papa Francesco Nell’Annunciazione del Signore la storia di un incontro
È bello Il sì a Dio
essere perdonati di SALVATORE M. PERRELLA
Non è infrequente posticipare per
dicente del Dio dei padri a tutte le
altre generazioni che verranno e che
accoglieranno con animo disponibi-
ragioni di calendario e di tempo li- le e grato la benedizione del Dio
di INOS BIFFI la del ladro che, morendo perdona- «tanta pietas» del Signore Gesù. E pa asterge con lacrime amare». E turgico la solennità dell’Annuncia- vivente che è questa volta e per
to, passa in un attimo nella vita e viene in mente l’espressione del Pa- dalla narrazione passa alla preghie- zione del Signore, visto che que- sempre il Figlio del Dio vivente
«Pensiamo che è bello essere santi, nel regno, dal momento che «la vita pa, ricordata all’inizio, quando ra: «Gesù Signore, guardaci pietoso, st’anno la sua celebrazione, il 25 concretato nell’evento storico-salvi-
ma anche bello è essere perdonati». consiste nell’essere con Cristo, poi- ascoltiamo il vescovo di Milano af- quando tentati incerti vacilliamo: se marzo, cadeva di Lunedì santo, pri- fico e nel dinamismo della sua ver-
Questa espressione di un’omelia di ché dove c’è Cristo, là c’è il regno» fermare: «Beata la caduta, che da tu ci guardi, le macchie dileguano e mo giorno della grande settimana ginale incarnazione da “D onna”.
Papa Francesco sulla bellezza di es- (Expositio evangelii secundum Lucam, Cristo viene in meglio riparata (Felix il peccato si stempera nel pianto»; che porta la Chiesa a rivivere la Pa- Egli è la novità della storia della
sere perdonati richiama da vicino al- X, 121). E canta nell’inno pasquale ruina, quae reparatur in melius)» «Guarda anche noi, Signore Gesù, squa del Signore. Ma tale solennità salvezza riscritta dal provvidente,
cune espressioni sorprendenti di (Hic est dies verus Dei): «Agli smar- (Explanatio Psalmi XXXIX, 20); «O affinché anche noi riconosciamo i è talmente importante e significati- sovrano e inedito disegno del Dio
sant’Ambrogio e, soprattutto, la sua riti Dio ridonò la fede; ridiede luce, felice colpa, che meritò di avere un nostri errori, laviamo con lacrime di va per la fede che non la si può trinitario.
teologia della misericordia, che la- con la vista, ai ciechi. Chi sarà anco- così qualificato e così grande reden- pentimento la nostra colpa, meritia- sopprimere o trascurare: si tratta, Al termine del dialogo nella casa
scia sbalorditi. Per il vescovo di Mi- ra oppresso da timore dopo il per- tore! Non ci sarebbe stata di vantag- mo il perdono dei peccati» (Exame- infatti, dell’evento primordiale e di Nazaret, con la sua esplicita pa-
lano il perdono è il motivo per cui dono al ladro? Questi mutò la sua gio la creazione, se ci fosse mancato ron, V, VIII, 89). «Le lacrime lavino storico-salvifico del fiat del Dio- rola di consenso (cfr. Luca, 1, 38),
Dio ha fatto il mondo e particolar- croce in un premio, Gesù acquistan- il beneficio della redenzione»: paro- la colpa, che è vergogna confessare con-noi a cui si è congiunto, nella Maria, donna dell’Alleanza e icona
mente ha creato l’uomo. Ai suoi oc- do con rapida fede; così, giustifica- le in qualche manoscritto medievale con la voce. Lacrime eccellenti, per- “pienezza del tempo” (Galati, 4, 4), del credente e della Chiesa in ascol-
chi il peccato non ha la competenza to, arrivò primo nel regno di Dio. cancellate o mancanti, perché ritenu- ché lavano la colpa. Del resto coloro quello di una di noi, Maria di Na- to della Parola, inizia il suo esem-
di decidere e di riuscire, ed è già, in Persino gli angeli ne stupiscono, te eccessive. Egli dice ancora: «Non che Gesù guardano, si mettono a zaret; avvenimento trasmesso- plare cammino che la porterà
certo modo, preventivamente perdo- contemplando lo strazio delle mem- mi glorierò perché sono giusto, ma piangere» (Ibidem, 90). ci con grande maestria let- sempre a “ripartire da Cristo”
nato e sciolto. Anzi, paradossalmen- bra, e, tutto stringendosi a Cristo, il mi glorierò, perché sono redento. In particolare nel De paenitentia teraria, teologica e nella sua peregrinatio fidei (cfr.
te, egli ritiene che il peccato ha una reo carpire la vita beata». Mi glorierò non perché sono vuoto troviamo la teologia, la spiritualità e poetica dal Vangelo Lumen gentium, 58),
sua positività, servendo per l’esalta- La visione cristiana e pastorale di di peccati, ma perché i peccati mi la pastorale della misericordia secon- (cfr. Luca, 1, 26-38). manifestando così,
zione dell’opera autentica cui Dio Ambrogio, per il quale il Signore sono rimessi. È più proficua la colpa do sant’Ambrogio, insieme — po- Questo notissimo con la sua condizione
mirava, che non è la pura creazione, Gesù si fa trovare anche da chi terri- dell’innocenza. L’innocenza mi ave- tremmo dire — con le sue confessio- brano, redatto al- di serva e di discepola
bensì la redenzione della creazione, bilmente ritarda — non ha nulla di va reso arrogante, la colpa mi ha re- ni, commosse, pur nel loro riserbo. la stregua di credente, come la sto-
che è evento incomparabilmente più deprimente: la sua concezione cri- so umile» (De Iacob, 1, 6, 23). È un messaggio di fiducia: «Cristo un formula- ria del dialogo della Pa-
stupendo. stiana rasserena e infonde fiducia, Rivolgendosi poi a Cristo non esi- verrà alla tua tomba, e se vedrà rio tipico dei rola con Israele non è
Incominciamo col citare il suo te- proprio perché tutta affidata alla terà a dichiarare: «Signore Gesù, so- piangere per te Marta, donna impe- riti di allean- spezzata ma continua in
sto più stupefacente e no più debitore alle tue gnata in un premuroso servizio, za fra Dio e il modo nuovo e possa quin-
più rivelatore, dove sofferenze, per le quali Marta, che ascoltava attentamente la suo popolo, al- di essere ricompresa come
l’amore misericordioso sono stato redento, che parola di Dio, come la santa Chiesa, lo stesso tem- un cammino che conduce al
appare come sostanza e non alla potenza delle che ha scelto per sé la parte miglio- po è annuncio di nascita messianica Consacrato di Dio e alla sua opera
la causa di ciò che ha tue opere, per le quali re, sarà mosso a compassione» (De e di missione. (cfr. Luca, 24, 25-27, 44-49; Atti, 2,
creato. Ambrogio sta sono stato creato. Non paenitentia, II, 52). Ed ecco nuova- Con l’episodio del colloquium sa- 29-36).
terminando il commen- sarebbe stato utile na- mente la preghiera: «Signore Gesù, lutis tra il messaggero celeste e la «Se il rapporto di Maria con la
to all’opera dei sei scere, se non avessi con piena fiducia sono venuto alla Vergine di Nazaret sorge in Colui Parola del Signore è stato così pro-
giorni e osserva: «Il Si- avuto il vantaggio della tua Chiesa. Manda i tuoi servi ai che è annunziato la nuova Allean- fondo e significativo da coinvolgere
gnore Dio nostro creò redenzione» (Expositio crocicchi delle strade, raccogli i buo- za. L’incontro della giovane di Na- completamente la sua persona e da
il cielo e non leggo che evangelii secundum Lu- ni e i cattivi, fa’ entrare nella tua di- zaret con il messaggero della Parola orientare la sua scelta, ciò è stato
si sia riposato; creò la cam, II, 41-42). E in ul- mora storpi, ciechi e zoppi. Coman- del Dio dei nostri padri (cfr. Esodo, possibile grazie all’esperienza che
terra e non leggo che si timo passo: «Anche la da che essa sia strapiena, introduci 3, 6a; Marco, 12, 24-27), Gabriele Lei ha fatto di questa Parola, accol-
sia riposato; creò il so- colpa dei santi è utile: (cfr. Daniele, 8, 15-26; 9, 20-27), è
tutti alla tua cena: tu renderai degno ta non come un codice di norme al
le, la luna le stelle, e Non mi ha nociuto per prima di tutto una presa di posizio-
chi inviterai e ti avrà seguito. Man- quale sottomettersi, ma come l’in-
non leggo nemmeno al- nulla la negazione di ne, una scelta, davanti a Israele e
lora che si sia riposato; da a invitare tutti. La tua Chiesa contro con la proposta di Dio ad
Pietro, mentre mi è sta- non declina l’invito al tuo banchet- alla sua storia: un sì da pronunciare
ma leggo che ha creato aprirsi al suo amore (cfr. Luca, 1,
to di vantaggio il suo to. La tua Chiesa confessa le sue fe- integralmente, con consapevolezza
l’uomo e che a questo 26-38). Dio comunica la sua parola
ravvedimento» (Ibidem, e libertà. Come avvenne con Israele
punto si è riposato, rite e vuole essere curata. Anche tu, attraverso gesti di vita, e chi l’acco-
X, 89). Istituito così il al monte Sinai con il mediatore/le-
avendo un essere cui ri- Signore, desideri guarire tutti e nel glie entra a far parte del disegno
Cristo misericordioso gislatore Mosè (cfr. Esodo, 19-24), il
mettere i peccati» più debole di noi esperimenti la no- della creazione, collaborando alla
nel suo primato, Am- “Cielo” scende nuovamente e in
(Exameron, VI, IX, 10, stra infermità» (Ibidem, I, 30-32). Ma sua realizzazione e compimento»
brogio è soprattutto a modo inedito a incontrare dialogi-
76). lui che si affida e che specialmente commovente è questa (Giancarlo Bruni).
L’uomo, quindi, invocazione: «Soprattutto concedimi camente la terra/umanità rappresen- Il sì di Maria (cfr. Luca, 1, 38) in-
affida il ministero della tata da Maria per chiederle di con-
«preziosissima opera di Chiesa e la speranza la grazia di condividere con intima nestato e corroborato dal fiat del
Dio (pretiosissimum opus comunione il dolore dei peccatori: giungersi nell’annunciato “Figlio
degli uomini. Ed è la Verbo venuto nel mondo (cfr. Ebrei,
Dei)» (Expositio Psalmi questa è la virtù più alta. Ogni volta dell’Altissimo” in un abbraccio in-
vicissitudine di Pietro 10, 5-9) opera la transizione dal-
CXVIII, 10, 6) — «senza che si tratti del peccato di uno che è dissolubile: in tale evento di grazia
— che, dopo aver rinne- l’Antico al Nuovo Patto, dal tempo
del quale il mondo sa- caduto, concedimi di provarne com- l’umile ragazza di Nazaret è, nello
gato, allo sguardo di prima di Cristo al tempo di Cristo
rebbe risultato vano» passione, di non rimproverarlo altez- Spirito, la protagonista singolare. Il
Cristo piange e si rav- e del suo Spirito: questo avveni-
(Ibidem, 10, 7) — è con- zosamente, ma di gemere, di piange- brano evangelico si colloca ideal-
vede — che ritorna per mento ha cambiato radicalmente il
cepito e voluto da Dio re con lui, così che, mentre soffro mente in una struttura biblica ben
animare la confidenza volto dell’uomo e del mondo e il
fin dal principio come per un altro, io pianga su me stesso, conosciuta, che è quella delle voca-
per sé e per i suoi fede- senso della storia. L’elezione mani-
“essere perdonabile”, dicendo Tamar è più giusta di me» zioni profetiche veterotestamentarie.
li, ai quali ogni giorno, festata a Maria dall’angelo ci invita
anzi, come un essere nell’inno «al canto del (Ibidem, II, 73). Paolino scrive nella Il senso di tutte le chiamate presen-
“da perdonare”. Nel tate dalla Bibbia, che vanno da analogamente a fare grata memoria
gallo» (Aeterne rerum sua Vita di Ambrogio che il vescovo
suo disegno misterioso Abramo a Paolo, è uno solo: Dio è della grazia fondamentale che sta
conditor), rievocava «ogni qualvolta uno, per ricevere la
e imperscrutabile il il primo, è lui che inizia, è lui che all’origine della nostra esistenza;
quel pianto e quel per- penitenza, gli confessava le sue col-
tratto divino che Dio prende l’iniziativa e si assicura, pur questa è la nostra verità ed è nel
dono: «Il gallo canta. pe, piangeva in modo tale da indur-
vuole evidenziare e ri- nella libertà della creatura, che tut- contempo la nostra identità: siamo
La sua voce placa il fu- re anche quello al pianto; gli sem-
velare, e in cui ridurre to vada a buon fine. Possiamo af- amati e benedetti da Dio in Gesù
rioso fragore dell’onda; brava infatti di essere caduto insie-
tutti gli altri a unità, è fermare, sebbene con una certa rias- (cfr. Efesini, 1, 3) e, per sua grazia,
e Pietro, roccia che me con quello che era caduto pec-
l’amore misericordioso, Giorgio De Chirico, «Il figliol prodigo» (1922) fonda la Chiesa, la col- cando» (Vita Ambrosii, XXIX, 1). suntività, che in questo dinamismo siamo amati a partire sin dagli inizi
o l’amore che perdona. è descritta tutta l’antropologia teo- e sino alla fine. Chi si scopre amato
Il Cristo redentore o il logica: l’uomo è ascolto di una pa- da Dio si vede rinviato alla sequela
Cristo crocifisso appare, così, la ra- rola vitale che Dio pronuncia. del Signore Gesù. È l’identità del-
dice per cui Dio — unicamente per La tradizione ecclesiale ha più l’uomo cristiano, dell’uomo/donna
grazia — chiama dal nulla l’uomo e Beatificato a Córdoba Cristoforo di Santa Caterina volte letto e compreso il racconto di fede posto in un dialogo in cui
tutti altri esseri. Ecco perché quando dell’Annunciazione mettendolo a non ha lui preso l’iniziativa.
si esercita la misericordia si fa festa
in cielo: la creazione raggiunge allo-
ra il suo fine e la sua gloria.
Un testimone della carità confronto con la storia genesiaca di
Adamo ed Eva (cfr. Lumen gentium,
56), condensando il frutto di questa
Infatti, nell’amore di Dio per
noi, leggiamo l’amore di Dio per il
mondo, quello di cui parla la prima
Ambrogio arriva ad affermare: lettura-comprensione nel titolo ma- lettera di Giovanni: «In questo si è
«Dove si tratta di elargire la grazia, di EVARISTO MARTÍNEZ malati nel nosocomio pubblico di di Gesù Nazareno, la sua confrater-
riano di “nuova Eva” (cfr. Redem- manifestato l’amore di Dio per noi:
là Cristo è presente; quando si deve ALEGRÍA* Nostra Signora della Pietà, gestito nita, il vescovo, la gente, trovarono
DE ptoris Mater, 37). Alla luce di ciò, il Dio ha mandato il suo Figlio uni-
esercitare il rigore, sono presenti so- dai fatebenefratelli, e si distinse per in lui un amministratore efficiente e
segno della spirituale saggezza e genito nel mondo perché noi aves-
lo i ministri, ma Cristo e assente» È un testimone della carità verso i dedizione e spirito di servizio. un uomo di Dio, che nelle strade
cittadine con un sacco sulle spalle maturità credente di Maria sta nella simo la vita per mezzo di lui» (1
(DE ABRAHAM, 1, 6, 50). L’assenza sofferenti il primo beato del ponti- Nel 1661 ricevette la tonsura e gli
chiedeva l’elemosina per amore del sua capacità di turbarsi (cfr. Luca, 1, Giovanni, 4, 9). Questo vuol dire
della misericordia corrisponde all’as- ficato di Papa Francesco: il sacer- ordini minori, ottenendo l’incarico
di sacrestano nel convento dell’Im- Signore. Nel frattempo si prendeva 29a), elemento relazionale che è in- che «all’inizio dell’essere cristiano
senza di Gesù Cristo. E il Cristo di dote spagnolo Cristoforo di Santa
macolata Concezione. La liturgia, cura dei malati più gravi e si dedi- vece drammaticamente assente nella non c’è una decisione etica o una
Ambrogio è specialmente il medico, Caterina, al secolo Cristoforo Fer-
che capiva grazie alle sue conoscen- cava alla fondazione della nuova vicenda di Eva. Il turbamento, in- grande idea, bensì l’incontro con
che cura le ferite dell’anima. «An- nández Valladolid (1638-1690), fon-
dat0re della congregazione ospeda- ze di latino, e l’esempio di san congregazione dei fratelli e delle fatti, è il segno della consapevolez- un avvenimento, con una Persona,
ch’io — egli riconosce — ero piagato za di trovarsi di fronte all’inedito
dalle passioni: ho trovato un medi- liera di Gesù Nazareno, domenica Francesco d’Assisi, poco a poco sorelle ospedalieri di Gesù Nazare- che dà alla vita un nuovo orizzonte
mattina 7 aprile viene elevato agli plasmarono la sua anima. Guidato no e dell’omonimo ospedale in mistero del Dio santo. L’incarnazio- e con ciò la direzione decisiva»
co, che abita in cielo ed effonde la
onori degli altari a Córdoba. Pre- dai padri domenicani, dopo aver Córdoba. Il vescovo lo incaricò di ne del Verbo, originata da una im- (Benedetto XVI, Deus caritas est, 1).
sua medicina sulla terra: egli solo
siede il rito nella cattedrale, in rap- sostenuto alcuni esami, fu ordinato assumere l’amministrazione del no- pensabile novità, richiede da parte Nella benedetta fra le donne (Luca,
può risanare le mie ferite, perché
presentanza del Santo Padre, il car- sacerdote a Badajoz il 10 marzo socomio come sacerdote diocesano; dell’interpellata per grazia un’ulte- 1, 42), immagine purissima della
non ne ha di proprie. Egli solo può
dinale Angelo Amato, prefetto della 1663, da Jerónimo Rodríguez de ma successivamente il nuovo vesco- riore capacità e volontà di ascolto: Chiesa, ogni creatura è chiamata a
cancellare il dolore del cuore, il pal-
Congregazione delle Cause dei Valderas. vo lo reintegrò nella fraternità quando l’ascolto della Parola è au- sapersi e a sentirsi benedetta, cioè
lore dell’anima, poiché conosce i
mali nascosti» (Expositio evangelii se- Santi. La prima beatificazione cele- Nel clima della guerra dei ospedaliera, per la quale scrisse le tentico, esso genera ulteriore ascol- amata da un Padre che, ricolmando
cundum Lucam, V, 27). «Scopri al brata nella diocesi andalusa giunge trent’anni che sconvolse tutta l’Eu- Costituzioni. I frati si occupavano to, all’interno di un dinamismo do-
di Spirito, la grande benedizione,
medico — esorta il vescovo — la tua al termine di un lungo processo ropa, fu anche cappellano di un di raccogliere l’elemosina per ve la Parola continua a risuonare e
dischiude ogni persona a un esiste-
ferita, per poter guarire. Anche se iniziato nel 1773 e conclusosi nel di- battaglione di fanteria. Ma dopo l’ospedale e con l’aiuto delle con- a espandersi, senza arrestarsi (cfr.
re solare (Matteo, 5, 16) sulle orme
non la mostri, egli la conosce, e tut- cembre scorso con il riconoscimen- varie vicissitudini riuscì a ritornare fraternite, della nobiltà e del popo- Isaia, 55, 9-11).
del Figlio, il Benedetto nei secoli.
tavia attende di sentire la tua voce. to del miracolo. a casa. Nel 1668 si trasferì nella lo, riuscivano a soddisfarne le di- E infatti è l’angelo a rispondere a
In un momento di difficoltà per
Cancella le tue cicatrici con le lacri- Nacque a Mérida (Badajoz) il 25 Sierra di Córdoba, alla ricerca di verse necessità. Padre Cristoforo tale teologale ascolto e disponibili-
tà: «Non temere, Maria, perché hai tutti ma anche di speranza per il
me: così la donna nel Vangelo can- luglio 1638, da Juan Fernández de una vita solitaria nel deserto di Ba- aveva scritto all’ingresso: «La mia
trovato grazia presso Dio. Ed ecco, futuro, ripensando al fiat del Figlio
cellò il suo peccato e allontanò il fe- Valladolid e Juana Orea, che ebbe- ñuelo. Per due anni osservò la re- provvidenza e la tua fede terranno
concepirai un figlio, lo darai alla lu- dell’Altissimo che venendo nella
tore delle sue colpe» (De paenitentia, ro sei figli. Era il secondogenito di gola degli eremiti di San Paolo, poi in piedi questa casa».
Cardinali, vescovi, sacerdoti, reli- ce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande nostra storia si è completamente
II, 66-67). quell’umile famiglia di “cristiani entrò nel terz’ordine francescano di
giosi, mendicanti, conoscevano e verrà chiamato Figlio dell’Altissi- dato e offerto a noi sino alla morte
E ancora, il Cristo che sant’Am- vecchi” — senza cioè radici ebree o Córdoba e fondò una comunità
molto bene padre Cristoforo che, mo; il Signore Dio gli darà il trono e alla morte di Croce, la Chiesa e i
brogio si compiace di rievocare è il musulmane — e venne battezzato eremitica di terziari, condividendo
con il suo lavoro, la sua fede, il suo di Davide suo padre e regnerà per redenti ritrovano il senso e la gioia
Cristo che guarda Pietro e ne riem- nella parrocchia di Santa Eulalia. la vita comunitaria con i fratelli e
aiutando i contadini che ne aveva- amore e la sua generosità, aveva ac- sempre sulla casa di Giacobbe e il della loro vita e della loro missione,
pie gli occhi di pianto salutare. Am- All’età di dieci anni, il piccolo
Cristoforo andò a bussare al con- no bisogno. In quell’atmosfera di colto nell’ospedale tanti poveri che suo regno non avrà fine» (Luca, 1, non lasciandosi rubare la speranza
brogio non esita a confessarsi, quan-
do pensa allo sguardo del Signore, vento dei francescani di Nostra Si- ritiro sentì la chiamata a dare un vivevano nelle strade in quel secolo 30-33). È così la stessa Parola a dire in modo da portare Gesù alle peri-
sommamente e continuamente desi- gnora de la Antigua. I frati lo ri- nuovo indirizzo alla propria vita sa- di miseria, di peste e di fame. Stan- il che cosa si è e il che cosa si deve ferie del mondo e dell’esistenza, de-
derato — ad affascinarlo, di Cristo, è portarono subito a casa, dove sua cerdotale e religiosa: lasciato il de- co ed esausto, vittima di un’epide- fare (cfr. Genesi, 1, 3-28). Gabriele, ponendo inutili tristezze e angosce
particolarmente lo sguardo — e non madre stava pregando disperata, serto, tornò nella città di Córdoba, mia, morì il 24 luglio 1690. Ora ri- messaggero divino, comunica la chiedendo «l’intercessione della
è difficile immaginare la sua conver- dandolo per disperso. Trascorse per scoprire il volto di Cristo nei posa nell’ospedale da lui fondato. proposta di Dio d’inviare il proprio Vergine Maria. Lei ci insegna la
sione come un’esperienza intensa di l’infanzia nella dimora familiare, poveri, nelle donne umiliate e an- E se il ramo maschile si estinse ver- Figlio lungamente atteso come Pa- gioia dell’incontro con Cristo, l’amo-
questa carità misericordiosa, che tra- frequentando la scuola municipale ziane, nei bambini. so la fine del diciannovesimo seco- rola, Sacramento e Salvezza, an- re con cui lo dobbiamo guardare
sfonderà nei suoi inni, perché i suoi ed entrando in contatto con alcune Il suo ritorno nel 1673 fu una lo, quello femminile delle suore è nunziando e anticipando così la sotto la croce, l’entusiasmo del cuo-
fedeli la imprimano nella memoria e confraternite che alimentarono la “discesa agli inferi” della miseria ancora oggi attivo in Europa e nel- “lieta notizia” che ha dell’incredibi- re giovane con cui lo dobbiamo se-
nel cuore. E con la figura di Pietro sua spiritualità penitenziale. Pur umana e spirituale, tra gli indigenti le Americhe. le per la storia e il futuro di tutta guire […] in tutta la nostra vita»
in lacrime, a fissare l’ammirata con- mostrando interesse per gli studi, e gli emarginati, minori abbando- l’umanità: l’erede al trono di Davi- (Papa Francesco, Omelia della Do-
siderazione di sant’Ambrogio è quel- iniziò a lavorare a contatto con i nati, malati e invalidi. L’ospedale *Dehoniano, postulatore della causa de costituisce così la risposta bene- menica delle Palme, 24 marzo 2013).
domenica 7 aprile 2013 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 7
A Orvieto l’incontro dei giovani dell’Umbria Un’iniziativa del Pontificio Consiglio Cor Unum
Il laboratorio dei talenti domanda alle nostre istituzioni di (verbis et gestis) secondo la struttura
carità, se e come in esse si realizzi la incarnatoria del dialogo di Dio con
Chiesa. E d’altro canto qui risiede la l’uomo (e anche qui non si deve
domanda per ogni comunità eccle- sottostimare il ruolo della carità).
ROMA, 6. Hanno 450 anni, ma non nostri ambienti di periferia e di cit- vasivo» dei processi educativi. La concreto con Lui, tra la realtà locale siale se consideri e viva il servizio Gesù ha descritto questo rapporto
invecchiano. Gli oratori, circa seimi- tà» è dunque l’invito di monsignor sfida è «far diventare gli oratori e le sfide planetarie, tra il virtuale e della carità come sua dimensione
la strutture in tutta Italia, richiama- Pompili, secondo il quale «dietro la spazi di accoglienza e di dialogo, il reale, tra il tempo della spensiera- utilizzando il concetto del lievito.
costitutiva.
no immediatamente alla mente la ripresa dell’interesse intorno agli dei veri ponti tra l’istituzionale e tezza e quello dell’assunzione di re- La Chiesa nel mondo è presente co-
Riferendosi alla persona, la teolo-
freschezza della gioventù e la sa- oratori non c’è semplicemente l’informale, tra la ricerca emotiva di sponsabilità». Insomma, un vero la- me lievito (cfr. Matteo 13, 33), oppu-
gia della carità riflette la questione
pienza educativa della Chiesa, che un’emergenza». Infatti, «la sfida di Dio e la proposta di un incontro boratorio dei talenti. re, secondo le parole di Diogneto, i
circa la qualità del servizio all’uomo
dal carisma di alcuni santi — per sempre è quella di offrire un conte- cristiani sono nel mondo come l’ani-
che a noi si rivolge, ma anche la do-
tutti, Filippo Neri e Giovanni Bo- sto che sia promettente per la rela- ma nel corpo.
manda circa la motivazione e la spi-
sco — ha saputo, e sa, trarre conti- zione interpersonale, in una sta- In questo rapporto di reciprocità
ritualità, da rinnovare costantemen-
nuamente linfa per accompagnare le gione a forte impatto digitale e
te, dei nostri collaboratori e del per- la Chiesa riceve anche dal mondo. I
nuove generazioni nella maturazio- quindi debilitata sotto il profilo del-
ne umana e nella crescita della fede. sonale direttivo. Qui si situa anche cristiani sono uomini nel mondo, fi-
la fisicità». L’oratorio, oggi, va oltre
Tanto che oggi gli oratori sono una la «nostalgia» di una esperienza le- l’interrogativo, sempre più emergen- gli del loro tempo e segnati dallo
realtà a cui guardano con crescente gata all’adolescenza e «fatta di pol- te rispetto ai nostri collaboratori nel spirito che li circonda. Inoltre essi
attenzione non solo la comunità ec- verosi campi di calcio, teatro e mu- mondo della carità, circa il loro es- assumono le diverse istanze del
clesiale, ma anche le istituzioni civi- sica, amicizie ed escursioni al mare sere testimoni di Cristo e della mondo, cui non possono essere sor-
li. Infatti, ammonta a circa 210 mi- o in montagna». Può essere, invece, Chiesa nel loro servizio. In questo di: la richiesta di maggiore giustizia,
lioni di euro il contributo che ogni «un territorio fisico che insieme alla ambito ha la sua collocazione anche di maggiore fraternità, di difesa del-
anno gli oratori, «in termini di ser- casa e al quartiere sia un luogo di la riflessione e l’offerta di una fon- la vita. Siamo in questo senso nel
vizi e di opportunità», offrono alla radicamento, a partire dal quale data antropologia cristiana, cioè di mondo, pur non essendo del mon-
società civile. A ricordarlo — citan- proiettarsi in un mondo più ampio quella visione della persona che mo- do, e abbiamo perciò rispetto al
do il libro L’impegno. Come la Chiesa senza perdere il senso del legame, tiva fin dai suoi fondamenti il no- mondo una nostra responsabilità.
italiana accompagna la società nella delle radici, della gratitudine e sen- stro agire, tenendo presente che non Anche intorno a questa tensione —
vita di ogni giorno di Giuseppe Ru- za dissolvere l’identità coltivandola si tratta solo di una questione teori- nel mondo, ma non del mondo — si
sconi — è stato monsignor Domeni- grazie alle nuove aperture tecno- ca di antropologia. Infatti anche da può articolare la componente teolo-
co Pompili, sottosegretario della logiche». un punto di vista esistenziale l’uo- gica della dottrina sociale.
Conferenza episcopale italiana Il documento della Cei, si propo- mo si deve all’altro, al suo amore, e Da tutti questi elementi risulta
(Cei), introducendo, venerdì 5, la ne allora di «riconoscere e sostenere specificamente all’amore di Dio suo che la missione della Chiesa nel
conferenza stampa di presentazione il peculiare valore dell’oratorio Creatore. mondo non è solo missione sociale.
della nota sugli oratori dal titolo “Il nell’accompagnamento della crescita Se da una parte dunque la Chiesa Perciò, accanto alla dottrina sociale
laboratorio dei talenti”, elaborata umana e spirituale delle nuove ge- sta in rapporto con la persona, per- della Chiesa, si devono impegnare
dalla commissione per la Cultura e nerazioni» e di «proporre alle co- ché la serve, dall’altra si trova in un anche altre discipline teologiche.
le comunicazioni sociali e dalla munità parrocchiali, e in modo par- rapporto di reciprocità con il mon- Questo a sua volta implica un mu-
commissione per la famiglia e la ticolare agli educatori e animatori, do, nello specifico con la società tuo riferimento intrinseco, che ci in-
vita. alcuni orientamenti». L’ottica scelta nella quale ci muoviamo e che a sua duce a considerare l’interdisciplina-
Sostenere gli oratori anche per è quella della «pastorale integrata», volta non è identica alla politica o rietà come necessità sempre emer-
«ridare visibilità e sostenibilità ai come antidoto al «relativismo per- alle strutture della politica. Come si gente per la riflessione teologica.
pagina 8 L’OSSERVATORE ROMANO domenica 7 aprile 2013