Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Poche le modifiche rispetto alla precedente normativa in vigore, la Riforma Fornero (legge
n.92/2012), ma piccoli interventi mirati a facilitare l’assunzione dei disoccupati italiani.
Due le modifiche principali apportate dalla nuova normativa del lavoro in Italia:
1. il periodo di sospensione tra un contatto e l’altro è stato ridotto a 10 giorni (da 60) per i contratti
a termine di durata inferiore ai 6 mesi e a 20 (da 90) per i contratti di durata superiore;
2. il contratto acausale diventa prorogabile fino ad una durata massima complessiva di 12 mesi.
Con questa legge, e con la precedente legge di conversione del Decreto Sviluppo (decreto n.
76/2013), sono state apportate delle piccole ma importanti modifiche al testo della tanto discussa
Riforma Fornero (legge n.92/2012), che mirano a stimolare l’assunzione dei disoccupati e la
stabilizzazione dei tanti lavoratori precari, sia con incentivi all’assunzione che all’imprenditorialità.
Vediamo nello specifico quali sono le nuove norme entrate in vigore con la Riforma del Lavoro
2013 in materia di contratti a progetto, di apprendistato e di partecipazione.
I contratti a progetto non possono essere utilizzati in caso di lavori esecutivi e ripetitivi (nella
precedente normativa si parlava di lavori esecutivi o ripetitivi) e le mansioni del lavoratore devono
essere specificate per iscritto nel contratto di assunzione.
Riforma del Lavoro 2013: Contratti di apprendistato
I datori di lavoro che hanno sul loro libro paga un associato in partecipazione ha la possibilità di
assumerlo come apprendista o con contratto a tempo indeterminato con una serie di interessanti
incentivi.
La Riforma del Lavoro aggiunge delle nuove norme e prevede ulteriori incentivi e facilitazioni
all’assunzione dei disoccupati e per la stabilizzazione dei precari rispetto a quelle già contenute nel
Decreto Occupazione, entrato in vigore il 28 giugno 2013 con la pubblicazione in Gazzetta del
testo del decreto 76/2013.
Occupiamoci delle nuove norme per la disoccupazione e le start up.
I disoccupati che lavorano ma non percepiscono redditi annui superiori a 8.000 euro in caso di
lavoro subordinato e 4.800 in caso di lavoro autonomo, manterranno lo status di disoccupazione e i
relativi ammortizzatori.
La Riforma del Lavoro prevede anche degli incentivi per l’autoimprenditorialità. A beneficiarne
le star up, per le quali sono state allentate le maglie della burocrazia e delle restrizioni: i soci non
dovranno più essere obbligatoriamente persone fisiche e mantenere la maggioranza del capitale
sociale per almeno 2 anni, mentre la percentuale di spesa in R&S diminuisce al 15% e i 2/3 degli
impiegati possono avere una laurea magistrale.