Linguistica romanza
Debora D'Alfonso
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INTRODUZIONE
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CAPITOLO 1. ORIGINE E STORIA DEL CASTIGLIANO
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CAPITOLO 2. CARATTERIZZAZIONE DELLE LINGUE ROMANZE
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• la struttura latina soggetto-oggetto-verbo (SOV) che diventa SVO;
• la creazione della categoria grammaticale dell'articolo;
• la ristrutturazione del sistema preposizionale per sopperire alla scomparsa della
distinzione casuale;
• la ristrutturazione del sistema di congiunzioni di subordinazione.
Per quanto riguarda il piano lessico-semantico, il vocabolario delle lingue
romanze deriva per la maggior parte dal lessico latino, furono infatti proprio le parole
latine trasmesse per via orale a formare il vocabolario base delle lingue romanze, e
quelle trasmesse attraverso la scrittura a formare quelli che oggi chiamiamo cultismi.
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BASSA ETÀ MEDIA
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• LA DISTRIBUZIONE DI /UÉ/ E /É/
La alternanza tra /ué/ e /é/ è l'altro cambio di distribuzione dei fonemi che si può
osservare nella Bassa Età Media. Nella maggior parte delle parole il cambio non si è
verificato per cui è stato mantenuto il dittongo /ué/, mentre in alcuni casi, seppur
limitati, si è imposta nella lingua normativa la forma /é/ (suerba~serba, fruente~frente,
culuebra~culebra). Come nel caso precedente, il cambio si è prodotto per analogia con
l'imposizione del suffisso -ero su -uero (cobertuera~cobertera).
• LA RIDUZIONE DELLO IATO
I casi di iato, prodotti per la maggior parte durante l'Età Media a causa della
perdita delle consonanti intervocaliche, si risolvono con la riduzione dei nuclei sillabici
in questione a un solo nucleo e quindi con lo spostamento dell'accento dalla vocale più
chiusa fra le due a quella più aperta e con la conseguente riduzione della vocale più
chiusa a semiconsonante o semivocale.
es. RĒGĪNA > reína > reina
• /E/~/Ø/ IN POSIZIONE FINALE DI PAROLA
La classe di parole interessata dall'alternazione tra le forme lessiche con o
senza /e/ finale è piuttosto ampia, da questa vengono escluse solo le parole che persero
molto presto la vocale finale (luz, verdad, pan) e quelle che invece la mantennero per
l'impossibilità di pronunciare un gruppo consonantico senza un appoggio vocalico
(padre, posible, vinagre). Nel resto del lessico con vocale finale proveniente da -Ī, -Ĭ, -Ē,
o Ĕ latine, la vocale poteva apparire in forma di /e/ oppure poteva essere assente, come
nella maggioranza delle parole. Fra i casi di apocope, e quindi fra quelli in cui la vocale
finale cadeva, vi erano anche i pronomi atoni in posizione enclitica (yot 'yo te', dixol 'le
dijo', nos me parte 'no se me parte').
• LA DISTRIBUZIONE DI /I/~/E/ E DI /U/~/Ø/ ATONE
Nel castigliano della Bassa Età Media esisteva una certa vacillazione nelle
sillabe atone iniziali e interne tra vocali chiusi (/i/, /u/) e medie (/e/, /o/) di entrambe le
serie. Dunque una parola poteva apparire in due forme alternate, possiamo prendere in
esempio dizir~dezir, sufrir~sofrir e molte altre. Questa continua alternanza si risolve e
sparì proprio nel periodo di cui stiamo parlando, con il trionfo di /e/ per quanto riguarda
la prima serie (sintir~sentir > sentir) e per quello di /u/ per la seconda (sufrir~sofrir >
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sufrir), salvo alcune eccezioni come ad esempio le categorie non verbali che invece
preferiscono quasi sempre la vocale chiusa.
Il sistema consonantico del castigliano nella Bassa Età Media non era uguale al
sistema attuale, non vi erano difatti i fonemi labiodentali e per quanto riguarda i fonemi
fricativi e esplosivi vi erano pareri differenti. Vediamo nello specifico alcuni aspetti del
sistema consonantico.
• GRUPPI CONSONANTICI
Per quanto riguarda i gruppi consonantici interni, nella Bassa Età Media si era
quasi giunti alla situazione moderna. Infatti la gamma di consonanti che ad esempio si
permettevano in posizione finale di sillaba erano già ristrette ai fonemi seguenti: la
dentale sonora /d/, una dental, la alveolar fricativa /s/, la lateral /l/, la vibrante /r/ y la
nasal /n/.
• LO SVILUPPO DELLA /H/ ASPIRATA
Durante questo periodo si era già consolidata la prouncia /h/ in tutte quelle
parole che in latino avevano F seguita da vocale, ma non vi era ancora stata introdotta
una grafia che potesse identificare il suono in questione e che lo distinguesse
fonologicamente da una stessa parola (forma~horma). È proprio in questo periodo che si
ha lo sdoppiamento del fonema /h/ nella coppia /h/-/f/, dove la F rimane tale solo per le
parole dotte, ovvero quelle influenzate dalla loro forma scritta latina, e per le parole
dove F è seguita da una non vocale.
• ELISIONE
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Molte occlusive intervoliche (/b/, /d/, /g/) venivano a cadere attraverso un
processo chiamato elisione.
• LE SIBILANTI
Il sistema delle consonanti sibilanti si era sviluppato alcuni secoli prima e
comprendeva sei fonemi , ma in questo perioso subisce delle modificazioni:
– l'unione delle sonore con le sorde e conseguente riduzione dei sei fonemi a tre,
per cui /dz/, /z/ e /ʒ/ perdendo la sonorità si fondono con le corrispettive sorde
/ts/, /s/ e /ʃ/;
– la fricatizzazione delle occlusive /ts/ e /dz/ che perdono la loro componente
occlusiva per diventare fricative;
– la confusione della palatale laterale /l/ con la fricativa mediopalatale /y/ che dà
origine a cambiamenti da <ll> a <y> e viceversa.
• CAMBI IN POSIZIONE FINALE DI SILLABA
La tendenza del castigliano è quella di adottare la struttura più semplice, dunque
una struttura CV (consonante + vocale). Questo implica la tendenza alla
neutralizzazione delle consonanti che si trovano nella coda sillabica, e quindi alla
riduzione sillabica. Vediamo i casi più rilevanti.
– Semplificazione 'temporanea' dei seguenti gruppi consonantici:
1. ct→t (effectum→efeto),
2. ct+i→c (affectiōnem→afición),
3. pt→t (aptare→atar);
– /b/ finale di sillaba inizia in questo periodo ad indebolirsi nella semivocale [u]
(capitale > cabdal > caudal);
– indebolimento di /s/ che emerge dall'assenza della grafia di questo suono nei
testi di questo periodo;
– è evidente nella Bassa Età Media una notevole confusione dal punto di vista
grafico di /l/ e /r/ che porta alla neutralizzazione e dunque all'assenza di questi
(hazé per hazer);
– il castigliano medievale mostra una marcata tendenza a modificare il gruppo
consonantico /sk/ in /Ɵk/ (mesquino~mezquino) probabilmente per analogia con
il cambio morfologico della prima persona singolare dei verbi indicativi.
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BIBLIOGRAFIA
DE BUSTOS TOVAR, J. J., La escisión Latín-Romance. El nacimiento de Ls Lenguas
Romances: el Castellano (2005).
Penny, R., Evolución lingüística en la Baja Edada Media: evoluciones en el plano
fonético.