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I matematica
Capitolo
I momenti principali dello sviluppo
1 del pensiero matematico
1. Introduzione
Per la storia della Matematica un capitolo è appena sufficiente. Lo sforzo che sarà fatto in
questo contesto sarà considerare, in breve, le evoluzioni dei principali concetti o definizio-
ni matematiche nei secoli, le negazioni di verità sembrate indiscutibili e i principali risul-
tati conseguiti.
Saranno trattate, nel primo paragrafo, in una visione d’insieme, le origini della Matematica,
quindi, nei paragrafi successivi, le idee sottostanti le evoluzioni di concetti e definizioni ri-
Parte I: Fondamenti delle discipline di insegnamento
2. Dalle origini
La definizione della Matematica come scienza del calcolo e della misura non è più appropria-
ta, essa è atta, piuttosto, a denotare le origini delle diverse branche della Matematica, le qua-
li, indubbiamente, risalgono ad un’epoca anteriore non solo alla scrittura stessa, ma addirit-
tura alle civiltà più antiche. Tuttavia, l’individuazione incondizionata di un’origine nel tem-
po e nello spazio della Matematica è una pura supposizione che, in quanto tale, non è sto-
ria. Per questo motivo, per origini della Matematica nelle diverse branche si devono inten-
dere solo quelle assolutamente documentabili.
Libro I: Matematica
Oggetto di studio della Matematica sono stati per secoli, il calcolo aritmetico e la misura del-
le figure geometriche.
Il primo concetto che si presenta alla mente è quello di numero intero; si tratta di un concet-
to antico, lo è di meno quello di numero razionale che si sviluppa solo più tardi e che, con la
civiltà greca, si scopre non in grado di fornire la misura di tutte le grandezze, per cui trova
e deve trovare assetto il concetto di numero irrazionale. Man mano che si assiste all’esten-
8 sione del concetto di numero, dai naturali in poi, ci si allontana anche dal concetto origina-
rio di quantità per approssimarsi a quello di calcolo.
Con gli Egiziani e i Babilonesi, dal 3000 a.C. al 600 a.C., si ritrovano i primi insegnamenti di
aritmetica e geometria.
Gli Egiziani sviluppano un primo concetto di aritmetica, avendo predisposto metodi elemen-
tari per scrivere numeri grandi, e tabelle per il computo veloce.
Letteralmente la parola geometria significa misurazione della terra; le origini della geome-
tria stessa si fanno risalire all’età degli Egiziani, costretti alle continue misurazioni dei con-
fini della proprietà, rese necessarie dalle ricorrenti inondazioni del Nilo. Sempre gli Egiziani
enunciano, ma non dimostrano, la proprietà dei triangoli rettangoli che, diversi secoli dopo, è
stata enunciata nel teorema di Pitagora dal filosofo e matematico greco Pitagora (VI sec. a.C.).
I Babilonesi, dal canto loro, fanno uso di un tipo di scrittura detta cuneiforme, in cui i nume-
ri e le lettere sono rappresentati con disegni aventi la forma di cuneo, orizzontale o verti-
cale. Diversi rinvenimenti fanno congetturare che essi siano stati a conoscenza di una qual-
che formula risolutiva di equazioni di secondo grado.
Dal 600 a.C. i Greci attingono le loro conoscenze dagli Egiziani e dai Babilonesi, anche se, il
centro della Matematica greca è la geometria: i Greci traducono in linguaggio geometrico
ogni sorta di problemi. Fondamentale è stato il contributo di Pitagora che, con gli altri ma-
tematici greci, ha fatto della Matematica una scienza deduttiva, fondata sul ragionamento.
Si deve a Pitagora il famoso teorema che porta il suo nome, la scoperta dei numeri irrazio-
nali e l’enunciazione di diverse definizioni e assiomi che sono il fondamento di ogni geome-
tria. La scuola pitagorica distingue i numeri in pari e dispari, in primi e composti.
Appartengono alla civiltà greca il filosofo Zenone d’Elea (nato nel 490 a.C. circa), il filosofo
matematico e astronomo Talete da Mileto (ca. 624 - ca. 546 a.C.), il filosofo Aristotele (384-
322 a.C.) e il siracusano Archimede (287-212 a.C.).
Un cenno a parte merita il matematico greco dell’epoca alessandrina Euclide (300 a.C.), che,
alla base della geometria euclidea, definisce il metodo assiomatico. Negli Elementi, un’opera di-
visa in 13 libri, Euclide raccoglie più di tre secoli di sapere geometrico. Nei primi quattro libri
espone i teoremi fondamentali della geometria piana. Nel quinto e nel sesto libro sviluppa la
teoria delle proporzioni. Nel settimo, nell’ottavo e nel nono libro tratta di aritmetica. Nel de-
Capitolo 1
Elementi di Euclide.
Nel 1464 l’astronomo e matematico tedesco Regiomontano, pseudonimo di Johannes Mül-
ler (1436-1476), scrive il primo trattato di trigonometria piana e sferica, pubblicato postu-
mo nel 1533.
Il XVI sec. è caratterizzato da un rilancio della geometria con l’uso crescente del linguaggio 9
algebrico. Questo è il secolo del matematico Niccolò Tartaglia (1499-1557), di Gerolamo Car-
dano (1501-1576) e di Bonaventura Cavalieri (1598-1647), che espone procedimenti infi-
nitistici. Ma è anche il secolo del matematico scozzese John Napier, italianizzato in Giovan-
ni Nepero (1550-1617), e del matematico nato nel Liechtenstein Joste Bürgi (1552-1632),
che, contemporaneamente, inventano i logaritmi. Nepero inventa un procedimento per ese-
guire le operazioni di moltiplicazione e divisione, basato sull’uso di dieci piccole aste nume-
rate, denominate bastoncini di Nepero. Gli studi matematici di Nepero sono alla base della
successiva realizzazione, da parte dell’inglese Edmund Gunter (1581-1626), del regolo cal-
colatore imperniato proprio sui presupposti dei logaritmi.
Il XVII sec. non è da meno. Si perfeziona il calcolo letterale e si afferma il matematico e filo-
sofo francese René Descartes, italianizzato in Renato Cartesio (1596-1650), il cui metodo
scientifico è imperniato sul rigore formale del metodo matematico. Cartesio inventa il siste-
ma delle coordinate cartesiane per individuare i punti di un piano ed è per questo conside-
rato il fondatore della geometria analitica, ma entra subito in polemica con Pierre de Fer-
mat (1601-1665), che, contemporaneamente, ma senza dare atto ad alcuna pubblicazione,
si occupa anch’egli dell’argomento.
È fondatore della geometria proiettiva lo scienziato e filosofo francese Blaise Pascal (1623-
1662), assieme al matematico francese Gérard Desargues (1593-1662).
Sulla base di due problemi, l’uno riguardante la nozione di velocità, l’altro la determinazio-
ne di una tangente ad una curva, nasce il calcolo differenziale. Tra il matematico e fisico in-
glese Isaac Newton (1642-1727) e il matematico e uomo d’affari tedesco Gottfried Wilhelm
Leibniz (1646-1716) è subito controversia sull’anteriorità della scoperta. Verso il 1665,
Newton, dal canto suo, ottiene la gran parte degli sviluppi in serie delle funzioni elementa-
ri, tra cui quello binomiale. Nel 1676 anche Leibniz riottiene quasi tutti gli sviluppi in serie
cui Newton è già pervenuto, ma in maniera indipendente da quest’ultimo. Leibniz introdu-
ce altresì la logica simbolica.
In tempi diversi Pascal e Leibniz cominciano l’ascesa verso l’automatismo dell’elaborazione.
Nel 1652 Pascal progetta e costruisce la prima macchina aritmetica completamente mecca-
nica, in grado di addizionare e sottrarre. Nel 1673 Leibniz potenzia la macchina da calcolo
di Pascal, rendendola in grado di eseguire anche le operazioni di moltiplicazione e divisione.
L’italiano Pietro Mengoli (1625-1686) usa le serie nel trattare problemi di calcolo dell’area
di figure piane. Nello stesso periodo lo scozzese James Gregory (1638-1675) elabora lo svi-
Parte I: Fondamenti delle discipline di insegnamento
babilità e sulla teoria degli errori (curva di Gauss o curva degli errori accidentali).
Il XVIII e il XIX sono anche i secoli di Laplace (1749-1827), cui si deve il termine derivata,
di Ruffini (1765-1822), di Fourier (1768-1830) e di Galois (1811-1832), che dimostra, ba-
sandosi sulla teoria dei gruppi, che le equazioni di grado superiore al quarto non possono
essere risolte per via algebrica.
Si assiste alla creazione delle geometrie non euclidee basate sulla negazione della validità
10 dell’assioma delle parallele di Euclide, ad opera del matematico russo Nikolaj Ivanovich Lo-
batchewscky (1793-1856), che se ne occupa indipendentemente dal matematico unghere-
se Jànos Bolyai (1802-1860), e che danno vita alla geometria iperbolica.
Il matematico francese Augustin Louis Cauchy (1789-1857) formula il concetto di limite, com-
pie importanti studi sulle equazioni, elabora, altresì, il criterio di convergenza delle serie che
ha il suo nome, si occupa della teoria della probabilità e delle applicazioni della Matematica
alla Fisica. Ma il suo nome è strettamente legato a quello del matematico tedesco Bernhard Ri-
emann (1826-1866) relativamente al calcolo integrale che, con i due matematici, perde il signi-
ficato alquanto ristretto di processo inverso della derivazione per divenire concetto principa-
le. Riemann è fondamentale per lo studio delle superfici che oggi portano il suo nome e per lo
sviluppo di quell’indirizzo di geometria non euclidea noto come geometria ellittica. Nello stu-
dio delle relazioni tra teoria delle funzioni e teoria delle superfici è il fondatore della topologia.
Il matematico inglese Charles Babbage (1792-1871) compie studi su due macchine calcola-
trici, l’una differenziale, l’altra digitale, che, per la loro complessità, non vengono realizzate.
Il matematico inglese George Boole (1815-1864) è uno degli iniziatori della moderna logi-
ca simbolica, spiegando come i simboli che esprimono date operazioni possono essere con-
siderati disgiuntamente dal loro significato ed essere contenuto di operazioni autonome.
Con l’Algebra di Boole si elaborano i valori di verità (vero o falso) relativi ad eventi, enuncia-
ti, e alle relazioni logiche tra queste entità.
Nel XIX sec. la geometria euclidea è vista come caso subordinato di geometria proiettiva, la
quale è nata nel XVII sec. come estensione della geometria euclidea.
Il matematico tedesco Georg Cantor (1845-1918) è il fondatore della teoria degli insiemi, la
quale, tuttavia, contiene delle situazioni contraddittorie note come paradossi della teoria
degli insiemi, contraddizioni che lo stesso Cantor ha individuato. Assieme al tedesco Julius
Wilhelm Richard Dedekind (1831-1916), allievo di Gauss, opera uno sconvolgimento della
Matematica, dando al concetto di infinito una definizione che sovverte un pensiero durato
per ben ventitré secoli. Essi individuano una teoria dei numeri irrazionali.
Il matematico tedesco Felix Klein (1849-1925) compie importanti studi sui principi della
geometria elaborati nel cosiddetto Programma di Erlangen (1872).
Con l’avvento delle geometrie non euclidee la geometria si è disancorata dall’oggetto del
Capitolo 1
Il rapporto tra BC (gnomone) e AB (ombra) è quello che, ora, si chiama tangente dell’angolo Â.
s
C 11
Gnomone
A B
Ombra
Talete ha il merito di aver misurato l’altezza di una piramide partendo dalla misura della sua
ombra. Egli adotta un ragionamento molto semplice che utilizza la similitudine dei triangoli:
A B B
BC : AB = B'C' : AB'
In questo modo si conosce la misura di una distanza che è fuori della portata degli strumen-
ti che si hanno a disposizione in quel momento.
Nello studio dei triangoli rettangoli il cateto AB ha, per secoli, il nome di ombra retta, per
sottolineare che la relazione tra AB e BC è entrata nella trigonometria attraverso lo studio
delle ombre.
Per risolvere un triangolo i Greci lo pensano inscritto in un cerchio, i lati sono considerati
come corde e queste sono calcolate in funzione del raggio. Si procede, allora, alla tabulazio-
ne delle corde di un cerchio.
Gli Arabi e i Persiani sostituiscono alla corda la semicorda ed introducono in Europa le ta-
bulazioni delle corde.
Con il passare dei secoli, lo studio della trigonometria in Europa è distaccato dall’astrono-
mia, assume il linguaggio simbolico dell’algebra, sottolinea le relazioni che restano fisse e
giunge a definire espressamente le funzioni trigonometriche come puri numeri.
Nel 1533 è pubblicato il trattato di trigonometria piana e sferica di Johann Müller, De trian-
Parte I: Fondamenti delle discipline di insegnamento
gulis omnimodis libri V (1464), in cui è introdotto l’impiego delle tangenti, ed è usato per la
prima volta il termine seno.
A questo punto la trigonometria diventa un capitolo dell’analisi e può essere utilizzata per
i problemi che coinvolgono i triangoli rettangoli, per quelli legati a triangoli qualsiasi e per
una serie di problemi diversi.
La trigonometria ha avuto origine dallo studio delle relazioni tra gli angoli del triangolo ret-
tangolo e dei rapporti tra i cateti e l’ipotenusa del triangolo. Sotto l’influsso della nuova Ma-
tematica dell’analisi delle funzioni, si è estesa, grazie alla sua forma astratta, allo studio del-
le funzioni periodiche astratte semplici che esprimono tali rapporti in generale.
Libro I: Matematica
4. Achille e la tartaruga
«Se, in una gara di corsa, Achille concede un vantaggio AB = d , ad una tartaruga, non riusci-
rà mai a raggiungerla», è questo il paradosso enunciato dal pensatore greco Zenone d’Elea
nel V secolo a.C. Secondo la tesi, Achille impiegherebbe un tempo infinito per percorrere le
infinite strisce di spazio che lo separano dalla tartaruga, man mano che quest’ultima proce-
de dalla sua posizione di partenza.
12 Con il paradosso Zenone tenta di difendere la dottrina dell’unicità e dell’immobilità dell’essere.
Con le progressioni geometriche ma, soprattutto, con il calcolo infinitesimale, il paradosso
cade. Le progressioni, infatti, insegnano che la somma di infiniti termini può essere un nu-
mero finito.
Il vantaggio concesso è AB = d e consideriamo che Achille proceda ad una velocità, diciamo,
s volte maggiore di quella della tartaruga. Mentre Achille percorre il primo tratto, che abbia-
mo indicato con d, la tartaruga si troverà avvantaggiata di un tratto pari a 1 d = d . Quan-
s s
do Achille avrà percorso questo tratto, la tartaruga si troverà avvantaggiata, questa volta,
di un tratto pari a 1 $ d = d2 . Pertanto, i primi n tratti percorsi da Achille saranno pari a:
s s s
d, d , d , g, dn - 1
s s
2
s
1
Si tratta di una progressione geometrica avente per primo termine d e ragione q = s ; essendo
s > 1, la ragione q è minore di 1 e quindi la somma dei suoi infiniti termini è il numero finito:
S3 = 1 d= s d
1- 1 s-1
s
5. Le cifre arabe, ovvero le cifre indiane
Le cifre da uno a nove (1, 2, 3, …, 9) appaiono nel III sec. a.C., in India.
Nel V sec. d.C. anche il sistema di numerazione posizionale e lo zero appaiono in India, e pre-
cisamente nel 458 quando è pubblicato un trattato di cosmologia, la cui traduzione in ita-
liano è Le parti dell’universo. In tale opera viene citato, con un chiaro riferimento al sistema
posizionale, il numero di otto cifre, 14.236.713; in realtà, le cifre sono scritte in lettere e da
destra a sinistra (tre, uno, sette, sei, tre etc.). Nello stesso trattato si fa riferimento al vuoto
che simboleggia lo zero.
Agli inizi del IX sec. è venuto alla luce il trattato di algebra in lingua araba Libro dell’addizio-
ne e della sottrazione secondo il calcolo degli indiani del matematico arabo Muhammad ibn
Capitolo 1
Lo zero appare nella cultura babilonese prima del III sec. a.C., vale a dire prima ancora del-
la sua comparsa in India. I babilonesi, che rappresentano per mezzo di cunei le cifre, inven-
tano un segno che idealmente è uno zero, utilizzato in quanto elemento di separazione nel-
la scrittura dei numeri. 13
Lo zero, in ogni sua funzione, è utilizzato dai matematici indiani dal V sec. d.C.; per esigen-
ze relative alla contabilità, essi registrano i beni e le proprietà in quantità positive (numeri
positivi) e i debiti in quantità negative (numeri negativi). Il tipo di registrazione adottata, in
cui si fa riferimento a numeri positivi e negativi, ovvero all’insieme degli interi relativi, non
può prescindere dall’uso dello zero, indicato dagli indiani con un piccolo cerchio.
In Occidente solo durante l’Alto Medioevo ci si serve dello zero e lo si considera come cifra
in un poema in latino del 1200 circa, Carmen de Algorismo (o Poema sull’algoritmo). L’aba-
cista Raoul de Laon decide di introdurre un nuovo carattere da inserire nelle colonne vuote
degli abachi, ossia di quelle tavole con scanalature a colonna nelle quali si inseriscono get-
toni su cui sono scritte le cifre, e che, all’epoca, costituiscono il solo mezzo con cui si effet-
tuano le operazioni.
L’accettazione, in qualità di numeri, degli enti numerici non positivi, in Occidente, tarda a veni-
re. Essi sono designati come numeri absurdi e, anche se durante il XIII sec. sono stabilite rego-
le di calcolo e dei segni, non sono considerati possibili soluzioni di equazioni. Cartesio, ad una
soluzione negativa di una equazione dà la definizione di soluzione falsa, pur avendo egli stesso
apportato un contributo fondamentale all’algebra, con la scrittura secondo cui le prime lettere
dell’alfabeto latino a, b, c indicano le quantità note, mentre le ultime x, y, z indicano le incogni-
te, e pur avendo ottenuto la rappresentazione in coordinate cartesiane di ogni punto nel piano.
Solo nel XVII sec., sulla base del lavoro di Cartesio, il matematico inglese John Wallis (1616-
1703) assegna coordinate negative ai punti di una curva.
Sono riconosciuti pienamente l’insieme N {0, 1, 2, 3, …} dei numeri naturali e l’insieme Z =
{…, –3, –2, –1, 0, +1, +2, +3, …} dei numeri relativi.
secano la misura. La figura geometrica che rappresenta, per antonomasia, la rottura di que-
sto legame è una delle figure basilari del sapere antico: il quadrato.
Scomponendo un quadrato in due triangoli rettangoli isosceli uguali, e applicando il teo-
rema di Pitagora, è possibile conoscere la misura del lato conoscendo l’altra lunghezza, la
diagonale, e viceversa. Tuttavia, dato, ad esempio, un quadrato di lato 1, la sua diagonale,
che costituisce l’ipotenusa dei triangoli rettangoli isosceli uguali, ha dovuto far ammettere
ai greci che non esiste alcun numero razionale in grado di esprimerne la misura, in quanto
essa è data da quel numero il cui quadrato è uguale a 2 (2 è la somma dei quadrati dei cate-
ti). Pertanto, si dice, in questo caso, che il lato del quadrato e la sua diagonale sono incom-
mensurabili, non ammettendo una misura comune.
Di fronte alla situazione di rottura dell’equilibrio preesistente il teorema di Pitagora, i greci
Libro I: Matematica
hanno rifiutato di definire numeri le proporzioni tra grandezze geometriche; solo dopo se-
coli tali numeri sono stati accettati in quanto tali.
Poiché non esprime un rapporto razionale con l’unità, il numero il cui quadrato è 2 è diven-
tato, con i secoli, il numero irrazionale 2 .
Capitolo 1
senso di una negativa soluzione della questione.
già parla di un più di meno, predecessore di i. Egli apre la strada ad Eulero, che, nel 1777,
esprime la funzione esponenziale eix con esponente immaginario puro mediante le funzioni
seno e coseno: eix cosx + i senx (formula di Eulero). Eulero introduce il simbolo appropria-
to i al posto di –1 ; i è detta unità immaginaria ed è la radice immaginaria dell’unità nega-
tiva (i moltiplicato i fa –1).
In seguito Gauss si occupa anch’egli dell’unità immaginaria. Nel Teorema fondamentale dell’alge-
bra egli dimostra che una equazione algebrica di qualunque grado ammette sempre una radice
del tipo (a + ib), e definisce in questo modo un nuovo ente: il numero complesso z = a + ib, dove
a è la parte reale del numero complesso, ib è la parte immaginaria e b è il coefficiente dell’unità
immaginaria i.
L’insieme dei numeri complessi, indicato con C, è più ampio dell’insieme dei numeri reali e
Libro I: Matematica
Capitolo 1
Ventitré secoli dopo, il pensiero aristotelico è sovvertito dai matematici tedeschi Dedekind
e Cantor, i quali basano i loro studi su un procedimento che definisce una corrispondenza
biunivoca tra due insiemi, definiti equipotenti.
A partire dal 1870 Cantor e Dedekind stabiliscono una serie di nuovi concetti destinati a
17
sconvolgere l’assetto della Matematica.
La nuova concezione di insieme infinito, che deriva dai loro studi, è quella di un insieme che
è equipotente con una sua parte propria.
Nel 1638 Galileo Galilei (1564-1642) osserva che è possibile creare una corrispondenza
biunivoca tra l’insieme N dei numeri naturali e l’insieme P dei numeri interi pari, parte pro-
pria dell’insieme N. Infatti, a ciascun elemento dell’insieme N si fa corrispondere il suo dop-
pio, che è un elemento dell’insieme P; viceversa, a ciascun elemento dell’insieme P si fa cor-
rispondere la sua metà, che è un elemento dell’insieme N. Sulla base di detta osservazione
e stando alla concezione di Cantor e Dedekind sugli insiemi infiniti, l’insieme N dei numeri
naturali è infinito, ed è questo l’infinito in atto, detto numerabile o discreto.
Si è rimossa una verità che resiste da anni, si è dimostrato che l’infinito numerabile non è più
grande di una delle sue parti.
Cantor dimostra altresì che l’insieme Q dei numeri razionali (assoluti o relativi) è anch’esso
numerabile o, ed è lo stesso, che l’insieme Q non ha più elementi dell’insieme N dei naturali.
L’infinito numerabile non è l’unico, Cantor dimostra che esiste un altro infinito. La dimostra-
zione considera l’insieme R dei numeri reali. La rappresentazione grafica dei numeri reali, la
retta reale, contiene sicuramente più punti che numeri interi per indicarli; da ciò l’esisten-
za di due infiniti e quello di R è denominato continuo. La potenza dell’insieme R dei numeri
reali, definita potenza del continuo, è maggiore della potenza del numerabile.
Oltre al discreto e al continuo, esistono altri infiniti. Cantor, sapendo che un insieme di n
elementi ha 2n parti, dimostra che un insieme ha sempre più parti che elementi; in altre pa-
role, l’insieme di tutte le parti di un insieme ha una potenza maggiore dell’insieme stesso.
Dato, quindi, un insieme infinito è sempre possibile costruire un infinito di ordine superiore.
È questa la genesi dei numeri transfiniti, creati da Cantor, di cui il primo è il numerabile ed
è indicato con 0 (alef con zero). Dei numeri transfiniti Cantor mette a punto un’aritmetica,
realizzando la sua idea di estendere il calcolo aritmetico al di là del finito.
Nel 1878 Cantor si occupa del problema di stabilire se esiste un insieme che abbia una poten-
za strettamente compresa tra la potenza del numerabile e la potenza del continuo, e formula
l’ipotesi, detta ipotesi del continuo, che non esiste alcun insieme che gode di questa proprietà.
per la formula del binomio che porta il nome del matematico e fisico inglese Isaac Newton.
Essa dovrebbe essere più giustamente attribuita al matematico francese Blaise Pascal, il qua-
le per primo nota la relazione che esiste tra i coefficienti binomiali e la formula della poten-
za di un binomio:
n
^ a + b hn = c m a n - k b k
n
/
k=0 k
Tale formula sembra fosse già nota agli arabi sin dal XIII sec., ma gli occidentali ne vengono
a conoscenza solo nel XVI sec.
Newton ha semplicemente esteso la formula a qualsiasi valore intero di n, da cui la denomi-
nazione formula del binomio di Newton.
Libro I: Matematica
S= b
2
Nel XVI sec. nasce l’Algebra e il metodo di esaustione riceve nuovi sviluppi.
Nel XVII sec., il matematico milanese Bonaventura Cavalieri, allievo di Galilei, ne la Geome-
tria degli invisibili (1635), espone la teoria della somma di infiniti indivisibili, in cui sono ri-
portate le misure di aree e volumi. Sulla base dei procedimenti infinitistici di Cavalieri, il
matematico inglese John Wallis risolve problemi di calcoli di aree.
Capitolo 1
19
Libro
II FISICA
Capitolo
Capitolo 1
Pressione pascal Pa 1Pa = 1Nm–2
Lavoro, energia joule J 1J = 1Nm
Potenza watt W 1W = 1Js–1
305
Temperatura Celsius grado Celsius °C T (°C) = T (K) + 273,15
Carica elettrica coulomb C
Differenza di potenziale elettrico volt V
Capacità elettrica farad F 1F = 1CV–1
Resistenza elettrica ohm Ω 1Ω = 1VA–1
Conduttanza elettrica siemens S 1S = 1W–1
Flusso d’induzione magnetica weber Wb 1Wb = 1Vs
Induzione magnetica tesla T 1T = 1Wbm–2
Induttanza henry H 1H = 1WbA–1
Flusso luminoso lumen lm 1lm = 1cdsr
Illuminamento lux lx 1lx = 1lmm–2
Attività (di un radionuclide) becquerel Bq 1Bq = 1s–1
Dose assorbita, kerma gray Gy 1Gy = 1Jkg–1
Dose equivalente sievert Sv 1Sv = 1Jkg–1
Vediamo più in dettaglio quali sono le grandezze derivate nei vari ambiti della fisica.
• Angoli
Grandezza Unità Definizione Simbolo
Angolo piano radiante angolo al centro di una circonferenza che sottende 1rad
un arco di lunghezza pari al raggio
1rad = 180°/π
Angolo solido steradiante angolo che su di una sfera con centro nel vertice sr
dell’angolo intercetta una calotta di area uguale a
quella di un quadrato avente lato uguale al raggio
della sfera stessa
• Temperatura
Capitolo 1
• Unità definite in fotometria
Grandezza Unità Definizione Simbolo
Flusso luminoso lumen lm 1lm = 1cdsr
307
Illuminamento lux lx 1lx = 1lmm–2
I simboli delle unità di misura vanno scritti con l’iniziale minuscola, tranne quelli derivan-
ti da nomi propri.
Es.: mol per la mole, K per il kelvin.
Parte I: Fondamenti delle discipline di insegnamento
I simboli non devono essere seguiti dal punto (salvo che si trovino a fine periodo).
Il prodotto di due o più unità va indicato con un punto a metà altezza o con un piccolo spa-
zio tra i simboli.
Es.: N·m oppure Nm.
Il quoziente tra due unità va indicato con una barra obliqua o con esponenti negativi.
Es.: J/s oppure Js-1.
Libro II: Fisica
3. Sistema C.G.S.
Nei sistemi c.g.s. le unità fondamentali della meccanica sono il centimetro, il grammo e il
secondo. Per quanto riguarda la meccanica, quindi, la differenza tra S.I. e c.g.s. si limita a fat-
tori potenze di 10 nei valori delle grandezze fondamentali e derivate.
308 La differenza sostanziale tra i sistemi c.g.s. e il Sistema Internazionale riguarda le grandez-
ze elettromagnetiche. Mentre il S.I. introduce una grandezza fondamentale per l’elettroma-
gnetismo (l’intensità di corrente), nei sistemi c.g.s. le grandezze elettromagnetiche sono tut-
te derivate da quelle meccaniche.
Nella Tabella seguente riportiamo un confronto tra alcune unità c.g.s. di Gauss e le corri-
spondenti unità S.I.:
1 Matematica
2) Dato il triangolo rettangolo della figura, quale delle seguenti proporzioni espri
me il primo teorema di Euclide?
C
H
A B
❑❑ A) BC : CA = CA : CH o C) BC : CH = CH : CA
Parte II: Quesiti disciplinari
❑❑ B) CA : BC = BC : CH o D) BC : CH = CA : CH
3) Dato il triangolo rettangolo della figura, quale delle seguenti proporzioni espri
me il secondo teorema di Euclide?
C
H
616 A B
❑❑ A) BC : CA = CA : CH o C) BH : CH = CH : AH
❑❑ B) CA : BC = BC : CH o D) BH : AH = AH : CH
8) Un esame consiste in una prova teorica e in una pratica. Le due prove hanno ri
spettivamente peso 3 e 5. Un candidato riceve 8 nella prova teorica e 7 nella pro
va pratica. Se indichiamo con Ma la media aritmetica e con Mp la media pondera
ta, in che relazione sono Ma e Mp?
❑❑ A) Ma = Mp o C) Ma > Mp
❑❑ B) Ma < Mp o D) Ma e Mp non sono confrontabili
11) Il prodotto di due rotazioni aventi lo stesso centro e ampiezze a e b è una rota
zione con lo stesso centro e ampiezza:
❑❑ A) a × b o C) a – b
Matematica
❑❑ B) a + b o D) Non è possibile determinarla
Quiz 1
12) Quale delle seguenti trasformazioni geometriche non è una isometria?
❑❑ A) Simmetria centrale o C) Simmetria assiale
❑❑ B) Omotetia o D) Traslazione 617
13) Il prodotto di due traslazioni di vettori v e vʹ è una traslazione che ha per vettore:
❑❑ A) il vettore somma dei due vettori
❑❑ B) il vettore differenza dei due vettori
❑❑ C) il vettore nullo
❑❑ D) non è possibile calcolarlo
2 Fisica
1) Il vettore somma di due vettori posti ad angolo retto, uno pari a 16 N, l’altro a 12
N, ha modulo:
❑❑ A) 28 o C) 23
❑❑ B) 20 o D) 32
3) Tra due morsetti A e B di un circuito elettrico sono collegate in parallelo tre resi
stenze: due da 200 ohm e una da 100 ohm. La resistenza equivalente tra A e B è:
❑❑ A) uguale alla media delle resistenze
❑❑ B) uguale alla resistenza più piccola
Parte II: Quesiti disciplinari
5) Due oggetti a forma di cubo hanno, rispettivamente, lato di 5 e di 10 cm. I due cubi
632 hanno esattamente lo stesso peso. Se indichiamo con p il peso specifico del cubo
più piccolo e con P il peso specifico del cubo più grande, in che rapporto stanno
i pesi specifici p e P?
❑❑ A) p/P = 16 o C) p/P = 4
❑❑ B) p/P = 8 o D) p/P = 2
6) Un oggetto di massa m = 0,5 kg legato ad una fune viene fatto ruotare su una tra
iettoria circolare ad una frequenza di 2 Hz. Qual è la sua velocità angolare in ra
dianti al secondo?
❑❑ A) 1,5p o C) 4p
❑❑ B) 6p o D) 3p
10) La costante dielettrica dell’acqua è 80. Se due cariche elettriche positive vengo
no poste ad una certa distanza in acqua, esse, rispetto al vuoto:
❑❑ A) si respingono con una forza 6.400 volte minore
❑❑ B) si attraggono con una forza 6.400 volte minore
❑❑ C) si respingono con una forza 80 volte minore
❑❑ D) si attraggono con una forza 80 volte minore
12) L’accelerazione di gravità sulla Luna è circa 1/6 di quella sulla Terra. La massa di
un uomo che si trova sulla Luna è:
Quiz 2
Fisica
❑❑ A) 1/6 di quella che ha sulla Terra
❑❑ B) 6 volte quella che ha sulla Terra
633
❑❑ C) uguale a quella che ha sulla Terra
❑❑ D) 1/36 di quella che ha sulla Terra
14) Due oggetti hanno massa e volume diversi l’uno dall’altro. Lasciati cadere dalla
stessa altezza, con velocità nulla e in assenza di atmosfera, arrivano al suolo con
temporaneamente. Ciò avviene perché:
❑❑ A) il corpo a volume maggiore ha una massa minore
❑❑ B) i due corpi hanno lo stesso peso
❑❑ C) i due corpi hanno masse proporzionali ai volumi
❑❑ D) la legge di caduta del corpo nel vuoto dipende solo dalla sua velocità iniziale
Indice Generale
Parte I
fondamenti delle discipline di insegnamento
Libro I
matematica
1. Introduzione............................................................................................................................... Pag. 8
2. Dalle origini................................................................................................................................ » 8
3. La trigonometria: da ombra retta a cateto.................................................................... » 11
4. Achille e la tartaruga............................................................................................................... » 12
5. Le cifre arabe, ovvero le cifre indiane............................................................................. » 13
6. Lo zero e i numeri negativi................................................................................................... » 13
7. I numeri razionali e il teorema di Pitagora................................................................... » 14
8. I numeri reali: la continuità................................................................................................. » 14
9. 3,141592653589793… ovvero l’irrealizzabile quadratura del cerchio............ » 15
10. 2,71828182845... oppure 10?............................................................................................. » 15
Indice Generale
11. Il quadrato negativo................................................................................................................ » 16
12. Fermat: da congettura a teorema...................................................................................... » 17
13. Un’infinità di infiniti................................................................................................................ » 17
14. Il binomio di Newton, ovvero di Pascal.......................................................................... » 18
15. Il teorema di L’Hôpital, ovvero di Bernoulli.................................................................. » 18
16. Archimede e il segmento parabolico............................................................................... » 18 779
1. Gli insiemi.................................................................................................................................... » 20
2. Le operazioni sugli insiemi.................................................................................................. » 21
2.1 Unione.................................................................................................................................. » 21
2.2 Intersezione...................................................................................................................... » 22
2.3 Differenza........................................................................................................................... » 23
3. Il prodotto cartesiano............................................................................................................. » 23
4. Le relazioni................................................................................................................................. » 24
4.1 Relazione di equivalenza............................................................................................. » 25
4.2 Relazione d’ordine.......................................................................................................... » 25
5. Le strutture d’ordine.............................................................................................................. » 25
6. Le funzioni o applicazioni..................................................................................................... » 26
7. Cardinalità di un insieme, insiemi finiti e insiemi infiniti....................................... » 27
8. Confronto tra insiemi infiniti, potenza di insiemi...................................................... » 28
9. Elementi di calcolo combinatorio..................................................................................... Pag. 29
9.1 Disposizioni....................................................................................................................... » 29
9.2 Permutazioni.................................................................................................................... » 29
9.3 Combinazioni semplici................................................................................................. » 30
9.4 Formula del binomio di Newton............................................................................... » 30
9.5 Regole per lo sviluppo della potenza di un binomio....................................... » 31
1. La logica........................................................................................................................................ » 32
2. La dimostrazione...................................................................................................................... » 32
3. Nozioni di logica matematica.............................................................................................. » 32
4. Le proposizioni.......................................................................................................................... » 33
5. I connettivi.................................................................................................................................. » 34
5.1 Congiunzione.................................................................................................................... » 34
5.2 Alternazione...................................................................................................................... » 35
5.3 Implicazione...................................................................................................................... » 35
5.4 Coimplicazione................................................................................................................. » 36
5.5 Negazione........................................................................................................................... » 37
6. Dimostrazione, teorema, lemma e corollario............................................................... » 38
7. La proprietà transitiva della deduzione......................................................................... » 39
8. La teoria assiomatica o ipotetico-deduttiva (i postulati)........................................ » 39
9. I postulati fondamentali della logica................................................................................ » 39
10. Il metodo di riduzione all’assurdo.................................................................................... » 40
11. Le implicazioni derivate........................................................................................................ » 40
Indice Generale
Sezione Prima
La geometria euclidea del piano
Sezione Seconda
La geometria euclidea dello spazio
Indice Generale
5. Struttura abeliana e struttura regolare.......................................................................... » 104
6. Semigruppi e gruppi............................................................................................................... » 105
7. L’anello.......................................................................................................................................... » 105
8. Il campo........................................................................................................................................ » 105
1. Le matrici..................................................................................................................................... » 106
2. Matrici particolari.................................................................................................................... » 106
3. Le operazioni sulle matrici................................................................................................... » 107
3.1 Somma di due matrici................................................................................................... » 107
3.2 Differenza di due matrici............................................................................................. » 108
3.3 Prodotto di due matrici................................................................................................ » 108
3.4 Prodotto di una matrice per uno scalare.............................................................. » 108
4. I determinanti............................................................................................................................ » 109
5. Le proprietà dei determinanti............................................................................................ » 110
6. L’inversa di una matrice........................................................................................................ » 110
7. I sistemi di equazioni.............................................................................................................. » 111
8. La regola di Cramer................................................................................................................. » 111
9. Il metodo di eliminazione di Gauss.................................................................................. » 112
10. Il teorema di Rouché-Capelli............................................................................................... » 113
11. I sistemi omogenei................................................................................................................... » 114
12. Gli spazi vettoriali.................................................................................................................... » 114
13. La combinazione lineare nello spazio vettoriale........................................................ Pag. 115
14. Le basi........................................................................................................................................... » 115
15. I vettori......................................................................................................................................... » 116
16. Le coordinate cartesiane di vettori................................................................................... » 117
17. Le operazioni sui vettori....................................................................................................... » 118
17.1 Somma di due vettori................................................................................................. » 118
17.2 Differenza di due vettori........................................................................................... » 118
17.3 Prodotto scalare............................................................................................................ » 119
17.4 Prodotto vettoriale di due vettori......................................................................... » 120
17.5 Prodotto di un vettore per uno scalare............................................................... » 121
Indice Generale
Capitolo 9: Elementi di trigonometria e funzioni trigonome-
triche
1. Le funzioni................................................................................................................................... » 165
2. Intervallo e intorno................................................................................................................. » 165
3. Il campo di esistenza di una funzione............................................................................. » 166
4. Le funzioni limitate................................................................................................................. » 166
5. Le funzioni crescenti e quelle decrescenti.................................................................... » 167
6. Le funzioni composte e quelle inverse............................................................................ » 167
7. Le funzioni elementari........................................................................................................... » 167
7.1 Funzione potenza............................................................................................................ » 167
7.2 Funzione radice............................................................................................................... » 168
7.3 Funzione esponenziale di base a.............................................................................. Pag. 169
7.4 Funzione logaritmo in base a..................................................................................... » 170
7.5 Funzione valore assoluto............................................................................................. » 170
8. I limiti di funzioni..................................................................................................................... » 170
9. I limiti destro e sinistro......................................................................................................... » 171
10. Funzioni, limiti e infinito....................................................................................................... » 171
11. I teoremi sui limiti di funzioni............................................................................................ » 172
12. Le operazioni sui limiti di funzioni................................................................................... » 173
13. Il confronto di infinitesimi e di infiniti............................................................................ » 174
14. Le funzioni continue............................................................................................................... » 175
15. Le funzioni discontinue......................................................................................................... » 175
16. I teoremi sulle funzioni continue...................................................................................... » 176
1. La derivata................................................................................................................................... » 178
2. Le derivate destra e sinistra................................................................................................ » 178
3. Il significato geometrico della derivata.......................................................................... » 179
4. Il differenziale............................................................................................................................ » 179
5. Le regole di derivazione........................................................................................................ » 180
6. Le derivate di funzioni composte e di funzioni inverse........................................... » 181
7. Le derivate di ordine superiore.......................................................................................... » 182
8. I teoremi sulle derivate.......................................................................................................... » 182
9. Il teorema di L’Hôpital............................................................................................................ » 183
Indice Generale
1. Introduzione............................................................................................................................... » 207
2. Gli errori....................................................................................................................................... » 207
2.1 Tipi di errori...................................................................................................................... » 208
2.2 Propagazione degli errori............................................................................................ » 209
3. L’interpolazione........................................................................................................................ » 211
3.1 Formula di interpolazione di Lagrange................................................................. » 211
3.2 Formula di interpolazione di Newton.................................................................... » 212
4. La risoluzione approssimata di equazioni.................................................................... » 212
4.1 Metodo di bisezione....................................................................................................... » 212
Indice Generale
4.2 Metodo delle iterate successive................................................................................ » 213
4.3 Metodo di Newton.......................................................................................................... » 214
5. L’integrazione numerica........................................................................................................ » 215
5.1 Metodo dei rettangoli.................................................................................................... » 215
5.2 Metodo dei trapezi......................................................................................................... » 216
5.3 Metodo di Simpson......................................................................................................... » 217 785
Indice Generale
la matematica
1. Derive............................................................................................................................................ » 294
2. Schermo di Derive.................................................................................................................... » 294
3. Alcune funzioni di Derive..................................................................................................... » 295
4. Cabri............................................................................................................................................... » 297 787
5. Avvio di Cabri............................................................................................................................. » 298
6. Elenco di siti web da cui trarre materiale inerente i principali software uti‑
lizzati in matematica [Espansione Web]
Libro II
FISICA
Capitolo 3: Forze
Capitolo 4: Cinematica
Indice Generale
4.1 Il problema della velocità della luce....................................................................... » 350
5. Trasformazioni di Lorentz.................................................................................................... » 351
5.1 Conseguenze delle trasformazioni di Lorentz.................................................... » 353
Capitolo 6: Dinamica
789
1. Primo principio della dinamica (principio d'inerzia)............................................... » 355
2. Secondo principio della dinamica (legge di Newton)............................................... » 355
2.1 La massa inerziale..........................................................................................................
» 355
2.2 L’equazione di Newton: F = ma ................................................................................ » 355
2.3 Il peso di un corpo.......................................................................................................... » 356
2.4 Chilogrammo massa e chilogrammo peso........................................................... » 356
3. Terzo principio della dinamica........................................................................................... » 356
4. Moto di un corpo su un piano inclinato.......................................................................... » 357
5. L’attrito......................................................................................................................................... » 358
6. La forza centripeta e la forza centrifuga........................................................................ » 358
1. Il lavoro......................................................................................................................................... » 369
1.1 Lavoro positivo e lavoro negativo............................................................................ » 369
1.2 Lavoro di una forza variabile..................................................................................... » 370
2. Energia cinetica e teorema dell'energia cinetica........................................................ » 370
3. La potenza................................................................................................................................... » 371
3.1 Il kilowattora..................................................................................................................... » 371
4. Forze non conservative e conservative.......................................................................... » 371
5. Energia potenziale gravitazionale.................................................................................... » 372
790
Capitolo 10: Dinamica di un corpo rigido
Indice Generale
Capitolo 13: Dinamica dei fluidi
1. L’interferenza............................................................................................................................ » 456
1.1 Onde coerenti................................................................................................................... » 456
2. Metodi di osservazione dell’interferenza della luce................................................. » 458
3. La diffrazione............................................................................................................................. » 461
3.1 Diffrazione da una singola fenditura (Diffrazione di Fraunhofer)............. » 461
3.2 Reticolo di diffrazione................................................................................................... » 463
Indice Generale
6.2 Dilatazione superficiale................................................................................................ » 468
6.3 Dilatazione cubica.......................................................................................................... » 469
Indice Generale
6.2 Condensatori in serie.................................................................................................... » 533
7. Energia immagazzinata in un condensatore................................................................ » 534
Indice Generale
3.1 Le interazioni fondamentali....................................................................................... » 610
3.2 L’antimateria..................................................................................................................... » 612
3.3 Il decadimento radioattivo.......................................................................................... » 612
Parte II
Quesiti disciplinari
Parte III
Competenze linguistiche
Parte IV
Test ufficiali per la prova preliminare del TFA
Libro I
Prove di ammissione al TFA
per la classe di fisica - A038
Libro III
Prove di ammissione al TFA
per la classe di matematica e fisica - A049
Indice Generale
799