Sei sulla pagina 1di 5

Se si vuole comprendere a fondo la Massoneria, c’è bisogno di due cose

fondamentali: libri ed assenza di pregiudizi.


Le cose non sono slegate, anzi: tanto è più forte pregiudizio, tanto più sarà
facile di trovare sul web ciarpame privo di fondamento e documentazioni vere.
Quindi, se si vuole avere un’idea completa, bisogna tornare ai vecchi metodi: chini
sui libri, tanta pazienza e metodo scientifico.
Altro punto fondamentale è non considerare assolutamente la Massoneria come una
società segreta. Lo è stata - e vedremo brevemente per quali ragionevoli motivi -
ma non lo è più dall’unità d’Italia, per quanto riguarda la nostra Nazione (e non
lo è mai stata per quanto riguarda l’Inghilterra).
La Massoneria, nascendo dalle antiche corporazioni di mestiere, era ovviamente
palese al mondo, tant’è che non solo nelle piazze ove si raggruppavano i palazzi
delle Corporazioni si potevano vedere i propri simboli di riferimento, ma anche i
singoli massoni potevano circolare liberamente, spesso come ambasciatori, per
l’Europa: da qui la definizione “Libero Muratore”, ossia operante nel mestiere in
piena autonomia da molte imposizioni (tipo il servizio militare). Per lo stesso
motivo, il nascere di segni di riconoscimento universali che potevano far
riconoscere il Libero Muratore in ogni parte d’Europa, per distinguerlo dai
cialtroni o sedicenti tali che volevano sfruttare i privilegi concessi ai membri
della Corporazione.
Se la politica divideva, Dio univa e quindi, quale che fossero le traversie dei
vari staterelli, le cattedrali dovevano essere costruite. Curioso, quindi, che la
Massoneria operativa nasca nell’ambito cattolico che oggi la ripudia.
La Riforma luterana - unita alle lotte di successione in Inghilterra tra
protestanti e cattolici, facenti riferimento all’esule re Giacomo Stuart, da cui la
definizione “giacobita” - crea i primi problemi di universalità e crea una
frattura tra Massoneria inglese e Massoneria francese, che per ora non ci
interessa. Sono giochi di potere e, finito il periodo della costruzione della
cattedrali, introdotta la nobiltà nelle confraternite di mestiere, la costruzione
del Tempio si ammanta di speculazioni che vanno oltre l’ingegneria e la geometria,
traslando figurativamente, analogicamente, simbolicamente, le concezioni spiritual-
religiose in sistemi di pensiero filosofico. La Massoneria diventa così da
operativa una Massoneria speculativa: le Logge non sono più il luogo dove si
organizza il cantiere, ma un cantiere dove si organizza il pensiero, per costruire
un tempio interiore.
La Chiesa di Roma da una parte vede la cosa come più che pericolosa, perché tutto
l’apparato religioso le sfugge di mano, le monarchie assolute dall’altra non hanno
il controllo sulle ideologie che vengono discusse e sviluppate nelle Logge ed anche
il potere temporale così sfugge di mano. Chiaro quindi come Chiesa e Stato
cominciano ad perseguire senza troppi problemi la Massoneria, che diventa società
segreta per poter sopravvivere.
Arriviamo nel XVIII sec., precisamente al 24 giugno 1717 e quattro Logge inglesi
fondano la UGLE, la Gran Loggia Unita d’Inghilterra, dando forma alla Massoneria
moderna. Nel 1723 si pubblicano le Costituzioni di Anderson e l’istituzione inglese
ha forma, struttura, indirizzo completi, quindi corona inglese e arcivescovo di
Canterbury sono definitivamente un impero a se stante: la Chiesa Cattolica a Roma
scomunica la cosa.
La Massoneria francese, facendo riferimento a Giacomo Stuart, si oppone a Londra,
ma nel frattempo deve fronteggiare, oltre al fallimento dello sbarco in Inghilterra
di quest’ultimo, il nuovo assolutismo di Luigi XVI e prepara, come in molti altri
Stati, la Rivoluzione.
Le Logge tedesche, con Kant prima e Fichte dopo, elaborano Idealismo e un pensiero
finemente scientifico che non piace alla Chiesa di Roma, così, tra Rivoluzione e
Materialismo, Clemente XII, nel 1732 non può far altro che scomunicare TUTTA la
Massoneria, inaugurando il clima di ostilità che perdura tutt’oggi.
L’Assolutismo della Restaurazione del Metternich assicurava il potere per diritto
divino: mettendo questo in discussione, si mette in discussione il potere. Ecco che
anche le Monarchie vietano la Massoneria, che quindi, poiché il pensiero deve
essere libero e non può sopportare le catene della dittatura, diventa società
segreta.
I massoni, quindi, devono nascondersi perché essere scoperti significa essere
giustiziati, almeno al di qua della Manica.
Non basterà la Rivoluzione Francese a farla uscire di nuovo allo scoperto:
l’avvento di Napoleone Bonaparte la sottometterà al controllo dell’Impero: unico
tiranno nella storia che non la perseguita direttamente, ma tenta un controllo
ponendone a capo i propri familiari. Semplice, pratico, geniale.
In Italia rimarrà segreta fino alla presa di Roma, nel 1871, per quanto una volta
unificata l’Italia, nel 1866, nel Regno savoiardo non fosse più clandestina. Ma lo
era quando le logge risorgimentali nel lombardo-veneto alzavano le loro colonne e a
Roma Pio IX confermava ancora con scomuniche e fucilazione l’antimassoneria.
Eppure, nel 1871, i labari della Massoneria sventolavano sulla breccia di Porta Pia
e la Massoneria era finalmente, di nuovo, alla luce del sole.
Chiaro, quindi, come sia nella Francia napoleonica, sia nell’Italia borbonica,
francesce, austroungarica e papalina la massoneria abbia subito una propaganda ai
limiti della fantascienza e come la librettistica che ne scaturì fosse seguita e
colorita: un vero business, per esempio, per geni dell’editoria come Leo Taxil (al
secolo Antoine Jogand-Pages), che tra ‘800 e ‘900 fece la sua fortuna, dopo la
librettistica anticattolica, con pubblicazioni antimassoniche che fecero di lui uno
degli scrittori più richiesti. Poco valse una sua celeberrima conferenza stampa in
cui dichiarava di essersi inventato tutto di sana pianta (compresa una dama che si
trasforma in coccodrillo e suona il piano in un salotto di massoni): ormai il
pensiero antimassonico era radicato nell’immaginario collettivo e se neanche
l’autore stesso delle bugie non riusciva a fermare le sue invenzioni, chi poteva
farlo?
Presidenti del Consiglio e ministri del Regno d’Italia erano dichiaratamente
inscritti alla Massoneria del Grande Oriente d’Italia di Palazzo Giustiniani:
Crispi, Giolitti, Nitti, Lemmi, Nathan, Carducci - solo per dirne i più noti -
tutti dichiaratamente massoni e tutti al vertice delle rispettive cariche
pubbliche: la massoneria, dopotutto, aveva contribuito a costruire l’Italia, i
complotti erano finiti ed i massoni erano tra i primi ad aver pagato con martiri il
loro patriottismo. Non ultimo Goffredo Mameli, che quando scrive “Fratelli
d’Italia” chiama a raccolta i fratelli, ossia i massoni, per fare l’Italia.
Il nostro Inno Nazionale è un inno massonico e nessuno se lo ricorda.
L’antimassoneria continua quindi, soprattutto in ambito cattolico, poiché la forte
improntea antipapale divenne, de facto, una sorta di massoneria razionalista-
materialista a cui la Chiesa non poteva non opporsi.
Ma la massoneria è innanzitutto, per non dimenticare le origini, spirito e
filosofia a livello esoterico ed iniziatico.
Va da sé che difficilmente persone dei bassi ceti, man mano che andava avanti nella
storia, potevano entrarvi (per motivi di analfabetismo, istruzione, censo ecc...).
Quindi man mano la Massoneria si allontanò dal popolo, che invece veniva sempre più
attirato dai movimenti sociali che il nuovo aspetto rendeva necessari e di più
immediato - e meno esclusivo - accesso; socialismo prima, e comunismo poi,
cominciarono per coerenza interna a dichiarare l’incompatibilità tra massoneria e
partito e piano piano cominciò a serpeggiare anche la diffidenza: ci possiamo
fidare? A chi o cosa hanno giurato fedeltà costoro?
Ma per quanto la Seconda Socialista dichiarò l’incompatibilità tra Massoneria e
Socialismo, essendo un fatto di costume e storia essa continuava ad essere
radicata. Lo stesso Turati era e rimase massone, poiché per la massoneria non c’è
limite al pensiero ed al partitismo.
Dal socialismo, come sappiamo, si sviluppò il fascismo, che mutuò l’avversione alla
Massoneria. Eppure, lo storico Aldo A. Mola fa notare, facendo nomi e cognomi,
quanti massoni parteciparono alla Marcia su Roma e quanti rimasero fino all’ultimi
tra i gerarchi.
Il fascismo, come deriva autoritaria di un moto estremo di rivoluzione, non poteva
tollerare limiti ed il libero pensiero torna ad essere un pericolo, se non un
ostacolo. E chi è in tal senso l’alleato migliore sempre pronto a porgere il
braccio all’Assolutismo? La Chiesa Cattolica.
Fascismo e Vaticano uniti insieme rinforzano l’antimassoneria. Ma se è
comprensibile per il Papato, è oltremodo ingiurioso per l’italico fascista che
dimentica la propria storia ed i propri eroi.
La Massoneria, dal suo canto, non si rende conto, come molti altri, del resto, del
pericolo che l’Italia sta correndo, ritenendo il fascismo come un fenomeno
transitorio.
Mussolini, che cerca una legge per abolire la Massoneria, è sempre più esasperato:
la sua legge liberticida contro le associazioni non riesce ad essere approvata come
lui sperava ed attribuisce la colpa ai massoni infiltrati nel Parlamento (massoni
infiltrati anche se regolarmente eletti e dichiaratamente tali), inasprisce le
punizioni, aizzando ad hoc la propaganda in maniera sempre più serrata, soprattutto
ad opera del noto nazionalista Luigi Federzoni che già nel ’18 si unì ai fasci di
combattimento, e le epurazioni per i fascisti massoni e finalmente nel’25 la Legge
sulle Associazioni viene approvata, nonostante il coraggioso e famoso discorso di
Antonio Gramsci.
I pogrom antimassonici si moltiplicano immediati e spietati. Sopratutto a Firenze,
tra il 25 settembre e il 4 ottobre 1925, sono asperrimi: vengono picchiati, uccisi
e perseguiti anche eroi dell’Unità e della Prima Guerra, come Napoleone Bandinelli,
o l’ex-deputato socialista mutilato di guerra Gaetano Pilati, che morendo in
ospedale crivellato da 5 colpi, dopo tre giorni di agonia per una perforazione da
arma da fuoco all’intestino, dichiarò: «Gli austriaci mi mutilarono, gli italiani
mi hanno ucciso.» Testimonianze riportate da Vasco Pratolini e G. Salvemini.
Il tutto fomentato da Federzoni, col suo giornale fascista “L’Idea Nazionale”,
salvo poi ridimensionare tali pogrom, sottolineando che “est necessario sospendere
campagna antimassonica dei giornali fascisti, la quale di fronte all’atteggiamento
subdolamente ostile della setta ha assunto recentemente carattere di estrema
vivacità.” Ossia: fucilazioni, esecuzioni sommarie a vecchi mutilati, fiamme alla
villa di San Bitonto del Gran Maestro Domizio Torrigiani. L’idea di vivacità del
fascismo era inversamente proporzionale all’idea di libertà.
La Massoneria torna società segreta. I Massoni tornano in clandestinità.
L’antimassoneria, che può vincere solo in presenza di dittature, assolutismi e
Vaticano a benedire il tutto, segna un’altra transitoria e sanguinosa vittoria
contro il libero pensiero. In Germania, nel 1833, Hitler decreta la morte della
Massoneria e 80mila sugli 85massoni spariscono con un’abile azione di polizia
guidata da Eichmann. I massoni francesi vengono rastrellati, mentre il governo di
Vichy commissiona un ben fatto film di propaganda antimassonica (che rimane
tutt’ora uno dei migliori in fatto di documentari di rituali di iniziazione e
ritualità massonica, tra l’altro!), grazie a testimonianze precise di infiltrati
nell’Istituzione. Regista e sceneggiatore verranno successivamente ghigliottinati
dai tribunali di guerra francesi per collaborazionismo ed alto tradimento, dopo la
guerra.
Ma la massoneria non si estingue.
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la Massoneria risorge come la fenice che
è, ma è una massoneria diversa, figlia di un mondo diverso, che obbedisce a nuove -
e solo venti anni prima impensabili - forme sociali: il regno d’Italia è Repubblica
Italiana. La Germania è distrutta e divisa tra USA e URSS, che ora hanno influenze
dirette sul vecchio continente. Gli USA hanno imposto la loro vittoria sull’Europa
e Yalta crea un nuovo ordine mondiale.
Cosa rimane? L’Antimassoneria cattolica e la sua ormai impossibile reintegrazione
nel pubblico esercizio.
La Massoneria non è più illegale, ma rimane, grazie ad un’abile ed opportuna
librettistica cattolica, stavolta partitica, dato che grazie alle ambiguità di Pio
XII per ora il Vaticano non può intervenire troppo, che trova uniti i Popolari,
futura Democrazia Cristiana, i socialisti, i comunisti, che, con motivazioni
differenti, la portano avanti senza troppi problemi.
L’America e l’Inghilterra, ove la Massoneria è stata sempre invece alla luce del
sole, coadiuvano la rinascita della Massoneria italiana, ma è ormai una cosa
diversa, ibrida, che deve ancora adattarsi e, per certi versi, ricorda la creazione
napoleonica per il controllo delle Nazioni “sottomesse”. L’ombra della CIA dietro
la ricostituzione del Grande Oriente e tutt’altro che complottismo: negli anni ’80
la Loggia Colosseo di Roma verrà demolita per spionaggio internazionale ed
infiltrazioni della CIA.
Questo ovviamente non aiuta a sfatare i miti antimassonici, nonostante personaggi
di rilievo come Giacomo Tallone, che ricostituì le logge messinesi, dopo aver
continuato i lavori massonici a Messina in piena clandestinità durante il fascismo.
Ma è chiaro che dopo il ’45 la Massoneria è diversa. Purtuttavia, è altresì chiaro
che due-tre scandali non possono essere il metro di giudizio per un metodo
scientifico di studio della Massoneria: arriviamo agli anni ’60 ed al Golpe
Borghese, arriviamo agli Anni di Piombo e alla “ascesa, decadenza e caduta” di
Licio Gelli e della sua P2, anni ’80, tutti legati al GOI, al Principe Alliata di
Montefalco, legato alla Serenissima Gran Loggia d’Italia, morto ai domiciliari per
una condanna per cospirazione, forme deviate di massoneria che in realtà hanno ben
poco a che fare con la Massoneria (maiuscola). Dal ’60 al ’90 DC e PCI si
distinguono per giornalismo d’assalto antimassonico, magari anche con pubblicazioni
di una certa qualità, come “ I Massoni in Italia” di Roberto Fabiani, edizioni
L’Espresso, un’ottima ricostruzione giornalistica su Gelli e e il Gran Maestro Lino
Salvini, ma l’ottica è sempre diffamatoria, anche nei casi migliori. A poco servono
le insensatezze o le gravi imprecisioni od omissioni della propaganda.
Un esempio: la P2 aveva oltre 900 iscritti. Una Loggia normale dopo poche decine di
iscritti “gemma”, ossia si divide, per ovvi motivi pratici: se tutti hanno il
diritto di intervento fino a tot minuti, 900 iscritti quanto faranno durare una
riunione? Ah, e dove si riuniranno? Come faranno per non dare nell’occhio, questi
cospiratori?
Oppure veicolare le informazione: dare spazio alla P2 ma non agli esiti. Pochissimi
i condannati, moltissime le assoluzioni. Giudici non massoni, in tutto ciò, con
buona pace della Tina Anselmi.
Non solo: la Massoneria non è più società segreta da tempo, eppure il dato non
viene mai sottolineato.
Perché?La risposta è banale, in verità: un nemico invisibile è il capro espiatorio
ideale. Si sposta l’attenzione dai veri responsabili verso un colpevole astratto ma
ben presente nell’immaginario. Ossia: perché accusare Giulio Andreotti o un
Francesco Cossiga quando abbiamo la Massoneria? Quando tutti sanno che è dietro ad
ogni cosa? (dietro a cosa? Chi? Quali nomi?)RISPOSTA: Per il semplice fatto che la
mancanza effettiva di concretezza porta a risultati nulli, mentre un nome preciso è
già un pista ben delineata e, quindi, che porta a responsabilità ben definite.Un
Dell’Utri condannato per mafia che dichiara prima della condanna che la mafia non
esiste, un Berlusconi che lo presenta al pubblico, urlando dal palcoscenico:
«Quest’uomo è un gran colpevole! Ha la colpa di aver creato Forza Italia» (trovare
questo momento triste è ancora possibile su Youtube) è un fatto concreto che, se la
cui attenzione non viene sviata, diventa pericoloso.Ecco che la mafia stessa
diventa secondaria, se in ballo c’è la massoneria. Anzi, di per sé la mafia non
sarebbe un problema, se non fosse veicolata, articolata ed organizzata in logge
massoniche. L’affermazione, mutuata anche oggi dagli Onorevoli Bindi (PD) e
Giarrusso (M5S), con altre astrusità e falsità giornalistiche (“Non c’è inchiesta
dell’antimafia dove non compaia la Massoneria”, dichiarò recentemente l’on.
Giarrusso, sparando a casaccio) non ha senso comune, ma poco importa se imposta
come verità incontestabile dal potere dei mass-media.
Basta questo livello d’astrazione, prettamente argomentativa - ossia senza
fondamento - a creare il “legittimo dubbio” per cui l’opinione pubblica è ormai
veicolata. Un Dell’Utri mafioso (o chi per lui, lo utilizziamo solo come esempio
generale) non è un problema. La massoneria lo è. Così, tra l’altro, possiamo
assolvere i vari Andreotti, Cossiga, Berlusconi: ci sono cose ben più gravi. Le
ammissione del nostro ex-Presidente della Repubblica, che confessò di aver ordinato
disordini e violenze alle Forze dell’Ordine col preciso scopo di delegittimare le
proteste e rafforzare l’autorità dello Stato suonano meno gravi. L’astrazione della
massoneria dietro il delitto Calvi e lo scandalo del Banco Ambrosiano sono più
concrete delle effettive responsabilità individuali: così, inseguendo i fantasmi,
gli assassini ed i criminali possono fuggire.
Ma il dato fondamentale è un altro: 20 anni di storielle italiane diventano il
metro di giudizio di un fenomeno iniziatico ed esoterico con 300 anni di storia
documentata e un totale di 1000 anni di storia leggendaria su tutto l’orbe
terracqueo? Sul serio?Ridicolo, sotto ogni punto di vista.Anche il lettore di
questo articolo, dopo essere stato assorbito dalla profanità delle cronache della
storia contemporanea ha dimenticato il valore storico, esoterico ed iniziatico che
è la sostanza dell’Istituzione. Focalizzandosi sugli Anni di Piombo italiani, ha
dimenticato i 300 anni di gloria tra arte e filosofia, musica e scienza, di cui la
Massoneria è stata alfiere e promotrice.Per questo evitare internet, mettere il
pregiudizio da parte e usare tanti, tanti libri, è il modo migliore di accostarsi
al fenomeno “massoneria”.E non è neanche detto che ci si riesca a capire qualcosa!

Potrebbero piacerti anche