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La liturgia della parola oggi fa riferimento questo servo sofferente

dal quale il profeta Isaia nomina nella prima lettura, questo uomo che è
stato trafitto per le nostre colpe schiacciato per le nostre iniquità. Infatti
il ci mostra questo servo soferente imparò l'obbedienza e divenne causa
di salvezza per tutti coloro che gli obbediscono.
Nel vangelo di oggi (Giovanni 18, 1-19, 42) troviamo il racconto
della Passione di Nostro Signore e ci rivela che l'amore di Dio è più grande
di qualsiasi opera malvagia. Il piano di Giuda Iscariota e delle autorità
religiose si materializza, tanto che riescono a catturare il Signore quando
era nel orto degli ulivi con i suoi amici. Nel giudizio ingiusto che il
Signore riceve, vari agenti del male cospirano per eliminare Colui che era
a disagio per loro. Sfortunatamente, oggi viviamo questa stessa situazione,
in cui l'autorità viene utilizzata come mezzo per investire gli innocenti.
Oggi è un giorno per fare silenzio interiore e accompagnare Gesù con
profonda riverenza, che ci mostra due realtà contrastanti nel suo Corpo
oltraggiato: l'uomo che muore e il Dio che salva. In Gesù vediamo l'essere
umano di tutti i tempi che è vittima dell'odio e del ripudio dei suoi simili.
Cristo, maltrattato e inchiodato sulla croce, diventa un grido che richiede
giustizia per tanti innocenti assassinati e richiede la conversione della
mente e del cuore di coloro che insistono nel fare il male. In Gesù
crocifisso vediamo anche la solidarietà di Dio con l'uomo, perché
attraverso le sue stesse ferite, ripristina tutta l'umanità. Prendiamoci il
tempo per meditare sull'amore che Dio ha per noi e sulla richiesta che
facciamo dalla croce per combattere contro tutto ciò che denigra la dignità
umana.
En el Evangelio de hoy, (Juan 18, 1-19,42) el relato de la Pasión de Nuestro Señor
revela que el amor de Dios es más grande que cualquier obra maléfica. El plan de
Judas Iscariote y de las autoridades religiosas se materializa, tanto que logran
capturar al Señor cuando se encontraba en un huerto con sus amigos. En el juicio
injusto que recibe el Señor, diversos agentes del mal se confabulan para eliminar a
Aquel que les resultaba incómodo. Lamentablemente, hoy en día experimentamos
esta misma situación, en la que la autoridad se usa como medio para atropellar al
inocente. Hoy es un día para hacer silencio interior y acompañar con profunda
reverencia a Jesús, quién nos muestra dos realidades contrastante en su Cuerpo
ultrajado: el hombre que muere y el Dios que rescata. En Jesús vemos al ser humano
de todos los tiempos que es víctima del odio y repudio de sus semejantes. Cristo
maltrecho y clavado en la Cruz se convierte en un grito que reclama justicia por
tantos inocentes asesinados y exige la conversión de mente y corazón de aquellos que
insisten en obrar mal. En Jesús crucificado también vemos la solidaridad de Dios con
el hombre, pues a través de sus propias heridas, restaura a la humanidad entera.
Tomémonos un tiempo suficiente para meditar en el amor que Dios nos tiene y la
exigencia que desde la cruz se nos hace para luchar contra todo aquello que denigra la
dignidad humana.

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