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CAPITOLO 10: CIVILTA’ IN TRASFORMAZIONE

1) L’IDEOLOGIA COLONIALE E LE VARIE FORME DI RESISTENZA AGLI “OCCIDENTALI” IN


ASIA, AFRICA E AMERICA LATINA.
Fardello dell’Occidente: espressione utilizzata per indicare la persistente influenza che i modelli politici e
culturali dell’Occidente esercitano su paesi extraoccidentali. Ogni singola esperienza di opposizione politica
compiuta in Asia, Africa o America Latina rielabora le idee che provengono dall’Occidente e le ibridano con
tradizioni politiche, filosofiche e religiose locali: da ciò emergono culture politiche nuove.

2) LA CINA CONTESA DA NAZIONALISTI E COMUNISTI. L’AGGRESSIONE GIAPPONESE.


La Cina contesa: Nel 1923 il Kuomintang (Partito nazionale cinese), guidato da Sun Yat-sen, forma un
governo nazionale a Canton, con l’approvazione del Partito Comunista Cinese (nel quale milita Mao Tse-
Tung). Alla sua morte viene sostituito da Chiang Kai-shek che lancia la Spedizione contro il Nord: vuole
sconfiggere le fazioni militari dei “signori della guerra” e riunire la Cina del Nord-ovest con quella del Sud.
La spedizione ha successo: l’esercito nazionalista entra a Shangai, aiutato da un grande sciopero
insurrezionale a cui partecipano migliaia di operai. Lo sciopero di Shangai, però, fa riflettere Chiang:
l’influenza comunista sta diventando troppo grande: repressione anticomunista. In seguito alla spedizione del
nord i signori della guerra che non sono stati battuti accettano di allearsi con i nazionalisti: si forma un nuovo
governo nazionale a Nanchino e la Cina viene riunificata. I comunisti che sono riusciti a scampare alla
repressione, guidati da Mao Tse Tung, organizzano nutriti gruppi armati che danno vita ad azioni di
guerriglia contro l’esercito nazionalista di Chiang. Contemporaneamente, i Giapponesi attaccano la
Manciuria. Ora bisogna decidere se affrontare i giapponesi o stroncare la guerriglia comunista. L’esercito
cinese è inferiore rispetto a quello giapponese, perciò si procede con 5 campagne di annientamento contro i
comunisti. Coloro che resistono, però, riescono a fuggire a nord (nel corso della lunga marcia) dove si
riorganizzano. Dalla nuova base di Yenan Mao Tse-Tung e i comunisti si presentano non solo come i fautori
di una rivoluzione sociale nelle campagne, ma anche come i sostenitori di una strenua resistenza patriottica ai
giapponesi, guadagnando così molti consensi. Questo fatto costringe Chiang a coordinarsi con i comunisti
per una linea di difesa comune contro l’esercito giapponese. L’accordo prevede che i comunisti rinuncino
alla rivoluzione comunista nella zona da loro controllata, ma in cambio quella zona diventa una regione
autonoma dello Stato cinese.
3) IL GIAPPONE IMPERIALE E MILITARISTA.
Giappone imperiale: il Giappone continua la sua crescita economica e la sua espansione territoriale già
iniziate tra fine ‘800 e primi ‘900:
 Lo Stato interviene nel finanziamento delle attività economiche, in particolare gli ambiti produttivi
collegati all’esercito
 Piani di espansione militare verso l’Asia Continentale: idea di conquistare e sottomettere militarmente
nuovi territori, da utilizzare come aree economiche subalterne all’economia giapponese (aree da cui
importare materie prime e verso cui esportare prodotti finiti a condizioni particolarmente favorevoli)
Il Giappone risulta completamente subordinato alle élite militari, che organizzano un attacco contro la
Manciuria (area cinese controllata economicamente dal Giappone) e fondano lo stato fantoccio del
Manciukuo (1932) sottoposto al loro controllo. I partiti politici giapponesi si mostrano deboli di fronte alle
élite militari, le
quali si sentono quindi incoraggiate a tentare questi colpi di mano.
1937: Il Giappone attacca di nuovo la Cina, conquistando la capitale Nanchino
1940: Il dominio dei militari viene riconosciuto formalmente. La svolta autoritaria viene sancita con la
costituzione di un regime a partito unico.

4) L’INDIA DI GHANDI.
India di Gandhi: Durante la 1GM oltre un milione di indiani ha combattuto nelle file dell’esercito britannico
e sia indù che musulmani sperano che questo contributo sia riconosciuto dal governo britannico con la
concessione di qualche autonomia, che però viene loro negata. In questo contesto emerge la figura di
Gandhi: idea che un’azione politica di massa possa essere condotta senza ricorrere alla violenza, ma
attraverso forme di resistenza passiva e pacifica, accettando quindi di subire le aggressioni degli
antagonisti. Provvedimenti:
 Nel 1919 Gandhi, forte della sua fama (viene chiamato da molti Mahatma: grande anima) invita gli
indiani a protestare contro la decisione britannica attraverso un hartal (sciopero generale di tutto il
paese), ma un reparto militare britannico uccide diversi manifestanti. Questo massacro gioca a sfavore
delle autorità britanniche, ma a favore di Gandhi, il cui prestigio si mantiene.
 Nel 1920 Gandhi diventa il Capo del Congresso nazionale (indù) e cerca di coinvolgere anche i
musulmani entro un grande movimento di resistenza passiva all’oppressione britannica. I musulmani,
però, non apprezzano l’iniziativa gandhiana perché non credono nella tecnica della non-violenza.
 Tra il ’20 e il ’22 Gandhi lancia la sua prima campagna per la non cooperazione. Nel corso della
campagna, però, si verifica un episodio di violenza che contrasta con la filosofia politica di Gandhi, il
quale decide di revocare la campagna. I britannici considerano la revoca come una sconfitta e Gandhi
viene arrestato per attività antigovernative (esce nel 1924)
 Nel 1930 organizza la marcia del sale (nuova grande campagna di disobbedienza civile): la produzione
di sale è sottoposta a un rigido monopolio statale gestito dal governo coloniale britannico, pertanto non si
può né produrlo personalmente, né raccogliere il sale marino. Gandhi infrange questa legge: marcia a
piedi per circa 400 km e arrivato sulla spiaggia di Dandi raccoglie un granello di sale. In molti decidono
di imitarlo. Per placare gli animi, dal 1937 il governo britannico decide di introdurre una Costituzione
per l’India, che attribuisce maggiori autonomie ai governi locali, ma non riconosce ancora una vera e
propria indipendenza dell’India.

5) PANORAMICA SUL MONDO ISLAMICO E SULLA SUA FRAMMENTAZIONE POLITICO –


RELIGIOSA. IL CASO PALESTINA.
Il mondo islamico: con la fine della 1GM e il crollo dell’Impero Ottomano, gran parte del mondo islamico
viene sottoposto al dominio coloniale occidentale, fanno eccezione alcuni Stati autonomi:
Arabia Saudita: governata da un sovrano saudita, considerato sia come capo militare (il suo principale
strumento di potere è l’esercito, composto da fedeli wahhabiti nel suo regno anche i luoghi santi islamici:
Medina e La Mecca) questo stato appare tuttavia arretrato dal punto di vista economico.
Turchia: è una Repubblica presidiata da Mustafa Kemal, che con un colpo di Stato (1925) mette fuori legge
formazioni politiche concorrenti alla sua (Partito Repubblicanodel Popolo, PRP), instaurando un regime
autoritario a partito unico e cercando di costruire attorno a sé il culto del grande capo (ispirandosi a fascismo
italiano e comunismo russo). Provvedimenti:
 Laicizzazione e occidentalizzazione della società turca: l’Islam cessa di essere religione di stato.
 Legislazione relativa alla componente femminile turca: viene concesso diritto di voto alle donne (ovvero
il diritto di partecipare alle elezioni plebiscitarie per l’elezione dei candidati del PRP) e nel ’35
diciassette donne sono elette al Parlamento turco
 Nazionalismo turco: si manifesta attraverso interventi militari contro i curdi, la paura di Kemal è che
l’omogeneità nazionale turca sia minacciata da queste popolazioni, che richiedono una loro indipendenza
e protestano contro la politica religiosa del regime
Persia: Nel ’25 Reza Khan, comandante militare persiano, si proclama nuovo shah di Persia e controlla lo
Stato persiano (che dal ’35 assume il nome di Iran) in forma dittatoriale e con il determinante sostegno
dell’esercito. Si segue il modello turco di Kemal (laicizzazione e occidentalizzazione dello Stato)  Punto
debole del suo regime è il settore economico, che continua ad essere dominato da compagnie
imprenditoriali occidentali, soprattutto nel settore petrolifero.
Molti musulmani osservanti protestano contro le decisioni intraprese dagli Stati autonomi:
 Costituzione di movimenti nazionalisti antioccidentali
 Correnti radicali di rinascita islamica:
- Fratellanza musulmana: una delle più importanti organizzazioni di rilancio dell’islam sunnita: nasce
in Egitto (per poi raccogliere aderenti in Sudan, Siria, Giordania, Iran, Indonesia, Malesia) che
sostiene che ciò che ha indebolito i paesi islamici è stata la penetrazione delle idee occidentali.
Soluzione: jihad (lotta morale contro il male e lotta militante contro gli infedeli)
- Al-Mawdudi: musulmano indiano (che è tra i padri fondatori della rinascita dell’islam radicale) che
intende porre il governo dell’uomo sotto la sovranità di Dio: Stato Islamico nel quale la sovranità
popolare espressa attraverso un Parlamento viene sostituita dalla sovranità di Dio. Per raggiungere
l’obiettivo, si deve ricorrere al jihad come strumento d’azione contro tutti coloro che impediscono la
realizzazione del vero islam.
Caso palestinese: in Palestina sin dai primi del ‘900 l’immigrazione ebraica aumenta costantemente,
suscitando l’opposizione degli arabi palestinesi sia contro gli ebrei che contro l’amministrazione britannica
(che controlla l’area su mandato della Società delle Nazioni). La rivolta degli arabi palestinesi viene
schiacciata militarmente dagli inglesi, ma per calmare le acque si decide di limitare i flussi di ingresso di
immigrati ebrei e le acquisizioni di terre da parte di coloni ebrei. Operando in modo così contraddittorio,
però, i britannici non
fanno altro che alimentare le tensioni tra gli ebrei e i musulmani palestinesi, che si dotano di gruppi
paramilitari pronti a entrare in azione.

6) SUDAFRICA E AMERICA LATINA.


Africa coloniale: i colonizzatori britannici attuano un regime razzista e segregazionista. Apartheid
(segregazione): i neri sono separati dai bianchi in ogni momento della vita. Contro questa situazione protesta
il Congresso nazionale africano, al cui interno si forma la Lega giovanile (tra i fondatori compare Nelson
Mandela, ispirato da Gandhi), ma le resistenze sono influenti.
Nonostante il regime duramente razzista, il Sudafrica, insieme a Canada, Australia, Nuova Zelanda, Stato
libero d’Irlanda e Terranova, nel 1931 entra a far parte del Commonwealth britannico: i sei Dominions
diventano enti statali autonomi all’interno dell’Impero britannico. Questo provvedimento conferisce loro
piena autonomia nella determinazione della loro politica estera.
America Latina: dopo la 1GM, la maggior parte dei paesi dipende economicamente e politicamente dagli
USA e con la crisi economica, negli anni ’30, si instaurano numerose dittature militari. Fanno eccezione:
 Messico: Lazaro Cardenas (al potere dal ’34 al ’40) rilancia la riforma agraria (requisizione dei latifondi
e la loro redistribuzione ai contadini) + nazionalizzazione degli impianti di estrazione e raffinazione del
petrolio, sottraendone il controllo alle grandi compagnie attive nella zona
 Argentina: Juan Domingo Peròn (fortemente polemico contro le pretese egemoniche degli USA) instaura
una collaborazione diretta e privilegiata con la Confederazione Generale del Lavoro (principale
sindacato argentino) e avvia una politica sociale volta a migliorare le condizioni di lavoro degli operai e
garantirgli aumenti salariali

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