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4) L’INDIA DI GHANDI.
India di Gandhi: Durante la 1GM oltre un milione di indiani ha combattuto nelle file dell’esercito britannico
e sia indù che musulmani sperano che questo contributo sia riconosciuto dal governo britannico con la
concessione di qualche autonomia, che però viene loro negata. In questo contesto emerge la figura di
Gandhi: idea che un’azione politica di massa possa essere condotta senza ricorrere alla violenza, ma
attraverso forme di resistenza passiva e pacifica, accettando quindi di subire le aggressioni degli
antagonisti. Provvedimenti:
Nel 1919 Gandhi, forte della sua fama (viene chiamato da molti Mahatma: grande anima) invita gli
indiani a protestare contro la decisione britannica attraverso un hartal (sciopero generale di tutto il
paese), ma un reparto militare britannico uccide diversi manifestanti. Questo massacro gioca a sfavore
delle autorità britanniche, ma a favore di Gandhi, il cui prestigio si mantiene.
Nel 1920 Gandhi diventa il Capo del Congresso nazionale (indù) e cerca di coinvolgere anche i
musulmani entro un grande movimento di resistenza passiva all’oppressione britannica. I musulmani,
però, non apprezzano l’iniziativa gandhiana perché non credono nella tecnica della non-violenza.
Tra il ’20 e il ’22 Gandhi lancia la sua prima campagna per la non cooperazione. Nel corso della
campagna, però, si verifica un episodio di violenza che contrasta con la filosofia politica di Gandhi, il
quale decide di revocare la campagna. I britannici considerano la revoca come una sconfitta e Gandhi
viene arrestato per attività antigovernative (esce nel 1924)
Nel 1930 organizza la marcia del sale (nuova grande campagna di disobbedienza civile): la produzione
di sale è sottoposta a un rigido monopolio statale gestito dal governo coloniale britannico, pertanto non si
può né produrlo personalmente, né raccogliere il sale marino. Gandhi infrange questa legge: marcia a
piedi per circa 400 km e arrivato sulla spiaggia di Dandi raccoglie un granello di sale. In molti decidono
di imitarlo. Per placare gli animi, dal 1937 il governo britannico decide di introdurre una Costituzione
per l’India, che attribuisce maggiori autonomie ai governi locali, ma non riconosce ancora una vera e
propria indipendenza dell’India.