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Il Falo Dellammore
Il Falo Dellammore
di Erika Barresi
La scena è vuota c’è solo un tavolo lungo con diverse sedie intorno. Ci sono alcuni posacenere
sopra al tavolo, qualche bottiglia d’acqua, le luci di sala sono accese così da illuminare
parzialmente anche la scena. Le luci cambiano di continuo come durante una prova tecnica...
Entrano un uomo ed una donna che litigano per le decisioni del coreografo, la donna consegna
all’uomo una rosa e gli intima di mettersi in posizione.
COR. 1 – Dalla regia parte la musica, è un tango, i due attori sono già in posizione per un
appassionato passo a due nel quale i ruoli sono invertiti, sarà l’attrice a portare l’attore. Prima che
la coreografia finisca quattro figure femminili entrano in scena e si uniscono ai due.
Terminata la coreografia entrerà un uomo che indicherà l’uscita dal palco ai ballerini. Le luci
torneranno sia in scena che in platea. Tre attori entreranno dalla platea e, guardandosi intorno con
diffidenza, poseranno alcune cose sulle sedie libere, poi avanzeranno verso il tavolo. Daria e Teo
vicini, mentre Gabriele siederà all’estremità opposta rispetto Teo.
Daria: Ecco, lo sapete, questo è il genere di cose che non sopporto, ci trattano sempre come
se non fossimo degli esseri umani comuni… (La guardano interrogativi) Queste sedie,
le vedete, sono scomodissime… saranno dolori per il fondoschiena!
Gabriele: (Gabriele e Teo sembrano muoversi a specchio ordinano il proprio “posto” come fosse
un camerino, tutto con sdegno, passano persino un panno per la polvere prima di
sedersi) Non sono sicuro che questo sia il modo corretto di lavorare, siamo a due
settimane dal debutto, ed ancora non c‟è l‟ombra di una scenografia…
dell‟attrezzeria…
Teo: … O di costumi. Ma ci pensate… Gesù, io non ho la più pallida idea di cosa dovrò
indossare, o se mi servirà la lampada, del trucco… in questa stagione non mi posso
guardare, sono bianchissimo!
Gabriele: E per di più oggi non posso far altro che una lettura di questo… questo “testo”, ci vuole
coraggio a volerne fare uno spettacolo… ed il titolo? Degno di una soap!
Teo: “Il Falò dell‟amore”. Terrificante!
Daria: (A Teo) Sei gay?
Gabriele: No… scusa, hai detto?
Daria: Scusa… mi sono distratta o sono diventata strabica? Ho chiesto a lui, non a te!
Gabriele: Scusa lo stupore, ma non posso credere che tu l‟abbia detto… sei sicura di essere
normale?!? (Dando una occhiata d’intesa a Teo)
Daria: Qual è il problema? Non posso mica lavorare su un copione del genere senza
conoscere i miei compagni…
Gabriele: Non credo che “conoscere” abbia a che fare con i gusti sessuali delle persone…
Nicole: Scusate, scusate il ritardo, mi dispiace infinitamente, ma c‟era un tale traffico… poi, a
meno di trenta metri da qui, una deviazione incredibile, mi ha quasi fatto tornare in
tangenziale, arrivo sotto il portone e mi ferma una poliziotta con un alito pestilenziale,
mi chiede se ho visto il cartello, ma… santo cielo, chi è che legge i cartelli, no?!? Allora
io le ho detto: “Se ci sono problemi, vado a parcheggiare da un‟altra parte”, ma lei
dice: “Ormai è fatta!” – sapete con quell‟aria della serie: “Io sono la legge.” – tipo
Stallone, no… ed io allora: “Mi faccia la multa se deve, sono già in ritardo!” – e lei allora
mi dice che se non mi fossi rivolta in maniera così strafottente avrebbe lasciato correre
con piacere, ad ogni modo… io non credo avrebbe mai lasciato correre… voi che dite?
Daria: … Che se ti rilassi, magari si capisce cosa dici.
Teo: Si, dacci tregua.
Regista: (Fra i denti) Non sarebbe male. (Lanciando il copione sul tavolo) Ok, gente, possiamo
aprire il copione alla prima pagina e cominciare a lavorare? Mi pare che non ci sia
tempo da perdere.
Teo: Tempo?!? Io ho già bisogno dell‟ora d‟aria… si può?!?
Gabriele: (A bassa voce) Come se fossimo arrivati noi in ritardo!
Nicole: A me sembra una polemica sterile, comunque è stata colpa mia e, mi sembra di aver
già chiesto scusa.
Daria: Scuse che abbiamo accettato, (Verso Gabriele) cos‟è vuoi farla ricominciare?
Teo: Apri il copione, dai.
Regista: (Con disprezzo) Mi auguro che facciate qualcosa di meglio che aprire semplicemente il
copione. Signori, abbiamo solo cinque giorni, se non meno, per mettere su questo
spettacolo. Prima di questa sera voglio essere in grado di fare una filata…
Gabriele: Ma se ancora non abbiamo fatto una seduta di memoria!?!
Teo: Amore, sei completamente fuori!
Daria: Ma chi è questo: il capitano Kirk?!?
COR.2 - Cambiano le luci – gli attori si travestono con delle parrucche e ponendo i gradi della
“Federazione” sul petto. Le due donne si denudano semplicemente il più possibile e si legano un
foulard al collo.
Dalla regia partirà la sigla iniziale di una puntata di Star Trek, all’interno della nota Enterprise sono
proiettati i protagonisti dello spettacolo.
Regista: Pronto, si ti sento, ma sono in teatro. Già, quindi… non prende benissimo. Dimmi. Non
c‟è problema, fai pure con calma, arriva in albergo, fatti un bel bagno… poi, figurati, noi
qui siamo in alto mare (Passeggia sul palco, mentre gli altri fanno fatica a sentirlo): non
è che possa contare in una compagnia vera e propria… (Ride) Già, ci manca poco e
cambio genere… „Sti lavori con produzioni da borderline, il teatro alternativo, nuovo,
sperimentare tecniche… non si batte un chiodo e nun se fanno sordi… certo, tu mi
insegni, preferisco fare un Pirandello con LoMonaco che qualsiasi nuovo autore
interessante… cioè du‟ lire de budget, che ti viene da piangere a cercare ne‟ e
discariche la scenografia… poi, il tuo testo meriterebbe…
Daria: Vent‟anni…
Teo: Il cesso!
Regista: Senti… per favore, che questi non sono buoni manco per leggere, mi preparo al mal di
testa. Ci sentiamo per andare a mangiare qualcosa ciao, amore, ciao… ti chiamo io…
a dopo, ciao… (Tornando con gli altri al tavolo) Lo scrittore farà un po‟ tardi, quindi
credo sia il caso di dare una prima lettura!?! Sedetevi e leggiamo!
Teo: Se lo dice un‟altra volta, mi do malata.
Tutti si avvicinano al tavolo e prendono il proprio copione, ma altri attori entrano in sala. Agnese
posa le sue cose su una sedia non curante dello spettatore/spettatrice che la occupa.
COR.3 – Entrata travolgente sulla musica di Cher – “Strong enough”. Alberto e Fabio introducono
Agnese, mentre Valentina entrerà dopo caricata di tutte le borse.
COR.4: Spostano il tavolo e Nicole comincia a dirigere il riscaldamento, mentre Agnese e Alberto
si riscaldano a parte, sul fronte scena. La coreografia consiste nella dimostrazione di alcune
tecniche di riscaldamento accompagnate dalla musica. La coreografia si concluderà con un lento
comporsi di uno schieramento, degli interpreti impegnati in esso, fronte al pubblico, danzeranno un
sirtaki.
Agnese: Chi era, caro, che riteneva non fossero necessari più di dodici minuti per riscaldarsi?!?
Alberto: Se ti riferisci ai professionisti… ?
Agnese: Ovviamente!
Daria viene illuminata, eseguirà una improvvisazione in risposta alla voce fuori campo. I volti di
ognuno dei propri colleghi verrà illuminato per ispirare la reazione del personaggio. In sottofondo il
tema musicale dello spettacolo.
Teo risponderà alla domanda con una improvvisazione – in sottofondo dei rumori da effetti sonori,
come nei radio drammi.
Il palco è in penombra si sente in sottofondo una musica – sotto uno dei riflettori sono seduti Daria
e Teo…
Teo : Scusami, mi sono lasciato andare ma è solo che io, non lo capisco il mondo, la gente
poi!
Daria: Che c‟è da capire?!? Voglio dire che è semplice: è tutto un casino, il destino si basa su
un criterio di caos, ed è per questo che peraltro c‟è la pazzia del millennio, e la gente è
stronza se non gli stai a cuore, a volte anche se gli stai a cuore… stai attento, anzi, a
non stargli troppo a cuore, non sai quanti sono quelli che se la fanno con i migliori
amici!
Teo: Sei matta!
Daria: Detto da una pazza faraona. A parte gli scherzi…
Teo: Daria, tesoro, quando fai tutte queste battute… mi sto confidando, mi metti a disagio se
sdrammatizzi!
Daria: Hai ragione, continua.
Teo: No, lascia stare. Volevo ti sentissi un po‟ in colpa! Di che cacchio credi debba
sfogarmi?!? Sono orgoglioso di essere così, gli altri dovrebbero darsi una controllata, io
sono una Regina!
Daria: Sei una vera regina, tesoro.
La luce che li illuminava si spegne. Mentre la musica cambia “Rome wasn’t built in a day”, in un
altro punto della scena viene illuminato Alberto.
Alberto: Vorrei non ricordare. Vorrei non essere mai stato vicino ad essere quello che avrei
potuto essere e… bloccarmi. Come si fa? Io non so come puoi… dovresti tacere. Sei
un incapace, un fallito. Chi credi di essere, eh? Che importanza ha tutto quello che dici
e sai? Ti hanno preso solo per le arie che ti dai e le bugie che racconti… stupido,
insulso commediante. Non provare a fottere anche questo lavoro, non provarci… fallito.
Non sono un fallito, non provare a sbagliare stavolta… fallito. (Si colpisce)
La luce si spegne e si illumina un altro punto della scena illuminando Gabriele davanti ad uno
specchio da camerini…
Gabriele: A volte devi competere con tutto quello che riesci a raccontare di te! Se dicessi la
verità, se la sapessi la verità! Chissà se la so. Dicono che si nasconde in te, che lo sai
in fondo come sei. Questo mestiere è un casino. Mi confondo da solo… cosa… ma
come posso… (Guardando la sua immagine allo specchio) tu, lo sai? Lo sai? Se lo sai,
dillo. Ti prego… per favore, ti prego.
Fabio: Cosa ti ha spinto ad agire? Cosa provi prima di fare una cosa del genere?
Valentina: Non lo so. Ma sentivo che se tutti si accanivano tanto su gli altri forse non eravamo
degni noi, noi non siamo all‟altezza di parlare di diversità.
Nicole: Credo che nessuno sia poi così diverso se non dall‟immagine che sogniamo di noi.
Fabio: Ora sta diventando un po‟ troppo complicato per me. In realtà, questo spettacolo non è
altro che questo. Chi può giudicare chi? Avete visto per quanto poco ci si può
spaventare?!? Non dovevamo far altro che mettere in scena uno spettacolo e noi
invece abbiamo talmente tanta paura di affrontare il nostro mestiere che ci siamo dati
addosso, senza conoscerci.
Valentina: Gli attori sono matti… non lo sapevi?!? Siamo solo questo, delle primedonne, perché
analizzare la mia azione… volevo essere protagonista o era scritto sul copione…?
Comunque ho fatto quello che dovevo fare… se ci pensate, non ha molta importanza.
Nicole: Già, a volte basta per sentirsi meglio, fare quello che c‟è scritto o lasciarsi andare, al
proprio ruolo, così.
Fabio: Così!?!
Valentina: Già, così.
La luce si spegne di nuovo. Dopo qualche secondo una luce calda si diffonde sul tavolo al centro
della scena, mentre la sala per la prima volta viene spenta. Sopra di esso la Scenografa ha un
fiore nero in mano con il quale crea disegni indecifrabili per aria…
Scenog: Di che colore credi che sia il mondo? Di che colore lo vuoi qui sopra? Come lo vedi
questo subdolo mestiere? Noi simuliamo la tua realtà e nascondiamo i problemi,
infuochiamo la tua natura fino a spingerti a credere che ci sia di meglio, una verità più
vera e profonda, una vita e un mondo più ricco di emozioni e conoscenza. Ma il mondo
è quella indescrivibile varietà di insulsi obblighi e poteri che hai intorno. Ebbene quel
potere è in mano a chi può… io lo gestisco come mi diverte e un po‟ lo creo, il rispetto
o la paura che altri hanno di me è ottimamente riposta. Qui, in me e adesso l‟ipocrisia e
la meschinità non hanno luogo… effimera, io sono le mie parole e il mio disprezzo che
per regole di buona convivenza, di quieto vivere, di buona creanza, denuncio, esprimo,
espongo con me, per tutti da mai!
Le luci sono accese di nuovo in scena, così come in platea. Gli attori tornano cambiati sul palco.
Qualcuno sta prendendo i vestiti rimasti sulle sedie. Stanno chiacchierando rumorosamente fra
loro…