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IL FALO‟ DELL‟AMMMORE

di Erika Barresi

IL FALO’ DELL’AMMMORE DI ERIKA BARRESI ©2001 LONDON


Atto Primo

La scena è vuota c’è solo un tavolo lungo con diverse sedie intorno. Ci sono alcuni posacenere
sopra al tavolo, qualche bottiglia d’acqua, le luci di sala sono accese così da illuminare
parzialmente anche la scena. Le luci cambiano di continuo come durante una prova tecnica...
Entrano un uomo ed una donna che litigano per le decisioni del coreografo, la donna consegna
all’uomo una rosa e gli intima di mettersi in posizione.

Attore: Se qualcuno si decidesse ad attaccare la musica.


Attrice: Non sarebbe male.

COR. 1 – Dalla regia parte la musica, è un tango, i due attori sono già in posizione per un
appassionato passo a due nel quale i ruoli sono invertiti, sarà l’attrice a portare l’attore. Prima che
la coreografia finisca quattro figure femminili entrano in scena e si uniscono ai due.
Terminata la coreografia entrerà un uomo che indicherà l’uscita dal palco ai ballerini. Le luci
torneranno sia in scena che in platea. Tre attori entreranno dalla platea e, guardandosi intorno con
diffidenza, poseranno alcune cose sulle sedie libere, poi avanzeranno verso il tavolo. Daria e Teo
vicini, mentre Gabriele siederà all’estremità opposta rispetto Teo.

Daria: Ecco, lo sapete, questo è il genere di cose che non sopporto, ci trattano sempre come
se non fossimo degli esseri umani comuni… (La guardano interrogativi) Queste sedie,
le vedete, sono scomodissime… saranno dolori per il fondoschiena!
Gabriele: (Gabriele e Teo sembrano muoversi a specchio ordinano il proprio “posto” come fosse
un camerino, tutto con sdegno, passano persino un panno per la polvere prima di
sedersi) Non sono sicuro che questo sia il modo corretto di lavorare, siamo a due
settimane dal debutto, ed ancora non c‟è l‟ombra di una scenografia…
dell‟attrezzeria…
Teo: … O di costumi. Ma ci pensate… Gesù, io non ho la più pallida idea di cosa dovrò
indossare, o se mi servirà la lampada, del trucco… in questa stagione non mi posso
guardare, sono bianchissimo!
Gabriele: E per di più oggi non posso far altro che una lettura di questo… questo “testo”, ci vuole
coraggio a volerne fare uno spettacolo… ed il titolo? Degno di una soap!
Teo: “Il Falò dell‟amore”. Terrificante!
Daria: (A Teo) Sei gay?
Gabriele: No… scusa, hai detto?
Daria: Scusa… mi sono distratta o sono diventata strabica? Ho chiesto a lui, non a te!
Gabriele: Scusa lo stupore, ma non posso credere che tu l‟abbia detto… sei sicura di essere
normale?!? (Dando una occhiata d’intesa a Teo)
Daria: Qual è il problema? Non posso mica lavorare su un copione del genere senza
conoscere i miei compagni…
Gabriele: Non credo che “conoscere” abbia a che fare con i gusti sessuali delle persone…

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Daria: Ma hai letto il copione? Praticamente è tutto sul sesso. Quindi, non avendo tempo per
frequentarti - la sola idea mi farebbe inorridire - prendo la scorciatoia e chiedo… sei
gay?
Gabriele: Continuo a non capire… perché sarebbe così importante?
Daria: Ohhohhhohhh… (A Gabriele) Sto infastidendo il tuo ragazzo? Sei gelosa?!?
(Schernendolo)
Gabriele: Non posso crederci, ed io che ti ascolto ancora! Non meriti risposta: sei una
pervertita!!!
Daria: Certo è incredibile, sei talmente permalosa… in fondo sei solo gay, non è la cosa
peggiore su di te… sei pure un uomo! Oh, scusa, magari non te ne eri accorto…
quante storie… (Teo si accende una sigaretta)
Gabriele: Ripeto: non ho intenzione di rivolgerti la parola. Non meriti considerazione. (A Teo)
Scusami, cosa fai?
Teo: Scarico lo stress.
Gabriele: No, ti prego, dovresti spegnerla, la sigaretta, per favore, mi viene un tale raschio alla
gola! (Teo spegne con disappunto la sigaretta)
Daria: Come ti chiami… Gabriele, vero?
Gabriele: Lele!
Teo: Ecco.
Daria: Lo vedi?
Teo: E‟ chiaro.
Gabriele: Cosa? Che c‟è da vedere? Che cosa?
Daria: Seguimi, tesoro: io ti ho chiesto se era giusto il tuo nome e tu, invece di annuire,
risposta sufficiente, hai dovuto sottolineare che preferisci il diminutivo piuttosto che il
nome per esteso… capito? (Teo fa un segno di consenso)
Gabriele: No!
Teo: (A Daria) Dubbi?!?
Daria: Sottolineare è fondamentale… (Facendo capire che è ovvio per lei ciò di cui sta
parlando mentre Lele sembra sempre meno convinto) insomma potevi lasciare tutto
come stava e invece… è chiaro che non capisci, magari ancora non lo sai!
(Prendendolo ancora in giro) Ti faccio un disegnino per quando sarai pronto.
Teo: Che palle, sono gay e devo baciarti a pagina undici, ma sono una professionista… io!
(Gabriele è vistosamente in imbarazzo per la rivelazione)
Daria: Era così doloroso?!? E poi ti dovrebbe piacere… (Facendo un gesto con le mani) … oh
Teo, sei un insensibile. Lele preferiva che gli spegnessi la sigaretta addosso!
Teo: Sei terribile, faremmo una bella coppia se tu avessi qualcosa in più…
Gabriele: Ma non avete decenza…
Teo – Daria: Lele!

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Entrano in scena il Regista, che è al telefono, ed una delle attrici, Nicole. Hanno entrambi il
copione in mano, il Regista, non curante degli attori, osserva il palco con dissenso. Nicole ha una
grande borsa, è molto ansiosa, e nervosamente lascia cadere tutto a terra vicino al tavolo.

Nicole: Scusate, scusate il ritardo, mi dispiace infinitamente, ma c‟era un tale traffico… poi, a
meno di trenta metri da qui, una deviazione incredibile, mi ha quasi fatto tornare in
tangenziale, arrivo sotto il portone e mi ferma una poliziotta con un alito pestilenziale,
mi chiede se ho visto il cartello, ma… santo cielo, chi è che legge i cartelli, no?!? Allora
io le ho detto: “Se ci sono problemi, vado a parcheggiare da un‟altra parte”, ma lei
dice: “Ormai è fatta!” – sapete con quell‟aria della serie: “Io sono la legge.” – tipo
Stallone, no… ed io allora: “Mi faccia la multa se deve, sono già in ritardo!” – e lei allora
mi dice che se non mi fossi rivolta in maniera così strafottente avrebbe lasciato correre
con piacere, ad ogni modo… io non credo avrebbe mai lasciato correre… voi che dite?
Daria: … Che se ti rilassi, magari si capisce cosa dici.
Teo: Si, dacci tregua.
Regista: (Fra i denti) Non sarebbe male. (Lanciando il copione sul tavolo) Ok, gente, possiamo
aprire il copione alla prima pagina e cominciare a lavorare? Mi pare che non ci sia
tempo da perdere.
Teo: Tempo?!? Io ho già bisogno dell‟ora d‟aria… si può?!?
Gabriele: (A bassa voce) Come se fossimo arrivati noi in ritardo!
Nicole: A me sembra una polemica sterile, comunque è stata colpa mia e, mi sembra di aver
già chiesto scusa.
Daria: Scuse che abbiamo accettato, (Verso Gabriele) cos‟è vuoi farla ricominciare?
Teo: Apri il copione, dai.
Regista: (Con disprezzo) Mi auguro che facciate qualcosa di meglio che aprire semplicemente il
copione. Signori, abbiamo solo cinque giorni, se non meno, per mettere su questo
spettacolo. Prima di questa sera voglio essere in grado di fare una filata…
Gabriele: Ma se ancora non abbiamo fatto una seduta di memoria!?!
Teo: Amore, sei completamente fuori!
Daria: Ma chi è questo: il capitano Kirk?!?

COR.2 - Cambiano le luci – gli attori si travestono con delle parrucche e ponendo i gradi della
“Federazione” sul petto. Le due donne si denudano semplicemente il più possibile e si legano un
foulard al collo.
Dalla regia partirà la sigla iniziale di una puntata di Star Trek, all’interno della nota Enterprise sono
proiettati i protagonisti dello spettacolo.

Kirk: (Registrazione) Spazio, ultima frontiera.


Questi sono i viaggi della nave spaziale Enterprise, la sua missione è di esplorare
nuovi mondi e nuove civiltà per giungere dove nessun uomo è mai stato prima.

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Diario del capitano, data astrale 20-02.
Siamo da due giorni in prossimità di una delle tre lune di un sistema stellare ancora
non identificato. Abbiamo trovato tracce del passaggio di navi Klingon. (Le due donne
mostrano le tracce: biancheria intima particolarmente sexy)
Spok: Capitano abbiamo intercettato una nave Klingon, è in assetto di guerra, signore.
Kirk: Tenente Uhura cerchi di stabilire un contatto.
Spok: Moriremo tutti!
Kirk: Benvenuta euforia! (Le donne urlano mute inscenando disperazione)
Uhura: AHHHHHHHH! Ho paura, capitano… capitano, non vogliono parlare con noi, capitano.
Kirk: Sulu, rotta verso la nave Klingon. Checov, alzi gli scudi. Scotty hai trenta secondi per
mandare la pubblicità. Spok… (Sfiduciato) lunga vita…
Spok: … E prosperità, capitano.
Uhura: Capitano!?!
Kirk: Si, tenente.
Uhura: Ma io… cosa faccio io? Capitano, la prego mi trovi qualcosa da fare, capitano, la
scongiuro non so cosa devo… moriremo, tutti, ahhhh…
Kirk: Si inginocchi qui davanti a me e… preghi… più velocemente possibile!

Regista: (Tossendo e levandosi la parrucca) Come dicevo, con la vostra esperienza di


caratteristi riuscirete ad ottenere una qualche interpretazione, seppur approssimativa,
dei vostri personaggi… (Gli attori si sono anch’essi sistemati nuovamente nel proprio
ruolo)
Teo: Se non vuoi una lettura… certo, proveremo a fare il possibile per questo “testo”…
(Rendendosi conto di non sapere chi è lo o la scrittrice) Ma si può sapere chi l‟ha
scritto? Non so se vi trovate d‟accordo con me ma la trama è deboluccia…
Gabriele: Per non parlare del discutibile uso delle abitudini sessuali.
Daria: Invidioso? Avresti preferito che parlasse delle tue?
Gabriele: Stronza!
Daria: Pazza! Mi piaci, nervosa.
Regista: Per favore, non voglio che vi allarmiate perché, signori, ce la possiamo fare. L‟autore
sarà qui ad un certo punto del lavoro, per aiutarci…
Gabriele: Come sarebbe a dire, come riuscirebbe a guidarci, questo testo è pieno di immagini…
Daria: E‟ gay!
Gabriele: Sei così noiosa!
Nicole: Ed io credevo di essere isterica. Ascolta (Al Regista) non ce la si può fare per
stasera…

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Regista: Certo se continuiamo a parlarne… Forza gente aiutatemi, tutto è possibile se… ce la
mettiamo tutta. (Cercando di essere convincente)
Teo: (Al Regista) Devi migliorare se vuoi instillare in noi la fiducia necessaria, insomma io mi
sento poco ispirato. Vi pare che ci sia l‟atmosfera giusta? A me non sembra! La
serenità è la chiave per entrare nel personaggio…
Daria: Cosa ti serve, tesoro, un po‟ di cuscini giganti in seta e delle luci soffuse in gradazioni
di rosa e fucsia.
Teo: Degli incensi anche, sandalo e muschio bianco.
Regista: Smettete di preoccuparvi. Abbiamo solo bisogno di provare sul testo e saremo in grado
di salire degnamente su quel palco. Sinceramente, credo che potremo farlo. Ora ho
bisogno di lavorare sui personaggi, questa sì che è la maniera giusta. (Alzandosi)
Signore se volete scusarci un momento. Signori seguitemi nel retro palco.
Daria: Qui ci sono solo signore. Pure cieco!
Teo: Era meglio un aumento o una… assistenza manuale! (Ammiccante. Si sposta con
Gabriele e il Regista) Mi sento terribilmente moscia.
Nicole: Lavoreremo anche sui nostri personaggi…? Insomma, avremo una sessione separata?
Io ho bisogno di trovare i modi e i tempi, insomma l‟esteriorità del mio…
Daria: … Quindi tu sei di Milano?
Nicole: Non sono interessata.
Daria: A cosa?
Nicole: A questo… parlare, condividere, socializzare... non sono interessata.
Daria: Ragazza, rilassati. Non siamo in un bar per single, e poi non sei il mio tipo!
Nicole: Sei meridionale,vero?!?
Daria: Siciliana, perché?!?
Nicole: So bene come funzionano queste cose, come siete abituati da quelle parti…
Daria: Sì? E come, dimmi…
Nicole: Voi cominciate con una domanda apparentemente sciocca ed un attimo dopo mi ritrovo
coinvolta in qualche ordito pericoloso… sembrate normali, ospitali, il cuore del sud e
poi lasciate la gente nel mezzo del nulla senza un taxi, un autobus o un telefono
pubblico che funzioni!
Daria: Hey, va bene tesoro, frena! Mettiti un attimo il cervello in pausa, che fondi. Io stavo
solo cercando di essere gentile, ma se non vuoi... hey, è un tuo problema, ma non
guardare nella mia direzione quando ti accorgerai che dovrai baciare qualcuno con il
quale non hai la minima confidenza!
Nicole: Baciare, quale bacio, chi bacio, come sarebbe baciare?!?
Daria: Hai letto il copione, tesoro?!?
Nicole: (Insicura) S….si, certo…
Daria: Tu sei… anzi, noi siamo lesbiche, e quei due sono gay… ora ci sei?!?

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Nicole: Cioè…
Daria: Se vuoi ti faccio un ripasso veloce, ma credo che se ti sforzi un attimo… facciamo così
io sono Daria, piacere.
Nicole: Nicole… ma…?!?
Daria: Altre domande? Occhio che così entriamo troppo in confidenza… socializziamo.
Nicole: Non sono il tuo tipo… quale tipo è il tuo?
Daria: Tuffatore olimpionico abbronzato e disposto ad impegno duraturo senza l‟opzione:
“comunicami tutti i cazzi tuoi, che ti stresso con i miei!”
Nicole: Avevo ragione, mi stai confondendo, non socializziamo… lasciamo il mondo com‟è.

Gli altri tornano al tavolo, mentre il Regista risponde al cellulare.

Regista: Pronto, si ti sento, ma sono in teatro. Già, quindi… non prende benissimo. Dimmi. Non
c‟è problema, fai pure con calma, arriva in albergo, fatti un bel bagno… poi, figurati, noi
qui siamo in alto mare (Passeggia sul palco, mentre gli altri fanno fatica a sentirlo): non
è che possa contare in una compagnia vera e propria… (Ride) Già, ci manca poco e
cambio genere… „Sti lavori con produzioni da borderline, il teatro alternativo, nuovo,
sperimentare tecniche… non si batte un chiodo e nun se fanno sordi… certo, tu mi
insegni, preferisco fare un Pirandello con LoMonaco che qualsiasi nuovo autore
interessante… cioè du‟ lire de budget, che ti viene da piangere a cercare ne‟ e
discariche la scenografia… poi, il tuo testo meriterebbe…
Daria: Vent‟anni…
Teo: Il cesso!
Regista: Senti… per favore, che questi non sono buoni manco per leggere, mi preparo al mal di
testa. Ci sentiamo per andare a mangiare qualcosa ciao, amore, ciao… ti chiamo io…
a dopo, ciao… (Tornando con gli altri al tavolo) Lo scrittore farà un po‟ tardi, quindi
credo sia il caso di dare una prima lettura!?! Sedetevi e leggiamo!
Teo: Se lo dice un‟altra volta, mi do malata.
Tutti si avvicinano al tavolo e prendono il proprio copione, ma altri attori entrano in sala. Agnese
posa le sue cose su una sedia non curante dello spettatore/spettatrice che la occupa.

COR.3 – Entrata travolgente sulla musica di Cher – “Strong enough”. Alberto e Fabio introducono
Agnese, mentre Valentina entrerà dopo caricata di tutte le borse.

Agnese: Suppongo che ci stavate aspettando? (Salendo sul palco)


Daria: Non direi, ma chiedo… Tu aspettavi qualcuno?
Teo: Sono secoli… che aspetto, ma…
Nicole: Io non aspetto mai. (Valentina sistema le borse dei suoi colleghi)
Gabriele: Io sempre…
Teo: Lasciamo perdere le storie tristi!

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Daria: Ti avevo detto: gay passivo!
Teo: L‟attività ha stancato pure me, sai…
Regista: Tutto a posto?
Alberto: Si, credo che siamo pronti.
Gabriele: Pronti… a che? Che significa? Io non capisco è incredibile… chi, chi…
Daria: Oh, basta… e che è, checco e checca!?! Rilassati… una tisana?!?
Agnese: Avete cominciato la lettura o no?
Nicole: (Indeciso) Si. Cioè, no.
Alberto: Si o no?!?
Teo: Uhhh, picchiami…
Valentina: Se cominciamo così nervosi non arriveremo mai alla fine. Dobbiamo fare uno
spettacolo non un incontro di boxe.
Nicole: La tensione non fa bene…
Teo: Ora le verrà una crisi, sangue dal naso…
Gabriele: Sangue, io non tollero la vista del sangue!
Daria: Avevi dubbi?!?
Nicole: E‟ un dato di fatto che la tensione non aiuta. Facciamo un po‟ di riscaldamento in
gruppo… (Tutti la guardano con sufficienza) dobbiamo “sentirci”, respirare insieme sul
palco. Oh, avanti, ci farà bene!
Teo: Io sono con la sciroccata.
Nicole: Grazie… temo!
Fabio: Per me va bene. Comunque, ho bisogno di un riscaldamento e poi nemmeno ci
conosciamo! (A Gabriele) Noi non abbiamo fatto una lettura di Burroughs molto strana,
insieme?!? Si, certo e… come sta quel tuo… “amico” che recitava con te?
Alberto: Amico, certo.
Agnese: Tu li chiami “amici”?!?
Daria: Il conto si fa sempre più salato…
Teo: Ma torna, secondo i tuoi calcoli.
Daria: Colombo mi fa un baffo…
Gabriele: Mi farebbe tanto bene rilassarmi un tantino!
Daria: Io mi sintonizzerei sull‟iperventilazione (Verso Lele) per seguire “lei”! Ok, chi dirige?!?
Regista: Non credo sia necessario. Io ci rinuncio.
Alberto: Scusatemi…
Agnese: Io devo fare un warm-up differenziato: la mia schiena… (Con la chiara intenzione di
smontarli) non può tollerare alcune posizioni, quindi…
Fabio: Mettiti di lato
Alberto: E‟ importante riscaldarsi bene.
Fabio: C‟è tanto di quello spazio… poi senza una scenografia.

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Alberto: Ti aiuto nello stretching, conosco un paio di esercizi utilissimi… (Reazione corale)
Teo: Vai tu. (Verso Nicole)
Nicole: Io penso al rilassamento, respirazione, emissione della voce, ma poi qualcosa di
energizzante…?
Valentina: Ci penso io!
Agnese: Ci sono i sacchetti per vomitare?
Alberto: Non credo, cara, non c‟è niente che somigli ad una hostess.
Gabriele: Io ho l‟ansia, non c‟è qualcosa contro l‟ansia?
Fabio: Le lenzuola di seta bianche…
Teo: Meglio uno stuart… una volta ho preso un volo Lufthansa, si passa da Düsseldorf…
tutte quelle accentazioni spigolose e violente sono una copertura, credetemi.
Agnese: Düsseldorf.
Alberto: Lufthansa.
Fabio: Con tutto il rispetto, mi piacerebbe sapere della storia con lo stuart.
Teo: Mi faceva letteralmente volare… Hans.
Daria: Hans? Sembra un marchio di fabbrica… pour homme!
Regista: (A parte) Vi rendete conto? Non riesco a farli concentrare per più di cinque secondi,
mancano assolutamente di serietà. Odio gli attori!
Agnese: (Soddisfatta) Io sono un‟attrice.
Alberto: Non ci sono dubbi, cara.
Fabio: Meglio cominciare e finire il prima possibile, sono troppi ad essere agitati da queste
parti!
Teo: Basta sapere che direzione prendere!
Daria: E non imbroccare tutti sensi unici.
Alberto: Si può provare con i tappi per le orecchie?!?
Agnese: Ma come ho potuto accettare…
Alberto: Non preoccuparti, sarà una passeggiata, basta fare il proprio lavoro…
Agnese: E “noi” sappiamo farlo!
Regista: Signori, diamoci da fare. Vi prego.

COR.4: Spostano il tavolo e Nicole comincia a dirigere il riscaldamento, mentre Agnese e Alberto
si riscaldano a parte, sul fronte scena. La coreografia consiste nella dimostrazione di alcune
tecniche di riscaldamento accompagnate dalla musica. La coreografia si concluderà con un lento
comporsi di uno schieramento, degli interpreti impegnati in esso, fronte al pubblico, danzeranno un
sirtaki.

Agnese: Chi era, caro, che riteneva non fossero necessari più di dodici minuti per riscaldarsi?!?
Alberto: Se ti riferisci ai professionisti… ?
Agnese: Ovviamente!

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Alberto: Mi sfugge, a dire il vero… ma direi che dipende dalla qualità e dalla padronanza della
tecnica… Stanislavskij ci ha insegnato che anche l‟improvvisazione passa per una
tecnica puntuale…
Agnese: Avevo dimenticato quanto è piacevole interagire con colleghi stimolanti… e qui temevo
la desolazione.
Alberto: Credimi, è sempre più raro.
Valentina: Spero di non avere mai bisogno di “certi” stimoli.
Regista: (Finito il riscaldamento) Ok, ora pensate si possa lavorare?!? Mi sembra alquanto
chiaro che fra noi ci siano dei professionisti… (Verso Agnese e Alberto) per favore,
accomodatevi, e anche dei… giovani interessanti (A parte) che rientravano nel budget!
Daria: E uno è gay!
Gabriele: Smettila!
Regista: Va bene, ora basta… cominciamo gente, avanti!
Teo: Che polso, un vero duro! Mi fa sentire… tutto un brivido!
Nicole: Ragazzi, su, è normale, chiunque si confonderebbe con tutto il casino che facciamo…
Fabio: Ma da che parte stai?!?
Daria: Non fare domande, quando sai già la risposta.
Valentina: (Da parte) Non ho capito: lei (Indicando Nicole) sta con lui? (Indicando il Regista)
Teo: Mettiamola così: due dei presenti ci danno dentro! (Valentina guarda Agnese e Alberto)
Daria: No, quelli più di darci dentro con lo “stretching”… (Ridono. Verso Agnese e Alberto) va
meglio la schiena?
Agnese: Direi di si, ho fatto meno fatica a sedermi, certi giorni il dolore è insopportabile…
Alberto: E‟ per questo che il Maestro… intendo il grande Peter Brooke, mi consigliò una volta,
che la miglior cosa per fare un giusto riscaldamento, è quello di…
Teo: (Salvando tutti gli altri dagli sbadigli, verso Nicole) Ti dona questo rossetto.
Nicole: Dici?!? L‟ho comprato oggi, c‟è un negozietto qui vicino.
Teo: Beh, decisamente meglio di quello di prima: dovresti usare sempre queste tonalità, con
la tua pelle poi…
Regista: (Perdendo la pazienza) Che intenzioni avete… di farmi protestare dalla produzione?!?
Voi ditelo, basta saperlo, così io non firmo la regia, me ne vado… certo, mi sentiranno:
chiamo i giornalisti!
Valentina: Ma di che parla? Quali giornali? Tutto questo parlare non porta proprio a niente.
Nicole: Lasciate stare, è fortemente sotto stress, capitelo…
Teo: Lui sotto stress?!? Pensa a chi se lo sopporta.
Nicole: Meglio che non lo faccio, se non ti dispiace.
Gabriele: Non posso ascoltare, mi viene l‟ansia! Ho le borse sotto gli occhi?!? Ecco!

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Regista: Me lo aveva detto il mio manager: questa compagnia, il testo… non è alla mia altezza.
Se non decidete di collaborare, mi vedrò costretto a lasciarvi così, da soli, basta…
vado via! (Andando fuori scena e seguito da Nicole)
Teo: Non c‟è bisogno di essere così irascibili…
Daria: Fratelli, sorelle (Guardando Gabriele), uno dei nostri fratelli ha un problema… (Con
fare da predicatore)
Agnese: Perché?
Teo: Quale sorella…
Valentina: Si, parla ai tuoi compagni sulla strada della fede!
Daria: C‟è un uomo che soffre, da solo sta affrontando una profonda crisi artistica, noi siamo
qui a pregare perché conservi la sua passione. Egli si sente indegno di stare sulle
tavole del palcoscenico che una volta era la sua casa, il suo tempio…
Valentina: Vai così sorella… amen, amen sorella.
Daria: (Salendo sulla sedia) Un uomo e il suo dolore, anche il più duro dei cuori si sentirebbe
toccato… ebbene io posso solo confessare, fratelli, la mia debolezza, la mia, se volete,
pochezza d‟animo…
Fabio: Parla con i tuo fratelli…
Agnese: Tutto questo è ridicolo!
Alberto: Mai visto niente del genere…
Agnese: Avevo sentito parlare di quanto siano stravaganti certi attori…
Alberto: I grandi non hanno bisogno di essere stravaganti, loro sono su altri livelli, altre corde…
Valentina: Ti prego, salvaci tu sorella!
Teo: Usa quella corda per scoccare le tue frecce di fede!
Daria: Fratelli, io sono un debole, un povero di spirito…
Teo: Resta in piedi sorella, non farti piegare dalla debolezza.
Fabio: Segna la strada e noi la percorreremo con te.
Daria: Amici, non capite, quell‟uomo manda il suo grido di disperazione, prende la porta e
dice vado via e sfido chiunque a scagliare la prima pietra se non ha pensato…
CORO: Pepperepe!!!
Alberto: Siete delle bestie: guardatevi, sapete solo prendervi beffe degli altri. Ma chi credete di
essere?
Fabio: Sei sicuro che vuoi una risposta?
Gabriele: Continuo ad avere l‟ansia… vi prego, un demerol, un calmante?!?
Agnese: Io ho sempre la scorta di calmanti…
Valentina: (A parte) Per tollerare se stessa suppongo!
Teo: Vai forte, ragazza!
Daria: Complimenti. (Con un sorriso d’intesa)

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Regista: (Rientrando in scena preceduto da Nicole che fa cenno di lasciarlo stare) Mi auguro
siate tutti pronti per fare sul serio. (Verso Teo e Nicole) Voi due avete intenzione di
unirvi a noi?!?
Teo: (A parte a Nicole) Sei riuscita a farlo tornare, ma non a farlo rilassare!
Daria: Eppure sarebbe bastato… (Fa un gesto poco elegante con chiaro riferimento sessuale)
Nicole: (Sorridendo) Sono cose che… accadono!
Daria e Teo: Wow!
Teo: Spero avrai cura di farci conoscere i dettagli del… l‟accaduto!
Gabriele: (Sensibilmente rilassato) Vi prego, facciamo un respirone e vedrete che saremo
perfetti. Siamo delle stelle…
Valentina: Si, stelle pazze! (Fabio e Teo si complimentano)
Regista: Allora… la vogliamo smettere!? Cominciamo. Mi sono proprio rotto di ripeterlo, ma
cosa siete una classe dell‟asilo?!?
Daria e Fabio: Uhhhh…
Teo: Nervosa. (Nicole ride sotto i baffi)
Fabio: (Valentina lo guarda) Avrà le sue cose!
Daria: Non si sa mai, di questi tempi.
Tutti si siedono e aprono il testo. Tutti si schiariscono la voce, qualcuno si accende la sigaretta, si
risistemano intorno al tavolo, facendosi evidenti cenni di silenzio, cercando di mantenere la serietà.
Nel tentativo di trovare la concentrazione giusta. Una volta sistemati il Regista leggerà le note
dell’autore.

Regista: Due donne entrano in scena…


Agnese: Da dove?
Regista: Due donne entrano in scena da destra…
Daria: Quante volte sei stata…?!? (Tutti scoppiano a ridere)
Regista: Forza, continuiamo… un po‟ di serietà!
Teo: (A parte) A quanto pare lui è l‟unico a possederla!
Daria: Quante volte sei stata…?!?
Nicole: (Leggendo) Cosa intendi?!? Già che cosa vuol dir… mi spiace ma, non capisco.
(Guardata in cagnesco dal Regista) Va bene… Cosa intendi?!?
Daria: Si!
Nicole: Due.
Daria: (Senza leggere) Non c‟è due senza tre… (Mentre gli altri ridono) rifacciamolo,
bambina!
Gabriele: Per favore, potremmo farlo seriamente!?!
Daria: Le mie intenzioni sono serissime!
Valentina: Non saprei pensare ad un modo meno serio del tuo.
Fabio: Che impertinente, pensare che tu potresti…
Daria: Beh, vi confesso: potrei.

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Agnese: Potresti cosa?
Fabio: Quando piuttosto!?!
Valentina: Ma vorresti?
Nicole: Certo che no. Vero?
Daria: Sicuro, fidati.
Agnese: Non capisco, ma dove siamo…?
Fabio: (A Nicole) Ma, tu se lei?
Alberto: Io non voglio entrarci.
Daria: Entrare… dove?
Teo: E‟ tipico degli uomini, dire esattamente l‟opposto di quello che…
Valentina: … Gli piacerebbe!
Regista: Ma la volete smettere… di nuovo, forza…
Teo: Anche quelli come me stancano…
Daria: Ma tu sei uno che “viene” fuori alla lontana?!?
Teo: Io…
Regista: Piantatela! Ricomponetevi e ripartiamo dall‟inizio.
Daria: (Tossendo) Quante volte sei stata…?!?
Nicole: Vuoi dire?
Daria: Si.
Nicole: Due volte.
Daria: Non ho ancora capito perché ho accettato…
Nicole: Perché te l‟ho chiesto! Fammi vedere… chissà dove sono tutti, scusa un attimo…
fammi vedere dove sono. (Smettendo di leggere chiede al Regista) Qui dovrei andare
fuori scena?
Regista: Ma perché spezzi il ritmo, perché che stava andando sorprendentemente bene?!?
Stiamo facendo una lettura, dolcezza. (Decisamente nervoso)
Nicole: Dolcezza!?!
Gabriele: Si, ma come lo montiamo lo spettacolo se non verifichiamo almeno le entrate e le
uscite?!? (Tutti annuiscono)
Regista: A tempo debito, andiamo avanti. (Annoiato)
Agnese: Scusa se te lo dico ma a me suona come un… mai.
Alberto: Potrebbe essere una novità, ma Missiroli le studia in fase di lettura, e già prima di
andare in scena queste minuzie.
Fabio: Il secchione… qui, il professore sembra dire una cosa sensata.
Teo: Chi deciderebbe quand‟è il momento, poi?
Regista: Chi volete che lo decida, io decido, io dico quando, chi, perché e come voglio… ora
riprendiamo dall‟ultima battuta! Ma porca… (Parlottando fra se’)

IL FALO’ DELL’AMMMORE DI ERIKA BARRESI ©2001 LONDON 12


Daria: (Leggendo) Questo vorrebbe dire… aspetta, mi daresti di nuovo la precedente… anche
solo il finale…
Nicole: Certo… da qui… (Tossendo ricomincia a leggere) Fammi vedere… chissà dove sono
tutti, scusa un attimo… fammi vedere dove sono.
Daria: Questo vorrebbe dire: ti dispiace se ti lascio completamente da sola?!?
Fabio: Ronf! (Gabriele ha perso il tempo della battuta)
Gabriele: Scusate, tocca a me?
Daria: Questo vorrebbe dire: ti dispiace se ti lascio completamente da sola?!?
Gabriele: No, non si preoccupi, non sono realmente da solo… oh, mi spiace… lei intendeva…
scusi… (Confuso)
Daria: Non…
Gabriele: Che vorrebbe dire, non capisco. (Al Regista)
Agnese: Questo dovrebbe stupirci… suppongo!?!
Regista: Tu stai rispondendo alla sua domanda, finché non ti rendi conto che, lei, non sta
parlando con te e, quindi chiedi scusa per evitare che, il tuo fraintendimento, le abbia
procurato un fastidio… andiamo avanti.
Daria: Scommetto che è colpa mia, se non ho capito!?! (Valentina annuisce perplessa)
Questo vorrebbe dire: ti spiace se ti lascio completamente da sola?!?
Gabriele: No, non si preoccupi, non sono realmente da solo… oh, mi spiace… lei intendeva…
scusi… (Preoccupato)
Daria: Non preoccuparti, amico.
Teo: Sono bagnato come dopo del sesso! Salve.
Daria: Perfetta metafora! Questo autore è un genio, chi diavolo è?
Agnese: Ecco spiegato il motivo per cui non s‟è nemmeno il nome sul copione!
Teo: Scusatemi, (Al Regista) qualcuno doveva leggere le note, sta piovendo fuori o…
Regista: Si, sta piovendo. D‟accordo!?! Andiamo avanti. (Sembra essere sul punto di perdere la
pazienza)
Agnese: Comincio a perdere la pazienza e la concentrazione.
Daria: Riprendo io… Perfetta metafora!
Gabriele: Veramente buona… già, non mi stupisce, questo è proprio il tuo genere (A Daria)!
Scusate…
Valentina: Vai, orgoglio gay, amico!
Daria: Visto, non sono l‟unica a notarlo!
Gabriele: Ma piantala.
Agnese: Ancora… io vorrei, scusatemi se non è in sintonia con il progetto comune, vorrei
andare avanti senza tutte queste continue interruzioni, di questo passo non arrivo
nemmeno ad entrare in scena.

IL FALO’ DELL’AMMMORE DI ERIKA BARRESI ©2001 LONDON 13


Daria: Non mi sembra terrorizzare nessuno, l‟ipotesi! Qualcuno ha obiezioni da fare?
Fabio: Forse uno laggiù… no si stiracchia! Mi sembra di vedere anche qualche assenso fra la
folla.
Valentina: Per favore, il maestro sta creando! (Osservando il Regista con la testa fra le mani)
Fabio: Mi si dipinge il volto del terrore, vero?
Daria: Su… basta ora, continuiamo.
Teo: (Interrompendo ogni possibile reazione) Salve, questo dovrebbe essere il mio
tovagliolo.
Gabriele: Dov‟è che siamo?
Fabio: Dicevi?!?
Teo: Metà pagina. (Leggendo) Salve, questo dovrebbe essere il mio tovagliolo.
Gabriele: No, non lo è, e se quello non fosse il tuo posto!?!
Teo: No… ma ora/ questo è/ il mio posto. Vuoi sederti accanto a me?!?
Gabriele: Sulla destra!
Daria: Già ma, preferirebbe di dietro!!!
Gabriele: Ma come diavolo ti permetti…?
Alberto: Oh, madonna sei così…
Agnese: Volgare, la parola giusta è volgare.
Valentina: Ma su, è solo una battuta… possiamo continuare?!?
Fabio: Si, per favore mi sto annoiando.
Valentina: (A parte) Divertiti…? Devo andare a parlare con quel mio professore che parlava di
divertirsi nel fare teatro!
Teo: (Leggendo) Vuoi sederti accanto a me?
Gabriele: Sulla destra.
Teo: Ottima scelta… (Al regista) scusa capo, qui prendo il to… il suo tovagliolo, giusto?!?
Regista: Ci penseremo dopo…
Fabio: Ma porca la miseria, sarà mica un segreto di stato!
Regista: Ok, si, prendi il suo tovagliolo, va bene. Avanti. (A Nicole) Ora, tu rientri, tesoro. Trovi
questi due uomini…
Nicole: Ah, ora sono tesoro?!?
Gabriele: Così diventa tutto più chiaro, non credete… io ho bisogno di direzioni!
Alberto: Si, è utile…
Agnese: Anche se è solo un suggerimento, cioè qualcosa come una linea da seguire o meno,
sapete… mai pretendere troppo! (Continuando a parlottare fra loro)
Alberto: Mi ricordo quando il Maestro usava…
Daria: (A Teo e Valentina) Non ci credo, stanno seriamente analizzando l‟utilità delle note di
regia? In realtà, qual è la vera verità: è questa una conferenza sulla relazione fra registi
e attori o, stanno chiedendo del sesso?

IL FALO’ DELL’AMMMORE DI ERIKA BARRESI ©2001 LONDON 14


Fabio: (Intromettendosi) A dire il vero penso che loro stiano chiedendo “suggerimenti” ed
informazioni sulle preferenze sessuali del regista…
Teo: Io non ho bisogno di suggerimenti se mi lasciano posizionare dietro il problema posso
affrontare qualsiasi argomento! (Scoppiano a ridere)
Valentina: (Cambiando sedia) Vi prego, prendetemi con voi, non li tollero, se non si può
lavorare…
Regista: Ok, signori e signore… vediamo se riesco ad essere chiaro: io sono il regista e l‟unica
maniera per fare di questo testo un successo è di cogliere l‟opportunità che ci offre.
Quindi, la questione è: volete essere considerati degli attori professionisti o volete
rimanere strani e divertenti attori disoccupati?
Fabio: Hey, stai calmo…
Alberto: Non capisco che bisogno c‟è di scaldarsi!
Agnese: Ha del polso, forse?!?
Valentina: Direi che abbiamo tutti bisogno di una pausa. Quindici minuti! (Al regista) Prendiamoci
un caffè, anzi, una bella camomilla e il mondo ci sorriderà di nuovo!

Tutti, a parte il Regista e Nicole, escono.

Nicole: Vuoi un massaggio?


Regista: Ma che, voglio una compagnia!
Nicole: Dai, non sono male…
Regista: Non siete male?!? Mi andava meglio se avevo una compagnia di mentalmente ritardati
di madre lingua cinese!
Nicole: Non è divertente! E poi se non stimi le persone con le quali lavori…
Regista: Va be‟, fammi quel massaggio!
Nicole: Certo, questo si che ti farà bene… (Andando alle spalle del Regista e cominciando a
massaggiarlo) vedrai, ti rimetterà al mondo. Quindi, come vorresti inscenarlo?
Regista: Come? Vogliamo anche parlare di questo schifo di testo… è il nulla, ma l‟hai letto?!?
Nicole: Si… voglio dire… beh, io penso che…
Regista: No, cara non pensare, fammi il massaggio, preferisco. Lo metteremo in scena, costi
quel che costi, e dopo mi farò una vacanza in un eremo lontano…
Nicole: “Ci” faremo, giusto?
Regista: Si, lo stesso pupa, come vuoi.
La Scenografa e due Assistenti entrano - questi sono come due personaggi di un film muto di
Chaplin: seguono la Scenografa ovunque vada, e si muoverà tanto – la Scenografa è molto
plateale, estrema nel modo di gesticolare e di muoversi, farà movimenti rapidi da un punto all’altro
della scena fermandosi d’improvviso in profonde pause di riflessione che interromperà altrettanto
improvvisamente. Ogni qual volta la Scenografa si muove, sarà seguita da una musica suonata al
pianoforte. Spesso accadrà che le sue battute siano precedute da un sottofondo musicale.

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Nicole: Chi sono questi tipi?
Scenog: Hey, giovanotti, svegliamoci, avanti, non perdiamo tempo. Quindi prendiamo questo
“tavolo”, dobbiamo fare in modo, si, che somigli ad un ampio e claustrofobico tavolo…
non pensate, eseguite.
Regista: Scusi, ma lei chi è? (Alzandosi)
Scenog: Io?!? Chi sono io? Mi chiede chi sono… certo, è assurdo… chi è lei… tipo?
Regista: Io sono il regista di questo…
Scenog.: (Ridendo e coinvolgendo i due assistenti) Beh, allora siamo sulla stessa barca… io
sono la scenografa di questo demenziale, assurdo ed improponibile tentativo di
spettacolo teatrale…
Regista: Ma, esattamente cosa credi di fare sopra il mio palcoscenico?!?
Scenog: Mi da del tu, abbiamo mangiato nello stesso piatto, mi da del tu… (Minacciosa) Ok,
amore, ascolta bene perché te lo dirò una sola volta: riguardo il “tuo” palco: può anche
esserlo… ma sarà la “mia” scena, chiaro… finché mi sarà consentito di finire questo
sporco lavoro. Scommetto che non hai letto le note dell‟autore sull‟ “atmosfera”?
(Dando un foglio al Regista) Leggi e piangi. Io odio gli scrittori! (Disgustata)
Regista: Oh porca… ma è seria? (Passando il foglio a Nicole)
Nicole: Cosa? (Leggendo) E‟ donna quella che ha scritto que…
Gli altri tornano dentro
Scenog: No, è lesbica!
Valentina: Che problema hai?
Scenog: Diversi dai tuoi, non sono mestruata al momento, tenero fiore di campo!
Gabriele: Un‟altra fissata con il sesso.
Daria: Ma che diavolo è quello?
Teo: Cosa: la tipa assurda con Stanlio e Oglio o quel pezzo di carta?!?
Scenog.: Adattissimi al dramma i tuoi attori! Pescano sempre in mare alto o raccolgono le telline
dalle reti a strascico?!?
Regista: Lasciamo perdere…
Alberto: Posso leggere… (Nicole passa il foglio e lui comincia a leggerlo ad alta voce) …
…Lo spazio è privato dello spazio. E‟ pieno di oggetti, ostacoli che inibiscano gli
attori… (Passa il foglio a Fabio)
Scenog: Un poeta!
Fabio: (Riprendendo a leggere) …Il tavolo da pranzo è ampio; dovrebbe essere, idealmente,
simile al famoso tavolo nel “Dottor Stranamore” di Kubrick. (Passando il foglio a
Gabriele)
Agnese: Film carino, vero?
Valentina: Come fa ad essere “carino” un film?
Gabriele: (Leggendo) L‟idea è di lasciare piccoli spazi fra il tavolo ed il tutto che lo circonda.

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Scenog: Om!
Gabriele: Deve essere uno spazio senza respiro: per la verità… per l‟amore deve forzare
all‟estremo la verità. Io immagino uno spazio naturalistico. Uno spazio tradizionale, che
è comune e claustrofobico al tempo stesso. Non sembra essere necessario definire la
scena con la classica quarta parete. La situazione deve essere costrittiva, gli attori…
Daria: Eccoci qua! Che… fortuna!
Nicole: (Prendendo il foglio) …Gli attori devono superare degli ostacoli, materiali e psicologici,
per esprimere al meglio il proprio personaggio, così come gli spettatori dovranno
superare ostacoli visivi e testuali per coinvolgersi nella rappresentazione. Le luci…
Scenog: A quanto pare conosce ogni singolo, minuscolo, inutile mestiere teatrale, non vi pare?
Nicole: Le luci devono…
Regista: Finiscilo, vai alla fine, ti prego!
Valentina: Questa non mi sta per niente simpatica. (Riferendosi alla Scenografa)
Nicole: (Continuando a leggere) I creativi devono trovare la loro personalissima maniera di
esprimere i temi del testo.
Scenog: Oh, sono commossa… non so come esprimere la mia gratitudine. Grazie, santo autore
degli hippie scampati al sessantotto, la tua generosità nei confronti di noi poveri
mestieranti di una arte artigiana… ma vaffanculo!
Regista: Tutto questo è ridicolo!
Scenog: Ma dai, almeno tu sei salvo dalla sua onniscienza. E‟ sempre lo stesso assurdo
problema quando queste donne del sud decidono di scrivere invece di preparare la
conserva!
Valentina: Cosa? Ma tu che sei?
Teo: Io ne ho conosciute di donne e quella non è nemmeno un essere umano.
Scenog: Frocio!
Fabio: Scusa sorella, ma qual è il tuo vero problema?
Scenog: La tua parentela, da circa cinque secondi!
Teo: (A Daria) Stai tranquilla.
Daria: Sono calmissima… a nome delle “donne del sud”… non ho nessun interesse a
ribattere a queste inutili offese e alla gran testa di ca… stronza razzista che non sei
altro!
Scenog: Che hai detto? O tesoro, mi ferisci così… nemmeno improvvisare qualcosa di più…
deciso… manchi di fantasia anche nella realtà?
Valentina: Credo che lei stia provando ad esprimere un semplicissimo concetto riguardo la tua
persona: grandissima testa di caz…!
Agnese: Ma è veramente lesbica?
Nicole: Non ci posso credere.

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Agnese: … Voglio dire… non mi importa se è ebrea o quant‟altro, che è meridionale, intendo
dire le sue origini insomma, ma come dire se lei è veramente, sapete… con certi gusti,
non i gusti che tutti… no? Che ne so magari non è importante ma mi sentirei
eticamente a disagio se lei fosse…
Alberto: Si, so bene cosa vuoi dire…
Nicole: Per me è troppo, temo di aver capito fin troppo bene.
Regista: Sono rovinato… mi dovrò nascondere, scrivere il nome in inchiostro simpatico sulle
locandine, sono finito, per sempre, addio premi, addio teatro, sogni, tutto nel cesso…
Teo: Non disperare, doveva accadere prima o poi, a te prima!
Fabio: Sapete cosa, signori?!? Io non ho nessuna intenzione di lavorare con certi disgustosi
figuri che inquinano impunemente questo pianeta, non voglio dividere la scena con
questo genere di… ma nemmeno gli animali arrivano a tali bassezze…
Scenog: Un altro frocio!
Gabriele: Ma che diamine… l‟autrice è lesbica e tu ti preoccupi dei gay? (Va verso l’uscita)
Daria: Io non so cosa diavolo mi ha portato qui. Chi diamine credete di essere: (A Gabriele)
sei un omosessuale, tesoro, rassegnati! (Ad Alberto e Agnese) E voi… voi siete solo
delle oneste persone perbene del cazzo, ipocriti del cacchio! (Alla Scenografa) Ma che
schifo! (Va fuori)
Nicole: Si, credo che andarsene sia la cosa migliore… aspettami, addio stupido, egoista e
fallito!
Regista: Signori, per favore… restiamo calmi o rischiamo di perdere il controllo… (Tutti lo
guardano)
Fabio: Io sto solo perdendo la mia dignità rimanendo in vostra compagnia!
Teo: E cosa vorresti fare Zeffirelli, dirigerci ora?!? Ma se non riesci a centrare nemmeno la
tua camera da letto!
Scenog: Oh, per piacere, povero piccolo, non farmi ridere. Tutti voi siete patetici, pervertiti… ma
non vi guardate mai? Ancora dei poveri miseri dilettanti… non una scrittura, non una
paga, non potete rifiutare nessuna proposta, perché siete dei rifiuti del mondo dorato,
torneranno (Al Regista), tornano quando hanno fame, non sanno fare altro: attori!
Valentina: Come fai con tutto questo odio?!?
Scenog: Un‟altra regina del deserto!
Teo: Oh, oh scusate ma… qui, l‟unica vera Regina sono io e vado via!
Regista: Avanti gente ragioniamo, siamo o no dei professionisti… possiamo sederci un attimo
intorno al tavolo e… ragionare, parlare anche di questi ultimi minuti, quando si è
arrabbiati…
Valentina: Ah, maledizione io mi arrendo, tutto questo è troppo! (Ironica) Hai proprio bisogno di
questo tavolo?
Scenog: Che diavolo vuole dire? Cosa sei in preda agli acidi… anche drogata!

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Valentina: Voglio dire… non credete che abbiamo bisogno di accendere una luce nel buio delle
umane bassezze?!?
Regista: E tu chi saresti: Buddha?
Valentina: Forse… (La musica comincia – una canzone di Gianni Morandi “Se perdo anche te”-
mentre getta un fiammifero verso il centro del tavolo, ed un falò si accende)
Agnese: Oh mio Dio… è pazza! (Gridando isterica)
Alberto: Non preoccuparti, io posso estinguerlo in un attimo, tesoro…
Valentina: Estingui la tua esistenza, tesoro! (Getta il copione nel fuoco e la musica si fa più alta)
Gli Aiuti della Scenografa prendono due estintori e si avvicinano al fuoco, spaventati decidono di
scappare lasciando gli estintori a Fabio ed Alberto che spengono il fuoco appena in tempo… il buio
cala e il sipario si chiude.

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Atto Secondo – Scena Prima
Una voce fuori campo nel buio del palco e della sala annuncia il tema di questa breve scena nella
quale dei lampi di luce illumineranno i protagonisti dello spettacolo riuniti sul palco, questi si
schiereranno in pose improvvisate in sede di prova per “fotografare” la reazione alle opinioni dei
propri colleghi.

Voce: Cosa pensa dei suoi colleghi?


Regista: Colleghi?!? Quali colleghi…?!? Lei è un pazzo, e questo è un incubo non uno
spettacolo! Al diavolo.
Voce: Cosa pensa dei suoi colleghi?
Alberto: Ho imparato negli anni , ormai tanti, benché non palese, che non è corretto giudicare
un collega, quanto essere coscienti di se stessi, del proprio lavoro. Sa, ho impiegato
energia e fatica ad esplorare la mia interiorità abbandonando ogni pregiudizio così da
poter affrontare questo complesso mestiere. Ho idea che l‟umiltà mi abbia aiutato nella
crescita professionale. Certo, comprendo l‟ironia insita nella domanda… non mi sento
di eccedere in un vero e proprio giudizio nel dire che la selezione fatta è decisamente
eterogenea… questo è spesso un bene poiché ci si informa a vicenda, ma in altri casi ti
trovi a non capire, a non vedere proprio cosa ti potrebbero insegnare!
Voce: Cosa pensa dei suoi colleghi?

Daria viene illuminata, eseguirà una improvvisazione in risposta alla voce fuori campo. I volti di
ognuno dei propri colleghi verrà illuminato per ispirare la reazione del personaggio. In sottofondo il
tema musicale dello spettacolo.

Voce: Cosa pensa dei suoi colleghi?


Agnese: Non giudico mai i miei “colleghi”, quando li vedo. Comunque lo farei solo basandomi
sul lavoro, poiché questo posso valutarlo senza rischio di smentita. Ma a causa della
inqualificabile mancanza di professionalità di certuni, certi che si spacciano per colleghi
mentre sono degli improvvisati che, magari, si rotolano nelle coperte giuste o, sanno a
quale porta bussare… non mi fate parlare, che poi esagero e… mi creda, siamo allo
sfacelo; questo è un mestiere per artigiani, non di sicuro per soubrettine stonate ed
impedite, o atleti bellocci dai gusti ambigui! Mi scusi, ma lo trovo disdicevole.
Voce: Cosa pensa dei suoi colleghi?

Teo risponderà alla domanda con una improvvisazione – in sottofondo dei rumori da effetti sonori,
come nei radio drammi.

Voce: Cosa pensa dei suoi colleghi?


Gabriele: (Nervoso) Per prima cosa, tengo a dire, dato che ne ho l‟opportunità, che non credo
siano di nessuna rilevanza le preferenze sessuali dei propri colleghi. Questo è un
lavoro, non ha niente a che fare con il diventare un “gruppo”, una “famiglia”… quelle
sono solo storie necessarie al pubblico per spiegare come facciamo a creare la, così

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detta, magia del palcoscenico… primo non c‟è nessuna magia, tutt‟al più è illusione;
secondo siamo professionisti, lavoriamo e così otteniamo quella macchina perfetta
che… sono stanco, ho la pressione che cala e l‟ansia che sale, insomma io penso che
basta occuparsi dei propri affari…
Daria: Lo sai, vero, che solo chi nasconde qualcosa o ha paura di quello ciò nasconde dice di
farsi gli affari propri… pensaci.
Fabio: Guardati…
Valentina: Chiudi gli occhi…
Nicole: Respira, e lascia che il pavimento sostenga il tuo corpo; lascia che la consistenza si
sciolga sul pavimento e senti quali sono i punti in cui il tuo corpo viene sostenuto dal
pavimento stesso. Se non fosse il pavimento a sostenerti il tuo…
Agnese: Ma basta… che strazio! Sai altre parole oltre corpo o pavimento… vedete di cosa
parlavo, questa gente non ha la minima idea di cosa stanno facendo. (A Nicole)
Riscaldati in silenzio tu. (A Gabriele e Teo) Non c‟è bisogno di tenersi l‟omosessualità
tutta la vita… crescete e guarite! (A Valentina) E tu, tu… ma chi se ne frega di te!
Alberto aiutami a trovare un costume adatto alla mia figura.
Escono di scena Agnese e Alberto mentre tutti rimangono in posa in attesa dello spegnimento
delle luci.

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Atto Secondo – Scena Seconda

Il palco è in penombra si sente in sottofondo una musica – sotto uno dei riflettori sono seduti Daria
e Teo…

Teo : Scusami, mi sono lasciato andare ma è solo che io, non lo capisco il mondo, la gente
poi!
Daria: Che c‟è da capire?!? Voglio dire che è semplice: è tutto un casino, il destino si basa su
un criterio di caos, ed è per questo che peraltro c‟è la pazzia del millennio, e la gente è
stronza se non gli stai a cuore, a volte anche se gli stai a cuore… stai attento, anzi, a
non stargli troppo a cuore, non sai quanti sono quelli che se la fanno con i migliori
amici!
Teo: Sei matta!
Daria: Detto da una pazza faraona. A parte gli scherzi…
Teo: Daria, tesoro, quando fai tutte queste battute… mi sto confidando, mi metti a disagio se
sdrammatizzi!
Daria: Hai ragione, continua.
Teo: No, lascia stare. Volevo ti sentissi un po‟ in colpa! Di che cacchio credi debba
sfogarmi?!? Sono orgoglioso di essere così, gli altri dovrebbero darsi una controllata, io
sono una Regina!
Daria: Sei una vera regina, tesoro.

La luce che li illuminava si spegne. Mentre la musica cambia “Rome wasn’t built in a day”, in un
altro punto della scena viene illuminato Alberto.

Alberto: Vorrei non ricordare. Vorrei non essere mai stato vicino ad essere quello che avrei
potuto essere e… bloccarmi. Come si fa? Io non so come puoi… dovresti tacere. Sei
un incapace, un fallito. Chi credi di essere, eh? Che importanza ha tutto quello che dici
e sai? Ti hanno preso solo per le arie che ti dai e le bugie che racconti… stupido,
insulso commediante. Non provare a fottere anche questo lavoro, non provarci… fallito.
Non sono un fallito, non provare a sbagliare stavolta… fallito. (Si colpisce)

La luce si spegne e si illumina un altro punto della scena illuminando Gabriele davanti ad uno
specchio da camerini…

Gabriele: A volte devi competere con tutto quello che riesci a raccontare di te! Se dicessi la
verità, se la sapessi la verità! Chissà se la so. Dicono che si nasconde in te, che lo sai
in fondo come sei. Questo mestiere è un casino. Mi confondo da solo… cosa… ma
come posso… (Guardando la sua immagine allo specchio) tu, lo sai? Lo sai? Se lo sai,
dillo. Ti prego… per favore, ti prego.

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Anche questa luce si spegne e illumina in un altro punto ancora della scena Valentina, Nicole e
Fabio.

Fabio: Cosa ti ha spinto ad agire? Cosa provi prima di fare una cosa del genere?
Valentina: Non lo so. Ma sentivo che se tutti si accanivano tanto su gli altri forse non eravamo
degni noi, noi non siamo all‟altezza di parlare di diversità.
Nicole: Credo che nessuno sia poi così diverso se non dall‟immagine che sogniamo di noi.
Fabio: Ora sta diventando un po‟ troppo complicato per me. In realtà, questo spettacolo non è
altro che questo. Chi può giudicare chi? Avete visto per quanto poco ci si può
spaventare?!? Non dovevamo far altro che mettere in scena uno spettacolo e noi
invece abbiamo talmente tanta paura di affrontare il nostro mestiere che ci siamo dati
addosso, senza conoscerci.
Valentina: Gli attori sono matti… non lo sapevi?!? Siamo solo questo, delle primedonne, perché
analizzare la mia azione… volevo essere protagonista o era scritto sul copione…?
Comunque ho fatto quello che dovevo fare… se ci pensate, non ha molta importanza.
Nicole: Già, a volte basta per sentirsi meglio, fare quello che c‟è scritto o lasciarsi andare, al
proprio ruolo, così.
Fabio: Così!?!
Valentina: Già, così.

La luce si spegne di nuovo. Dopo qualche secondo una luce calda si diffonde sul tavolo al centro
della scena, mentre la sala per la prima volta viene spenta. Sopra di esso la Scenografa ha un
fiore nero in mano con il quale crea disegni indecifrabili per aria…

Scenog: Di che colore credi che sia il mondo? Di che colore lo vuoi qui sopra? Come lo vedi
questo subdolo mestiere? Noi simuliamo la tua realtà e nascondiamo i problemi,
infuochiamo la tua natura fino a spingerti a credere che ci sia di meglio, una verità più
vera e profonda, una vita e un mondo più ricco di emozioni e conoscenza. Ma il mondo
è quella indescrivibile varietà di insulsi obblighi e poteri che hai intorno. Ebbene quel
potere è in mano a chi può… io lo gestisco come mi diverte e un po‟ lo creo, il rispetto
o la paura che altri hanno di me è ottimamente riposta. Qui, in me e adesso l‟ipocrisia e
la meschinità non hanno luogo… effimera, io sono le mie parole e il mio disprezzo che
per regole di buona convivenza, di quieto vivere, di buona creanza, denuncio, esprimo,
espongo con me, per tutti da mai!

La scena cade di nuovo nell’oscurità.

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Atto II - Scena III
La scena è buia ancora, mentre la sala si riaccende, sul palco solo una luce che sembra provenire
dalla porta di carico. Fra il pubblico si fanno spazio tre donne che sembrano addette alle pulizie…

Enndy: Che hanno fatto stasera?


Vanessa: Una commedia.
Irene: Faceva ridere?
Vanessa: Un poco… gli attori non hanno convinto.
Enndy: Ma tu l‟hai visto?
Vanessa: No.
Irene: Scusa, ma come fai a sapere?
Vanessa: Guarda cosa hanno lasciato…!
Enndy: Hai ragione. Fare le pulizie è come fare una seduta di pissicologia…
Irene: Psicoanalisi… non si fanno sedute di psicologia.
Vanessa: Ah, e io dove mando mia figlia che ha quattro anni?
Enndy: Dallo pissicologo!
Irene: Psicoterapeuta.
Enndy: Come dici tu.
Irene: Sentite questa musica? Da dove viene?
Vanessa: C‟era una discoteca.
Enndy: E adesso?
Vanessa: Se c‟era…
Irene: Scusa ma che c‟entra con la musica che sento ora, sarebbe un fantasma?
Vanessa: No, e che il proprietario lavora la notte per rimetterla a posto, glel‟hanno bruciata.
Irene: Chi l‟ha incendiata?
Enndy: No, l‟hanno bruciata.
Vanessa: Le solite storie, non si capisce mai niente… lui un bravo ragazzo.
Irene: Lo conosci?
Vanessa: Chi?
Irene: Il ragazzo, il proprietario…
Vanessa: No. Ho visto la spazzatura.
Enndy: Si, ma la sua ragazza non me la raccontava giusta, stava al bar.
Irene: Non vi seguo.
Enndy: Perché ci stiamo muovendo?
Vanessa: Non ti seguo nel senso del filo…
Enndy: No… mai seguire il filo, la sai la fine che fa il filo? Prendi i microfoni…
Irene: Sentite, cambiamo argomento! (La fissano) Che c‟è?

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Vanessa: Cambiamolo.
Enndy: Lo devo cambiare io? Ha detto lei che lo cambiamo.
Vanessa: Va bene, ci penso io. Ti interessa, dello spettacolo?
Enndy: A me no. Tanto questo teatro nuovo (Solleva una busta di patatine) permanentato!
Irene: Sperimentale.
Enndy: Sperimentato?
Vanessa: Ha ragione, sperimentale. Alternativo, no?
Irene: Ora tu mi vuoi dire che da una busta di patatine si deduce che era un testo nuovo,
sperimentale.
Enndy: Certo. Genere commedia; stile: teatro nel teatro; compagnia giovane non
professionista… (Vanessa tossisce) semi professionista.
Irene: Ma come?
Enndy: Dove siamo?
Irene: In un teatro.
Enndy: E lo spettacolo era di…?
Irene: Teatro!?!
Enndy: Teatro nel teatro… e così via. Facile.
Irene: Per me è assurdo. Avete letto il programma!
Vanessa: Noh!
Irene: Perché?
Vanessa: Le giovani compagnie di teatro sperimentato non hanno i soldi per programmi,
pubblicità…
Enndy: Volavent!
Irene: Perché, si offre l‟aperitivo?
Enndy: No, figurati. I programmi quelli che li chiudi e da tutti i lati che li giri c‟è qualcosa che ti
parla.
Irene: I depliants?
Enndy: Il francese lo odio è una lingua bastarda.
Vanessa: Anche la razza, io ho conosciuto certi francesi che se non era alla prima…
Irene: Silenzio, sta venendo qualcuno. (Entra una spettatrice)
Vanessa: Beata.
Enndy: Ci dica!
Donatella: A chi?
Vanessa: Come a chi? Signora c‟ha i trabbiccoli…
Irene: Travvecole. Dica ha bisogno di qualcosa?
Donatella: Io, si. Scusate sono un po‟ confusa, è stata una giornata di quelle…
Enndy: Afose… c‟era un caldo oggi, ma è la cappa… normale quando si buca l‟azoto.
Irene: Si, saltiamo tutti all‟aria. (Vanessa nel frattempo ha preso delle sedie pieghevoli, tre)

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Vanessa: Ci spieghi e vediamo un po‟ come possiamo fare per aiutarla.
Donatella: Niente è che… uno degli attori è il mio compagno…
Enndy: Che carini, dalla scuola quindi?!?
Irene: Zitta, perché non ti siedi. (Enndy ovviamente non ha dove sedersi)
Vanessa: Quindi uno degli attori è il tuo, il suo compagno…
Enndy: Ma diamoci del tu… una volta che ci siamo.
Irene: Continua pure.
Donatella: Lui è da un po‟ che è strano, distratto, insomma da manuale, mi voleva lasciare, ne
sono sicura.
Vanessa: Peggio di un film, pare che hanno imparato tutti le stesse battute.
Enndy: Insegnati…
Irene: Shhh. E allora ti ha lasciata?
Donatella: No, io glel‟ho fatto capire che così non poteva andare…
Enndy: Eh, no.
Irene: Scusa, dimmi.
Donatella: Ecco, allora lui ha cominciato ad essere pieno di attenzioni, siamo tornati ai primi tempi
che stavamo insieme, continui inviti particolari, celebrazioni precisissime e speciali…
Vanessa: Quando però si è innamorati, cambia tutto: la notte con il giorno.
Donatella: Ma, no. Era chiaro lui si voleva fare perdonare, mi stava tradendo… sapete è sempre
stato iper attivo.
Enndy: Non sempre si fa canestro, la quantità non va a braccetto con la qualità!
Irene: Lascia stare, non chiedere nemmeno. Allora ti tradiva?
Donatella: No. Nemmeno. Io ero disperata ed oggi…
Vanessa: Hai scoperto che è gay!
Donatella: E‟ questo allora! Lo sapevo, c‟erano tutti i segnali.
Enndy: Brava. Ma da dove?
Irene: Aspetta. Ma come fa a saperlo, come può essere che…
Vanessa: La commedia di stasera, c‟era un tipo con pochi capelli, scuri, ma con tracce di
brillantina… no, perché un altro ne ha pochi ma sono chiari…
Irene: Tu sei un‟agente della scientifica!
Enndy: A questo punto sarà stata divertente davvero la commedia!
Donatella: Quale commedia?
Irene: Quella che è andata in scena qui.
Donatella: Io vengo dalla piazzetta qua accanto cercavo un bagno. Grazie comunque, credevo di
essere l‟unica a vedere che lui era gay. Non riuscivo a lasciarlo perché, sapete lui si
ostinava…
Enndy: Il bagno è di là. (Donatella esce mentre loro la salutano)
Vanessa: Meglio, che si sono lasciati.

IL FALO’ DELL’AMMMORE DI ERIKA BARRESI ©2001 LONDON 26


Irene: Non era troppo precisa quella…
Enndy: Precisa a chi?
Irene: (A Vanessa) Mi ricordi di cambiarmi il turno la prossima volta?!?
Vanessa: Anzi adesso non morde.
Enndy: Sarà una compagnia sperimentata ma ancora non l‟hanno capito che è meglio usare il
preservativo… guarda queste piante, mi muoiono così.
Irene: Diserbante.
Enndy: (A Vanessa) Mi ricordi che cambio il turno con questa, pare che esce da Osford. (Si
sentono dei rumori venire dalla scena che poco a poco si illumina di nuovo)
Vanessa: Va bene, io vado di là.
Irene: Io alle scale…
Enndy: La scommessa che a me restano i cessi! (Escono dalla platea)

Le luci sono accese di nuovo in scena, così come in platea. Gli attori tornano cambiati sul palco.
Qualcuno sta prendendo i vestiti rimasti sulle sedie. Stanno chiacchierando rumorosamente fra
loro…

Regista: La fine è arrivata!


Scenog: Sei sempre così profondo.
Gabriele: Funerio e pessimista, io direi!
Teo: Non basta dire che lo spettacolo è finito. Niente di più.
Nicole: Pensi che gli sia piaciuto?
Agnese: Per quello che c‟è da vedere in giro… è il pubblico, tesoro, cosa vuoi che capiscano.
Invece, ho i miei dubbi sul fatto che il mio ruolo, insomma l‟attrice convinta e snob, non
mi si confaccia.
Nicole: In effetti, non ti si confaceva… mancava di “coscienza” di se‟!
Agnese: Vero, ecco… magari chiedo all‟autrice di lavorarci insieme, se mai si farà vedere!
Nicole: (A parte) Dimostra di avere spirito di conservazione a stare alla larga da qui.
Teo: Mai quanto il suo chirurgo plastico…
Nicole: Sei tremendo. Ti chiedi mai se c‟è qualcosa o qualcuno di vero in questo mestiere?
Teo: Amica mia hai bisogno di comprarti qualcosa… acquisire beni materiali riempie vuoti
che nemmeno immaginavi di avere!
Alberto: Per me l‟unica cosa vera è rimasto lo sfratto di mia moglie…
Nicole: Avete divorziato? Quando?
Alberto: Che divorziato… mi ha solo sfrattato da casa mia. Il mio avvocato è bravo, mette le
mani in ogni cosa!
Teo: A quanto pare le ha messe nella tua proprietà.
Fabio: Qualcuno viene da Salvo a brindare?

IL FALO’ DELL’AMMMORE DI ERIKA BARRESI ©2001 LONDON 27


Daria: Per favore, non potremmo, almeno una volta uscire per cena?!? Sapete una cena,
seduti ad un tavolo al quale arrivi con le braccia, una cena… quelle della serie: primo,
secondo con contorno, piatti caldi… cavolo, il mio fegato e la mia coscienza lanciano
continui S.O.S.! Si stanno spappolando…
Ass.2: (Nel fronte palco a Valentina) Come è andata la mia… estinzione?
Valentina: Un altro secondo e non sarei stata capace di parlarne.
Ass.2: Avanti bambina…
Valentina: Hai un estintore da sballo… sei a fuoco, vero… bruci piccolo sporcaccione… dato che
puoi, usa quell‟estintore e spegniti!
Ass.1: (Avvicinandosi a Valentina) Ciao!
Valentina: Ciao.
Ass.1: Ciao…
Ass2: Messaggio ricevuto, me ne vado. (Lasciandoli soli a guardarsi)
Ass.1: Anche tu vai al locale?
Valentina: Non lo so, sento sempre un tale caldo… tu?
Ass.1: No, preferirei riposarmi… sai non ho una gran parte in questo spettacolo ma…
Valentina: Oh, non è vero. Voglio dire, si, è piccola la tua parte ma… tu sei quello che estingui il
mio tentativo di rivoluzione…
Alberto: Si, tu fai del testo il nuovo, sensazionale spettacolo di Becket! A‟ De Niro…
Ass.1: (Sorridendo marpione) Comunque, devo dirtelo, io adoro quella tua battuta… insomma,
per me rivela tutto…
Insieme: Come può essere “carino” un film!
Agnese: Oh, madonna. Quella battuta per me è impossibile, voglio dire: perché un film non può
essere carino?
Fabio: Perché altrimenti tutto è piatto. Se l‟arte di gente come Kubrick è “carina” cos‟è
meraviglioso… non c‟è un picco, elettroencefalogramma piatto!
Agnese: Ma… mio Dio. Non riesco proprio a capacitarmi… certe battute sono impossibili,
questo… impalpabile mestiere, a volte il dubbio è tale, lacerante, non lo so, non riesco
a esternare questo, tutto questo capite…
Teo: Sinceramente spero proprio di no!
Gabriele: Se mi metto a capire mi viene l‟ansia sul serio!
Daria: No, che mi manca l‟ulcera… un altro mese di tournée con voi e mi ricoverano, erano
tre anni che non mi veniva la gastrite!
Nicole: Io, invece, spero di non sentire la sua voce fino alla prossima stagione, penso di
essere satura ormai.
Ass.1: (A Valentina) Io penso che il tuo personaggio è l‟unico che ama veramente il teatro in
questa compagnia dell‟indifferenza…

IL FALO’ DELL’AMMMORE DI ERIKA BARRESI ©2001 LONDON 28


Alberto: Che qualcuno controlli il suo contratto! Gassmann perché non raccogli il tuo estintore e
pulisci quello che hai sporcato, altrimenti l‟hanno prossimo abbiamo anche la
scenografia marcia, non basta che sia già… scarna!

Al centro della scena Teo e Gabriele parlano con Daria e Nicole…

Teo: Lo sapete, io non sono veramente gay!


Nicole: Nessuno è perfetto!
Daria: Non dirlo…
Gabriele: Non sono gay.
Daria: Ragazzi non è colpa mia! Non sai quanto faccia gay dire di non esserlo…
Teo: Così non se ne esce mai però.
Nicole: Infatti, basta non parlarne. Insomma, ognuno è quello che trasmette agli altri e…
Daria: Ora parli come un sciroccata vera e propria. Il punto è che il rifiuto di qualcosa ne
denuncia automaticamente la vicinanza alla tua persona. E‟ come dire che non bevi
mentre hai in mano una bottiglia quasi vuota… certo è possibile che tu l‟abbia appena
presa dalla mano di un tuo amico che ha bevuto un po‟ troppo…
Gabriele: Mi stai facendo impazzire con tutte queste pippe mentali, vieni di là e ti faccio vedere!
Nicole: Attento a quello che prometti… se sapessi le percentuali imbarazzanti di riuscita di un
tale “atto”!
Teo: Allora andiamo da me, spegniamo la luce e quello che succede, succede…
Nicole: Sempre nella speranza che qualcosa accada… immagina la vergogna, sai che: “Capita
a tutti, tranquillo”… è una stronzata.
Daria: Un paio di “Capita a tutti!” e il passo successivo è che lei capiti nel letto di qualcun
altro.
Teo: Questi discorsi non si fanno. Sono poco propiziatori… conoscete i riti della fecondità
dei popoli africani?!?
Gabriele: Mettiamola così… si va? Si tromba? Rispondi, mandami in bianco, basta che ci
muoviamo che ancora raccatto qualcuna al locale!
Daria: Bravo, adesso mi hai convinta proprio.
Gabriele: Non volete la sincerità, eccotela… quante storie ci dobbiamo fare intorno.
Nicole: Ormai te l‟ha data… ti ricordi la sbornia a peste di Bologna?!?
Daria: Io ero lucidissima, è quando ho deciso di andare a letto con lui che ho cominciato a
bere!
Teo: Stasera in

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