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Scala modale

Caratteristica
Le scale modali estendono e in qualche modo completano, nella musica, il concetto di scala
musicale tipico dell'armonia classica tradizionale. Una melodia impostata su scale modali,
all'orecchio moderno e occidentale, induce l'idea di qualcosa di sospeso, arcaico, indefinito. I canti
gregoriani erano basati su particolari scale modali e le musiche medievali sono spesso impostate su
scale modali. Anche nei canti popolari più arcaici si ritrova la modalità, ad esempio la stornella
romagnola e la bovara romagnola sono due canti lirico-monostrofici popolari che si basano su scale
modali. Scale modali sono utilizzate anche nella musica jazz. La musica classica indiana ha
sviluppato per secoli un complesso sistema rigorosamente modale.

La costruzione
Le sette note della musica occidentale vengono messe in serie per grado congiunto in modo da dar
vita a scale ascendenti che modernamente sono la scala maggiore (dal Do al Do all'ottava superiore)
e minore (dal La al La dell'ottava superiore). Nel passato si utilizzavano molte più scale, dette
modali, ciascuna avente inizio da una delle sette note e fine sulla stessa all'ottava superiore.
Possiamo sperimentare tali scale utilizzando i tasti bianchi del pianoforte e suonando, per esempio,
partendo dalla nota Re alla nota Re dell'ottava superiore. L'idea è semplice: presa una scala
"tradizionale" (maggiore, minore melodica, minore armonica), si costruisce una nuova scala per
ogni nota della scala considerata. In questo modo, da ogni scala "tradizionale" si ottengono sette
modi con sette differenti sequenze di intervalli per ognuno. Ovviamente, le scale costruite sul primo
grado di ognuna delle scale tradizionali coincidono con le scale tradizionali medesime.
È fondamentale comprendere che quello che in realtà caratterizza e dà il nome ad una scala, è la
precisa successione di intervalli, cioè di toni e semitoni, da cui essa è caratterizzata. Di seguito
infatti sono riportate scale in cui compaiono pochissime alterazioni (♯ e ♭), per rendere più facile la
lettura. Per capirci meglio facciamo l'esempio di una scala Frigia. L'esempio sottostante è una scala
Frigia di Mi, perché partendo appunto dal Mi e seguendo la successione di intervalli (propria della
scala Frigia) composta da S T T T S T T, le note che dobbiamo suonare sono tutte note naturali,
senza alterazioni appunto. Ma possiamo benissimo costruire altre scale Frigie su ciascun'altra nota,
seguendo quella successione di intervalli. Questo è vero per ogni scala, in particolare per le scale
maggiori e minori, che non sono solo quelle che partono dal Do e dal La rispettivamente.
Si indicano nel seguito gli intervalli con "T" il tono e con "S" il semitono. Le scale sono indicate
mediante un esempio in una tonalità semplice. I loro nomi derivano per lo più da nomi di antiche
scale greche.

Storia
Nella musica greca antica i modi prendevano il nome di harmonìai (ἁρμονίαι), armonie; si trattava
di 8 scale discendenti alle quali veniva attribuita una denominazione etnica: armonia dorica, frigia,
ecc. La teoria musicale greca prevedeva che esse fossero costituite da due tetracordi discendenti
formati da 4 note per grado congiunto. I tetracordi in questione dovevano essere omologhi, cioè
dovevano presentare la stessa serie di toni e semitoni. Ad esempio, l'armonia dorica era formata
dalle note Mi Re Do Si - La Sol Fa Mi, dove entrambi i tetracordi erano formati dagli intervalli
discendenti T T ST.
Anche se molti pensano che i modi ecclesiastici, vale a dire i modi della musica europea medievale,
discendano direttamente da questa nozione di modalità, la loro nascita è diversa perché direttamente
connessa con il repertorio liturgico della chiesa cristiana.[senza  fonte] Le terminologie teoriche
furono però ricavate dalla teoria musicale greca, compresi i termini etnici connessi ai modi, con la
differenza che furono applicati quelli utilizzati per definire le trasposizioni tonali dei modi (detti
tropi) ai diversi modi musicali, ottenendo uno sfasamento ravvisabile ancora oggi (il modo di Mi,
infatti, che in Grecia era il modo dorico, per i teorici latini divenne il modo frigio; analogo
sfasamento per tutti gli altri modi).
Nel XVI secolo, il teorico svizzero Glareano pubblicò il Dodekachordon, nel quale solidifica il
concetto dei modi ecclesiastici, aggiungendone altri quattro: l'eolio, l'ipoeolio, lo ionico e
l'ipoionico; questi ultimi modi non sono altro che la prima apparizione teorica dei modi maggiore e
minore.
La musica antica ha fatto grande uso dei modi ecclesiastici, che non si limitavano alle diverse scale
musicali utilizzate. Come spiega la musicologa Liane Curtis (1988), nella musica medievale e
rinascimentale "non bisogna pensare i modi equivalenti alle scale; i principi dell'organizzazione
melodica, il posizionamento delle cadenze, e l'emotività indotta sono parti essenziali del contenuto
modale".
In seguito, però, i modi sono stati organizzati basandosi sulla loro relazione rispetto alle successioni
di intervalli relativi alla scala maggiore. La concezione moderna delle scale modali descrive un
sistema dove ogni modo ha la scala diatonica usuale, ma inizia da una nota diversa. I modi sono
tornati di moda all'inizio del secolo scorso, nello sviluppo del jazz (jazz modale) e nella musica
contemporanea. Anche molta musica folk è composta, o si può analizzare, pensando ai modi. Ad
esempio, nella musica tradizionale irlandese compaiono i modi ionico, dorico, eolio e misolidio, in
ordine più o meno decrescente di frequenza; con l'evoluzione del modo eolio, in cui si alza la
settima di un semitono, formando la scala minore armonica, costituisce la base di tutti i brani del
genere flamenco.

Descrizione generale
A qualsiasi scala musicale pertanto può essere applicato il concetto di modo: in generale in una
scala qualsiasi si possono "estrarre" tanti modi quante sono le note della scala: ad esempio, per le
scale diatoniche, costituite da sette note, si possono contare 7 modi distinti. Tuttavia in alcuni casi i
modi "effettivamente esistenti" possono essere in numero inferiore al numero di note della scala:
questo accade ove la particolare struttura della scala comporti che anche a partire da note diverse si
possa osservare la stessa successione di intervalli: è il caso ad esempio della scala diminuita
(costituita da 8 note e da una successione di otto intervalli in cui ad un tono segue sempre un
semitono o viceversa), dove i modi osservati sono soltanto due; sempre a titolo di esempio si
considerino i casi limite della scala esatonale (sei note separate da sei intervalli di tono) che ha un
solo modo (a partire da qualsiasi nota, infatti, si osserva sempre e solo una successione di sei toni),
e della scala cromatica (12 note separate da 12 intervalli pari a un semitono) che pure ha un solo
modo (a partire da qualsiasi nota, infatti, si osserva sempre e solo una successione di dodici
semitoni).
I modi musicali più noti e studiati, in ogni caso, sono i modi della scala diatonica, ai quali vengono
attribuiti specifici nomi. L'importanza di tale scala e dei relativi modi nella musica occidentale è
dovuta al fatto che su essa si basa il sistema tonale occidentale, ovvero l'insieme delle "note di base"
di qualsiasi brano musicale: in particolare nella musica occidentale al concetto di modo è legato
quello di tonalità, dal momento che quest'ultima sfrutta la definizione di modo.
In tal senso è utile indicare che è diffuso l'uso del termine modalità, in opposizione a tonalità, per
distinguere il sistema formato dai molti diversi modi utilizzati nei brani medievali e rinascimentali
dal sistema tonale che la musica europea comincia passo passo ad utilizzare dalla fine del XVI
secolo in poi: ciascuna delle dodici tonalità che formano il sistema tonale moderno si presenta
infatti in due soli modi, maggiore e minore.
I modi e le scale modali non sono utilizzati esclusivamente per la definizione delle tonalità dei
brani, ma anche indipendentemente da queste all'interno dei brani, nella tessitura melodica ed
armonica: un uso particolare di scale modali viene effettuato nel jazz e più in particolare nella
corrente definita, appunto, jazz modale. Anche in questo senso i termini modalità e tonalità sono
spesso utilizzati in opposizione l'uno all'altro, anche se con motivazioni totalmente diverse rispetto a
quanto indicato prima: in questo caso infatti si distinguono due particolari stili improvvisativi
basati, a loro volta, su due diverse maniere di costruire la progressione armonica dei brani.
Scale modali costruite sui gradi della scala diatonica
Di seguito la definizione "moderna" dei modi relativi della scala diatonica. Verranno evidenziati in
grassetto i gradi che differiscono rispetto a quelli del modo Ionico (Maggiore).
• Ionico o maggiore
Struttura:(tonica Do), tono, tono, semitono, tono, tono, tono, semitono; in breve (tonica
Do)-T-T-S-T-T-T-S o 0-2-2-1-2-2-2-1 (indicando il numero di semitoni).
Intervalli: tonica, seconda maggiore, terza maggiore, quarta giusta, quinta giusta, 6ª
maggiore, 7ª maggiore, 8ª giusta.
Esempio: do ionico = do re mi fa sol la si do

• Dorico
Si trova a partire dal secondo grado del modo maggiore (T-S-T-T-T-S-T o 2-1-2-2-2-1-
2).
Intervalli: Tonica, 2ª maggiore, 3ª minore, 4ª giusta, 5ª giusta, 6ª maggiore, 7ª minore ,
8ª giusta.
Esempio: Re dorico = Re Mi Fa Sol La Si Do Re
Esempio: Do dorico = Do Re Mi♭ Fa Sol La Si♭ Do

• Frigio
Si trova a partire dal terzo grado del modo maggiore (S-T-T-T-S-T-T o 1-2-2-2-1-2-2).
Intervalli: Tonica, 2ª minore, 3ª minore, 4ª giusta, 5ª giusta, 6ª minore, 7ª minore, 8ª
giusta.
Esempio: Mi frigio = Mi Fa Sol La Si Do Re Mi
Esempio: Do frigio = Do Re♭ Mi♭ Fa Sol La♭ Si♭ Do

• Lidio
Si trova a partire dal quarto grado del modo maggiore (T-T-T-S-T-T-S o 2-2-2-1-2-2-1).
Intervalli: Tonica, 2ª maggiore, 3ª maggiore, 4ª aumentata, 5ª giusta, 6ª maggiore, 7ª
maggiore, 8ª giusta.
Esempio: Fa lidio = Fa Sol La Si Do Re Mi Fa
Esempio: Do lidio = Do Re Mi Fa♯ Sol La Si Do

• Misolidio
Si trova a partire dal quinto grado del modo maggiore (T-T-S-T-T-S-T o 2-2-1-2-2-1-2).
Intervalli: Tonica, 2ª maggiore, 3ª maggiore, 4ª giusta, 5ª giusta, 6ª maggiore, 7ª
minore, 8ª giusta.
Esempio: Sol misolidio = Sol La Si Do Re Mi Fa Sol
Esempio: Do misolidio = Do Re Mi Fa Sol La Si♭ Do

• Eolio o minore naturale


Si trova a partire dal sesto grado del modo maggiore (T-S-T-T-S-T-T o 2-1-2-2-1-2-2).
Intervalli: Tonica, 2ª maggiore, 3ª minore, 4ª giusta, 5ª giusta, 6ª minore, 7ª minore, 8ª
giusta.
Esempio: La eolio = La Si Do Re Mi Fa Sol La
Esempio: Do eolio = Do Re Mi♭ Fa Sol La♭ Si♭ Do

• Locrio o ipofrigio
Si trova a partire dal settimo grado del modo maggiore (S-T-T-S-T-T-T o 1-2-2-1-2-2-2).
Intervalli: Tonica, 2ª minore, 3ª minore, 4ª giusta, 5ª diminuita, 6ª minore, 7ª minore,
8ª giusta.
Esempio: Si locrio = Si Do Re Mi Fa Sol La Si
Esempio: Do locrio = Do Re♭ Mi♭ Fa Sol♭ La♭ Si♭ Do
Scale modali costruite sui gradi della scala minore armonica
Come le scale modali costruite a partire dalla minore melodica anche quelle derivate dalla minore
armonica non hanno un nome preciso e saranno identificate paragonandole a scale modali costruite
sulla scala maggiore e indicando le differenze. La scala minore armonica equivale al modo eolio
della scala maggiore con la differenza che il settimo grado della scala è alzato di un semitono, in
modo da poter svolgere le funzioni di sensibile. Però in questo modo si forma un intervallo di
seconda aumentata tra il sesto e il settimo grado della scala. Può anche essere vista come una scala
melodica con la sopradominante abbassata di un semitono.
Scala Eolio 7M
È la scala minore armonica (T-S-T-T-S-3S-S o 2-1-2-2-1-3-1).
Intervalli: Tonica, 2ª maggiore, 3ª minore, 4ª giusta, 5ª giusta, 6ª minore, 7ª maggiore, 8ª
giusta.
Esempio: La eolio Δ = La Si Do Re Mi Fa Sol♯ La
Esempio: Do eolio Δ = Do Re Mi♭ Fa Sol La♭ Si Do

Scala Locria 6M o Locria ♮6


(S-T-T-S-3S-S-T o 1-2-2-1-3-1-2).
Intervalli: Tonica, 2ª minore, 3ª minore, 4ª giusta, 5ª diminuita, 6ª maggiore, 7ª
minore, 8ª giusta.
Esempio: Si locrio ♮6 = Si Do Re Mi Fa Sol♯ La Si
Esempio: Do locrio ♮6 = Do Re♭ Mi♭ Fa Sol♭ La Si♭ Do

Scala Ionica aumentata


(T-T-S-3S-S-T-S o 2-2-1-3-1-2-1).
Intervalli: Tonica, 2ª maggiore, 3ª maggiore, 4ª giusta, 5ª aumentata, 6ª maggiore, 7ª
maggiore, 8ª giusta.
Esempio: Do ionico aumentato = Do Re Mi Fa Sol♯ La Si Do

Scala Dorica 4ª aumentata, Lidia ♭3♭7 o Dorica ♯4


(T-S-3S-S-T-S-T o 2-2-1-3-1-2-1).
Intervalli: Tonica, 2ª maggiore, 3ª minore, 4ª aumentata, 5ª giusta, 6ª maggiore, 7ª
minore, 8ª giusta.
Esempio: Re dorico ♯4 = Re Mi Fa Sol♯ La Si Do Re
Esempio: Do dorico ♯4 = Do Re Mi♭ Fa♯ Sol La Si♭ Do

Scala Frigia dominante, Frigia maggiore o Misolidia ♭2♭6


(S-3S-S-T-S-T-T o 1-3-1-2-1-2-2).
Intervalli: Tonica, 2ª minore, 3ª maggiore, 4ª giusta, 5ª giusta, 6ª minore, 7ª minore, 8ª
giusta.
Esempio: Mi misolidio ♭2♭6 = Mi Fa Sol♯ La Si Do Re Mi
Esempio: Do misolidio ♭2♭6 = Do Re♭ Mi Fa Sol La♭ Si♭ Do

Scala Lidia 2ª aumentata


(3S-S-T-S-T-T-S o 3-1-2-1-2-2-1).
Intervalli: Tonica, 2ª aumentata, 3ª maggiore, 4ª aumentata, 5ª giusta, 6ª maggiore, 7ª
maggiore, 8ª giusta.
Esempio: Fa lidio 2ª aumentata = Fa Sol♯ La Si Do Re Mi Fa
Esempio: Do lidio 2ª aumentata = Do Re♯ Mi Fa♯ Sol La Si Do

Scala Superlocria diminuita


(S-T-S-T-T-S-3S o 1-2-1-2-2-1-3).
Intervalli: Tonica, 2ª minore, 3ª minore, 4ª diminuita, 5ª diminuita, 6ª minore, 7ª
diminuita, 8ª giusta.
Esempio: Sol♯ superlocrio diminuito = Sol♯ La Si Do Re Mi Fa Sol♯
Sonorità ed esempi sui modi diatonici
Ogni modo ha una sua sonorità caratteristica e quando definisce una tonalità comporta anche
distinte possibilità nella creazione della progressione armonica del brano.
• Il modo ionico è quello comunemente conosciuto come modo maggiore; molti pezzi, come
ad esempio Happy birthday, sono in modo maggiore. Lo ionico è il modo più "stabile",
perché, essendo il modello del modo maggiore, i suoi gradi nella musica occidentale
rendono possibile una gran varietà di progressioni armoniche. Data la sua somiglianza col
modo lidio, nel fraseggio jazz/fusion, può essere sostituito con questo soprattutto ove sia
sostenuto da un accordo di settima maggiore, anche se ciò non influisce sulla tonalità. È
l'unico modo dove, armonizzando la quadriade costruita sul quinto grado, si forma la
cosiddetta settima di dominante (V7).
• Il modo dorico è simile al minore naturale, cui differisce per il sesto grado alzato, che
produce un accordo maggiore sul IV e uno minore sul II. Esempi di brano in tonalità di
modo dorico sono Impressioni di settembre della Premiata Forneria Marconi, Oye como va
di Tito Puente (Santana), Impressions di John Coltrane, Another Brick in the Wall dei Pink
Floyd in questi i brani, la nota che "suona meglio" è proprio la sesta. Il modo dorico è molto
usato per la facilità di sovrapporlo alla scala blues, che ha in comune 3♭ e 7♭. Ne risulta una
scala blues estesa, ovvero una dorica con l'uso delle blue note: 1, 2, 3♭, 4, (5♭), 5, 6, 7♭, 8.
• Il modo frigio è simile alla scala minore naturale, cui differisce per il secondo grado
abbassato, che porta ad avere l'accordo sul V grado diminuito. Viene utilizzato molto poco
nella classica e molto nel blues e nel metal a causa della sua sonorità piuttosto scura; spesso
si applica il suo corrispondente, il frigio dominante, che è molto comune nel flamenco, tanto
che lo si definisce a volte modo "spagnolo". Il secondo movimento della Quarta sinfonia di
Brahms inizia in modo frigio. È utilizzato più come soluzione melodica per il fraseggio che
per definire tonalità di brani.
• Il modo lidio è simile al modo maggiore cui differisce per il IV grado alzato. Questo porta
ad avere l'accordo sul IV grado diminuito, quello sul VII minore e infine quello sul II
grado maggiore. Il famoso jingle della sigla dei Simpson è in modo lidio. Nella discografia
di Joe Satriani si trovano molti brani lidi. Si tratta comunque di un modo molto diffuso,
anche nel jazz modale e nella classica (ad esempio il primo movimento della suite
Lieutenant Kijé di Prokofiev). Frank Zappa ne ha fatto largo uso, sia nelle composizioni che
nei suoi assoli chitarristici.
• Il modo misolidio è simile al maggiore da cui differisce per il settimo grado abbassato; in
pratica, un modo maggiore senza sensibile. Questo porta ad avere l'accordo sul terzo grado
diminuito, quello sul quinto minore e quello sul settimo maggiore. La quadriade costruita
sulla tonica è un accordo di settima di dominante. La particolarità del misolidio è la presenza
nella quadriade del suo accordo fondamentale dell'intervallo di tritono — ossia di quinta
diminuita — precisamente formato dalla terza e dalla settima dell'accordo; la presenza del
tritono fa sì che l'accordo possa reggere un'infinità di tensioni, basti pensare al blues: si
utilizzano normalmente le pentatoniche maggiore e minore della tonalità del giro, la scala
blues e, volendo, anche l'esatonale. Un esempio molto noto di brano in modo misolidio è
Norwegian Wood dei Beatles, che "sembrerebbe" in sol maggiore a patto di considerare fa
naturale come "alterazione" e l'accordo di fa maggiore come accordo alterato, ma che va più
correttamente considerato, per l'appunto, in sol misolidio. Altri brani misolidi sono The
Mule dei Deep Purple o Freeway Jam di Jeff Beck, o ancora il celebre tema eseguito al
minimoog di "è Festa" della Premiata Forneria Marconi. Molto riconoscibile nelle
improvvisazioni di Jerry Garcia dei Grateful Dead.
• Il modo eolio è meglio conosciuto come modo minore naturale; ovviamente, gli accordi
maggiori di questo modo nascono sul terzo, sul sesto e sul settimo grado. Come già detto,
all'interno di progressioni jazz su accordo min7 gli si può preferire il modo dorico,
soprattutto su cadenze II-V-I. Esempio di brano composto con il modo eolio è Summertime
di Gershwin. Facilmente, però, si trovano brani di modo minore in cui il fraseggio segue la
scala minore armonica, in cui la settima è eccedente: una quinta sopra troveremo la
corrispondente scala frigia dominante.
• Il modo locrio, infine, è simile al frigio, alle cui caratteristiche si deve aggiungere il quinto
grado abbassato, che determina l'intervallo di quinta diminuita fra tonica e dominante.
Questo significa che l'accordo sul primo grado I è diminuito, il che a sua volta, implica che
stabilire la tonalità è praticamente impossibile; i pochi pezzi classici scritti in questo modo
usano l'accordo minore — quindi alterato — sul primo grado per stabilire la tonalità, e poi
lavorano su III e V minore. L'instabilità del modo è tale che non si può nemmeno usare
l'accordo sul II grado, perché verrebbe immediatamente percepito come la nuova tonica di
un brano in tonalità maggiore. Spesso l'accordo di questo modo è sostituito con quello del
corrispondente modo misolidio. Il locrio viene utilizzato con altri toni di passaggio da
chitarristi come Steve Vai e Joe Satriani e nel death metal negli assoli, insieme a scale
cromatiche.

Imparare i modi
A partire dai gradi
A partire dalla scala maggiore si possono ricostruire facilmente tutti i modi ricordandone l'ordine (in
base al loro grado rispetto a quello del modo Ionico)
Modo Grado Nota di partenza rispetto alla scala maggiore di DO
Ionico I DO (prima nota)
Dorico II RE (seconda nota)
Frigio III MI (terza nota)
Lidio IV FA (quarta nota)
Misolidio V SOL (quinta nota)
Eolio VI LA (sesta nota)
Locrio VII SI (settima nota)
La nota di partenza della scala, nel modo desiderato, sarà ovviamente quella del grado
corrispondente (es: nel caso del modo Lidio la prima nota da suonare, la Tonica, sarà la quarta della
sequenza della scala maggiore a cui ci si sta riferendo).
Ottenuta a questo punto la scala maggiore nel modo desiderato non resta che traslarla fino al tono
finale.
Esempio completo:
Voglio ottenere il modo Eolio della scala maggiore di MI♭.

Creo una scala partendo da Mi♭ con la stessa struttura in toni e semitoni della scala di La. Ed,
infatti, la scala di La e di Mi♭ hanno la stessa sequenza di toni e semitoni, come si può facilmente
verificare. Quindi, il termine "traslare da x a y" significa applicare alla scala che parte da y la stessa
sequenza di toni e semitoni della scala che parte da x.

A partire dalle equivalenze per la scala di DO


Un altro modo comodo per ricostruire la sequenza di note di ogni modo è memorizzare a quale
scala maggiore ionica corrisponde ogni modo della scala maggiore di DO.
Eseguendo la scala in questione partendo dalla nota di DO (Tonica) si otterrà il modo desiderato.
Resta solo da traslare la scala alla tonalità desiderata.
modo ionico di DO: si esegue la scala maggiore di DO maggiore
modo dorico di DO: si esegue la scala maggiore di SI♭(partendo dalla nota DO e
considerandola come tonica)
modo frigio di DO: si esegue la scala maggiore di LA♭(partendo dalla nota DO e
considerandola come tonica)
modo lidio di DO: si esegue la scala maggiore di SOL (partendo dalla nota DO e
considerandola come tonica)
modo misolidio di DO: si esegue la scala maggiore di FA (partendo dalla nota DO e
considerandola come tonica)
modo eolio di DO: si esegue la scala maggiore di MI♭(partendo dalla nota DO e
considerandola come tonica)
modo locrio di DO: si esegue la scala maggiore di RE♭(partendo dalla nota DO e
considerandola come tonica)

A partire dagli intervalli


Se si preferisce vedere come variano gli intervalli, toni (T) e semitoni (s), nei vari modi, si veda lo
schema seguente.
Si noti, in particolare, come i semitoni si spostano di un posto a sinistra di riga in riga!
T - T - s - T - T - T - s Ionico (Maggiore)
T - s - T - T - T - s - T Dorico
s - T - T - T - s - T - T Frigio
T - T - T - s - T - T - s Lidio
T - T - s - T - T - s - T Misolidio
T - s - T - T - s - T - T Eolio (Minore)
s - T - T - s - T - T - T Locrio

Basandosi sul circolo delle quinte


Un ulteriore modo per ricostruire le note di un modo della scala maggiore in una certa tonalità
viene, basandosi sul circolo delle quinte, dal conteggio delle alterazioni in chiave dei vari modi
rispetto a quelli della scala nel modo ionico.
modo differenza
Ionico 0
Dorico −2
Frigio −4
Lidio +1
Misolidio −1
Eolio −3
Locrio −5
Esempio:
Voglio ottenere le note della scala maggiore di Re nel modo frigio.
In base al circolo delle quinte so che la scala maggiore di Re presenta 2 diesis (alterazione di
+2).
Dallo schema precedente vedo che il modo frigio applica un'alterazione di −4.
Sommo i due valori: 2−4 = −2
La scala maggiore di Re frigio avrà −2 alterazioni in chiave (ossia 2 bemolli).

Il circolo delle quinte ci dice anche che la scala maggiore ionica con 2 bemolli è quella di SI♭, che
infatti è costituita dalle stesse note. Cambia solo la tonica.

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