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Le rivoluzioni in Russia

La nascita dell’URSS
La Russia tra ’800 e ’900:
situazione economica, sociale e politica
Un paese agricolo
• All’inizio del ’900 l’82% della popolazione vive ancora nella campagne:
 Quasi tutte proprietà di pochissime famiglie aristocratiche
 e di pochi contadini arricchiti (“Kulaki”).
 La maggior parte dei contadini, eredi dei servi liberati nel 1861 da Alessandro II, dispongono
di terre insufficienti.
 Esistono ancora forme di comunismo agrario (sistema dei “mir”).
L’industrializzazione
• La Russia era in pieno decollo industriale, (anche se le sue potenzialità erano ben lungi
dall’essere sfruttate).
• Lo sviluppo era stato possibile grazie all’intervento statale e al capitale straniero (Germania,
Francia, Inghilterra).
• Mancava perciò un solido ceto borghese.
L’autocrazia zarista
• La Russia rappresentava ancora il bastione dell’assolutismo che si reggeva sull’aristocrazia,
sull’esercito, sulla burocrazia e sulla chiesa ortodossa.
• Nell’800 l’opposizione si era incarnata nel populismo, difensore dei valori del mondo
contadino e slavo, operante attraverso il terrorismo (Alessandro II ucciso nel 1881).
I Partiti
• Verso il ’900 l’opposizione si organizza in partiti:
 Partito Operaio SocialDemocratico Russo di ispirazione marxista (1898).
 Partito Socialrivoluzionario, erede del populismo: attenzione al mondo contadino e rifiuto del
modello occidentale (1901).
 Partito Costituzionale Democratico (“Kadetti”) di ispirazione liberal-democratica (1904).
La divisione POSDR
• Nel congresso del 1903 si separano:
 Bolscevichi (maggioranza): auspicano un partito di militanti, disciplinata avanguardia
rivoluzionaria (leader: Lenin).
 Menscevichi (minoranza): mirano ad un partito di massa sul modello tedesco, aperto al
dibattito, e alla trasformazione riformistica della società (leader: Martov).

Le rivoluzioni
del 1905 e del 1917
La rivoluzione del 1905
• Le sconfitte del 1905 fanno da detonatore allo scontento: si diffondono scioperi, ribellioni
contadine, ammutinamenti.
• Lo zar Nicola II (1894-1917) è costretto a concedere un parlamento (“duma”).
• Le speranze liberali son presto deluse: le dume contrarie allo zar vengono sciolte;
• la riforma agraria condotta dall’alto, dal ministro Stolypin produce dissensi.
Febbraio 1917
• La Russia non resiste al logoramento imposto dal conflitto mondiale:
 sul fronte si susseguono le sconfitte;
 all’interno la struttura economica collassa: gli approvvigionamenti diventano impossibili,
seguono scioperi e manifestazioni.
• Nel marzo 1917 a Pietrogrado le truppe incaricate della repressione fraternizzano con gli insorti.
Nicola II è costretto ad abdicare.
Due centri di potere
• Il governo provvisorio, espressione della duma e della borghesia (leader: L’vov e Kerenskij)
intende continuare la guerra.
• Operai, soldati e contadini si organizzano nei Soviet (“consigli”) in cui prevalgono Menscevichi
e Socialrivoluzionari.
• Le forze rivoluzionarie sono favorevoli ad una trasformazione borghese della società.
Le tesi di aprile
• Ritornato in patria con l’aiuto del governo tedesco Lenin propone le sue “tesi”:
 “Tutto il potere ai soviet”: si può passare alla rivoluzione proletaria senza attendere il
completamento della rivoluzione borghese.
 Nazionalizzazione delle terre.
 Fine della guerra imperialista.
• Per quanto “eterodosse” le tesi rispondevano alle attese del proletariato.
La fine del governo Kerenskij
• Nell’estate il governo Kerenskij mostra la sua debolezza:
 L’offensiva militare promossa nel luglio si traduce in un fallimento;
 a settembre non si mostra in grado di difendersi dal tentativo controrivoluzionario del
generare Kornilov.
• I bolscevichi, costretti alla clandestinità, decidono di attuare il colpo di stato.

La rivoluzione di ottobre
• Alla vigilia del congresso dei soviet i bolscevichi assaltano la sede del governo e conquistano il
potere (6-7 novembre).
• Pur minoritari i bolscevichi si rifiutano di venire a patti con menscevichi e socialrivoluzionari.
• Il nuovo governo (Lenin, Trockij, Stalin) abolisce la grande proprietà fondiaria e avvia la
trattativa di pace.
La dittatura bolscevica e la costruzione dell’URSS
Il potere bolscevico
• L’assemblea costituente viene sciolta dopo la prima riunione (18/01/1918) in quanto
“roccaforte della borghesia”.
• Inizia la persecuzione degli oppositori: viene creata una polizia politica (“Ceka”). con ampi
poteri discrezionali.
• La produzione agricola e industriale viene posta sotto il controllo dello stato.
La guerra civile (1918-22)
• La Russia attraversa enormi difficoltà economiche (5 milioni di morti per fame).
• Mentre subisce l’attacco delle “armate bianche”: ex zaristi e borghesi sostenuti dagli eserciti
dell’Intesa e dalla Polonia.
• L’Armata rossa, organizzata da Trockij ottiene una miracolosa vittoria:
 i “bianchi” non hanno alternative da offrire;
 i governi dell’Intesa temono disordini sociali.

La fine dei Romanov


La nuova politica economica
• Nel 1921 Lenin decide porre fine alla fase del “comunismo di guerra”.
• Con la “NEP” si reintroducono il libero commercio e la proprietà privata.
• Il tentativo ha successo: la produzione torna a crescere.
• All’esterno si ha l’impressione di un fallimento dell’esperimento comunista, ma si tratta di una
strategia transitoria.
Lo stato totalitario
• Il compromesso in economia non ha un riflesso sul piano politico.
• Negli anni della NEP si completa la costruzione del regime dell’URSS (1924) in cui,
 nonostante l’apparenza federale e democratica (“sovietica”),
 si ha un netto prevalere del potere centrale
 e una piena identificazione dello Stato con il partito unico, quello comunista.
La morte di Lenin
• Colpito nel 1922 da una malattia cerebrale, Lenin morì nel 1924.

• Il suo corpo venne mummificato ed esposto alla pubblica venerazione


Lo Stalinismo
La lotta per la successione
• Vede contrapposti:
 Trockij, “eroe” della rivoluzione, favorevole al superamento della NEP e all’ampliamento
internazionale della rivoluzione.
 Stalin, segretario del PCUS, favorevole alla continuazione della NEP e al “socialismo in un
solo paese”.
• Prevale Stalin, grazie al suo peso nel partito: Trockij è emarginato, espulso dal PCUS,
dall’URSS e assassinato (1940).

• Josif Vissarionovic Dzhugashvili, detto Stalin, “acciaio”


(1879-1953)
L’economia pianificata
• Eliminati i possibili rivali, Stalin decide di abbandonare la NEP.
• A partire dal 1928-32 l’economia viene guidata dallo stato che stabilisce nei piani
quinquennali gli obiettivi produttivi agricoli e industriali.
• Gli sforzi immediati furono concentrati nella collettivizzazione dell’agricoltura e nel
potenziamento dell’industria.
La collettivizzazione forzata
• Ai contadini proprietari viene chiesto di cedere le proprie terre alle aziende collettive
(“kolchozy” e “sovchozy”).
• I “kulaki” resistono ai tentativi di persuasione e alla propaganda.
• Contro di loro si ricorre alla deportazione e allo sterminio (circa 10 milioni di vittime),
• ma le nuove aziende non danno i risultati sperati.

Lo sviluppo industriale
• Il governo ottiene un notevole incremento produttivo nell’industria pesante (siderurgica,
meccanica, chimica)
• al prezzo di una riduzione di salari, consumi e del “tenore di vita”
• e grazie alla mobilitazione delle energie dei lavoratori attraverso un’intensa campagna
propagandistica (“Stachanovismo”).
lo Stalinismo
• Mentre Stalin è oggetto di un vero e proprio di “culto”,
• si procede all’eliminazione di ogni opposizione alla “linea del capo”:
• Vaste epurazioni colpiscono la dirigenza “storica” del partito e del paese, spesso effettuate
attraverso processi pubblici sulla base di accuse false e confessioni estorte.

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