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SVILUPPO E STAMPA
IN CAMERA OSCURA
Quale attrezzatura occorre per operare in camera oscura?
Come sviluppare un negativo? E per stampare un ingrandimento?
Elenchiamo, brevemente, le fasi del procedimento e ciò che serve.
La prima domanda è davvero elementa- camera oscura per qualche minuto un fo- rendere il negativo inalterabile e dunque
re: dove sistemare la camera oscura? La glio di carta sensibile, parzialmente co- per poterlo osservare normalmente… ac-
risposta è altrettanto semplice: in un lo- perto da un oggetto appoggiato a contat- cendendo la luce, e poi per stamparlo con
cale che sia perfettamente oscurabile e to sopra di esso. E poi svilupparlo e fis- l’ingranditore.
che possibilmente disponga di acqua cor- sarlo: se si noterà una differenza tra i due
rente, perché la presenza di acqua sem- settori sarà perché la parte esposta ha pre- IL PRIMO PASSO,
plifica il lavoro di lavaggio-risciacquo so luce e allora si inizierà a cercare il pun- SVILUPPARE UN NEGATIVO
delle copie stampate. Disporre di acqua to dell’infiltrazione luminosa. Iniziamo, pensando a ciò che occorre per
corrente non è strettamente indispensa- In camera oscura, oltre alla luce norma- sviluppare le pellicole. In primo luogo
bile, per cui è chiaro che può essere pos- le occorrerà provvedere ad una illumi- serve una sviluppatrice, detta tank. È il
sibile anche sistemarsi in una camera nazione di sicurezza. Va bene la classi- contenitore a tenuta di luce nel quale va
oscura di fortuna, diversamente allesti- ca lampadina rossa, oppure la lampada introdotta la pellicola e dove si verse-
ta, ad esempio con una vasca d’emer- giallo-verde per fotografia. ranno poi in successione sviluppo e fis-
genza che sia utile per un primo lavag- Una volta che la camera oscura è allesti- saggio. Vedremo poi come è fatta e co-
gio, alla quale si provvederà poi a cam- ta, si potrà procedere con lo sviluppo del me si usa. Occorrono un paio di bicchie-
biare l’acqua eseguendo ulteriori lavag- negativo, e poi con la stampa. ri o di cilindri graduati - da 100 e 500ml
gi a fondo in un secondo momento, ma è Quando si scatta una fotografia si sa che - utili per preparare il rivelatore e il fis-
certo più comodo. la luce attraversa il diaframma dell’o- saggio, un imbuto, un termometro per uso
Quanto alla tenuta di luce, non c’è dub- biettivo e che l’otturatore, aperto, le con- fotografico, delle pinze appendi-pellico-
bio che la camera oscura deve essere real- cede di entrare nella fotocamera e rag- la, una pelle di daino, un cronometro.
mente oscura. I suggerimenti sono due: giungere la pellicola. Sul rullino disegna
il primo è di entrare nella stanza e di at- l’immagine. Un’immagine latente, natu- Il rivelatore
tendere un minuto per dare modo agli oc- ralmente, un’immagine che effettiva- Eccoci al punto. Occorre in primo luogo
chi di abituarsi all’oscurità. Così sarà più mente esiste, perché i granuli di aloge- scegliere un rivelatore. Ne esistono di di-
facile notare se sono visibili infiltrazio- nuro d’argento della pellicola sono stati versi tipi.
ni di luce, leggere luminescenza sotto la modificati, ma che non si vede. Più esat- Si distingue di solito tra due tipi di pro-
porta d’ingresso o lungo i bordi della fi- tamente: che non si vede fino a che non dotti: quelli in polvere e quelli liquidi.
nestra e si potrà quindi studiare dove esat- sia stata rivelata per mezzo di un adatto I rivelatori in polvere sono di facile uso:
tamente provvedere a mascherare con trattamento di sviluppo. Lo sviluppo si si sciolgono in una quantità dosata d’ac-
pannelli di cartoncino nero e nastro ade- chiama anche rivelatore. qua, mescolando molto bene. Quelli li-
sivo, ad esempio. Il secondo metodo è Subito dopo lo sviluppo, naturalmente, quidi sono anch’essi da diluire in acqua
più sofisticato: si tratta di lasciare nella occorrerà un fissaggio, necessario per in modo da raggiungere precise propor-
Due diversi allestimenti della camera oscura per separare le
operazioni “bagnate” da quelle “asciutte”.
zioni, variabili a seconda dei risultati che Non si può dire che, in assoluto, un ri- re in quella data condizione di ripresa,
si vogliono ottenere. velatore sia migliore di un altro. Si può ecco che si potrà dire sì, conosco bene
Qual’è lo sviluppo migliore? La chimi- dire invece che il migliore rivelatore, per questo rivelatore che per me è il miglio-
ca fotografica ne produce di tanti tipi, un fotografo, è quello che lui stesso co- re di tutti.
con diverse caratteristiche: ad alto con- nosce meglio in tutti i dettagli di com- Per ulteriori approfondimenti consultare
trasto, adatti a forzare la sensibilità del- portamento. È ovvio che per conoscere l’articolo di Giampaolo Bolognesi su que-
le pellicole, oppure finegranulanti, pro- bene un rivelatore occorre tempo, occorre sto stesso fascicolo.
dotti utili per avere una grana finissi- esperienza, occorre avere sviluppato ne-
ma, ma spesso anche caratterizzati dal- gativi anche molto differenti tra loro. Una questione di conservazione
la particolarità di abbassare la sensibi- Quando, alla fine, si giunge al risultato Quando un rivelatore è stato preparato,
lità delle pellicole al di sotto di quella di sapere prevedere piuttosto bene come occorre fare attenzione al fatto che ogni
nominale. si comporterà quello specifico rivelato- soluzione di sviluppo tende ad ossidarsi,
anche molto rapidamente, a contatto con
l’aria. Bisogna quindi ricorrere ad alcu-
ne precauzioni per proteggersi da questo COPERCHIO
inconveniente. Occorre fare particolare
attenzione ai rivelatori in polvere: è ve-
ro che sono comodi perché, in polvere,
si mantengono bene nel tempo. Però una Sezione di una tank di IMBOCCATURA
volta che sia stata preparata la soluzione sviluppo: la tank è pro- A PROVA
bisogna dire che spesso essa dura dav- gettata per permettere DI LUCE
l'introduzione e la fuori- PER INTRODURRE
vero poco. Diviene quindi indispensabi- GLI SVILUPPI
scita della chimica im-
le studiare delle precauzioni specifiche.
pedendo il passaggio
Va ricordato che l’ossidazione deteriora
della luce. La pellicola
i bagni di sviluppo tanto più rapidamen-
va inserita nella oscurità
te, quanto maggiore è la loro diluizione; completa, mentre il ri-
bagni molto diluiti sono sempre degli usa- cambio dei liquidi av-
e-getta. E’ quindi conveniente partire dal- viene alla luce.
la massima concentrazione possibile –
compatibilmente con la solubilità dei pro-
dotti, nel caso dei rivelatori in polvere -
SPIRALE PER
salvo poi diluire al momento dell’uso.
L’AVVOLGIMENTO
Un metodo, in stile fai da te, è quello di DELLA PELLICOLA
introdurre nella bottiglia in cui si con-
serva il rivelatore un palloncino di quel-
li usati dai bambini per giocare e poi gon- somma: scatola a tenuta di luce. In ita- licola già sviluppata, al quale non si tie-
fiarlo, prima di chiudere la bottiglia, al- liano si chiama sviluppatrice. Di solito è ne particolarmente, provando a caricar-
lo scopo di espellere il più possibile l’a- una sorta di barattolo dotato di un co- lo e scaricarlo più volte sulla spirale. Dap-
ria in essa presente. Riducendo in questo perchio a tenuta di liquido, che incorpo- prima si condurrà l’operazione in piena
modo la possibilità di contatto del rive- ra un sistema a labirinto semplificato che luce e poi, acquisiti i movimenti, anche
latore con l’ossigeno, si limita drastica- permette di introdurre o scaricare dei li- al buio.
mente il deterioramento. Bisogna pren- quidi, appunto lo sviluppo o il fissaggio, Fatta la necessaria pratica e presa dime-
derci la mano, può non essere facile, spe- senza però consentire l’ingresso alla lu- stichezza con il metodo, si passerà al ca-
cie se il collo del flacone è stretto. ce. ricamento - al buio! - ed allo sviluppo del
Un sistema classico è il ripristino del li- All’interno della sviluppatrice, o tank, va primo rullino.
vello del flacone con palline di vetro, che messa la pellicola da trattare; questa sarà Occorre fare attenzione all’operazione di
vanno a sostituire il consumo di rivela- avvolta sulla cosiddetta spirale dotata di estrazione della pellicola dal caricatore
tore. guide per l’avvolgimento della pellico- 35mm. Si può letteralmente demolire il
Un sistema più comodo, meno empirico, la. caricatore, sfilando l’intero rocchetto che
è quello di servirsi di bottiglie di plasti- A ben guardare, per quanto riguarda il porta la pellicola (si può usare una pin-
ca appositamente progettate, realizzate trattamento di un negativo la camera za o un apriscatole; con alcuni rullini l’o-
con una struttura a fisarmonica che le ren- oscura serve solo per consentire al foto- perazione è difficoltosa perché i fondel-
de comprimibili. Si usano schiacciando- grafo di aprire nel buio assoluto il cari- li sono saldati), oppure si può sfilare la
le fino a portare il liquido a filo con il catore della pellicola impressionata e per pellicola recuperando l’esca, se questa è
tappo. Poi si chiudono, con il tappo a vi- avvolgere il rullino nella spirale. Una vol- sparita all’interno del caricatore, serven-
te che assicura una tenuta ermetica. Infi- ta che la spirale è stata chiusa nella tank, dosi di un apposito estrattore.
ne, questi contenitori si possono lascia- si potrà accendere la luce e avviare l’o- Per semplificarsi la vita, sarebbe meglio
re sullo scaffale senza che l’aria sia a con- perazione di sviluppo. non riavvolgere del tutto la pellicola nel
tatto con il rivelatore. Esistono sviluppatrici per trattare con- caricatore, lasciando che rimanga fuori
Adoperare rivelatori liquidi, da diluire temporaneamente più rullini. Ne esisto- l’estremità; ciò richiede una certa espe-
nelle proporzioni richieste, di solito ha no per il formato 35mm e per il me- rienza, ma facilita non poco le operazio-
un vantaggio: questi bagni sono meno dioformato; a volte hanno i dischi della ni da fare al buio.
soggetti ad alterarsi, durano più a lungo spirale mobili in modo da adattarsi al- La pellicola, tolta dal caricatore, può es-
degli altri e possono essere conservati ad l’uno o all’altro formato. sere preparata all’introduzione nella svi-
esempio anche per 3 mesi (non suggeri- luppatrice smussando gli angoli con una
remmo di spingersi troppo in là). Un po’ di esercizio forbice allo scopo di rendere più facile
Acquistata una sviluppatrice, è opportu- l’introduzione della pellicola nella spi-
La tank, ovvero la sviluppatrice no impratichirsi nell’operazione di av- rale.
Tank, termine inglese che significa con- volgimento sulla spirale prima di tratta-
tenitore, serbatoio (vuol dire anche car- re davvero il primo rullino. A questo sco- Precauzioni
ro armato, ma non in questo caso). In- po basta esercitarsi con un pezzo di pel- Si faccia attenzione al sudore ed all’u-
Come avvolgere la pellicola sulla spirale
Caricare la spirale di una tank non è facilissimo, ma non è nemmeno particolarmente difficile. La vera difficoltà nasce dal fatto
che l’operazione deve essere eseguita al buio completo, basandosi quindi esclusivamente sul tatto. L’operazione di avvolgimen-
to della pellicola sulla spirale non è difficile e viene effettuata con un moto rotatorio alternato, avanti e indietro, dei dischi; così
facendo la pellicola procede nella spirale e non può tornare indietro per effetto di una sferetta che blocca il ritorno della striscia.
Le spirali devono essere perfettamente asciutte; eventuali gocce d’acqua renderebbero molto difficoltoso il caricamento della pel-
licola.
Con un movimento rotatorio alternato sulle due parti della spirale si av- Qualche centimetro prima che la pellicola sia com-
volge la pellicola all'interno della spirale. pletamente avvolta si taglia con una forbice la co-
da per separarla dal rocchetto. È sempre buona
norma eliminare completamente tutta la parte di
pellicola coperta dal nastro adesivo per evitare che
i collanti di quest'ultimo inquinino lo sviluppo.
midità della pelle; toccare con le dita la
parte emulsionata della pellicola potreb-
be lasciare impronte e segni indelebili;
maneggiare quindi la pellicola tenendo-
la sempre per i bordi. La tecnica per una corretta agitazione
Attenzione anche a quando si sfila la pel-
licola dal rullino; eventuali granelli di
polvere tra i feltrini potrebbero rigare l’e-
mulsione. L’agitazione della tank permette di rinnovare continuamente il rivelatore a contatto
Gli esempi fin qui fatti riguardano il trat- con la pellicola, garantendo uniformità di sviluppo; è uno dei parametri importanti
tamento di una emulsione 35mm. Se si del trattamento, perché influisce in modo sensibile sul risultato. Le modalità opera-
tive sono sostanzialmente due:
prende in esame il medio formato le co-
1) per rotazione della spirale, tramite il perno che fuoriesce dal coperchio della tank;
se cambiano un po’; invece che dal cari-
2) per rovesciamento della tank.
catore, la pellicola formato 120 è infatti Qualunque sia la scelta, è consigliabile agitare con continuità per i primi 30 secondi,
protetta da una carta apposita, che deve e poi per 5 secondi ogni 30 o 60 secondi.
essere rimossa prima di procedere al trat- Nelle confezioni delle pellicola sono spesso date le istruzioni per l’agitazione. In
tamento chimico. Anche questa è un’o- realtà, ricordiamo che il risultato del processo dipende da molti fattori: tipo di emul-
perazione da fare nel buio totale, sroto- sione, esposizione, modalità del trattamento. La scelta dell’armonizzazione fra que-
lando completamente il rullino fino a rag- sti elementi costituisce la fondamentale, necessaria e ineliminabile, fase di persona-
giungere il pezzetto di adesivo che tiene lizzazione, che ciascuno deve compiere per ottenere buoni risultati.
unita la pellicola alla carta di protezione. In questa fase si potrà anche scegliere una modalità di agitazione diversa da quella
Per il resto si procede come con la pelli- suggerita dal fabbricante. La nostra raccomandazione è sempre la stessa: una volta
cola 35mm. trovata una agitazione che dà buoni risultati, si rimanga fedeli al metodo collaudato.
Le temperature
Il controllo della temperatura è sempre
importante nei processi chimici e la fo-
tografia non fa eccezione. Si adopera un
buon termometro, di facile lettura, di so-
lito graduato da zero a +50° C, a passi di
mezzo grado. Le temperature che ci in-
teressano, in modo specifico, sono quel-
le comprese tra 18° C e 24° C. Ad esse
sono riferite, di solito, le istruzioni dei
fabbricanti di pellicole e rivelatori.
È opportuno controllare la temperatura di
tutti i bagni perché essa influisce sullo
sviluppo, e perché la pellicola è sensibi-
le ai forti sbalzi di temperatura. Atten-
zione però: il termometro non deve esse-
re estratto da un bagno e subito introdot- A intervalli regolari occorre effettuare il capovolgimento della tank per consen-
to nell’altro, perché così facendo si ri- tire al rivelatore di mescolarsi e agire efficacemente sull'emulsione. Il tipo e il nu-
schia di inquinare il secondo. Ad esem- mero di capovolgimenti possono determinare differenze di contrasto.
pio non si deve togliere il termometro dal
fissaggio ed introdurlo direttamente nel-
lo sviluppo, che ne verrebbe contamina-
to. Ricordarsi quindi di lavare sempre lo
strumento dopo ogni misurazione.
Per portare i chimici alla temperatura pre-
scritta dal fabbricante della pellicola, o
dello sviluppo, li si mette a bagnomaria.
Il trattamento
Una volta che lo sviluppo è pronto, lo si Dopo ogni capovolgimento la tank
versa in un recipiente graduato per do- va battuta su una superficie piana
sarne con precisione la quantità da uti- e dura per scollare le eventuali bol-
lizzare. le d'aria formatesi sulla superficie
Si è pronti, in questo modo, a fare parti- dell'emulsione.
re il trattamento. Si farà partire il crono-
Passo passo, l’operazione di sviluppo
L’operazione avviene in piena luce. Si prepara il 3) Vuotata la tank dal bagno d’arresto, si passa al
rivelatore e lo si versa nel bicchiere graduato, nel- trattamento di fissaggio, indispensabile per eli-
la quantità richiesta dalla sviluppatrice. minare dalla pellicola i sali d’argento non inte-
1) Si fa partire il cronometro e si versa il rivela- ressati dalla luce che ha generato la scena ripre-
tore nella sviluppatrice, rapidamente. Ci si ricor- sa. Devono essere eliminati per consentire al fo-
di di battere la tank sul tavolo, per staccare even- togramma di essere osservato alla luce; senza il
tuali bollicine d’aria aderenti all’emulsione. Agi- fissaggio si correrebbe il rischio di vedere il ne-
tare la tank regolarmente per evitare che lo svi- gativo annerirsi completamente. L’azione del fis-
luppo a contatto con l’emulsione si esaurisca. saggio elimina l’aspetto lattiginoso del fotogramma
Terminato il tempo di trattamento, si vuota la svi- e lo rende trasparente in tutte le aree non esposte
luppatrice. Ricordiamo che si può usare un rive- alla luce. Come per lo sviluppo, anche il fissag-
latore del tipo usa e getta, che va eliminato defi- gio deve essere versato rapidamente nella tank: il
nitivamente dopo ogni sviluppo, o un rivelatore trattamento dura un arco di tempo da un paio di
che permette più trattamenti; in questo caso nor- minuti a una decina. La differenza dipende dalla
malmente si allunga leggermente il tempo di trat- concentrazione del prodotto, definita dalla for-
tamento dopo ogni sviluppo per compensare la mulazione del bagno. Basta seguire le istruzioni
progressiva perdita di efficacia. Questi sviluppi fornite dal produttore.
dovranno ovviamente essere recuperati in un op- Un consiglio: anche durante il fissaggio sarà op-
portuno contenitore. portuno agitare la tank per assicurarsi che l’ef-
2) Terminato lo sviluppo, è opportuno eliminare fetto del fissaggio sia uniformemente distribuito
i residui di bagno che aderiscono alla pellicola e su tutta la superficie della pellicola.
alla tank: la loro alcalinità deteriorerebbe il suc- 4) Alla fine del trattamento di fissaggio la pelli-
cessivo fissaggio, riducendone le prestazioni. E’ cola non potrà più annerirsi, ma la gelatina sarà
consigliabile quindi un bagno cosiddetto di arre- impregnata di prodotti chimici. E’ quindi neces-
sto di 30-60 secondi in acido acetico al 2%, un sario un prolungato lavaggio per preservare la pel-
usa-e-getta, da agitare con continuità. licola nel tempo.
Il cielo
è troppo chiaro.
Il paesaggio è
chiaro, bisogna
eseguire una
bruciatura.
Il fogliame
è troppo scuro.
Su questa zona
si sceglie esposizione
e contrasto della
carta: 9 secondi a f/11,
grad. 11/2.
Esposizione supplementare
di 9 secondi sul paesaggio e
sul cielo.