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C'è stato qualcosa in me, ad un punto, come una variazione, come uno slittamento o
una frattura, come un momento (ecco, un momento) per cui la persona, il pittore e
l'uomo mi sono diventati groviglio di compresenza e di coincidenza: è da questo
slittamento, da questo momento, che comprendere chi ha fatto cosa e perché, mi è
diventato impossibile.
Era della persona, del pittore o dell'uomo ad esempio quel respiro profondo che mi
ha gonfiato la cassa toracica a tenere un pennello, stringendolo fra le dita come
fosse qualcosa di decisivo, qualcosa di crudele e prezioso? Chi accarezzava la
superficie della tela, chi aveva necessità di mescolare il colore, chi inclinava
la testa, di sbieco, guardando quello che stava facendo, e di chi era la fatica che
il corpo mostrava, suo malgrado, quando sulla sedia come si sta al confine della
scena del mondo mentre qualcun altro prende sul viso la luce?
Il fondo non lo tocchi quando ti racconti menzogne, frottole, bugie utili per
rimanere in piedi, seguitare ad esistere, alzarti dal letto anche stamani
Il fondo lo tocchi quando queste menzogne - con cui inganni gli altri e te stesso -
finiscono, quando non ne hai più, quando davanti con rigorosa fragilità non ti
resta che la verità.
(Ecco, io non la so questa cosa, e non la so dire a parole. Riesco solo a pensarla
confusamente).Che senso ha? Io non so rispondere, come spesso mi capita. Davvero.
E tuttavia, ad esempio.