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C’era una volta una strega che rubava il futuro ai bambini…

C’era una volta una strega di millenovecentocinquantaquattro anni, che per una strega non sono poi molti.
Era vestita di nero e abitava una casa diroccata, con il camino fumante sul tetto sghimbescio e faceva
stregonerie per far morire qualcuno? Chiederete voi bambini, accorsi per ascoltarmi.
Eh no, quelle sono le streghe antiche, fuori moda. Quella di cui parlo è una strega moderna, vestita di nero
certamente, ma con un normale tailleur; nero appunto. E niente casa diroccata, abitava un castello tenuto
sempre pulito e lucido dai suoi servi. L'unica cosa che la nostra ha in comune con le antiche streghe, quelle
fuori moda, è il fatto di puntare a fare del male. Solo che lei il male lo fa in maniera moderna, non seguendo
la vecchia maniera quella delle mele avvelenate, ma diffondendo parole, pensieri e azioni velenose.
Maaa… quindi non mangiava i bambini? Domanderete voi, piccoli impazienti.
No, non li mangiava, ma faceva loro di peggio. Sì, perché, se le streghe antiche distribuivano frutti
avvelenati e terribili sortilegi rivelando a tutti il loro esser malvagie, la nostra strega invece voleva una vita
comoda e voleva pure che le persone la stimassero, credendola buona e saggia.
“Iiiigorrr!” l’avreste sentita berciare nei lucidi corridoi del castello, chiamando sguaiatamente i suoi servi
che trattava garbatamente solo in presenza di estranei, ma che poi, in privato, amava umiliare per ogni
minuscolo, banale errore, sfogando così tutta la cattiveria che era in lei.
Era una strega astuta e sapeva bene come manipolare gli allocchi: il male lo faceva indirettamente,
nascondendolo dietro idee che sembravano condivisibili e dettate da buoni propositi, con parole melliflue
che seminavano zizzania. Insomma faceva crescere, assecondandola, la parte peggiore delle persone: la
loro pigrizia, la loro irresponsabilità, il loro egoismo.
Non abbiamo capito. Ma i bambini come noi, se li cucinava in pentola?
No, no. Anzi, regalava loro caramelle e dolcetti quando facevano qualcosa di sbagliato, fingendo di
comprenderli e perdonarli; “in fondo anche noi adulti ci sbagliamo” sibilava.
Quindi era buona… concluderete voi piccoli golosi.
No, voleva ad ogni costo sembrare buona. Un famoso scrittore diceva “O si impara l’educazione in casa
propria o il mondo ce la insegna con la frusta e allora fa male” e intendeva che, se non si forma il carattere
nell’infanzia, si entra nel mondo reale senza la necessaria attrezzatura per viverlo, e così cominciano le
delusioni, le sconfitte. Le ferite allora fanno più male, perché c’è di bisogno di sperimentare il dolore
dell’insuccesso per essere in grado di affrontarlo e sopportarlo. Ecco, la strega rubava il futuro ai bambini.
Ok. Faceva finta di essere buona, ma proprio tutti le credevano?
Proprio tutti no, ma molte persone fingevano di crederle; alcune per vigliaccheria, altre per innata
piaggeria, altre per poter fare i loro comodi usandola come paravento, altre ancora perché, semplicemente,
la temevano.
Ma nemmeno i papà e le mamme non si accorgevano di nulla?
La strega sapeva che educare i figli è cosa difficile e faticosa, e che l’eccesso di debolezza nasce spesso dalla
pigrizia e della superficiale irresponsabilità. Tranquillizzava i genitori con rassicuranti bugie e pontificava
che le regole sono necessarie perché strutturano nel bambino l’esperienza del limite che permette di
muoversi nel mondo con sicurezza e tranquillità. Poi però induceva a non punire o a dare punizioni
lievissime a chi trasgrediva. Se la natura del bambino cresce senza limiti ne’ controlli il risultato è facile da
intuire, e molte delle brutte cose che sentiamo nei telegiornali, hanno la loro radice velenosa proprio
nell’assenza di una giusta, calma ma esigente educazione dei figli. I genitori sono spesso incapaci di
riconoscere le colpe dei propri figli, perché riconoscerle significa anche ammettere che noi adulti, ne siamo
responsabili. E allora il ragazzo più fragile diventa bullo, o vittima, che è poi lo stesso fallimento dal punto di
vista educativo. Ecco, altro dolore per i genitori e per i figli, altro che le antiquate mele avvelenate!
Vabbè, sembra buona ma è cattiva. Allora in questa favola c’è un cavaliere che va da lei e la uccide?
No, purtroppo. Anche in questa fiaba pare si debba aspettare che il Grande Stregone del Tempo decida che,
arrivata al suo duemilanovecentesimo anno di malvagità, la strega debba proprio andarsene…
Sai, a noi bambini pare che questa favola, come favola, faccia un po’ troppo schifo! Sbufferete voi confusi e
annoiati. E in fondo so che avete ragione, perché questa non è una favola per bambini è una favola per gli
adulti, i quali avranno anche già compreso il nome della strega: Nessuna Educazione.

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