Sei sulla pagina 1di 104

MANUALE PRATICO

DI VISION CARE
LA NUTRACEUTICA OCULARE
La nutraceutica oculare

Manuale pratico di Vision Care

Coordinatore scientifico
Luigi Mele

Autori

Mario Bifani Barbara Kusa


Medico Chirurgo - Oculista Medico Chirurgo - Oculista
Dipartimento di Oftalmologia, U.O.C. Trapianti di Cornea C.M.A - Monza
Seconda Università di Napoli
Luigi Mele
Decio Capobianco Medico Chirurgo - Oculista
Medico Chirurgo - Oculista Dipartimento di Oftalmologia, U.O.C. Trapianti di Cornea
Ospedale Melorio – S. Maria Capua Vetere Seconda Università di Napoli

Ciro Caruso Gianfranco Perillo


Medico Chirurgo - Oculista Medico Chirurgo - Oculista
Ospedale dei Pellegrini - Napoli Ospedale Melorio – S. Maria Capua Vetere

Marco Iorio Salvatore Troisi


Medico Chirurgo Medico Chirurgo - Oculista
Dipartimento di Specialità Medico Chirurgiche e Odontoiatriche Ospedale Ruggi - Salerno
Seconda Università di Napoli
FGE Srl
Fabiano Gruppo Editoriale
Regione Rivelle 7/F - Moasca AT

Stampa: Litografia Valli


Via Pavia 100
Induno Olona (VA)

Finito di stampare: Febbraio 2017

ISBN: 978-88-97929-61-1

Copyright 2017
Gli Autori e l’Editore declinano ogni responsabilità per eventuali errori contenuti nel testo.
Tutti i diritti sono riservati. È vietata ogni riproduzione totale o parziale.
La nutraceutica oculare

Prefazione

Gentile Dottore,

con questa nuova iniziativa, focalizzata sul tema molto attuale della Nutraceutica Oculare, prose-
gue l’attività editoriale del Centro Studi Salmoiraghi & Viganò, che conferma così il proprio costan-
te impegno nella collaborazione tra il mondo dell’Oftalmologia e dell’Ottica e nell’informazione
rivolta alla classe medica, attraverso l’individuazione di argomenti di approfondimento di grande
interesse per l’Oculista, utili per lo svolgimento della sua attività quotidiana e dunque per il soddi-
sfacimento delle necessità dei suoi pazienti.

Il Manuale Pratico di Vision Care, unico nel suo genere, si prefigge di portare a conoscenza dell’O-
culista le informazioni più aggiornate nel campo della Nutraceutica, un termine di recente introdu-
zione che deriva da una fusione dei termini “nutrizionale” e “farmaceutico” e individua una nuova
opportunità di cura per il paziente che, pur non essendo alternativa all’utilizzo dei farmaci, è ad
esso complementare.

Redatta con il contributo di autorevoli Medici Oftalmologi di fama nazionale e internazionale, con il
coordinamento scientifico del Dott. Luigi Mele, la pubblicazione prende in esame le problematiche
legate al film lacrimale e alla secchezza oculare, oggi particolarmente avvertite dalla popolazione
che trascorre molte ore al giorno davanti a un terminale o si trova ad operare in ambienti polverosi
e inquinati. Prosegue poi con una disamina dei sostituti lacrimali e la loro interazione con la su-
perficie oculare per poi focalizzare l’attenzione sugli estratti naturali e gli antiossidanti che possono
essere di valido ausilio nel trattamento di alcune problematiche visive, nonché nella prevenzione o
nel rallentamento dello sviluppo di talune patologie oculari.

Obiettivo del Manuale è, pertanto, far apprendere le nozioni scientifiche più all’avanguardia sulla
Nutraceutica e far conoscere le soluzioni più efficaci in tale settore, contribuendo a preservare la
salute degli occhi dei pazienti.

L’Advisory Board del Centro Studi Salmoiraghi & Viganò

3
Indice

1. La superficie oculare Pag. 7


2. La sindrome dell’occhio secco Pag. 15
2.1 Definizione Pag. 15
2.2 Classificazione Pag. 17
2.3 Occhio secco da deficit secretivo Pag. 20
2.3.1 Occhio secco associato a sindrome di Sjogren
2.3.2 Occhio secco non associato a Sindrome di Sjogren
- Deficit primario della ghiandola lacrimale
- Deficit secondari della ghiandola lacrimale
- Ostruzione duttale della ghiandola lacrimale
- Blocco del riflesso sensoriale
- Blocco del riflesso motorio
2.4 Occhio secco evaporativo Pag. 27
2.4.1 Cause intrinseche
- Disfunzione della Ghiandola di Meibomio
- Disordini della apertura palpebrale
- Ridotto ammiccamento
2.4.2 Cause estrinseche
- Disordini della superficie oculare
- Uso di lenti a contatto
3. L’Occhio rosso e irritato Pag. 37
3.1 Il primo inquadramento del paziente Pag. 38
3.2 Occhio rosso non dolente: principali quadri clinici e principi di Pag. 40
trattamento
3.3 Occhio rosso dolente: quadri clinici di allarme Pag. 51
3.4 Conclusioni Pag. 58
4. Computer e secchezza oculare Pag. 61
4.1 Computer Vision Syndrome Pag. 61
- Astenopia
- Secchezza oculare
- Disturbi muscolo scheletrici
5. I sostituti lacrimali e l’interazione con Pag. 65
la superficie oculare
5.1 Acido ialuronico Pag. 65
- Le applicazioni in farmacologia
- Le applicazioni in oftalmologia
- Le fonti biologiche dell’acido ialuronico
- Nuove formulazioni a base di acido ialuronico
5.2 Ipromellosa Pag. 71
5.3 Conclusioni Pag. 71
6. La nutraceutica oculare Pag. 75
6.1 Gli estratti naturali e l’interazione con la superficie oculare Pag. 77
6.2 Gli antiossidanti naturali Pag. 85
La nutraceutica oculare

1. La superficie oculare
Luigi Mele, Marco Iorio

La superficie oculare, o meglio definito “Si- quella refrattiva, allo scopo di assicurare una
stema della Superficie Oculare” costituisce visione distinta, proteggere la struttura ocu-
l’insieme delle strutture presenti sulla super- lare dall’attacco di agenti esterni e interfac-
ficie dell’occhio in continuità tra loro sia dal ciarsi con l’ambiente esterno e interno.
punto di vista anatomico che soprattutto da Per garantire tale molteplice funzione la su-
quello funzionale. perficie oculare e i suoi singoli componenti
Costituiscono parte di questo sistema: il film sono in un costante stato di attività dina-
lacrimale, l’epitelio corneale, l’epitelio con- mica, che caratterizza la loro straordinaria
giuntivale, le ghiandole lacrimali, le ghian- capacità di adattamento, pronti a reagire
dole di Meibomio, con le funzioni nel com- simultaneamente nei confronti degli stimoli
plesso di fornire qualità ottica e mantenere attraverso accelerazione o rallentamento dei

Figura 1.1. Il sistema della superficie oculare

7
1. La superficie oculare

movimenti cellulari ed alla continua attività


secretoria da parte di tutte le cellule che lo
compongono, conferendo a tutto il sistema
una eccezionale capacità di adattamento an-
che in condizioni ambientali difficili.
Il sincronismo tra i costituenti della superfi-
cie è ottenuto grazie all’integrazione con gli
altri sistemi di regolazione dell’omeostasi
corporea, quali il nervoso, l’endocrino, il car-
diocircolatorio e soprattutto l’immunitario.
Quest’ultimo, infatti, composto da flora
batterica residente, barriere anatomiche,
secrezione ghiandolare, nonché anticorpi e Figura 1.2. Film lacrimale

linfociti, regola la massima parte dell’in-


tegrità del tessuto, essendo l’attivazione di ne, mobilità e le normali attività epiteliali
una di queste difese il primum movens per la attraverso molteplici fattori di crescita e di
successiva attivazione delle altre con conse- regolazione.
guente risposta difensiva efficace. Per meglio comprendere la natura della prin-
Dunque se gli eventi patogenetici, siano essi cipale patologia che coinvolge la superficie
estrinseci od intrinseci, che eventualmente oculare, rappresentata dall’occhio secco, è
non possono essere controbilanciati da ap- necessario conoscere le componenti delle
propriate reazioni del sistema superficie ocu- lacrime e le loro funzioni in condizioni fi-
lare, ne alterano l’omeostasi, la disfunzione siologiche.
anche di uno solo di questi elementi conduce Le lacrime normali, oltre alla componente
all’insorgenza di una vera e propria malattia acquosa, contengono una miscela di protei-
della superficie oculare con conseguenti se- ne, mucine, elettroliti e vitamine. Dal punto
gni e sintomi. di vista strutturale il film lacrimale è com-
posto da tre strati che dalla profondità alla
Epitelio e film lacrimale su perficie sono: lo strato mucoso, lo strato
Il film lacrimale, come detto, è una delle acquoso e lo strato lipidico. Il primo, pro-
componenti del sistema della superficie ocu- dotto dagli epiteli della superficie oculare,
lare. Esso rappresenta per gli epiteli della in massima parte dalle cellule caliciformi
cornea ciò che il sangue rappresenta per secernenti MUC-5AC, è a diretto contatto con
tutti gli altri tessuti, regolandone maturazio- l’epitelio congiuntivale e corneale, con le

8
La nutraceutica oculare

principali funzioni di mantenere la superficie all’epitelio. Tale condizione può verificarsi


oculare bagnabile, proteggere l’epitelio dal- per diversi motivi, tra cui i diversi stadi di
la frizione palpebrale, formare una barriera degradazione delle mucine, la perdita di
contro l’aggressione microbica, attraverso le idratazione e la contaminazione o la de-
IgA secretorie, neutralizzare piccole particel- naturazione proteica determinata da altri
le che vengono a contatto con la superficie componenti del film lacrimale o più frequen-
oculare. temente da inquinanti esterni.
Il muco presente nelle lacrime è prodotto In condizioni normali dunque non è l’ecces-
principalmente dalle goblet cells della con- siva evaporazione lacrimale a determinare
giuntiva, cellule epiteliali della congiuntiva l’occhio secco, nonostante possano essere
e della cornea e dalle cellule tubulari delle presenti sintomi temporanei di questa sin-
ghiandole lacrimali. drome in condizioni quali il forte vento o l’e-
Le mucine che lo compongono sono di tre sposizione prolungata all’aria condizionata,
tipologie: ma se le ghiandole lacrimali non riescono a
- legate alle membrane cellulari (MUC 1, controbilanciare l’evaporazione, l’osmolarità
MUC 4, MUC 16), prodotte dalle cellule lacrimale aumenta con un danno diretto alle
dell’epitelio di superficie; cellule epiteliali e l’inizio della cascata in-
- formanti gel (MUC 5AC) prodotte dalle fiammatoria.
goblet cells congiuntivali; Nell’occhio secco il liquido lacrimale presen-
- monomeri solubili (MUC 7) prodotte dal- ta un incremento degli elettroliti (iperosmo-
le ghiandole lacrimali. larità) ed una riduzione di molte proteine,
Ad eccezione delle piccole quantità stret- principalmente antimicrobiche e fattori di
tamente connesse all’epitelio, la maggior crescita, con uno squilibrio a favore delle
parte del muco è in soluzione e agisce come citochine pro-infiammatorie e una riduzione
fattore protettivo e di scivolamento. Infatti delle mucine solubili (MUC 5AC) con conse-
le glicoproteine solubili garantiscono la vi- guente diminuzione della viscosità.
scosità delle lacrime, riducendo la tensione Nelle forme non particolarmente gravi le
superficiale all’interfaccia strato acqua/ lesioni epiteliali sono localizzate nell’area
lipidi, permettendone l’uniforme diffusione nasale inferiore della congiuntiva bulbare
sulla superficie lacrimale. Talora il muco in dove il liquido lacrimale è più concentrato e
soluzione può apparire visibile come compo- permane più a lungo a causa della riduzione
nente del film lacrimale principalmente nei della clearance, suggerendo che la lacrima
menischi ai fornici, apparendo in forma di in questi pazienti possa esser diventata tos-
granuli o di piccoli filamenti liberi o aderenti sica per la superficie oculare.

9
1. La superficie oculare

Figura 1.3. Iperosmolarità lacrimale Figura 1.4. Struttura dell’epitelio corneale

L’epitelio corneale è un epitelio stratificato movimento centripeto delle cellule periferi-


non cheratinizzato, dello spessore di 50 μm, che del limbus e con Z la perdita di cellule
che appoggia sulla membrana di Bowman. epiteliali dalla superficie corneale. Secondo
Esso è formato da 5-7 strati di cellule di tre questa ipotesi il mantenimento dell’epitelio
tipi: basali, alate e superficiali. Solo le cellu- corneale può essere pertanto definito dall’e-
le basali possiedono attività mitotica. quazione X+Y = Z, che più semplicemente
Le cellule corneali sono unite tra loro da indica che fisiologicamente la perdita cellu-
differenti complessi giunzionali, variabili a lare deve essere controbilanciata dalla proli-
seconda del tipo cellulare, che costituiscono ferazione e dalla movimentazione periferica.
una barriera meccanica e funzionale. Tale Con questa ipotesi è possibile distinguere le
epitelio mantiene l’omeostasi dei fluidi ocu- malattie corneali e i relativi trattamenti in
lari e contribuisce al film lacrimale attraver- funzione della componente colpita. La pro-
so una secrezione attiva di acqua, garantita liferazione cellulare è identica nel limbus e
attraverso la presenza di acquaporine (AQP) nel centro della cornea e possiede un ritmo
e di regolatori transmembrana della condut- circadiano; la progressione centripeta ha una
tanza della fibrosi cistica (CFTR). velocità quotidiana di 17 μm.
In condizioni fisiologiche la struttura dell’e- L’omeostasi corneale è assicurata da cellule
pitelio corneale rimane invariata nel tempo. staminali localizzate in sede basale in pros-
Ciò è stato spiegato con l’ipotesi “X, Y, Z”. simità del limbus sclero-corneale. Queste ul-
In questa ipotesi con X viene indicata la time hanno sia la capacità di auto-rinnovar-
proliferazione delle cellule basali, con Y il si, sia di dar origine a cellule progenitrici in

10
La nutraceutica oculare

rapida proliferazione denominate “Transient le interazioni epitelio-stroma sistema immu-


Amplifying Cells” (TAC). Le staminali limbari nitario, la liberazione di fattori neurotrofici e
sono caratterizzate dalla presenza di alcuni la presenza di alcuni peptidi lacrimali.
markers che le differeziano dalle altre cellule La cornea possiede la più ricca innervazione
basali. sensitiva di tutto il corpo, con una densità
Il mantenimento dell’omeostasi corneale nervosa 40 volte maggiore di quella della
necessita di comunicazione tra le cellule polpa dentale e 600 volte superiore di quella
corneali, i cheratociti e le cellule nervose. cutanea. Oltre alle fibre sensitive, la cornea
Le citochine principalmente coinvolte nei riceve, in misura minore, fibre nervose auto-
processi di interazione cellula-cellula sono nomiche, appartenenti al sistema simpatico,
l’Epidermal Growth Factor (EGF), il Kera- provenienti dal ganglio cervicale superiore e
tocyte Growth Factor (KGF), l’Hepatocyte dal ganglio ciliare. Gli assoni sensitivi ap-
Growth Factor (HGF) e la sostanza P. Quando partengono al trigemino e provengono dal
l’epitelio corneale va incontro a una perdita ganglio di Gasser (1-5% dei neuroni). Le
della sua integrità, inizia una serie di pro- fibre nervose entrano nella cornea dalla pe-
cessi riparativi a “cascata”, che in realtà riferia, radialmente, con direzione parallela
avvengono simultaneamente. Nel processo alla superficie oculare, sono localizzate nella
di guarigione dell’epitelio corneale interagi- profondità dello stroma anteriore e perdono
scono principalmente tre fattori: la loro guaina mielinica a 1 mm dal limbus.
- il film lacrimale, Nello stroma queste fibre si dividono e ruo-
- i fattori di crescita epiteliale tano di 90° diventando perpendicolari alla
- il difetto epiteliale. superficie oculare e penetrano la lamina di
L’insulto corneale determina apoptosi e ne- Bowman. Successivamente, ruotano nuova-
crosi dei cheratociti. Studi in vitro hanno mente di 90º diventando parallele alla su-
evidenziato che il processo di guarigione ini- perficie corneale tra la lamina di Bowman
zia dopo 4 ore, inizialmente procede a una e lo strato epiteliale basale, dividendosi
velocità di 30 μm/ora e successivamente a ulteriormente e formando un plesso sub-ba-
60 μm/ora, concludendosi in 32 ore con la sale da cui raggiungono gli strati più super-
riepitelizzazione dell’erosione che si realizza ficiali dell’epitelio corneale. Le singole fibre
grazie alla migrazione in ampie lamine delle sub-basali seguono traiettorie dritte o curvi-
cellule basali e delle cellule alate, con coin- linee e convergono in un centro immaginario
volgimento di numerose citochine, quali IL- (vortex) localizzato approssimativamente
1, IL-6, IL-8, IL-10, TNF. Altrettanto impor- a 2,5 mm dall’apice corneale, in posizione
tanti per la buona riuscita del processo sono infero-nasale.

11
1. La superficie oculare

Figura 1.5. Innervazione corneale

I nervi sensitivi della cornea umana conten- quest’ultimi per il 15% sono meccanono-
gono neuropeptidi e, in particolare, la so- cicettori (fibre A-delta), per il 70% sono
stanza P (20%) e il Calcitonin Gene Related polimodali (fibre C), attivati cioè da stimoli
Peptide (CGRP) (60%). Questi neuropeptidi meccanici, chimici e dal calore, e per il 15%
esercitano influenze sull’epitelio corneale. freddo- nocicettori (fibre A-delta e C).
La presenza di neuroni trigeminali in cellule La stimolazione meccanica attiva principal-
epiteliali stimola la loro attività mitotica, in mente i meccano-nocicettori e debolmente i
particolare la sostanza P è responsabile del polimodali, ma quando lo stimolo persiste, e
picco proliferativo iniziale, mentre il CGRP soprattutto se arreca danni tessutali, la sca-
della differenziazione. rica dei nocicettori polimodali diventa sem-
A livello dell’epitelio corneale la sostanza P pre più pronunciata. Una delle caratteristi-
aumenta l’Epidermal Growth Factor (EGF) e che più importanti dei nocicettori polimodali
agisce in modo sinergico con l’Insulin-like è la loro sensibilizzazione cioè, la loro soglia
Growth Factor-1 (IGF-1) nel stimolare la di attivazione si abbassa e la frequenza di
migrazione e l’adesione cellulare. Il criterio scarica aumenta.
più valido per classificare funzionalmente i Le citochine, le prostaglandine e i fattori di
neuroni sensoriali oculari è quello di valu- crescita che si liberano in corso dei processi
tare lo stimolo di attivazione dei nocicettori: infiammatori producono sensibilizzazione.

12
La nutraceutica oculare

Bibliografia

• Toft R. & Friend J. “The Ocular Surface” Int • Levin MH, Verkman AS. Aquaporins and CFTR
Ophth. Clinics, Lippincott. Boston 1979. in ocular epithelial fluid transport. J Membr
Biol. 2006 Mar; 210(2):105-15.
• Chandler JW, Gillette TE. Immunologic defense
mechanisms of the ocular surface. Ophthalmo- • Ehlers N, Heegaard S, Hjortdal J, et al. Mor-
logy. 1983 Jun; 90(6):585-91. phological evaluation of normal human cor-
neal epithelium. Acta Ophthalmol. 2010 Dec;
• Stern ME, Beuerman RW, Fox RI, et al. The
88(8):858-61.
pathology of dry eye: the interaction between
the ocular surface and lacrimal glands. Cornea. • Lavker RM, Dong G, Cheng SZ, et al. Relative
1998 Nov; 17(6):584-9. proliferative rates of limbal and corneal epi-
thelia. Implications of corneal epithelial mi-
• Rolando M, Zierhut M. The ocular surface and
gration, circadian rhythm, and suprabasally
tear film and their dysfunction in dry eye disea-
located DNA-synthesizing keratinocytes. Invest
se. Surv Ophthalmol 2001; 45:S203–10.
Ophthalmol Vis Sci. 1991 May; 32(6):1864-
• Stern ME, Beuerman RW, Pflugfelder SC. The 75.
normal tear film and ocular surface. In: Pflu-
• Schlötzer-Schrehardt U, Kruse FE. Identification
gfelder SC, Beuerman RW, Stern ME, eds. Dry
and characterization of limbal stem cells. Exp
Eye and Ocular Surface Disorders. New York,
Eye Res. 2005 Sep; 81(3):247-64.
NY: Marcel Dekker, Inc; 2004:41-62.
• Ordonez P, Di Girolamo N. Limbal epithelial
• Gilbard JP, Farris RL, Santamaria J. Osmolarity
stem cells: role of the niche microenvironment.
of tear microvolumes in keratoconjunctivitis sic-
Stem Cells. 2012 Feb; 30(2):100-7.
ca. Arch Ophthalmol. 1978; 96:677–681.
• Kinoshita S, Adachi W, Sotozono C, et al.
• Rolando M, Barabino S, Mingari C, et al. Distri-
Characteristics of the human ocular surface
bution of conjunctival HLA-DR expression and
epithelium. Prog Retin Eye Res. 2001 Sep;
the pathogenesis of damage in early dry eyes.
20(5):639-73.
Cornea. 2005 Nov; 24(8):951-4.
• Wilson SE, Mohan RR, Mohan RR, et al. The
• Thoft RA, Friend J. The X, Y, Z hypothesis of cor-
corneal wound healing response: cytokine-me-
neal epithelial maintenance. Invest Ophthal-
diated interaction of the epithelium, stroma,
mol Vis Sci. 1983 Oct; 24(10):1442-3.
and inflammatory cells. Prog Retin Eye Res.
• Krachmer JH. Cornea: Fundamentals, diagnosis 2001 Sep; 20(5): 625-37.
and management, Volume 1. Mosby, 2005.
• Wilson SE, Netto M, Ambrósio R Jr. Corneal cel-
• Yang H, Reinach PS, Koniarek JP, et al. Flu- ls: chatty in development, homeostasis, wound
id transport by cultured corneal epithelial cell healing, and disease. Am J Ophthalmol. 2003
layers. Br J Ophthalmol. 2000 Feb; 84(2):199- Sep; 136(3):530-6.
204.
• Garcia-Hirschfeld J, Lopez-Briones LG, Belmon-
• Levin MH, Verkman AS. Aquaporin-3-depen- te C. Neurotrophic influences on corneal epithe-
dent cell migration and proliferation during lial cells. Exp Eye Res. 1994 Nov; 59(5):597-
corneal reepithelialization. Invest Ophthalmol 605.
Vis Sci. 2006 Oct; 47(10):4365-72.

13
1. La superficie oculare

• Lambiase A, Manni L, Bonini S, et al. Nerve of human corneal nerves. Invest Ophthalmol
growth factor promotes corneal healing: structu- Vis Sci. 1997 Apr; 38(5):985-94.
ral, biochemical, and molecular analyses of rat • Müller LJ, Marfurt CF, Kruse F, Tervo TM. Corne-
and human corneas. Invest Ophthalmol Vis Sci. al nerves: structure, contents and function. Exp
2000 Apr; 41(5):1063-9 Eye Res. 2003 May; 76(5):521-42.
• You L, Kruse FE, Völcker HE. Neurotrophic fac- • Marfurt CF, Cox J, Deek S, Dvorscak L. Anatomy
tors in the human cornea. Invest Ophthalmol of the human corneal innervation. Exp Eye Res.
Vis Sci. 2000 Mar; 41(3):692-702. 2010 Apr; 90(4):478-92.
• Müller LJ, Vrensen GF, Pels L, et al. Architecture

14
La nutraceutica oculare

2. La sindrome dell’occhio secco


Luigi Mele, Marco Iorio

La definizione e la classificazione dell’occhio circa il ruolo dell’iperosmolarità lacrimale e


secco hanno subito nel tempo numerose riva- dell’infiammazione della superficie oculare
lutazioni, volte ad inquadrare in un quadro nella sindrome dell’occhio secco e gli effetti
nosologico sempre più dettagliato una pato- della secchezza oculare sulla funzione visiva,
logia le cui caratteristiche epidemiologiche, si è convenuto che la definizione potrebbe
cliniche e prognostiche si presentano di fatto essere soggetta a miglioramenti. Inizialmen-
estremamente variegate. Il presente capitolo te sono state sviluppate due definizioni che-
si pone l’obiettivo di delineare ulteriormen- sovrapponibili per certi aspetti, sono state
te l’occhio secco, strutturando definizione e combinate nella seguente:
classificazione fondendo la più recente let- L’occhio secco è una malattia multifattoriale
teratura scientifica alla quotidiana corrente delle lacrime e della superficie oculare che
clinica, forte delle ultime conoscenze dei fat- si traduce in sintomi di disagio, disturbi vi-
tori che ne caratterizzano lo sviluppo. sivi ed instabilità del film lacrimale, con po-
tenziale danno alla superficie oculare. Esso
2.1. Definizione è accompagnato da un aumento dell’osmo-
Numerose definizioni si sono susseguite ad larità del film lacrimale e da infiammazione
indicare l’occhio secco. Quella universalmen- della superficie oculare.
te accreditata, proposta nel 1995 dalla In- L’occhio secco è riconosciuto come un distur-
dustry Dry Eye Workshop, identifica l’occhio bo dell’Unità Funzionale Lacrimale (LFU), un
secco come un disturbo del film lacrimale sistema integrato che comprende le ghian-
determinato da carente secrezione o da ec- dole lacrimali, la superficie oculare (cornea,
cessiva evaporazione, che determina danni congiuntiva e delle ghiandole di Meibomio),
alla superficie oculare interpalpebrale, e si le palpebre e le terminazioni nervose senso-
associa a sintomi acuti e cronici di disconfort riali, motorie ed autonomiche.
oculare. Questa unità funzionale controlla in modo
Nel tempo, alla luce delle nuove conoscenze regolato le principali componenti del film la-

15
2. La sindrome dell’occhio secco

afferenti derivanti in principale misura, ma


non esclusivamente, dalla superficie oculare,
con l’ulteriore contributo degli stimoli deri-
vanti dalla mucosa nasale. Qualsiasi tipo di
danno o patologia ad una delle componenti
del LFU (nervi afferenti sensoriali,autonomi
e motori, ghiandole lacrimali) può desta-
bilizzare il film lacrimale e portare ad un
quadro patologico della superficie oculare
che trova la massima espressione nell’occhio
secco. La stabilità del film lacrimale, segno
distintivo di occhio sano, è minacciata quan-
Figura 2.1. Unità Funzionale Lacrimale (LFU)
do le interazioni tra le costituenti stabiliz-
zatrici del film lacrimale sono compromesse
crimale e risponde a stimoli ambientali, en- dalla diminuzione della secrezione lacrima-
docrinie ad influenze corticali. Il suo corretto le, dalla clearance ritardata, o da alterata
funzionamento garantisce l’integrità del film composizione della lacrima; conseguenza
lacrimale, la trasparenza della cornea e la di tutto ciò sarà l’infiammazione oculare.
qualità dell’immagine proiettata sulla reti- Il riflesso di secrezione lacrimale in risposta
na. Recentemente è stato evidenziato che gli all’irritazione oculare è visto come il princi-
epiteli corneali e congiuntivali sono in conti- pale meccanismo di compensazione ma, con
nuità, attraverso le cellule duttali, con le cel- il tempo, l’infiammazione si accompagna a
lule acinali delleghiandole lacrimali princi- disfunzione secretiva cronica e ad una con-
pali ed accessorie nonché con le ghiandole di seguente diminuzione della sensibilità cor-
Meibomio, epiteli che, d’altronde, hanno la neale capace di comprometterne la risposta
stessa derivazione embrionale. Questo com- riflessa, traducendosi in una maggiore insta-
plesso sistema di interconnessioni è stato bilità del film. Per tale ragione si ritiene che
definito il “sistema della superficie oculare”. l’instabilità del LFU abbia ruolo importante
Un aspetto importante di tale unità funzio- nell’evoluzione di diverse forme di occhio
nale è il ruolo svolto dagli impulsi sensoriali secco.
derivanti dalla superficie oculare nel mante- Proprio in virtù di tali nuove conoscenze la
nimento del flusso lacrimale basale. Attual- classica distinzione dell’occhio secco in de-
mente, si ritiene che la secrezione lacrimale ficit secretivo ed evaporativo è stata rimossa
basale sia una risposta riflessa ad impulsi dalla definizione generale, continuando però

16
La nutraceutica oculare

a rappresentare un cardine importante nella smi fisiopatologici, gli effetti sulla visione,
classificazione eziopatogenetica. nonché l’utilità di una valutazione di gravità
della malattia. Per tali ragioni recentemen-
2.2 Classificazione te sono stati pubblicati due nuovi schemi di
Qualunque autore, nella stesura di criteri di classificazione. Rispettivamente la classifi-
classificazione armonizzati per una singola cazione Triple e la quella di Delfi.
patologia, si trova ad osservare che suddetti La Classificazione Triple, presentata al 14°
criteri non sono sempre esclusivamente ap- Congresso della Società Europea di Oftal-
propriati per porre una diagnosi, potendo mologia e successivamente aggiornata nel
spesso portare ad errori di classificazione di 2005, si fonda sullo studio a tre schemi se-
una determinata malattia, soprattutto nelle parati, basati rispettivamente sulla eziopa-
sue fasi iniziali. Per il paziente uno schema togenesi, sulle ghiandole e tessuti bersaglio
classificativo può rappresentare una guida, e sulla gravità della malattia.
ma per il medico esperto, l’applicazione di La classificazione di Delfi è frutto di una re-
criteri diagnostici appropriati costituisce il vue della classificazione dell’occhio secco,
cardine necessario per porre una diagnosi proponendo in primis di variare la deno-
certa. minazione della malattia da occhio secco a
Parlando di occhio secco, la classificazione “sindrome da disfunzione lacrimale” (DTS),
NEI ha rappresentato uno schema utile per denominazione che riflette con maggior pre-
oltre un decennio, ma attualmente non ri- cisione gli eventi fisiopatologici coinvolti
flette più le recenti conoscenze sui meccani- nell’occhio secco. In tale classificazione si

Figura 2.2. Classificazione Delphi

17
2. La sindrome dell’occhio secco

era anche introdotta la presenza o assenza per includere variazioni fisiologiche tra gli
di malattie palpebrali concomitanti, succes- individui (ambiente interno), così come le
sivamente eliminata per l’artificiosa valuta- condizioni ambientali in cui spendono la loro
zione del contributo relativo della patologia vita (ambiente esterno).
palpebrale nel determinismo dell’occhio L’ambiente interno è costituito dalle par-
secco. Ciò che invece è stato mantenuto è ticolari componenti fisiologiche di ciascun
la classificazione di gravità, riconoscendo- individuo capaci di influenzareil rischio di
la come un punto cruciale per il successivo occhio secco. Ad esempio un soggetto può
provvedimento terapeutico. avere una naturale rarità dell’ammiccamen-
Il termine occhio secco è correlato sintoma- to ovvero una maggior frequenza, spesso
tologicamente con il termine cheratocon- correlate a fattori psicologici o caratteriali.
giuntivite sicca (KCS). Per esporre al meglio Parimenti, l’ampiezza della rima palpebrale
le caratteristiche classificative, illustriamo in posizione primaria può variare da indi-
schematicamente di seguito (Figura 2.3). viduo a individuo nonché tra gruppi etnici
Il box di sinistra illustra l’influenza dell’am- differenti. Considerando inoltre che la rima è
biente sul rischio di sviluppare occhio secco. più ampia nello sguardo verso l’alto rispetto
Il concetto di ambiente è usato ampiamente a quello verso il basso, la perdita evaporati-

Figura 2.3. Principali cause eziologiche dell’occhio secco.

18
La nutraceutica oculare

va aumenta con l’aumentare dell’attitudine L’invecchiamento è associato ai cambia-


allo sguardo verso l’alto (upgaze). menti fisiologici che possono predisporre
Numerose evidenze supportano il ruolo degli alla secchezza oculare, rea una diminuzione
ormoni sessuali nella eziologia dell’occhio del volume lacrimale, uno scarso flusso, una
secco con la generalizzazione che bassi li- maggiore osmolarità, una diminuzione della
velli di androgeni e alti livelli di estrogeni stabilità del filme alterazioni nella composi-
siano fattori di rischio per l’occhio secco. zione lipidica.
Biologicamente, gli androgeni promuovono L’ambiente esterno è rappresentato dall’in-
la funzione delle ghiandole lacrimali e di sieme degli ambienti di vita e lavoro che
Meibomio. Pertanto la carenza di androgeni possono rappresentare fattori di rischio per
è associata a secchezza oculare e può essere lo sviluppo di occhio secco. La perdita di ac-
prevenuta con una terapia topica o sistemica qua per evaporazione aumenta in condizioni
a base di androgeni. L’occhio secco si verifica di bassa umidità relativa, che si verificano,
in pazienti esposti a antiandrogeni nel trat- oltre che in particolari condizioni geografi-
tamento del cancro della prostata e le donne che, in circostanze particolari create da aria
con sindrome da insensibilità agli androgeni condizionata o altri ambienti artificiali. Ana-
mostrano un aumento di segni e sintomi di logamente, l’evaporazione lacrimale è au-
secchezza oculare, associata ad evidenza di mentata dall’esposizione a vento ad elevata
disfunzione Meibomiana e delle cellule del velocità, meccanismo utilizzato anche in
glicocalice. È stato messo in evidenza un numerosi modelli sperimentali. I fattori oc-
notevolmente impoverimento di androgeni cupazionali possono causare una velocità di
nell’occhio secco “non-autoimmune” as- ammiccamento ridotta, rappresentando un
sociato a disfunzione Meibomiana (MGD). fattore di rischio per occhio secco per coloro
Inoltre è risaputo che il sesso femminile e la che lavorano ai videoterminali.
terapia estrogenica in postmenopausa sono Le principali tipologie di occhio secco sono
importanti fattori di rischio per l’occhio sec- ancora l’occhio secco da ridotta secrezione
co, nonché le donne con insufficienza ovarica acquosa (Aqueous Deficient Dry Eye ADDE)
prematura soffrano di sintomi e segni di oc- e l’occhio secco evaporativo (Evaporative Dry
chio secco anche senza coinvolgimento della eye EDE). La categoria ADDE si riferisce prin-
secrezione lacrimale. cipalmente alla mancanza della secrezione
La secrezione lacrimale è ridotta di un note- lacrimale, anche se va riconosciuto che la
vole numero di farmaci sistemici, condizione scarsa secrezione acquosa dalla congiun-
considerata come disturbo dell’ambiente in- tiva può anch’essa contribuire alla carenza
terno. acquosa lacrimale. La categoria EDE è stata

19
2. La sindrome dell’occhio secco

suddivisa per distinguere quelle cause che epiteliali della superficie oculare e stimola
dipendono dalle condizioni intrinseche di una cascata di eventi infiammatori che coin-
palpebre e superficie oculare e quelle deri- volgono MAP chinasi e vie di segnalazione
vanti da influenze estrinseche. NFkB, nonché la generazione di citochine
L’occhio secco può essere dunque introdotto infiammatorie (interleuchina IL-1α; -1β;
in una di queste categorie, che però non si fattore di necrosi tumorale TNF-α) e me-
escludono a vicenda. Infatti una malattia talloproteinasi della matrice (MMP-9). Nel
inserita in un sottogruppo può coesiste- momento in cui la disfunzione lacrimale è
re con altri o addirittura portare ad eventi determinata da infiltrazione ed infiamma-
che causano l’occhio secco con meccanismo zione della ghiandola lacrimale, i mediatori
completamente diverso. Questo fa parte di infiammatori generati nella ghiandola trova-
un circolo vizioso di interazioni che possono no la loro strada di espulsione proprio nelle
amplificare la gravità del quadro clinico. Un lacrime, venendo in ultimo trasportate alla
esempio potrebbe essere che tutte le forme superficie oculare. Tuttavia, quando vengono
di occhio secco causano la perdita di cellule rilevati tali mediatori nelle lacrime, non è
del glicocalice, condizione che, a sua volta, sempre possibile stabilire se derivino dalla
contribuirà alla perdita di stabilità del film ghiandola lacrimale o dalla superficie ocu-
lacrimale, alla insorgenza di danni alla su- lare.
perficie e la perdita di acqua per evapora- Non è chiaro dunque se l’evaporazione è
zione, con sintomi derivanti da una perdita ridotta o aumentata nel ADDE. È possibile
di lubrificazione e di eventi infiammatori che ciò sia determinato dallo stadio della
superficiali. malattia. Alcuni studi suggeriscono che il
film lipidico sia maggiore e più spesso in un
2.3 Occhio secco da deficit occhio secco non Sjogren (NSSDE), ma studi
secretivo (ADDE) dinamici hanno dimostrato una diffusione ri-
L’occhio secco da deficit lacrimale implica tardata nell’ammiccamento. Inoltre, in caso
un danno a carico dei fenomeni secretivi. di ADDE grave, la diffusione può essere non
In ogni forma di occhio secco da deficit o rilevabile all’interferometria, suggerendo
disfunzione lacrimale, la ridotta secrezione un grave difetto nello strato di film lipidico
determina iperosmolarità della lacrima, per- lacrimale, portando ad un aumento dell’eva-
ché, anche se l’acqua evapora normalmente porazione di acqua dall’occhio. ADDE ha due
dalla superficie oculare, è associata a ridotta sottoclassi principali, occhio secco associato
riserva lacrimale. L’iperosmolarità delle la- a Sindrome di Sjogren (SSDE) e non associa-
crime provoca iperosmolarità delle cellule to a Sindrome di Sjogren.

20
La nutraceutica oculare

Figura 2.4. Meccanismi alla base dell’iperosmolarità lacrimale

2.3.1 Occhio secco associato a Sindrome ne amplificata da un blocco neurosecretorio


di Sjogren potenzialmente reversibile, a causa degli
La sindrome di Sjogren è un’esocrinopatia effetti di citochine infiammatorie rilasciate
in cui le ghiandole lacrimali e salivari sono localmente o per la presenza di anticorpi cir-
danneggiate da un processo autoimmune, colanti (es, anticorpi anti-M3) diretti contro
con coinvolgimento anche di altri organi. recettori muscarinici all’interno delle ghian-
Le ghiandole lacrimali e salivari sono infil- dole.
trate da cellule T attivate, che causano la Ci sono due forme di SS, con criteri classi-
morte delle cellule acinose e duttularicon ficativi recentemente armonizzati. La SS
iposecrezione di lacrime e saliva. L’attivazio- primaria consiste nella presenza di ADDE in
ne infiammatoria all’interno delle ghiandole combinazione con sintomi di secchezza orale,
conduce all’espressione di autoantigeni sulla in presenza di autoanticorpi, con evidenza di
superficie delle cellule epiteliali (principal- ridotta secrezione salivare e positività alla
mente anticorpi anti-Ro e La) ed il richiamo biopsia delle ghiandole salivari minori. La
di cellule T CD4 e CD8. L’iposecrezione vie- SS secondaria consiste delle caratteristiche

21
2. La sindrome dell’occhio secco

Figura 2.5. Sindrome di Sjogren

di SS primaria in associazione alle caratteri- to della perdita di acqua per evaporazione


stiche di una malattia connettivo-autoimmu- dall’occhio (per esempio, l’umidità bassa,
ne conclamata, come l’artrite reumatoide, la velocità del vento forte, e una maggiore
più comune, il lupus eritematoso sistemico, esposizione della superficie oculare) possono
la poliartrite nodosa, la granulomatosi di agire come un trigger invocando eventi in-
Wegener, la sclerosi sistemica, la sclerosi fiammatori alla superficie oculare attraverso
biliare primitiva, o altra connettivite indif- un meccanismo iperosmolare.
ferenziata. La secchezza oculare nel SSDE è dovuta sia
I precisi meccanismi che portano ai danni ad iposecrezione lacrimale che alle concomi-
acinarisu base autoimmune non sono del tanti alterazioni infiammatorie caratteristi-
tutto noti, ma i fattori di rischio includono che della ghiandola lacrimale, unitamente
il profilo genetico, lo stato degli androgeni alla presenza di mediatori infiammatori nel-
e l’esposizione a particolari agenti ambien- le lacrime e nella congiuntiva. Non è noto se
tali, come le infezioni virali. È stata inoltre i cambiamenti congiuntivali siano dovuti ad
riportata nei pazienti con SS una carenza un targeting autoimmune di questo tessuto
nutrizionale di acidi grassi insaturi omega-3 o se siano dovute all’effetto di mediatori
e vitamina C. È generalmente accettato che i infiammatori rilasciati dalle ghiandole nelle
fattori ambientali che portano ad un aumen- lacrime.

22
La nutraceutica oculare

La frequenza di MGD è maggiore nei pazienti


con SS che nella popolazione normale; in tal
misura, un difettoso strato lipidico del film
può contribuire ad occhio secco da eccesso di
evaporazione.

2.3.2 Occhio secco non associato a


Sindrome di Sjogren Figura 2.6. Fenomeni dell’occhio secco in soggetto anziano
La sindrome dell’occhio secco non-Sjogren è
una forma di ADDE determinata da una di-
sfunzione lacrimale in cui non sono presenti fibrosi interacinare, perdita dei vasi sangui-
le caratteristiche autoimmuni del SSDE. La gni paraduttali e atrofia delle cellule acina-
forma più comune è l’occhio secco correlato ri. In alcuni lavori scientifici si segnala la
all’età, per cui in passato veniva impiegato presenza di infiltrati ghiandolari linfocitari
il termine Cheratocongiuntivite sicca (KCS), nelle ghiandole lacrimali studiate, conside-
termine che, come osservato in precedenza, rando tale fenomeno alla base della fibrosi. I
è ora utilizzato per descrivere qualsiasi for- quadri istologici sono stati messi a confronto
ma di occhio secco. con gradi meno gravi di sindrome di Sjogren,
valutando una sequenza di fibrosi peridut-
Deficit primario della ghiandola lacrimale tale, fibrosi interacinare ed infine atrofia
Occhio secco correlato all’età (ARDE): acinare. È stato suggerito che la dacrioade-
Vi è incertezza sul fatto che le dinamiche nite di basso grado potrebbe essere causata
lacrimali siano influenzate dall’età nella da infezione sistemica o congiuntivite o, in
popolazione normale, con valutazioni scien- alternativa, che quadri di congiuntivite sub-
tifiche discordanti circa la correlazionetra clinica potrebbero essere responsabilidella
invecchiamento ed evaporazione lacrimale, stenosi dei condotti escretori.
volume, flusso e osmolarità, portando alla Alacrimia congenita: è una rara causa di
finale identificazione della ARDE come ma- secchezza oculare in giovani. Può essere
lattia primaria. parte di alcune sindromi, tra cui la sindrome
Con l’aumentare dell’età nella popolazione della tripla A (sindrome di Allgrove), autoso-
umana normale, vi è un aumento in patolo- mica recessiva, in cui alacrimia congenita è
gia duttale che potrebbe indurre disfunzione associata ad acalasia del cardias, malattia
alla ghiandola lacrimale. Tali alterazioni di Addison, neurodegenerazione centrale e
sono rappresentate dalla fibrosi periduttale, disfunzione autonomica. È causata da mu-

23
2. La sindrome dell’occhio secco

Figura 2.7. Sindrome della tripla A

tazioni nel gene che codifica per la proteina zione colpisce il gene che codifica per una
ALADIN, che svolge un ruolo di scambio di protein-chinasi associata IκB.
RNA e proteine tra il nucleo e il citoplasma.
Disautonomia familiare: la disfunzione la- Deficit secondari della ghiandola lacrimale
crimale è una caratteristica importante del Infiltrazione della ghiandola lacrimale: la
disordine autosomico recessivo, disautono- secrezione lacrimale può ridursi a causa di
mia familiare (Sindrome di Riley Day), in infiltrazione infiammatoria della ghiandola
cui si associano, all’interno di una malattia a seguito di patologie quali sarcoidosi,con
multisistemica, una insensibilità generale al infiltrazione della ghiandola lacrimale da
dolore e marcato deficit lacrimale. C’è una granulomi sarcoidei, linfoma, con infiltrazio-
anomalia neuronale evolutiva e progressi- ne della ghiandola lacrimale da parte delle
va delle innervazioni cervicali simpatiche e cellule linfomatose, l’AIDS, in cui l’occhio
parasimpatiche della ghiandola lacrimale e secco può essere causato da infiltrazione
un deficit di innervazione sensoriale della della ghiandola lacrimale da cellule T, con-
superficie oculare, che colpisce sia le picco- trariamente alla SSDE, in cui vi è una predo-
le fibre mieliniche (Aδ) e amieliniche (C), minanza di cellule CD8.
nonché i neuroni del trigemino. La muta- Malattia da trapianto contro l’ospite

24
La nutraceutica oculare

sono innervate in modo simile alle principali


e palpebrali e si presume che siano sotto il
controllo del riflesso simile.

Ostruzione duttale della ghiandola lacrimale


L’ostruzione dei dotti delle ghiandole lacri-
Figura 2.8. Quadro oftalmoscopico in un paziente con sin- mali principali ed accessorie porta ad occhio
drome di Riley Day secco secretivo e può essere causato da for-
me di congiuntivite cicatrizzante. In questi
(GVHD): l’occhio secco è una complicanza disturbi non è raro se cicatrici congiuntivali-
comune della malattia GVHD, che si verifi- possano provocare un MGD ostruttiva cicatri-
ca in genere circa 6 mesi dopo il trapianto ziale. Inoltre è da tener presente che le varie
di cellule staminali ematopoietiche. Essa è forme di deformità palpebrali influenzano la
causata in parte da fibrosi della ghiandola diffusione del film lacrimale. Di seguito le
lacrimale a causa di localizzazione peridut- condizioni specifiche.
tale di linfociti T (CD4 e CD8) e fibroblasti Tracoma: il tracoma è una delle principali
presentanti l’antigene. cause di cecità su scala globale, in cui l’o-
Ablazione della ghiandola lacrimale: I con- pacità corneale e la conseguente cecità sono
dotti della ghiandola lacrimale principale causati da una combinazione di cicatrici tar-
decorrono attraverso la palpebra, dunque sali e congiuntivali, trichiasi ed ostruzione
l’asportazione della componente palpebrale cicatrizzante della ghiandola di Meibomio.
avrà lo stesso effetto dell’asportazione del- L’occhio secco è una parte del quadro com-
la ghiandola principale. L’occhio secco può plessivo, risultante da ostruzione del dotto
essere causato da ablazione parziale o com- lacrimale, malposizione palpebrale e caren-
pleta della ghiandola lacrimale a qualsiasi za del di film lipidico lacrimale.
età, ma non è una conseguenza obbligato- Pemfigoide cicatriziale e pemfigoide mu-
ria, poiché la ghiandola accessoria e la se- coso: malattia con disturbi mucocutanei
crezione congiuntivale possono compensare caratterizzati da vesciche della pelle e delle
in alcuni casi. mucose, con conseguente grave e progres-
Denervazione della ghiandola lacrimale: siva cicatrizzazione congiuntivale. L’occhio
la denervazione del parasimpatico della secco può essere causato da un’ostruzione
ghiandola lacrimale può causare secchezza lacrimale, MGD cicatriziale, e / o scarsa ap-
oculare, avviando alterazioni infiammatorie posizione palpebrale.
nella ghiandola. Le ghiandole accessorie Eritema multiforme: si tratta di un acuto

25
2. La sindrome dell’occhio secco

male è stato registrato in associazione con


l’uso di lenti a contatto. In un modello speri-
mentale, si è osservato un aumento della de-
nervazione trigeminale che provoca cambia-
menti morfologici caratteristici dell’occhio
secco. Argomentazioni simili sono correlate
Figura 2.9. Tracoma al concetto di occhio secco e LASIK, per cu-
ialcuni pazienti sintomatici dopo la chirurgia
disturbo mucocutaneo, autolimitato, soli- LASIK hanno un deficit neurotrofico.
tamente precipitato da farmaci, infezioni o Diabete: Il diabete mellito è stato identifi-
neoplasie. Le cicatrici congiuntivali possono cato come un fattore di rischio per l’occhio
portare a occhio secco nel modo descritto secco in diversi studi. Alcuni di questi han-
sopra. no anche rilevato un’associazione tra scar-
so controllo glicemico (come indicato dalla
Blocco del riflesso sensoriale HbA1C sierica) e frequenza di utilizzo di col-
La secrezione lacrimale nello stato di veglia liri, evidenziando anche una riduzione della
è determinata in massima parte da un input lacrimazione riflessa (test di Schirmer) nei
sensoriale del trigemino. Quando gli occhi pazienti diabetici insulino-dipendenti, senza
sono aperti, vi è un maggior riflesso senso- tuttavia alcuna differenza nel tempo di rot-
riale dalla superficie oculare esposta. Una tura del film lacrimale o del flusso lacrimale
riduzione delle unità sensoriali dalla super- basale con fluorofotometria. È stato sugge-
ficie oculare favorisce l’insorgenza dell’oc- rito che l’associazione possa essere dovuta
chio secco in due modi, ovvero diminuendo alla neuropatia sensoriale o autonomica
la secrezione lacrimale indotta e riducendo diabetica, o al verificarsi di cambiamenti
la velocità di ammiccamento e, dunque, au- microvascolari nella ghiandola lacrimale.
mentando la perdita evaporativa. La perdita Cheratite neurotrofica: vasta denervazione
sensoriale bilaterale riduce sia la secrezione sensoriale del segmento anteriore che coin-
lacrimale che la velocità di ammiccamento. volge la cornea e la congiuntiva bulbare e
I meccanismi che possono portare una ridu- palpebrale, come componente di herpes
zione di tale riflesso sono: zoster oftalmico o indotta da sezione, inie-
Uso di lenti a contatto: una riduzione della zione o compressione del nervo trigemino,
sensibilità corneale si verifica in portatori di portando a cheratite neurotrofica. Questa
lenti rigide e per periodi prolungati (CLS). In condizione presenta tutte le caratteristiche
alcuni studi l’aumento dell’osmolarità lacri- dell’occhio secco, come instabilità lacri-

26
La nutraceutica oculare

lacrimale come meccanismo probabile. Gli


agenti responsabili sono antistaminici, be-
ta-bloccanti, antispastici, e diuretici, non-
ché, antidepressivi triciclici, inibitori della
ricaptazione della serotonina.

2.4 Occhio secco evaporativo


Figura 2.10. Cheratite neurotrofica (EDE)
L’occhio secco evaporativo è dovuto alla
male, diffusa cheratite puntata, perdita di perdita eccessiva di acqua dalla superficie
cellule caliciformi e soprattutto il verificarsi oculare esposta in presenza di una normale
di una cheratite indolente o ulcerativa, che funzione secretoria lacrimale. Le cause sono
può portare alla perforazione. La perdita di differenziate in intrinseche, in cui alla base
sensibilità risulta in una riduzione della se- ci sono patologie intrinseche delle palpebre,
crezione lacrimale e una riduzione della ve- e estrinseche, in cui la malattia della super-
locità di ammiccamento, nonché la perdita di ficie oculare si verifica a causa di esposizio-
supporto trofico alla superficie oculare dopo ne a fattori esterni. Il confine tra queste due
denervazione sensoriale, imputabile ad una categorie è sottile.
carenza di sostanza P.
2.4.1 Cause intrinseche
Blocco del riflesso motorio Disfunzione delle ghiandole di Meibomio
I danni centrali al VII nervo cranico, con La disfunzione Meibomiana, o blefarite po-
coinvolgimento del nervo intermedio, por- steriore, è una condizione di ostruzione della
tano ad occhio secco a causa della perdita ghiandola di Meibomio e costituisce la più
della funzione secretomotoria lacrimale. comune causa dell’occhio secco evaporativo.
Il nervo intermedio trasporta fibre nervose Le cause comprendono vari tipi di dermatosi,
parasimpatiche postgangliari (di origine come l’acne rosacea, dermatite seborroica, e
dal ganglio pterigopalatino) alla ghiandola dermatite atopica, mentre associazioni meno
lacrimale. L’occhio secco pertanto sarà dovu- comuni ma importanti includono il tratta-
tosia ad iposecrezione lacrimale che ad in- mento di acne vulgaris con isotretinoina, che
completa chiusura palpebrale (lagoftalmo). porta ad un’atrofia delle ghiandole Meibo-
L’associazione tra l’uso di farmaci sistemici mioreversibile, perdita di densità acinare
e secchezza oculare è stata osservata in di- alla meibografia e volume ridotto e maggio-
versi studi, con diminuzione della secrezione re viscosità delle secrezioni.

27
2. La sindrome dell’occhio secco

Figura 2.11. Disposizione delle ghiandole di Meibomio nelle varie MGD

La MGD può essere primaria o secondaria, associata ad uno strato sufficiente di film la-
semplice o cicatriziale. Nella semplice MGD, crimale lipidico, un aumento di evaporazione
gli orifizi delle ghiandole rimangono nelle lacrimale, con il verificarsi di un occhio secco
palpebre, anteriormente alla giunzione mu- evaporativo.
cocutanea. Nella MGD cicatriziale, gli orifizi È importante riconoscere l’effetto di micror-
del condotto sono dislocati posteriormente ganismi commensali della superficie palpe-
sulla palpebra nella mucosa del tarso e, brale sulla composizione lipidica meibomia-
quindi, non sono in grado di fornire lipidi na ed il suo effetto potenziale sulla stabilità
sulla superficie del film lacrimale. La dia- dello strato lipidico del film lacrimale. Esi-
gnosi si basa sulle caratteristiche morfolo- stono differenze costituzionali nella compo-
giche degli acini della ghiandola e gli orifizi sizione lipidica Meibomiana nei diversi indi-
del condotto, presenza di orifizio tampona- vidui. Alcuni soggetti presentano bassi livelli
mento ed addensamento o completa assenza di esteri di colesterolo e esteri di acidi grassi
di secrezioni. Esistono metodi per graduare insaturi, altri presentano alti livelli di queste
la MGD, misurare il grado di dropout ghian- frazioni. In questi ultimi, esterasi e lipasi
dolare (meibografia), e la quantità di lipidi prodotte da normali commensali (stafilo-
nel serbatoio al margine palpebrale (mei- cocchi coagulasinegativi, Propionobacterium
bometria). Diversi studi suggeriscono che acnes e S. aureus) possono rilasciare acidi
una MGD di estensione e grado sufficiente è grassi e mono-digliceridi nel film lacrima-

28
La nutraceutica oculare

Figura 2.12. Proiezioni dello sguardo nel nuotatore (upgaze relativo)

le, fonte di irritazione o di saponificazione, esposizione della superficie oculare si verifi-


responsabile per la produzione di “schiuma ca anche in particolari posizioni di sguardo,
meibomiana”. Va inoltre notato che la cre- come l’upgaze, ed in tutte le attività che
scita di S. aureus può essere stimolata dalla inducono l’upgaze, come il nuoto, in cui la
presenza di colesterolo. Fattori come questi testa è inclinata verso il basso e gli occhi
possono influenzare la carica microbica e lo sono in condizioni di estremo orientamento
sviluppo della blefarite. verso l’alto (upgaze relativo).
L’essiccamento della superficie oculare a
Disordini dell’apertura palpebrale causa della scarsa apposizione palpebrale
Un aumento della superficie esposta dell’oc- o loro deformazione, con conseguente espo-
chio avviene in craniostenosi, endocrinopa- sizione o la scarsa ridistribuzione del film
tie e altre forme di proptosi, nonché nella lacrimale, sono considerate cause di essic-
miopia elevata. L’esoftalmo endocrino e, in camento della superficie oculare. Inoltre la
particolare, una maggiore larghezza della chirurgia plastica delle palpebre può costi-
rima palpebrale, è associato ad asciugatu- tuire un ulteriore causa di occhio secco per i
ra della superficie oculare e iperosmolarità medesimi meccanismi.
lacrimale. L’aumento dell’ampiezza della
rima palpebrale è correlato ad una maggiore Ridotto ammiccamento
evaporazione del film lacrimale. Maggiore L’essiccamento della superficie oculare può

29
2. La sindrome dell’occhio secco

essere causato da una frequenza di ammic- diminuzione del riflesso lacrimale nel PD è
camento ridotta, che prolunga il periodo du- stata attribuita ad una disfunzione autono-
rante il quale la superficie oculare è esposta mica, che riflette la presenza di corpi di Lewy
alla perdita di acqua prima del prossimo nella substantia nigra, nonché nei gangli
ammiccamento. Sono stati sviluppati nu- parasimpaticosimpatico.
merosi metodi per registrare la velocità di
ammiccamento e metterlo in relazione allo 2.4.2 Cause estrinseche
sviluppo di occhio secco.Ciò può verificarsi Disordini della superficie oculare
come fenomeno fisiologico durante lo svol- Le patologie della superficie oculare esposta
gimento di alcuni compiti di concentrazione, possono portare alla non perfetta umidifi-
ad esempio, lavorando a terminali video o cazione della superficie, un’anticipazione
microscopi, o può essere una caratteristi- della rottura del film lacrimale, iperosmola-
ca di un disturbo extrapiramidale, come la rità lacrimale e secchezza oculare. Le cause
malattia di Parkinson (PD), dove la rarità di includono carenza di vitamina A, gli effetti
ammiccamento è dovuta ad una diminuzio- dei farmaci topici cronicamente applicati ed
ne del pool dei neuroni dopaminergici della i loro conservanti.
substantia nigra ed è proporzionale alla gra- Carenza di vitamina A: tale è una carenza
vità della malattia. può provocare secchezza oculare (xeroftal-
I diversi meccanismi con cui PD può indurre mia) attraverso due meccanismi distinti. La
occhio secco sono rappresentati da velocità vitamina A è essenziale per lo sviluppo delle
di ammiccamento ridotta e conseguente al- cellule caliciformi nelle membrane mucose e
terato film lacrimale con aumentata perdita l’espressione di mucine del glicocalice. Que-
per evaporazione, con compromissione della ste componenti sono carenti nella xeroftal-
clearance di mucina e dei lipidi. Sperimen- mia, che porta ad un film lacrimale instabile
talmente è stato osservato che gli androgeni caratterizzato da precoce rottura del film. La
sono necessari per il normale funzionamento carenza di vitamina A può causare danni aci-
sia delle ghiandole di Meibomio, e non vi è nari, e, di conseguenza, alcuni pazienti con
evidenza clinica che i sintomi di secchezza xeroftalmia possono avere un occhio secco da
oculare siano promossi dal blocco dei re- carenza lacrimale.
cettori degli androgeni, ma i livelli di tali Farmaci topici e conservanti: Molti com-
ormoni circolanti sono bassi in una grande ponenti di formulazioni in collirio possono
percentuale di pazienti con MP, e si sugge- indurre una risposta tossica della superfi-
risce che questo possa contribuire a disfun- cie oculare. Di questi, i più comuni sono i
zione lacrimale e del Meibomio. Inoltre, una conservanti, come il cloruro di benzalconio

30
La nutraceutica oculare

(BAC), che causa danni alle cellule della


superficie epiteliale fino ad una cheratite-
epiteliale puntata, che interferisce con la
detersione della superficie. L’uso di colliri
con conservanti è una causa importante di
occhio secco che costituisce uno dei sinto-
mi cardine nei pazienti affetti da glaucoma,
ed è generalmente reversibile nel passaggio
alle preparazioni senza conservati. Pertanto Figura 2.13. Cheratite in portatore di lenti a contatto

andrebbero evitate applicazioni farmaceuti-


che e di sostituiti lacrimali con conservati.
L’anestesia topica provoca l’essiccazione Negli ultimi anni, sono stati sviluppati una
principalmente in due modi. Si riduce la serie di questionari per identificare i sintomi
secrezione lacrimale riducendo l’unità sen- di occhio secco in portatori di lenti a contat-
soriale della ghiandola lacrimale nonché la to, indicando che circa il 50% dei portatori
velocità dell’ammiccamento. È stato anche di lenti segnala sintomi di secchezza oculare,
suggerito che l’anestesia delle terminazioni con una probabilità 12 volte superiore de-
nervose lacrimali secretorie vicino alla super- gli emmetropi e cinque volte superiore dei
ficie del fornice superiore (che innervano le portatori di occhiali. In un ampio studio tra-
porzioni palpebrali e accessorie della ghian- sversale sui portatori di lentia contatto (91%
dola lacrimale) può essere indotta anche da idrogel - 9% lenti gaspermeabili), condotti
anestetici topici. L’uso cronico di anestetici utilizzando il Contact Lens Dry Eye Question-
topici può causare una cheratite neurotrofica naire (CLDEQ), sono stati identificati i princi-
che può conduce fino alla perforazione della pali fattori associati ad occhio secco.
cornea. Si è osservato che spessore dello strato lipi-
dico era minore nei soggetti con secchezza
Uso di lenti a contatto oculare ed era correlato al tempo di rottura
L’uso di lenti a contatto è una pratica sempre del film lacrimale. Questo, unitamente alla
più frequente nel mondo sviluppato, pertan- scarsa idratazione della lente, potrebbe es-
to le cause dei sintomi di intolleranza alle sere una base per una maggior perdita per
lenti, rappresentati in primis da secchezza evaporazione durante l’uso di lentiassociato
e sensazione soggettiva di disagio,rivestono ai cambiamenti nella composizione del film
una rilevante importanza sia dal punto di lipidicolacrimale, piuttosto che ad una per-
vista personale che generale. dita di funzione della ghiandola di Meibo-

31
2. La sindrome dell’occhio secco

Figura 2.14. Contact Lens Dry Eye Questionnaire (CLDEQ)

mio. I pazienti che portano gli lenti idrogel lutato che tutti i materiali morbidi esaminati
ad elevato contenuto d’acqua, presentano più aumentato il tasso di evaporazione e dimi-
facilmente occhio secco. Questo è un settore nuiscono il tempo rottura lacrimale, nonché
controverso in letteratura, in quanto si è va- i pazienti che indossano lenti a bassa carica

32
La nutraceutica oculare

idrica erano completamente liberi da sintomi. mo segnalato dalle donne, in generale, tende
Tuttavia, altri studi non hanno riportato alcu- ad essere superiore a quello degli uomini. La
na correlazione tra l’idratazione delle lenti a maggior intolleranza è stata associata ad un
contatto e sintomi di secchezza oculare nonché aumento dei prodotti lipidici degradati, fosfo-
relazioni con il tempo rottura del film e sintomi lipasi A2, e lipocalina in campioni lacrimali.
di secchezza oculare o la perdita di acqua per Questi studi suggeriscono che tali condizioni
evaporazione. Occhio secco è stato associato possono predisporre un individuo ad intolle-
con una osmolarità lacrimale più elevata, ma ranza alle lenti a contatto e conseguente oc-
in un range relativamente più basso. Gli autori chio secco.
hanno osservato che questo valore più basso Le variazioni nella prestazione visiva con lenti
può essere causato da lacrimazione riflessa al a contatto morbide possono essere dovute alla
momento del campionamento. dispersione della luce prodotta dalle variazio-
Le donne tendono a riferire secchezza oculare ni dei livelli di idratazione della lente per la
più frequentemente degli uomini, con il 40% variazione del film lacrimale sulla lente. La
degli uomini e il 62% delle donne classificate sensibilità al contrasto in portatori di lenti
come soggette ad occhio secco. Le ragioni non morbide è significativamente ridotta nelle fre-
sono chiare, ma sono stati considerati poten- quenze medio-alte quando i film precorneale
ziali fattori le fluttuazioni ormonali durante il si asciuga causando la rottura. Questo potreb-
ciclo mestruale o dopo la menopausa e l’uso be spiegare la visione offuscata intermittente
di contraccettivi orali o terapia ormonale so- in alcuni portatori di lenti a contatto e può
stitutiva. È stato anche osservato che il sinto- fornire uno stimolo ad ammiccare.

33
2. La sindrome dell’occhio secco

Bibliografia

• Lemp MA. Report of the National Eye Institute/ demiol 2000;10:125-34


Industry workshop on Clinical Trials in Dry Eyes. • C hia EM, Mitchell P, Rochtchina E, et al. Pre-
CLAO J 1995;21:221-32 valence and associations of dry eye syndrome
• Miyawaki S, Nishiyama S. [Classification cri- in an older population: the Blue Mountains
teria for Sjogren’s syndromesensitivity and Eye Study. Clin Experiment Ophthalmol
specificity of criteria of the Japanese Ministry 2003;31:229-32
of HealthNand Welfare (1977) and criteria of • McCarty CA , Bansal AK, Livingston PM, et al.
European community (1993)]. NipponNRinsho The epidemiology of dry eye in Melbourne, Au-
1995;53:2371-5 stralia. Ophthalmology 1998;105:1114-9
• Schein OD, Munoz B, Tielsch JM, et al. Pre- • L in PY, Tsai SY, Cheng CY, et al. Prevalence of
valence of dry eye among theNelderly. Am J dry eye among an elderly Chinese population in
Ophthalmol 1997;124:723-8 Taiwan: the Shihpai Eye Study. Ophthalmology
• C hristen WG, Manson JE, Glynn RJ, et al. 2003;110:1096-101
Low-dose aspirin and risk of cataract and • L ee AJ, Lee J, Saw SM, et al. Prevalence and
subtypes in a randomized trial of US physi- risk factors associated with dry eye symptoms:
cians. Ophthalmic Epidemiol 1998;5:133-42 a population based study in Indonesia. Br J
• Schein OD, Hochberg MC, Munoz B, et al. Ophthalmol 2002;86:1347-51
Dry eye and dry mouth in theNelderly: a po- • Miljanovic B, Dana MR, Sullivan DA, Schaum-
pulation-based assessment. Arch Intern Med berg DA. Prevalence and risk factors for dry
1999;159:1359-63 eye syndrome among older men in the United
• Munoz B, West SK, Rubin GS, et al. Causes States. Invest Ophthalmol Vis Sci 2007 (AR VO
of blindness and visual impairmentNin a po- abstract)
pulation of older Americans: The Salisbury • Yazdani C, McLaughlin T, Smeeding JE,
Eye EvaluationNStudy. Arch Ophthalmol Walt J. Prevalence of treated dry eye dise-
2000;118:819-25 ase in a managed care population. Clin Ther
• Moss SE, Klein R, Klein BE. Prevalence of 2001;23:1672-82
and risk factors for dry eyeNsyndrome. Arch • E llwein LB, Urato CJ. Use of eye care and
Ophthalmol 2000;118:1264-8 associated charges among the Medicare
• Schaumberg DA, Sullivan DA, Buring JE, Dana population:1991-1998. Arch Ophthalmol
MR. Prevalence of dry eye syndrome among US 2002;120:804-11
women. Am J Ophthalmol 2003:136;318-26 • R eddy P, Grad O, et al. The economic burden of
• C hristen WG, Gaziano JM, Hennekens CH . dry eye: a conceptual framework and prelimi-
Design of Physicians’ Health Study II a ran- nary assessment. Cornea 2004;23:751-61
domized trial of beta-carotene, vitamins E and • Mertzanis P, Abetz L, Rajagopalan K, et al. The
C, and multivitamins, in prevention of cancer, relative burden of dry eye in patients’ lives:
cardiovascular disease, and eye disease, and comparisons to a US normative sample. Invest
review of results of completed trials. Ann Epi- Ophthalmol Vis Sci 2005;46:46-50

34
La nutraceutica oculare

• Schiffman RM, Christianson MD, Jacobsen Exp Med Biol 2002;506:441-8


G, et al. Reliability and validity of the Ocu- • Sutcliffe N, Stoll T, Pyke S, Isenberg DA. Fun-
lar Surface Disease Index. Arch Ophthalmol ctional disability and end organ damage in pa-
2000;118:615-21 tients with systemic lupus erythematosus (SLE )
• Brown MM, Brown GC. Utility assessment and Sjogren’s syndrome (SS), and primary SS.
and dry eye disease. Ophthalmology J Rheumatol 1998;25:63-8
2004;111:852-3; author reply, 853
• Strombeck B, Ekdahl C, Manthorpe R, et al. He-
• Schiffman RM, Walt JG, Jacobsen G, et al. Uti- alth-related quality of life in primary Sjogren’s
lity assessment among patients with dry eye syndrome, rheumatoid arthritis and fibromyal-
disease. Ophthalmology 2003;110:1412-9 gia compared to normal population data using
• Vitale S, Goodman LA , Reed GF, Smith JA. SF-36. Scand J Rheumatol 2000;29:20-8
Comparison of the NEI –VFQ and OSDI que- • Nichols J J, Sinnott LT. Tear film, contact lens,
stionnaires in patients with Sjogren’s syndro- and patient-related factors associated with con-
me-related dry eye. Health Qual Life Outcomes tact lens-related dry eye. Invest Ophthalmol Vis
2004;2:44 Sci 2006;47:1319-28
• Gulati A, Sullivan R, Buring JE, et al. Valida-
tion and repeatability of a short questionnai- • Godaert GL, Hartkamp A, Geenen R, et al.
re for dry eye syndrome. Am J Ophthalmol Fatigue in daily life in patients with primary
2006;142:125-31 Sjogren’s syndrome and systemic lupus erythe-
matosus. Ann N Y Acad Sci 2002;966:320-6
• R ajagopalan K, Abetz L, Mertzanis P, et al.
Comparing the discriminative validity of two • Giles I, Isenberg D. Fatigue in primary Sjogren’s
generic and one disease-specific health-related syndrome: is there a link with the fibromyalgia
quality of life measures in a sample of patients syndrome? Ann Rheum Dis 2000;59: 875-8
with dry eye. Value Health 2005;8:168-74 • Stevenson HA , Jones ME, Rostron JL, et al. UK
• Thomas E, Hay EM, et al. Sjogren’s syndrome: patients with primary Sjogren’s syndrome are
a community-based study of prevalence and at increased risk from clinical depression. Gero-
impact. Br J Rheumatol 1998;37:1069-76 dontology 2004;21:141-5
• Sullivan BD, Cermak JM, Sullivan RM, et al. • Valtysdottir ST, Gudbjornsson B, Lindtqvist U,
Correlations between nutrient intake and the et al. Anxiety and depression in patients with
polar lipid profiles of meibomian gland secre- primary Sjogren’s syndrome. J Rheumatol
tions in women with Sjogren’s syndrome. Adv 2000;27:165-9

35
La nutraceutica oculare

3. L’occhio rosso e irritato


Salvatore Troisi, Mario Bifani

L’arrossamento della congiuntiva è una ma- oftalmologo, permette di individuare i segni


nifestazione estremamente frequente, il più di patologie che possono dare luogo a quadri
delle volte espressione di una affezione be- più gravi, fino a compromettere la funzione
nigna e senza conseguenze per la funzione visiva, se non trattate tempestivamente ed
visiva, ma può essere indicativa di patologie adeguatamente.
più serie, di differente origine. Rappresenta È possibile pertanto effettuare una prima va-
spesso un motivo di preoccupazione per il pa- lutazione del paziente anche senza uno spe-
ziente, che il più delle volte consulta il me- cifico strumentario in uno studio di medicina
dico o afferisce al pronto soccorso oculistico, generale, dove un esame comparativo bilate-
soprattutto in caso di forme acute accompa- rale sistematico e rigoroso ed una valutazio-
gnate da altri disturbi; in altri casi situazioni ne ragionata dei dati anamnestici costituisce
potenzialmente gravi vengono trascurate o la base di una buona gestione. La raccolta di
trattate per periodi più o meno prolungati alcuni elementi fondamentali permette in-
con prodotti da banco, nella convinzione che fatti di gestire l’occhio rosso in modo sem-
si tratti di un disturbo passeggero, con con- plice, chiaro ed efficace, in modo da poter
seguenze a volte gravi ed irreversibili. rassicurare il paziente nelle condizioni più
È fondamentale pertanto riconoscere quei banali ed intraprendere, se necessario, un
sintomi e segni clinici che devono indurre a primo trattamento oppure indirizzarlo ad una
consultare rapidamente lo specialista oftal- visita specialistica oftalmologica laddove
mologo. permane il dubbio di situazioni patologiche
I dati anamnestici e la presenza di altri di maggiore rilievo. In ogni caso è opportuno
sintomi possono fornire infatti un valido astenersi dall’utilizzare colliri corticosteroidi
orientamento sull’urgenza o meno del qua- in situazioni acute di dubbia interpretazione
dro clinico e sulla necessità di un approccio in assenza di un parere specialistico, soprat-
specialistico; una accurata valutazione del tutto nei casi in cui l’arrossamento dell’oc-
paziente, anche da parte del medico non chio si associa a dolore.

37
3. L’occhio rosso e irritato

3.1 Il primo inquadramento Nei casi non legati ad esposizione ad agenti


del paziente esterni e traumatici, bisogna innanzitut-
Bisogna innanzitutto escludere che il pa- to valutare distribuzione e caratteristiche
ziente sia stato esposto a traumatismi o a dell’iperemia. Una disposizione ad anello
liquidi potenzialmente dannosi, quali acidi intorno alla cornea (reazione pericheratica)
o, soprattutto, sostanze alcaline. Il contatto è indicativa di patologie più serie, quali
con sostanze irritanti o corrosive richiede un cheratiti, uveiti o crisi di glaucoma acuto,
immediato lavaggio con soluzione fisiologica mentre una forma più diffusa alla congiunti-
sterile o, in mancanza, con acqua corrente, va tarsale e dei fornici, con possibile interes-
per rimuovere il più possibile la sostanza samento del bordo palpebrale, orienta verso
nociva e l’immediato trasporto al pronto soc- un più comune quadro di congiuntivite o di
corso oculistico. blefaro-congiuntivite. In caso di blefarite la
I traumi oculari possono determinare effetti reazione iperemica appare più evidente nel
che richiedono un pronto intervento dell’O- terzo inferiore della congiuntiva bulbare.
culista, quali lesioni della tunica fibrosa Una iperemia diffusa a tutta l’area esposta è
dell’occhio, costituita da cornea e sclera, frequente nelle infiammazioni da occhio sec-
ritenzione di corpi estranei o lesioni da con- co. Un arrossamento con conformazione no-
tusione delle strutture endoculari; il solo dulare sulla congiuntiva bulbare, in genere
sospetto di tali evenienze deve indurre ad nel settore temporale, è tipica invece di una
una valutazione urgente oftalmologica, per episclerite. La presenza di vene dilatate e
verificare il quadro clinico ed improntare il tortuose deve indurre ad un approfondimen-
trattamento più appropriato. È utile ricor- to clinico, in quanto può essere indice di una
dare, al riguardo, che alcune categorie di patologia dell’orbita (fistola carotido-caver-
lavoratori particolarmente esposti a schegge nosa, tumori), di una neoplasia endobulbare
(saldatori, giardinieri, operai edili, appas- o addirittura di malattie sistemiche, quali
sionati di bricolage), vanno valutati sempre forme leucemiche.
con estrema attenzione, in quanto possono Un altro dato obiettivo fondamentale da con-
essere portatori inconsapevoli di corpi estra- siderare è l’esame della pupilla, soprattutto
nei ritenuti: non sempre la sintomatologia in presenza di iperemia pericheratica: una
al momento della visita viene ricollegata a anisocoria o una reazione torpida o assente
circostanze traumatiche pregresse, per cui allo stimolo luminoso diretto costituiscono
va sempre tenuta presente in tali pazienti la segni clinici di allarme.
possibile presenza di corpi estranei endo o Altro elemento basilare per la valutazione è
epi-bulbari. l’interessamento monolaterale o bilaterale

38
La nutraceutica oculare

Visus Dolore Iperemia Pupilla Tono oculare Cornea

Emorragia
Normale Assente Chiazza emorragica Normale Normale Normale
subcongiuntivale

Normale o Sensazione di
Congiuntivite acuta Diffusa Normale Normale Normale
lievemente diminuito corpo estraneo

Diminuito Presente Ulcera o


Cheratite acuta Pericheratica Normale Normale
(++ forme centrali) + senso di c.estr. infiltrato

Diffusa
Glaucoma acuto Diminuito Intenso Midriatica Elevato Edema
++ pericheratica

Lieve o Normale o Normale o


Irite acuta Diminuito Pericheratica Miotica
Intenso ridotto precipitati

Abrasione o ulcera Lieve o Lesione


Diminuito Diffusa Normale Normale
corneale intenso localizzata

Figura 3.1. Criteri diagnostici per le più comuni cause di occhio rosso

della patologia: le congiuntiviti allergiche e


infettive tendono ad interessare entrambi gli
occhi, a volte con intensità o tempi diversi; le
forme unilaterali, che si prestano meglio ad
un esame comparativo dei due occhi, sono
spesso indicative di patologie di maggiore
rilievo.
Figura 3.2. Congiuntivite batterica
L’anamnesi è sempre di grande aiuto in pre-
senza di un occhio rosso e deve concentrarsi
sulla durata e le modalità di comparsa dei sensazione di corpo estraneo, lacrimazio-
disturbi (improvvisa o lenta e progressiva), ne, fotofobia, secrezioni) fornisce preziose
sul loro andamento nel tempo e, soprattutto, indicazioni: ad esempio un intenso prurito
su eventuali sintomi associati (Figura 3.1). ed una storia di problematiche allergiche
Innanzitutto bisogna indagare se è presente orienta decisamente la diagnosi in tal senso,
o meno dolore e se sono associati disturbi mentre la comparsa di secrezioni giallastre,
visivi, per individuare condizioni patologiche con occhi appiccicati soprattutto al mattino
più rilevanti. Dal punto di vista eziologico, la depone per una forma infettiva batterica (Fi-
presenza di altri sintomi (prurito, bruciore, gura 3.2); le infezioni virali si associano più

39
3. L’occhio rosso e irritato

spesso a lacrimazione profusa, bruciore e, in terapie con antiaggreganti piastrinici o anti-


caso di interessamento corneale, a senso di coagulanti, soprattutto in soggetti diabetici
corpo estraneo e fotofobia. ed ipertesi, che presentano una maggiore
Un discorso a parte merita l’occhio rosso nei fragilità capillare. Va sempre considerata
portatori di lenti a contatto; soprattutto nei anamnesticamente la possibilità di un even-
casi monolaterali e in cui la rimozione delle to traumatico che abbia potuto determinare
lenti non migliora decisamente il quadro, è una microlacerazione della congiuntiva e di
necessario valutare la possibilità di una che- un corpo estraneo celato al di sotto della
ratite, che può iniziare in maniera subdola raccolta ematica; l’esame specialistico alla
ed assumere in questi pazienti quadri di par- lampada a fessura dopo colorazione con ver-
ticolare gravità per la più rapida evoluzione. de di lissamina o con colorante a base di
La necessità di un esame specialistico diven- riboflavina e filtro giallo consente di rilevare
ta ancora più urgente se il soggetto riferisce lesioni della congiuntiva anche minime, mi-
un repentino peggioramento della vista. sconosciute. L’emorragia subcongiuntivale si
risolve in genere spontaneamente nel giro di
3.2 Occhio rosso non dolente: 7-15 giorni; talvolta vengono prescritti colli-
principali quadri clinici e ri a base di eparina per facilitare il riassorbi-
principi di trattamento mento della raccolta ematica.
La condizione più banale di occhio rosso è Prima di procedere alla descrizione dei prin-
la presenza di un’emorragia sottocongiun- cipali quadri clinici di “occhio rosso e irrita-
tivale spontanea. Si osserva in questi casi to” è necessario chiarire un concetto di base,
una macchia rossa abbastanza uniforme che che si è andato affermando negli ultimi anni:
spicca sul bianco della sclera; generalmente la suddivisione delle patologie degli annessi
è una condizione monolaterale ed assolu- oculari e della cornea in categorie settoriali,
tamente asintomatica, tuttavia costituisce quali congiuntiviti, blefariti, cheratiti, da-
spesso motivo di allarme per il paziente e crioadeniti e così via, è del tutto artificio-
per le persone che gli stanno vicino. È dovuta sa, in quanto è apparso sempre più chiaro
alla rottura spontanea di un capillare e com- che le congiuntiva, le palpebre, la cornea,
pare improvvisamente in seguito ad un au- le ghiandole produttrici del fluido lacrimale,
mento della pressione del distretto cefalico, le vie lacrimali di deflusso costituiscono una
ad esempio in seguito ad un colpo di tosse, vera e propria unità anatomica e funzionale,
ad un conato di vomito o al sollevamento denominata superficie oculare, sotto il con-
dal suolo di un peso gravoso; in altri casi è trollo di stimoli nervosi e mediatori biochi-
riconducibile a turbe della coagulazione o a mici ed endocrini, laddove il film lacrimale

40
La nutraceutica oculare

esercita un ruolo assolutamente fondamen- quadro clinico è complicato da altri fattori,


tale e una funzione di collegamento molto quali l’ambiente di vita e di lavoro, l’uso di
simile a quella esercitata dal sangue per i cosmetici o degli stessi colliri instillati per
vari tessuti ed organi. La conseguenza pra- un primo trattamento empirico dell’occhio
tica è che attualmente non si ritiene conce- rosso. Per quanto riguarda l’uso di cosmetici
pibile ad esempio che una infiammazione bisogna ricordare che lo scambio di prodotti,
della congiuntiva non provochi effetti sulle frequente soprattutto tra le teenagers, co-
palpebre, sulla cornea e sul film lacrimale e stituisce una importante fonte di contagio,
viceversa: in ogni processo patologico della in quanto possono essere facilmente trasfe-
superficie oculare esiste un coinvolgimento riti agenti infettivi alle varie utilizzatrici;
che si estende progressivamente alle varie l’uso di eye liner sul bordo palpebrale in
strutture ed il processo di guarigione ri- corrispondenza degli orifizi di sbocco delle
chiede il trattamento di tutte le alterazioni ghiandole di Meibomio favorisce inoltre qua-
patologiche presenti e la ricostituzione degli dri di blefarite, di orzaiolo o lo sviluppo di
equilibri che sono andati modificandosi in un calazio. Una corretta igiene palpebrale ed
seguito agli eventi lesivi iniziali. Pertanto impacchi caldo umidi con compresse, garze o
le descrizioni riportate in questa trattazione, apposite salviette costituisce un presupposto
anche se tengono conto, per motivi prati- fondamentale per il trattamento di queste
ci, di alcune classificazioni ormai storiche, forme.
sulla base dei tessuti prevalentemente o L’approccio terapeutico alle patologie della
primitivamente coinvolti, devono intendersi superficie oculare deve in definitiva tenere
comunque come processi infiammatori che conto sia dei meccanismi che le hanno de-
interessano complessivamente l’intera unità terminate e che sostengono il processo in-
“superficie oculare”. L’approccio terapeutico fiammatorio, sia del coinvolgimento delle
deve essere quindi rivolto globalmente alla varie strutture oculari, in modo da consen-
malattia della superficie oculare (Ocular tire il ripristino dei fisiologici meccanismi di
Surface Disease), sia pure con le specifiche omeostasi che risultano alterati o addirittura
connotazioni che essa assume in ogni singo- compromessi.
lo paziente. Le infiammazioni che colpiscono prevalen-
È possibile inoltre che entrino in gioco con- temente la congiuntiva non determinano in
temporaneamente più meccanismi patologici genere dolore, ma possono causare una serie
che si potenziano a vicenda e spesso inne- di sintomi irritativi, quali bruciore, prurito,
scano circoli viziosi con conseguente cro- sensazione di corpo estraneo, lacrimazione,
nicizzazione dei processi. Inoltre a volte il secrezione mucosa o mucopurulenta; nelle

41
3. L’occhio rosso e irritato

Prurito Bruciore Senso di Lacrimazione Fotofobia Iperemia Essudazione Adenopatia Citologico


EZIOLOGIA corpo preauricolare (elementi
estraneo caratteristici)

Batterica minimo moderato moderato moderata lieve o intensa purulenta o rara granulociti
moderata mucopurulenta neutrofili ++

Da Clamidia minimo moderato moderato moderata lieve o moderata purulenta comune Inclusi
moderata intracellulari

Virale moderato moderato lieve o profusa moderata moderata acquosa comune Linfociti ++
moderato

Allergica intenso moderato lieve moderata intensa da bianca, assente Eosinofili,


moderata a schiumosa mastociti
severa
Sofferenza
Disfunzione lieve da intenso ridotta, a tratti minima minima assente epitelio,
lacrimale moderato a aument. riflessa < caliciformi
intenso

Ostruzione minimo lieve lieve aumentata con minima moderata mucopurulenta rara Linfociti,
vie lacrimali epifora (dacriocistite) neutrofili

Figura 3.3. Valutazione eziologica dell’occhio rosso non dolente: segni clinici e sintomi

infezioni virali compare spesso fotofobia e gnostico particolarmente utile nel fornire un
infiammazione delle linfoghiandole pre- valido orientamento clinico (Figura 3.4); i
auricolari. Dal punto di vista eziologico, si quadri citologici possono essere addirittura
riconoscono forme infettive, allergiche, da patognomonici per alcune patologie, come
disfunzione del film lacrimale, da occlusione nel caso di riscontro nell’infiltrato congiunti-
delle vie lacrimali di deflusso, da contatto vale di eosinofili e mastociti, che intervengo-
con agenti irritanti chimici e fisici (raggi X no specificamente nelle forme allergiche. Il
ed UV). prelievo può essere effettuato mediante spa-
I sintomi e le caratteristiche cliniche che aiu- toline metalliche di Kimura o di Ayre (scra-
tano a individuare le cause della flogosi in ping), con un tampone alginato (brushing)
assenza di dolore sono schematizzate nella o mediante microcapillare o micropipette
Figura 3.3. (aspirazione), nelle sedi di maggiore intensi-
In alcuni casi, soprattutto nei pazienti già tà dell’infiammazione. Il preparato, deposto
sottoposti a varie terapie e nelle forme con su un vetrino, viene osservato al microscopio
decorso subacuto o cronico, la diagnosi ezio- dopo fissazione e colorazione specifica. La
logica può risultare difficoltosa, per cui è presenza di un infiltrato infiammatorio e le
necessario effettuare, oltre ad una accurata caratteristiche dello stesso forniscono pre-
valutazione di base, alcuni esami di secondo ziose informazioni per un corretto inquadra-
e di terzo livello al fine di pervenire ad un mento eziologico. La valutazione delle cellule
corretto inquadramento diagnostico. infiammatorie viene effettuata generalmente
La citologia congiuntivale è un esame dia- dopo essiccazione all’aria e colorazione con

42
La nutraceutica oculare

Figura 3.4. Infiltrato infiammatorio e quadri clinici

May-Grumwald Giemsa. Possono essere uti-


lizzate anche altre metodiche di colorazione
citologica, come quella di Papanicolau. È
possibile anche eseguire, ove necessario, un
esame batterioscopico a fresco, utilizzando
preferibilmente la tecnica di prelievo per
scraping e colorazioni microbiologiche, come
quella di Gram, in modo da differenziare le
specie microbiche presenti nel focolaio in- Figura 3.5. Esame citologico ad impressione: cellule epitelia-
fiammatorio. li e mucipare caliciformi
Le congiuntiviti infettive sono più frequente-
mente causate da batteri, sia gram positivi una striscia di carta bibula sulla congiuntiva
(stafilococchi, streptococchi, pneumococco) e viene esercitata una pressione che permette
sia gram negativi (Haemophilus influenzae, allo strato di cellule superficiali di aderire a
enterobatteri, bacillo di Pfeiffer) o da agenti tale supporto. La metodica consente di valu-
virali (adenovirus, virus erpetici, paramixovi- tare efficacemente eventuali alterazioni delle
rus, enterovirus). cellule epiteliali ed i rapporti intercellulari,
Lo studio delle infiammazioni congiuntivali nonchè la concentrazione di cellule calicifor-
da alterata secrezione lacrimale e tossiche mi, che producono la componente mucinosa
risulta più efficace mediante tecnica ad im- delle lacrime (Figura 3.5). La metodica for-
pressione. Viene in questo caso posizionata nisce invece minori informazioni sull’infiltra-

43
3. L’occhio rosso e irritato

to infiammatorio, che risulta invece più rap- dopo che siano state già effettuate terapie
presentato negli strati epiteliali più profondi antibatteriche senza ottenere la risoluzione
e, quindi, più accessibile con lo scraping. del processo infiammatorio. Gli antibiotici
Laddove si sospetti un’infezione è opportuno maggiormente utilizzati per uso locale sono
effettuare esami colturali, in modo non solo gli Aminoglucosidi (Tobramicina, Netilmici-
da identificare più precisamente l’agente na, Neomicina, Bekanamicina), i Fluorochi-
causale, ma anche l’antibiotico specifico, nolonici (Ofloxacina, Levofloxacina, Moxi-
per una terapia mirata e realmente effica- floxacina, Ciprofloxacina), il Cloramfenicolo,
ce. La tecnica di base prevede il prelievo di le Tetracicline, i Macrolidi (Azitromicina), i
materiale dai fornici mediante un tampone e Sulfamidici e l’Acido Fusidico. Gli antibiotici
la successiva inseminazione su piastre per la sono indicati nelle forme accertate o forte-
ricerca di batteri aerobi ed anaerobi e suc- mente suggestive di infezione batterica e ri-
cessiva esecuzione dell’antibiogramma; vie- chiedono somministrazioni frequenti, anche
ne inoltre effettuata deposizione su terreni in età pediatrica, onde evitare la comparsa
di coltura per i miceti, con relativo antimi- di ceppi resistenti. Nei casi di maggiore ri-
cogramma. Il prelievo deve essere eseguito levanza clinica possono essere utilizzate
prima di intraprendere terapie antibiotiche associazioni, ma bisogna evitare l’uso con-
o dopo sospensione dei colliri antimicrobici temporaneo di prodotti battericidi (Amino-
(wash out) per almeno 4 giorni. Nelle forme glucosidi, Fluorochinolonici) e batteriostati-
croniche va effettuata anche la ricerca della ci, in quanto si verificherebbe una riduzione
Chlamydia con tecniche immunoistochimiche del loro effetto: infatti i battericidi agiscono
(immunofluorescenza diretta) o mediante principalmente sui germi in attiva replica-
identificazione del DNA con metodica PCR. zione, mentre i batteriostatici inibiscono la
Questa ultima tecnica si presta anche alla proliferazione dei microrganismi.
ricerca di agenti virali (famiglia Herpesvirus, Le forme croniche possono complicarsi con
Adenovirus). Ultimamente sono stati inoltre una infiammazione del bordo palpebrale
immessi in commercio kit per l’identifica- (blefarite) e con ulcere corneali marginali,
zione rapida di alcuni microrganismi, che che richiedono un trattamento rivolto an-
possono essere utilizzati come screening per che a queste condizioni. Esistono inoltre
confermare il sospetto diagnostico. due principali forme di blefarocongiuntivite
Queste metodiche sono finalizzate essenzial- da habitus costituzionale, quella associata
mente alla scelta dell’ antimicrobico più ef- a seborrea cutanea, con iperfunzione delle
ficace, nei casi in cui il quadro clinico risulta ghiandole di Meibomio, e quella associata
di una certa rilevanza e di origine incerta o ad acne rosacea, frequente soprattutto nel

44
La nutraceutica oculare

blefarospasmo e ptosi, associati a marcata


reazione follicolare e possibile formazione di
noduli; nella successiva evoluzione, provoca
gravi lesioni corneali, con formazione di un
panno vascolarizzato, e cicatrici che deter-
minano aderenze palpebrali e congiuntivali.
La congiuntivite del neonato può essere do-
Figura 3.6. Congiuntivite follicolare vuta a contaminazione attraverso il canale
del parto da parte di diversi possibili agenti:
sesso femminile, la cui evoluzione dipende Stafilococco aureo, Streptococco viridans,
anche dall’andamento delle manifestazioni Enterobacter, Piocianeo, Listeria; tra quel-
extraoculari. le più specificamente legate ad infezioni
Le infezioni da chlamydia, molto frequenti genitali materne, ricordiamo l’infezione da
nel tratto genito-urinario, possono dare luo- Chlamydia, che compare circa due settimane
go alla cosiddetta congiuntivite da inclusi, dopo il parto, e da Gonococco, con esordio
tipicamente ad esordio acuto, monolaterale, più precoce, bilaterale e che si manifesta con
con reazione follicolare della congiuntiva marcato gonfiore delle palpebre e secrezione
tarsale, bruciore, lacrimazione e linfoade- verdastra. Queste infezioni sono diventate
nopatia preauricolare. Queste forme ven- più rare grazie alla profilassi neonatale con
gono contratte il più delle volte in piscina colliri antibiotici; la maggior parte dei casi
e decorrono in maniera subdola, con secre- di congiuntivite nella prima infanzia sono
zione muco-purulenta variabile e tendenza a dovuti ad un’ostruzione congenita della via
cronicizzare (Figura 3.6); trattandosi di un lacrimale di deflusso, che provoca ristagno
parassita endocellulare obbligato, è richiesta con fuoriuscita delle lacrime (dacriocongiun-
una terapia prolungata (cicli di 15-20 gior- tivite con epifora); la stenosi si risolve il più
ni) con tetracicline, antibiotici di prima scel- delle volte con antibioticoterapia specifica e
ta, o, in alternativa, con macrolidi o fluo- frequenti massaggi quotidiani nella regione
rochinolonici (seconda scelta), in genere da del sacco lacrimale; nei casi resistenti, va
somministrare anche per via sistemica. Parti- effettuato un sondaggio delle vie lacrimali
colarmente grave è l’infezione da Chlamydia in anestesia generale entro i 12 mesi di vita.
trachomatis, in genere contratta in Paesi in L’approccio alle forme da funghi (Candida,
via di sviluppo, ove è ancora endemica; lo Aspergillus, Fusarium) è più complesso; que-
stadio conclamato si presenta con intensa sti microrganismi tendono ad attaccare la
iperemia, senso di corpo estraneo, fotofobia, cornea e a dare luogo ad infezioni persisten-

45
3. L’occhio rosso e irritato

ti, con decorso ingravescente; non si dispone e da Chlamydie, possono peggiorare dopo
in Italia di farmaci specifici in collirio, ma è somministrazione di steroidi per via locale;
possibile reperire dall’estero prodotti conte- pertanto bisogna usare molta cautela nel
nenti antifungini. In alternativa bisogna ri- prescrivere questi farmaci, spesso contenuti
correre a prodotti galenici, ottenuti dalle for- in confezioni di associazioni di uso comune,
mulazioni per somministrazione endovenosa ove esista il sospetto di un’infezione deter-
(Fluconazolo, Voriconazolo, Amfotericina B). minata da tali agenti microbiologici.
Per quanto concerne le forme virali, è pos- Le congiuntiviti allergiche sono estremamen-
sibile intervenire in maniera specifica me- te frequenti: ne risulta affetta fino al 40%
diante farmaci topici (Aciclovir, Ganciclovir) della popolazione dei Paesi occidentali, con
e sistemici solo nei casi di infezione da Her- quadri di intensità variabile; sono in genere
pesvirus, che in genere presentano nella fase bilaterali, anche se spesso l’espressione cli-
acuta un importante interessamento epite- nica è asimmetrica, e possono essere distinte
liale corneale,. in quattro tipi.
Una forma epidemica particolarmente fasti- Al primo gruppo, quello più frequente, affe-
diosa è dovuta ad infezione da adenovirus; riscono le rinocongiuntiviti IgE mediate. Gli
nella forma tipica, determina nelle prime allergeni si legano agli anticorpi IgE spe-
fasi una sofferenza epiteliale corneale pun- cifici presenti sulla superficie dei mastociti
tata superficiale per dare poi luogo alla for- localizzati nella congiuntiva, determinan-
mazione di infiltrati sub-epiteliali, spesso done l’attivazione ed il rilascio di peptidi
persistenti, che provocano disturbi del visus vasoattivi, responsabili delle manifestazioni
e sintomi irritativi. Spesso vengono interes- cliniche. Presentano acuzie stagionali, se do-
sati entrambi gli occhi, anche se in tempi vute a pollini o ad arbusti; le forme definite
diversi, ed altri membri della famiglia. Si perenni sono legate a sensibilizzazione agli
associa in genere nella fase acuta a tume- acari della polvere o a peli di animali (cane,
fazione dolente dei linfonodi preauricolari gatto, cavallo) con cui esiste un contatto
e a flogosi delle prime vie respiratorie. Non quasi continuo. Si manifestano con intenso
esiste una terapia specifica, per cui il trat- prurito, bruciore, lacrimazione, fastidio per
tamento ha un significato solo di supporto la luce, reazione follicolare o micropapillare
(sostituti lacrimali, antiinfiammatori) e ri- della congiuntiva tarsale, spesso gonfiore
volto alla prevenzione delle sovrainfezioni delle palpebre e della congiuntiva (chemo-
batteriche (antibiotici). si) (Figura 3.7). Non determinano di regola
Alcune forme infettive, in particolare quelle interessamento corneale e rispondono alla
epiteliali attive da Herpes, quelle da miceti terapia locale con antistaminici (Ketotifene,

46
La nutraceutica oculare

steroidi possono determinare per uso loca-


le un rialzo della pressione endoculare in
soggetti predisposti (steroido responders),
lo sviluppo di cataratta e una maggiore
suscettibilità ad alcune infezioni. L’opportu-
nità di un loro utilizzo deve essere inoltre
attentamente valutata nei soggetti con una
Figura 3.7. Congiuntivite allergica stagionale (I tipo) storia precedente di herpes simplex oculare,
in quanto gli steroidi possono causare una
Azelastina) e stabilizzatori di membrana riaccensione dell’infezione virale.
(disodio cromoglicato, sodio nedocromile, Ove possibile è opportuna una prevenzione
acido spaglumico). L’utilizzo di sostituti la- mediante strategie ambientali, che mirano
crimali può essere utile per alleviare i sinto- a ridurre al minimo il contatto con gli al-
mi e diluire gli allergeni con cui si è venuti lergeni identificati con test ematici (Rast,
a contatto; la preferenza va a prodotti meno CLA) o con le prove cutanee (prick test) o con
concentrati, con maggiore effetto “lavante”. l’utilizzo di vaccini, prescritti dallo specia-
Il ricorso a colliri contenenti vasocostrittori, lista allergologo. In alcuni casi selezionati,
in genere con azione adrenergica, deve es- trova applicazione l’immunoterapia specifica
sere considerato con molta cautela; frequen- locale, mediante instillazione di dosi minime
temente vengono proposti come sintomatici di allergene specifico, la cui concentrazione
da banco, determinano un rapida riduzione viene stabilita caso per caso mediante test di
della reazione iperemica della congiuntiva, provocazione congiuntivale.
ma presentano in varia misura un effetto di Gli altri tre gruppi di forme allergiche (che-
rimbalzo, per cui si verifica dopo un certo ratocongiuntivite primaverile, cheratocon-
lasso di tempo un’iperemia reattiva che in- giuntivite atopica e congiuntivite giganto-
duce ad ulteriori somministrazioni del pro- papillare da lenti a contatto) presentano
dotto; a lungo andare le arteriole riducono la eziopatogenesi mista, con coinvolgimento
loro risposta agli stimoli fisiologici e tendono di meccanismi di IV tipo cellulo-mediati e
a permanere costantemente dilatate, con un frequente interessamento patologico della
quadro di iperemia persistente. cornea, legato in parte all’effetto tossico
Nelle fasi di acuzie della patologia può della proteina basica maggiore prodotta da-
rendersi necessario l’uso di cortisonici, che gli eosinofili.
vanno utilizzati per periodi limitati e sotto La forma primaverile colpisce soggetti in età
il controllo dello specialista oftalmologo. Gli prepuberale, più frequentemente di sesso

47
3. L’occhio rosso e irritato

sintomatologia perdura tutto l’anno, con


periodi di esacerbazione dei sintomi, che
consistono in prurito, bruciore, fotofobia,
lacrimazione.
La forma gigantopapillare è determinata
dal contatto prolungato con protesi oculari,
Figura 3.8. Congiuntivite primaverile: papille alla congiunti- suture o lenti a contatto. In genere la rimo-
va tarsale superiore zione della causa determina una progressiva
risoluzione del quadro patologico.
maschile, a partire dai tre anni di età, e ten- In queste ultime tre forme cliniche, in cui
de a migliorare dopo la pubertà. Si distingue predominano reazioni cellulo-mediate, la
una forma palpebrale, con marcata reazione terapia con antistaminici e stabilizzatori di
papillare della congiuntiva tarsale, che as- membrana si rivela generalmente insuffi-
sume spesso un aspetto ad acciottolato ro- ciente, soprattutto nelle fasi di acutizzazione
mano (Figura 3.8), ed una forma corneale della malattia; si rende necessario pertanto
limbare, con edema ed ispessimento della in questi casi il ricorso a terapia cortisonica.
zona di confine tra la cornea e la congiunti- Nei quadri clinici più impegnativi una utile
va e formazione di caratteristiche chiazzette risorsa è rappresentata dagli immunomodu-
rilevate, denominate noduli di Trantas. Le latori per uso topico (Ciclosporina, Tacro-
manifestazioni limbari e palpebrali possono limus), che non danno luogo ad effetti sul
coesistere e presentano massima espressione tono oculare e sul processo di catarattoge-
stagionale nel periodo primavera-estate. nesi, ma devono essere instillati per periodi
Sono frequenti le complicazioni corneali, da prolungati, in quanto agiscono prevalente-
microerosioni epiteliali puntate, fino alla for- mente sui linfociti, la cui emivita è di circa
mazione di ulcere a scudo, con conseguenti 90 giorni; sono terapie che vanno comunque
fenomeni di cicatrizzazione e formazione di costantemente monitorate dall’oftalmologo,
opacità dello stroma. soprattutto in caso di prescrizione ai pazienti
La cheratocongiuntivite atopica si presenta in età pediatrica affetti da cheratocongiunti-
in soggetti adulti con storia familiare di ec- vite primaverile.
zema (95%) o di asma (87%); ha maggiore I dati clinici essenziali per l’approccio dia-
espressione nella fascia di età tra i 30 e i gnostico e terapeutico delle diverse forme di
50 anni e si associa in genere a dermatite allergia oculare sono riportati in sintesi nelle
atopica; sono presenti quasi costantemente Figure 3.9 e 3.10.
alterazioni palpebrali e lesioni corneali. La Una flogosi congiuntivale può essere anche

48
La nutraceutica oculare

Fig. n. 9: Congiuntiviti allergiche

FORMA CLINICA EZIOLOGIA TRATTAMENTO PROGNOSI

Congiuntivite allergica IgE mediata Antistaminici buona


stagionale o perenne (pollini/acari o animali) Stabilizzatori di membrana

Cheratocongiuntivite Sconosciuta Cortisonici Guarigione dopo la pubertà


primaverile (HLA A19) Immunomodulanti Possibili esiti
(vernal)

Cheratocongiuntivite atopica Sconosciuta Cortisonici V decade di vita


(Th2?) Immunomodulanti Possibili esiti (cataratta)
Corpi estranei
Congiuntivite gigantopapillare Lenti a contatto, Suture Rimozione delle cause Buona dopo allontanamento
(Th2) Cortisonici delle cause

Figura 3.9. Congiuntiviti allergiche: approccio diagnostico-terapeutico

Figura 3.10. Algoritmo diagnostico delle congiuntiviti allergiche (Troisi S.: Immunity, Allergy,
Asthma e COPD Forum - Paestum (SA) 25-26/11/2016)
Fig. n. 10: Algoritmo diagnostico delle congiuntiviti allergiche (Troisi S.: Immunity, Allergy, Asthma e COPD Forum - Paestum (SA) 25-26/11/2016)

determinata da un’alterazione persistente distingue uno strato mucinico profondo, pro-


del film lacrimale precorneale (Figure 3.11). dotto dalle cellule mucipare caliciformi, che
Le lacrime presentano una complessa com- si aggancia alle glicoproteine di membrana
posizione che ne favorisce la stratificazione presenti sulle microvillosità della superficie
sulla superficie oculare e ne impedisce una delle cellule epiteliali, una fase intermedia
rapida evaporazione ed eliminazione in acquosa, secreta dalle ghiandole principali,
base alla legge di gravità; in particolare si in cui sono disciolte una miriade di sostanze

49
3. L’occhio rosso e irritato

endogene ed esogene; i disturbi sono più fre-


quenti nel sesso femminile e in menopausa,
nonchè in corso di alcune terapie sistemiche
(antistaminici, antiipertensivi, psicofarmaci,
prodotti ormonali) e locali (antistaminici,
beta bloccanti ed altri farmaci antiglau-
comatosi). In ogni caso l’effetto principale
consiste in un aumento dell’osmolarità delle
lacrime, che presenta effetti tossici con li-
Figura 3.11. Paziente affetto da dry eye
berazione di citochine ed altre sostanze flo-
gogene e sviluppo di fenomeni infiammatori
con significato protettivo, nutritivo e di co- e di lesioni delle cellule epiteliali. I primi
municazione intercellulare (mediatori bio- provvedimenti da assumere in questi casi
chimici), e uno strato lipidico superficiale, sono quelli rivolti alla rimozione delle cause
prodotto dalle ghiandole palpebrali di Mei- della disfunzione e a ristabilire rapidamente
bomio, che contrasta il processo di evapo- un certo equilibrio somministrando sostituti
razione. lacrimali, a base di acido ialuronico o di altri
Le disfunzioni lacrimali possono originare polimeri mucoadesivi. Quando però si sono
da una ridotta produzione della ghiandola instaurati fenomeni infiammatori, queste
principale, come in molte malattie autoim- misure non sono più sufficienti e bisogna
muni, quali l’artrite reumatoide, la derma- somministrare steroidi a basso dosaggio o
tomiosite, la sclerodermia e, più caratteri- ciclosporina in collirio; diverse evidenze cli-
sticamente, nella sindrome di Sjogren, in niche mostrano che anche l’assunzione orale
cui si verifica una lesione delle strutture di elevate concentrazioni di acidi grassi po-
ghiandolari lacrimali e salivari associata ad linsaturi (omega 3) contribuisce a ridurre la
infiltrati infiammatori; più frequentemente produzione di mediatori dell’infiammazione.
sono legate ad aumento dell’evaporazione, La situazione diventa ancora più complessa
come nelle infiammazioni delle ghiandole di in presenza di lesioni delle cellule epiteliali,
Meibomio, nei portatori di lenti a contatto o per le quali bisogna intervenire con prodotti
semplicemente per esposizione ad ambienti che favoriscono la riepitelizzazione e, a vol-
eccessivamente ventilati o per una ridotta te, con derivati ematici autologhi (autosiero,
frequenza di ammiccamento, come negli concentrati piastrinici).
operatori ai videoterminali. Le cause di un Vanno infine considerate le congiuntiviti da
disturbo del film lacrimale sono molteplici, agenti irritanti; esse presentano una sinto-

50
La nutraceutica oculare

matologia proporzionale al tipo e all’entità 3.3 Occhio rosso dolente:


dell’esposizione all’agente lesivo. Le cause quadri clinici di allarme
più frequenti di infiammazione da agenti L’occhio rosso e dolente è dovuto in genere a
fisici sono l’esposizione eccessiva ai raggi patologie di maggiore impegno diagnostico
X ed UV (cheratocongiuntiviti attiniche); e terapeutico, quali il glaucoma acuto, l’i-
la terapia si avvale soprattutto di sostituti ridociclite acuta, infezioni o corpi estranei
lacrimali ed antiinfiammatori. Allorquando corneali, scleriti ed episcleriti.
è presente un interessamento della cornea, Mentre la congiuntiva presenta una scarsa
questo tipo di infiammazione da luogo ad innervazione sensitiva, questa è molto rap-
una sintomatologia intensamente dolorosa, presentata a livello della cornea e della tu-
che, nel caso delle forme attiniche, si acuisce nica vascolare dell’occhio (uvea) e ciò spiega
caratteristicamente nelle ore notturne. la comparsa della sintomatologia dolorosa,
Tra le sostanze chimiche, bisogna conside- che può essere anche molto intensa.
rare quelle inorganiche (zolfo, cloro, ammo- Il glaucoma acuto è una patologia grave, se
niaca, fluoro, sostanze lacrimogene), quelle non viene tempestivamente ed efficacemente
di origine organica (succhi di alcune piante, trattata, che compare in soggetti predispo-
peli delle processionarie, polveri di legno, sti. Insorge acutamente in persone che non
grano, tabacco) e le forme iatrogene (colliri avevano mai presentato sintomi riferibili ad
per il glaucoma, FANS, vasocostrittori). Le un rialzo della pressione endoculare o come
causticazioni più frequenti sono provocate da acuzie di un glaucoma cronico congestizio;
prodotti di uso casalingo (candeggina, am- si manifesta caratteristicamente con violento
moniaca, acido muriatico e vari detergenti) o dolore in sede orbitaria, in genere monola-
professionale (calce). In generale il contatto terale, associato a lacrimazione, fotofobia,
con sostanze alcaline è più grave rispetto riduzione del visus e visione di aloni colo-
agli acidi, in quanto le lesioni tessutali sono rati intorno alle sorgenti luminose; a volte
più profonde e proseguono anche dopo aver si associa una sintomatologia generale, che
rimosso la sostanza tossica. Il primo provve- può essere fuorviante, dominata da nausea,
dimento consiste in una irrigazione dell’oc- vomito, bradicardia, brividi. All’esame alla
chio con acqua sterile o soluzione salina per lampada a fessura si evidenzia iperemia più
almeno trenta minuti. Nelle forme più lievi marcata in sede pericheratica, edema del-
può essere sufficiente la prescrizione di ciclo- la cornea, riduzione della profondità della
plegici e pomate antibiotiche; le forme con camera anteriore, midriasi poco o per nul-
marcata chemosi ed edema corneale richie- la reagente allo stimolo luminoso diretto,
dono ricovero ospedaliero. consistenza lignea del bulbo oculare, per la

51
3. L’occhio rosso e irritato

presenza di marcato ipertono (in genere oltre minoso, presenza di aderenze irido-capsu-
40 mmHg); all’esame gonioscopico, l’ango- lari (sinechie posteriori) e di depositi sulla
lo della camera anteriore è chiuso per tutta faccia posteriore della cornea. La pressione
la sua estensione. In genere anche l’occhio endoculare in genere si riduce, anche se in
controlaterale presenta una camera anterio- alcuni casi può aumentare per un blocco in-
re di profondità ridotta ed un angolo stretto, fiammatorio del trabecolato o per un blocco
che costituiscono una condizione predispo- pupillare causato dalle sinechie. Le cause
nente allo sviluppo della patologia. sono più spesso sistemiche, riconducibili a
L’ipertono deve essere trattato nel più bre- reazioni autoimmunitarie o a foci infettivi, in
ve tempo possibile, onde evitare un danno genere a partenza da organi contigui, quali
ischemico, irreversibile da schiacciamento denti, orecchio, prime vie respiratorie; più
del nervo ottico. Vengono utilizzati inibi- raramente sono in gioco fattori locali, pe-
tori dell’anidrasi carbonica per via orale e raltro più agevolmente identificabili, quali
Mannitolo al 18% in flebo rapida endovena traumi, distacco di retina o cheratiti; nella
per ottenere una rapida riduzione del tono maggior parte dei casi, però, non si riescono
oculare per diuresi osmotica. Possono essere a identificare i meccanismi causali, per cui si
somministrati localmente betabloccanti, ini- parla di forme idiopatiche.
bitori dell’anidrasi carbonica, antiinfiamma- La terapia locale è aspecifica e comprende
tori e parasimpaticomimetici (Pilocarpina midriatici e clicloplegici, da associare ai col-
2% coll o Glamidolo coll). Alla risoluzione liri steroidei, che rappresentano la principale
del quadro acuto si effettua una iridotomia risorsa terapeutica; nei casi di flogosi più in-
periferica con YAG-laser o un intervento chi- tensa, i cortisonici possono essere sommini-
rurgico, per prevenire una nuova crisi; analo- strati anche per via iniettiva sottotenoniana
ghe valutazioni devono essere fatte sull’altro e sistemica. I dosaggi vengono modulati in
occhio, per un eventuale trattamento a scopo base all’entità del processo infiammatorio e
preventivo. alla risposta terapeutica.
L’uveite anteriore acuta si manifesta in Laddove viene identificata la causa si agisce
genere soggettivamente con dolore e foto- specificamente su di essa, onde ridurre il ri-
fobia, con una riduzione del visus, propor- schio di recidive, pur sempre presente.
zionale al grado di essudazione in camera Le erosioni recidivanti della cornea sono
anteriore (fenomeno di Tyndall); dal punto abrasioni corneali minime, che si presen-
di vista obiettivo, si può osservare iniezione tano generalmente al risveglio, in pieno
pericheratica, associata a costrizione della benessere, con senso di corpo estraneo o
pupilla e scarsa reattività allo stimolo lu- di puntura, dolore, bruciore, lacrimazione e

52
La nutraceutica oculare

fotofobia. All’esame alla lampada a fessura pitelio e la membrana di Bowman. Spesso


e con l’impiego di coloranti vitali è possi- è sufficiente l’utilizzo prolungato di sostituti
bile evidenziare più agevolmente le lesioni lacrimali durante il giorno e di un gel o una
corneali. In genere si verificano in soggetti pomata prima di coricarsi; nei casi resistenti
che hanno avuto una pregressa lesione cor- sono state proposte varie procedure chirur-
neale, anche apparentemente banale, ma giche o parachirurgiche, tra cui la completa
con un andamento netto lineare, come un asportazione dell’epitelio, per stimolare una
colpo d’unghia, da pettine o dal margine uniforme ricrescita dello strato basale.
di un foglio. In questi casi la riparazione Le cheratiti rappresentano un gruppo di af-
dello strato epiteliale avviene spesso senza fezioni potenzialmente gravi, perchè nella
che venga ripristinata la normale coesione loro progressione possono determinare una
con il sottostante strato di Bowman, per cui perforazione dell’occhio o la formazione di
l’apertura dell’occhio al risveglio, dopo pro- cicatrici che determinano una riduzione della
lungato contatto dello strato epiteliale della capacità visiva. Le forme infettive rappresen-
cornea con la superficie interna della palpe- tano per questi motivi delle emergenze oftal-
bra, determina uno sfaldamento dell’area mologiche. Come già riportato a proposito
epiteliale non ben consolidata; la sintoma- delle congiuntiviti, le infezioni corneali pos-
tologia migliora nel corso della giornata per sono essere dovute a batteri, miceti, virus;
l’intervento dei fisiologici processi riparativi, devono essere inoltre menzionate le infezioni
che però non sono in grado di assicurare da protozoi, in particolare quelle da Acan-
una normale e stabile adesione agli strati thamoeba, di più rara evenienza, ma con
sottostanti. Analoghe lesioni possono deter- evoluzione ingravescente e possibili esiti ir-
minarsi in pazienti affetti da distrofie corne- reversibili. La penetrazione dei germi all’in-
ali epiteliali o stromali; in questi casi sono terno della cornea avviene generalmente in
evidenti le alterazioni di base della cornea seguito ad una lesione di origine traumatica;
da cui hanno origine gli episodi di erosione. le cause più frequenti sono abrasioni infette,
Il quadro acuto si risolve rapidamente con corpi estranei, lesioni da ciglia in trichiasi
bendaggio ed uso di pomate antibiotiche o o da uso scorretto delle lenti a contatto. In
con l’applicazione di una lente corneale te- particolare l’uso continuativo di queste lenti
rapeutica e l’uso di colliri; nei casi di origine (giorno e notte) aumenta di oltre 10 volte il
traumatica, la definitiva risoluzione del qua- rischio di infezione corneale. Normalmente le
dro clinico può richiedere anche diversi mesi, palpebre, l’epitelio corneale, il film lacrimale
per permettere la corretta formazione di e la flora batterica saprofita svolgono infatti
emidesmosomi tra lo strato profondo dell’e- un complesso gioco di squadra che previene

53
3. L’occhio rosso e irritato

l’insorgenza e lo sviluppo delle infezioni, ma Esistono comunque quattro specie patogene,


il sopraggiungere di una azione lesiva che che sono in grado di penetrare attraverso
mina questo sistema difensivo determina lo l’epitelio intatto della cornea, in assenza di
sviluppo del processo infettivo, la cui suc- precedenti lesioni traumatiche: Gonococco,
cessiva evoluzione è condizionata dall’equi- Corynebacterium diphteriae, Haemophilus
librio tra la virulenza del germe e l’efficienza Aegypthius e Listeria Monocytogenes. La
dei meccanismi di difesa dell’ospite. Certa- contaminazione da parte di questi microrga-
mente alcune patologie sistemiche, come il nismi espone pertanto a rischi elevati.
diabete mellito, le malattie del collageno e Le cheratiti fungine vanno incontro abi-
le condizioni di ridotte difese immunitarie, tualmente a suppurazione e a formazione
l’uso di farmaci immunosoppressivi e mol- di ulcere a margini sfumati e bordi rilevati;
te situazioni locali, che comportano minore in molti casi è possibile osservare una pig-
sensibilità o ridotta efficienza della barriera mentazione marrone e la presenza di lesioni
epiteliale, favoriscono l’azione lesiva di mi- satelliti; in altri casi si rileva un infiltrato
crorganismi dotati di una certa virulenza. I dello stroma corneale profondo senza ulce-
batteri più frequentemente isolati sono i coc- razione dell’epitelio sovrastante; le infezioni
chi gram positivi ed i bacilli gram positivi e micotiche tendono a sviluppare nella loro
negativi. In realtà oltre l’80% delle infezioni evoluzione essudazione in camera anteriore,
è causato da specie batteriche appartenenti con formazione di cherato-ipopion.
a quattro gruppi: Stafilococchi e micrococ- In base al solo criterio clinico non è facile
chi, Streptococchi, Pseudomonas ed Entero- sospettare una forma micotica, piuttosto che
bacteriaceae. I gram positivi determinano un una di origine batterica; pertanto, nei casi in
danno corneale per effetto delle esotossine cui non sia stata fatta una diagnosi micro-
ed degli enzimi prodotti, i gram negativi a biologica e che non rispondono ad una te-
causa delle esotossine e delle endotossine, rapia antibiotica ad ampio spettro dovrebbe
contenute nella parete batterica. essere sempre tenuta presente la possibilità
Le ulcere da batteri gram positivi si presen- di un agente fungino.
tano più localizzate, a margini definiti, con Le lesioni corneali, data l’ampia innervazio-
modesto edema perilesionale, mentre quelle ne, sono caratterizzate da dolore e fotofobia:
da gram negativi mostrano in genere segni la presenza di un’ulcerazione infatti mette a
di suppurazione più marcata, essudati ade- nudo le terminazioni nervose, che vengono
renti ai margini e al fondo dell’ulcera, infil- fortemente stimolate; si associa in genere
trati di maggiori dimensioni e progressione iniezione pericheratica, congestione iridea e
più rapida, con necrosi stromale. riduzione del visus, in particolare nelle forme

54
La nutraceutica oculare

Lieve Moderata
Severa

Dimensione del difetto < 2 mm Da 2 a 5 mm > 5 mm

Profondità dell’ulcera < 20 % Dal 20 al 50 % > 50 %

Infiltrato Superficiale Denso Denso

Sclera Normale Normale A volte interessata

Figura 3.12. Criteri di valutazione dell’ulcera corneale (Kaufman, 1988, modificato)


Fig, n. 12: Criteri di valutazione dell'ulcera corneale (Kaufman, 1988, modificato)

centrali. In base all’estensione in profondi- profondità del processo ulcerativo, sino alla
tà del danno tessutale, le cheratiti possono perforazione. Questa evenienza è assoluta-
essere distinte in superficiali ed interstiziali. mente drammatica: il paziente avverte la
La gravità dell’infezione è determinata dal- fuoriuscita di un liquido caldo dall’occhio
la localizzazione, dalla dimensione e dalla con riduzione della sintomatologia dolorosa;
conformazione del difetto epiteliale, dalla la camera anteriore è abolita, con possibile
presenza di suppurazione o di edema, dal impegno dell’iride o del cristallino in corri-
grado di reazione in camera anteriore e da spondenza della breccia corneale.
un eventuale coinvolgimento sclerale (Figu- In base alla loro localizzazione le ulcere si
ra 3.12). Le forme superficiali interessano distinguono in centrali e marginali (loca-
essenzialmente lo strato epiteliale e sono lizzate o circonferenziali). Le prime hanno
facilmente evidenziabili alla osservazione origine traumatica o infettiva; le forme mar-
alla lampada a fessura con filtro blu cobalto ginali, situate in prossimità dei vasi periche-
dopo instillazione di colorante vitale fluore- ratici, possono derivare anche da patologie
scente (fluoresceina o soluzione a base di sistemiche, su base autoimmune, infettiva o
riboflavina). Nelle forme interstiziali, le le- anche neoplastica. I criteri per distinguere
sioni si approfondiscono nello stroma corne- un’ulcerazione settica da una forma sterile
ale sotto forma di focolai bianco-grigiastri; sono specificati nella Figura 3.13.
la progressione della patologia comporta L’approccio terapeutico presuppone innan-
intorbidamento dell’umore acqueo, essuda- zitutto la rimozione di eventuali cause, quali
zione nella porzione inferiore della camera corpi estranei o ciglia in trichiasi. Bisogna
anteriore (cherato-ipopion) ed estensione in assicurarsi che le vie lacrimali siano pervie,

55
3. L’occhio rosso e irritato

Sterile Infettiva

Localizzazione Generalmente periferica Centrale

Dimensione Piccola (0.1 - 1.5 mm) Grande (> 2.0 mm)

Usualmente staining modesto o


Difetto epiteliale Staining presente
assente

Iniezione Congiuntivale Localizzata Diffusa

Reazione in CA Assente o lieve Da lieve a severa

Secrezione Assente o sierosa Mucopurulenta

Dolore Assente o lieve Da moderato a severo

Fotofobia Lieve o assente Presente

Positivi, se non per un falso


Esami culturali Negativi, se non da contaminazione
negativo

Figura 3.13. Criteri per la distinzione tra ulcera sterile e settica (Swoka, 1977, modificato)

in modo da evitare un eccessivo ristagno di sterile, deve essere immediatamente coltiva-


liquido lacrimale e di germi. Nelle forme su- to nei terreni di coltura: Agar sangue, Agar
perficiali può essere sufficiente somministra- Cioccolato, Brodo Tioglicato, Sabouraud. La
re una pomata antibiotica ad ampio spettro, formazione di colonie permette di identifi-
associata a cicloplegici, per ridurre la reazio- care agevolmente il germe o i germi respon-
ne infiammatoria e la sintomatologia dolo- sabili del processo e di eseguire un antibio-
rosa; in quelle più profonde è assolutamente gramma, per selezionare i farmaci più attivi
consigliabile eseguire esami microbiologici, (terapia mirata).
effettuando il prelievo ai margini dell’ulcera. Tra le forme virali, quella da herpes sim-
Nelle forme più aggressive il paziente deve plex è la più frequente. Alla formazione di
essere quotidianamente monitorato e può microvescicole epiteliali segue rapidamente
essere necessario ricorrere a colliri rinforzati una perdita di sostanza con configurazione
specifici, da somministrare anche ogni ora arborescente (ulcera dendritica) o a carta
per arrestare la progressione dell’infezione. geografica (Figura 3.14), con bordi policicli-
Inutile sottolineare quanto sia importante ci e sottominati, per la presenza di edema
in queste forme l’identificazione dell’agente epiteliale. La sintomatologia è caratteristi-
causale. Il prelievo, eseguito con tampone camente monolaterale, con iperemia, dolore,

56
La nutraceutica oculare

facilmente riconoscibile per la presenza di ve-


scicole cutanee lungo il decorso del nervo. Le
lesioni corneali sono in genere più estese ma
meno profonde. Il trattamento è analogo alle
forme da herpes simplex, ma in alcuni casi
il paziente deve essere ricoverato in ospeda-
le per la gestione sistemica della malattia e
Figura 3.14. Ulcera erpetica a carta geografica il trattamento della nevralgia che spesso si
associa o segue la fase acuta e che può rima-
fotofobia, lacrimazione, spesso associata ad nere persistente per diversi mesi.
eruzione vescicolare sulla cute palpebrale. Le La cheratite da Acanthamoeba è un’evenien-
manifestazioni cliniche sono dovute ad una za grave che deve essere sempre sospettata in
riattivazione del virus, che rimane latente nei portatori di lenti a contatto, soprattutto allor-
gangli nervosi, per una condizione di stress o quando non eseguono una adeguata manu-
riduzione delle difese immunitarie. La tera- tenzione; in particolare il parassita, essendo
pia si avvale dell’uso di antivirali (Aciclovir praticamente ubiquitario e largamente diffu-
o derivati) somministrati localmente e, nel- so nell’acqua corrente, può contaminare le
le forme più aggressive, per via sistemica. lenti che vengono a contatto con l’acqua del
Un collirio cicloplegico può essere associato rubinetto o della piscina; alcuni casi possono
per ridurre la reazione infiammatoria ed un verificarsi semplicemente perchè non vengo-
antibiotico ad ampio spettro nel sospetto di no asciugate le mani prima di maneggiarle.
una sovrainfezione batterica; sono invece Per lo sviluppo della cheratite è necessaria la
assolutamente controindicati i cortisonici. La presenza di una lesione di continuo dell’e-
terapia locale antivirale andrà ridotta e poi pitelio corneale, evenienza non rara proprio
sospesa in base alla risposta terapeutica, in nei portatori di lenti a contatto, che sono per-
quanto presenta nel tempo tossicità epitelia- tanto maggiormente esposti al rischio di svi-
le; quella sistemica, nei casi che vanno in- luppare la patologia. Inizialmente il paziente
contro a frequenti recidive, viene prolungata riferisce rossore e dolore; il quadro iniziale si
per mesi o anche per anni a scopo profilattico presenta con lesioni epiteliali o sottoepiteliali
con il minimo dosaggio sufficiente ad evitare minime che non sembrano commisurate alla
riaccensioni della patologia. sintomatologia dolorosa spesso intensa riferi-
La cheratite da Herpes Zoster è dovuta a ri- ta dal paziente. Con il progredire del processo
attivazione del virus della varicella a livello infettivo si verificano infiltrati anulari o rami-
della prima branca del trigemino. In genere è ficati (secondo l’andamento delle terminazio-

57
3. L’occhio rosso e irritato

ni nervose sub-epiteliali) e reazione infiam- bia, intensa iperemia congiuntivale, saltuaria


matoria in camera anteriore. L’andamento è chemosi e dolore, talvolta irradiato alle tem-
progressivamente ingravescente fino a com- pie ed alla mascella. Richiedono trattamento
promissione della cornea e perforazione, con con corticosteroidi per via topica e sistemica
necessità di trapianto corneale d’urgenza. La e FANS, oltre che un preciso inquadramento
terapia è impegnativa e prolungata, in quan- diagnostico e terapeutico per quanto concer-
to è necessario eradicare completamente an- ne la patologia sistemica di base.
che le forme cistiche, estremamente resisten-
ti. I farmaci più efficaci sono la Propamidina 3.4 Conclusioni
Isetionato 0.1%, Poliesametilene Biguanide L’occhio rosso può essere espressione di
0.02% e la Clorexidina 0.02-0.06%, tutti disturbi di scarsa rilevanza ed autolimitan-
prodotti non facilmente reperibili e provvisti ti, ma anche di patologie gravi in grado di
di tossicità per l’epitelio corneale. determinare rapidamente una grave compro-
Le episcleriti sono affezioni benigne recidi- missione della funzione visiva. È fondamen-
vanti, usualmente bilaterali, tipiche dell’età tale pertanto saper riconoscere alcuni sinto-
adulta. Si manifestano con improvviso ed mi, quali il dolore e la riduzione del visus, ed
intenso arrossamento dell’occhio, general- alcuni segni, quali una reazione infiammato-
mente a settore, aumento della lacrimazione; ria pericheratica ed alterazioni della pupilla,
la sintomatologia dolorosa è molto variabile, che sono indizi di condizioni più urgenti, che
da lieve a molto intensa, in genere limitata richiedono un rapido consulto oftalmologico
all’occhio senza irradiazione alla fronte; non (Figura 3.7). Anche alcune patologie più co-
è presente secrezione. A seconda della confi- muni, quali la maggior parte delle congiun-
gurazione dell’area infiammata sono definite tiviti, richiedono una diagnosi eziologica, per
semplici o nodulari. La maggior parte dei casi un approccio terapeutico specifico e mirato,
si risolve spontaneamente nell’arco di 10-20 onde evitare il rischio di cronicizzazione o di
giorni; è utile nelle forme nodulari la sommi- estensione del danno alle altre strutture della
nistrazione di cortisonici topici. superficie oculare, con alterazione dei fisio-
Le scleriti sono affezioni gravi, determinate il logici equilibri e necessità di porre in atto in
più delle volte da patologie reumatiche e più seguito terapie più complesse ed articolate.
in generale autoimmunitarie, come l’artrite Una diagnosi precisa consente peraltro di
reumatoide e il LES: si manifestano con ridu- evitare la somministrazione di farmaci inutili
zione del visus e dolore. Si dividono in forme e potenzialmente dannosi, che talvolta inne-
nodulari, diffuse e necrotizzanti. Le manife- scano dei circoli viziosi che sono causa essi
stazioni cliniche sono lacrimazione, fotofo- stessi della cronicizzazione dei processi.

58
La nutraceutica oculare

Bibliografia

• American Academy of Ophthalmology: Malattie Imm All Ped, 01/2010 (11-18);


dell’occhio esterno e della cornea. Piccin, Nuo- • Troiano P.: Pronto Soccorso Oculistico, Quaderni
va Libraria 2007; di Oftalmologia SOI, 2013;
• American Academy of Ophthalmology: Mana- • Troisi S: Antibioticoprofilassi preoperatoria nel-
ging the Red Eye. KJ Johns, 2009; la chirurgia della cataratta: protocollo modula-
• Cennamo G, Del Prete A, Troiano P, Troisi S: La re basato sui profili di rischio. Viscochirurgia, 2,
citologia nella pratica oftalmologica. Quaderni 2010: 66-72;
di Oftalmologia della Società Oftalmologica • S. Troisi, M. Frigino: Trattamento delle lesioni
Italiana, INC, Pomezia (Roma), maggio 2013, corneali persistenti con Plasma ricco di pia-
pagg. 104 strine autologo in collirio. Superficie Oculare,
• Cronau H, Kankanala RR, Mauger T: Diagnosis Evidence Based Medicine, Roma, 3, 2/2013
and menagement of red eye in Primary Care. • S. Troisi, C. Caruso, M. Troisi, L. Pacente, E.
2010, Am Fam Physician, Jan 15;81(2):137- Chiariello Vecchio, P. Cirillo: A New Biological
144; Coloration for Corneal and Conjunctival Evalua-
• Kari O, Saari KM: Updates in the treatment tion of Epithelial Injuries. Abstract book XXXIV
of ocular allergies. J Asthma Allergy 2010, Congress of The ESCRS, Cophenagen, 10-
3:149-158; 14.09.2016;
• La Rosa M: Congiuntivite allergica - Una pano- • Troisi S., Del Prete A.: L’esame citologico nelle
ramica Clinica. Highlights of >Ophthalmolo- flogosi oculari, Typos, Bari, 2008;
gy, 43, 3-4(20), 2015; • Wilhelmus KR: Antiviral treatment and other
• Lemp MA: Advances in understanding and therapeutic interventions for herpes simplex vi-
managing dry eye disease. Am J Ophyhalmol rus epithelial keratitis, Cochrane Database Syst
2008; 146(3): 350-6; Rev, 2010; (12);CD002898;
• Lumbroso B, Tedeschi E: Manuale di pronto • Wirbelauer C: Menagement of the red eye for
soccorso oculistico, INC, Roma, 2001, ISBN the primary care physician. Am J Med, 2006
88-900192-9-8; Apr, 119(4): 302-6;
• Pucci N, Pingitore G, Arrigoni S et al: Diagnosi • Wright HR: Trachoma. Lancet 2008; 371
differenziale delle congiuntiviti allergiche, Riv (9628): 1945-54.

59
La nutraceutica oculare

4. Computer e secchezza oculare


Luigi Mele, Marco Iorio

caratterizzata dalla presenza di disturbi oculo


Tutti coloro che utilizzano il personal computer,
per motivi personali e di lavoro spesso lamen- visivi e posturali che, sebbene interessi tutti i
tano occhi stanchi, visione sfuocata e bruciore videoterminalisti, si manifesta più precocemen-
oculare. te, ed in maniera più evidente, nei soggetti che
presentano problematiche visive.
I primi studi sugli effetti del videoterminale fu-
rono condotti a fine anni ’80, quando il compu- I sintomi principali sono:
– Astenopia (cefalea; visione sfuocata da vi-
ter iniziò a diffondersi in modo significativo. Fu
negli anni ’90, però, che a fronte del vero boom cino, visione sfuocata da lontano, ritardo di
dell’uso del computer iniziava a essere chiaro messa a fuoco nel passaggio dalla visione per
il fatto che il suo uso prolungato e continuo vicino a quella per lontano)
potesse arrecare disturbi alla salute in quanto – Secchezza oculare;
iniziarono a presentarsi frequenti sintomi che – Disturbi muscolo-scheletrici (dolenzia al ra-
l’American Optometric Association (AOA) riunì chide cervicale, dorsale, ed al cingolo scapo-
sotto il nome di Computer Vision Syndrome lare)
(CVS). I sintomi si presentano quando la richiesta ac-
Ad oggi si stima che la prevalenza dei sinto- comodativa eccede le abilità visive dell’indivi-
duo: come nel caso di soggetti affetti da vizi
mi oculari tra coloro che utilizzano il videoter-
minale per più di 4 ore al giorno, abbia un refrattivi di lieve entità i quali potrebbero non
range compreso tra il 25% ed 93%. Le cause inficiare le normali attività quotidiane, ma che
sono associate alle elevate richieste di lavoro diventano “inabilitanti” durante l’uso prolun-
gato del videoterminale.
visivo, all’ergonomia posturale e visiva, ed alla
presenza di eventuali ametropie non corrette o Non sono da sottovalutare, inoltre, le caratte-
disordini accomodativi e/o binoculari. ristiche del display, del videoterminale e delle
condizioni ambientali (l’illuminazione, i rifles-
4.1 Computer Vision Syndrome si, la scarsa qualità del monitor, la disposizione
La Computer Vision Syndrome (CVS) è una con- della postazione di lavoro, ecc.) che possono
dizione clinica, scientificamente riconosciuta, causare un ulteriore incremento della domanda

61
4. Computer e secchezza oculare

visiva, aggravando il corredo sintomatologico.


Un alto tasso di successo nella risoluzione dei
sintomi (Sheedy e Parsons, 1990) si può ot-
tenere solo trattando le condizioni visive che
causano la CVS e, nel contempo, indagando e
risolvendo le problematiche ergonomiche della
postazione di lavoro.
Nonostante molti studi abbiano dimostrato
che i problemi più frequenti, che interessano
i videoterminalisti, siano quelli legati all’ap-
Figura 4.1. Posizione scorretta
parato visivo, il 22% di essi presenta disturbi
muscoloscheletrici associati e che l’intensità dei
predetti sintomi sia direttamente proporzionale visione per vicino a quella per lontano, visione
al numero di ore ed all’intensità lavorativa; non doppia, irritazione oculare e lacrimazione.
a caso tutti gli studi sono concordi sul ritenere Può riconoscere tanto una etiologia prettamente
come elemento diagnostico differenziale il fatto oculare nella quale tutti i vizi di refrazione e
che tale corredo sintomatologico si affievoli- le patologie oculari possono causare astenopia,
sce, ed in alcuni casi scompare, durante il We- quanto cause extraoculari quali una alterata
ek-end. illuminazione ambientale o il cattivo posiziona-
mento del videoterminale.
Astenopia In questi casi è fondamentale correggere, per-
Si usa il termine di astenopia per indicare quel- fettamente, i vizi refrattivi presenti, curare le
la condizione di affaticamento visivo così come diverse patologie oculari ed ottimizzare l’illu-
venne definita da Duke-Elder nel 1949 secon- minazione e la postazione di lavoro.
do il qualè è “quella sensazione che si avverte In alcuni lavoratori però, soprattutto giovani e
quando si prende coscienza del lavoro dell’ap- senza evidenti difetti refrattivi, la visione pro-
parato oculare per rendere chiara una visione lungata a una distanza ravvicinata, quale quel-
per mezzo d’aggiustamenti talora inefficaci la del videoterminale, provoca comunque un
dell’accomodazione”. cambiamento del livello di accomodazione to-
È la condizione clinica più frequente nei video- nica, il c.d. spasmo accomodativo,responsabile
terminalisti ed è caratterizzata da diversi sinto- della comparsa di una miopia temporanea, cd.
mi, più o meno associati, quali: cefalea, visione pseudomiopia, con conseguente sfuocamento
sfuocata da vicino, visione sfuocata da lontano, degli oggetti posti a grandi distanze dopo il la-
ritardo di messa a fuoco nel passaggio dalla voro da vicino.

62
La nutraceutica oculare

I risultati mostrano come vi sia un significativo


aumento della percentuale di ammiccamenti
incompleti e una maggiore instabilità del film
lacrimale durante l’utilizzo del PC rispetto alla
carta stampata.
In tutti questi casi è fondamentale che il vi-
doterminalista instilli colliri a base di sostituti
lacrimali per ridurre l’osmolarità del film lacri-
male e idratare la superficie oculare.

Figura 4.2. Posizione corretta


Disturbi muscolo scheletrici
Molti pazienti che mantengono la stessa posi-
In questi casi è inutile l’utilizzo di correzioni zione per lunghi periodi di tempo presentano
ottiche mentre risulta fondamentale eseguire dolenzia al collo, alle spalle o alla schiena. I
delle pause lavorative, ogni tot. Ore, al fine di sintomi sono dovuti allo stress tonico della mu-
consentire il ripristino della normale tonicità scolatura, causato dall’assunzione di una po-
accomodativa. stura non ottimale per lunghi periodi di tempo.
Una spiegazione del problema deriva dalla ce-
Secchezza oculare lebre sentenza “gli occhi comandano il corpo”:
Coloro che lavorano al videoterminale sono più quando svolgiamo un compito che richiede un
esposti all’insorgenza di una sindrome da oc- elevato impegno visivo, il nostro cervello colloca
chio secco. gli occhi in una posizione adeguata affinché
La causa di ciò risiede nella riduzione della essi possano lavorare efficacemente; spesso,
frequenza degli ammiccamenti, secondaria però, la posizione preferenziale degli occhi va
all’impegno cognitivo ed alla attenzione richie- a discapito della postura generale del corpo. La
sti durante le ore lavorative, che determina una posizione scorretta causa uno stress muscolare
riduzione del ricambio lacrimale ed un aumento che, dopo qualche tempo, diventa sintomatica.
della sua evaporazione. Questi sintomi, inoltre, possono essere causati
Specifici studi, inoltre, hanno confrontato alcuni anche da una postazione di lavoro non adegua-
stimoli visivi (dimensione e contrasto uguale, ta all’utente: per esempio, se il monitor è posto
stessa distanza di lettura e stesso testo), som- troppo in alto si può avere male al collo o alla
ministrati nelle medesime condizioni ambienta- schiena o entrambi; se la tastiera è troppo alta
li (illuminazione ed ergonomia), valutandoli su invece si avrà male alle spalle (Figure 4.1-4.2).
carta stampata e computer.

63
4. Computer e secchezza oculare

Bibliografia

• Parihar JK, Jain VK, Chaturvedi P, Kaushik • Klamm J, Tarnow KG. Computer Vision Syn-
J, Jain G, Parihar AK Computer and visual drome: A Review of Literature. Medsurg
display terminals (VDT) vision syndrome Nurs. 2015 Mar-Apr;24
(CVDTS). Med J Armed Forces India. 2016 • Rosenfield M, Portello JK. Letter to the Edi-
Jul tor: Computer Vision Syndrome and Blink
• Ranasinghe P, Wathurapatha WS, Perera YS, Rate. Curr Eye Res. 2016 Apr;41
Lamabadusuriya DA, Kulatunga S, Jayawar- • Jaschinski W, König M, Mekontso TM, Oh-
dana N Computer vision syndrome among lendorf A, Welscher M. Computer vision
computer office workers in a developing syndrome in presbyopia and beginning pre-
country: an evaluation of prevalence and sbyopia: effects of spectacle lens type. Clin
risk factors. BMC Res Notes. 2016 Mar 9 Exp Optom. 2015 May;98
• Gowrisankaran S, Sheedy JE Computer vi- • Smith SC Computer vision syndrome. Insi-
sion syndrome: A review. Work. 2015;52 ght. 2013 Fall;38

64
La nutraceutica oculare

5. I sostituti lacrimali e l’interazione con


la superficie oculare
Ciro Caruso, Barbara Kusa

Il sostituto lacrimale ideale non esiste in L’acido ialuronico (HA) è un polisaccaride


quanto, allo stato delle conoscenze attuali, lineare formato da unità di disaccaridi con-
risulta scientificamente impossibile riprodurre tenenti N-acetyl-d-glucossamine e acido glu-
un collirio che contenga tutte le sostanze pre- curonico (Figura 5.1).
sdenti nel film lacrimale. Possiede una massa molecolare nell’ordine
Si intende, quindi, per sostituto lacrimale dei milioni di Dalton ed è dotato di interes-
quel prodotto contenete quelle sostanze che santi proprietà viscoelastiche e reologiche, e
possono integrare uno o più costituenti film reologiche, che sono l’espressione delle sue
lacrimale normale. caratteristiche polimeriche e di polielettrolita.
Tra le sostanze con riconosciuto effetto inte- L’HA è presente in numerosi fluidi e tessuti
grativo nei confronti del film lacrimale ritro- biologici, nei quali gioca un ruolo fondamen-
viamo l’acido ialuronico e l’ipromellosa. tale.
In clinica medica è utilizzato come marker
5.1 Acido Ialuronico diagnostico per varie patologie tra cui il can-
L’acido ialuronico è uno dei componenti fon- cro, l’artrite reumatoide e alcune malattie
damentali dei tessuti connettivi dell’uomo e epatiche. È utilizzato anche come principio
degli altri mammiferi. Conferisce alla pelle attivo, ad esempio per sopperire alle insuffi-
quelle sue particolari proprietà di resistenza cienze di liquido sinoviale nei pazienti artro-
e mantenimento della forma. Una sua man- sici mediante iniezioni intra-articolari. Inoltre
canza determina un indebolimento della pelle viene utilizzato nella chirurgia oftalmica, nel-
promuovendo la forma-
zione di rughe e ineste-
tismi. La sua concentra-
zione nei tessuti del corpo
tende a diminuire con
l’avanzare dell’età.
Figura 5.1. Posizione corretta

65
5. I sostituti lacrimali e l’interazione con la superficie oculare

la chirurgia otorinica e nella chirurgia estetica tante e come molecola antiurto nonché come
per rigenerare e ricostruire i tessuti molli. efficiente lubrificante (es. nel liquido sinovia-
Chimicamente è definibile come un glicosam- le) prevenendo il danneggiamento delle cellu-
minoglicano non solforato e privo di core pro- le del tessuto da stress fisici.
teico, dalla catena polisaccaridica non ramifi-
cata prodotta dalla condensazione di migliaia Le applicazioni in farmacologia
di unità disaccaridiche formate a loro volta da Le aree di applicazione clinica dell’HA e dei
residui di acido glucuronico e N-acetilgluco- suoi derivati sono state classificate da Balazs
sammina, legati tra di loro, alternativamen- nel 20041 nel seguente modo, in relazione
te, da legami glicosidici β1→4 e β1→3, alle loro finalità:
nonché da legami a idrogeno intramolecolari, 1. Protezione di tessuti delicati e fornitura di
che ne stabilizzano le conformazioni. A pH spazio durante interventi chirurgici
fisiologico i gruppi carbossilici delle unità 2. Aumento della viscosità, riempimento e
glucuroniche sono ionizzati, conferendo alla aumento di volume di un tessuto (come
molecola di ialuronato elevata polarità, e di la pelle), di un muscolo sfintere o di un
conseguenza una elevata solubilità in acqua. tessuto della faringe
Grazie a questa sua proprietà lo ialuronato 3. Separazione di tessuti connettivi con su-
è in grado di complessarsi con moltissime perfici traumatizzate a causa di procedu-
molecole di acqua raggiungendo un elevato re chirurgiche o di traumi, prevenzione di
grado di idratazione. Data la sua scarsissima adesioni o di eccessive formazioni cicatri-
solubilità nei tessuti idrofobici, in commercio ziali
per uso cosmetico, viene utilizzato come so- 4. Rimpiazzo o implementazione di fluidi
dio ialuronato, cioè viene convertito in forma tissutali (ad esempio rimpiazzo del fluido
salina regolando il valore del pH per renderlo sinoviale nei soggetti affetti da artrite per
maggiormente idrosolubile. Gli ialuronati so- alleviarne la sintomatologia)
lubili sono macromolecole di massa superio- 5. Protezione di tessuti sani, feriti o offesi
re a 1.000 kDa che danno luogo a soluzioni da secchezza o da agenti nocivi am-
chiare seppur dotate di elevata viscosità. bientali, promozione della guarigione di
L’acido ialuronico è capace di mantenerne il determinate superfici In farmacologia i
grado di idratazione, turgidità, plasticità e vi- gruppi carbossilati di HA sono utilizzati
scosità, poiché si dispone nello spazio in una per produrre idrogel cross-linked in grado
conformazione aggregata incamerando così di intrappolare e poi liberare molecole
un notevole numero di molecole d’acqua. È bioattive. L’HA viene anche usato per
anche in grado di agire come sostanza cemen- preparare microcapsule che migliorano

66
La nutraceutica oculare

la somministrazione di alcuni farmaci2 e anche utilizzate come protettori viscoelastici


per migliorare la biocompatibilità delle dell’endotelio corneale durante gli interventi
microsfere di chitosan usate come vettori di trapianto corneale. Attualmente in oftal-
di farmaci3. Microsfere di HA sono inoltre mologia sono disponibili numerosi preparati
utilizzate per trasportare plasmidi di DNA caratterizzati dalla presenza di catene di HA
e anticorpi monoclonali nel trasferimento (di diverse dimensioni molecolari)6.
genico e verso specifici siti bersaglio4. L’HA è una delle molecole più igroscopiche
presenti in natura e, idratato, può contenere
Le applicazioni in oftalmologia una quantità di acqua mille volte superiore
Sono ampie le possibili applicazioni dell’HA al proprio peso7. In contattologia, questa ec-
in Ortopedia, Reumatologia, Otorinolarin- cezionale capacità di ritenzione idrica viene
goiatria, Dermatologia e Chirurgia Plastica. sfruttata per migliorare l’idratazione dell’a-
Nella terapia delle ferite, l’elevato rea precorneale8; l’HA è infatti uno dei prin-
peso molecolare dei preparati a base di HA cipi attivi più impiegati nei numerosi sostituti
(applicati a livello topico) promuove e favo- lacrimali in commercio e nel trattamento del-
risce la guarigione delle ferite a livello cuta- le varie forme di occhio secco (da quelle più
neo, la guarigione delle ulcere venose gravi a quelle marginali)9,10.
(specie a livello delle gambe) e la terapia L’HA, grazie alla sua alta viscosità e alla
delle lesioni croniche5. L’HA, grazie alle sue sua elevata capacità di legare acqua11, viene
proprietà antiossidanti, è utile anche come impiegato come principio attivo in numerosi
componente antinfiammatorio nelle colliri in quanto protegge e lubrifica la su-
ferite profonde con perdita di materiale. L’HA perficie oculare e migliora la sintomatologia
è il maggior componente del corpo vitreo ed correlata alle sindromi da occhio secco12,13.
è una macromolecola assai importante anche Viene spesso anche inserito nelle formula-
in oftalmologia. Grazie alle sue proprietà vi- zioni delle soluzioni per la manutenzione
scoelastiche è utilizzato in numerosi interven- delle lenti a contatto, in quanto provvede a
ti chirurgici in campo oftalmologico,sia per migliorare e prolungare il comfort dei porta-
proteggere i tessuti oculari più delicati che tori aumentando la bagnabilità della lente e
per procurare spazi durante la manipolazione inducendo così una riduzione della frequen-
chirurgica. Il suo maggior utilizzo consiste za degli ammiccamenti14,15. L’HA può anche
però nella sostituzione o nell’integrazione del fungere da eccipiente quando viene utilizzato
corpo vitreo perso durante varie manovre chi- insieme ai farmaci, aumentando il loro tempo
rurgiche, la più frequente delle quali è l’im- di permanenza nell’area precorneale e quindi
pianto di IOL. Le soluzioni a base di HA sono migliorando la biodisponibilità dei farmaci

67
5. I sostituti lacrimali e l’interazione con la superficie oculare

stessi16,17. È stato dimostrato che l’appli- ronico determinano una modificazione della
cazione topica di HA (0.1% W/V) riduce la popolazione microbica aerobica ed anaerobi-
sintomatologia soggettiva e i segni clinici nei ca presente nel segmento anteriore dell’oc-
soggetti con sindrome da occhio secco18,19. chio, ripristinando i batteri saprofiti della
Altre ricerche hanno dimostrato che superficie oculare. Utilizzandolo, si osserva
l’HA può efficacemente proteggere l’epitelio infatti una riduzione dello Pseudomonas e
corneale20 e migliorare la stabilità del film dello Staphylococcus aureus a favore
precorneale21. dello Stafilococco epidermidis; ciò avviene
L’utilizzo di HA è in grado di ripristinare la probabilmente grazie al ripristino della se-
secrezione di lattoferrina e difensine B, grazie crezione di lattoferrina e di difensine B pro-
alla sua elevata mucoadesività e alla sua ca- dotte dalle cellule epiteliali congiuntivali, che
pacità di ritenzione idrica nell’area precorne- sono debilitate nei soggetti con occhio secco
ale; ciò velocizza e favorisce il ripristino della marginale.
condizione fisiologica ottimale, agevolando i L’HA può infatti evitare una situazione in-
meccanismi di riepitelizzazione corneo-con- fiammatoria cheratocongiuntivale da ipose-
giuntivali. È stato dimostrato crezione, può risolvere l’iposecrezione relati-
che, quando instillato nell’area precorneale, va ed inoltre può diminuire l’incidenza
l’HA promuove e favorisce la guarigione fisio- delle mucine-balls, talvolta associate all’u-
logica, stimolando la migrazione e la prolife- so prolungato di lenti a contatto in silicone
razione dei cheratociti22,23. idrogel28.
Le soluzioni a base di HA hanno un compor- L’HA presente nell’area pre-corneale fun-
tamento non newtoniano: sono soluzioni ad ge infine da tampone osmotico, aiutando a
alta viscosità quando sono sottoposte a forze mantenere l’idratazione del tessuto.
di taglio poco intense (occhio aperto), sono Nel complesso, in sua presenza si riscontra
a bassa viscosità quando sono sottoposte a una maggior funzionalità dell’attività di bar-
forze di taglio più intense (ammiccamento); riera dell’epitelio corneale 29,30
tale comportamento permette un’adeguata
distribuzione e un’ottimale lubrificazione Le fonti biologiche dell’acido ialuronico
della superficie oculare24,25. Un’altra rilevante L’indotto economico legato all’HA è enorme e
caratteristica dell’HA è la mucoadesività, che si stima sia superiore al bilione di dollari31,32
gli permette di formare un rivestimento du- ciò perché l’HA ricopre un ruolo essenziale
raturo e di fornire una stabile protezione alla dal punto di vista funzionale per numerosi
superficie corneale26,27. tessuti dei vertebrati. Vari tessuti anima-
Le caratteristiche biologiche dell’acido ialu- li (come la cresta del gallo, la pelle del-

68
La nutraceutica oculare

lo squalo e il globo oculare del bovino) ne reazioni allergiche e può raggiungere pesi
contengono elevate quantità e rappresentano molecolari compresi tra 0.5 e 2.5 MDa; può
preziose fonti di approvvigionamento di HA però contenere endotossine. Recentemente,
ma, poiché l’HA nei tessuti biologici è gene- per produrre su scala industriale HA (b-HA) è
ralmente legato anche ad altri biopolimeri, stato proposto un nuovo processo di fermen-
debbono essere adottate specifiche procedure tazione basato sul Bacillus subtilis; questo
per renderlo puro. In funzione della sempre nuovo tipo di HA non contiene endotossine,
migliore efficienza del processo di “purifica- ma non esistono ancora studi clinici riguar-
zione”, è oggi possibile ottenere preparati di danti il suo utilizzo in forma iniettabile36.
HA di dimensioni comprese tra alcune cen- Le prime due tecniche descritte portano alla
tinaia di migliaia di Dalton fino a circa 2.5 produzione di HA ad alto peso molecolare
MDa così che, attualmente, la domanda di (>1 MDa), mentre la produzione basata sul
HA per applicazioni mediche è ampiamente Bacillus subtilis fornisce HA di peso moleco-
soddisfatta dall’HA ad alta massa molare ri- lare compreso tra 0.6 e 1 MDa. Le soluzioni
cavato dalla cresta di gallo. In passato l’HA preparate con HA ad alto peso molecolare
è sempre stato ricavato da tessuti animali sono viscose alle concentrazioni utilizzate nei
(specialmente dalla cresta di gallo) e l’FDA colliri (0.1-0.3% W/V)60; è importante che
approva tale fonte di approvvigionamento per siano dotate di una certa viscosità, affinché
l’uso medico (come, per esempio, accade con non vengano immediatamente drenate dalla
l’Healon in chirurgia oftalmica). Negli ultimi superficie oculare e possano così garantire un
tempi, diverse compagnie hanno però inizia- lungo tempo di permanenza nel segmento
to a proporre HA prodotto per fermentazione, anteriore dell’occhio; ciò permetterà loro di
che viene secreto da microorganismi come lo essere efficaci. Non devono peraltro essere
Streptococcus zooepidemicus e lo Streptococ- eccessivamente viscose in quanto causereb-
cus equiutilizzando diversi ceppi attenuati di bero visione sfuocata o fluttuante. Ogni anno
streptococchi (s- HA)33,34. Lo s-HA risponde sono prodotte e vendute varie tonnellate di
ai requisiti di massa molare, raggiungendo HA prodotto per fermentazione.
diversi milioni di Dalton35. Se l’HA di origi- È presente il rischio che il ceppo batterico
ne animale ha l’indubbio vantaggio di poter subisca mutazioni e associ la produzione di
raggiungere pesi molecolari anche superiori HA con quella di tossine, pirogeni o immu-
ai 5 MDa, ha però lo svantaggio di poter nogeni; ciò ostacola, nelle applicazioni cli-
contenere varie proteine e di poter causare niche, un’ampia diffusione dell’HA prodotto
reazioni allergiche. L’acido ialuronico pro- per fermentazione. Per questo motivo i cam-
dotto per fermentazione non provoca invece pioni di HA derivati dalla cresta di gallo sono

69
5. I sostituti lacrimali e l’interazione con la superficie oculare

tutt’oggi i preferiti per i trattamenti medici, ta perfettamente in linea con quanto la ricerca
specialmente nei casi in cui il prodotto è de- scientifica ha dimostrato in ambito endo-ocu-
stinato ad essere iniettato, nonostante che lare negli ultimi anni ed è in parte legata alla
anche questo tipo di HA non sia esente da caratteristica di questo agente di crosslinking,
difetti: è infatti controindicato nei soggetti che alla fine della reazione non integra parte
che presentano allergie ai prodotti aviari ed è di se stesso nel legame chimico tra le catene
proprio per questo motivo che le aziende del dell’acido ialuronico e rilascia esclusivamente
settore continuano a ricercare e testare nuove residui solubili, non tossici, rendendo quindi
fonti possibili di HA37,38. l’EDC più adatto agli usi oftalmici previsti 39.
La formulazione a base di acido ialuronico
Nuove formulazioni a base di acido cross-linkato sviluppata, ha mostrato una
ialuronico perdita di viscosità, dopo 90 giorni di stabi-
Un limite dell’acido ialuronico lineare conte- lità accelerata a 40°C, del 10% -12%. Anche
nuto nei colliri normalmente in commercio è gli altri valori, osmolarità e pH sono rimasti
che perde abbastanza rapidamente la visco- stabili.
sità (i test della stabilità alla temperatura Il coniugato di recente invenzione a differenza
effettuato a 40°C per 30 giorni: perdita di degli altri prodotti noti subirà la reticolazione
viscosità compresa tra il 60% - 80% stabi- nella sede dove viene utilizzato ed in maniera
lità accelerata corrispondente a 3 mesi a 25 naturale. Il coniugato presenta inoltre le se-
°C). Questo fenomeno è legato alla sensibilità guenti importanti proprietà:
delle catene di acido ialuronico a vari insulti 1. assorbire gli UVA e gli UVB impedendone
chimico fisici. il danno del loro ormai noto insulto sulle
Questo ha portato a valutare l’utilizzo in fibre di collagene;
oftalmologia dell’acido ialuronico crosslinka- 2. produrre una reticolazione (crosslinking)
to (reticolato) e di una nuova chemical entity naturale sia a) formando un reticolato di
definita acido ialuronico coniugato. fibre di collagene rafforzando e rassodan-
In questa tipologia di processo la crosslin- do il tessuto di collagene sia b) riducendo
katura dell’acido ialuronico viene ottenuta e neutralizzando in maniera selettiva la
utilizzando la carbodiimide idrocloride (EDC). produzione di radicali liberi responsabili
L’acido ialuronico lineare in polvere di parten- dell’invecchiamento e del deterioramento
za è di derivazione da streptococco zooepi- dei tessuti interessati e c) stimolando la
dermicus di PM circa 1 MDa. La scelta della neosintesi di collagene con conseguente
Carbodiimide (EDC) come reattivo, utilizzato maggiore durata.40
per la fabbricazione della materia prima risul-

70
La nutraceutica oculare

5.2 Ipromellosa D-glucosio beta-linked che rimangono meta-


L’ipromellosa, abbreviazione di idrossipro- bolicamente intatte per giorni o settimane.
pil metilcellulosa (HPMC), è un polimero L’ipromellosa come soluzione al 2% è stato
semisintetico viscoelastico utilizzato come documentata per essere utilizzata nella pro-
eccipiente e componente di vari colliri in una tezione corneale.
varietà di prodotti commerciali.1,2,3
È una sostanza solida, ed è leggermente 5.3 Conclusioni
biancastra a polvere nell’aspetto e può es- Le soluzioni oftalmiche ad uso topico conte-
sere formata in granuli. Il composto si forma nenti HA sono sempre più conosciute ed ap-
in colloidi quando disciolto in acqua. Questo prezzate grazie alle caratteristiche di questo
ingrediente non tossico è combustibile e può interessante polimero naturale, che spesso è
reagire con agenti ossidanti.4 utilizzato come agente umettante ed integra-
L’ipromellosa in soluzione acquosa, a diffe- tore lacrimale. I recenti sviluppi nel campo
renza della metilcellulosa, presenta una pro- delle biotecnologie consentono oggi di optare
prietà di gelificazione termica. Cioè, quando per l’HA con il peso molecolare più adeguato
la soluzione si riscalda ad una temperatura all’uso, scegliendo tra un ampio ventaglio;
critica, la soluzione rapprende in una massa vengono proposti HA ad alto (>1 MDa) e
non-fluida ma semiflessibile. medio peso molecolare (0.6-1.0 MDa) men-
Le soluzioni di ipromellosa sono state bre- tre le soluzioni oftalmiche che fanno uso di
vettate come sostituto semisintetico per so- HA presentano generalmente concentrazioni
stituti lacrimali. La sua struttura molecolare di HA comprese tra 0.1 e 0.3% W/V.
si basa su un composto di celluloide base che Numerosi studi stanno analizzando come
è altamente solubile in acqua. Quando viene e quanto il peso molecolare che caratteriz-
applicata, la soluzione d’ ipromellosa agisce za l’HA possa influenzare la sua capacità
assorbendo acqua e gonfiandosi ed amplia in di legare molecole d’acqua, il suo profilo
tal modo lo spessore del film lacrimale. L’i- reologico, il tempo di permanenza nell’area
promellosa si traduce quindi in una presenza pre-corneale e la tollerabilità della soluzione
prolungata come lubrificante sulla cornea, oftalmica. Tali studi potranno chiarire se esi-
che si traduce in una diminuita irritazione ste un HA con un peso molecolare ottimale,
agli occhi, soprattutto nei climi secchi, a da preferire quindi a tutti gli altri, oppure se
casa, o ambienti di lavoro.5 A livello mo- è necessario variare il suo peso molecolare in
lecolare, questo polimero contiene unità di relazione alle diverse problematiche.

71
5. I sostituti lacrimali e l’interazione con la superficie oculare

Bibliografia

1. Edmonds ME, Foster AV Diabetic foot ulcer. Biomaterials. New York: Marcel Dekker;
Brit Med J (2006) 332:407-410. 2002. p 377-421.
2. Ky W, Scherick K and Stenson S. Clinical 12. Bron AJ, Mangat H, Quinlan M, Foley-No-
survey of lens care in contact lens patients. lan A, Eustace P, Fsadni M, Sunder Raj P.
CLAO J, 1998;24:4 216-9 Polyacrylic acid gel in patients with dry eyes:
a randomised comparison with polyvinyl al-
3. European Federation of National Associa- cohol. Eur J Ophthalmol 1998;8:81-89.
tions and International Companies of Con-
tact Lens Manufactures, 2003. 13. McDonald CC, Kaye SB, Figueiredo FC, Ma-
cintosh G, Lockett C. A randomised, crosso-
4. Tomlinso A. Complication of contact ver, multicentre study to compare the perfor-
lens wear. London: Mosby- Year Book, mance of 0.1% (w/v) sodium hyaluronate
1992:195-218. with 1.4% (w/v) polyvinyl alcohol in the
5. Vasiliu S, Popa M, Rinaudo M, (2005) alleviation of symptoms associated with dry
Polyelecrtolyte capsules made of two bio- eye syndrome. Eye 2002;16:601-607.
compatibles natural polymers. Eur Polym J 14. Acosta MC, Gallar J, Belmonte C. The in-
41:923-932. fluence of eye solutions on blinking and
6. Grigorij Kogan, Ladislav Soltes, Robert ocular comfort at rest and during work
Stern, Peter Gemeiner. Hyaluronic acid: a at video display terminals. Exp Eye Res
natural biopolymer with a broad range of 1999;68:663- 669.
biomedical and industrial applications. Bio- 15. Sclafani LA. Lubricant eye drops for contact
technol Lett (2007) 29:17–25 lens wearers. Rev Cornea Contact Lens March
7. Laurent TC, Fraser JRE. Hyaluronan. FASEB J 2005;1-4.
1992;6:2397-2404. 16. Bernatchez SF, Tabatabay C, Gurny R. So-
8. Nakamura M, Hikida M; Nakano T, Ito S, dium hyaluronate 0.25% used as a vehi-
Hamano T, Kinoshita S. Characterization of cleincreases the bioavailability of topically
water retentive properties of hyaluronan. administered gentamicin. Graefès Arch Clin
Cornea 1993;12:433-436. Exp Ophthalmol 1993;231:157-161.
9. Dumbleton K, Jones L, Chalmers R et al. Cli- 17. Saettone MF, Giannaccini B, Ravecca S, La
nical characterization of spherical post-lens Marca P, Tota G. Polymer effects on ocular
debris associated with lotrafilcon high-DK bioavailability-the influence of different li-
silicone lenses. CLAO J, 2000. 26:4 186-92. quid vehicles on the mydriatic response of
10. Mengher LS, Pandher KS, Bron AJ, et al. Ef- tropicamide in humans and in rabbits. Int J
fects of sodium hyaluronate (0.1 per cent) Pharm 1984;20:187-202.
on break-up time (nibut) in patients with 18. DeLuise VP, Peterson WS. The use of topical
dry eyes. Br J Ophthalmol, 1986;70:422-7. sodium hyaluronate (Healon) in the mana-
11. Felt O, Einmahl S, Furrer P, Baeyens V, Gur- gement of refractory dry eye syndrome. Ann
ny R. Polymeric System for Ophthalmic Drug Ophthalmol 1984; 16: 823–824.
Delivery. In: Dumitriu S, editor. Polymeric 19. Stuart JC, Lim JG. Dilute sodium hyaluronate

72
La nutraceutica oculare

(Healon) in the treatment of ocular surface hyaluronate eyedrops enhance tear film sta-
disorders. Ann Ophthalmol 1985; 17: 190– bility. Jpn J Ophthalmol, 1996;40:60-5.
19. 30. Evanko S, Wight T 2001 Intracellular hya-
20. Wysenbeek WS, Loya N, Sira BL et al. The luronan. In: Hyaluronan: syntesis, function,
effect of Eye sodium hyaluronate on the cor- catabolism. Available at www.glycoforum.
neal epithelium. Invest Ophthalmol Vis Sci gr.jp/science/hyaluronan/HA20/HA20E.
1988; 29: 194–199. html. Cited 30 Jul 2001.
21. Hamano T, Horimoto K, Lee M, Komemushi 31. Fagnola M, Pagani MP, Maffioletti S, Tavazzi
S. Sodium hyaluronate eye drops enhan- S, Papagni A. Hyaluronic acid in hydrophilic
ce tear film stability. Jpn J Ophthalmol contact lenses: Spectroscopic investigation
1996;40:62-65. of the content and release in solution. Con-
22. Tani E, Katakami C, Negi A. Effects of va- tact Lens Anterior Eye (2009) 32:108-112.
rious eye drops on corneal wound healing 32. Balzas EA (2004) Viscoelastic properties of
after superficial keratectomy in rabbits. Jpn hyaluronan and itstherapeutic use. In: Garg
J Ophthalmol 2002;46:488-495. HG, Hales CA (eds) Chemistry and biology of
23. Nishida T, Nakamura M, Mishima H, Otori hyaluronan. Elsevier, Amsterdam, p 415.
T. Hyaluronan stimulates corneal epithelial 33. Widner B., Behr R., Von Dollen S. Hyaluronic
migration. Exp Eye Res 1991;53:753-758. acid production in Bacillus subtilis. Applied
24. Ludwig A, Van Ooteghem M. Evaluation of and environmental microbiology (2005)
sodium hyaluronate as viscous vehicle for 71:3747-3752.
eye drops. J Pharm Belg 1989;44:391-397. 34. Chong BF, Blank LM, Mclaughlin R, Nielsen
25. Berriaud N, Milas M, Rinaudo M. Characte- LK. Microbial hyaluronic acid production. Appl
rization and properties of hyaluronic acid Microbiol Biotechnol 2005;66:341-351.
(hyaluronan). In: Dumitriu S, editor. Poly- 35. Balazs EA. Ultra pure, high molecular wt.
saccharides. Structural diversity and functio- hyaluronic acid – is non-antigenic and used
nal versatility. New York: Marcel Dekker Inc; as synthetic aq. humour and synovial luid,
1998. p 313-334. as nerve tissue and wound protector and
26. Saettone MF, Monti D, Torracca MT, Chetoni drug carrier. 1979;US patent 4,141,973.
P. Mucoadhesive ophthalmic vehicles: eva- 36. Maltese A, Borzacchiello A, Mayol L, Bu-
luation of polymeric low-viscosity formula- colo C, Maugeri F, Nicolais L, Ambrosio L,
tions. J Ocul Pharmacol 1994;10:83-92. (2006) Novel polysaccharides-based visco-
27. Greaves JL, Wilson CG. Treatment of diseases elastic formulations for ophthalmic surgery:
of the eye with mucoadhesive delivery sy- rheological characterization. Biomaterials
stems. Adv Drug Delivery Rev 1993;11:349- 27:5134-5142.
383. 37. Widner W, Sloma A, Thomas M, Tang M.
28. Saettone MF, Chetoni P, Torraca MT, Burga- Producing a hyaluronic acid, by cultivating
lassi S, Giannaccini B. Evaluation of mu- Bacillus cell comprising a nucleic acid con-
co-adhesive properties and in vivo activity struct comprising a variant amyL promoter,
of ophthalmic vehicles based on hyaluronic a consensus promoter, and a cryIIIA promo-
acid. Int J Pharm 1989;51:203-212. ter, and isolating hyaluronic acid from the
cultivation medium. 2005;WO patent appli-
29. Hamano T, Horimoto K, Lee M et al. Sodium cation 2005098016-A2.

73
5. I sostituti lacrimali e l’interazione con la superficie oculare

38. Bothner H, Waaler T, Wik O. Rheological from hydroxypropyl methylcellulose matrix


characterization of tear substitutes. Drug tablets”. AAPS PharmSciTech. 2 (2): E8.
Dev Ind Pharm 1990;16:755-768. doi:10.1208/pt020208. PMC 2750474.
39. (Lai JY e coll., in J Biomater Sci Polym Ed. PMID 14727883.
2010;21(3):359-76) 3. NOSB TAP Review Compiled by OMRI: Hy-
40. Brev. 102016000020173 “ acido ia- droxypropyl Methylcellulose 4US Pat. No.
luronico coniugato “ 2016 de Silva DJ, 5,679,713
Olver JM (July 2005). “Hydroxypropyl 5. Koroloff N, Boots R, Lipman J, Thomas P,
methylcellulose (HPMC) lubricant faci- Rickard C, Coyer F (June 2004). “A ran-
litates insertion of porous spherical or- domised controlled study of the efficacy of
bital implants”. Ophthal Plast Reconstr hypromellose and Lacri-Lube combination
Surg. 21 (4): 301–2. doi:10.1097/01. versus polyethylene/Cling wrap to prevent
iop.0000170417.19223.6c. PMID corneal epithelial breakdown in the semi-
16052145. conscious intensive care patient”. Intensive
2. Williams RO, Sykora MA, Mahaguna V Care Med. 30 (6): 1122–6. doi:10.1007/
(2001). “Method to recover a lipophilic drug s00134-004-2203-y. PMID 15014864.

74
La nutraceutica oculare

6. La nutraceutica oculare
Decio Capobianco, Gianfranco Perillo

La parola “NUTRACEUTICO” deriva da una comprovati effetti benefici e protettivi sulla


fusione dei termini “nutrizionale” e “farma- salute sia fisica che psicologica dell’individuo.
ceutico” e fu utilizzata per la prima volta nel Esistono diverse categorie di nutraceutici, che
1989 da Stephen De Felice, Presidente della includono:
Foundation for Innovation in Medicine (Cran- a) supplementi della dieta compresi i pro-
ford, NJ, USA). dotti botanici (botanicals) (es. vitamine,
Al giorno d’oggi sono stati identificati circa minerali, coenzima Q, carnitina, Gingko
30.000 fitocomponenti nei vegetali. Biloba);
Circa 5.000-10.000 sono presenti negli ali- b) alimenti funzionali, cioè quegli alimenti
menti vegetali di comune consumo: assumen- che, in aggiunta al loro valore nutrizio-
do 5 porzioni al giorno di frutta e verdura, si nale, contengono sostanze (generalmente
garantisce l’assunzione di circa 1.5 g/die di non nutrienti) che interagiscono con una
fitocomponenti nutraceutici. o più funzioni fisiologiche dell’organismo
Il ruolo protettivo non è generalmente ascri- esercitando effetti benefici sulla salute o
vibile ad un singolo componente presente nel di prevenzione in grado di esercitare un
singolo vegetale, ma piuttosto ad un comples- effetto benefico;
so insieme di sostanze in grado di interagire c) nutraceutici veri e propri, ovvero i principi
sinergicamente tra loro. Questi componenti attivi che presentano attività terapeutica
naturali vengono prodotti simultaneamen- o di prevenzione che derivano da alimen-
te dalle piante e forniscono una strategia ti, piante o fonti microbiche, utilizzati ad
difensiva multipotente sia alla pianta sia al esempio per la prevenzione o la cura di
consumatore. È infatti l’interazione tra i vari patologie o per rallentare il processo di
componenti fitochimici a garantire un effetto invecchiamento. Possono essere assunti o
protettivo per la salute dell’uomo. introducendo nella dieta gli alimenti fun-
Un nutraceutico è, nella sua definizione origi- zionali che li contengono o sotto forma di
nale, un alimento, o parte di un alimento con integratori alimentari (formulazioni liqui-

75
6. La nutraceutica oculare

de, compresse, capsule). purificazione, fermentazione (Linee guida sul-


A differenza dei farmaci, i nutraceutici ven- la documentazione a supporto dell’impiego di
gono talora utilizzati in terapia anche in as- sostanze e preparati vegetali negli integratori
senza di validi studi clinici che ne possano alimentari di cui al DM 9 luglio 2012, Revi-
comprovare l’efficacia, e spesso le proprietà sione maggio 2013).
salutistiche vengono dedotte da studi di pic- Si tratta di sostanze non nutritive ma con pos-
cola entità o non controllati. La derivazione sibili valenze salutistiche che spesso vengono
naturale di un nutraceutico non rappresenta utilizzate in forma di integratori; attualmente
una caratteristica di innocuità, oltre che di non esiste una lista di estratti vegetali armo-
efficacia terapeutica, a cui si aggiunge anche nizzata a livello europeo, mentre esistono liste
l’assenza di monitoraggio post-marketing che di estratti vegetali ammessi e non ammessi
non permette di valutare l’insorgenza di effetti nei singoli Stati Membri.
avversi correlati all’utilizzo di questi prodotti. Rimane ad oggi in sospeso l’inquadramento
Per ovviare a queste problematiche, nel 2002 delle indicazioni salutistiche per i botanicals
è stata istituita l’Autorità Europea per la Si- da parte della Commissione Europea, che
curezza Alimentare (European Food Safety ha chiesto agli Stati Membri di pronunciarsi
Agency, EFSA), con lo scopo di migliorare la in merito al mantenimento del Regolamento
sicurezza alimentare nell’Unione Europea: è (UE) 1924/2006, con creazione di un regi-
incaricato della valutazione del rischio, dell’e- stro delle indicazioni ammesse per gli inte-
laborazione di pareri scientifici e consulenza gratori a base vegetale sulla base del criterio
specialistica basata sui dati più aggiornati, dell’evidenza scientifica (come per il settore
per fornire una solida base all’attività legi- farmaceutico), oppure alla revisione di tale re-
slativa europea nel campo della sicurezza golamento con riconoscimento della tradizio-
alimentare e per assicurare un alto grado di ne d’uso delle componenti vegetali contenute
protezione dei consumatori. negli integratori. Questa situazione implica
Un argomento a parte però è rappresentato che i cosiddetti medicinali vegetali tradizio-
dai cosiddetti botanicals, ovvero sostanze nali, che hanno chiaramente attività farmaco-
e preparati vegetali che includono non solo logica e che sono in commercio da molti anni
piante, ma anche alghe, funghi, licheni e (non meno di 30, di cui almeno 15 all’interno
comprendono sia la pianta in toto o sue parti dell’UE) possono continuare a riportare le in-
in forma non trattata (generalmente essic- dicazioni salutistiche basate sulla lunga tradi-
cati), sia preparati vegetali ottenuti sotto- zione d’uso, secondo la Direttiva 2004/24/CE,
ponendo l’ingrediente vegetale a vari tipi di che indicava una procedura semplificata per la
trattamento, quali estrazione, distillazione, loro registrazione e autorizzazione entro il 30

76
La nutraceutica oculare

aprile 2011; oltre tale data, non è stato più


possibile registrare e immettere nel mercato
UE medicinali vegetali, e i nuovi botanicals,
se soddisfano la legislazione alimentare ap-
plicabile, possono essere classificati come
integratori alimentari e rientrano nel Regola-
mento (UE) N. 1924/2006.

6.3 Gli estratti naturali e


l’interazione con la superficie “fleur de lys” (fiore del giglio): il giglio era il
oculare fiore dei regnanti di Francia, i Borbone, mentre
Numerosi sono gli estratti naturali utilizzati il vero fiordaliso era il fiore degli imperatori
sia dall’aziende farmaceutiche che cosmetiche tedeschi Hohenzollern.
per le loro varie proprietà al fine di migliorare Risulta essere un rimedio naturale per eccellen-
lo stato della cute palpebrale, delle ghiandole za per occhi stanchi, affaticati, gonfi e dolen-
del Meibomio, del film lacrimale, ecc. Spesso ti: fiori e foglie contengono sostanze naturali
si tratta di prodotti già usati dalle nonne e tra- (flavonoidi, antociani, pectine) con proprietà
mandate nei decenni con diverse elaborazioni antinfiammatorie, astringenti e decongestio-
come delle vere e proprie ricette di famiglia. nanti che ne fanno il rimedio naturale, privo di
Elencarle tutte è impossibile, mi limiterò a qualsiasi additivo chimico, indicato anche per
riportare quelle più utilizzate. i più sensibili e allergici per vari problemi ocu-
Fiordaliso (Centaurea Cyanus) della fami- lari: congiuntiviti, orzaioli, edemi palpebrale,
glia delle Asteraceae (Compositae) , cresce allergie. Ha anche proprietà tossifughe.
spontanea nei campi di tutto il mediterraneo, L’acqua distillata di fiordaliso risulta un valido
in genere fiorisce tra Maggio e Settembre, con rimedio da applicare nella zona del contorno
bellissimi fiori azzurri. Pianta dallo stelo sot- occhi, dopo una giornata passata davanti al
tile, che raggiunge anche il mezzo metro di computer oppure al mare per risolvere oc-
altezza. Ha fiori composti, di colore azzurro chi stanchi, arrossati e gonfi: immergete dei
intenso, e foglie molto sottili ricoperte di una batuffoli di cotone o delle garze in acqua di
lieve lanugine. fiordaliso, applicatele sulle palpebre chiuse per
Deve il nome al centauro Chirone che, secondo 10-15 min e ripetete 2-3 volte al giorno. L’ac-
la leggenda, era esperto di medicina. Cyanus qua di Fiordaliso si può acquistare già pronto
deriva dal greco e vuole dire “azzurro”. nei negozi specializzati o prepararlo in casa
Il nome fiordaliso invece deriva dal francese immergendo una manciata di fiori di fiordaliso

77
6. La nutraceutica oculare

(500g-1Kg di fiori freschi) in un litro di acqua i fiori femminili bianchi e ligulati, mentre
distillata portata ad ebollizione, per 15-30 al centro si trovano quelli tubulosi di colore
minuti, successivamente filtrare e conservare giallo. Cresce spontanea in tutto il continen-
per max 30 giorni in flacone scuro e al fresco, te europeo, si trova comunemente nei luoghi
meglio se in frigorifero. erbosi, lungo le strade campestri e le siepi e
L’acqua di Fiordaliso può essere utilizzata an- fiorisce da Maggio a Settembre.
che come: Il nome deriva dal greco chamàimēlon paro-
- tonico per pelli delicate la formata da chamài “del terreno” e mēlon,
- aggiunto all’olio di mandorle dolci come “mela” per l’odore che somiglia a quello della
struccante supernaturale mela nana; questa derivazione è conservata
- acqua dopobagno, spruzzata sul corpo nel nome spagnolo “manzanilla”, da manza-
- leggero riflessante (azzurro) per capelli na, che significa “mela”.
bianchi (dopo lo shampoo) Il nome del genere, Matricaria, proviene dal
- lozione antiforfora (sempre dopo lo sham- latino matrix, che significa “utero”, con riferi-
poo) mento al potere calmante nei dolori mestruali.
I capolini della camomilla contengono un
Camomilla: (Chamomilla matricaria L.) del- olio essenziale (0,5-1,5%) costituito prin-
la famiglia delle Asteraceae, pianta erbacea cipalmente da camazulene e alfa-bisabololo;
annuale, alta fino a 40 centimetri, a fusto derivati flavonici quali apigenina-7-glucoside
eretto e ramificato con foglie bipennatosette (0,5% circa), cumarine (erniarina e umbelli-
e fiori raccolti a formare capolini dal lungo ferone), acidi fenolici e polisaccaridi (fino al
peduncolo. Alla periferia del capolino ci sono 10%). I composti responsabili dell’attività
farmacologica della Camomilla sono concen-
trati nel capolino, comunemente definito fiore
della camomilla. In realtà questo è una in-
fiorescenza che raccoglie i due fiori veri della
Camomilla: i fiori tubulari gialli che formano
il ricettacolo dalla caratteristica forma coni-
ca e i fiori bianchi ligulati (ligule) che sono
posizionati verso l’esterno dell’infiorescenza e
costituiscono i cosidetti petali. Nel capolino le
sostanze attive hanno una particolare distribu-
zione. L’olio essenziale ricco in α-bisabololo,
sesquiterpeni ciclici eterei, oltre a cumarine,

78
La nutraceutica oculare

esteri e azulene che si forma dalla decom- La pianta è utilizzata con successo anche come
posizione della matricina durante il processo antidolorifico in caso di mal di denti, sciatica,
di estrazione (distillazione in corrente di va- mal di testa, mal di schiena e cervicale per
pore) e che dona all’olio una colorazione blu effetto degli acidi organici (acido salicilico,
è contenuto nell’intero capolino e in modo acido oleico, acido stearico) e ai lattoni, che
particolare nei fiori tubulari gialli, mentre le gli conferiscono virtù antiflogistiche simili a
ligule sono la porzione del capolino più ricca quelle del cortisone.
in flavonoidi (apigenina, luteolina). Separan- Recenti studi hanno dimostrato anche gli ef-
do le ligule dal resto del capolino si possono fetti ipoglicemizzanti, utili per abbassare il
ottenere quindi estratti particolarmente ricchi livello di zuccheri dal sangue, in quanto inibi-
in flavonoidi e caratterizzati da un elevato sce la trasformazione del glucosio in sorbitolo,
profilo di sicurezza. responsabile, quando in eccesso, dei danni
La camomilla ha attività antinfiammatoria, agli occhi, reni e cellule nervoso, che si riscon-
antispasmodica, antimicrobica, antiulceroge- trano nelle persone che soffrono di diabete.
nica, cicatrizzante e blandamente sedativa.
Come la malva, è dotata di buone proprietà Mirtillo: (Vaccinium myrtillus L) della fami-
antinfiammatorie naturali, grazie all’azione glia delle Ericaceae dal portamento arbustivo
protettiva sulle mucose esercitata dalle mucil- (piccolo arbusto fino a 0,8 m), con foglie ovali
lagini e dai componenti del suo olio essenziale o ellittiche, fiori penduli a forma di campana
(azulene e alfa-bisabololo). Per questa ragione bianco-rosato, e frutti dall’aspetto di bacche
è utilizzata come rimedio lenitivo, deconge- blu-porpora. È originario delle regioni fredde
stionante, addolcente e calmante, in tutti tipi temperate del emisfero Nord. Comune in Euro-
d’irritazioni dei tessuti esterni e interni: derma-
titi, ferite, ulcere, gastrite, congiuntivite, riniti,
irritazioni del cavo orale, gengiviti e infiam-
mazioni urogenitali. Gli impacchi di camomilla
sono uno dei più noti rimedi a cui ricorrere in
caso di congiuntivite e occhi arrossati. Dopo
aver preparato la camomilla, conservate le bu-
stine, lasciatele raffreddare e strizzatele prima
di applicarle sugli occhi. Oppure imbevete di
infuso di camomilla dei fazzoletti di cotone pu-
liti e utilizzateli per degli impacchi sugli occhi
da lasciare agire per qualche minuto.

79
6. La nutraceutica oculare

pa, ma anche in Asia e nord America. astringenti e viene impiegato come tratta-
Sotto il nome di mirtillo si possono trovare di- mento coadiuvante nei disturbi venosi (gambe
verse specie. Quella più ricca di principi attivi pesanti, vene varicose), coadiuvante nel trat-
è il Vaccinium myrtillus che in Italia è diffuso tamento della diarrea, come antiossidante;
nelle zone collinari e di montagna (1200- benessere della vista.
2000 metri). Attenzione ad assumere dosi molto elevate
Tra gli altri ricordiamo: V. corymbosum (mir- ad esempio sotto forma di tisane o compresse
tillo americano) con frutti molto più grandi e perché possono interferire con farmaci antico-
con polpa di colore chiaro, edibile, ma con agulanti o antiaggreganti.
contenuto inferiore di principi attivi.
Del mirtillo è possibile utilizzarne più parti, Rosa canina: (Rosa canina L.) è la specie di
non solo i frutti, ma che le foglie o le parti rosa spontanea più comune in Italia, dal fusto
meristematiche, tutte ricche di fitocomplessi, legnoso che presenta delle spine rosse simili
utilizzabili in diversi ambiti. ad uncini; il fiore presenta petali grandi, bilo-
Le bacche del mirtillo nero, in particolare, bati, tendenti al rosa e non molto profumati e
contengono molti acidi organici, zuccheri, tan- le foglie sono ovali ed ellittiche con i margini
nini, pectina, le vitamine A, C e, in quantità dentati. Si trova ai margini dei boschi (in par-
minore, la vitamina B. ticolare pini e querce) ed anche presso le siepi;
In particolare contengono le antocianine i fiori spuntano a maggio e perdurano fino a
(esprimibili come delfinidina cloruro) sono luglio; i frutti sono di colore giallo tendente al
capaci di inibire l’attività di alcuni enzimi che rosso e maturano all’inizio dell’autunno.
distruggono il collagene e i tessuti elastici dei La sua azione antinfiammatoria (molto ric-
capillari e dei vasi del sistema circolatorio. ca di vitamina C) è conosciuta fin dai tempi
Inoltre, favoriscono e aumentano la velocità del Medioevo con effetti positivi sull’apparato
di rigenerazione della porpora retinica (la ro- respiratorio, in particolare per: tosse, raffred-
dopsina) degli occhi, che è il pigmento della dore, asma, allergie dovute ai pollini, sinusiti
retina, essenziale per la visione in condizioni e riniti.
di scarsa luminosità, acuendo la vista special- Si usa anche per curare le congiuntiviti ed i
mente la sera, quando c’è poca luce. dolori articolari, da artrosi ed artriti.
I mirtilli sembrano essere efficaci nel preveni- Riferita un’azione immunomodulante ovvero di
re la degenerazione maculare, l’ipermetropia, equilibrare il sistema immunitario, facendolo
la cataratta o la miopia. attivare in caso di aggressioni da parte di virus
In sintesi ha proprietà: vasoprotettive, antie- e batteri esterni.
demigene, antiossidanti, antinfiammatorie, È efficace anche contro l’anemia, poiché au-

80
La nutraceutica oculare

menta l’assorbimento del ferro e per le carenze di rosa canina e si conservano in barattoli di
di calcio poiché svolge la medesima azione. vetro da cui si prende la quantità da schiac-
È inoltre utile contro i problemi di stomaco e ciare in un mortaio e si mette in infuso in un
per abbassare il colesterolo ed infine contribu- bricco d’acqua bollente per qualche minuto).
isce alla produzione di emoglobina ed attiva Il decotto può essere anche versato nella vasca
il funzionamento della vitamina B9 ovvero da bagno per ritemprarsi e tonificarsi. Con i
l’acido folico. frutti si ricavano anche gelatine e marmella-
Gli estratti di rosa canina sono inoltre un ottimo te che sono ottimi ricostituenti: farli cuocere
tonico ed hanno un effetto diuretico, depurati- per mezz’ora in abbondante acqua, quindi
vo ed astringente: è ottima in caso di periodi frullarli ed aggiungere zucchero e limo-
stressanti, da assumere in caso di depurazione, ne, mescolare bene e porre in vasi di vetro.
anche per la circolazione sanguigna ed in caso Va sconsigliato l’uso in gravidanza ed allat-
di dissenteria. È ottima per combattere la ri- tamento e nei bambini; non sono stati riscon-
tenzione idrica. trati particolari effetti collaterali, tuttavia si
Da alcuni studi è emerso che gli estratti di rosa consiglia di non eccedere per non incorrere in
canina aiuterebbero a contrastare le infezioni nausea, mal di testa, crampi, insonnia, mal
del tratto urinario, quindi l’assunzione della di stomaco e stanchezza. Si sconsiglia di as-
tisana potrebbe essere utile in caso di cistiti. sumere la rosa canina contemporaneamente
Si suppone che possa attenuare i disturbi della ad alcuni farmaci: antiacidi che contengono
gotta e proprietà antitumorali che tuttavia non alluminio, in quanto la vitamina C ne favo-
sono state ancora definitivamente accertate. risce l’assorbimento, ed il litio il cui effetto
Con i frutti della rosa canina (bacche) si può verrebbe ostacolato proprio dalla vitamina C.
preparare il decotto, (pulire con attenzione i Da evitare l’assunzione anche in caso di tera-
frutti freschi e farli bollire per dieci minuti in pie con gli estrogeni. Il dosaggio dei rimedi a
abbondante acqua calda, filtrare, dolcificare base di rosa canina deve essere sempre sotto-
e bere secondo le dosi indicate dallo specia- posto al medico e all’erborista, qualsiasi sia
lista) o la tisana (si fanno essiccare le bacche il disturbo.

81
6. La nutraceutica oculare

Aloe è una pianta grassa perenne


appartenente alla famiglia delle
Liliaceae ed è xerofita, cioè in
grado di conservare l’acqua al
proprio interno, in modo da so-
pravvivere anche a lunghi periodi
di siccità. Originaria dell’Africa
oggi è utilizzata ed apprezzata
in vari Paesi del mondo per le
diverse proprietà mediche che da
secoli le vengono riconosciute. La pianta può cia della foglia. Il gel contenuto nella foglia
raggiungere un’altezza compresa tra 60 cm di Aloe vera contiene tantissime vitamine, sali
e 1 m, presenta lunghe foglie verdi carnose, minerali, aminoacidi, fosfolipidi, enzimi.
lanceolate, incurvate verso il basso, che cre- Nell’Aloe Vera ritroviamo:
scono direttamente dal terreno o da un fusto Vitamine: A,B1, B2, B3, B6, B12, C, E, Acido
tozzo e che sono contornate da spine, simili a Folico, Niacina, Colina.
denti sporgenti. Le foglie sono rivestite da una Minerali: Calcio, Fosforo, Magnesio, Sodio,
triplice membrana protettrice, all’interno della Rame, Ferro, Manganese, Zinco, Potassio,
quale si trova un gel incolore che possiede le Cromo, Silicio, Boro, Germanio organico.
note virtù medicinali. Dal centro della pianta, Mono e Polissacaridi: Cellulosa, Glucosio,
in autunno o in primavera, spuntano alti steli Mannosio, Galattosio, Arabinosio, Aldonen-
sui quali appaiono fiori dal colore cangiante tosio, L-ramnosio, Acidi urico, Xilosio, Acido
che va dal bianco-verde al rosso, dal giallo glucuronico, Pentosi, Esosi, Saccarosio, Latto-
all’arancio. I tipi di Aloe più utilizzati sui 300 sio, Maltosio, Glicogeno, Amido, Acemannano.
conosciuti sono l’Aloe vera (o Aloe barbaden- Aminoacidi Essenziali: Isoleucina, Lisina,
sis) e l’Aloe arborescens (quest’ultima con Treonina, Valina, Metionina, Leucina, Feilala-
probabili proprietà antitumorali). nina, Triptofano.
All’inizio la proprietà curativa dell’Aloe era Enzimi: Fosfatasi, Amilasi, Bradichinasi,
legata al trattamento delle scottature e delle Catalasi, Ossidasi, Cellulasi, Creatinfosfo-
ustioni non gravi, ma in seguito furono scoper- chinasi, Lipasi, Alienasi, Transaminasi GOT,
te e apprezzate molte altre proprietà fitotera- Transaminasi GPT, Nucleotidasi, Fosfatasi
piche. Gli effetti curativi dell’Aloe dipendono alcalina, Enzimi proteolitici, Per ossidasi,
dalla presenza di alcuni zuccheri complessi, Acidi grassi insaturi (tra cui l’acido caprilico).
che si trovano nella foglia di aloe e nella buc- Lignina, Saponine, Antrachinoni: Isobarba-

82
La nutraceutica oculare

loina, Antracene, Emodina, Emodina di Aloe, – Disintossicante: aiuta la disintossicazione


Acidi cinnamico, Estere di acido cinnamico, del corpo dalle impurità delle tossine.
Barbaloina, Antraonolo, Acido aleatico, Olio L’Aloe vera contiene al suo interno degli zuc-
essenziale, Resitanolo, Acido crisofanico. Ne cheri complessi, ovvero i polisaccaridi che
deriva ovviamente che molte sono le proprietà apportano all’organismo degli ottimi benefici.
dell’ALOE lenitive ed idratanti, analgesiche, I polisaccaridi tendono a proteggere le pareti
antinfiammatorie, cicatrizzanti, riepitelizzan- dello stomaco e dell’intestino, quindi possono
ti, rigeneranti, gastro-protettive, emmena- essere considerati dei gastro protettori. Oltre a
goghe, antiossidanti, lassative, antisettiche, questa caratteristica, questi zuccheri, tendono
antibiotiche, antimicotiche, antivirali, emo- a rendere la pelle sempre umida in quanto
statiche, disintossicanti, stimolanti le difese trattengono l’acqua nei tessuti epiteliali. Per
dell’organismo. questa ragione il gel di Aloe possiede pro-
Nello specifico le sue funzioni principali sono: prietà idratanti. I polisaccaridi hanno inoltre
– Rigenerante: stimola la crescita dell’epite- una grandissima influenza sulle difese im-
lio sulle ferite; munitarie. Queste tendono ad aumentare e a
– Proteolitica e cicatrizzante: dissolve e as- fortificarsi notevolmente grazie alla presenza
sorbe enzimaticamente le cellule morte di questi zuccheri complessi. Molti studi e test,
danneggiate, stimolando il processo rige- hanno portato ad affermare che l’aloe gel ha
nerativo; ottime capacità di prevenire l’invecchiamento
– Anti-infiammatoria: accompagna e aiuta della pelle. La nostra epidermide infatti pos-
a superare il processo infiammatorio; siede i cosiddetti fibroblasti che altro non sono
– Antipiretico: dà sollievo al bruciore da che cellule che producono collagene.Il colla-
scottature, infiammazione e febbre; gene ha un ruolo fondamentale sulla forma-
– Umettante: è idratante, favorendo la ri- zione delle rughe. La sua presenza diminuisce
tenzione di acqua nei tessuti della pelle; e rallenta l’effetto delle rughe. I polisaccaridi
– Analgesica: dà sollievo al dolore, anche in contenuti nel gel di Aloe vera, stimolano la
profondità; produzione di fibroblasti e di collagene, per
– Fungicida: ostacola la crescita dei funghi; cui il gel di Aloe vera trova vasto impiego in
– Virostatica: ostacola la crescita dei virus; prodotti cosmetici anti-age, idratanti e ripa-
– Batteriostatica: ostacola la crescita dei ratori.
batteri; L’aloina contenuta nel rivestimento delle
– Emostatica: riduce la fuoriuscita di sangue foglie è un glucoside antrachinonico che ha
nelle lesioni; azione lassativa ed emmenagoga (regola cioè
– Antiprurito: dà sollievo nel prurito; le mestruazioni rare o scarse ed eventuali di-

83
6. La nutraceutica oculare

ne dei radicali liberi; è utile nei casi di dolori


di ogni tipo poiché analgesico; è ottimo per
curare tutte le infiammazioni poiché antin-
fiammatorio; è un ottimo cicatrizzante e rige-
nerante, antibiotico, antimicotico, antivirale,
emostatico, disintossicante, oltre che essere
utile nella prevenzione e cura delle malattie
poiché stimola le difese immunitarie.

Altea: appartiene alla famiglia delle Mal-


vacee, è ricca di mucillaggini, dal potente
effetto emolliente; è indicata in caso di disi-
sturbi connessi). Tali proprietà, già note fin dratazione, secchezza dell’occhio sia interna
dall’antichità, oggi sono ampiamente ricono- che esterna, con arrossamenti e pruriti, per
sciute dal mondo scientifico, tant’è che l’Aloe cui rappresenta un collirio naturale ad azione
è contenuta in molti prodotti in commercio. emolliente rinfrescante ed idratante.
Il gel, o la polpa delle foglie fresche, ricco di
L’applicazione del decotto di Altea va usato
antiossidanti e vitamina E, può essere usato come umettante dell’occhio che formerà un
puro per applicazioni locali nei casi di proble-leggero film protettivo che può essere rimosso
mi cutanei e di pelle poco luminosa, di capelli con l’Acqua di Fiordaliso: in sinergia si avran-
spenti e deboli e/o con forfora e/o grassi; di no occhi dall’aspetto ben idratato e deconge-
cicatrici, anche quelle dovute all’acne o di pic-
stionato.
cole ferite, tanto vecchie che recenti, perché ne
facilita la cicatrizzazione, di scottature, oltre
che per un’azione anti-age. Non è mai nocivo,
in qualunque caso venga usato, a meno che
non si è allergici alla pianta. Diluito in acqua
è ottimo per sgonfiare gli occhi e ridurre le oc-
chiaie con lavaggi oculari e del volto. Assunto
per via interna migliora la digestione e, se
consumato prima dei pasti, migliora l’appe-
tito; tonifica e protegge l’apparato digerente; Eufrasia: questa pianta è conosciuta come
è un ottimo disintossicante ed antiossidante “l’erba degli occhi” per le sue proprietà leni-
per l’organismo poiché contrasta la formazio- tive e antinfiammatorie: i flavonoidi e tannini

84
La nutraceutica oculare

superossidodismutasi, la catalasi e la gluta-


tione perossidasi.
Fra gli antiossidanti naturali esogeni tro-
viamo: le vitamine A, C ed E, i carotenoidi,
i polifenoli, i flavonoidi, le antocianidine,
l’acido lipoico, gli omega-3, gli oligoele-
menti (come il selenio, lo zinco, il rame),
alcuni minerali amminoacidi (come la ci-
di cui sono ricchi i fiori e le foglioline apicali steina) ed alcuni enzimi come il SOD.
svolgono una mirata azione decongestionante Gli alimenti che contengono gli antiossidanti
delle zone oculari, come in caso di congiunti- sono soprattutto la frutta, gli ortaggi freschi,
viti infettive o orzaiolo (i tannini disinfettano i cereali, i legumi, il cacao, il tè e il caffè.
e astringono i tessuti), oltre ad esposizione Per quanto riguarda la frutta, dobbiamo ri-
al sole o ad intense fonti di calore. Possie- cordare soprattutto i frutti rossi e i mirtilli
de anche effetti antiallergici: utile quindi nei che con le fragole e le ciliegie, sono ricchi
casi di gonfiori e arrossamenti oculari su base di vitamina C.
allergica. I mirtilli rossi, con le antocianine, agiscono
da antibiotico naturale, ma hanno anche la
6.4 Gli Antiossidanti naturali funzione di contrastare la perdita di memo-
Gli antiossidanti sono delle molecole che ria e la degenerazione delle abilità motorie.
apportano grandi benefici alla nostra salute, I kiwi sono ricchi di polifenoli, che proteggono
poiché proteggono le cellule sane dai danni dall’insorgenza delle malattie degenerative.
che possono essere causati dai radicali liberi, L’avocado contiene vitamina E e vitamina A
molecole pericolose che colpiscono le strut- ed è ricco di potassio, che esercita un’azione
ture cellulari, alterando il funzionamento di di prevenzione contro la ritenzione idrica e
alcune molecole molto importanti a livello l’ipertensione.
biologico, come i lipidi, le proteine e gli aci- Il melograno è molto ricco di antissodanti,
di nucleici. A lungo andare i radicali liberi soprattutto flavonoidi, che proteggono il cuo-
possono causare malattie degenerative (tra re e le arterie; in particolare l’acido ellagico
cui il Parkinson e l’Alzheimer), aumentare che è in grado di diminuire efficacemente la
il rischio di contrarre il cancro, accelerare il concentrazione di radicali liberi e di protegge
processo di invecchiamento e molti altri pro- le membrane cellulari dai processi di ossida-
blemi di salute. zione.
Fra gli antiossidanti endogeni troviamo: la Fra gli ortaggi vanno ricordati in maniera spe-

85
6. La nutraceutica oculare

cifica i broccoli e i cavolfiori, che contengono  Il limonene si trova nella scorza degli
vitamina C e carotenoidi, in grado di proteg- agrumi ed è in grado di ridurre il rischio
gere la vista e di ridurre il rischio di tumori. di infarto, ipertensione, cataratte, alcune
Anche l’olio extravergine di oliva ha un’azio- malattie degenerative e diversi tipi di can-
ne antiossidante molto salutare, perché è ricco cro.
di vitamina E e di acidi grassi monoinsaturi,  Le catechine appartengono alla stessa
che proteggono l’intero sistema cardiovasco- famiglia dei polifenoli, un tipo di antios-
lare. sidanti che sono in grado di attivare gli
L’aglio è ottimo per fluidificare il sangue e enzimi del fegato, responsabili di elimina-
prevenire le infiammazioni. re le tossine presenti nell’organismo, così
Le cipolle abbondano di flavonoidi ma che si come prevenire malattie come l’artrite; si
possono perdere con la cottura. trovano soprattutto nel tè verde.
I pomodori contengono licopene che agisce  Il sulforafano è il componente principale
nella prevenzione dell’ictus e delle malattie dei cavoletti di Bruxelles, del ravanello,
cardiovascolari e riesce a far abbassare il li- del crescione, del cavolfiore e dei brocco-
vello del colesterolo e la pressione alta. li, ed aiuta a disintossicare l’organismo,
Per quantificare il potere antiossidante degli eliminando gli agenti cancerogeni che
alimenti, il Dipartimento di agricoltura ame- possono provocare alcuni tipi di tumore.
ricano ha elaborato la scala ORAC (Oxigen  Il resveratrolo è una fitoalessina, ossia
Radical Absorbance Capacity), assegnando un enzima prodotto dalle piante come di-
un punteggio ai cibi in base al loro contenuto fesa contro gli attacchi di batteri e funghi
di queste sostanze. Tuttavia ad un elevato agendo direttamente sulle sirtuine, enzimi
valore ORAC non corrisponde necessariamente incaricati di regolare l’azione di determi-
un’elevata biodisponibilità degli antiossidanti nati geni; si trova soprattutto nelle ostri-
contenuti in quel determinato alimento e su che, nei mirtilli, nei lamponi, nelle more,
tale questione non abbiamo ancora dati certi. nelle noci, nelle arachidi e nella buccia
Gli occhi e la vista come tutti gli altri orga- dell’uva e nei prodotti derivati come il vino
ni, traggono beneficio anche dalle vitamine e e il mosto. Attualmente è oggetto di nume-
dagli antiossidanti contenuti negli alimenti, rosi studi poiché ha dimostrato di posse-
essendo utili per le infezioni, per disturbi ocu- dere svariate proprietà: anticangerogene,
lari come la cataratta, e per numerose altre anti-invecchiamento e antinfiammatorie.
patologie tra cui l’occhio secco (DED). In particolare le sue proprietà antiossi-
Per questo motivo, è importante sapere quali danti hanno pensare che potesse essere la
sono e quali proprietà hanno. cura contro l’invecchiamento cellulare. In

86
La nutraceutica oculare

tutto il mondo si sono prodotte capsule e condriale, respirazione mitocondriale


creme che lo contengono e che non sono e gluconeogenesi, ossia ha proprietà
considerati medicinali, ma integratori ali- neuroprotettrici.
mentari preparati mediante l’essiccazione Si sta studiando se il Resveratrolo:
naturale della pelle degli acini di uva ros- 1. Protegga da malattie cardiovascolari,
sa e delle radici di altre piante. dato che il vino, in particolare il vino
Nello specifico è stato provato che il Re- rosso, sembra avere effetti benefici
sveratrolo: per il cuore.
1. È un antiossidante. 2. Abbia effetti protettori contro i danni
2. Attiva determinati geni regolatori, ossidativi nelle strutture cerebrali e
presenti in diversi organismi, che pro- contro i disturbi metabolici come il
teggono da numerose malattie. diabete.
3. Può agire da antiestrogeno, ossia di- 3. Sia utile per migliorare l’equilibrio
sattivare geni regolati per gli estroge- e la mobilità nelle persone anziane:
ni aiutando a contrastare determinati sembra che limiti i danni prodotti dai
tipi di cancro. radicali liberi, causati dalla degenera-
4. Può avere effetti antinfiammatori. zione della dopamina, aumentando la
5. Nelle sperimentazioni con cavie da possibilità di sopravvivenza cellulare.
laboratorio sono stati rilevati effetti 4. Influisca positivamente sulle capacità
anticancerogeni, anti invecchiamento, fisiche degli esseri umani.
antinfiammatori, antifibrotici, ipoco-  La Vitamina C è l’antiossidante per ec-
lesterolemizzanti e altri benefici car- cellenza: rafforza il sistema immunitario,
diovascolari. aiuta contro le infezioni, contro lo stress,
6. In vetro agisce su obiettivi molecolari combatte i tumori, protegge cuore ed ar-
multipli ed ha effetti positivi sulle cel- ticolazioni. La si trova negli agrumi, nei
lule del seno e della pelle, sull’appa- broccoli, nei peperoni e anche in ortiche,
rato digerente e sulla prostata. ravanelli, spinaci, bietole, cavolini di Bru-
7. In dosi elevate abbassa significativa- xelles, asparagi, il pomodoro, le fragole, i
mente il livello di zucchero nel san- peperoni verdi, il ribes nero, le fave e la
gue. papaia.
8. Ha migliorato le capacità fisiche degli  Il Licopene è l’elemento che conferisce
animali utilizzati negli esperimenti. il tipico colore rosso ai pomodori e al
9. Provoca un aumento dell’ossidazione cocomero, così come al peperone rosso,
degli acidi grassi, biogenesi mito- ravanello e pompelmo rosso. È conside-

87
6. La nutraceutica oculare

rato uno dei più importanti antiossidanti, prezzemolo, broccoli e cicorie.


poiché aiuta a prevenire il cancro e mi-  I Bioflavonoidi, molto utili per rafforzare
gliora la circolazione del sangue, evitando il sistema immunitario, contro allergie ed
problemi cardiovascolari, prevenendo i infezioni, malattie infiammatorie e pato-
depositi di colesterolo ed proteggendo la logie a carico dell’apparato respiratorio.
pelle dai danni dei raggi UV. Si trovano nei seguenti cibi: mele, cipolle,
 Il Beta Carotene, appartiene ugualmente agrumi, melograno, tè verde, mirtilli e uva
ai carotenoidi e nel nostro corpo sovente e nel cioccolato fondente (non inferiore al
viene mutato in vitamina A; è indispensa- 70% di cacao).
bile nel meccanismo della visione crepu-  Il Selenio, eccellente antinfiammatorio
scolare e diurna e la sua carenza comporta ed ottimo depurante dell’organismo ed
un deficit nella visione notturna e secchez- aiuta il pancreas. Attenzione però: un
za oculare, cecità causata dall’opacizza- abuso può rivelarsi tossico. Si trova in
zione della cornea, predisposizione alle questi cibi: patate e noci del Brasile ma
infezioni, ulcerazioni. Come vitamina A si non bisogna superare la quantità di due
trova in carote, zucca, latte, uova, fegato. al giorno.
Aiuta a contrastare i tumori, le malattie  Vitamina B2: la sua carenza può provo-
cardiache, il colesterolo alto, aiuta la vi- care bruciore, sensibilità alla luce, prurito,
sta, ripara le mucose e rinforza il sistema lacrimazione, fino alla paralisi dei muscoli
immunitario. Come Beta carotene si tro- oculari. Si trova nel fegato, nei cereali, nel
va in carote, patate dolci, zucche, zucca, lievito e nelle uova.
mango, melograno e prezzemolo.  Vitamina C: (o acido ascorbico) protegge
 La Quercetina è un pigmento naturale l’organismo dall’attacco dei radicali libe-
che ha la grande capacità di essere un ri. E’ utile nel trattamento del glaucoma,
protettore epatico, di prevenire l’asma, nella prevenzione delle ulcere corneali e
di essere un potente vasodilatatore, di nell’eliminazione delle infezioni. Si trova
ridurre in modo notevole i livelli di zuc- in particolare nel limone e negli agrumi in
chero nel sangue e di prevenire le malattie generale, nei vegetali a foglia larga, nelle
cardiovascolari. In generale è uno dei più fragole, nei peperoni, nei pomodori e nei
importanti e potenti antiossidanti natura- cavolfiori.
li e lo possiamo trovare nel tè verde, nel  La Vitamina E o tocoferolo, ha potenzialità
mosto dell’uva e nella cipolla. antiossidanti ed è utile per la prevenzione
 La Luteina, principalmente aiuta la vista di disturbi oculari come cataratta e AMD
e si trova nei seguenti cibi: spinaci, cavoli, (degenerazione maculare dell’età adulta),

88
La nutraceutica oculare

e ha portato risultati positivi anche nel  I Polifenoli sono sostanze che agi-
rafforzamento dei muscoli oculari e nella scono rallentando l’invecchiamento e
prevenzione della vista annebbiata. l’attività dei radicali liberi che, nel-
La vitamina E si trova in alimenti come le piante, ricoprono funzioni diverse:
cereali, mandorle, noci, avocado e soprat- difendono dall’insorgenza di parassiti,
tutto oli vegetali crudi. migliorano la struttura lignea dei fusti,
 Lo Zinco è anche implicato nel funziona- colorano frutti e fiori per attrarre gli inset-
mento della vista, del tatto, dell’olfatto ti impollinatori e per proteggere la pianta
e della memoria, una sua carenza pro- dalle radiazioni solari. Sono degli ottimi
voca disfunzioni sensoriali e intellettive; antiossidanti, la cui assunzione attiva
una carenza di zinco negli uomini può un’azione adattogena denominata “or-
provocare una diminuzione nel numero mesi”: un progressivo adattamento delle
degli spermatozoi nel seme ed in gene- cellule a resistere all’attacco di fattori
rale perdita di capelli, eruzioni cutanee, dannosi, attivando delle particolari pro-
diarrea, disturbi mentali e infezioni fre- teine, le sirtutine, che hanno la funzio-
quenti dovute a un mal funzionamento del ne di regolare il metabolismo energetico
sistema immunitario. Si trova in diverse cellulare e di stimolare la produzione di
fonti alimentari: nel pesce, nella carne mitocondri, fonti di energia e giovinezza
rossa, nei cereali, nei legumi, nella frutta cellulare.
secca e semi di girasole e di zucca. Alte
percentuali di zinco sono contenute nelle Altri importanti integratori erboristici sono:
ostriche, nel lievito, nel latte, nei funghi,  Picnogenolo: è un potente antiossidante
nel cacao, nelle noci, nel tuorlo d’uovo. derivato dalla corteccia del pino marittimo
Frutta, verdura e i cereali contengono fita- francese; riduce le perdite di sostanze nel-
ti e fibre che ne riducono l’assorbimento. la retina riparando i capillari oculari.
Lo zinco per le sue proprietà è un ele-  Silimarina: è il componente principale
mento fondamentale per un’equilibrata del cardo mariano che risulta assai impor-
crescita corporea e per il controllo del me- tante per il supporto del fegato. Il fegato
tabolismo e quindi del peso. è l’organo chiave per l’occhio, poiché in
 L’Acido alfa lipoico, è molto importante esso sono immagazzinate ed attivate tutte
perché aiuta il corpo a disintossicarsi ed le vitamine liposolubili ed il glutatione.
a produrre energia. Si trova nei seguenti  Gingko biloba: è un dilatatore cere-
cibi: broccoli, lievito di birra, spinaci e pa- bro-vascolare selettivo e sembra aumen-
tate. tare la circolazione nella zona posteriore

89
6. La nutraceutica oculare

dell’occhio oltre a migliorare l’afflusso mentre l’ALA ha bisogno prima di essere tra-
ematico nell’occhio. Coadiuvante nel trat- sformato in EPA e DHA e questo processo di
tamento della degenerazione maculare e conversione può essere a volte problematico;
nel glaucoma. Non può essere assunto per questo motivo gli esperti consigliano di
in associazione a farmaci anti-aggreganti mangiare cibi con maggiore contenuto di EPA
piastrinici. e DHA. L’Acido alfa-linolenico (ALA) può esse-
Molto importanti sono gli acidi grassi es- re assicurato da fonti vegetali, come verdure a
senziali che l’organismo non è in grado di foglia verde e oli vegetali. La fonte più ricca
produrre da altri lipidi e che deve quindi in- a base di vegetali è l’olio di semi di lino, che
trodurre con una dieta corretta. è 57 per cento ALA. Le migliori fonti di EPA
Sono due: l’acido alfa-linoleico da cui origi- e DHA sono i pesci di acqua fredda catturati
nano gli Omega 3 e l’acido linoleico da cui in natura come il tonno, salmone, sgombri e
originano gli Omega 6. Questi due acidi però sardine; l’olio di pesce estratto da queste fonti
possono entrare in competizione perché uti- consente la fabbricazione di integratori di olio
lizzano gli stessi enzimi per la produzione di di pesce in capsule.
acidi grassi e possono generare quindi sbilan- Tutti gli acidi grassi introdotti con la dieta
ciamenti in quote di Omega 6 e Omega 3. La vantano una serie di proprietà benefiche sul-
nostra alimentazione più recentemente vede la salute: sono componenti delle membrane
una maggiore introduzione di oli vegetali e cellulari, hanno un ruolo anti-infiammatorio
una ridotta assunzione di pesce, come salmo- e sono essenziali per il normale sviluppo del
ne, merluzzo, sgombro, sardine, con una con- feto e nei processi di invecchiamento; inoltre
seguente integrazione maggiore di Omega 6 e sono precursori di molti mediatori lipidici che
scarsa introduzione di Omega 3. La regola è svolgono ruoli importanti nella prevenzione o
averli sempre ben bilanciati, poiché entrambi nel trattamento di varie malattie.
necessari al buon funzionamento dell’organi- Riepilogando gli acidi grassi essenziali sono
smo. A tale scopo si possono assumere inte- risultati capaci di:
gratori di Omega 3 reperibili in erboristeria • ridurre i livelli di trigliceridi,
o in farmacia, a base di olio di lino, olio da • aumentare i livelli di colesterolo HDL, quel-
alghe e vit E. Gli acidi grassi polinsaturi lo cosiddetto buono;
omega-3 a lunga catena includono acido eico- • favorire il buon funzionamento dell’appara-
sapentaenoico (EPA) e acido docosaesaenoico to cardiovascolare;
(DHA) di origine animale e acido a-linolenico • sostenere il sistema immunitario;
(ALA) di origine vegetale. I primi due tipi (EPA • conservare l’efficienza intellettiva.
e DHA) sono già pronti per essere utilizzati, Per quanto riguarda gli effetti degli acidi

90
La nutraceutica oculare

grassi essenziali su occhio e funzione visiva vi zeaxantina, da sola o combinata con luteina e
riporto alcuni interessanti studi. Omega-3, potenzia la velocità di elaborazio-
Uno studio pubblicato sul Canadian Journal ne visiva di circa il 10 % rispetto al placebo,
of Physiology and Pharmacology dell’Uni- in soggetti giovani e sani: sembrerebbe che i
versité de Sherbrooke sostiene l’utilità dei due carotenoidi non contribuiscano solo alla
grassi vegetali e degli omega 3 nel prevenire salute degli occhi, ma siano in grado di agire
o rallentare lo sviluppo della retinopatia. La anche nelle aree del cervello coinvolte nella
fluidità della membrana cellulare, secondo i visione. L’importanza della luteina e della ze-
ricercatori, è un marker della funzione delle axantina per l’uomo è dovuta al fatto che esse
cellule; se si riscontra una diminuzione della sono altamente concentrate nella macula, la
fluidità vi è il rischio di un’alterazione nel- regione dell’occhio che trasforma gli impulsi
la diffusione di proteine e altre biomolecole visivi in impulsi nervosi. Già nel 1994 la dot-
all’interno della membrana che può portare toressa Seddon e collaboratori dell’Università
alla degenerazione della retina, mentre una di Harvard, avevano trovato un legame tra
maggiore fluidità rende la membrana più l’assunzione di alimenti ricchi di carotenoidi,
flessibile e facilita la trasmissione della luce come verdure a foglia verde, e una significati-
attraverso lo occhio. va riduzione del rischio di degenerazione ma-
I test sulle cellule retiniche trattate hanno ri- culare legata all’età e a seguire vennero fatti
velato che gli acidi grassi contenuti negli oli numerosi studi su primati, bambini, persone
vegetali vengono incorporati dalle cellule del- di mezza età e anziani per sostenere l’impor-
la retina e fanno aumentare la fluidità della tanza della luteina nella salute degli occhi e
membrana. Per cui una dieta che comprenda del cervello. È stato ipotizzato che questi pig-
basse quantità di grassi insaturi trans e favo- menti possano influenzare l’elaborazione dei
risca invece l’apporto di acidi grassi vegetali e segnali visivi post-retina. Da studi sui bambini
omega 3 può ridurre il rischio di retinopatia. presso il Nutrition Research Center on Aging
Infine, i ricercatori suggeriscono che l’utiliz- della Tufts University di Boston è stato dimo-
zo di derivati del petrolio nei colliri potrebbe strato che circa il 60 % dei carotenoidi totali
essere sostituito dall’olio vegetale, dato che del tessuto cerebrale pediatrico è rappresen-
possiede importanti proprietà biologiche per tato dalla luteina, mentre essa rappresenta
l’occhio e potrebbe anche contribuire alla pre- soltanto il 12 % dei carotenoidi assunti con
venzione delle malattie della retina. la dieta.
I dati pubblicati sulla rivista PLoS One dai Il nuovo studio ha incluso 64 giovani soggetti
ricercatori dell’Università della Georgia, sani che sono stati divisi casualmente in tre
(USA) hanno dimostrato che l’assunzione di gruppi. Per quattro mesi, un gruppo ha ricevuto

91
6. La nutraceutica oculare

il placebo, un secondo ha ricevuto una dose L’aumento della densità del pigmento macu-
giornaliera di 20 mg di zeaxantina, e il ter- lare attraverso i supplementi ha determinato
zo gruppo ha assunto una combinazione di 8 miglioramenti significativi nella velocità di
mg al giorno di luteina, 26 mg di zeaxantina elaborazione visiva anche in individui sani che
e 190 mg di Omega3. I dati all’inizio dello tendono ad essere al massimo dell’efficienza.
studio hanno mostrato che le persone con più Produrre cambiamenti misurabili in giovani
alta densità del pigmento nella macula (in- sani è promettente data l’elevata rilevanza
dicatore di livelli di luteina e zeaxantina nel pratica e terapeutica di un sistema nervoso più
cervello), avevano soglie più elevate di Critical veloce più efficiente.
Flicker Fusion (CFF), cioè del numero minimo In un interessante studio curato dal Brigham
di lampi di luce al secondo in cui lo stimolo and Women’s Hospital di Boston e pubblica-
intermittente appare costante all’osservatore, e to sull’America Journal of Clinical Nutrition
della capacità di coordinare la visione e i movi- è stato valutato il consumo di acidi grassi da
menti del corpo. Dopo il trattamento, i risultati parte di 32.470 donne, di età compresa tra i
di specifi test hanno dimostrato che coloro che 45 e gli 84 anni, attraverso l’analisi di que-
avevano assunto la zeaxantina in combina- stionari sulle abitudini alimentari: il 4,7% di
zione o no con luteina e Omega-3 avevano queste donne soffriva di sindrome dell’occhio
potenziato sia il CFF che il tempo di reazione secco.
visivo-motorio. Più esattamente, i supplementi I ricercatori hanno stabilito che l’incidenza del
contenenti zeaxantina avevano aumentato la disturbo è maggiore se l’alimentazione è carat-
soglia di CFF di circa il 12%, e il tempo di re- terizzata da un elevato rapporto tra Omega-6
azione visivo-motorio di circa il 10 %, rispetto e Omega-3 ed il rischio di soffrire di occhio
al placebo. secco diminuisce consumando del tonno (ric-
Gli stimoli visivi utilizzati in questi esperimenti co di Omega 3) almeno 2 volte a settimana. I
sono stati specificamente progettati per testa- risultati ottenuti in questo studio sono in linea
re l’elaborazione visiva. Pertanto, i meccani- con quelli di altre ricerche; per prevenire e per
smi alla base delle risposte comportamentali trattare i sintomi di questo disturbo è possibile:
probabilmente riflettono anche le proprietà • consumare alimenti ricchi di Omega-3,
funzionali del cervello e non solo le proprietà come il pesce grasso e le noci;
ottiche o neurali dell’occhio stesso. Il CFF, • assumere supplementi alimentari arricchiti
infatti, è associato a prestazioni cognitive, il di questi nutrienti, come gli integratori di
che suggerisce che le relazioni con luteina e olio di pesce.
zeaxantina possono riflettere un meccanismo Secondo uno studio pubblicato sulla rivista
relativo alla velocità di elaborazione neurale. Cornea e condotto dai ricercatori del Lee La-

92
La nutraceutica oculare

boratory for Ocular Pharmacology at Eastern pausa, una rappresentanza della popolazione
Virginia Medical School guidati dal professor che maggiormente soffre del disturbo, ma
John Sheppard, una integrazione alimenta- probabilmente l’integrazione con omega-3 e
re con olio di pesce omega-3 EPA e DHA e omega-6 potrebbe essere di sollievo anche
omega-6 GLA potrebbe contribuire alla salute in altre categorie di pazienti che soffrono di
dell’occhio nelle persone con cherato-con- occhio secco.
giuntivite secca con sintomatologia da grave Uno studio, pubblicato sulla rivista Molecular
a moderata. Vision e realizzato dai ricercatori dell’Univer-
I ricercatori hanno arruolato per lo studio 38 sità di Valencia (Spagna), hanno dimostrato
donne in post menopausa e in maniera del che i supplementi a base di Omega-3 e an-
tutto casuale le hanno invitate ad assumere tiossidanti alleviano i sintomi della sindrome
per 6 mesi o un integratore di omega 3 EPA dell’occhio secco e modificano la composizio-
(125mg) e DHA (99mg), combinato con ome- ne delle lacrime nei pazienti colpiti dal distur-
ga 6 acido gamma linoleico GLA (240mg) e bo, sia in forma lieve che moderata.
antiossidanti o un placebo. Lo studio ha coinvolto 90 partecipanti: 35
Le donne che hanno assunto l’integratore soggetti sani (gruppo di controllo) e 55 con
hanno riferito, già dopo 3 mesi di integra- diagnosi di DES, di cui 22 pazienti affetti dal-
zione, una riduzione significativa nei segni di la forma leggera e 33 con forma moderata.
irritazione dell’occhio caratteristici della loro Tutti i partecipanti avevano assunto tre cap-
problematica rispetto alle pazienti in tratta- sule al giorno, per 3 mesi, contenenti una
mento con placebo. combinazione di antiossidanti e acidi grassi
L’integrazione nutrizionale nelle pazienti ha polinsaturi omega-3.
bloccato la progressione dell’infiammazione, Tramite un particolare metodo di spettroscopia
mentre nelle donne che hanno assunto il pla- di risonanza magnetica nucleare (1H NMR S),
cebo l’irritazione e l’infiammazione sono net- i ricercatori hanno analizzato il profilo meta-
tamente peggiorate durante i 6 mesi di studio. bolico delle lacrime di ogni soggetto prima e
La produzione lacrimale così come il relativo dopo l’integrazione. Tale metodica contribu-
tempo per il rilascio erano uguali fra i due isce a determinare e identificare la struttura
gruppi a dimostrazione che la supplemen- dei componenti di una sostanza nei fluidi
tazione con acidi grassi essenziali induce un corporei.
miglioramento della sintomatologia riducen- Dalle analisi si è visto che le lacrime avevano
do l’infiammazione e non mediante l’aumento un profilo di metaboliti diverso tra i due grup-
della produzione lacrimale. pi, e cambiavano prima e dopo l’integrazione:
Lo studio è stato condotto su donne in meno- sono state identificate circa 50 sostanze, tra

93
6. La nutraceutica oculare

cui colesterolo, N-acetilglucosamina, glutam- utilizzando come modello dei ratti, in cui la
mato, ammino-n-butirrato, glucosio e formia- sindrome è stata indotta con opportune tecni-
to prima dell’integrazione, e colina e acetil- che sperimentali. Prima di indurre la patolo-
colina dopo l’integrazione. Gli stessi pazienti gia, i ricercatori hanno alimentato gli animali
hanno mostrato miglioramenti dei sintomi che per 2 mesi con un mangime arricchito di GLA,
caratterizzano la DES, dopo 3 mesi, specie ri- EPA, DHA o di tutti e 3 gli acidi grassi.
guardo a secchezza dell’occhio, prurito, irrita- I primi effetti degli Omega-3 sono risulta-
zione, sensazione di corpo estraneo, fotofobia ti visibili già 2 giorni dopo l’induzione della
e affaticamento oculare. sindrome: nei ratti che avevano assunto EPA
Inoltre il 18% dei pazienti aveva dichiarato e DHA è stata osservata una minore riduzione
un miglioramento della qualità di vita, e si della produzione della mucina contenuta nelle
sentivano meglio emotivamente. lacrime. 28 giorni dopo l’induzione della pa-
Secondo i ricercatori, questi dati indicano che tologia, l’assunzione degli acidi grassi aveva
la DES induce cambiamenti nella tipologia dei ridotto anche la comparsa di infiammazioni
composti chimici contenuti delle lacrime, che della cornea nonché l’espressione a livello
possono essere modificati con adeguate dosi dell’occhio di molecole coinvolte nella risposta
di antiossidanti e acidi grassi essenziali po- immunitaria.
linsaturi. Analisi più dettagliate hanno permesso di
I ricercatori dell’Institut National de la Recher- scoprire che gli acidi grassi introdotti con l’a-
che Agronomique (INRA) di Digione (Francia) limentazione andavano a collocarsi a livello
hanno dimostrato attraverso esperimenti con- delle ghiandole lacrimali.
dotti sui ratti e pubblicati sulla rivista Graefe’s Qui EPA e DHA andavano ad inibire la pro-
Archive for Clinical and Experimental Ophthal- duzione delle molecole che regolano i processi
mology, che una dieta ricca degli Omega-3 infiammatori già 10 giorni dopo l’induzione
EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido della sindrome.
docosaesaenoico) aiuta a prevenire i sintomi In base a questi risultati, i ricercatori hanno
della sindrome dell’occhio secco grazie all’a- concluso che EPA e DHA prevengono i sintomi
zione sulle ghiandole lacrimali. L’efficacia dell’occhio secco agendo a livello delle ghian-
preventiva degli Omega-3 può essere altresì dole lacrimali.
aumentata aggiungendo all’alimentazione an- L’Omega-3 ALA (acido alfa-linolenico) riduce i
che l’Omega-6 GLA (acido gamma-linoleico). sintomi dell’infiammazione da occhio secco; le
I ricercatori francesi si sono concentrati sul ruo- potenzialità di questo acido grasso nella cura
lo di una dieta ricca di Omega-3 o di Omega-6 di questa condizione sono state suggerite da
nella riduzione dei sintomi di questa patologia uno studio effettuato sui topi pubblicato sugli

94
La nutraceutica oculare

Archives of Ophthalmology. Nella sindrome della sindrome da occhio secco4: è sufficiente


dell’occhio secco risultano aumentate alcune assumere 2 grammi di questo supplemento
cellule del sistema immunitario (le CD11b+) ogni giorno per tre mesi perché anche gli uti-
ed anche altri marcatori dell’infiammazione lizzatori di lenti a contatto possano ridurre i
(TNF-alfa, interferone gamma, varie interleu- sintomi del disturbo.
chine). La sindrome da occhio secco patologia è più
Attraverso un esperimento sui topi è stato frequente in chi utilizza le lenti a contatto, in
dimostrato che l’applicazione diretta sulla chi passa molto tempo di fronte allo schermo
cornea di un prodotto con Omega-3 ALA ri- del computer e in chi è molto esposto al sole o
duce la capacità della fluoresceina di colorare al vento. Inoltre la sua incidenza nella popo-
l’occhio nonché il numero di cellule CD11b+; lazione può arrivare a includere il 30% degli
inoltre risulta ridotto l’espressione di IL-1 alfa individui di età superiore ai 50 anni.
nella cornea e l’espressione di TNF-alfa nel- I ricercatori finlandesi hanno analizzato se i
la cornea e nella congiuntiva. Questo effetto sintomi di questa patologia potessero essere
sembra essere un’esclusiva degli Omega-3. alleviati tramite l’assunzione di olio di olivello
Infatti l’applicazione di acido linoleico (LA), che risulta utile nel trattamento dell’eczema
un grasso appartenente al raggruppamento atopico e di altre malattie della pelle associa-
degli Omega-6, non permette di ottenere gli te a una rigenerazione insufficiente e allevia
stessi risultati osservabili con l’ALA. Nemme- i sintomi della pelle stressata dalle radiazioni
no l’utilizzo combinato di ALA e LA consente ultraviolette, la secchezza delle fauci, le ul-
di ottenere gli stessi benefici dell’applicazio- cere alla bocca, allo stomaco e ai genitali, le
ne del prodotto contenente solo Omega-3, a infiammazioni delle vie urinarie, le cerviciti e
conferma dell’azione antinfiammatoria degli le sinusiti.
Omega-3 sull’organismo. Nello studio 86 individui di età compresa tra
Per gli autori della ricerca, guidati da Reza i 20 e i 70 anni sono stati suddivisi in due
Dana dello Schepens Eye Research Institute di gruppi. Fra questi erano compresi sia soggetti
Boston (Stati Uniti), i risultati ottenuti aprono che soffrivano di occhio secco perché produce-
la strada a una nuova terapia topica per la vano poche lacrime, sia persone che, invece,
riduzione dei fenomeni infiammatori associati avevano lacrime che evaporavano troppo ra-
a questa problematica. pidamente.
Una ricerca dell’Università di Turku (Finlan- A una prima parte dei partecipanti è stato
dia) pubblicata dal Journal of Nutrition ha indicato di assumere 2 grammi al giorno di
dimostrato che l’olio di olivello spinoso, una olio di olivello, mentre tutti gli altri individui
pianta ricca di Omega-3, riduce i sintomi hanno assunto un placebo.

95
6. La nutraceutica oculare

Lo studio ha avuto una durata complessiva di te, promossa dall’Omega-3 acido linolenico
tre mesi, dall’autunno fino all’inverno. contenuto nell’olio di olivello spinoso che è il
Al termine della ricerca è stato rilevato che precursore di molecole dall’attività antinfiam-
anche se in tutti i partecipanti era possibi- matoria.
le osservare un aumento dell’evaporazione Inoltre, l’olio di olivello è ricco di vitamina
dell’acqua dall’occhio, in chi aveva assunto E, antiossidante che avrebbe protetto l’occhio
l’olio di olivello questo aumento era signifi- dallo stress ossidativo.
cativamente ridotto. Secondo gli autori i risultati di questo studio
E l’effetto era ancora maggiore in quegli indi- suggeriscono che l’assunzione di olio di oli-
vidui che avevano seguito meglio le istruzioni vello spinoso potrebbe attenuare l’aumento
ricevute dagli autori della ricerca e avevano della concentrazione delle lacrime tipico della
assunto almeno l’80% delle quantità totali stagione più fredda e potrebbe influenzare
del supplemento. l’intensità massima di sintomi come il rossore
I ricercatori hanno concluso che la riduzione e il bruciore in chi soffre di sindrome dell’oc-
dell’infiammazione è stata, probabilmen- chio secco.

Bibliografia

1. Stephen L. DeFelice, The NutraCeutical Revo- fatty acids EPA and DHA: health benefits
lution: Fueling a Powerful, New International throughout life. Adv Nutr. 2012; 3:1-7.
Market, 1989 6. Rosell MS, Lloyd-Wright Z, Appleby PN, et al.
2. Carla Marchetti, Mario Pappagallo, Umberto Long-chain n-3 polyunsaturated fatty acids
Veronesi, “Verso la scelta vegetariana - il in plasma in British meat-eating, vegeta-
tumore si previene anche a tavola”, Firenze, rian, and vegan men. Am J Clin Nutr. 2005;
Giunti, 2011. ISBN 9788809776517 82:327-34.
3. Robert E. C Wildman, Handbook of Nutra- 7. Welch AA, Shakya-Shrestha S, Lentjes MA, et
ceuticals and Functional Foods, 1ª ed., CRC al. Dietary intake and status of n-3 polyun-
Series in Modern Nutrition, 2001, ISBN saturated fatty acids in a population of fi-
0-8493-8734-5. sh-eating and non-fish-eating meat-eaters,
vegetarians, and vegans and the product-pre-
4. Takayuki Shibamoto, et al., Functional Food cursor ratio [corrected] of alpha-linolenic
and Health, ACS Symposium, 2008, p.993, acid to long-chain n-3 polyunsaturated fatty
ISBN 978-0-8412-6982-8. acids: results from the EPIC-Norfolk cohort.
5. Swanson D, Block R, Mousa SA. Omega-3 Am J Clin Nutr. 2010; 92:1040-51.

96
La nutraceutica oculare

8. Miljanović B, Trivedi KA, Dana MR, Gilbard JP, Willett KL, Krah NM, Dennison RJ, Connor
Buring JE, Schaumberg DA, “Relation betwe- KM, Aderman CM, Liclican E, Carughi A,
en dietary n-3 and n-6 fatty acids and clini- Perelman D, Kanaoka Y, Sangiovanni JP,
cally diagnosed dry eye syndrome in women”, Gronert K, Smith LE, “5-Lipoxygenase meta-
Am J Clin Nutr. 2005 Oct;82(4):887-93. bolite 4-HDHA is a mediator of the antian-
9. Berson EL, Rosner B, Sandberg MA, Wei- giogenic effect of ω-3 polyunsaturated fatty
gel-DiFranco C, Willet WC, “Omega-3 acids”, Sci Transl Med. 2011 Feb 9;3(69).
Intake and Visual Acuity in Patients With 13. Viau S, Maire MA, Pasquis B, Grégoire S,
Retinitis Pigmentosa Receiving Vitamin A”, Acar N, Bron AM, Bretillon L, Creuzot-Garcher
Arch Ophthalmol., Published online ahe- CP, Joffre C, “Efficacy of a 2-month dietary
ad of print, doi:10.1001/archopthalmol. supplementation with polyunsaturated fatty
2011.2580 acids in dry eye induced by scopolamine in
10. E.R. Bovier, L.M. Renzi, B.R. Hammond “A a rat model”, Graefes Arch Clin Exp Ophthal-
Double-Blind, Placebo-Controlled Study mol. 2009 Aug;247(8):1039-50. Epub
on the Effects of Lutein and Zeaxanthin on 2009 May 5.
Neural Processing Speed and Efficiency” 14. Larmo PS, Järvinen RL, Setälä NL, Yang B,
PloS One. Published online ahead of print, Viitanen MH, Engblom JR, Tahvonen RL,
doi:10.1371/journal.pone. 0108178. Kallio HP, “Oral sea buckthorn oil atte-
11. Carmen Galbis-Estrada, Maria Dolores Pina- nuates tear film osmolarity and symptoms
zo-Durán, Sebastián Martínez-Castillo, José in individuals with dry eye”, J Nutr. 2010
M. Morales, Daniel Monleón, Vicente Za- Aug;140(8):1462-8. Epub 2010 Jun 16.
non-Moreno.“A metabolomic approach to dry 15. Rashid S, Jin Y, Ecoiffier T, Barabino S,
eye disorders. The role of oral supplements Schaumberg DA, Dana MR, “Topical ome-
with antioxidants and omega 3 fatty acids” ga-3 and omega-6 fatty acids for treat-
Molecular Vision 2015; 21:555-567. ment of dry eye”, Arch Ophthalmol. 2008
12. Sapieha P, Stahl A, Chen J, Seaward MR, Feb;126(2):219-25.

97
Note
Note
Note

Potrebbero piacerti anche