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Gioco di Ruolo

chiamato “Vita”

Giovanna Garbuio
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Giovanna Garbuio
Gioco di Ruolo
Copyright © Nui Loa 2017
Prima edizione Luglio 2012 ®Tutti i diritti riservati.
Codice ISBN: 9781520689227

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La riproduzione e la duplicazione degli e-book è vietata per


legge. Ma la legge è solo uno strumento che regola i rapporti di
una società civile. Quello che conta davvero è che i miei e-
book sono il frutto del mio lavoro come lo è un oggetto fisico
quale è il libro di carta per esempio o un kg di pane. Come
fotocopiare un libro per passarlo a qualcun altro o entrare in un
panificio e prendersi 4 panini e uscire, creerebbe un danno
all'editore e all'autore o al panettiere, così io ti chiedo di non
duplicare i miei e-book o i miei audio inviandoli a terzi perché
mi danneggeresti. Se vuoi consigliare la lettura di questo e-
book a qualcuno fallo suggerendogli il link originale e
autorizzato dove scaricarlo.
In ogni caso qualunque cosa tu decida di fare, sarà comunque
la migliore e dato che se siamo su questa strada è perché anche
sappiamo come funziona la legge di causa ed effetto, dove
l’energia che immettiamo nell’Universo ci viene restituita
attraverso la manifestazione di situazioni dello stesso livello
energetico, ti auguro buon viaggio e spero che il pezzetto che
ne faremo assieme sia produttivo per entrambi.

Grazie di cuore.
Giovanna Garbuio
5

Non ha senso essere ottimisti.


Tutto andrà bene comunque.

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Non è necessario che tu cambi niente di te stesso, non devi


diventare qualcuno di diverso da quello che sei, soprattutto non
è necessario che tu impari nulla di più di quello che sai già.
Devi soltanto imparare ad Amarti a tal punto da essere
finalmente Te Stesso con tutto Te Stesso! Farai venire a
galla tutto ciò che già sai nella misura in cui ti sarà più utile.
Per questo ti consiglio di conservare solo il meglio di ciò che
leggerai qui, di buttare tutto ciò che non ti è affine e di non
credere a me senza verificare personalmente ciò che ti dico.
Solo così troverai la tua Verità ed essa ti renderà sempre più
libero!
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La vita è un gioco è questa è l'unica verità.

Ognuno di noi si sceglie il ruolo che vuole interpretare, in base


all’esigenza della propria anima per la propria crescita
spirituale, ma una volta incarnati, non ne siamo più
consapevoli, altrimenti il gioco sarebbe troppo semplice, non
sarebbe più divertente e non impareremmo più nulla. Per
questo non dobbiamo giudicare chi sceglie di recitare la parte
del “cattivo” perchè nessuno può conoscere quale esigenza ha
spinto quell’ anima a rivestire quel ruolo o le sue motivazioni.

Tutti da piccoli abbiamo giocato a guardia e ladri.

Più o meno qui è la stessa cosa. Allora non ce la prendevamo


con chi recitava il ruolo del ladro, perché eravamo consapevoli
che era un gioco e tutti eravamo amici ed era divertente.

Ammetto che non sapendo che la nostra vita è un gioco appare


tutto molto tragico e triste, ma tutto questo ci servirà per
comprendere il valore più bello, dell’unità dell’Amore. Come
ogni gioco anche questo gioco finirà, solo che in questo gioco
non si smette di giocare tutti assieme: ognuno ha i suoi tempi, i
suoi modi, i suoi percorsi, ma la consapevolezza di come

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funzionano le cose ci aiuta a comprendere come tutto in verità


sia cosi semplice.
Comunque vada avremo sempre vinto perché avremo ottenuto
il nostro scopo.

Se ci si pensa da questo punto di vista è bello sapere che tutto è


stato un gioco e che ci abbiamo creduto cosi fortemente da
esserci anche avvelenati la vita. Dobbiamo però continuare a
ricordarci che è un gioco e che stiamo recitando un ruolo,
perché se lo scordiamo cadiamo nuovamente nel vortice.
Adesso stiamo fuori dal gioco, possiamo osservare noi stessi e
gli altri recitare le nostre parti, ma possiamo farlo con distacco
e così possiamo anche aiutarli con delicatezza e Amore a
comprendere le istruzioni, ma soltanto se il loro percorso di
gioco lo prevede e lo consente.

Lilliana Formica
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L’Angelo Custode
di Rodolfo Carone1
In fondo credo
Che tu lo sappia
Ci sono ci sarò
Ci sono sempre stato
Non scorre sabbia per me
Nella clessidra del tempo
Vago svagando
Tra presente e passato
Senza direzione
Né alcuna indicazione
Ero nel lampo inarticolato
Del tuo primo grido
Quando scopristi il pianto
Riempirti il respiro
E l’aria gravida
Stringerti in un sorriso
Ed ancor prima
Quando sconfinato ti dileggiavi
A scoprirti immerso

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http://www.gendaireiki.it/

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Nell’immenso
E del tutto eri ammirato
Quando il tuo sguardo schiuso
Specchiava l’ebrezza
Degli occhi di Dio
E nell’incontro confuso
Sperimentavo l’oblio
Della bellezza senz’argini
Tu perenne innamorato
Dei corpi e dei margini
Scegliesti il limite come padre
E la materia come madre
Ora nè colore
Non il suono o le parole
Pur essendo spesso
Dei ponti tra i mondi
Possono unire i nostri contorni
Posso solo aspettare
Che ti abbandoni la mente
Che il tuo fiatare ritorni
Al suo regno insciente
E allora sì
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mi allungherai la mano
che fremente potrò afferrare
e sarò quella luce
che ti saprà guidare
la voce che finalmente
potrà gridare:
bentornato!
Ma non lo ricordavi
Che io con te
Ci sono ci sarò
Ci son sempre stato?

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Gioco di ruolo

Ognuno di noi, senza saperlo (o meglio, senza volerlo


sapere) vive un'esistenza parallela a quella che
consuma giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno
dopo anno, un'esistenza meravigliosa, senza inizio e
senza fine, ben "più alta della realtà", di cui spesso ci si
dimentica, o si preferisce non avere consapevolezza,
per paura, diffidenza, ignoranza anche. Eppure lì, in
quella vita segreta e gravida di risorse e sorprese, sono
racchiuse straordinarie energie insospettate. Basta
avere il coraggio - o la forza, o la capacità - di
liberarle e metterle in gioco2.

C’è un nucleo all’ “interno” di ognuno di noi che esiste oltre


ogni spazio ed oltre ogni tempo, un nucleo che un’attenta
osservazione può scorgere. Si tratta di quella parte eterna e
onnisciente che è la vera essenza di ognuno di noi. C’è chi lo
chiama Amore, chi lo chiama Ki, chi lo chiama Mana, chi lo
chiama Dio, non ha grande importanza il nome che lo
definisce, è l’energia vitale originaria.

2
www.sperling.it/l-arca-dei-nuovi-maestri-igor-sibaldi/
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La Terra vuole penetrare con l’Amore nel puro cielo: il


desiderio d’Amore prende la terra; la pioggia del cielo
la rende fertile: allora la terra dà vita alle piante e agli
animali di cui si nutrono gli uomini.
Aeschylus, frammento 44

Questa energia vitale di cui il nucleo di cui stiamo parlando è


la nostra parte più pura e reale, è ciò di cui “è fatto” l’Universo
ed è ciò che mantiene ogni elemento della “creazione” in
connessione e perciò sostiene e nutre tutto ciò che vive. E’
tutto ciò che è. Tutto questo era risaputo anche nell’antica
Grecia dove Ipermnestra attraverso i frammenti di Eschilo ci
rammenta che questa immensa energia è ciò che determina e
alimenta e stimola le azioni dell’essere umano e chi si connette
consapevolmente a quest’energia fa proprie le caratteristiche
stesse di tale energia.

E’ in tutto ciò che vive e dà vita, ed è una, in ciascun


individuo, in ciascuna specie e nell’intero Universo;
non si sa né si può immaginare quando sia cominciata
o quando potrà terminare: semplicemente è e diviene
infinita – o, come la chiama Gesù nei Vangeli,

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“eterna”, e cioè: appartenente ad un’altra dimensione


temporale incommensurabile con il tempo a noi
familiare. Eppure nulla è più semplice del percepirla,
proprio perché è in tutto ciò che vive in ognuno; e nulla
è più semplice dell’accorgersi che si può agire in base
ad essa e che ciò porterebbe armonia, senso e libertà
nella nostra esistenza. Gesù lo descrive così: “Siate
figli del Padre vostro celeste che fa sorgere il suo sole
sopra i malvagi e sopra i buoni e fa piovere sui giusti e
sugli ingiusti 3 ” “Nessuno giunge al Padre se non
attraverso l’Io4”.
Questa Energia però viene percepita consapevolmente
soltanto da chi sa essere pienamente se stesso.
Igor Sibaldi

Dove essere sé stessi significa riconoscere la nostra Reale


Identità, riconoscere di essere quel nucleo di cui stiamo
parlando.
Questa è l’unica parte di noi stessi che è veramente Reale, tutto
il resto esiste solo in conseguenza e in funzione dell’ esistenza
di quel nucleo che è la nostra vera Essenza. E tutta quella, che
3
Matteo 5,45
4
Matteo 23,9
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noi siamo soliti definire la nostra Realtà, è un riflesso di tutto


ciò che nella nostra interiorità ricopre questo nucleo e
ricoprendolo non ci permette di percepirlo e di riconoscerlo.
Non immediatamente per lo meno.
La realtà esteriore di cui facciamo quotidianamente esperienza
è lo strumento che l’Universo ha “escogitato” per permetterci
di riscoprire la nostra vera essenza, ritrovandola sotto tutto ciò
che la ricopre, di cui la realtà esteriore è il riflesso.
Questa realtà/illusione esteriore tuttavia ha anch’essa un suo
livello di realtà appunto e pur essendo il riflesso della nostra
interiorità è vera ed è utile alla nostra evoluzione che agevola
attraverso la sua evoluzione, che avviene secondo determinate
regole, la cui principale in questa dimensione, o forse l’unica, è
quella di causa ed effetto conosciuta fin dai tempi dei tempi.
La traccia più genuina che ci suggerisce dove cercare e come
cercare, cosa eliminare, cosa mantenere, per riscoprire quella
parte di noi che siamo effettivamente noi e di cui ci siamo
scordati, è determinata dalle nostre sensazioni, che non sono
altro che il linguaggio con cui continuiamo a comunicare con
noi stessi, con il nostro vero sé!

…mi hai messo in una famiglia e hai detto affari tuoi,


adesso in questo casino prova a capire chi sei (…)

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mi hai messo in tasca tre carte e hai detto adesso tira,


quello che viene viene e come gira gira,
mi hai dato tempo una vita per ritrovare l'uscita, mi son
distratto e ad un certo punto non l'ho più cercata,
e mi hai mollato nel traffico senza indicazioni,
e proprio a me vengono a chiedere le informazioni…

Lorenzo Cherubini (Jovanotti)

Ecco perché davvero quando stiamo bene, significa molto


profondamente che va tutto bene.
Noi non siamo ciò che sembriamo e spesso non siamo
nemmeno quello che crediamo di essere e le nostre sensazioni,
le nostre emozioni, gli stati d’animo ce lo comunicano
continuamente. Noi siamo molto di più e siamo molto “oltre”.
Siamo quel Nucleo che in tempi e luoghi non sospetti, ha
deciso di cimentarsi in questo Gioco di Ruolo che siamo soliti
definire Vita.

La meta da raggiungere è una nuova dimensione di


esistenza alla quale ognuno sogna di approdare per
essere finalmente se stesso, non più prigioniero dei
rigidi, pericolosi schemi del quotidiano, non più in
17

balia di assurdi pregiudizi e aridi schemi di pensiero


che impediscono di essere felici.
Igor Sibaldi

Il ritorno alla nostra Vera Essenza, il riconoscere chi siamo


davvero è la parte più entusiasmante del gioco. Riscoprire che
siamo invulnerabili e immortali e che quindi non abbiamo
assolutamente niente da temere mai, che non siamo mai nati e
mai moriremo, che ci siamo calati in questa realtà
volontariamente, è la parte del gioco che ci permette di tornare
a casa rendendoci conto del divertimento del gioco.
Noi non stiamo vivendo un “esistenza terrena”, noi siamo la
Vita e stiamo giocando al gioco dell’ “esistenza terrena”.

Un gioco che abbiamo inventato e creato noi e di cui abbiamo


via via stabilito le regole e continuiamo a cambiarle e a
ristabilirle essendo (molto spesso inconsapevolmente)
completamente responsabili di quello che accade e di come
accade e anche di perché accade.
Il problema è che ci siamo dimenticati di poter cambiare queste
regole.
Lo stesso tempo/spazio è determinato da come lo consideriamo
noi e dal valore che attribuiamo a questo sistema.

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La nostra vera natura è determinata dalla consapevolezza e


quindi anche dalla comprensione di come funziona questo
sistema in cui ci siamo volontariamente calati.
Una cosa è certa, quando abbiamo deciso di partecipare a
questo gioco non l’abbiamo fatto con l’intenzione di
sopravvivere ed annaspare in mezzo ad un mare di difficoltà,
ma con la ferma volontà di vivere alla grande, con gioia ed
entusiasmo. Perché la consapevolezza illimitata che noi siamo
potesse fare esperienza della limitatezza che ci è propria in
questo sistema spazio temporale. E per farlo abbiamo deciso di
partecipare a questo gioco di ruolo. Vogliamo fare questa
esperienza di rendere completa la nostra consapevolezza
attraverso la limitazione.
Per renderci esseri limitati che possano effettivamente
partecipare a questo gioco è stato evidentemente necessario
diventare chi siamo (perché noi siamo anche la nostra
limitatezza, il punto è renderci conto di non essere solo quella),
in modo che strada facendo potessimo un po’ alla volta
ricordarlo nuovamente e potessimo trasformarci percependolo
in quella consapevolezza totale che effettivamente noi siamo.
Ognuno di noi ha potere totale di gestione della realtà in cui
viviamo. Recuperare la consapevolezza di chi siamo realmente
ci permetterà anche di gestire consapevolmente il potere che
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abbiamo.
Non esistono limiti reali in assoluto e non esistono limiti alla
nostra immaginazione (i bambini lo sanno bene) che è lo
strumento con il quale principalmente manifestiamo la nostra
realtà. Il fatto di comprendere che il nostro mondo è
determinato dalle nostre convinzioni ci permette di modificarlo
consapevolmente.
Per questo ogni volta che scarichiamo la responsabilità di ciò
che ci accade su qualcuno o su qualcosa che non siamo noi, in
realtà ci allontaniamo dal riconoscimento della nostra reale
essenza e quindi abdichiamo al nostro potere lasciandolo
semplicemente agire inconsapevolmente. Il meccanismo del
gioco evolve e funziona sempre, indipendentemente dalla
nostra partecipazione consapevole o inconsapevole. Noi
creiamo la nostra realtà comunque.
E’ come lasciare una sega elettrica accesa senza tenerla in
mano saldamente: lasciata senza guida può fare davvero dei
grossi danni! Danni che però anch’essi fanno sempre parte
dello stesso gioco di ruolo a cui stiamo partecipando. Non sono
mai danni reali quindi, ma sono certamente danni che possono
notevolmente complicarci il libero fluire del ‘gioco dell’oca’ e
rovinarci tutto il divertimento.
Quando invece manteniamo saldamente in mano la motosega e

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la dirigiamo consapevolmente possiamo realizzare delle


grandiose costruzioni. Se ci riappropriamo consapevolmente
del nostro potere, il gioco diventa davvero entusiasmante e ci
permetterà di fare esperienza soltanto di ciò che ci gratifica, ci
soddisfa e ci rende gioiosi, se lo vogliamo.
Noi siamo gli unici artefici della nostra gioia e della nostra
disperazione. La consapevolezza di questo ci permette di
scegliere volontariamente tra sperimentare gioia e sperimentare
disperazione.
Assumiamoci quindi la responsabilità al 100% della nostra
realtà e andiamo alla grande, diretti gioiosamente verso casa,
con la consapevolezza che conoscere ciò che è, è la via che ci
permette di gestire quello che sarà.
Nel momento in cui ci assumiamo la responsabilità di tutto ciò
che ci ha fatto soffrire nella nostra vita trascorsa, saremo in
grado di manifestare gli eventi gioiosi che caratterizzeranno la
nostra storia da qui in avanti. Ogni volta che abbiamo dato ad
altro o ad altri la colpa della nostra sofferenza abbiamo
ottenuto il risultato di allontanare da noi la consapevolezza del
nostro potere.
Attenzione però perché anche l’operazione di assumersi la
responsabilità della nostra vita passata nasconde una trappola:
il rischio di sentirsi colpevoli per tutta la sofferenza subita, o
21

peggio per la sofferenza subita da altri.


Anche questo è un meccanismo che ci allontana dalla gestione
consapevole del nostro potere. Noi siamo responsabili, ma non
siamo colpevoli.
In effetti anche la considerazione del non essere stati
consapevoli della nostra potenzialità di manifestare la realtà è
già un concetto sufficiente per liberarci da ogni senso di colpa.
Eventualmente sarebbe colpevole chi agisce deliberatamente;
chi è cieco non è colpevole se va a sbattere contro un palo…
non l’aveva visto! Quindi già l’inconsapevolezza ci libera da
qualunque colpa, anche se mantiene intatta la nostra
responsabilità totale nell’operazione di manifestazione della
nostra realtà.
Altra considerazione che ci libera definitivamente da
qualunque colpa è la certezza che l’Amore è l’energia prima da
cui scaturisce ogni successiva manifestazione. La prova di ciò
la possiamo trovare semplicemente osservando gli avvenimenti
dal punto di vista dell’Amore. Se partiamo dal presupposto che
tutto è Amore (Tutto è Uno) e che tutto evolve regolato
dall’Amore e in funzione dell’Amore, vedremo che ogni
avvenimento terreno (e non) troverà la sua evidente
motivazione.
Non è ovviamente una questione dimostrabile con metodo

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scientifico (non ancora per lo meno, anche se ci siamo ormai


abbastanza vicini 5 ), ma ciò non toglie che sia altrettanto
indubitabilmente dimostrabile. Ognuno lo può molto
facilmente provare a sé stesso, soltanto avendo la costanza di
osservare come accadono le cose.

E allora come si può riuscire a far entrare nella nostra vita tutto
l’Amore che desideriamo? Come possiamo comprendere
davvero che Noi siamo Amore, siamo già a posto e completi in
modo perfetto, che tutta l’Energia che stiamo usando può in un
attimo creare il più meraviglioso dei mondi e la più
meravigliosa delle vite?
C’è in effetti nella nostra società una tale assuefazione alla
sofferenza, un tale retaggio culturale che sembra confermare
quello del dolore come il percorso inevitabile, che spesso
sembra più facile, quasi più “naturale”, lasciarsi sommergere
dalle preoccupazioni e accettare i disagi quotidiani perché
inevitabili (“Così è la vita”, “Ciò che vuoi te lo devi
guadagnare lavorando duramente”, “Nessuno ti regala mai
niente”, ecc..) piuttosto che riuscire a ringraziare, Amare e
lasciar andare i pensieri più pesanti e in questo modo

5
Vedi le ricerche di Masaru Emoto, di Konstatin Korotkov, di Rollin McCraty
23

“sgonfiare” istantaneamente situazioni non desiderabili di


qualunque entità e grado.
Il punto è che abbiamo paura di affidarci alla nostra Divinità
(al nostro Nucleo), non riusciamo davvero a metabolizzare il
fatto che tutto quello che è, è sempre il meglio! Tutto evolve
in direzione dell’Amore (se Tutto è Amore e l’Amore è l’Uno
da cui tutto deriva, non può che essere logicamente così). Non
siamo capaci di accettare che le leggi che regolano l’universo
abbiano dato origine ad un meccanismo anche troppo semplice,
perché per noi è l’ignoto, un campo che non pensiamo di aver
personalmente sperimentato. Ci sembra assurdo e pericoloso…
Vogliamo avere la situazione sotto controllo; non farlo è
inaccettabile perché estremamente pericoloso, dal punto di
vista da cui siamo abituati (educati) ad osservare l’evolvere
delle situazioni.
Ci nascondiamo dietro espedienti tipo “non abbiamo tempo”,
“non abbiamo la concentrazione necessaria”, “non abbiamo il
coraggio”, o magari ci sentiamo in colpa se stiamo bene,
oppure se abbiamo più degli altri. Riconoscere di essere potenti
ci toglierebbe da quel ruolo di vittima che è diventato comodo;
affidarci al flusso ci responsabilizzerebbe troppo, ci
costringerebbe in qualche modo a prendere in mano la nostra
vita davvero.

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E così diamo troppo ascolto a chi non crede, a chi demolisce, a


chi ci prende in giro, a chi ha paura di illudersi, a chi ci dice di
stare con i piedi per terra… a chi non ha mai sperimentato
qualcosa di efficace perchè fondamentalmente non ci ha mai
davvero creduto…

Dicono che è vero


che ogni grande amore naufraga la sera davanti alla tv
Dicono che è vero
che c'è solo un modo per risolvere un problema
Dicono che è vero
che ad ogni entusiasmo corrisponde stessa quantità di
frustrazione
Dicono che è vero
che per ogni slancio tornerà una mortificazione
Dicono che è vero sì,
ma anche fosse vero non sarebbe giustificazione per non
farlo più.
Ora!
Non c'è montagna più alta di quella che non scalerò,
non c'è scommessa più persa di quella che non giocherò.
Ora!
25

Lorenzo Cherubini (Jovanotti)

Non sono esattamente fonti affidabili questi confronti, ma


decidere con la propria testa non è sempre così facile, non
siamo abituati, raramente lo facciamo davvero malgrado ci
sembri di farlo sempre. E se lo facciamo ci ritroviamo faccia a
faccia col peggior provocatore esistente: noi stessi o il nostro
ego razionale.
Abbiamo paura del nostro Potere, questo ci destabilizza ancora
più della nostra sofferenza. Abbiamo paura di noi stessi.
Abbiamo paura di illuderci e fallire. Perché ci siamo
dimenticati che stiamo giocando. Ci siamo completamente
scordati che stiamo sostenendo una parte in un maestoso gioco
di ruolo. E invece le cose sono estremamente semplici oltre
ogni immaginazione.

L’Energia fluisce dove dirigiamo la nostra attenzione6 e lì


crea.

L’Amore è l’Energia primordiale, la causa prima da cui tutto


deriva e in funzione e verso cui tutto evolve. Ciò significa

6
Makia: principio Huna

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inconfutabilmente che l’errore non esiste. L’Amore non


sbaglia, non prevede l’esistenza dell’errore. Perciò tutto è
perfettamente perfetto e tutto quello che è, è sempre il
meglio!
Fin dai tempi più antichi, le culture ataviche (e quelle più
integre lo fanno ancora adesso) hanno sempre considerato tutti
gli elementi della natura come esseri senzienti, dotati di
memoria e di coscienza e teso per il più possibile a vivere in
perfetta armonia con essi, tenendo conto delle esigenze della
natura almeno tanto quanto delle esigenze degli esseri umani.
Dal che ne deriva la loro evidente consapevolezza della
perfezione del creato, la perfezione di tutto quello che è e
quindi la completa inesistenza di qualcosa che si possa
considerare un problema o un errore. Ecco che in questa
prospettiva non ha alcun senso la presenza di un processo per
risolvere il problemi… dato che i problemi non esistono. Tutto
era ed è sempre facile, fluido perché perfetto. Tutto quello che
è, è sempre il meglio. I problemi nascono quando si sposta
l’attenzione sul potere e soprattutto sul potere dell’uomo
sull’uomo, questo spostamento dell’equilibrio è ciò che ha
fatto implodere tutta la questione.
Il normale modo di vivere, quello davvero secondo natura,
27

perciò dovrebbe essere per ogni essere umano quello di farlo


seguendo il proprio cuore che per sua caratteristica intrinseca
segue l’Amore quale energia originaria. Vivere secondo la via
dell’Amore però, non significa fare il cosiddetto bene a tutti i
costi, non significa sacrificarsi per gli altri. No no… anzi!
Sacrificarsi per gli altri è un comportamento molto lontano
dall’essenza dell’ uomo e dell’universo e da quello che
dovrebbe diventare il buon senso comune del nuovo modello di
riferimento (paradigma).
Amarsi è il primo passo fondamentale, Amare se stessi! Da
qui, dall’Amore puro e sincero per se stessi deriva un
incommensurabile Amore per gli altri e per il resto del creato,
non viceversa. In quest’ottica il “sacrificio” cattolicamente
inteso non trova alcuno spazio, né alcuna ragione di essere. In
origine la parola “sacrificio” indicava l’azione di rendere sacro
ciò su cui si stava agendo, non di autoinfliggerci privazioni o
sofferenze in virtù di un non meglio identificato bene per
qualcun altro. Non meglio identificato nel senso che comunque
noi dalla limitata prospettiva in cui ci troviamo non siamo in
grado di stabilire quale sia effettivamente il bene di qualcun
altro, il più delle volte non siamo in grado di riconoscere
nemmeno il nostro. Rendere qualcosa sacro invece è un altro
discorso, perché rendiamo sacro qualcosa quando lo rivestiamo

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della nostra gioia, e quindi ha senso perseguire il “bene altrui”


quando farlo ci rende felici, quando compiere una buona
azione è qualcosa che facciamo perché ci rende felici
compierla, che poi questo possa essere un beneficio per
qualcun altro diventa un piacevole effetto secondario. Senza la
nostra gioia non possiamo rendere sacro nulla.
Spalanchiamo quindi le porte ad ogni forma di auto-
autorizzazione a riconoscere la nostra grandezza e la nostra
perfezione. Si tratta di vivere la vita attimo per attimo mettendo
da parte la mentalità di paura basata sul potere, sul controllo,
sul peccato e sulla colpa. Questo è l’originario sapere che io
sono il migliore io che io possa essere. Non ci sono duplicati,
io sono l’io originale, parte dell’Amore che non commette
errori. Sapere che qualunque cosa accada ha un lato di
bellezza, qualunque cosa accada è comunque l’emanazione
dell’Amore e contiene in sé il riflesso dell’Amore, la
perfezione dell’Amore, quella scintilla divina di cui tanto si
parla, è ciò che ci farà arrivare a vederla a percepirla.
Questo significa che qualunque azione noi abbiamo compiuto,
anche offuscati dalla più profonda inconsapevolezza, non
abbiamo sbagliato, non abbiamo commesso nessun errore, mai!
Tutto quello che è… è sempre il meglio! Se è, è il maglio!
29

Quindi non abbiamo sbagliato. Qualunque azione abbiamo


compiuto era la miglior cosa che potessimo fare in quel
momento, in quello spazio, date le premesse e tale azione,
anche la più aberrante, ci ha permesso di essere la persona
meravigliosa che siamo oggi e ha permesso di ottenere lo
stesso risultato a chi è stato coinvolto dal nostro percorso.
Semplicemente perché è così che funzionano le cose. Perciò
cosa abbiamo da rimproverarci?
Quindi in base a questo ragionamento chi può essere
colpevole? E di cosa? Ognuno meriterebbe invece un premio
per aver agito sempre nel migliore dei modi.
Ovviamente qualunque scelta noi abbiamo fatto nel passato ne
siamo completamente responsabili e anche se non siamo
colpevoli, ciò che viviamo adesso è la diretta conseguenza di
quello che abbiamo fatto, detto, pensato, provato sperimentato
in passato. Per cui essere consapevoli che le cose funzionano
così e che non possiamo sbagliare e che tutto quello che è, è
sempre il meglio, non ci toglie dalle spalle la responsabilità di
pagare le conseguenze energetiche delle scelte che facciamo.
Per cui non è che, dato che tutto quello che è, è sempre il
meglio, posso fare qualunque mostruosità e va tutto bene lo
stesso, chi se ne frega. Sì certo, va tutto bene lo stesso, ma la
mia vita rispecchierà e mi restituirà sempre il livello energetico

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30

che ho immesso nel cosmo. Per cui se io faccio qualcosa che


energeticamente percepisco come male, come sbagliato, anche
se in valore assoluto non è né male, né sbagliato, nella mia vita
accadrà qualcosa che rispecchia lo stesso livello energetico che
le mie azioni hanno prodotto. Quindi attenzione, sì, tutto quello
che è, è sempre il meglio, ma finché ancora non è… è più
produttivo per la fluidità del mio gioco, scegliere attentamente,
perché gli effetti seguono le cause.
In ogni caso, una volta che la scelta è fatta e l’azione è
compiuta, è perfettamente inutile e senza senso piangere sul
latte versato; dato che non abbiamo assolutamente alcuna
colpa, chi ci impedisce di gioire e di essere pienamente
soddisfatti di noi stessi? Tanto più che ora siamo consapevoli
di questo meccanismo e quindi possiamo agire di conseguenza
per manifestare il migliore dei futuri per noi stessi e per tutte le
creature coinvolte.
Ogni scelta basata sulla consapevolezza non può che condurre
alla Pace dell’Io.
Siamo liberi! Liberi di decidere quale direzione vogliamo
prendere a prescindere da ogni influenza esterna. Perché
ricordiamo che le influenze esterne determinano la
realizzazione della scelta che viviamo, quindi il trucco è
accettare o respingere le influenze in maniera consapevole.
31

Il potere creativo è sempre stato una nostra caratteristica. La


differenza sta nell’uso consapevole o inconsapevole che se ne
fa. Ora possiamo sfruttare questa conoscenza per raggiungere
il nostro benessere e la nostra felicità.
Ognuno di noi è una delle innumerevoli realizzazioni del
Divino (Tutto è Uno e l’Uno è Amore) e quindi ognuno di noi
possiede in sé stesso il potere divino della manifestazione
consapevole. Questo è innegabile.
Ognuno di noi deriva dalla causa prima che è l’Amore, perciò
ognuno di noi è in essenza energia d’Amore, è evidente,
quindi attraverso di noi l’Amore evolve.
Pertanto in questa dimensione spazio/temporale in cui siamo
calati, abbiamo l’opportunità di forgiarci le premesse per
vivere le esperienze che desideriamo qui ed ora.
Noi possiamo essere esattamente chi vogliamo essere in questo
gioco di ruolo che è la vita incarnata.
Non ci sono limiti recita il principio “Kala” della filosofia
Huna. E Tutto il potere viene da dentro ci ricorda “Mana”
altro archetipo Huna.
Quindi cominciamo con il lasciare andare il passato, non siamo
costretti a farci limitare da quello che ci è già accaduto durante
la nostra esperienza terrena. Quello che è stato è stato, ha avuto
la sua utilità, ma ora noi siamo qui, non più lì!

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32

“Taglia il cordone e libera te stesso dalla cipolla”


Maka’Ala Yates

Scegliamo ciò che ci fa sperimentare benessere e


automaticamente ci avvicineremo al riconoscimento della
nostra reale identità. L’efficacia è la misura della verità7 ci
ricordano sempre i saggi Kahuna.
Non c’è niente che non possiamo ottenere. Soltanto il fatto di
esserne consapevoli sarà il primo ampio passo nella direzione
di ottenerlo. Quindi impariamo, cominciamo a sapere che non
dobbiamo fare o essere niente e allo stesso tempo possiamo
fare o essere tutto.
Partendo da questo presupposto cominceremo sempre più
spesso e sempre più facilmente a porci dalla prospettiva di ciò
che vogliamo, lasciando da parte quello che crediamo di
“dovere”!
Così facendo ci accorgeremo anche quanto spesso ci
ritroveremo a compiere azioni che l’opinione pubblica o il
nostro vecchio modo di pensare considererebbero “dovere”,
semplicemente perché ci sentiamo di volerle portare a termine

7
Pono
33

con la soddisfazione e l’entusiasmo che associamo al


compimento di ciò che vogliamo, eliminando per sempre dal
nostro modo di essere la frustrazione e il rancore che spesso
accompagnano il compimento dei cosiddetti “doveri”.
Facciamo le cose che vogliamo fare semplicemente perché le
vogliamo fare e godiamo a piene mani dell’ energia positiva
che ne scaturisce e che ci avvicina sempre più al
riconoscimento della nostra essenza. Per i “doveri” lasciamo
agire l’Universo con fiducia, gioia e riconoscenza… ne
vedremo davvero delle belle solo a saperle osservare.
Saremo sempre più avvolti da pensieri e di conseguenza da
situazioni di gioia, di benessere e di soddisfazione.
Provare per credere, anzi sapere per sperimentare.
Impariamo a soffermarci solo sui pensieri che ci procurano
gioia e soddisfazione e lasciamo agire l’Universo.
Il segreto per stare bene è cominciare a sentirsi bene
abbandonando le preoccupazioni, con la consapevolezza che
c’è qualcuno/qualcosa di molto più efficace di noi che senza
dubbio se ne occuperà produttivamente, anzi se ne sta già
occupando e risolverà tutto per il meglio oltre ogni nostra più
rosea previsione.

Pensiamo a ciò che vogliamo con passione e trasporto e

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34

lasciamo agire chi sa come procurarcelo. E ovviamente


cominciamo già a goderne i frutti.
Raggiungere la consapevolezza di questo meccanismo, capire
come funzionano veramente le cose, è tutto ciò che ci serve,
perché solo il fatto di averlo compreso ci porterà un po’ alla
volta a cambiare completamente atteggiamento nei confronti di
questo “gioco di ruolo” e tutto verrà di conseguenza, si
evolverà senza nessuno sforzo. Senza nemmeno che ce ne
rendiamo conto arriveremo ad essere veramente diversi,
sempre più diversi, in direzione di noi stessi e proprio su questa
strada vedremo accadere quelli che gli umani inconsapevoli,
chiamano miracoli e che noi un po’ alla volta (perché ancora
un po’ inconsapevoli lo siamo, altrimenti non avremmo
bisogno nemmeno di farli questi ragionamenti) percepiremo
come le cose più ovvie e normali del mondo.
Noi siamo al centro dell’universo, come ci illustra
egregiamente l’occhio di Kanaloa, proprio perché l’universo
inteso come la nostra personale realtà, ruota attorno a noi stessi
e si forgia e si modifica in funzione esclusiva di noi stessi.
Questo significa essere creatori o se vogliamo co-creatori.
Ognuno ha e percepisce la sua personale realtà sulla quale ha
totale potere.
Il mondo è uno specchio e riflette la nostra interiorità. Se
35

determinate caratteristiche non sono presenti in noi stessi, non


faremo esperienza dei loro riflessi o quantomeno non ne
saremo coinvolti emozionalmente.
Se invece ci troviamo a vivere determinate questioni, possiamo
tranquillamente essere sicuri che quell’esperienza si è
manifestata con l’obiettivo di mostrarci qualcosa di noi stessi; è
fuori di ogni dubbio.
Ecco che per capire a che punto è la nostra evoluzione
dobbiamo osservare l’ambiente che ci circonda come in uno
specchio, perché l’ambiente che ci circonda in realtà riflette
precisamente quello e chi noi siamo ora. Esso sarà la misura
precisa della nostra evoluzione. Se stiamo bene, va bene, avanti
tutta… se stiamo male… significa che c’è da lavorare!
Per cambiare davvero la situazione devo imparare a guardarmi
dentro e per guardare dentro è sufficiente guardare fuori, ma
con una modalità diversa.
Per capire come sono davvero io, posso osservare la mia vita.
Ma consapevole che osservarla vuol dire osservarla e basta,
senza farmi coinvolgere dalla solita cascata di pensieri, giudizi,
progetti e soluzioni. Osservare vuol dire osservare. Fare gli
spettatori. Che non vuol dire non farsi coinvolgere, ma se
stiamo davvero osservando e basta saremo in grado di
osservare anche le emozioni che la situazione che stiamo

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guardando ci suscita. Osservare è l’azione che permetterà di


trasmutare la sofferenza che la situazione ci procura
(rendendoci conto che non è affatto la situazione oggettiva a
procurarcela, ma le nostre reazioni ad essa). Sarà la via che
potrà liberarci dai fantasmi delle illusioni che
continuamente ci succhiano l’energia vitale la cui dipartita è
ciò che ci fa appunto soffrire.
E’ necessario osservare la realtà così com’è. Guardarla senza
commentarla, oltre il pensiero, oltre il giudizio, oltre il
ragionamento e soprattutto senza cercare soluzioni. Questo
sarà il momento in cui le soluzioni si presenteranno da sole
davanti ai nostri occhi, con fluidità senza sforzo e soprattutto
senza sofferenza.
I disagi, i problemi non si verificano nella nostra vita con lo
scopo di essere capiti, studiati, analizzati e risolti, ma solo per
essere accettati. Per accettarli devo poter osservarli.
Ogni malessere cesserà solo quando avremo sciolto le
motivazioni profonde che ce lo provocano, non quando avremo
debellato i sintomi… che non vuol dire aver risolto i nostri
“problemi”, ma averli accettati e vederli come le opportunità
che sono. Possiamo continuare a lavorare sul malessere come
“obiettivo”… ma il vero obiettivo non è quello! Se eliminiamo
37

il malessere avremo eliminato un sintomo, ma se non


debelliamo le cause, il sintomo in un modo o in un altro si
ripresenterà e probabilmente sempre più doloroso.
Tutti i pensieri e i ragionamenti che continuamente facciamo
per mantenere il controllo della situazione offuscano la nostra
coscienza rendendoci meno consapevoli e così molto
difficilmente riusciremo ad individuare qual è la nostra strada.
Una coscienza intasata dai pensieri e dai ragionamenti non è
certamente un buon condottiero. Quando la nostra
consapevolezza è annebbiata noi non possiamo trovare
l’orientamento.
I pensieri, i ragionamenti, il bisogno di controllo sulle
situazioni e sulle soluzioni, ci tengono incatenati agli stati
d’animo negativi. Non è certo ragionandoci che ci liberiamo
dai disagi, anzi questo è il modo giusto per farli prosperare, per
mantenerli saldi nella nostra vita, perché continuiamo a
sostentarli fornendogli la nostra energia. Osservandoli invece,
con l’unico obiettivo di osservarli, avremo compiuto tutto ciò
che di più efficace possiamo fare per liberarcene. Più ci
ostiniamo ad occuparcene, ad analizzarli e a sviscerarli più li
ancoriamo alla nostra realtà. Più ci ragioniamo sopra più li
tratteniamo al nostro interno, perché li sovraccarichiamo della
zavorra più ostacolante che il cervello conosca: la razionalità.

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Osservare senza ragionarci è la via d’uscita.


Non c’è qualcosa lì fuori che ci fa soffrire, fosse anche la
situazione più tragica. Stiamo soffrendo perché la nostra
Anima vuole dirci qualcosa, la situazione esterna è solo un
espediente, un’illusione appunto. Se soffro significa che in
quell’ambito sono precipitato in una stasi energetica dalla
quale il mio Io superiore vuole tirarmi fuori. Perché nel
momento in cui avrò superato quella sofferenza, avrò dato alla
luce un nuovo me stesso, una persona nuova, più sensibile, più
aperta, più matura, con maggiori risorse interiori disponibili,
capace di affidarsi e lasciare che sia ciò che è meglio che sia…
ma bisogna che la sofferenza sia stata superata… non che si
trascini, magari sopita, ma sempre lì latente senza che sia mai
trascesa.
Normalmente quando smettiamo focalizzarci su ciò che noi
riteniamo il responsabile del nostro dolore e accettiamo la
situazione per quella che è con la consapevolezza che
lasciandola evolvere nella sua direzione non potremo che
raccoglierne i succulenti frutti, ci svuotiamo di tutto il dolore
che evapora lasciandoci una profonda serenità.
Continuare a pensare e a rimuginare su ciò che di esterno ha
provocato la nostra sofferenza sarebbe come continuare a
39

rimuovere la crostina che si forma sulla ferita nella speranza di


farla guarire.
Invece nel momento in cui cambieremo quella caratteristica
che ci appartiene e che la situazione esterna ci vuole indicare,
non ne sperimenteremo più il riflesso. E’ esattamente in questo
senso che siamo responsabili della nostra realtà e ognuno al
100% per ciò che lo riguarda.
E nello stesso modo abbiamo il 100% del potere di modificare
noi stessi e quindi di conseguenza modificare la nostra realtà.
Allo stesso modo attraverso le nostre emozioni diamo forma
tangibile a ciò che diventa la nostra esperienza. Da qui il
consiglio di vivere pienamente le nostre gioie e le nostre
passioni per fare in modo di materializzare ciò che potrà
enfatizzare tali emozioni e tali sentimenti.
“Pensa per te” è il miglior consiglio che si possa dare a
chiunque!
Questo ragionamento ovviamente vale in qualunque campo ci
riguardi. Se essere contro a qualcosa, catalizza la nostra energia
su quel qualcosa potenziandolo, è un meccanismo che vale
sempre. Non è che funziona per quanto riguarda i miei rapporti
con il vicino di casa, ma non funziona più quando parliamo di
governi, di multinazionali, di problemi sociali ecc…
Questo è uno scoglio da superare, perché continuamente ci si

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imbatte in persone che si dichiarano anche “risvegliate”, che si


pongono come il fior fiore degli spirituali e che continuano a
denunciare lo sfacelo del nostro governo, la necessità di
cambiamento globale, che si affannano per raggruppare le 100
scimmie8 ecc… Tutti i discorsi sulla massa critica hanno un
qualche senso solo se partiamo dal presupposto che la
centesima scimmia siamo noi, perché in definitiva è soltanto
l’incapacità di sentirsi liberi che ci rende schiavi.
C’è questa convinzione che è porzione portante dell’attuale
paradigma che vede tutti gli esseri umani e gli altri occupanti
del pianeta terra (animati e inanimati) come unità separate tra
loro e separati ognuno dalla terra stessa. E allo stesso tempo
vede la Natura, da cui noi tutti deriviamo, evolvere attraverso il
conflitto e la competizione dove il più forte è quello destinato a
sopravvivere e a svilupparsi influenzando tutta l’evoluzione
della specie. Questa visione fortemente legata al concetto
meccanicistico della realtà è quella che ha determinato e
alimentato gli scontri e le guerre dei secoli passati ed anche
l’attuale “crisi” planetaria che stiamo vivendo.
Nonostante le recenti scoperte scientifiche abbiano ormai
decretato la falsità di questi concetti, l’essere umano

8
http://it.wikipedia.org/wiki/Fenomeno_della_centesima_scimmia
41

non riesce e liberarsene veramente e continuiamo la nostra


permanenza sul pianeta, condizionati da convinzioni che ormai,
anche da un punto di vista scientifico, sono false e obsolete. I
nostri giornali, i nostri mass-media e, quello che è più grave, i
nostri programmi didattici e i libri di testo, sono
ancora completamente impregnati e saldamente ancorati ad un
paradigma evidentemente fasullo, basato sulla necessità del
conflitto, della competizione e dello scontro (a partire dalla
teoria evoluzionistica del caro buon vecchio Darwin), più o
meno aperto e più o meno alla luce del sole.
La convinzione invece di tutti coloro che hanno abbracciato il
nuovo paradigma o che cercano di farlo, è che la crisi di
proporzioni titaniche che tutto il pianeta sta affrontando,
dipenda proprio dal perdurare della visione meccanicistica
competitiva del “mors tua vita mea 9 ”. Visione che ha
determinato per altro situazioni che vanno dalle crociate, alla
crisi atomica, passando per tutte le guerre e i conflitti del
pianeta.
La crisi nella quale siamo attualmente immersi e a cui sto
facendo riferimento, ovviamente non è solo quella economica,
sull’altare della quale tanti posti di lavoro per non parlare di

9
morte tua vita mia

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vite umane, sono stati sacrificati, ma è una questione


decisamente più ampia, cha abbraccia l’ecologia con i
cambiamenti climatici, la scarsità di acqua e di cibo, il campo
energetico con la domanda sempre meno sostenibile di fonti
energetiche, il campo della salute con l’insorgere di nuove
malattie e una medicina tradizionale sempre più settoriale e
parcellizzata, fino alla sovrappopolazione e al divario sempre
più insostenibile tra ricchi e poveri.
Però ancora una volta… se tutto quello che è, è sempre il
meglio, la prima cosa da fare è liberarci dalla convinzione che
tutto questo sia sbagliato. In un Universo dove Tutto è Amore
in evoluzione, che si muove esclusivamente verso se stesso (e
dove altro potrebbe andare se Tutto quello che è, è Amore?),
non c’è posto per qualcosa che non sia Amore e quindi sia
“male” o sia “sbagliato”.

Il sistema e perfetto così com’è. L’unico che deve


cambiare sei tu! Esci dal tumultuoso torrente degli
eventi e prendine il controllo. Sii domatore di fiumi.
Nell’ accusare il sistema del tuo fallimento lo stai
idolatrando, gli stai assegnando i poteri di un Dio, ti
inginocchi ai suoi piedi, ti pieghi al suo volere, ne
43

diventi schiavo. In altre parole stai facendo il suo


gioco, ne sei complice. Dare la colpa per quanto ti
accade a qualcuno che non sei tu, significa trasferire la
Forza da te a lui. (…) Il Sistema è perfetto, così come
l’universo è perfetto. La responsabilità di uscire dal
Sistema è solo tua, si trova interamente nelle tue mani,
non in quelle del Sistema. Ma se vuoi essere libero devi
esserlo rispetto ai tuoi stessi meccanismi interiori, non
rispetto a qualcuno che si trova là fuori. Là fuori ci
sono solo le tue proiezioni, i tuoi sogni, i tuoi incubi. Se
sei infelice a causa del Sistema, allora il Sistema è più
forte di te e se è più forte di te non puoi vincerlo.
Abbandona la descrizione rovesciata del mondo che
viene inculcata sin da tenere età nei cuccioli
appartenenti alle masse del pianeta. La causa è
all’interno e l’effetto è all’esterno, non viceversa. Non
stai male perchè il mondo è brutto, ma il mondo sembra
brutto perchè tu stai male. Il Sistema di cui sei schiavo
vuole fortemente che tu continui a lamentarti di lui e se
tu iniziassi a combatterlo sarebbe ancora più contento.
Nel lamentarti gli riconosci potere. La lamentela è la
preghiera che gli rivolgi tutti i giorni. Nel lamentarti

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lo stai pregando come si prega un idolo. ”Divieni re e


un regno ti sarà dato.”
Salvatore Brizzi

Non ne usciremo se non attraverso un immediato e drastico


cambio di paradigma, attraverso il quale dovremo cominciare a
cambiare il modo di vedere noi stessi e di conseguenza la
nostra realtà. E questo è un cambiamento interiore che ognuno
deve e ha la possibilità di fare individualmente. Inutile chiedere
aiuto a destra e a sinistra… devo attivarmi io, nessuno lo può
fare per me! Nessuno! Non possiamo più nasconderci dietro la
scusa che io cittadino medio del XXI secolo non ho
l’opportunità di determinare un’economia sostenibile, piuttosto
che di diffondere tecnologie salvavita, piuttosto che operare
interventi biosostenibili per la salvaguardia del pianeta,
piuttosto che fare pulizia di imbroglioni e farabutti al governo,
o piuttosto che intervenire su un sistema equo di tassazione e di
distribuzione della ricchezza.
Ma semplicemente non è questo di cui mi devo occupare, non è
preoccupandomene che me ne occuperò efficacemente.
L’altro giorno chiacchierando dicevamo che non siamo
costretti ad arrabattarci e trovare mille scappatoie per
45

sopravvivere perché viviamo in un paese troglodita e surreale,


ma viviamo in un paese troglodita e surreale perché
continuiamo ad arrabattarci e trovare mille scappatoie per
sopravvivere…

e quindi…

Io non sono incazzata perché sono governata da


incompetenti e ladri, ma sono governata da incompetenti e
ladri perché sono incazzata!

Questa è la verità! Quindi io devo occuparmi di me stessa e per


prima cosa smettere di essere incazzata con il sistema! Io devo
e posso intervenire su me stessa e sulla mia visione del mondo,
non sul mondo! Quando avrò profondamente modificato la mia
visione e la mia prospettiva, allora vedrò che l’economia
sostenibile e la rinascita del pianeta avverranno di
conseguenza, o mi si proporranno fluidamente occasioni anche
per agire direttamente, ma senza esserne ossessionata e quindi
senza grandi sforzi da parte di nessuno (nemmeno quello di
occuparmi con tutte le mie forze di raggiungere la massa critica
perchè ancora una volta la “massa critica” sarà raggiunta
quando io sarò sveglia, non un attimo prima, ma nemmeno un

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46

attimo dopo, se quella è la strada migliore) senza bisogno di


dichiarare “illegali” stati, governi, banche ecc… dichiarazioni e
operazioni che hanno come primo effetto quello di alimentare
la conflittualità tra il cittadino (me) e le strutture che
“dovrebbero” essere al mio servizio . Ma se non lo sono,
ribadisco, non è dichiarando la loro illegalità (conflitto), che
risolverò il problema, non è passando il pettine sullo specchio
che potrò sistemarmi la frangia!

“La realtà che vivi è una delle tante possibili: se non ti


piace quel che ti circonda è perché è giunto il momento
di spostarti in una realtà, che ti piaccia di più. Una
realtà che a te non piace, magari è utile e funzionale
per altri. Volerla cambiare è presunzione; è come
cambiare una trasmissione tv dipingendo sullo
schermo. Cambia canale e fai prima.”
Cinabro Zady

Finchè continuiamo a ripetere che Tutto quello che è, è sempre


il meglio, ma non ci arrendiamo a viverlo, ad essere
effettivamente quel meglio che diciamo di essere, a sentirci
davvero parte della perfezione cosmica… continueremo ad
47

avere una moltitudine di cose che non vanno e una valanga di


situazioni da cambiare!
La cosa davvero più produttiva, quella veramente efficace è
fare ogni “sforzo” per entrare con il cuore nel nuovo paradigma
dove non siamo rassegnati e cerchiamo di sopravvivere come
possiamo perché viviamo in un paese surreale, ma viviamo in
un paese surreale perché siamo rassegnati e cerchiamo ogni
scappatoia per sopravvivere.
Certo mettersi veramente col cuore e non solo con il
ragionamento in quest’ottica non è né facile né immediato dato
anche che (tra le altre cose) viviamo in un paese il cui livello di
surrealismo è senza limiti!
Tuttavia resta certamente vero il concetto che

“Se non sei parte della soluzione,


allora sei parte del problema!”

ed è proprio sulle soluzioni che dobbiamo concentrarci, non


perché non vediamo i problemi o i problemi ci lasciano
indifferenti, ma perché abbiamo capito che i problemi nascono
e si sviluppano dentro di noi. Questa è una delle principali
regole di questo gioco, e finché non l’avremo davvero
assimilata e compresa, continueremo a giocare a mosca cieca

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48

anziché “vivere”!
Questa ORA è la nostra grande opportunità! Toglierci la benda
e leggere il foglietto delle istruzioni.
Se siamo nella situazione in cui siamo, se tutto il mondo è
coinvolto in questa crisi Universale, la motivazione principale
è dentro di me ed è lì che devo lavorare.

“Qui sta il punto: o pensiamo in modo magico,


esoterico, spirituale… oppure pensiamo in modo
ordinario. O vibriamo in un modo, oppure nell’altro. O
crediamo in certi assunti, oppure in altri. O compiamo
delle scelte e delle azioni coerenti con un paradigma e
stiamo alla realtà di quel paradigma, oppure siamo
nell’altro, alimentiamo la realtà tipica e coerente con
quell’altro paradigma”
Carlo Dorofatti

Che senso ha lottare per gli ideali, prendersela con le banche,


scendere in piazza contro la corruzione del sistema, decidere di
battere moneta propria o di non batterla proprio dichiarando
illegale il denaro, ribellarsi agli stati e alle nazioni, prendersela
con i parlamentari ladri, e poi essere noi i primi a non pagare
49

le tasse, a raccontarci che non sia giusto farlo o a non fermarci


davanti alle strisce pedonali o a non restituire il resto eccessivo
che il negoziante ci dà o a utilizzare quel po’ di potere che
abbiamo nel nostro campo per prevaricare gli altri
ecc… immettendo ovunque energia di rabbia, rancore, colpa e
poi il giorno dopo, siamo nuovamente incazzati neri a sbraitare
contro gli altri automobilisti tutti bloccati nel solito traffico
incancrenito, o a urlare in faccia al nostro vicino tutta la nostra
rabbia perché le sue foglie ci hanno insozzato indicibilmente il
vialetto, o a impedire a nostro figlio di frequentare il suo
compagno di classe perché non ci piace la sua famiglia,
eccetera, eccetera, eccetera.

L’atto più forte e dirompente verso il nemico


è abbandonare il fronte, voltargli le spalle, andare
altrove. Un nemico ignorato, che perde la sua carica di
dramma e la sua essenza di minaccia, scompare.
Simone Perotti

Un uomo libero è colui che ha un atteggiamento mentale libero


ed è l’uomo più potente. Solo così possiamo “vincere” a questo
gioco. Un uomo libero è colui che non si fa dire cosa deve fare
e come deve comportarsi da nessuno, nemmeno dalle regole e

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dalle convenzioni, l’uomo libero è quello che fa esattamente


ciò che ritiene giusto in ogni situazione senza mai mancare di
rispetto a nessuno, l’uomo libero è quello che non ha bisogno
di raccontarsi favole per giustificare il suo agire. L’uomo libero
è libero anche all’interno delle regole del vivere civile, l’uomo
libero è quello che non lotta, ma trascina le folle con la
semplice ed inarrestabile forza del suo esempio. L’uomo libero
è colui che Ama profondamente se stesso e riflette questo
Amore in ogni sua relazione.

Ci ascoltano al telefono. Ci guardano i satelliti. Ci


intasano nel traffico. Controllano gli acquisti. Ci
rubano le password. Ci frugano nel bancomat. Ci
irradiano. Ci scannerizzano. Ci perquisiscono. Eppure
non mi sono mai sentito così libero. Perché io danzo
sulla frontiera. (…) Noi siamo delle lucciole che stanno
nelle tenebre
Jovanotti

Solo assumendo questo atteggiamento mentale saremo


finalmente una moltitudine di uomini liberi e pacifici, che non
hanno bisogno di lottare contro nulla, perché hanno capito che
51

lottare significa manifestare la propria rabbia, ma la rabbia e la


sua manifestazione rende solo deboli. Lottare significa
sottomettersi ai propri limiti.
Chi ha smesso di lottare contro, sa che quello che non va,
quello contro cui si vorrebbe appunto lottare, dipende
unicamente dalla propria percezione della realtà. Espandendo
la nostra visione avremo il quadro completo e comprenderemo
come percependo le cose per il verso corretto che hanno,
renderemo la manifestazione della realtà sempre più facilmente
percepibile come migliore.
Solo persone migliori rendono migliore la società e per essere
persone migliori dobbiamo cominciare a percepirci come esseri
migliori, come uomini giusti, come persone corrette,
cominciamo a percepirci come la manifestazione di quel
“pono” così importante per gli Hawaiani10!
Quindi smettiamo di pensare a cosa fanno gli altri, cosa
dovrebbero fare gli altri, come si comportano o come
dovrebbero comportarsi gli altri anche nei nostri diretti
confronti e modifichiamo noi stessi, l’unico essere sul quale
abbiamo totale potere… potere che da lì, da noi stessi, si
espande però a tutto l’universo!

10
cfr “Ho-oponopono occidentale” di Giovanna Garbuio; Il Punto
d’Incontro; 2014

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52

Dobbiamo essere felici noi…. indipendentemente da quello che


dicono, fanno, pensano gli altri, indipendentemente anche da
tutto ciò che gli altri, potrebbero, dovrebbero, fare, dire,
pensare per renderci falici (quest’ultima è una delle catene più
pesanti che ci siamo forgiati, uno degli ostacoli più difficili da
individuare in questo gioco di ruolo).
Cambiamo noi stessi, dove cambiare noi stessi significa
semplicemente comprendere che non c’è niente da cambiare e
quindi lasciarci essere, lasciare che la nostra Reale Identità
venga a galla nella maniera più fluida e automatica e lasciamo
che gli altri facciano il loro percorso anche se il loro percorso li
porta lontani anni luce da noi, la cosa non ci riguarda! Questo
gioco a cui stiamo tutti giocando ha plance molto grandi ed
espandibili ulteriormente all’occorrenza.
Se poi la soluzione migliore per tutti sarà che gli altri cambino
allora cambieranno, ma può essere anche di no. Ci sono due
possibilità per gli altri della nostra vita durante il nostro
cambiamento: se noi cambiamo e non siamo più affini
energeticamente a loro, o loro cambiano a loro volta (perché
questa è la cosa migliore anche per il loro percorso) oppure
escono definitivamente dalla nostra vita, in maniera tanto più
indolore quanto più noi siamo centrati con noi stessi, tanto più
53

noi siamo vicini ad identificarci anche razionalmente con la


nostra Reale Identità. Il conflitto, l’antagonismo non saranno
più questioni che ci riguardano.

Nessuno è più libero e sano di chi è più di se stesso e


riesce a vedere il proprio “io” come se fosse un altro.
Anche Mosè e Gesù allusero a questa salute quando
esortarono ad amare gli altri come se stessi.
Igor Sibaldi

Noi dobbiamo solo accettare nel nostro cuore e quindi viverlo


come ovvio e normale il fatto che la competizione e quindi il
conflitto non fanno parte dello stato naturale dell’essere.
L’uomo è nato per collaborare non per competere,
semplicemente perché io e te siamo la stessa cosa! Tutto è
Uno e l’Uno è Amore. E siamo la stessa cosa con gli altri e con
tutto il pianeta che abitiamo (compresi i nostri governanti e le
multinazionali), tanto per limitarci ai confini terreni, per cui il
conflitto, la competizione non hanno semplicemente ragione di
essere, perché analizzati da questo punto di vista, sono sempre
contrasti interiori tra una parte di me e un’altra parte di me!

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54

Anche la scienza sta facendo venire a galla queste profonde


verità, l’ignoranza delle quali ci ha condotto sull’orlo del
baratro.

La chiave per affrontare le crisi che minacciano la


nostra sopravvivenza si trova nel costruire rapporti
basati sull’aiuto reciproco e la cooperazione
nell’adattarci ai cambiamenti invece di puntare il dito
assegnando colpe e rendendo difficili queste alleanze
vitali.
Gregg Braden

e con questo si intende ovviamente non prendersela nemmeno


con le banche, con le assicurazioni, con i parlamentari ecc…
La competizione violenta e la guerra (ma anche la rivoluzione,
pacifica o cruenta che sia) sono la manifestazione contraria
rispetto all’istinto naturale dell’essere umano. E anche questa è
una verità confermata da un’enorme quantità di studi
scientifici. L’essere umano è naturalmente portato alla
cooperazione e alla collaborazione, non alla competizione. La
competizione e il conflitto sono comportamenti inadatti, che ci
costano molto maggiore sforzo rispetto al comportamento
55

inverso di serena collaborazione. E l’essere umano ha a


disposizione tutti gli strumenti utili e necessari per tornare
all’origine e quindi per andare incontro alla propria Reale
Identità, verso la salvezza dell’umanità e il “debellamento”
definitivo di ogni crisi presente e futura.

Le crisi sono portatrici di evoluzione

Bruce Lipton

Non a caso nella cultura orientale il concetto di crisi e il


concetto di opportunità sono equiparabili e questo momento
storico di profonda ‘crisi mondiale’ porta con sé la possibilità
inedita di affrontare finalmente un’evoluzione consapevole.
Nella fisica quantistica possiamo leggere una nuova versione
delle antiche filosofie spirituali consapevoli dell’esistenza di un
Universo in cui Tutto è energia interconnessa. Le nostre menti
consapevoli hanno potenzialmente la capacità di cambiare gli
abitanti del pianeta terra partendo da noi stessi e con essi il
pianeta stesso e guarirlo e in questo modo cambiare
diametralmente le regole di questo gioco, che comunque sia,
per quanto tragicamente lo interpretiamo, rimane un gioco.

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56

Oggi abbiamo la possibilità di recuperare le antiche saggezze


con una consapevolezza nuova e attraverso quelle ataviche
conoscenze in alleanza, con le prove scientifiche di
oggi, possiamo direzionare la nostra attenzione alla cura
collaborativa di noi stessi e della nostra terra.
La nostra evoluzione dipende dalla nostra capacità immediata
di cambiare paradigma e con esso quindi modificare tutte
quelle convinzioni che ci mantengono in questo impasse.
Accettare la nostra responsabilità circa la situazione in cui ci
troviamo significa permetterci di utilizzare il nostro potere per
modificarla anche radicalmente e questo può avvenire in tempi
rapidissimi se ci mettiamo nella giusta prospettiva e ci
permettiamo di agire, indipendentemente da quello che faranno
gli altri e indipendentemente da quanti altri faranno ciò che
faccio io!

Tutto il potere viene da dentro (ma da dentro di me, non da


dentro gli altri!)Quando cominciamo ad essere davvero
consapevoli di questo meccanismo il cambiamento sarà a
brevissima portata di mano: cominciamo a comprendere che
quello che accade nel mondo è un riflesso di quello che siamo
57

dentro e cominciamo a comprenderlo, perché ci accorgiamo


delle corrispondenze, ci accorgiamo di come partendo da
questo presupposto tutto si spieghi, di come ogni pezzetto del
puzzle vada magicamente al suo posto, in una logica e in una
linearità lapalissiane. Non ci crederemo per fede, cominceremo
a saperlo per esperienza.

Lascia stare lo specchio e cambia la tua faccia. Lascia


stare il mondo e cambia la tua concezione di te stesso.
Neville

Ecco che i desideri appassionati sono quelli che ci spingono


oltre lo spazio/tempo e modificano le scenografie del nostro
gioco di ruolo.
Ognuno ha questo potere totale su sé stesso mentre non
abbiamo alcun potere sulla realtà altrui, come nessuno ha la
minima possibilità di intervenire sulla nostra realtà.
Nessuno può farci del male se non noi stessi, con le nostre
azioni, con le nostre reazioni, con i nostri pensieri, con le
nostre emozioni. La nostra pedina sulla plancia la possiamo
muovere soltanto noi e i dadi idem… siamo sempre e solo noi
a lanciarli.
Noi stessi siamo la causa dei nostri mali e dei nostri beni, non

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58

altri e non altro. Gli altri come tutte le situazioni esteriori sono
solo il tramite con cui l'equilibrio universale, anche definito
"Giustizia Divina", agisce.
Noi paghiamo tutti i nostri debiti e riscuotiamo tutti i nostri
crediti e la moneta di scambio è l’energia che si manifesta nella
nostra realtà. Quindi capiamo bene che sapere come
funzionano le cose (essere consapevoli) o non saperlo può fare
davvero la differenza.
Comprendiamo quindi che se non abbiamo sospesi energetici
da saldare siamo inattaccabili. E un modo per saldare i nostri
“sospesi” e renderci comunque inattaccabili è anche quello di
emanare energia d'Amore verso tutte le persone e tutte le cose.
Sarà energia che comunque compenserà quello che in molti
definiscono debito Karmico. E Ho’oponopono, per esempio, fa
precisamente questo, trasforma i nostri “debiti Karmici” o
blocchi energetici o ostacoli interiori (sono tutti la stessa cosa:
energia ostruita dalla percezione) in AMORE puro!
Ecco perché quando sentiamo parlare di sofferenza associata
all’amore dobbiamo sapere che si sta discutendo di una grande
assurdità. “Io amo mio figlio, mio marito, mio padre ed è per
questo che soffro” è una frase che non ha senso. L’Amore non
conosce sofferenza: o si Ama o si soffre, e di conseguenza se si
59

soffre significa che non si sta davvero Amando. Non si può


Amare e contemporaneamente soffrire, le due cose non sono
compatibili. L’Amore non è sofferenza. La verità è che si
soffre perché non si Ama, perché continuiamo a farci guidare
dal bisogno di possesso, dal bisogno di approvazione, dal
bisogno di controllo, dall’attaccamento che non sono
caratteristiche dell’Amore, ma piuttosto del non amore. Ci
sono tante persone che sono convinte di "soffrire perchè
amano!" E ovviamente non c'è niente di male in questo... se è
così è perchè un determinato percorso passa di là... Però in
quanto al "soffro perchè lo amo" è una delle affermazioni più
assurde che si possano fare! Si pensa di soffrire quando
l’amorre non è corrisposto, ma l’Amore non “deve”
necessariamente essere corrisposto. L’Amore è libero da ogni
aspettativa… Le aspettative sono caratteristiche del non-amore.
Che noi esseri umani siamo piuttosto bravi a raccontarcela e
molto asini nell'Amare... è anche questa una grande verità! Se
l’energia originaria è Amore, se Tutto è Uno e l’Uno è Amore
allora anche il corpo e la mente sono Amore e tutto sta ad
accettarli nella loro funzione, ad usarli anzichè farci usare e a
non demonizzarli. Se esistono, se sono e se sono come sono
significa che va bene così… e questo non ci impedisce certo di
sintonizzarci sulla frequenza dell’Amore incondizionato… non

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sono il corpo e la mente che ce lo impediscono, sono i blocchi


energetici che ci siamo costruiti… che però se esistono…
guarda caso… significa che va bene così! Scusate per il
ragionamento astruso… ma non è facile portare in parole un
sentire che è molto più facile realizzare e vivere che spiegare.
Ma come per tutto il resto cominciare a comprendere come
funzionano le cose può essere davvero di grande aiuto per
imboccare la strada più giusta per evolvere e per goderci
appieno la nostra partecipazione a questo gioco di ruolo.11
E’ tutto molto semplice, basta comprenderlo e per farlo è
sufficiente manifestare l’intenzione di rendersene consapevoli.
Tutto quello che non ci va, tutto quello che ci infastidisce e ci
fa soffrire sono tutte caratteristiche da pulire (potremo anche
rappresentarle con i cartoncini degli “imprevisti” come a
Monopoli).
Le malattie dei nostri amici e conoscenti, la gente che si
arrabbia, che ci aggredisce, che è maleducata con noi, che ci
ferisce, il vento violento, la pioggia battente, il gelo persistente,
é tutto dentro di noi, noi siamo la malattia, noi siamo la rabbia,
noi siamo la maleducazione, noi siamo il gelo e sono tutte
caratteristiche da pulire trasformando questi “imprevisti” in

11
Grazie a Gabriella Botti, per lo stimolo e per essere un Gigante!
61

“accettazione” e quindi riconoscere in essi l’essenza d’ Amore


puro!

Come dentro così fuori,


come sopra così sotto,
come in cielo così in terra.

Che bello è svegliarsi, comprendere che il Divino ci ripropone


all’infinito le cose affinchè noi le comprendiamo, proprio come
in un gioco di ruolo, se non cambi strategia, inciamperai
sempre negli stessi ostacoli. Non serve a niente cercare di
capire perchè gli altri sono arrabbiati, perché il gelo persiste o
da dove deriva la malattia del mio vicino, è sufficiente
guardare dentro e chiedersi “cosa c’è dentro di me che ha
manifestato tutto questo?” E la cosa meravigliosa è che non è
necessario individuarlo per trasmutarlo, è sufficiente avere
l’intenzione di farlo e farlo!
Ecco il senso di Amare quelle sensazioni spiacevoli e fastidiose
che però ci stanno dando l’opportunità di crescere dentro.
Io sono un vulcano pronto ad esplodere e quell’implosione non
sfogata si manifesta nelle malattie dei miei amici, io sono
arrabbiata e la rabbia si percepisce negli amici che litigano tra
loro o negli sconosciuti che mi aggrediscono o nell’impiegato

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maleducato, io sono violenta, sono arida e l’universo mi


risponde con il gelo del clima. Le regole del gioco sono
queste.
Tutto è qui ora! Tutto è dentro e fuori e si realizza per farmi
prendere coscienza che tutto è mia responsabilità al 100%.
Tutto ciò che accade, accade esclusivamente con lo scopo di
farci svegliare, di darci la possibilità di tornare a casa, anche
restando qui e si manifesta attraverso le nostre memorie che
continuano a ripetersi, per scrollarci e farci accorgere. E tutto è
così semplice, basta osservare e tutto si spiga facilmente: è
tutto dentro. Dunque non solo quando mi trovo in una
situazione bella o brutta anche io ne faccio parte, ma ne sono la
causa.
Renderci consapevoli di essere responsabili al 100% di tutto
quello che sappiamo che accade nel Mondo e nella nostra Vita,
ci permette di osservarci senza giudicarci, evitando così di
alimentare tutte quelle memorie che continuano a procurarci
tanti fastidi, rallentando la crescita dell’Amore originario in noi
stessi, quindi rallentando la nostra realizzazione del nostro vero
Io: l’identità del sé. In questo consiste il ritorno a casa, nel
riconoscerci.
Entriamo in quest’ottica, mettiamoci da parte e osserviamo
63

dove l’universo vuole andare a parare, avremo senza dubbio


delle belle sorprese se riusciremo ad evitare di giudicare quello
che accade e a lasciarlo accadere fino in fondo.
Assumersi la responsabilità al 100% in sintesi significa
semplicemente accettare che noi siamo la causa dell’effetto,
noi siamo i creatori della creazione, e quindi Amare ogni
situazione come parte di noi e come emanazione del divino che
è in noi, quel nucleo di cui parlavamo all’inizio.
Ogni Essere o situazione ha bisogno soltanto di Amore;
dell’Amore che trasmuta tutto in Amore e ci permette di
giocare fluidamente.
Noi possiamo cambiare gli altri solo in funzione di come
cambiamo noi. Cambiando noi, gli altri che non saranno più in
sintonia con il nostro nuovo sé, cambieranno, se il loro
percorso lo prevede, oppure usciranno dalla nostra realtà,
sostituendo noi (che non siamo più in sintonia con loro) con
qualcun altro che li rispecchi e a cui possano fare da specchio.
Quindi attraverso il potere completo che abbiamo su noi stessi
e sulla nostra realtà agiamo in modo da condividere o meno la
nostra esperienza con determinati altri, che quando agiscono
nella nostra vita lo fanno alle nostre condizioni che

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evidentemente sono compatibili con le loro 12 . Ovviamente


anche loro mantengono la totale potenzialità su se stessi e su
tutto ciò che li riguarda.
Detto in altre parole, se le potenzialità di qualcuno non sono
compatibili con la nostra interiorità che manifesta la nostra
esteriorità, se cioè qualcuno non riflette niente di noi, non c’è
assolutamente nessuna possibilità che questo qualcuno entri a
far parte del nostro gioco di ruolo e meno che mai sarà
possibile che ci coinvolga emotivamente.
Nello stesso tempo, se noi non siamo compatibili con
l’interiorità di qualcuno che magari potrebbe riflettere invece
qualcosa di noi, non sarà quell’individuo determinato ad
entrare nella nostra vita, ma sarà qualcun altro con
caratteristiche analoghe. Gli altri, tutti gli altri, entrano nella
nostra vita per mostrarci qualcosa e questo è assolutamente
reciproco.
Incontriamo soltanto persone meravigliose (anche le più
insopportabili lo sono) che hanno qualcosa da farci
comprendere, anche se paradossalmente non lo sanno e a
queste stesse persone, noi mostriamo qualcosa di determinato,
utile per la loro evoluzione. E’ così che funziona, fa parte delle

12
Memorie condivise di ho’oponopono
65

regole di base del gioco.


Perciò cambiando noi stessi o i nostri compagni giocatori
cambiano anch’essi, stimolati magari dalla risonanza della
nostra vibrazione o usciranno dalla nostra vita,
abbandoneranno il nostro tavolo da gioco per lasciare posto ad
altri concorrenti più in sintonia con il nostro nuovo livello
vibrazionale.
Stessa cosa dicasi per le situazioni: le situazioni che non sono o
non sono più in sintonia con la persona nuova che siamo
diventati o evolveranno per rimettersi in armonia con noi o si
scioglieranno fino ad andare ad esaurimento, e questo è ciò che
noi interpretiamo come “problemi che si risolvono”.
Quindi accettiamo con serenità le separazioni e l’evolvere delle
cose con la consapevolezza che quello che è… è sempre il
meglio. Questa è la principale delle regole del gioco.
Lasciamo fare alle cose il proprio corso, ci accorgeremo di
come sempre più spesso saremo nel posto giusto al momento
giusto, senza sforzo e soprattutto senza stressante continuo
bisogno di controllo su tutto. Meno avremo le situazioni sotto
controllo, più esse evolveranno in maniera “miracolosa”!
Essere in pace con gli altri e con l’Universo è una condizione
dell’essere che deriva direttamente e unicamente dallo stare in
pace con sé. Non c’è bisogno di pensarla come gli altri, di

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essere d’accordo con i loro modi con le loro azioni, la cosa


importante è essere consapevoli che sono i loro modi e le loro
azioni e vanno rispettati per questo, ma non per forza condivisi.
Se noi saremo in accordo con noi stessi non si presenteranno le
occasioni di essere in disaccordo con gli altri. E’ tutto molto
più semplice di quello che sembra.
Ascoltiamo quindi i consigli del nostro cuore che ci sta
continuamente trasmettendo le indicazioni del nostro Io
superiore. Scegliamo sempre in base al nostro sentire fluido e
non potremo sbagliare (non sbaglieremo comunque).
E se non sappiamo interpretare le nostre sensazioni, poniamo
delle domande chiare all’Universo. Le risposte arriveranno
sempre, attraverso segnali chiari e inequivocabili. Mettiamoci
in ascolto con cuore aperto e mente libera e le risposte
giungeranno. È tutto molto più semplice di quello che sembra,
ma davvero molto, molto più facile! Sperimentiamo e non
avremo più dubbi.
Questo gioco di ruolo ha regole semplici, è il volerle
interpretare a tutti i costi invece che limitarci a seguirle che le
rende complicate.
In verità le complicazioni sono anch’esse segnali, sono
semplicemente il richiamo che ci invita a cambiare direzione.
Se una cosa si presenta complessa, irta di ostacoli, significa
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soltanto che il nostro percorso non dovrebbe passare di là.


Scegliamo il nostro percorso di gioco consapevolmente e
lanciamo i dadi!
Buon viaggio!

Giò

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Tutto quello che hai letto in questo libro, se è affine alla tua
sensibilità lo è perché sono cose che conosci già. A me forse il
merito di avertele fatte ricordare in maniera semplice e lineare.
E se così è andata, tieni comunque presente, che è accaduto
solo perché tu hai deciso in qualche modo che accadesse. Se ti
è rimasta ancora qualche domanda priva di risposta, prova a
guardare più in profondità dentro te stesso e se la risposta
ancora non compare, forse devi attirare qualche altro strumento
utile a proseguire la tua crescita e la tua ricerca, utile a riportare
alla tua mente ciò che già sai… ma comunque sia… le risposte
sono tutte addormentate dentro di te!
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Dello stesso Autore

• “Ho’oponopono; La pace comincia da te” Josaya; Uno


Editori; Settembre 2011
• “Tutte le strade portano all’Amore” Josaya; Bis
Edizioni; Giugno 2012
• “Ho’oponopono e EFT” Giovanna Garbuio e Bruno
Zanaboni; Uno Editori; Aprile 2012
• “Ricomincio da me” Giovanna Garbuio; Uno Editori;
Settembre 2013
• “Ho’oponopono occidentale”; Giovanna Garbuio; Il
punto d’Incontro; Settembre 2014
• “Mamma in divenire”; Giovanna Garbuio; 2015
• “Soffrire non è necessario”; Giovanna Garbuio; Il punto
d’Incontro; Maggio 2016
• “Ho’oponopono: manuale essenziale”; Giovanna
Garbuio; 2016
• “La morte della morte”; Giovanna Garbuio; 2017
• “Il viaggio di Maui” Rodolfo Carone, Giovanna
Garbuio, Francesca Tuzzi; Il Punto d’incontro; Maggio
2017
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• “Le storie di Maui” Rodolfo Carone, Giovanna


Garbuio, Francesca Tuzzi; L’età dell’Acquario; Ottobre
2017
• “Ho’omana” Rodolfo Carone, Giovanna Garbuio,
Francesca Tuzzi; Il Punto d’incontro; Febbraio 2018
• “Il Cerchio della Vita” a cura di Giovanna Garbuio;
Aprile 2018
• “Gli Specchi Esseni”; Giovanna Garbuio; Il Punto
d’incontro; Maggio 2018
• “La perfezione del Tutto”; Giovanna Garbuio e Vivek
Riccardo Sardonè; Il Punto d’incontro; Ottobre 2018
• “Mai contro”; Giovanna Garbuio; Il Giardino dei Libri;
Dicembre 2018

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Nota sull’autrice

Giovanna Garbuio è nata Trieste nel 1967. Oggi vive in


provincia di Treviso.
Da sempre alla ricerca di risposte ha cominciato a scrivere per
capire.
Scrive regolarmente su www.giovannagarbuio.com.
E’ “inciampata” nel 2008 su ho'oponopono e l'ha subito
identificato come la via per lasciar andare tutte le domande!
E’ stata la prima a scrivere qualcosa di strutturato su
Ho'oponopono in Italia. Nel 2008 ha pubblicato il report
gratuito, scaricato da migliaia di persone, "Il mondo è uno
specchio". Poi dal 2009 ha cominciato a pubblicare libri su
questo tema sempre a più ampio raggio. E’ entrata in contatto
con la cultura Hawaiana dunque, quando ancora in italiano non
c'era letteratura e quella poca che c'era era per lo più fuori
stampa e quindi non più disponibile.
Ha sentito un'attrazione irresistibile verso i concetti di questa
spiritualità e così la mancanza di testi scritti più che un
ostacolo è divenuto uno stimolo ad approfondire la ricerca
partendo dalle fonti!
Na Na I Ke Kumu suggeriscono gli Hawaiani: Guarda alla
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sorgente!
Il suo percorso partito da James Redfield e da Joe Vitale come
per molti altri, è poi proseguito nella ricerca della
comprensione e dell'esperienza attraverso la saggezza
di Aunty Morrnah Nalamaku Simeona e del suo più famoso
discepolo il dr. Stanley Ihaleakala Hew Len. Ha continuato ad
approfondire sui copiosi scritti di Max Freedom Long, di
Mary Kawana Pukui, di Pali Jae Lee, di L.R. McBride, di
Uldra Johnson, della regina Lili'uokalani, di Renata
Provenzano. Per poi indagare e sperimentare gli insegnamenti
del dr. Serge Kahili King, di Susan Pa'Iniu Floyd, di Barbara
Helynn Heard, di Aunty Mahealani Kuamo'o Henry, di
Harry Huane Jim, di Dane Kaohelani Silva, di Po'o Pua'a
Kawika Foster, di Anna Kligert, di Mabel Katz… Per poi
sintetizzare con Kumu Maka’ala Yates e Kumu Jeana Iwalani
Naluai. Senza dimenticare il confronto fondamentale con i più
occidentali Rudi Carone, Francesca Tuzzi, Barbara Hau 'Oli
Okalani, Dario Canil...
Ha scritto molto su questo tema perchè vuole diffondere lo
strumento potente per stare bene, che tutto questo contiene. Lo
fa attraverso i suoi libri, il suo blog, i video (sul suo canale
YouTube), le interviste e i seminari che conduce in tutta Italia
e in Svizzera.

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La sua particolarità probabilmente non è tanto quella di aver


trovato ciò che cercava e che forse non sapeva di cercare, nella
purezza e nell'immediatezza di Ho'oponopono e dello
sciamanesimo Hawaiano, ma piuttosto quella di aver studiato
e messo a confronto tante altre culture fino a ricavarne i
fondamenti comuni e a mettere in luce come effettivamente
esistano innumerevoli sentieri per raggiungere la cima
della montagna, come recita un noto proverbio hawaiano, e
come tutti questi sentieri si basino sulle stesse metodologie
anche se presentate con nomi diversi. Questo è il filo
conduttore di tutti i suoi scritti.
Di sé dice:

“Ho capito qual è la nostra vera essenza, ma continuo


a pensare che il senso dell’umorismo e l’ ironia siano
le più grandi doti che un uomo possa avere! Io sono
Felice! Ho tutto quello che si può desiderare, ma non
metto limiti alla divina provvidenza! Tutto si può
migliorare. Grazie è perfetto! Ne voglio ancora!”

Del suo percorso spirituale e letterario dice:


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"Sono convinta che la strada si tracci camminando.


Perciò con ho’oponopono mi sono trovata ad andare
fuori dal contesto storico ed etnico-culturale
dell'originale semplicemente perché ogni
sperimentazione diretta è mediata dal proprio sentire,
ovviamente influenzato dal proprio modo di essere. La
storia della spiritualità è piena di questo tipo di
percorsi risultati estremamente efficaci: da Carlos
Castaneda, a Alejandro Jodorowsky per citarne solo
alcuni. Trovo poco condivisibile che persone della
nostra cultura e tradizione indossino i panni della
spiritualità Zen senza averne mai assorbito le
caratteristiche culturali a monte, solo per rendere più
credibile la propria ricerca interiore e spirituale. Penso
che lo sviluppo di un linguaggio attuale e occidentale
che non inciampi nelle trappole delle autosuggestioni
orientali possa essere molto efficace e risultare di buon
supporto anche per chi è poco propenso a "credere", a
sperare o a sposare ideologie altrui e preferisce invece
“sapere” sperimentando."

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Quando ti trovi di fronte ad una scelta...


guardati dentro e chiediti:
"cosa farebbe l'Amore?"
Se segui il consiglio che ne deriverà
farai sempre la scelta giusta
che ti porterà dritta dritta
a realizzare tutti i tuoi obiettivi!
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There is a Kumu’ike (Wisdom Source) from which all things


are made from. It is a force that is omnipresent and fills the
interspaces of all things within the universe. It is where all life
comes from.

Maka'Ala Yates

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