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30.09.2019
Fontecchio - primo workshop di ricerca-azione sulla
Convenzione di Faro, 9-12/10/2017
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Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro degli affari esteri e della
cooperazione internazionale, ha approvato il 16 giugno 2018 un disegno di
legge di ratifica della Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul
valore del patrimonio culturale per la società, fatta a Faro (Portogallo) il 27
ottobre 2005 ed entrata in vigore nell’ottobre 2011.
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La Convenzione nasce dal confronto
fra quaranta Stati europei sui danni al
patrimonio culturale causati dai
recenti conflitti verificatisi in Europa.
Include la tutela e la conservazione
del patrimonio stesso fra le azioni
prioritarie da intraprendere e focalizza
l’attenzione su molteplici temi:
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-il diritto al patrimonio culturale come
facoltà di partecipare all’arricchimento o
all’incremento del patrimonio stesso e di
beneficiare delle attività corrispondenti,
con riferimento (…) al diritto della
persona a prendere parte liberamente
alla vita culturale della comunità
(Dichiarazione Universale dei Diritti
Umani di Parigi del 1948, Patto
internazionale sui diritti economici,
sociali e culturali di Parigi del 1966)
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-lo sviluppo sostenibile, in quanto il
patrimonio culturale costituisce un valore
in se stesso ed è anche una risorsa
preziosa per l’integrazione delle varie
dimensioni dello sviluppo culturale,
ecologico, economico, sociale e politico;
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-il dialogo e l’apertura tra culture,
in quanto il patrimonio culturale è
una risorsa sulla base della quale
sviluppare il dialogo, il dibattito
democratico e l’apertura tra culture;
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-la mondializzazione, in quanto il patrimonio
culturale è una risorsa per la protezione della
diversità culturale e la necessità di mantenere
un legame con il territorio di fronte alla
standardizzazione crescente;
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Dai siti archeologici all'architettura contemporanea, dai castelli medievali alle tradizioni
popolari fino alle arti, il patrimonio culturale dell'Europa è il cuore pulsante dell'identità e della
memoria collettiva dei cittadini europei. È inoltre fonte di crescita economica e occupazione
nelle città e nelle regioni ed è determinante per gli scambi dell'Europa con il resto del mondo.
Nell'UE 7,8 milioni di posti di lavoro sono indirettamente collegati al patrimonio culturale
(ad esempio, turismo, interpretazione e sicurezza). Oltre 300 000 persone sono
impiegate nel settore del patrimonio culturale dell'UE e quasi metà (453) dei siti inclusi
nella lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO è ubicata nel territorio europeo.
http://annoeuropeo2018.beniculturali.it/anno-europeo-2018/
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Il concetto di patrimonio culturale si è progressivamente
allargato, passando da un significato prevalentemente
fisico della sua dimensione a uno "intangibile", e continua
ad espandersi, spostandosi da "... sistema chiuso a
sistema aperto... nel senso anglosassone" (Irace 2013).
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PATRIMONIO TANGIBLE: MONUMENTi
PATRIMONIO TANGIBLE: CENTRI STORICI
PATRIMONIO TANGIBILE: ARCHITETTURA DIFFUSA
PATRIMONIO TANGIBILE: PAESAGGIO
PATRIMONIO INTANGIBILE: DANZA
PATRIMONIO INTANGIBILE: TRADIZIONI
PATRIMONIO INTANGIBILE: ARTIGIANATO
PATRIMONIO INTANGIBILE: CIBO
PATRIMONIO INTANGIBILE: DISCIPLINE ASCETICHE
Analizzando diverse definizioni di restauro,
emergono alcuni aspetti fondamentali:
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La conservazione nel passato
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Rinascimento
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Cambiamenti più o meno radicali di forma
Tempio di Minerva a Siracusa
Facciata barocca
Aggiunta ad un primitivo nucleo di altre costruzioni,
dove è impossibile o molto difficile definire un’epoca prevalente
Progetto rinascimentale di
Pellegrino Tibaldi, 1567
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Quatremere de Quincy
“(…) dicesi in architettura, in un senso meno
materialmente meccanico, del lavoro che l’artista
intraprende, e che consiste nel ritrovare, dietro gli
avanzi, o le descrizioni di un monumento, l’antico suo
insieme, e il compimento delle sue misure, delle sue
proporzioni e dei suoi dettagli. E’ noto che bastano
sovente alcuni frammenti di colonne, di cornicioni e di
capitelli di un’architettura greca, per ritrovare almeno
l’insieme della disposizione di un tempio”.
Pone le basi del moderno pensiero fondato sulla
istanza storica (monumento-documento) e sulla istanza
estetica (monumento-opera d‘arte)
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ORIGINI DEL RESTAURO
COME DISCIPLINA AUTONOMA
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Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc (1814-1879)
Viollet-le-Duc, di ritorno nel 1835 da un viaggio di studio in Italia, viene incaricato da
Prosper Mérimée di ripristinare l'abbazia romanica di Vézelay. Questo lavoro è il primo
di una lunga serie di restauri.
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Dictionaire raisonné de l’architecture Francaise
Enciclopedia in dieci volumi, scritta tra il 1854 e il 1868, che raccoglie le principali caratteristiche
dell’architettura francese del medioevo, con disegni molto accurati di tutte le parti costruttive
degli edifici: volte, pilastri, tetti, fondazioni.
capitello
arcate http://fr.wikisource.org
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Sistemi costruttivi
http://fr.wikisource.org
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Viollet paragona l’architettura a un testo scritto il cui valore primario sta
nel significato che contiene e sostiene che non si possa lasciare
incompiuta una pagina ammirevole senza rischiare di renderla
incomprensibile.
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CATTEDRALE DI
NOTRE-DAME A PARIGI
http://www.carcassonne.culture.fr
CASTELLO DI
PIERFONDS
1861
Il castello
trecentesco,
situato nella
regione
francese
Champagne, si
presentava
come rudere a
causa di un
incendio
avvenuto nel
Seicento.
CASTELLO DI PIERFONDS 1861
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IL RESTAURO COME RISPETTO PER IL
MONUMENTO
• rivoluzione industriale;
• movimento delle ’’Arts and Crafts’’ (Morris):
idea di creare un’opera d’arte totale;
• ’Preraffaeliti’’ (Rossetti): sostengono il
ritorno alla natura segnato da misticismo,
languore sensuale e simbolismo erudito;
• William Turner
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W. Turner – Natura
ROMANTICISMO - L'estetica del Sublime
Il sublime può ispirare orrore, ma il piacere deriva dal sapere che la
percezione è una finzione. La bruttezza viene suggerita come una qualità
estetica per la sua capacità di infondere sentimenti di intensa emozione, in
definitiva creando un’ esperienza piacevole.
CD. Friedrich
John Ruskin (1819-1900)
W. Turner - Venezia
Studio di una roccia: Gneiss,
Glenfinlas, 1853.
Veduta di Amalfi
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The Stones of Venice
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The Stones of Venice
Part of the Cathedral of Capital from the Lower
Part of the Cathedral of Ornaments from Rouen, St
St Lo, Normandy Arcade of the Doge's
St Lo, Normandy Lo and Venice
Palace, Venice
Pierced Ornaments from Window from the Ca' Traceries from Caen,
Lisieux, Bayeux, Verona, Foscari, Venice Bayeux, Rouen, and Balcony in the Campo St
and Padua Beauvais Benedetto, Venice
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La gloria più grande di un edificio
non risiede né nella pietre né
nell’oro di cui è fatto.
La sua gloria risiede nella sua età
(…) è in quella dorata patina del
tempo che dobbiamo cercare la
vera luce, il vero colore, la vera
preziosità dell’architettura.
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Glastonbury Abbey
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Alois Riegl (1858-1905)
Il restauro non può essere distinto dal concetto di valore insito nel
monumento, non può prescindere dalla considerazione della fitta rete di
valori riconoscibili nell’opera.
La novità introdotta da R. è quella di considerare tutto il patrimonio
architettonico come un documento: ogni monumento ha un valore storico.
Se ne giustifica quindi la conservazione.
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Valore storico
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Valore artistico:
- nell’opinione comune l’opera d’arte possiede un valore artistico se materializza un
canone, se corrisponde ad un’estetica ritenuta oggettiva
- per i contemporanei entra però in gioco il Kunstwollen. Il valore artistico dipende cioè
dalla congenialità che l’opera antica ha con gli ideali figurativi del presente. Il valore
artistico diviene quindi un valore relativo destinato a mutare in continuazione . E’ quindi
un valore contemporaneo.
Valore dell’antico:
il valore storico che viene attribuito alla opere a volte ci arriva sia per azione del tempo
sia per azione dell’uomo in una forma diversa da quella originaria. (vedi le rovine)
Nell’osservatore si forma l’idea del corso naturale del tempo, del divenire, del trapasso, un
sentimento che è slegato da tutte le esperienza scientifiche, non è patrimonio degli
specialisti ma è comune a tutti gli uomini indipendentemente dalla loro formazione
culturale. Quando il valore in quanto memoria prende questa accezione noi lo chiamiamo
valore dell’antico. Per salvaguardare questo valore dobbiamo quindi non intervenire
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Valore d’uso:
- soddisfa i bisogni fisici sensoriali
- i monumenti dove è possibile devono essere utilizzati, non bisogna lasciare morire un
edificio per eccesso di fedeltà al valore di antichità Solo nei monumenti inadatti all’uso va
conservato “ il pieno fascino dell’antico”
- prassi necessaria è la manutenzione. R. condanna la segregazione dell’opera d’arte nei
musei, operazione che spezza il rapporto monumento contesto e non rispetta né il valore
artistico né il valore dell’antico
Valore d’arte:
- soddisfa i bisogni spirituali si distingue in valore di novita’ e valore artistico relativo
- il valore di novità: l’opera si deve presentare compiuta e definita come se fosse nuova è
ovviamente in contrasto con il valore dell’antico
- valore artistico relativo che dipende dalla concordanza del monumento con il moderno
Kunstwollen. Se questo valore ci pare positivo in un monumento ne risulta il desiderio di
conservarlo nello stato in cui ci è pervenuto e talvolta di un restauro che ci porti ad uno
stato di integrità. Ovviamente siamo in contrasto con il valore dell’antico
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Ricostruzione del Palazzo di Diocleziano a Spalato
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Porta Ovest, 1912
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Il Palazzo di Diocleziano a Spalato
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CAMILLO BOITO (1836-1914)
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Il Secondo Dopoguerra
A seguito dei bombardamenti aerei,
tra il 1942 ed il 1945 moltissimi
monumenti e intere parti di città,
subirono gravi danni; architetti e
restauratori si trovarono di fronte a
una situazione eccezionale, sia in
termini di entità, che di tipologia
degli effetti distruttivi. Le
Soprintendenze con i pochi mezzi di
cui disponevano, dovevano eseguire
il censimento dei danni e le prime
opere di presidio e puntellamento.
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Vi furono diverse posizioni su
‘come’ intervenire sull’esistente; il
quesito che ci si poneva era:
ricostruire il monumento o le intere
parti di città danneggiate o distrutte
‘come erano e dove erano’, oppure
ricostruire le parti mancanti
adottando un linguaggio
architettonico ‘nuovo’ da accostare
al linguaggio ‘antico’ delle
architetture esistenti?
Cà Granda, Milano
da http://www.storiadimilano.it/
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Ca’ Granda
Annoni ed in particolare la Grassi, che porta a termine il progetto e la
realizzazione dei lavori, assumono una posizione molto moderna nel rapporto col
monumento e con la ricostruzione. Sebbene il progetto di restauro preveda molte
opere di demolizione di parti esistenti e nel contempo opere di ricostruzioni per
anastilosi, risulta chiara l’intenzione degli autori di creare un dialogo fatto di
relazioni e contrapposizioni tra l’antico e il nuovo.
Grassi, 1955 in Boriani, Progettare per il costruito. Dibattito teorico e progetti in Italia nella seconda metà del XX secolo, cit., p. 24
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Vista dell’Ospedale Maggiore dopo i bombardamenti
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Il progetto adotta in particolare il principio della riconoscibilità dell’intervento di
restauro, principio “subordinato alla necessità di compiere con il nuovo intervento
uno specifico progetto di architettura, in cui mantenimento allo stato di rudere,
ricomposizione per anastilosi di frammenti esistenti, riconoscibilità delle parti di
nuova realizzazione, completamento di parti danneggiate, interventi
completamente innovativi non sono dedotti da una qualsivoglia teoria, ma discussi
e valutati criticamente in funzione del monumento superstite e in rapporto al
significato del fare in esso un’opera di architettura contemporanea”.
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Da Boriani, Progettare per il costruito. Dibattito teorico e progetti in Italia nella seconda metà del XX secolo, cit., p. 24.
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Chiesa di Santa Chiara a Napoli
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DUE TENDENZE OPPOSTE
• La «conservazione integrale»,
coincidente con la scuola di Milano, vi
riconosce contenuti di ordine
documentario, sociale e antropologico.
Lo spostamento verso la conservazione rende tutto
più asettico, igienico, sterilizzato. Si tengono lontani i
valori, si opera nel politicamente corretto proprio
perché la conservazione tende ad essere un valore
in sé e per sé.
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L’elaborazione (Aufarbeitung) del passato indica una
modalità particolare del lavoro mnestico: questa modalità
del ricordo si contrappone sia ai processi più o meno
spontanei di oblio, sia ai meccanismi deliberati della
volontà politica (che tende a evitare ciò che non torna a
vantaggio dell'identità da affermare), e si configura come il
confronto consapevole con ciò che il passato ha di più
difficile, dando luogo così ad un processo che può
condurre ad un'assunzione di responsabilità nei confronti
della propria storia (Jedlowski, 2002).
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QUATREMERE DE QUINCY (1775-1849) MONUMENTO