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Ciò che si trova in basso

è simile a ciò che si trova in alto,


e ciò che si trova in alto
è simile a ciò che è in basso,
per produrre i miracoli
di una cosa sola.

ERMETE TRISMEGISTO
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da: Deepak Chopra - Le coincidenze

Secondo il primo principio, ogni cosa è una manifestazione dello


spirito,
che è lo stato infinito e illimitato che ha dato origine allo spazio, al
tempo,
al rapporto di causa ed effetto, alla materia e all'energia. Lo spirito
contiene l'intero universo che sperimentiamo, e al di fuori di esso
non c'è
nulla; è la fonte dell'intera catena dell'essere, quindi di ogni
esistenza.
L'universo nasce dallo spirito, che lo contiene e nel quale alla fine si
dissolve. Questa prima illuminazione ci fornisce una descrizione
molto
chiara del regno non-locale.
**"
Il secondo principio dice che quando lo spirito diventa manifesto, il
suo
intero è contenuto in ogni singola parte, in base a quello che la
scienza
moderna definisce "modello olografico". Così come gli atomi
riflettono
l'universo, anche il corpo umano riflette il corpo cosmico, e a sua
volta la
mente umana è un riflesso della mente cosmica. Ciò significa che
ogni cosa
che possiamo immaginare racchiude in sé il potenziale per
qualunque altra
cosa. L'intero universo è contenuto in un unico punto, e allo stesso
modo
l'oceano è in ogni goccia presente nei suoi abissi. Nel Vedanta
questo
concetto è così espresso: "Ciò che è qui è ovunque, e ciò che non è
qui non
è da nessuna parte".
Secondo questa illuminazione, noi non dobbiamo andar in cerca di
qualcosa per trovare la verità, che è sempre qui davanti a noi.
Quando ci
chiediamo: Se qui esistono esseri umani, ce ne sono anche in altri
punti
dell'universo? la risposta è decisamente sì. Esplorare la molecola è
come
esplorare la galassia. Il nostro essere contiene ogni cosa. Rumi
afferma
una verità fondamentale dicendo che l'universo è racchiuso nel
nostro sé.
Nella Bibbia è scritto che il Regno dei Cieli si trova dentro di noi. Nel
Nuovo Testamento Gesù dice: "Chiedete e vi sarà dato. Bussate e vi
sarà
aperto. Cercate e troverete".
Il nostro sistema scolastico si basa sull'accumulo di nozioni, ma in
realtà
maggiore è la quantità di dati che raccogliamo, maggiore è la
confusione
che ci avvolge, e inoltre perdiamo di vista la saggezza innata in
ciascuno di
noi. Impariamo quindi a chiedere la verità, a bussare alla porta del
nostro
essere: questo è ciò che viene conosciuto come intuito, creatività,
visione o
profezia. Ed è per questo motivo che il saggio si focalizza su colui
che vede
anziché sulla scena osservata. Il veggente è il sé non-locale.

Il terzo principio afferma che ogni cosa è vibrazione; la


consapevolezza è
costituita da vibrazioni dalle diverse frequenze che generano tutte
le forme
e i fenomeni presenti in natura. Gli esseri umani sono campi
consapevoli
di energia, al pari del resto dell'universo. Se volete cambiare il
mondo
intorno a voi dovete modificare solo la qualità della vostra
vibrazione
individuale, e subito si altererà anche la qualità di tutto ciò che vi
circonda.
E questa la ragione dell'efficacia dei sutra, che ci forniscono un
modo
particolare di creare le vibrazioni dello spirito o un modello
specifico del sé
non-locale.
Le situazioni, le circostanze, gli eventi e i rapporti interpersonali che
incontrate nell'arco della vostra esistenza sono un riflesso del
vostro stato
di consapevolezza. Il mondo è uno specchio: se siete connessi al
vostro sé
non-locale, avete il mondo a vostra completa disposizione.

In base al quarto principio, il cambiamento è l'unica costante. Ogni


cosa è
transitoria, e rimanervi aggrappati è come trattenere troppo a lungo
il
respiro, rischiando così di soffocare. L'unico modo per acquisire
qualcosa
nell'universo fisico consiste nel lasciarlo andare.
Questo concetto può essere difficile da accettare: in pratica
significa che
possiamo ottenere i risultati migliori quando ci concentriamo sul
processo
invece che sul risultato. Focalizzarsi sull'esito finale provoca ansia e
stress,
emozioni che interferiscono con il flusso spontaneo dell'intelligenza
che si
sposta dal regno non-manifesto (spirito) a quello manifesto (il
mondo
materiale). Il cambiamento è l'unica costante, e di conseguenza noi
viviamo sempre nell'ignoto.
Tutto ciò che definiamo come noto è il passato, e l'unica cosa che
possiamo
affermare con certezza è che non si trova più qui. Ciò che è noto è la
prigione dei condizionamenti passati, mentre l'ignoto è sempre
nuovo
(attributo del campo delle possibilità infinite). I maestri zen,
spirituali e
delle arti marziali ci hanno sempre raccomandato di seguire il
flusso, che è
il campo del cambiamento. Ciò che non cambia si decompone e
muore. Il
cambiamento è la danza e il ritmo dell'universo. Formulare
un'intenzione
precisa, lasciarsi andare al cambiamento e rimanere distaccati
dall'esito
finale: ecco il meccanismo che porta alla realizzazione dei desideri,
orchestrando il sincrodestino.

Il quinto principio afferma che ogni cosa, esperienza, atteggiamento


o
oggetto racchiude in sé il proprio opposto. Tutto ciò che avete
adesso,
buono o cattivo che sia, ha in sé il suo contrario. Per quanto
profonda
possa essere la vostra attuale depressione, se voi identificate il suo
opposto
- la gioia o la gratitudine - e vi prestate sufficiente attenzione, lo
vedrete
svilupparsi pian piano nella vostra consapevolezza. Distogliete
l'attenzione
dalla disperazione e focalizzatela sulla felicità, facendola così
fiorire. Allo
stesso modo, se siete in preda all'estasi ricordatevi che è sempre
affiancata
dal suo inverso, che procede al suo fianco. Tenendo bene a mente il
concetto che la creazione si basa sulla co-creazione e la co-
esistenza degli
opposti, voi potete utilizzare la qualità della vostra attenzione per
far
affiorare qualunque aspetto delle vostre esperienze.

Secondo il sesto principio, ogni cosa ha un ritmo. Il ciclo della vita


ne è un
classico esempio: il concepimento è seguito dalla gestazione, la
nascita, la
crescita, la maturità, la morte e il rinnovamento. Tutte le cose
avvengono
in cicli. La sincronicità comporta l'apprezzamento del fatto che i
cicli e le
stagioni della vita sono coordinati con i cicli e le stagioni del cosmo.
Un
antico detto cinese ci spiega: "Fiori della primavera, brezza
dell'estate,
foglie dell'autunno, neve dell'inverno: se voi siete in piena sintonia,
questa
è la stagione migliore della vostra vita". Quando siete centrati e
consapevoli del presente, siete in contatto con il vostro sé non-
locale che
dirige la danza dell'universo. I vostri ritmi sono in armonia con quelli
della
natura, e il sincrodestino opera la sua magia.

Il settimo principio stabilisce che ogni evento ha infinite cause che


portano
a un'infinità di effetti. Il legame di causa ed effetto non è lineare.
Noi
abbiamo esplorato questo concetto in termini di "co-creazione
interdipendente", il fenomeno che ci consente di ricorrere al
sincrodestino
per vedere i modelli in vigore al di là di ogni singolo evento.

L'ottavo principio dice che l'energia creativa dell'universo si riflette


anche
come energia sessuale. Tutto ciò che esiste nasce da questa
energia
primaria, dai bambini ai fiori e ai frutti. Nessun aspetto della
creazione è al
di fuori di questo principio. Negli esseri umani l'energia si manifesta
come
passione, eccitamento ed eccitazione. Quando siamo in sintonia con
il
nostro sé non-locale noi siamo spontaneamente entusiasti e ispirati.
La
parola "entusiasmo" è composta dagli antichi termini greci en e
theos, e
significa essere tutt'uno con Dio o con il sé non-locale. "Ispirazione"
vuole
invece dire "essere tutt'uno con lo spirito". L'ispirazione,
l'entusiasmo, la
passione e l'eccitazione forniscono energia alle nostre intenzioni,
accelerando così la realizzazione spontanea dei nostri desideri.

In base al nono principio, noi siamo in grado di dirigere l'energia


primaria
grazie al potere dell'attenzione e dell'intenzione.
Come abbiamo visto, possiamo far fiorire e sviluppare qualunque
cosa su
cui concentriamo la nostra attenzione (rendendola così l'obiettivo
della
nostra energia); per farla indebolire dobbiamo soltanto distogliere
l'attenzione. Intenzione e attenzione sono gli strumenti della
trasformazione di situazioni, circostanze, persone o cose: possiamo
attivarle con i sutra raccolti in questo libro.
***
Il decimo principio ci mostra che possiamo raggiungere l'armonia
utilizzando le forze e gli elementi del cosmo che definiamo maschili
e
femminili. Una filosofia ermetica chiamata "i princìpi del genere"
suggerisce che la vera passione può nascere solo se le forze
maschili e
femminili racchiuse in noi sono in perfetto equilibrio. L'energia
maschile
dirige caratteristiche come l'aggressività, la risolutezza, la capacità
di agire
e il coraggio, mentre quella femminile si manifesta
nell'apprezzamento per
la bellezza, l'intuito, la tendenza ad accudire gli altri, l'affettuosità e
la
tenerezza. Le grandi opere d'arte contengono l'interazione
armoniosa di
maschile e femminile, yin e yang. Il sutra Shiva-shakti attiva la
reciproca
influenza delle energie archetipiche maschili e femminili del nostro

non-locale.

Grazie all'undicesimo principio scopriamo che l'amore è la natura


interiore
di ogni essere umano, anche di quello all'apparenza più malvagio.
Possiamo mettere in luce questa qualità essenziale rivelando
l'amore che
noi stessi proviamo; non si tratta di un semplice sentimento ma
della
verità fondamentale alla base dell'intera creazione. Incondizionato e
privo
di limiti, si diffonde intorno a noi ogni volta che entriamo in contatto
con il
nostro sé non-locale.
Questi undici princìpi sono i fondamenti dell'alchimia trovati nei
testi di
Ermete Trismegisto, nel Vedanta e all'interno di tutte le filosofie
dell'umanità. Assimiliamo questi concetti, e i nostri atteggiamenti, i
nostri
pensieri, i nostri sogni e le emozioni che proviamo in seguito alle
varie
situazioni di vita diventeranno subito più ampi. Se entriamo in piena
sintonia con i cicli, i ritmi e le stagioni dell'esistenza, per esempio,
non ci
lasceremo più opprimere o travolgere da una particolare situazione.

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