Geometria
II edizione,
28 febbraio 2013
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Indice
Prefazione ix
I. Introduzione 1
1. Introduzione 3
1.1. Esercizi di ripasso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
1.2. Sistemi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
1.3. Calcolo combinatorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
2. Matrici 15
2.1. Definizione di matrice . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
2.2. Operazioni sulle matrici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15
2.3. Matrici a blocchi ed equivalenza di matrici . . . . . . . . . . . . . 19
2.4. Quesiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
3. Spazi vettoriali 23
3.1. Sottospazi e basi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23
3.2. Quesiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32
7. Autovalori ed autovettori 71
7.1. Quesiti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79
7.1.1. Vero o Falso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79
7.1.2. A risposta multipla . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 81
12.1. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 121
12.2. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 122
12.3. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 123
12.4. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 124
13.1. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 132
13.2. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 133
13.3. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 134
14.1. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 137
14.2. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 138
14.3. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 139
14.4. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 140
14.5. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 141
14.6. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 143
14.7. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 144
15.1. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 148
16.1. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 153
16.2. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 155
17.1. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 160
17.2. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 162
17.3. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 166
17.4. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 167
18.1. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 171
vi Elenco delle figure
22.1. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 209
22.2. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 210
Elenco delle tabelle
Donald E. Knuth2
The TEXbook (1983)
metodo, una ricetta, una regola generale per risolvere un esercizio di Matematica.
Quasi ogni quesito, esercizio, problema può essere affrontato da vari punti di
vista e svolto, di conseguenza, in molti modi, anche significativamente diversi.
Tuttavia qualche consiglio di carattere generale si può sempre dare.
Per imparare a risolvere un esercizio di Matematica, soprattutto un problema
di tipo nuovo, mai visto, occorre abituarsi prima ancora di procedere materialmente
alla risoluzione a:
1. leggere attentamente l’enunciato dell’esercizio, se necessario anche più
volte: molto spesso si possono evitare gravi ma banali errori se si legge e si
medita sulla formulazione dell’esercizio;
2. cercare di cogliere a quali argomenti della teoria l’esercizio si riferisce e, per
ciascuno di essi, identificare le condizioni necessarie e sufficienti a risolvere
l’esercizio;
3. richiamare le nozioni che servono allo svolgimento dell’esercizio da quanto
si è imparato, oppure andando sui libri a ripassarle
e dopo, ma solo dopo questo lavoro impostare la risoluzione.
Spesso molti studenti, soprattutto i migliori, si rendono conto che uno stesso
esercizio si può risolvere in più modi e chiedono quale si deve usare. Io credo
che la cosa migliore sia di usare quello con cui ci si sente più a proprio agio. Per
poter fare ciò occorre quindi provare a risolvere gli esercizi in più modi, alcuni
dei quali saranno più lunghi, altri più rapidi, altri più eleganti (non sempre gli
ultimi due coincidono).
Siccome in Matematica è fin troppo facile sbagliare e l’errore è sempre in ag-
guato, è importantissimo abituarsi fin dal principio a verificare i risultati ottenuti: è
sempre necessaria (ed in molti casi sufficiente) una verifica “a buon senso” della
ragionevolezza dei risultati ottenuti: per esempio se si chiede “. . . l’equazione
dell’ellisse che. . . ” e si ottiene l’equazione di una parabola, significa, ovviamente,
che c’è qualcosa di sbagliato4 . In tal caso si può verificare passaggio per passag-
gio tutta la risoluzione dell’esercizio alla ricerca dell’errore, ma spesso è più utile
rifare l’esercizio in un modo diverso perché, verificando passaggio per passaggio,
è facile rifare lo stesso errore nello stesso punto. Altre volte si possono usare i
risultati ottenuti per un controllo, ad esempio se si deve risolvere un sistema
arrivati alla soluzione si può controllare sostituendo i valori trovati nel sistema
dato5 .
4 L’esempio scelto è volutamente provocatorio, ma non è assurdo: capita spesso di trovare
errori analoghi nella correzione dei temi di esami, errori che con un minimo di attenzione si
possono evitare.
5 ATTENZIONE è ovviamente inutile sostituire in un sistema ottenuto con alcuni passaggi da
quello dato.
xi
In ogni caso la cosa più importante è quella di abituarsi sempre a fare una,
almeno sommaria, verifica.
Sarò grato a chi mi segnalerà eventuali errori od omissioni.
La tabella 1 a pagina xii fornisce un elenco di tutte le lettere greche, maiuscole
e minuscole, con il loro nome in italiano; mentre la tabella 2 a pagina xiii elenca i
simboli maggiormente usati nel testo
xii Prefazione
Introduzione
1. Introduzione
1.1. Esercizi di ripasso
Questi esercizi introduttivi costituiscono un utile ripasso di argomenti fondamentali
appartenenti al programma della Scuola Superiore: alcuni sono praticamente imme-
diati, altri necessitano di qualche riflessione, comunque vanno svolti tutti con molta
cura, soprattutto nell’intento di utilizzarli come un “test” della propria preparazione.
Volutamente non sono nè in ordine di difficoltà nè in ordine di argomento.
1.1 Enunciare un teorema vero il cui inverso sia falso.
1.2 Si considerino nel piano 8 rette delle quali 4 parallele tra loro; quanti sono,
al massimo, i loro punti di intersezione?
1.3 Dire quali delle seguenti terne di numeri possono rappresentare le lunghez-
ze dei lati di un triangolo non degenere:
a 3; 4; 5 b 2; 8; 8 c 1; 5; 7 d 2; 10; 12 e 3; 10; 15
x3 + ax + 2 = 0 e x3 + x + 2a = 0
1.14 Siano a e b due numeri interi positivi tali che il loro prodotto sia multiplo
di 10. Quale delle seguenti affermazioni è sicuramente vera?
a a e b sono entrambi multipli di 10 b a è multiplo di 10 oppure b è multiplo di 10
c a è un numero pari oppure b è un numero pari d a è pari e b è multiplo di 5 e a
e b sono entrambi pari
.
1.15 Sia ABC un triangolo rettangolo di ipotenusa AC; siano C1 e C2 i semicerchi
aventi per diametri i cateti e sia C3 quello avente per diametro AC. Quale
delle seguenti affermazioni è sempre vera?
a L’area di C3 è minore della somma delle aree di C1 e C2 b L’area di C3 è uguale
alla somma delle aree di C1 e C2 c L’area di C3 è maggiore della somma delle aree di
C1 e C2
1.16 Sia x un numero reale; indichiamo con b x c il più grande intero relativo
minore o uguale a x. Quale delle seguenti affermazioni è vera qualunque
siano i numeri reali x e y?
a b x c = −b x c b b x2 c = b x c2 c b2x c = 2 · b x c d b x + 1c = b x c + 1 e se
x < y; allora b x c < byc
1.1 Esercizi di ripasso 5
1.18 Siano m, n e p tre numeri interi positivi; se m > n > p si può dedurre che:
a m−p ≥ 2 b p−m > 2 c m >1en >1ep >1 d m−n > n−p e
m+p > 4
1.20 Quante terne ordinate di numeri reali non nulli hanno la proprietà che
ciascuno di essi è il prodotto degli altri due?
a 1 b 2 c 3 d 4 e 5
1.21 Siano S la somma dei numeri interi da 1 a 100 e Σ la somma degli interi
pari da 2 a 200. Allora:
a S>Σ b Σ = 2100 S c S = 2Σ d Σ = 2S e S=Σ
1.26 Siano a, b e c tre numeri interi con massimo comun divisore uguale a 1.
Allora:
a due di essi sono primi fra loro b il prodotto dei tre numeri è il loro minimo
comune multiplo c fra i tre numeri non ce ne sono due pari d almeno uno dei tre
numeri è multiplo di 3 e nessuna delle precedenti risposte è vera
1.27 P è un punto interno al triangolo acutangolo ABC tale che i tre triangoli
APB, APC e BPC hanno la stessa area. Questo accade sicuramente se P
coincide con:
a il baricentro b l’ortocentro c l’incentro d il circocentro e nessuna delle
precedenti risposte è vera
3kx2 + (2k + 9) x + k − 1 = 0
1.35 Dimostrare che ogni numero naturale dispari è la somma di due naturali
consecutivi.
1.39 Dato il quadrato Q ≡ ABCD si consideri il quadrato che ha come lato una
diagonale di Q (v. figura 1.1). Qual è il rapporto delle aree?
1.40 Esistono due triangoli non congruenti aventi due lati ed un angolo rispetti-
vamente congruenti? Se no dimostrarlo, se si esibire un esempio.
1.41 Se h e k sono due numeri interi positivi legati dalla relazione 3k = 2h, allora
possiamo affermare che:
a La loro somma è un multiplo di 5 b La loro somma è un numero dispari c Il
loro prodotto è pari e non è mai multiplo di 4 d Uno dei due è dispari e Nessuno
dei precedenti asserti è necessariamente verificato
1.43 Se x e y sono due numeri reali che assumono tutti i valori nell’intervallo
(−2, 3) escluso lo zero, dire quali sono i valori massimi e minimi che
x
possono assumere le espressioni x + y, x − y, x · y, .
y
√
3
1.44 Senza
√ usare strumenti di calcolo automatico, confrontare i numeri 81 e
27.
x x x
2
− + = 1.
1−a a−1 a+1
1.46 Sapendo che è log10 7 = 0.845 . . . determinare il numero delle cifre di 7100
1.2. Sistemi
In questo paragrafo vengono proposti alcuni sistemi da risolvere con metodi elementari,
cioè quelli imparati nelle Scuole Superiori. È importante provare a risolverli con metodi
diversi e verificare sempre i risultati trovati.
1.48 ( (
x=7 x+y = 5
3x + 5y = 1 x−y = 9
[ x = 7, y = −4; x = 7, y = −2]
1.49 ( (
x+y = 0 x−y = 1
x−y = 4 x + 2y = 3
5 2
[ x = 2, y = −2; x = ,y = ]
3 3
1.50 (
4y − x = y − 4x
x+y−1 = 1−x−y
[ non ha soluzioni]
1.2 Sistemi 9
1.51
x + y( x + 1) = ( x − 1)(y − 1)
1
3x + 2y =
3
2 7
[ − , ]
3 6
1.52
x+y y+1
+ =2
11 6
x 2y − 1
=
2 3
[[6, 5]]
1.53
1 2 3
x + y − 4 = 4x − y + 1
2 3 2
( x − 1) + ( y + 1) = ( x + 1)2 + ( y − 1)2
2 2
15 15
[ − ;− ]
4 4
Risolvere i seguenti sistemi letterali, verificare le soluzioni ed eventualmen-
te discuterle1 :
1.54 ( (
x+y = a ax + by = ac
x−y = b x = by
a+b a−b
ac ac
[ ; ; ; con b 6= 0 e a 6= −1. . . ]
2 2 a + 1 b ( a + 1)
1.55 ( (
ax + by = ab ax − by = b2 − 2a2
bx + ay = ab ax + 2by = a2 − 2b2
a2 − b2
ab ab
[ ; con a 6= ±b. . . ; − a; con a 6= 0 e b 6= 0. . . ]
a+b a+b b
1.56
nx py 1
+ =
m2 − n2 n2 − m2 m+n
nx + py = m + n
1 Discutere
un sistema lineare dipendente da uno o più parametri significa trovare per quali
valori del o dei parametri il sistema ammette soluzioni e per ciascuno di essi quante ne
ammette.
10 Introduzione
m n
[ ; ]
n p
Risolvere i seguenti sistemi di più di due equazioni in più di due incognite
1.57
x+y = 8
3x − 5y = 1
y + z = 28 4x + 3z = 2
z + x = 14 3y − 2z = 7
1.58
x − 1 = 3z
x + y + z = 14
1−z = y x + z = 6y
2(1 − 4x ) − 3z = 9y + 3
3x − 4y − 4z = 0
[a = 2; a = − 61 ]
1.61 Trovare due soluzioni distinte di ciascuno dei seguenti sistemi (che hanno
ciascuno infinite soluzioni)
1 2
x − y − 2z =
(
x+y+z = 1 2 3
x + 2y + 3z = 4 1 1
x+ y− z = 1
2 3
[Ad esempio { x = −1, y = 1, z = 1}; { x = −2, y = 3, z = 0} e { x = 0, y =
4 16 2
3 , z = −1}; { x = 15 , y = − 15 , z = 0} . . . ]
1.63 Indicare quale o quali dei seguenti sistemi può ammettere soluzione nel
campo dei numeri reali. (Si richiede di escludere quelli impossibili senza
risolvere i sistemi)
( (
x+y = 1 x+y = 2
a b
x 2 + y2 = −2 3x − y = 2
( ( (
2x + 2y = 5 x+y = 1 x+y = 5
c d e
x+y = 3 x+y = 2 x−y = 5
1.65 Calcolare
i) 5! + 6!
52!
ii)
50!
[ i) 5! = 2 · 3 · 4 · 5 = 120; 6! = 5! · 6 = 120 · 6 = 720 quindi 5! + 6! = 840
52! 52 · 51 · 50!
ii) = = 52 · 51 = 2652 ]
50! 50!
(n + 4)(n + 3) · · · [n + 4 − (n − 2) + 1] = (n − 4)(n − 3) · · · 8 · 7 ]
[a) m = 8, n = 18 b) m = 5 n = 2]
Parte II.
Algebra lineare
2. Matrici
[0, 1, 2a + b]
2.4 Quante sono le matrici del terzo ordine che posso formare usando solo i
tre elementi a, b, e c?
1 2 −2 1
−1 3
i) A = B= [ ]
3 4 3 5 6 9
1 2 3 3 2 0
4 4 3
ii) A = B= [ ]
3 4 5 0 1 3 3 5 8
1 2 3 2 0
iii) A = B= [Non sono dello stesso tipo]
3 4 0 1 3
2.6 Se A e B sono, rispettivamente, le matrici sottoelencate, calcolare, quando
è posssibile, la matrice C = A · B
1 2 −2 1
4 11
i) A = B= [ ]
3 4 3 5 6 23
1 2 3 3 2 0
ii) A = B= [A non è conformabile con B]
3 4 5 0 1 3
1 2 3 2 0
3 4 6
iii) A = B= [ ]
3 4 0 1 3 9 10 12
k 0
2.13 Data la matrice A = , determinare k in modo che la matrice
2 k+1
B = A2 + A − 2I sia simmetrica. [k = −1]
2 0
2.14 Verificare che per qualunque valore del parametro k la matrice A =
4 3
soddisfa la disuguaglianza
A2 + kA + I 6= 0
2.16 Verificare
che ogni matrice simmetrica permutabile con la matrice A =
1 0
è permutabile con qualunque matrice di ordine 2.
2 3
−1 1
2.18 Determinare tutte le matrici permutabili con A = .
−1 2
[ Le matrici
cercate devono,
ovviamente,essere quadrate
e di ordine 2: sia
a b c−a d−b − a − b a + 2b
X = si ha AX = e XA = ugua-
c d 2c − a 2c − b −c − d c + 2d
c − a = −a − b
d − b = a + 2b
gliando gli elementi di ugual posto si ottiene il sistema
2c − a = −c − d
2d − b = c + 2d
a b
che ammette la soluzione c = −b e d = 3b + a da qui le matrici .
−b a + 3b
]
18 Matrici
2.24 Siano A(2, 3), B(3, 4) C (4, 1), esiste la matrice D = A · B · C? se si di che
tipo è? [ Si, di tipo (2, 1)]
2.25 Siano A(2, 3) B(3, 3) e C (3, 2). La matrice ABC è quadrata? se sì di che
ordine? [Sì, di ordine 2]
2.26 Scrivere tre matrici A , B e C tali che non esista ABC ma esistano AB ed
AC.
2.27 Scrivere due matrici A e B di tipi rispettivamente (2, 3) e (3, 2) tali che
AB = 0 e BA 6= 0
1 0 1
4 3 4
1 0 2 x
2.30 Date le matrici A = e B = , calcolare A2 · B2 e ( AB)2 e
a b 3 y
osservare i risultati.
[X = 35 I, Y = 13 I; X = I; impossibile]
[r ( A) = 3, r ( B) = 3, r (C ) = 2]
2.39 Sia
0 0 1 0
0 0 0 1
A=
0
.
0 1 0
0 0 0 1
B1
Se B è una matrice 4 × 4 divisa in blocchi B = dove B1 e B2 sono
B2
B2
matrici 2 × 4, mostrare che AB = con una opportuna partizione in
B2
2 3 −2 −3
1 −1 1 −1
blocchi di A. Verificare il risultato con B =
−2 1
2 −1
1 2 −1 −2
A1 0 ... 0
0 A2 ... 0
generale A1 ⊕ A2 ⊕ · · · ⊕ An =
· · ·
. Siano ora
··· ··· · · ·
0 0 ... An
1 2 0 1
A1 = A2 =
−1 1 1 0
3 −1 1 2
B1 = B2 =
1 −2 3 4
Mostrare che:
i) ( A1 ⊕ A2 ) + ( B1 ⊕ B2 ) = ( A1 + B1 ) ⊕ ( A2 + B2 )
ii) ( A1 ⊕ A2 ) · ( B1 ⊕ B2 ) = ( A1 B1 ) ⊕ ( A2 B2 )
( A1 ⊕ · · · ⊕ Am )( B1 ⊕ · · · ⊕ Bm ) = ( A1 B1 ⊕ · · · ⊕ Am Bm )
2.4. Quesiti
Q.2.1 AC = In , AB = 0n =⇒ B = 0. 2 vero 2 falso
3.2 Fornire esempi di insiemi non chiusi rispetto ad opportune leggi di compo-
sizione.
3.9 Sia V = R2+ l’insieme delle coppie ordinate di numeri reali strettamente
positivi. Definiamo in V le seguenti operazioni come somma e prodotto
per uno scalare:
a2 2b2
ed A2 = e due scalari λ1 e λ2 ; una loro combinazione lineare è:
3b2 a2
λ1 A1 + λ2 A2 =
λ1 a1 + λ2 a2 λ1 · 2b2 + λ2 · 2b2
= =
λ1 · 3b1 + λ2 · 3b2 λ1 a1 + λ2 a
λ1 a1 + λ2 a2 2(λ1 b1 + λ2 b2 )
= =
3(λ1 b1 + λ2 b2 ) λ1 a1 + λ2 a2
α 2β
= ∈V
3β α
avendo posto λ1 a1 + λ2 a2 = α e λ1 b1 + λ2 b2 = β. ]
3.12 Stabilire se l’insieme R2 delle coppie ordinate di numeri reali è uno spazio
vettoriale rispetto alle operazioni
i) [ x, y] + [ x 0 , y0 ] = [ x + x 0 , y + y0 ] e α[ x, y] = [1, αy]. [No]
ii) [ x, y] + [ x 0 , y0 ] = [ xy0 .yx 0 ] e α[ x, y] = [ x α , yα ] [Sì]
3.13 Stabilire se l’insieme R3 delle terne ordinate di numeri reali è uno spazio
vettoriale rispetto alle operazioni
i) [ x, y, z] + [ x 0 , y0 , z0 ] = [ x 0 , y0 , z + z0 ] e α[ x, y, z] = [αx, αy, αz].
ii) [ x, y, z] + [ x 0 , y0 , z0 ] = [ x 0 + y0 , y0 , z + z0 ] e α[ x, y, z] = [αx, y, z]
3.14 Sia R il campo reale e V l’insieme di tutte le funzioni che assumono
valore positivo sull’intervallo [ a, b]. Definiamo la somma di due funzio-
ni e la moltiplicazione di una funzione per uno scalare con le seguenti
uguaglianze:
f ⊕ g = f g; α f = fα f , g ∈ V α ∈ R.
Verificare se, con le operazioni indicate, V è uno spazio vettoriale su R.
* 3.15 Verificare che le progressioni aritmetiche reali, rispetto alla somma termine
a termine ed al prodotto per uno scalare definiti in modo naturale, formano
uno spazio vettoriale su R.
* 3.16 Verificare che l’insieme delle soluzioni di un sistema lineare omogeneo di
p equazioni in q incognite, rispetto alle usuali operazioni forma uno spazio
vettoriale sul campo a cui appartengono i coefficienti.
3.17 Sia W l’insieme {~v1 , ~v2 , ~v3 , ~v4 } dove
~v1 = [1, 2, 1] ~v2 = [2, 1, 2]
~v3 = [0, 0, 1] ~v4 = [1, 0, 0]
26 Spazi vettoriali
3.18 Delle seguenti terne di vettori di R3 , dire quali sono linearmente dipendenti
e quali linearmente indipendenti.
i) ~v1 = [2, 1, 0], ~v2 = [0, −1, 1] e ~v3 = [1, 1, 0]
ii) ~v1 = [1, 1, 1], ~v2 = [−2, −2, −2] e ~v3 = [0, 1, 1]
iii) ~v1 = [0, 1, 0], ~v2 = [1, −1, 2] e ~v3 = [2, 1, 3]
[ Gli unici linearmente dipendenti sono quelli della terna ii).]
3.19 Trovare due sottoinsiemi di R2 , uno dei quali sia chiuso rispetto alla somma
ma non rispetto al prodotto per uno scalare e l’altro, viceversa, sia chiuso
rispetto al prodotto per uno scalare ma non rispetto alla somma.
[Ad esempio [ a, b] con a e b interi pari su R è chiuso rispetto alla somma ma
non rispetto al prodotto per uno scalare. . . ]
3.20 Verificare che l’insieme delle matrici quadrate di ordine fissato è uno spazio
vettoriale rispetto alle usuali operazioni di somma tra matrici e di prodotto
di una matrice per uno scalare.
3.24 Trovare 2 basi per lo spazio vettoriale M2 delle matrici quadrate di ordine 2.
3.26 Dei seguenti sottoinsiemi di R3 , stabilire quali sono sottospazi rispetto alle
usuali operazioni di somma e prodotto per uno scalare:
i) S1 = {[ x, y, z]| x + 2y + 2z = 0};
ii) S2 = {[ x, y, z]| x = y, z = 2};
3.1 Sottospazi e basi 27
ed i seguenti sottospazi
i) W1 generato da {~e1 + 2~e3 , ~e3 , ~e1 +~e3 },
ii) W2 generato da {~e1 , ~e1 −~e2 , ~e1 +~e3 },
iii) W3 generato da {~e2 , 2~e2 , ~e1 − e3 , ~e1 + 2~e2 −~e3 }.
Per ciascuno di essi determinare una base e la dimensione.
[W1 =< [1, 0, 2], [0, 0, 1], [1, 0, 1] > quindi dimW1 = 3;
W2 =< [1, 0, 0][1, −1, 0], [1, 0, 1] > quindi dimW2 = 3;
questo significa che i vettori ~v1 = [1, 1, −1, 0] e ~v2 = [0, 1, 1, 1] sono un sistema
di generatori per V; non essendo proporzionali sono indipendenti, quindi
formano una base per V, che ha dunque dimensione 2.
Analogamente sia ~u = [ a + c, b − a, b + c] il generico vettore di U sarà:
cioè i tre vettori ~u1 = [1, −1, 0], ~u2 = [0, 1, 1] e ~u3 = [1, 0, 1] costituiscono un
sistema di generatori. Si osserva però che non sono linearmente indipendenti
perché ~u3 = ~u1 + ~u2 quindi non formano una base per U. Una qualsiasi
coppia di questi tre vettori forma un insieme indipendente e quindi una base,
da cui dimU = 2.]
S ≡ { p ( x ) ∈ V | p (0) = 1 e p (1) = 0}
e
T = { p ( x ) ∈ V | p (0) = p (1) = 0}.
Stabilire se rispetto alle usuali operazioni di somma e di prodotto per uno
scalare nello spazio dei polinomi S e T sono sottospazi e, qualora lo siano,
determinare una base per ciascuno di essi.
[S è l’insieme dei polinomi p( x ) = ax3 + bx2 + cx + d per cui p(0) = 1
e p(1) = 0, quindi, dato che p(0) = d e p(1) = a + b + c + d il generico
polinomio di S è del tipo ax3 + bx2 − ( a + b + 1) x + 1; si vede subito che S
non è chiuso né rispetto alla somma né rispetto al prodotto per uno scalare
infatti, per esempio, x + 1 ∈ S ma il suo prodotto 2( x + 1) = 2x + 2 non vi
appartiene, in quanto il termine noto è diverso da 1.
Il generico vettore di T è il polinomio ax3 + bx2 − ( a + b) x; valutiamo se T è
chiuso rispetto alle operazioni definite in V: per la somma consideriamo due
generici elementi di T , ax3 + bx2 − ( a + b) x e a0 x3 + b0 x2 − ( a0 + b0 ) x som-
mandoli si ottiene ( a + a0 ) x3 + (b + b0 ) x2 − [( a + a0 ) + (b + b0 )] x che è ancora
un elemento di T , inoltre α[ x3 + bx2 − ( a + b)] = αax3 + αbx2 − (αa + αb) x
che a sua volta è elemento di T , il quale, quindi è sottospazio di V. Osser-
vando che ax3 + bx2 − ( a + b) x = a( x3 − x ) + b( x2 − x ) possiamo affermare
che i polinomi x3 − x e x2 − x generano T ; essendo poi essi linearmente
indipendenti, infatti sono di gradi diversi, formano una base per T quindi
possiamo concludere che T ha dimensione 2.]
3.34 Se {~e1 , ~e2 , ~e3 } è una base di R3 si considerino gli insiemi B1 = {~e1 , ~e1 +
~e2 , ~e1 +~e3 } e B2 = {~e1 +~e2 , ~e1 + 2~e2 +~e3 , 2~e1 + 3~e2 +~e3 }; dimostrare che
B1 è una base di R3 , mentre B2 non lo è.
[ I vettori di B2 non sono indipendenti, infatti. . . ]
30 Spazi vettoriali
3.35 Trovare le componenti del vettore ~v = 2~e1 +~e2 + 7~e3 rispetto alla base B1
dell’esercizio 3.34 [ [−5, 1, 7]]
3.36 Mostrare che l’insieme {[ a, c], [b, d]} è una base di R2 se e solo se ad − bc 6=
0.
3.37 Per quali valori del parametro t l’insieme B = {[2, t], [t, 2]} è una base di
R2 ? [ ∀t 6= ±2]
p1 = 3q1 − 3q2 − q3
3
p2 = −4q1 + 3q2 + q3
2
p3 = −5q1 + 3q2 + q3
3 −3 −1
3
da cui la matrice richiesta −4 3 ;
2
−5 3 1
ii) Ricorrendo alle basi canoniche, moltiplichiamo la matrice H di passaggio
dalla base B a quella canonica per la matrice che trasforma la base
canonica in C ovvero la matrice inversa (Si veda capitolo 6) della matrice
K di passaggio dalla base C a quella canonica. Poiché le coordinate di
un vettore rispetto alle basi canoniche coincidono proprio con le sue
componenti, è semplice costruire queste matrici:
0 −2 1 −1 1 0
H = 1 2 0 , K = −1 1 −1 ,
2 0 −1 0 2 2
3.1 Sottospazi e basi 31
3.40 Siano ~v1 = [0, 2, 0], ~v2 = [1, −1, 0] e ~v3 = [3, 1, 5]. Dimostrare che B =
{~v1 , ~v2 , ~v3 } è una base di R3 e trovare la matrice del cambiamento di base
dalla base B alla base canonica.
0 2 0
[ ~v1 , ~v2 e ~v3 sono indipendenti. . . 1 −1 0 .]
3 1 5
W = { X ∈ M2 (R)| AX = 0}.
3.44 Sia V = Mn,m lo spazio vettoriale delle matrici di tipo (n, m). Indichiamo
con Eij la matrice di V che ha l’elemento di posto i, j uguale a 1 e tutti gli
altri elementi nulli. Dimostrare che { E11 . . . Enm } è una base di V e che la
dimensione di V è m · n.
3.45 Sia V uno spazio vettoriale di dimensione n e sia {~v1 , . . . , ~vn } un sistema
di n generatori di V. Dimostrare che esso è una base.
[ Occorre e basta mostrare che sono indipendenti...]
* 3.46 Siano V e W due sottospazi di uno stesso spazio vettoriale; dimostrare che
i) V ∪ W ⊆ V + W;
1 Qualora non sia semplice trovare tale combinazione, basta risolvere il sistema di tre equazioni
nelle tre incognite a, b e c che si ottiene uguagliando, componente per componente, i vettori p
e aq1 + bq2 + cq3 .
32 Spazi vettoriali
3.50 Dimostra che se P(t) è l’insieme di tutti i polinomi in una variabile (quindi
se non si precisa il grado) non esiste un sistema di generatori finito.
3.2. Quesiti
Q.3.4 I vettori [1, 2, 3], [4, 5, 6], [7, 8, 9] e [10, 11, 12] sono linearmente indipendenti.
2 vero 2 falso
Q.3.9 I vettori [1, 2, 1], [2, a, a + 1], [ a, 0, 1] sono lineramente indipendenti per
a infiniti valori di a ma non tutti b a 6= 1 e a 6= −4 c ogni valore di
a d a = 1.
Q.3.10 La dimensione dello spazio vettoriale intersezione tra quello delle matrici
triangolari alte e quello delle matrici triangolari basse è: a 2n; b n2
c 0 d n.
Q.3.11 Dire quali delle seguenti implicazioni sono vere, dove V è uno spazio
vettoriale e ~u, ~v, w
~ sono vettori di V.
a {~u, ~v, w
~ } generano V ⇒ {~u, ~v} generano V b {~u, ~v, w
~ } sono linear-
mente indipendenti ⇒ {~u, ~v} sono linearmente indipendenti c {~u, ~v}
generano V ⇒ {~u, ~v, w~ } generano V d {~u, ~v, w~ } sono linearmente dipen-
denti ⇒ almeno due tra i vettori ~u, ~v, w
~ sono linearmente dipendenti.
Q.3.12 In uno spazio vettoriale V di dimensione n a n + 1 vettori sono sempre
linearmente dipendenti; b n − 1 vettori sono sempre linearmente indi-
pendenti; c se n vettori qualsiasi sono linearmente indipendenti, allora
essi formano una base; d esistono n − 1 vettori che generano V.
~ 1 = [0, k, k, 1] e w
w ~ 2 = [1, k, k, 0].
34 Spazi vettoriali
Q.3.16 Sia {~v1 , ~v2 , ~v3 , ~v4 } una base dello spazio vettoriale V e si considerino i
vettori:
1 0 −1
1 −3
A= B = 2 3 −1
2 5
4 0 −2
1 0 3 1 0 0
C = 3 5 8 D = 2 6 0 .
1 0 3 3 4 5
1 2 5 6
4.2 Date le matrici A = eB = , calcolare det( AB), det( A2 B),
3 4 7 8
det(3A). [4, 16, −18]
1 a b + c
4.3 Calcolare il determinante 1 b a + c . [0]
1 c a + b
4.7 Per quali valori del parametro si annulla il determinante di ciascuna delle
seguenti matrici:
1 1 −h 1 k 1
A = 1 −h 1 , B = 1 −1 k + 1 ,
−h 1 1 − k −1 0
1 2 −5 h
3 −1 1 2k 4 + k
h 0
C= , D = 3 −2 − k .
2 3 −9 0
1 k 1
1 −1 2 0
4
[2, −1; 0, −1; 0, 5; −3, −1]
determinare gli eventuali valori del parametro k per i quali la matrice ABT
è singolare. [2]
4.9 Trovare due matrici non singolari A e B per cui det( A + B) = det A+ det B
0 1 2 −1
[Ad esempio A = eB= ]
−1 1 1 0
4.1 Determinante e rango 37
ammette una radice nulla per ogni valore di a. Determinare poi a in modo
che anche l’altra radice sia nulla.
[Per x = 0 la matrice ha due righe uguali. . . a = −2]
1 2 −5 h
a2
1 a+1 1 −2k 1
3 −1 h 0
3 2a + 4 4 − a 0 1 −k .
−1 a − 3
2 3 −9 0
−1
1 −1 −2
1 2 1
0
[a = 1, − 75 ; h = 0, −8; k = 0, −1]
AB = kBA.
4.23 Verificare che se A, B, C sono matrici di ordine dispari per cui vale la
relazione ABC + BCA = 0 una di esse è singolare.
4.24 Determinare due matrici di ordine 2 linearmente indipendenti tali che ogni
loro combinazione lineare sia singolare.
3 6 0 3
quarta meno la terza e quindi, poiché il rango di A non cambia aggiungendo
la prima riga, essa è combinazione lineare delle altre. Considerazioni analoghe
ci permettono di asserire che anche h = −1 va bene.
0 8 0 4
1 0 3 3
Se invece h = 1, si ha la matrice 3 3 1 1 ; le ultime due righe sono
3 3 1 1
uguali, quindi la prima riga dovrebbe essere combinazione lineare delle prime
due, ma si osserva subito che le prime tre righe sono indipendenti: è diverso
da zero il determinante formato dalle prime tre righe e dalle prime tre colonne,
quindi tale valore è da scartare. In conclusione la prima riga è combinazione
lineare delle altre solo per h = −1 ed h = 2. ]
1 ω ω2 ω3
ω ω2 ω3 1 √
ω 2 ω 3 1 ω = ±3i 3.
ω 3 1 ω ω 2
4.32 Mostrare che se A è non singolare, allora anche A−1 è non singolare e che
( A−1 )−1 = A.
1 2 1
4.33 Sia A = . Verificare che A−1 = A.
4 −1 9
1 0 1
4.34 Sia A = 2 3 4 . Verificare che si ha:
−1 0 −2
1
A−1 = − ( A2 − 2A − 4I ).
3
AB−1 + B = 0
( I − T ) n = I + T + T 2 + · · · + T n −1
4.38 Mostrare che l’inversa di una matrice diagonale D non singolare è a sua
volta diagonale. [Se D è non singolare, allora ∀i aii 6= 0. . . ]
42 Determinante e rango di una matrice. Matrice inversa
4.3. Quesiti
Q.4.17 Siano A e B due matrici quadrate dello stesso ordine. Se esistono A−1 e
B−1 allora esiste ( A + B)−1 . 2 vero 2 falso
x + 3y + z + 2w =1
= −1
3x + 2y + z + w
,
4x + 3y + 2z − t + 4w =2
5x + 4z + 3w =1
[[y = − 97 x − 1; z = − 26
7 x − 2; w =
23
7 x + 3; t = 41
7 x + 3] ]
2x + y = 1
3x + 2y + z = 0
− x − 3y + z = 4
[[ 32 ; −2; − 21 ]]
5.2 Dire per quali valori dei parametri è possibile il seguente sistema.
ax + y − z = 0
x + ay − z = b
( a + 1) x + 3y − 2z = b
46 Teoria dei sistemi
[ [ Se b = 0 ∀ a; se b 6= 0 per a 6= 1]
5.5 Sia
1 2 x1
Ax =
3 λ x2
i) Per quali valori del parametro λ il sistema Ax = 0 ammette un’unica
soluzione? Per quali più di una?
1
ii) Se b1 = , per quali valori di λ il sistema Ax = b1 non ammette
3
soluzioni? Per quali ne ammette una sola? Per quali ne ammette più
di una?
1
iii) Se b2 = , per quali valori di λ il sistema Ax = b2 non ammette
1
soluzioni? Per quali ne ammette una sola? Per quali ne ammette più
di una?
(
x1 + 2x2 = 0
[i) Ax è il sistema che è omogeneo, quindi ammette un’unica
3x1 + λx2 = 0
1 2
soluzione (quella banale) se e solo se
6= 0 da cui λ 6= 6;. . . ]
3 λ
5.6 Sia
−1 2 1 x
Ax = 3 −1 2 y .
0 1 λ z
47
3−2 =
ha anch’essa rango r ( B) = 2, quindi il sistema è possibile
ed ammette ∞
1 −1 2
∞1 soluzioni; analogamente per k = 3 si ha A = 3 1 1 e quindi
1 3 −3
1 −1 2 1
r ( A ) = 2 e B = 3 1 1 4 e r ( B) = 2 da cui ∞1 soluzioni.. . . ]
1 3 −3 −2
5.9 Al variare dei parametri che in essi compaiono, si discuta la risolubilità dei
seguenti sistemi lineari
i)
x − 2hy + z + t = h
y − hz = 0
x + 2y + z − ht = 0
[h 6= −1 : ∞1 soluzioni; h = −1 impossibile]
ii)
hx − y − 2z = 1
hx − (h + 1)y − 3z = 1
hx − y − z = 2h + 1
[h 6= 0 : 1 soluzione; h = 0: impossibile]
49
iii)
x+y = 2
x−y−z = 3+h
x + 2y + kz = 4
[k 6= 1
2 : 1 soluzione∀h; k = 12 , h = −5 : ∞1 soluzioni; k = 12 , h 6= −5 impossibile]
1 2 3
5.12 Sia A = 1 3 4 . Mostrare che il sistema Ax = b ha un unica soluzione
1 2 4
qualunque sia il vettore b. Mostrare poi che Ax = Ay se e solo se x = y.
[r ( A) = 3; r ([ A|b]) non può essere maggiore di 3, perché [ A|b] ha solo tre
righe, non può essere minore di 3, perché det A è un minore di [ A|b] di ordine
3 non nullo per ipotesi, dunque il sistema ammette una ed una sola soluzione
∀b. . . ]
Per gli esercizi dal 5.13 al 5.19 occorre discutere e, quando possibile, risolvere i
sistemi.
50 Teoria dei sistemi
5.13
x + ky − z = 0
( k + 1) x + ( k + 2) y = 0
x + (k + 1)y + kz = 0
5.14
hx + 2y = 1
x + (h + 1)y = 2h
(2h − 1) x + (3 − h)y = h + 2
[h = 0 1 soluzione; h 6= 0 impossibile]
5.15
(h − 1) x + 4y = 0
x + ( h − 1) y = 0
hx + (2 − h)z − 4t = 0
hy − z + (2 − h)t = 0
5.16
2x + (h − 1)y + z =3
= 4−h
x + 2y
x + ((2h + 1)y − z
= 4−h
x + (1 + h ) y − z =1
5.17
x+y = 1
2hx − y = −(1 + h)
1(1 − 4h) x + 2y = 3 + 2h
5.18
( h + 1) x + y + z = 2 + h
(3 + h) x + z = 2h2
(5 + h) + y + (1ih)z = 6 − h
5.19 (
x + ( h2 + 1) y − z = 2 − h
2x + (5 − h2 )y + 2h2 z = 2h
[h = 1 ∞2 soluzioni; h 6= 1 impossibile]
5.22 Trovare per quali valori reali di k esiste una matrice X ∈ M3,2 (R) tale che
2 1 −1 0 1
3 0 1 X = 2 0 .
1 −1 2 2 k
x t
[Sia X = y u allora si ha
z v
2x + y − z 2t + u − v 0 1
3x + z 3t + v = 2 0
x − y + 2z t − u + 2v 2 k
5.27 Trovare le quaterne (h, x, y, z) per le quali sia verificata la seguente relazione
matriciale:
x y z 1 1
y z x 1 = ( h + 2) 1
z x y h 1
[h 6= 1, 2; (h, 1, 1, 1), (1, α, β, 3 − α − β), (−2, γ, γ, γ)]
Determinare i valori di h per cui esistono matrici non nulle X tali che sia
verificata la relazione
2AX = BX
[h = 1]
5.1. Quesiti
ky − y + 3x = 0
kx + y + z = k
Q.5.44 Sia A una matrice 38 × 37 ad elementi reali. Quale delle risposte dell’eser-
cizio 5.43 è vera?
allora il sistema 5.1 ammette una ed una sola soluzione a per due valori
di k b per nessun valore di k c per infiniti valori di k ma non per tutti
d per esattamente un valore di k.
Q.5.54 Sia A una matrice di tipo (m, n) tale che il sistema Ax = b abbia almeno
una soluzione per ogni vettore b. Allora: a m = n − 1; b m = n;
c m ≤ n; d M ≥ n.
6. Applicazioni lineari, prodotti
scalari
f (λ[z, w] + µ[z0 , w0 ]) =
= f (λ[ x + iy, a + ib] + µ[ x 0 + iy0 , a0 + ib0 ]) =
= f ([λx + µx 0 + i (λy + µy0 ), λa + µa0 + i (λb + µb0 )]) =
= [λx + µx 0 − i (λy + µy0 ), λa + µa0 − i (λb + µb0 )] =
= [λ( x − iy) + µ( x 0 − iy0 ), λ( a − ib) + µ( a0 − ib0 )] =
= λ[ x − iy, a − ib] + µ[ x 0 − iy0 , a0 − ib0 ] =
= λ[z, w] + µ[z0 , w0 ] =
= λ f ([z, w]) + µ f ([z0 , w0 ]).
Analogamente si ottiene:
6.5 Sia V il sottospazio di R3 formato dai vettori che hanno la terza componente
nulla, cioè V = {[ x1 , x2 , 0]| x1 , x2 ∈ R}. Siano f 1 , f 2 e f 3 tre applicazioni
V 7→ V tali che, rispettivamente:
ma
f 2 (2[1, 0, 0]) = f 2 ([2, 0, 0]) = [4, 0, 0].
]
5 9
−
2 2
da cui la matrice A0 = 9 9;
−
2 2
−6 6
II modo. Ricaviamo A0 come prodotto delle tre matrici H AK −1 , dove H è la
matrice del cambiamento di base in R3 dalla base B a quella canonica, A è
la matrice del punto i ) e K è la matrice di passaggio in R2 dalla base B’ a
quella canonica ( e quindi la sua inversa è quella che ci serve, cioè quella che
trasforma la base canonica in B’). . . ]
6.11 Siano:
f 1 ([ x1 , x2 , x3 ]) = [ x1 , x2 , 0],
f 2 ([ x1 , x2 , x3 ]) = [ x1 + x2 , x1 − x2 , 0],
6.1 Applicazioni lineari e matrice rappresentativa 61
f 3 ([ x1 , x2 , x3 ]) = [0, 0, x1 + x2 + x3 ],
e f 4 ([ x1 , x2 , x3 ]) = [ x1 − x2 , 0, x3 − x2 ] quattro applicazioni lineari da R3 a
R3 .
i) Trovare le matrici rappresentative di queste applicazioni rispetto alla
base {[1, 0, 1], [1, 1, 0], [0, 1, 1]}.
ii) Trovare le matrici
√ √rappresentative
√ √ di queste applicazioni rispetto alla
base B = {[ 2, 2, 0], [− 2, 2, 0], [0, 0, 1]}
6.13 Per ciascuna delle seguenti matrici e basi, trovare le applicazioni lineari ad
esse associate
2 2 2
i) A = 3 2 1 {[1, 0, 0], [0, 1, 0], [0, 0, 1]}.
1 0 −1
2 1 −1
ii) B = {[1, 1], [−1, −2]}
1 −1 −2
e {[1, 0, 0], [0, 1, 0], [0, 0, 1]}.
3 −1
iii) C = −3 1 {[1, 1, 1], [1, 1, 0], [0, 1, 1]}
1 0
e {[1, 1], [−1, −2]}.
−1
1 1
[B) H = è la matrice di passaggio dalla base canonica alla base
−1 −2
{[1, 1], [−1, −2]}, quindi HB è la matrice di passaggio associata all’applicazio-
ne lineare richiesta rispetto alle basi canoniche (la base dello spaio di arrivo
è già quella canonica).
Basta quindi moltiplicare il vettore riga [ x, y] per HB:
5 1 −4
[ x, y] = [5x − 3y, x, −4x + 3y].
−3 0 3
C ) f ([ x, y, z]) = [3x − 7y + 8z, 4x − 9y + 10z]. ]
62 Applicazioni lineari, prodotti scalari
B1 {[1, 0, 0], [1, 1, 0], [1, 1, 1]} e B2 {[1, 0], [1, 1]}.
6.15 Sia f : R2 7→ R2 rappresentata, rispetto alla base canonica, dalla ma-
1 3
trice . Trovare la matrice che rappresenta la f rispetto alla base
3 5
B {[1, 3], [3, 5]}.
~ 1 = [3, 1, 0],
w ~ 2 = [−1, 0, 2],
w ~ 3 = [0, 2, 0].
w
Dimostrare:
i) che B = {~v1 , ~v2 , ~v3 } è una base per R3 ;
ii) che esiste un’unica applicazione lineare f : R3 7→ R3 tale che f (~vi ) =
~ i ∀i = 1 . . . 3;
w [ f ([ x, y, z]) = [3x − y, y + z, 2y]]
iii) trovare inoltre la matrice associata a f rispetto a B e rispetto
alla base
3 1 0
canonica. [ −1 0 2]
0 2 0
1 2
6.17 Sia A la matrice , e sia f : M2 (R) 7→ M2 (R) l’applicazione data da:
2 4
f ( X ) = AX − XA. Calcolare il rango di f e trovare la dimensione ed una
base di Ker f , Im f .
a b 2c − 2b −2a − 3b + 2d
[Se X = allora f ( X ) = ; il Ker f è l’in-
c d 2a + 3c − 2d 2b − 2c
sieme delle matrici X tali che f ( X ) sia la matrice nulla, per cui, uguagliando
a
3
d − 2 b b
zero componente pr componente, si hanno le matrici del tipo :
b d
−3 2 1 0
Ker f ha dimensione 2 ed una sua base è la coppia di matrici e ;
2 0 0 1
dimIm f = dimM2,2 ( R) − dimKer f = 4 − 2 = 2 ed una sua base è la coppia
6.1 Applicazioni lineari e matrice rappresentativa 63
0 −2 2 0
e .Per quanto riguarda il rango r di f , cioè il rango della
2 0 3 −2
matrice associata ad f rispetto ad una qualunque base, si può dimostrare che
esso coincide con la dimensione dell’immagine di f , quindi nel nostro caso
r = 2. ]
1 1
6.18 Sia A la matrice , e sia f : M2 (R) 7→ M2 (R) l’applicazione data
1 0
da: f ( X ) = AX − XA. Dimostrare che f è lineare, trovare Ker f , Im f e
mostrare che M2 (R) = Ker f ⊕ Im f .
6.23 Sia V come nell’esercizio 3.14 a pagina 25. Dimostrare che V è isomorfo
a W, spazio vettoriale delle funzioni definite su [ a, b] rispetto alle usuali
definizioni di somma di funzioni e di prodotto di una funzione per uno
scalare.
1 Più in generale si può dimostrare che spazi vettoriali definiti su uno stesso campo e finitamente
6.26 Mostrare che (~x + ~y) T (~x + ~y) = ~x T~x + ~y T~y se e solo se ~x T~y = 0.
* 6.27 Una matrice simmetrica reale A si dice definita positiva se e solo se x T Ax >
0 ∀ x ∈ Rn , si dice semidefinita positiva se e solo se x T Ax ≥ 0 ∀ x ∈ Rn . In
modo analogo si definiscono le matrici definite e semidefinite negative.
Quali delle seguenti matrici appartengono ad una di queste categorie?
3 0 1 3 1 2 −1 1
A= B= C= D= .
0 0 3 2 2 4 1 −1
1 1
6.29 Dire per quali valori del parametro λ è definita positiva la matrice .
1 λ
x
[ [ x, y] A = x2 + 2xy + λy2 da cui λ > 1]
y
M = 12 13 41 ;
1 1 1
3 4 5
* 6.32 Sia H (t) l’insieme dei polinomi a coefficienti complessi definiti sull’inter-
vallo [ a, b] dell’asse reale.
Z b
Mostrare che h f , gi = f (t) g(t)dt definisce un prodotto scalare in H (t).
a
h·, ·i : Rn × Rn 7→ R
66 Applicazioni lineari, prodotti scalari
e
hh·, ·ii : Mn (R) × Mn (R) :7→ R
rispettivamente definite da:
h x, yi = yt Sx
e
hh A, Bii = tr ( BT SA)
per ogni x, y ∈ Rn e per ogni A, B ∈ Mn (R). Dimostrare che sono entrambi
prodotti scalari e che h·, ·i è definito positivo se e solo se lo è hh·, ·ii.
6.34 Sia V uno spazio vettoriale con norma k·k. Verificare che
6.36 Mostrare che se X = {~x1 , . . . , ~xr } è una famiglia di vettori a due a due
ortogonali nello spazio vettoriale V di dimensione n, X può essere com-
pletato ad una base. [ Se sono ortogonali sono indipendenti, quindi. . . ]
2 che prende il nome di procedimento di Grahm–Schmidt.
6.3 Basi ortonormali 67
V = R mostrare
6.38 In n che, se {~v1 , . . . , ~vn } è una base ortogonale, allora
~v1 ~vn
,..., è una base ortonormale. [ Sono tutti a norma 1.]
k~v1 k k~vn k
6.40 Trovare una base ortonormale, rispetto al prodotto scalare standard, del
sottospazio V di R4 , generato dai vettori
~v1 = [1, −1, 1, −1], ~v2 = [5, 1, 1, 1] e ~v3 = [−3, −3, 1, −3].
6.42 Trovare una base ortonormale rispetto a ciascuno dei prodotti scalari trovati
nell’esercizio 6.25 a pagina 64
~ 1 = 2v~1 + v~2 e w
[ Essendo w ~ 2 = 2v~2 + 3v~3 , si ottiene, in forza della bilinearità
del prodotto scalare e dell’ortonormalità della base,
6.4. Quesiti
6.4.1. Vero o Falso
Q.6.55 Se f è un’applicazione di uno spazio vettoriale V in se stesso tale che
f ( x + y) = f ( x ) + f (y) allora, per ogni scalare α ∈ R ed ogni vettore
x ∈ V accade che f (αx ) = α f ( x ). 2 vero 2 falso
Q.6.60 Nello spazio vettoriale Mn delle matrici quadrate reali di ordine n, la corri-
spondenza f ( A) = h( A + A T ) dove A ∈ Mn e h ∈ R, è un’applicazione
lineare. 2 vero 2 falso
1 1
Q.6.61 h x, yi = x T y è un prodotto scalare. 2 vero 2 falso
1 1
2 vero 2 falso
p
Q.6.62 Se k x k = h x T , x i allora k x + yk < k x k + kyk.
1 2
Q.6.63 La matrice A = è semidefinita positiva. 2 vero 2 falso
2 4
6.4 Quesiti 69
L l’applicazione
Q.6.67 Sia lineare a cui è associata, rispetto a certe basi, la matrice
1 h
h 0. Allora a dimKerL = dimImL ∀h; b dimKerL = dimImL per
0 h
un solo valore di h; c dimKerL + dimImL = 3 per ogni valore di h; d
dimKerL + dimImL = 3 per infiniti valori di h ma non per tutti.
Q.6.68 L’applicazione lineare F : R3 7→ R3 definita da
f ([ x, y, z]) = [hx, x − hy, y + hz]
è a iniettiva per infiniti ma non tutti i valori di h; b suriettiva per
infiniti ma non tutti i valori di h; c iniettiva per ogni h; d suriettiva
per ogni h.
2 −i
Q.6.69 La matrice H = è: a definita positiva; b definita negati-
i 1
va; c semidefinita positiva ma non definita; d nessuna delle risposte
precedenti.
Q.6.70 Definiamo il prodotto h x, yi = x ∗ Hy (dove x ∗ indica il coniugato trasposto
del vettore x ∈ C2 ). Quale delle seguenti matrici,
ad H, for-
sostituita
1 i 1 1 1 i
nisce un prodotto scalare? a ; b ; c ; d
− i 2 1 1 i 2
0 1
.
1 0
Q.6.71 Quale dei seguenti insiemi di vettori è ortogonale?
a {[i, i ], [−i, −i ]}; b {[1, 1], [−1, 0]};
c {[i, i ], [−i, i ]}; d {[1, 0], [1, 0]}.
3 Un endomorfismo è un’applicazione lineare per cui dominio e codominio coincidono.
70 Applicazioni lineari, prodotti scalari
Q.6.72 Se i vettori della famiglia {[1, 1], [1, −1]} vengono ortonormalizzati, si
ottengono i vettori:
√ √ √ √
a {[ 2, 2], [ 2, − 2]}; b {[1, 0], [0, 1]};
nh √ √ i h √ √ io
2 2 2 2
c {[1, 1], [1, −1]}; d 2 , 2 , 2 , − 2 .
7. Autovalori ed autovettori
La ricerca degli autovalori di una matrice quadrata deve ovviamente ritenersi ambientata,
salvo esplicito avviso contrario, nel campo complesso C.
[ Il polinomio caratteristico di A è:
λ − h −1 0
−2 = λ3 − 2hλ2 + (h2 + h − 3)λ − h2 + 3h − 2;
ϕ(λ) = h − 1 λ
−1 −1 λ − h
7.2 Sia A una qualsiasi matrice quadrata. Dimostrare che A e A T hanno gli
stessi autovalori ma non necessariamente gli stessi autovettori.
λ−1 −1 −1
[Per la matrice B: la matrice λI − B è 0 λ−1 0 quindi il suo
−1 −1 λ −1
λ − 1 −1
polinomio caratteristico è ϕ(λ) = det(λI − B) = (λ − 1) =
−1 λ − 1
(λ − 1)(λ2 − 2λ) = λ(λ − 1)(λ − 2) dunque gli autovalori
sono
0,
1 e 2. Trovia-
1 1 1 x
mo gli autovettori associati ad essi: per λ = 0 si ha 0 1 0 y = 0 da cui
1 1 1 z
x + y + z = 0
il sistema omogeneo y = 0 che ammette come autosoluzione
x+y+z = 0
k 0 −1 −1 x
{ x = k, y = 0, z = −k} e quindi 0; per λ = 1 0 0 0 y = 0 e
−k − 1 −1
0 z
k
(
−y − z = 0
quindi il sistema da cui l’autovettore −k ; infine per λ = 2 si
−x − y = 0 k
x−y−z = 0
1 −1 −1 x k
ha 0 1 0 y = 0 cioè y = 0 e quindi 0. . .
−1 −1 1 z k
−x − y + z = 0
soluzioni sono:
√ √
√ 170 − 11 − 170 − 11 1 0 −2
A{13 ± 170} 7
7
; D {1, 1, 2} 0 −2 −1 ;
1 1 0 1 1
3
−2 − 6 1 0
E{1, 1, 2} 1 20 −4 ; F {1, 1, 1} 0 1 ;
0 1 1 0 0
0 2
1 0 1 0 0
2 3
3 1 ;
0
i − 2 ;
0 − i − 2
H {1, 2, i, −i } 0
G {1, 1, 1, 2}
0 1 1 1 1 0 0
0 0 0 0 0 1 1
1
K {2, 2, 2} 0 .
0
7.4 Per ciascuna delle seguenti matrici trovare gli autovalori, gli autovettori
associati, ed una base per gli autospazi associati.
1 1 0 1 0 0
A = 0 1 0 ; B = 0 1 0 ;
0 0 2 0 0 2
0 2 −1 −1 3 0
C = 0 2 −1 ; D= 3 −1 0 ;
0 1 0 −2 −2 6
6 −4 −1
E= 6 −4 −1 ;
0 0 1
k
(
−y = 0
[Matrice A autovalori {1, 1, 2} per λ = 1 da cui 0, per λ = 2
−z = 0 0
0
(
x−y = 0
da cui 0 quindi si hanno due autovettori indipendenti [1, 0, 0]
y=0 h
ha dimensione 2; matrice B autovalori {1, 1, 2} per
e [0, 0, 1] e l’autospazio
x =k
λ = 1 si ha il sistema y = h e quindi due autovettori indipendenti: [1, 0, 0]
z=0
74 Autovalori ed autovettori
x = 0
e [0, 1, 0]; per λ = 2 si ha y = 0 e quindi l’autovettore [0, 0, 1] dunque
z=l
l’autospazio ha dimensione 3. . . ]
7.5 Sia
1 1 2
A = 1 2 1 .
2 1 1
Mostrare che 4 è un autovalore di A, trovare gli altri autovalori e gli
autovettori associati.
3 4λ2− λ + 4, autovalori {1, −1, 4}, autovet-
è λ −
[Il polinomio caratteristico
1 −1 1
tori rispettivamente −2 0 1.]
1 1 1
1 −1 −1 −3
0 0 1 0
autovalori {−1, 1, 2, 2} autovettori
]
1 0 0 −3
0 1 0 1
7.9 Gli elementi di una matrice quadrata A di ordine 2 sono interi naturali.
Determinare A sapendo che det A = 3 e tr ( A) = 5.
1+i 2 1−i
7.10 Sia A = 3 − i −1 + i i . Calcolare λ1 + λ2 + λ3 , λ1 λ2 + λ1 λ3 +
4 7 + i 2 − 5i
λ2 λ3 e λ1 λ2 λ3 senza calcolare il polinomio caratteristico di A. Trovare poi
i tre autovalori e confrontare i risultati.
[Tenere conto delle relazioni tra gli autovalori di A, i coefficienti del polinomio
caratteristico ed i minori principali di A. . . ]
7.11 Mostrare che se A è una matrice quadrata reale di ordine n con n dispari,
allora A ha almeno un autovalore reale.
[Ricordare il Teorema Fondamentale dell’Algebra e le sue conseguenze. . . ]
7.13 Sia A ∈ Mn (R) e sia ϕ A (λ) il suo polinomio caratteristico. Mostrare che
se A è emisimmetrica allora
ϕ A (λ) = (−1)n ϕ A (−λ)
e dedurre da ciò il noto risultato che se n è dispari, A è singolare.
[Basta ricordare che A è emisimmetrica se A = − A T quindi λI − A = λI + A T
e che det(− A) = (−1)n det A. . . ]
2
ammette l’autovettore 1?
1
−2 + 2 · 1 − h · 1 = 2λ
[Dalla definizione si ha, nel caso in esame, −2 + 2 · 1 − 1 = λ . . . h = 2]
(1 − h ) · 1 = λ
a 4 0
* 7.16 Si considerino la matrice A = b 0 b ed il polinomio
0 4 c
1 0 1
7.17 Si consideri la matrice A = 0 0 2. Determinare per quali valori reali
1 0 k
di k A ammette un autovalore λ = 0 di molteplicità algebrica 2. In corri-
spondenza di questi valori determinare l’altro autovalore e gli autovettori
di A.
[Il polinomio caratteristico è λ λ2 − (1 + k )λ + k − 1 che ammette la radice
λ = 0 doppia se k = 1. . . ]
7.21 Sia A una matrice quadrata di ordine 2 non nulla e singolare tale che
A2 + A = 0; determinare gli autovalori di A. [ | A| = | I + A| = 0 : λ = 0, 1]
7.22 Verificare che non esistono matrici non nulle che siano contemporaneamen-
te idempotenti ed emisimmetriche.
2 1
7.23 Si consideri la matrice B = ; determinare, al variare di h le matrici
h h
A che hanno gli autovalori non nulli e soddisfano la relazione"A = A2#B.
1 − 1h
[Dev’essere det A 6= 0 quindi h 6= 0: A = B−1 = ]
2
−1 h
2 k−1
7.25 Determinare gli autovettori della matrice al variare del parame-
k 1
1− k
α β β
tro k. [λ = k + 1, 2 − k; per k = 0 :
α 0
per k 6= 0 : k con α, β 6= 0]
β
* 7.26 Trovare
tutte le matrici quadrate singolari che ammettono l’autovettore
1
.
1
a b
[ Se indichiamo con A = la matrice e con λ l’autovalore a cui l’auto-
c d
vettore è associato, la relazione
1
(λI − A) =0
1
2 k−1
7.27 Determinare gli autovettori della matrice A = al variare del
k 1
parametro k ∈ R.
1− k
α β k β
[λ = k + 1, 2 − k; k=0: ; k 6= 0 : con (α, β 6= 0)]
α 0 β
7.28 Siano A e B due matrici quadrate dello stesso ordine, ciascuna delle quali
ammette l’autovettore x associato all’autovalore λ. Mostrare che la matrice
A + B ammette l’autovalore 2λ. [Ax = λx, Bx = λx =⇒ ( A + B) x . . . ]
−x − y − z = 0
x = α
− x − y − z = 0 che ammette l’autosoluzione y = β con α2 + β2 6=
−x − y − z = 0 z = −α − β
0. Da qui si ricava, ponendo rispettivamente α = 1, β = 0 e α = 0β =
1 0
1, che due autovettori indipendenti sono, per esempio, 0 e 1: In
−1 −1
2x − y − z = 0
corrispondenza dell’autovalore λ3 = 3 si ha il sistema − x + 2y − z = 0 che
− x − y − 2z = 0
x = γ
ammette l’autosoluzione y = γ e quindi un autovettore, indipendente dai
z=γ
1
precedenti, può essere, per esempio 1. ]
1
7.1. Quesiti
7.1.1. Vero o Falso
Q.7.73 Esiste una matrice che ammette
come −1, 1, 0 e come autovettori
autovalori
−3 0 2
rispettivamente associati 0 , 1 e
0 2 vero 2 falso
6 1 −4
Q.7.74 Siano A e B due matrici quadrate dello stesso ordine, ciascuna delle quali
ammette l’autovettore x associato all’autovalore λ. Allora la matrice A + B
ammette l’autovalore 2λ 2 vero 2 falso
Q.7.75 Esistono matrici ad elementi reali che ammettono come polinomio caratte-
ristico il polinomio ϕ(λ) = λ3 − λ 2 vero 2 falso
Q.7.76 Sia A una matrice invertibile, allora A e A−1 hanno gli stessi autovettori.
2 vero 2 falso
Q.7.78 Ogni matrice quadrata è individuata dai suoi autovalori e dai corrispon-
denti autovettori. 2 vero 2 falso
80 Autovalori ed autovettori
Q.7.79 Siano A e B due matrici quadrate non singolari dello stesso ordine tali che
AB = 2A + B. Allora B non puøammettere l’autovalore λ = 2 ed A non
può ammettere l’autovalore λ = 1. 2 vero 2 falso
Q.7.80 Sia A quadrata singolare di ordine 2 con traccia non nulla. Allora A
ammette due autovettori indipendenti. 2 vero 2 falso
Q.7.81 Siano A e B due matrici quadrate dello stesso ordine, ciascuna delle quali
ammette l’autovettore x0 associato all’autovalore λo . Allora la matrice
A + B ammette l’autovalore 2λ0 . 2 vero 2 falso
Q.7.82 Se A è invertibile, allora A non ammette alcun autovalore nullo.
2 vero 2 falso
Q.7.83 Se il polinomio caratteristico di A ha termine noto nullo, allora A è inverti-
bile 2 vero 2 falso
Q.7.84 Se λ è un autovalore di A, allora la molteplicità algebrica di λ è uguale alla
sua molteplicità geometrica. 2 vero 2 falso
−1
Q.7.85 Il vettore colonna v = 0 è un autovettore della matrice
1
1 −1 0
A = −1 2 −1 ?
0 −1 1
2 vero 2 falso
Q.7.86 Siano x1 , x2 , . . . , x p autovettori di una matrice A associati,
rispettivamente,
agli autovalori distinti λ1 , λ2 , . . . , λ p allora l’insieme x1 , x2 , . . . , x p è un
insieme indipendente. 2 vero 2 falso
Q.7.87 Se A è quadrata di ordine 2, allora il polinomio caratteristico di A è ϕ(λ) =
λ2 − tr ( A)λ + det A. 2 vero 2 falso
Q.7.88 Il determinante di una matrice è zero se e solo se uno dei suoi autovalori è
nullo. 2 vero 2 falso
Q.7.89 Se λ è autovalore di A allora la molteplicità geometrica di λ è uguale al
rango della matrice λI − A. 2 vero 2 falso
Q.7.90 Sia f : R2 7→ R2 l’applicazione lineare definita da f ( x, y) = [3x, −3y].
Allora tutti gli autovalori della matrice associata ad f sono reali.
2 vero 2 falso
7.1 Quesiti 81
h 1
Q.7.91 La matrice (h ∈ R) ammette due autovettori indipendenti solo per
1 h
h 6= ±1. 2 vero 2 falso
Q.7.92 Siano A e B due matrici quadrate reali di ordine n. Allora è vero che: a
A e B hanno gli stessi autovalori; b A e B hanno gli stessi autovetto-
ri; c Valgono le due proprietà precedenti; d Non vale nessuna delle
proprietà precedenti.
Q.7.93 Sia λ un autovalore di una matrice non singolare A. Allora: a r (λI −
A) < r ( A); b r (λI − A) = r ( A); c r (λI − A) > r ( A); d Nessuna
delle risposte precedenti.
Q.7.94 Sia
1 0 0 0 0
0 1 0 0 0
0
A= 0 1 1 0
0 0 0 1 0
0 0 0 0 2
Allora la molteplicità algebrica dell’autovalore 1 è: a 4; b 3; c 2;
d 1.
Q.7.95 Sia A come nel quesito Q.7.7.94. Allora la molteplicità geometrica dell’au-
tovalore 1 è: a 4; b 3; c 2 d 1.
Q.7.96 Sia A = [ aij ] e sia {1, 1, 2, 2, 0} l’insieme dei suoi autovalori, allora la somma
a11 + a22 + a33 + a44 + a55 è: a 3; b −3; c 6; d −6.
Q.7.97 Se l’insieme degli autovalori di A è {1, −2, 0} allora il suo polinomio caratte-
ristico ϕ(λ) è: a λ3 + λ2 − 2λ; b λ3 − λ2 − 2λ; c −λ3 − λ2 + 2λ;
d −λ3 − λ2 − 2λ.
Q.7.98 Se A è simile alla matrice diag(1, 2, −1), allora l’insieme degli autovalori di
A è: a {1, 2, −1}; b {1, 12 , −1}; c {1, −2, −1}; d {1, − 12 , −1}.
1 2 3
Q.7.99 Se A = 3 0 3 , quale dei seguenti non è un autovalore di A? a 6;
0 0 6
b 3; c −2; d 2.
82 Autovalori ed autovettori
1 2 0
8.2 Sia M la matrice 2 −2 0. Trovare, se esiste, una matrice non singola-
−1 0 1
− 1
re P tale che P MP sia una matrice diagonale.
0 2 4
[ Ad esempio P = 0 1 −8 .]
1 −2 1
Mostrare che ∆ = P−1 AP. Quali sono gli autovalori e gli autovettori di A?
e quelli di ∆?
[Autovalori di A e di ∆ {3, 5, 7}, A è diagonalizzabile
.. . gli
autovettori
di A
1 0 0
sono le colonne di P, gli autovettori di ∆ sono 0, 1 e 0.]
0 0 1
AP = P∆.
8.6 Per ciascuno dei valori trovati nell’esercizio 7.15 a pagina 75 dire se la
matrice A è o no diagonalizzabile. [ Sì]
3 0 0
1 0
8.7 Le matrici A = e B = −2 1 0 sono diagonalizzabili?
1 1
1 2 2
[ A no, B si]
8.8 Determinare gli eventuali valori del parametro p per i quali è diagonalizza-
bile la matrice
1 1 p
A = 1 0 1 .
0 0 2
[Cominciamo a vedere se esistono valori del parametro p per cui gli autovalori
sono tre distinti. Il polinomio
( caratteristico di A è )(λ − 2)[λ(λ − 1) − 1] e
√ √
−1 − 5 −1 + 5
quindi gli autovalori sono 2, , ; essendo distinti A è
2 2
diagonalizzabile qualunque sia p.]
0 0 0
matrice B = 1 · I − A = −t 1 0; l’autovalore 1 è regolare se r ( B) = 1.
−1 2t 0
È facile osservare
che l’unico
minore del secondo ordine che potrebbe essere
−t 1
diverso da 0 è = −2t2 + 1 che si annulla per t = ± √1 . Quindi A è
−1 2t 2
1
diagonalizzabile solo per t = ± √ .]
2
A = 0 k 2 0 .
k h k
[Il polinomio caratteristico è λ(λ − k2 )(λ − 2k) dunque gli autovalori sono
0, k2 e 2k che sono distinti se k 6= 0 o k 6= 2. Per questi valori
la matrice è
0 h2 0
1 2
8.12 Sia A = per quali valori di α A non è diagonalizzabile? [ α = 0]
α 1
86 Diagonalizzazione, matrici ortogonali
3 3
8.13 Esiste un valore di β per cui non è diagonalizzabile la matrice B = ?
β 1
1
[β = − ]
3
8.17 Mostrare che ogni matrice nilpotente1 diversa dalla matrice nulla non è
diagonalizzabile.
8.21 Mostrare che ogni matrice ortogonale di ordine 2 con determinante uguale
ad 1 è della forma della matrice A dell’esercizio 8.20 per un opportuno
valore di ϑ.
8.23 La matrice: √ √
1 3 1 2
√
2 6 2
√ 6 √
1 3 1 2
√ −
2 6 6 2
G= √
1 3 2
2 −√ 0
6√ 6
1 3
−3 0 0
2 6
è ortogonale?
88 Diagonalizzazione, matrici ortogonali
8.24 Tra le seguenti matrici trovare, se esiste, una base ortonormale di R3 che le
diagonalizzi
1 2 −1 1 0 −3 2 0 4
A= 2 0 0 ; B = 0 0 0 ; C = 0 2 2 ;
−1 0 −1 −3 0 9 4 2 0
2 2 −4 −110 −450 282
1
D = 2 1 −3 ; E= −450 227 288 ;
529
−2 1 1 282 288 941
1 −1 1 1 0 −2 0 2 0
F = −1 0 1 ; G = 0 0 0 ; H = 2 0 1 .
1 1 1 −2 0 4 0 1 0
[Se la matrice è diagonalizzabile, basta ortonormalizzare gli autovettori indi-
pendenti. . . ]
8.25 Trovare per quali valori del parametro, se esistono, ciascuna delle seguenti
matrici è diagonalizzabile e se esistono valori per cui è ortogonalmente
diagonalizzabile
1 0 0 1 1 0
A = 0 0 a ; B = 1 h k ;
0 b 0 0 −1 1
λ 0 0 1 0 1
C = µ 1 1 ; D = 0 t 0 ;
0 1 1 s 0 1
k+1 2 k−1
E= 0 k 0 .
k k −1
[Basta ricordare che una matrice reale è ortogonalmente diagonalizzabile se e
solo se è simmetrica. . . l’unica che non è ortogonalmente diagonalizzabile per
nessun valore del parametro è la E]
1 dk
p0 ( x ) = 1, pk ( x ) = k · k [( x2 − 1)k ] (k = 1, 2, . . . , n).
2 k! dx
8.33 Sono dati i vettori u = [α, 1, 0] T , v = [γ, 1, 1] T e w = [α, β, 0] T dipendenti
dai parametri reali α, β e γ. Determinare, se esistono, i valori dei parametri
in modo che u, v e w siano autovettori di una matrice reale simmetrica
associati agli autovalori 1, 0, −1.
2 chiamati polinomi di Legendre.
90 Diagonalizzazione, matrici ortogonali
Verificare che per nessun valore del parametro k esiste una matrice non
singolare X tale che XA = BX
[A non è diagonalizzabile, mentre B è diagonale . . . ]
8.36 Le matrici
−4 −7 −6 −2 −8 −12
A = −2 −1 −2 e B = −8 −18 −26
6 8 8 −4 −11 −17
sono simili? [ No, non hanno gli stessi autovalori]
p B (λ) = λ3 − 4λ2 + 5λ − 2.
8.41 Determinare due matrici A, B ∈ M2 (R) che non siano simili, ma che
abbiano uguali determinante, traccia, autovalori e polinomiocaratteristico.
0 1 0 0
[ Ad esempio e ]
0 0 1 0
ϕ( x, y, z) = z2 + 2xz + 2yz
[ψ( x, y, z) = 2y2 − z2 ]
ψ( x, y, z) = x2 + y2 + z2 − 2xz
8.1. Quesiti
8.1.1. Vero o Falso
Q.8.102 Ogni matrice è simile ad una matrice diagonale. 2 vero 2 falso
Q.8.103 Due matrici sono simili se e solo se hanno gli stessi autovalori con le stesse
molteplicità. 2 vero 2 falso
Q.8.104 Ogni matrice quadrata di ordine 3 con i tre autovalori coincidenti non è
mai diagonalizzabile 2 vero 2 falso
Q.8.105 Sia A una matrice quadrata singolare di ordine due con traccia non nulla.
Allora A ammette due autovettori indipendenti. 2 vero 2 falso
Q.8.107 Una matrice reale di ordine due tale che det A = 0 è sempre diagonalizza-
bile. 2 vero 2 falso
Q.8.108 Una matrice diagonalizzabile con tutti gli autovalori uguali è sempre in-
vertibile. 2 vero 2 falso
8.1 Quesiti 93
Q.8.109 Una matrice simile ad una matrice simmetrica è a sua volta simmetrica.
2 vero 2 falso
Q.8.115 Due matrici sono simili se e solo se hanno lo stesso polinomio caratteristico
2 vero 2 falso
Q.8.116 Se A non è diagonalizzabile allora gli autovalori di A non sono tutti distinti.
2 vero 2 falso
1 0 0
9.5 Sia A la matrice 1 2 0 ; verificare che le matrici A, A2 e A3 sono
1 −1 0
linearmente dipendenti.
[Considerando il polinomio caratteristico di A, sussiste la relazione A3 − 3A2 + 2A = 0...]
9.8 Verificare che non esistono matrici quadrate del second’ordine singolari
che soddisfano la relazione A2 + A + I = 0.
[Da λ2 − tr ( A)λ + | A| = 0 si ricava A2 − tr ( A) = 0. . . ]
2 0
9.9 Sia A = . Verificare che è A2 + kA + I 6= 0 per qualunque k ∈ R.
4 3
[ Gli autovalori di A sono 2 e 3 quindi A2 − 5A + 6I = 0...]
9.10 Determinare i valori che può assumere la traccia di una matrice quadrata
A di ordine due tale che A2 − A + 2I = 0 senza determinare esplicitamente la
matrice.
[Indichiamo con α la traccia di A e con β il suo determinante. Si ha ϕ(λ) =
λ2 − αλ + β da cui A2 − αA + β = 0. Quindi la matrice A deve essere
soluzione del sistema matriciale
A2 − A + 2I = 0
(
A2 − αA + βI = 0
(−α + 1) A + ( β − 2) I = 0.
Se α = 1 allora è β = 2 e la relazione
√
data coincide con l’equazione caratte-
1± i 7
ristica; gli autovalori "sono λ = 2 #, quindi la traccia è 1. Matrici siffatte
√
1+ i 7
2 0 √
esistono, ad esempio 1− i 7
.
0 2
β −2 β −2
Se α 6= 1 si ha A = quindi tale matrice avrà autovalori λ1 = λ2 =
α−1 I; α −1 e
β −2 2
β −2
perciò α = tr ( A) = λ1 + λ2 = 2 α−1 e β = | A| = λ1 λ2 = α−1 .
Si ha dunque il sistema
β−2
α = 2α − 1
β−2 2
β =
α−1
α ( α − 1)
β−2 =
2
da cui si ottiene , che ha come solu-
α ( α − 1 ) α2 ( α − 1)2 1
+2 = ·
( α − 1)2
2 √ 4
√ ± i 7−3
zioni α = 1 ± i 7 e β = 2 √ . In conclusione la traccia di A può assumere
√
solo i valori 1, 1 + i 7 e 1 − i 7. ]
97
9.11 Sia A una matrice quadrata di ordine 2 tale che A2 + A(= 0. Determinare
A2 + A = 0
gli autovalori di A. [ ...]
A2 + αA + β = 0
9.12 Verificare che tutte le matrici quadrate di ordine due singolari con traccia
diversa da zero sono diagonalizzabili. [ϕ(λ) = λ2 + kλ con k 6= 0. . . ]
9.13 Sia A una matrice quadrata di ordine 3 avente rango 1 e traccia 3. Stabilire
se A è diagonalizzabile e determinare una relazione tra A2 e An per n > 2.
[ϕ(λ) = λ3 − 3λ2 . . . ]
9.14 Sia A quadrata tale che A2 = 0. Dimostrare che A ammette solo l’autovalo-
re nullo. [[tr ( A)] A − | A| A = 0. . . ]
9.15 Determinare tutte le matrici quadrate del second’ordine che non sono
diagonalizzabili e che soddisfano la relazione A2 = 0.
2
[λ1 = λ2 = 0. . . a − ab 0 b
con b 6= 0]
b −a 0 0
[Le radici del polinomio minimo di una matrice A sono tutti e soli gli autova-
lori di A con molteplicità non superiori a quelle che hanno come radici del
polinomio caratteristico, quindi, dal momento che ϕ(λ) = (λ − 2)2 (λ − k ) i
possibili polinomi candidati ad essere minimi sono (λ − 2)(λ − k) e ϕ(λ) stes-
so (in realtà, per k = 2 ci potrebbe essere anche λ − 2 ma ciò si esclude,
dato
0 0 k
che A 6= 2I). A questo punto, poiché si ha ( A − 2I )( A − kI ) = 0 0 0
0 0 0
che coincide con la matrice nulla se e solo se k = 0, si conclude che A è radice
del polinomio (λ − 2)(λ − k ) -che risulta dunque il suo polinomio minimo-
solo per k = 0. Per ogni altro valore di k µ(λ) = ϕ(λ). Una matrice è diagona-
lizzabile se e solo se le radici del suo polinomio minimo sono distinte, quindi
in questo caso se e solo se k = 0. ]
9.21 Sia A una matrice quadrata singolare di ordine n tale che A2 = 2A. Stabilire
se Aè diagonalizzabile. [Il polinomio minimo ha radici semplici...]
9.1. Quesiti
Q.9.129 Una matrice A quadrata di ordine due tale che A2 − A = 2I non è diago-
nalizzabile. 2 vero 2 falso
9.1 Quesiti 99
ha tutte le radici distinte? a per infiniti valori ma non per tutti b per
ogni valore di a c per a = 1 d per a = 2.
Q.9.131 Sia A una matrice quadrata di ordine n che ammette l’autovalore λ = 1 con
molteplicità algebrica n. Allora: a Il polinomio minimo è µ A = λ − 1;
b A è diagonalizzabile; c A = I; d il polinomio caratteristico è
ϕ A = ( λ − 1) n .
Q.9.132 Siano A e B due matrici quadrate dello stesso ordine. Se µ indica il polino-
mio minimo e ϕ indica quello caratteristico, indicare le affermazioni vere:
a ϕ A = ϕ B solo se A e B sono simili; b µ A = ϕ B se A e B sono simili;
c µ A = ϕ B solo se A e B sono simili; d µ A = µ B se A e B sono simili.
1 1 0
Q.9.133 Sia µ A il polinomio minimo della matrice A = 1 1 0. Indicare le
1 1 0
proprietěre: a il grado di µ A è 2; b µ A non ha radici multiple; c µ A
coincide con il polinomio caratteristico; d il grado di µ A è 3.
2 1 1
Q.9.134 Il polinomio minimo della matrice A = 0 −1 0 ha grado: a 1 per
0 0 h
qualche h; b > 3 per qualche h; c 3 per h = 2; d 2 solo per h = −1.
1 0 0
Q.9.135 Per quali valori di h il polinomio minimo della matrice A = h
0 1 è
1 h2 0
di secondo grado? a per nessun valore di h; b se h 6= 0 e h 6= 1; c
solo se h = 1; d solo se h = −1.
100 Teorema di Cayley–Hamilton. Polinomio minimo
Geometria piana
10. La retta nel piano
In questo e nei successivi capitoli, salvo avviso contrario, i parametri ed i coefficienti
delle equazioni che compaiono si intendono reali; il sistema di riferimento si intende
cartesiano ortogonale e, se non altrementi specificato, lunghezze ed aree si intendono in
senso elementare.
10.2 Dati A( a) e B(b) trovare una nuova origine in modo che l’ascissa di A sia
tripla di quella di B. [O0 3b2− a ]
10.3 Dati i punti A(0, 3) e B(5, 0), determinare le coordinate del punto C che
divide il segmento AB in modo che sia AC = 2BC.
10.4 Trovare le coordinate dei vertici di un rombo che non abbia né i lati né le
diagonali paralleli agli assi coordinati.
10.5 Determinare i punti aventi ascisssa ed ordinata opposte e tali che con
A(1, 0) e B(−1, 0) formino un triangolo di perimetro 6. q q
3 3
[ ±2 7 , ∓2 7 ]
10.6 Dati A(1, 1) e B(3, 5) trovare i punti C tali che il triangolo ABC sia rettan-
golo ed isoscele. [C1 (0, 4); C2 (, 2)]
* 10.7 Scrivere l’equazione del cammino di un punto che si muove nel piano in
modo tale che il quadrato della sua distanza dal punto A(−3, 4) è uguale
al doppio del quadrato della sua distanza dall’asse x.
[( x + 3)2 + (y − 4)2 = 2y2 . . . x2 − y2 + 6x − 8y + 25 = 0]
10.9 Scrivere l’equazione dei punti del piano equidistanti da A(2, 4) e B(4, 6)..
[ ( x − 2)2 + (y − 42 ) = ( x − 4)2 + (y − 6)2 . . . x + y − 8 = 0 è l’asse del segmento AB]
10.10 Scrivere l’equazione dei punti P del piano tali che il rapporto tra la distanza
1
tra P e A(1, 0) e tra P e la retta x = 9 sia λ = .
3
10.2 La retta, esercizi introduttivi 105
10.12 Scrivere l’equazione della retta parallela all’asse x che passa per il punto
A(−2, 2). [ y = 2]
10.13 Scrivere l’equazione della retta parallela all’asse x che passa per il punto
A(3, −4). [ y + 4 = 0]
10.14 Scrivere l’equazione della retta parallela all’asse y passante per il punto
A(−6, 0) [ x + 6 = 0]
10.15 Scrivere l’equazione della retta passante per il punto P(3, −5) perpendico-
lare al vettore v = [4, 2]. [2x + y − 1 = 0]
10.16 Scrivere l’equazione della retta passante per l’origine e per il punto P(2, 3)
[ 3x − 2y = 0]
10.17 Calcolare la lunghezza del segmento staccato sugli assi dalla retta 3x +
4y − 24 = 0
x y
[La retta si scrive in forma segmentaria come + = 1 quindi interseca gli
8√ 6
assi nei punti A(8, 0) e B(0, 6) la cui distanza è 64 + 36 = 10]
10.20 Scrivere le equazioni dei lati di un quadrato situato nel I quadrante due
vertici del quale hanno coordinate A(2, 0) e B(5, 0).
[ y = 0, y = 3, x = 2 e x = 5]
10.22 Scrivere l’equazione della retta che taglia l’asse x nel punto A(3, 0) e l’asse
x y
y nel punto B(0, 5). [ + = 1]
3 5
10.24 Scrivere l’equazione della retta passante per l’origine e formante un angolo
di π4 con l’asse x. [ x − y = 0]
10.26 Un punto P dista 5 unità dall’origine O(0, 0). La pendenza della retta OP è
3
4 . Determinare le coordinate di P. [ P1 = (4, 3), P2 (−4, −3)]
10.32 Scrivere l’equazione della retta passante per il punto di intersezione delle
rette x + 11y − 27 = 04 e 6x − 7y − 16 = 0 e perpendicolare al vettore
~v = [4, −3].
[ Il punto comune è P(5, 2) e dunque la retta cercata è: 4x − 3y − 14 = 0]
10.34 Scrivere l’equazione della retta passante per il punto P(−2, 4) e parallela
alla retta di equazione 2x − 3y + 6 = 0.
108 La retta nel piano
10.36 Per quali valori del parametro a sono parallele le rette di equazioni
10.37 Scrivere l’equazione della retta passante per il punto M(2, 3) e perpendico-
lare alla retta r di equazione 5x − 4y − 20 = 0.
[Ogni retta perpendicolare alla r ha equazione ax + by + c = 0 con 5a − 4b = 0.
Allora a = 4 b = 5, imponendo il passaggio per M si ottiene 4x + 5y − 23 = 0.]
ii) 4x + 5y − 8 = 0 e 3x − 2y + 4;
x + x1 y − y1 x − x2 y − y2
iii) = e = ;
2 3 3 −2
x + x1 y − y1 x − x2 y − y2
iv) = e = .
5 −4 4 5
[ i ), iii ) iv)]
* 10.43 Scrivere l’equazione dell’asse del segmento di estremi A(1, 2) e B(−1, 0).
[Ci sono vari modi per svolgere questo esercizio, che tengono conto delle
possibili definizioni equivalenti di asse di un segmento:
i) L’asse del segmento è la perpendicolare alla retta AB, di equazione
x − y + 1 = 0, nel punto medio M(0, 1)di AB, quindi ha equazione
x + y − 1 = 0.
ii) L’asse di un segmento è anche il luogo dei punti equidistanti dagli
estremi, quindi se P( x, y) è un punto generico dell’asse si dovrà avere
( x − 1)2 + (y − 2)2 = ( x + 1)2 + y2 che diventa −2x + 1 − 4y + 4 = 2x + 1
che è appunto l’equazione x + y − 1 = 0
10.45 Una retta r passa per il punto M (2, 5) e forma, con l’asse x, un angolo α
tale che arctan α = 3. Trovare il punto P ∈ r di ascissa −2.
[ La retta ha equazione y = 3x − 1 il punto ha coordinate (−2, −7)]
110 La retta nel piano
10.47 Un triangolo ha vertici nei punti A(−5, −2), B(7, 6) C (5, −4). Trovare:
i) l’equazione del lato AB;
ii) l’equazione della mediana relativa al vertice A;
iii) l’equazione dell’altezza relativa al vertice C
iv) le coordinate dell’ortocentro Q.
[2x − 3y + 4 = 0, 3x − 11y − 7 = 0, 3x + 2y − 7 = 0, Q(10, −5)]
[ Primo sistema:
h 6= 0 impossibile: le tre rette non hanno punti in comune.
h = 0 esiste una ed una sola soluzione: le rette hanno un punto in comune.
Secondo sistema:
h 6= 92 , 1 impossibile: le rette non passano per uno stesso punto;
9
h= 2 esiste una ed una sola soluzione: le tre rette sono distinte ma appar-
tengono allo stesso fascio.
h=1 ∞1 soluzioni: le tre rette coincidono.
]
10.3 Esercizi vari sulla retta 111
r1 :x + (h − 2)y = 3 + 4h
r2 :x = 1 + 2h
r3 :x + y = h − h2
11.1 Scrivere l’equazione della circonferenza che ha centro nel punto A(5, −7) e
passa per il punto P(2, −3). [( x − 5)2 + (y + 7)2 = 25]
* 11.2 Scrivere l’equazione della circonferenza che passa per i punti A(3, 1),
B(−2, 6) e C (−5, −3)
[Ci sono vari metodi significativamente diversi per risolvere questo esercizio,
ne esaminiamo alcuni:
• Il centro C della circonferenza cercata è il punto equidistante da A, B e
C, quindi si ottiene come intersezione degli assi di due dei tre segmenti
formati ai punti. Nel nostro caso l’asse del segmento AB è x − y + 3 = 0,
l’asse di AC è 2x + y + 3 = 0 da cui le coordinate del centro C (−2, 1).
Il raggio sarà allora la distanza di C da uno qualsiasi dei punti dati. Si
vede subito che BC = 5 e quindi ( x + 2)2 + (y − 1)2 = 25 che diventa
x2 + y2 + 4x − 2y − 20 = 0 e che dunque rappresenta l’equazione della
circonferenza.
• La generica equazione della circonferenza è:
x2 + y2 + ax + by + c = 0; (11.1)
11.3 Scrivere l’equazione delle circonferenze che hanno raggio 2 e passano per i
punti A(−1, 2) e B(1, 0)
( x − 1)2 + ( y + 1)2 = 3
(
√
y + 1 = m ( x − 1 + 3)
115
In effetti abbiamo ancora escluso la retta verticale che, in questo caso, essendo
tangente in P alla circonferenza, fornisce il punto P stesso, che comunque è
ottenibile come limite per m → ∞. Osserviamo infine che abbiamo ottenuto
la stessa parametrizzazione perche si ha m = tan β = tan α2 : considerando
le corde per un diverso punto si otterrebbero parametrizzazioni razionali
diverse. ]
11.9 Siano
γ la circonferenza di equazione x2 + y2 − 2y = 0,
T un punto della γ, A e B le intersezioni della tangente in T alla γ
rispettivamente con l’asse x e con l’asse y.
Determinare T in modo che i triangoli OAT ed OTB abbiamo la stessa area.
(Vedi figura 11.2) √ √
3 3 3 3
[T dev’essere il punto medio di AB (perché?). . . T1 = 2 ,2 e T2 = − 2 ,2 ]
11.11 Scrivere le equazioni delle circonferenze che hanno raggio 2 e passano per
i punti A(−1, 2) e B(1, 0).
[I centri si possono ottenere come intersezione delle circonferenze di centri A
e B e raggio 2. . . ]
117
( x − 2)2 + y2 + k ( x + y − 2) = 0
x2 + y2 − x − y + λ( x2 + y2 − 1) = 0.
F : a ( x 2 + y2 − 1) + b ( x 2 − y ) + c ( x − y2 ) = 0
11.18 Scrivere l’equazione del luogo dei centri delle circonferenze individuato
dalle due circonferenze
γ : x 2 + y2 − y = 0
γ0 : x2 + y2 − 2x + y = 0
11.20 Scrivere l’equazione della circonferenza che passa per l’origine O(0, 0), per
il punto C (−1, 0) e taglia gli assi coordinati in due punti aventi la stessa
proiezione ortogonale sulla retta OC.
2
[Il centro è il punto medio di OC. . . x + 12 + y2 = 14 ]
11.21 Scrivere l’equazione della circonferenza che passa per i punti A(2, 0) e
B(0, 2) e rispetto alla quale l’origine ha potenza 4.
[x2 + y2 − 4x − 4y + 4 = 0]
.
119
* 11.22 Verificare che se γ e γ0 sono due circonferenze, ogni circonferenza del fascio
da esse individuato è il luogo dei punti P tali che il rapporto tra la potenza
di P rispetto a γ e rispetto a γ0 è costante e dedurre da ciò che l’asse radicale
di un fascio F di circonferenze è il luogo dei punti che hanno la stessa
potenza rispetto a tutte le coniche del fascio.
12. Le coniche
Salvo esplicito avviso contrario, in questo capitolo le coniche si intendono irriducibili e le
iperboli non equilatere. Anche se non esplicitamente richiesto si sottintende che ogni
conica di cui si parla vada riconosciuta. Si parlerà anche di luoghi geometrici, cioè
insiemi di punti che godono di certe proprietà; in questo caso il problema è quello di
tradurre queste proprietà in manera analitica, cioè mediante equazioni e poi, di solito,
eliminare uno o più parametri presenti nelle equazioni trovate per poter ottenere così
l’equazione cartesiana del luogo.
Figura 12.1.
Figura 12.2.
[Ricordando
che l’area di un triangolo di vertici A( a, b), B(c, d) C (e, f ) è
a b 1
1 e ponendo Q t2 , t si ottiene t = . . . da cui i punti Q1 (2, −2) e
2 c d 1 2
e f 1
Q2 (8, 4). (v. Fig. 12.2) ]
12.3 Siano
P la parabola di equazione y = x2
r ed r 0 due rette perpendicolari uscenti dall’origine,
R ed R0 Le ulteriori intersezioni di P con r ed r 0 rispettivamente.
Verificare che al variare comunque della coppia (r, r 0 ) le rette passanti per
R ed R0 passano sempre per un medesimo punto A, di cui si chiedono le
coordinate. [A(0, 1)]
12.5 Sia P la parabola che ammette come fuoco il punto F (2, 2) e come vertice il
punto V (1, 1); determinare la tangente a P parallela alla retta di equazione
r : x − 2y + 3 = 0 ed il suo punto di contatto con P.
[Direttice y = − x. . . ( x − y)2 − 8( x + y − 2) = 0. . . x − 2y = 8, P(16, 4) (v. Fig. 12.3)]
Figura 12.3.
12.6 Scrivere l’equazione del luogo dei centri delle circonferenze tangenti alla
bisettrice del I I e IV quadrante e passanti per P(1, 0).
[È la parabola con direttrice x + y = 0 e fuoco P(1, 0). . . x − y)2 − 4x + 2 = 0]
12.8 Siano
t una tangente all’iperbole di equazione xy − y = 1;
A e B le intersezioni di t con l’asse x e con l’altro asintoto, rispettivamente.
A0 l’intersezione dell’asse x con la retta per B parallela alla r : y = −2x
Trovare la relazione che intercorre tra le ascisse x di A e x 0 di A0 al variare
di t. [x = x20 + 1]
Figura 12.4.
12.11 Scrivere l’equazione della parabola che ammette il punto F (1, 1) come
fuoco e l’origine come vertice.
[La direttrice è x + y + 2 = 0 . . . ( x − y)2 − 8( x + y) = 0]
12.14 Scrivere l’equazione dell’iperbole equilatera non degenere che passa per
O(0, 0) ha un fuoco sull’asse x√ed ammette come direttrice coniugata ad F
la retta di equazione x − y − 5 = 0. √ √ √ √
OF
[F (t, 0) 6∈ r: d(O,r )
= 2. . . t = − 5. . . xy + 2 5x − 5y = 0]
125
10 5
da cui C , ; in seguito consideriamo la traslazione di vettore CO di
3 3
x 0 = x − 10
equazioni 3 . Sostituendo nell’equazione della conica i valori
y0 = y −
5
3
di x e y ricavati in funzione di x 0 ed y0 si ottiene l’equazione della conica
centrata nell’origine: x2 − xy + y2=25 3 .La direzione
degli assi è individuata
1 1
dagli autovettori di B, che sono e ; per ridurre a forma canonica
1 −1
l’equazione della conica è sufficiente ruotare il sistema di riferimento attorno
all’origine di un angolo di π4 . Le e quazioni della rotazione sono
x0 y0
x = √ − √
2 2
x 0 y 0 ;
y = √ + √
2 2
sostituendo tali valori nell’equazione precedentemente trovata, si ottiene
3 2 9
l’equazione in forma canonica: x + y2 = 1.]
50 50
3x2 − xy + 3y2 − 6x + y − 22 = 0,
[ ellisse, 7x2 + y2 = 50. . . ]
xy + x − 3y + 4 = 0,
[iperbole equilatera. . . ]
4x2 + 4xy + y2 − 4x + 2y + 1 = 0.
[parabola. . . ]
12.20 Scrivere l’equazione della conica passante per i punti A(2, 1), B(2, −1),
C (0, −1), D (0, 1) e E(3, 0) e riconoscerla. [ x2 + 3y2 − 2x − 3 = 0 ellisse.]
12.1. Quesiti
Q.12.137 La conica di equazione ( x − y)2 + 3x = 0 è una parabola non degenere.
2 vero 2 falso
Q.12.138 Esistono coppie di coniche distinte che hanno infiniti punti in comune.
2 vero 2 falso
12.1 Quesiti 127
x2 + kxy + y2 + kx − 1 = 0 (12.1)
a a12
abbiamo una parabola quando e solo quando l’invariante I2 = 11 è
a12 a22
√
nullo. Nel nostro caso si ha 2 − t2 = 0 da cui t = ± 2 che rappresentano i
due valori per cui la (13.2) rappresenta una parabola non degenere (in quanto
diversi da quelli trovati per le coniche degeneri). ]
λ( x2 + 1) + µ(2xy + 3y2 − 2x + 6y − 4) = 0
13.4 Si consideri il fascio di coniche passanti per il punto improprio della bi-
settrice del I e III quadrante, per l’origine, per A(0, 2) e tangenti alla retta
y = 2; trovare l’ascissa dell’ulteriore punto in cui la generica conica del
fascio taglia l’asse x.
[ A appartiene alla tangente. . . il fascio è ( x − y)(y − 2) + kx ( x − y + 2) =
0. . . per k = 0 la conica passa per X∞ , per k 6= 0 si ha x P = 2−k2k . ]
13.5 Nel fascio di coniche tangenti alla retta di equazione y = 2 e passanti per
A(0, 1), B(2, 1) e C (1, 2), determinare quelle tangenti all’asse x e riconoscer-
le. [(y − 2)(y − 1) = 0, parabola degenere; x2 + y2 − 2x − 2y + 1 = 0 circonferenza.]
13.8 Scrivere l’equazione della conica che passa per il punto improprio dell’asse
y, per l’origine e per i punti A(3, 0), B(2, 3) e C (4, 5).
[15x2 − 11xy − 45x + 32y = 0]
131
13.9 Scrivere l’equazione della conica che passa per i punti O(0, 0), B(1, 1),
C (2, 1) ed è tangente alla retta di equazione 2x − y − 1 = 0 nel punto
D (0, −1) e riconoscerla.
[ È la conica di equazine ( x − 2y)(2x − y − 1) = 0, degenere.]
13.10 Scrivere l’equazione della conica passante per i punti A(1, 0), B(1, −1),
C (2, 2) e tangente alla retta di equazione 3x − y + 1 = 0 nel punto D (0, 1)
e riconoscerla. [ 7x2 − 6xy − y2 − 3x + 5y − 4 = 0 iperbole.]
13.11 Determinare l’equazione della conica passante per P(2, 3) e tangente alla
circonferenza1 x2 + y2 − 2x − 2y = 0 nei punti in cui essa interseca la retta
y = x − 1 e riconoscerla. [16( x2 + y2 − 2x − 2y) − 3( x + y − 1)2 = 0.]
13.14 Scrivere l’equazione della conica che passa per i punti A(1, 0), B(0, 2) e
C (2, 2) ed è tangente alle rette r : x − 2y − 1 = 0 ed s : x + 2y − 4 = 0
[A ∈ r e B ∈ s. . . 20x2 + 12xy + 29y2 − 64x + 36y + 44 = 0]
13.15 Scrivere l’equazione dell’iperbole che passa per i punti A(1, 1), B(2, 0) e
C (0, 3) ed ammette come asintoto la retta y = 2x
[L’iperbole è tangente al suo asintoto nel punto improprio. . . 68x2 + 16xy −
25y2 − 142x + 71y + 12 = 0]
* 13.19 Scrivere l’equazione della parabola che ha l’asse parallelo alla retta r : y =
3x e passa per i punti A(1, 0), B(0, 1) e C (1, 1).
1 Due coniche sono tangenti in un punto se ivi hanno una retta tangente comune.
132 Fasci di coniche
Figura 13.1.
[ L’asse fornisce il punto improprio della parabola, punto in cui essa è tangente
alla retta impropria, quindi i cinque punti sono A, B, C e P∞ contato due volte.
Posso scergliere come punti base del fascio A, B e P∞ , P∞ e quindi le coniche
degeneri del fascio sono: la retta impropria con la retta AB, e le rette per A e
B parallele alla r (Figura 13.1) ]
13.20 Scrivere l’equazione della conica che ha centro in C (1, 0), è tangente in
A(0, 2) alla retta di equazione y = 2 e passa per il punto P(−1, −1).
[Il centro è centro di simmetria. . . 3x2 + 3xy + 7y2 − 6x − 3y − 22 = 0 ellisse]
13.21 Scrivere l’equazione della conica che passa per l’origine, ha come asse la
retta di equazione 2x + 3y − 6 = 0 ed ammette come vertici i punti in cui
questa retta taglia gli assi coordinati.
[Le tangenti nei vertici sono perpendicolari all’asse. . . x2 + y2 − 3x − 2y = 0
circonferenza]
13.22 Scrivere l’equazione dell’iperbole equilatera che ha centro in C (1, 1), passa
per l’origine ed è ivi tangente alla parabola y = x2 − x.
[ In O ha la stessa tangente della parabola, cioè y = − x. . . C è centro di
simmetria. . . xy − x − y = 0]
133
Figura 13.2.
Il sistema
y = x2
(
y2 − 4xy + 8x − 2 = 0
risulta allora equivalente al sistema
y = x2
(
√ √
(2x − y + 2 − 6)(2x − y + 2 6) = 0
134 Fasci di coniche
y = x2
(
√
2x − y + 2 − 6
y = x2
(
√
2x − y + 2 + 6
13.24 Scrivere l’equazione dell’iperbole equilatera che passa per i punti comuni
alla circonferenza di equazione x2 + y2 = 1 ed alla parabola di equazione
y2 = x. [x2 − y2 + 2x − 1 = 0]
* 13.25 Sia γ la circonferenza passante per l’origine ed avente centro nel punto
C (1, 1); siano A e B le ulteriori intersezioni di γ con gli assi coordinati.
Scrivere l’equazione della conica passante per P(1, 2) e tangente alla γ in P.
Figura 13.3.
[ Due coniche sono tangenti in un punto se (e solo se) in quel punto hanno una
retta tangente in comune. Dunque abbiamo un fascio di coniche bitangenti, la
cui equazione può essere determinata combinando linearmente l’equazione
della conica degenere formata dalla retta AB “contata due volte” e di quella
formata dalla coppia di tangenti in A e B; quest’ultima, (vedi Figura 13.3) in
realtà, non è necessario determinarla, in quanto la stessa circonferenza γ fà
parte del fascio, la cui equazione sarà allora:
x 2 + y2 − 1 + λ ( x + y − 2)2 = 0
135
P : ( ax + by)2 + c1 x + d1 y + e1 = 0
P1 : (bx − ay)2 + c2 x + d2 y + e2 = 0
13.0.1. Quesiti
Q.13.143 Le coniche di equazione
( x2 + y) + (t2 + 1)( x2 − y2 ) = 0
14.1 Siano:
r la retta di equazione x − 2y = 0;
s la retta di equazione x + y + 1 = 0;
γ la generica iperbole, tangente nell’origine ad r ed avente s come
asintoto;
P e Q le ulteriori intersezioni di γ con gli asssi.
Scrivere l’equazione del luogo dei centri delle circonferenze che passano
per O, P e Q.
[Sono i punti medi dei segmenti PQ. . . 6xy + 2x + y = 0 iperbole equilatera.]
Figura 14.1.
14.2 Siano:
K la parabola di equazione x2 = 4y, F il suo fuoco e V il suo vertice;
r una generica retta per V;
138 Luoghi geometrici
* 14.3 Dati i punti A(− a, 0) e B(2a, 0) scrivere l’equazione del luogo dei punti P
tali che A P̂O = O P̂B.
[ Indicato con P( x, y) il generico punto del piano, se denotiamo con m AP , m PO
ed m PB i coefficienti angolari delle rette AP, PO, e PB rispettivamente, dovrà
essere
m PO − m AP m PO − m PB
= cioè
1 + m AP · m PO 1 + m PB · m PO
y y y y
x − x+a x −2a − x
y y = y y .
1+ x · x+ a 1 + x · x−2a
Con semplici passaggi e ponendo x 6= 0, − a, 2a si ottiene
ay 2ay
= 2
x2 + ax + y2 x − 2ax + y2
Figura 14.2.
139
* 14.4 Siano:
γ l’iperbole di equazione xy = 1;
A il vertice di γ a coordinate positive;
B l’altro vertice;
T un punto di γ diverso da i vertici;
t la tangente in T a γ;
n la normale a t passante per A.
Scrivere l’equazione del luogo dei punti comuni ad n ed alla retta BT.
Figura 14.3.
[ Si ha A(1, 1), B(−1, −1) e T t, 1t (con t 6= 0, ±1); la tangente in T ha
coefficiente angolare mt = − t12 , dunque quello di n è mn = t2 . Quindi
1 +1
avremo n : y − 1 = t2 ( x − 1) e BT : y + 1 = tt +1 ( x + 1) che diventa, con le
limitazioni di t, y + 1 = 1t ( x + 1); un sistema che dà l’equazione cercata è:
140 Luoghi geometrici
y + 1 = 1 ( x + 1)
t . Ricavando t dalla prima equazione e sostituendolo nella
y − 1 = t2 ( x − 1)
seconda, si perviene, dopo alcuni passaggi, all’equazione
Figura 14.4.
14.5 Siano:
γ la parabola di equazione y2 = x;
γ0 la circonferenza di equazione x2 + y2 − 2y = 0;
r la generica retta passante per l’origine O(0, 0);
A e B rispettivamente le intersezioni di r con γ e γ0 ;
a la retta per A parallela all’asse x;
141
Figura 14.5.
14.8 Siano A(1, 0) e B(1, 1) due punti e F il fascio delle circonferenze tangenti
in = all’asse x; sia H l’ulteriore intersezione della generica circonferenza
142 Luoghi geometrici
del fascio con l’asse y. Detta P la proiezione ortogonale di A sulla retta HB,
scrivere l’equazione del luogo descritto dai punti P.
[x2 + y2 − 2x − y + 1 = 0]
14.10 Siano F il fascio di circonferenze passanti per O e per A(0, 1), sia γ ∈ F e
sia B l’ulteriore intersezione di γ con l’asse x, siano inoltre t la tangente a γ
in B, C l’intersezione di t con l’asse y ed M il punto medio del segmento
BC. Scrivere l’equazione del luogo dei punti M. [y = −2x2 ]
14.11 Determinare il luogo dei punti medi delle corde della circonferenza di
equazione x2 + y2 − 2y − 3 = 0 passanti per l’origine.
[ La generica retta (non verticale) per l’origine ha equazione y = mx, interse-
candola con la circonferenza abbiamo l’equazione (m2 + 1) x2 − 2mx − 3 = 0.
y = mx
Il punto medio cercato avrà coordinate soluzioni del sistema m
x = 2
m +1
y
m=
x
da cui y da cui, dopo semplici calcoli, si ottiene l’equazione della
x= 2x
y
x2
+1
circonferenza x + y2 − y = 0. ]
2
14.12 Siano:
γ una circonferenza tangente all’asse x nel punto A(2, 0);
r la tangente alla γ uscente dall’origine e distinta dall’asse x;
P Il punto di contatto della r con la γ.
Scrivere l’equazione del luogo dei punti P al variare di γ. [x2 + y2 = 4]
14.13 Siano:
γ la conica di equazione x2 − 2y = 0,
P il generico punto di γ,
t la tangente in t alla γ.
143
Figura 14.6.
γ : y2 = x
γ0 : x2 = y
Siano poi:
P un punto della γ,
t la tangente in P alla γ.
n la tangente a γ0 perpendicolare a t,
Q l’intersezione di t ed n.
Scrivere l’equazione del luogo descritto da Q al variare di P.
[4( x2 + y2 )( x + y) + ( x − y)2 (v. Fig. 14.7 nella pagina successiva)]
144 Luoghi geometrici
Figura 14.7.
15. Proiettività ed involuzioni
15.1 Nella proiettività di equazione
xx 0 − 3x + 4x 0 + 1 = 0
15.7 Trovare due involuzioni tali che la loro composizione non sia un’involuzio-
ne.
* 15.8 Si consideri il fascio F delle parabole passanti per i punti A(0, 1) e B(1, 1)
e per il punto improprio della bisettrice del I e III quadrante; siano P
la generica parabola del fascio e P e P0 le intersezioni di P con l’asse
x. Verificare che che i punti P e P0 si corrispondono in una involuzione
della quale si chiedono l’equazione ed i punti uniti. Osservare che questa
involuzione è in realtà una simmetria rispetto ad un punto M; determinare
inoltre l’equazione della parabola del fascio tangente all’asse x.
[ Essendo la parabola tangente alla retta impropria nel suo punto improprio,
l’equazione del fascio è ( x − y + 1)( x − y) + k(y − 1) = 0. Intersecando la
generica parabola del fascio con la retta y = 0 si ottiene l’equazione x2 + x −
k = 0 che, risolta, fornisce le ascisse di P e P0 ; la somma delle radici è −1 e
dunque l’involuzioen cercata è x + x 0 = −1 cioè x 0 = −1 − x, che è proprio
1
la restrizione all’asse x della simmetria rispetto al punto M − 2 , 0 . I punti
uniti di tale involuzione risultano x1 = − 12 ed x2 = ∞: ad essi corrispondono
le coniche del fascio che incontrano l’asse x in due punti coincidenti, cioè alle
parabole del fasci tangenti all’asse x; per determinare quella non degenere
basta imporre il passaggio per M1 : sia avrà allora − 14 − k = 0 e quindi
l’equazione 4( x − y)2 − 4x − 5y + 1 = 0 ]
15.9 Siano:
A il punto (0, 1);
r la generica retta per A;
s la perpendicolare ad r passante per A
R ed S i punti di intersezione della retta di equazione y = 1 con r ed s
rispettivamente
Verificare che R ed S si corrispondono in una involuzione di cui si chiede
l’equazione. [xx 0 + 4 = 0]
15.10 Siano:
γ la circonferenza di equazione x2 + y2 = 1;
1 imponendo il passaggio per X∞ si nota che, intersecando anche due volte la retta impropria in
P∞ la conica contiene per intero la retta impropria, contata due volte ed è quindi degenere
147
15.11 Siano:
r la retta di equazione x = 3;
A il punto (2, 0);
γ la circonferenza di diametro OA;
P Il generico punto di γ.
Verificare che le rette OP ed AP staccano su r coppie di punti che si corri-
spondono in un’involuzione, di cui si chiede l’equazione. [yy0 + 3 = 0]
15.12 Siano:
t una generica tangente all’iperbole γ di equazione xy − y − 1 = 0
A e B le intersezioni di t con l’asse x e con l’altro asintoto della γ rispetti-
vamente
A0 l’intersezione dell’asse x con la retta passante per B e parallela a
quella di equazione y = 2x.
Verificare che i punti A e A0 , al variare della tangente t si corrispondono in
una stessa involuzione. [xx 0 − ( x + x 0 ) + 3 = 0]
15.13 Sia F il fascio di coniche che sono tangenti in O all’asse x ed in A(0, 2) alla
retta di equazione y = 2. Verificare che le coppie di punti che le coniche
di F tagliano sulla retta impropria si corrispondono in un’involuzione ω
determinandone equazione e punti uniti.
y √
[ Sia x = m. . . mm0 + k = 0; per k > 0 m1,2 = ±i k 6∈ R, per k = 0 m1,2 = 0,
√
per k < 0 m1,2 = ± −k ∈ R. ]
15.15 Siano:
P il generico punto della circonferenza γ di equazione
x2 + y2 − 2x = 0
Figura 15.1.
da cui A 0, 1+sin
cos α
ed A 0 2, 1−cos α . I coefficienti angolari di AB ed A0 B
α sin α
0 1−cos α 0
sono rispettivamente m = 1+sin cos α
α e m = sin α da cui mm =
1+cos α
sin α ·
1−cos α 2
1−cos α 1
sin α = 3 sinα = 3 ; dalla Figura 15.1 si desume inoltre facilmente che se P
appartiene all’asse x, t coincide o con l’asse y o con la retta x = 2 il che rende
indeterminata la posizione del pinto A o del punto A0 . ]
15.17 Siano r ed r 0 due rette nel fascio di sostegno A(0, 1) che si corrispondono
nell’involuzione di equazione mm0 − 2 = 0. Verificare che i punti di inter-
sezione di r ed r 0 con l’asse x si corrispondono in una involuzione e trovare
l’equazione di questa involuzione. [xx 0 = 12 ]
16. Polarità piana
La polarità si intende sempre definita rispetto a coniche irriducibili. Nelle risoluzioni
proposte faremo uso di una delle tante forme dell’equazione della polare, nulla vieta, anzi
è auspicabile, che lo studente provi a risolvere in altro modo l’esercizio. In alcuni casi la
risoluzione non si baserà su un procedimento solo analitico, ma farà uso di considerazioni
sintetiche legate alla legge di reciprocità: è un invito alla riflessione.
16.1 Sia F il fascio di coniche di equazione
Verificare che tutte le coniche del fascio sono tangenti nell’origine ad una
stessa retta. [2x + y = 0]
[dx + ey + f = 0]
16.5 Determinare gli asintoti dell’iperbole equilatera non degenere che passa
per l’origine e per A(1, 0), ha gli asintoti paralleli alle rette x − 5y = 0 e
x − y = 0 e taglia l’asse x secondo un segmento lungo 5.
[. . . x2 − 6xy + 5y2 − x − 25y = 0. . . 2x − 10y − 15 = 0 e 2x − 2y + 13 = 0]
16.8 Nel fascio di coniche che passano per l’origine, per i punti A(0, −1) e
B(−1, −1) e sono tangenti alla retta di equazione x + y + 2 = 0 determinare
le coniche rispetto alle quali la polare del punto P(−1, 0) e del punto
improprio della retta 2x − 2y − 5 = 0 sono tra loro perpendicolari.
[3x2 + 4xy − y2 + 7x − y = 0; x2 + 2xy − y2 + 3x − y = 0]
* 16.9 Siano:
γ la generica conica che ha fuoco nel punto F (0, 2) e come direttrice
coniugata ad F la retta di equazione x + y + 1 = 0;
r la polare del punto P(1, 2) rispetto a γ;
Q ed R le intersezioni di r rispettivamente con la retta di equazione x = 1
e con l’asse y
Verificare che Q ed R si corrispondono in una proiettività.
[ Si potrebbe scrivere l’equazione di γ ricorrendo alla definizione di conica
tramite fuoco e direttrice, tuttavia la teoria della polarità ci permette una
soluzione più rapida ed elegante: la direttrice può essere infatti vista come la
polare del fuoco, e quindi la congiungente i punti di contatto delle tangenti
uscenti dal fuoco che sono le rette isotrope1 ; γ appartiene allora al fascio gene-
rato dalla direttrice “contata due volte” e dal complesso delle rette isotrope
passanti per F, cioè la circonferenza di centro F e raggio nullo. In coordinate
omogenee l’equazione di tale fascio è: x2 + (y − 2u)2 + k( x + y + u)2 = 0. La
polare di P rispetto alla generica conica del fascio è:
1 · [2x + 2k ( x + y + u)]+
+2[2(y − 2u) + 2k( x + y + u)]+
+1[−4(y − 2u) + 2k( x + y + u)] = 0.
che, semplificando, diventa x + 3k( x + y + u) = 0. Allora Q = 1, −6k3k
−1 ed
− 3k
R = 3k+1 , 0 (k 6= 0 in quanto la polarità riguarda solo coniche irriducibili),
per k = − 31 si ha R ≡ X∞ (1 : 0 : 0)). Sarà dunque y = −6k −1 = −2 − 1 ed
3k 3k
−3k cioè 1 = −3k−1 = −1 − 1 ; da y + 2 = − 1
x 0 = 3k = 1
+ 1 si ottiene
+1 x 0 3k 3k 3k x 0
1 Ricordiamo che le rette isotrope sono due rette immaginarie che passano per i punti ciclici del
piano e per l’origine e le cui equazioni sono x ± iy = 0.
153
16.11 Una parabola P non degenere ha per direttrice la bisettrice del I e III
quadrante e come polare del punto A(−1, 1) la retta di equazione 3x − y +
1 = 0. Determinare il fuoco F e l’asse di simmetria rdi P.
[F − 23 , 12 , r : x + y + 1 = 0]
16.12 Scrivere l’equazione della conica che passa per il punto A(0, 1), è tangente
nell’origine alla bisettrice del I I e IV quadrante ed ammette come polare
di X∞ la retta di equazione x = 2. [x2 + 4y2 − 4x − 4y = 0 ellisse]
16.13 Scrivere l’equazione dell’iperbole passante per i punti O e P(1, −1) per
la quale la retta di equazione y = 1 è un asintoto e quella di equazione
2y + 1 = 0 è la polare del punto Q(1, 1). [xy − 5y2 − x − 7y = 0]
Figura 16.1.
16.15 Siano γ la conica di equazione 2xy = 1 ed F il punto (1, 1); scrivere l’equa-
zione dell’involuzione delle rette reciproche uscenti da F.
[F è uno dei fuochi. . . l’involuzione è quella circolare mm0 = −1]
16.17 Una conica γ passa per i punti impropri degli assi cartesiani, per il punto
A(1, 1), ed ammette come polare del punto P(0, −1) la retta di equazione
y = 1; scrivere l’equazione dell’involuzione dei punti dell’asse y reciproci
rispetto alla γ. [Y∞ è unito e P è coniugato con A. . . y + y0 = 0]
16.18 Sia γ l’iperbole equilatera che passa per i punti A(0, 1), B(2, 0) e C (1, 1)
ed è tangente alla bisettrice del I e III quadrante; scrivere l’equazione
dell’involuzione dei punti dell’asse x reciproci rispetto a γ
[2xx 0 − 3( x + x 0 ) + 4 = 0]
Figura 16.2.
16.20 Siano:
γ l’ellisse di equazione x2 − xy + y2 − 3x + 2 = 0;
P il punto di coordinate (0, −1)
Q il punto (0, 1).
Verificare che i punti P e Q ed i quattro punti di contatto di γ con le tangenti
uscenti da P e da Q appartengono ad una medesima conica.
[Nel fascio di coniche generato da γ e dalle due polari, cercare quella che
passa per Q ed osservare che passa anche per P. ]
16.21 Siano:
P la parabola di equazione ( x − y)2 − 4( x + y + 1) = 0;
P un punto del piano;
T1 e T2 i punti di contatto delle tangenti uscenti da P con la parabola.
Scrivere l’equazione del luogo dei punti P tali che T1 e T2 siano allineati
con l’origine. [È la polare dell’origine. . . x + y + 2 = 0]
* 16.22 Trovare il polo della retta impropria rispetto alla conica di equazione
x2 − 3y2 − 2x + 2 = 0.
156 Polarità piana
2x2 − 3xy + y2 + 3x = 0.
[(1, 2)]
16.24 Siano:
r una retta per l’origine;
P il polo della r rispetto alla circonferenza di equazione x2 + y2 − 2x = 0;
Q il polo della r rispetto all’iperbole di equazione x2 − xy − y + 1 = 0
Trovare le rette r per le quali i corrispondenti punti P e Q sono allineati con
A(−2, 1). [y = 23 x, y = 3x]
* 16.26 Verificare che i punti impropri degli assi x e y sono reciproci rispetto a tutte
le coniche che passano per i punti O(0, 0) ed A(2, 0) ed ammettono come
polare del punto P(1, 2) l’asse x. [( x − y)2 + 4x − 8 = 0]
* 16.28 Una conica taglia l’asse x nei punti A(2, 0) e B(4, 0) e l’asse y in C (0, 2) e
D (0, 4). Determinare la polare dell’origine.
[ Considerare l’involuzione dei punti reciproci sugli assi. . . i corrispondenti di
O sono rispettivamente A0 (3, 0) e B0 (0, 3). . . la retta AB è x + y − 3 = 0 ]
x2 − y2 − 2x + 4y = 0.
]
17. Centro e diametri di una conica
17.1. Centro, diametri ed assi
* 17.1 Sia γ l’iperbole equilatera che passa per i punti A(0, −1) e B(−2, −1) ed
ha come asintoto la bisettrice del I e I I I quadrante; trovare l’equazione di
γ e le coordinate del suo centro.
[ L’iperbole appartiene al fascio ( x + 1)( x − y) + k( x − y − 1)( x − y + 1) = 0; è
equilatera se e solo se I1 = 1 + k + k = 0 cioè se k = − 12 , quindi ha equazione
x2 − y2 + 2x − 2y + 1 = 0. Il centro è il polo della retta impropria, dunque
il punto di incontro delle polari di X∞ ed Y∞ cioè le sue coordinate sono
soluzione del sistema
∂f
=0
∂x
∂f
=0
∂y
(
2x + 2 = 0
Nel nostro caso e qundi C (−1, −1). ]
−2y − 2 = 0
17.2 Determinare le coordinate del centro delle coniche non degeneriche hanno
equazione del tipo ax2 + by2 + cx + dy + f = 0. c
[ − 2a d
, − 2a ]
17.4 Siano:
x 2 y2
γ l’ellisse di equazione + 2 = 1;
a2 b
V un vertice di γ;
t la tangente a γ in V;
p e q due diametri coniugati di γ distinti dagli assi.
verificare che p e q tagliano t in due punti P e Q tali che VP · VQ è costante
comunque vari la coppia p q.
Figura 17.1.
[ Se uno dei vertici sta su γ sarà su di essa anche il suo simmetrico rispetto
all’origine. Un asse sarà allora la retta y = mx (si vede subito che i vertici non
appartengono all’asse y). La polare di A passa per C quindi la polare di C passa
per A e non può essere la retta y = 2. La generica conica che ha come asse y =
mx, appartiene al fascio (in coordinate omogenee) x2 + y2 − 4u2 + k(y − mx )2 .
Imponiamo che la polare p A di A rispetto alla generica conica sia r. p A ha
equazione 1 · [2y + 2k(y − mx )] + 1 · [−8u] = 0 che diventa kmx − (k + 1)y +
4u = 0. I coefficienti di quest’ultima devono essere proporzionali a quelli
17.1 centro 161
km 4
=
1 −2
dell’equazione di r: otteniamo il sistema che ha come
−(k + 1) 4
=
1 −2
soluzione k = 1 e m = −2, quindi la conica ha equazione
17.6 Scrivere l’equazione dell’iperbole che ha centro in C (1, 2), passa per il
punto A(−1, −1) e subordina sull’asse x l’involuzione dei punti reciproci
xx 0 − x − x 0 = 0
[ L’iperbole passa anche per il simmetrico di A rispetto a C e per i due punti
uniti dell’involuzione. . . 5x2 − 3y2 − 10x + 12 = 0. ]
17.8 Considerato il fascio F delle iperboli equilatere che passano per A(1, −2)
ed ammettono la retta di equazione x − 2y = 1 come asintoto,
i) Scrivere l’equazione di F ;
ii) Scrivere l’equazione dell’iperbole appartenente ad F che ha centro
nel punto C (3, 1).
[( x − 2y − u)(2x + y) + k ( x − 2y − 5u)u = 0; k = −7]
17.10 Scrivere l’equazione della conica che passa per i punti O(0, 0), A(4, 0) e
B(0, 2), è tangente alla retta r : 2x − y + 2 = 0 ed ammette la retta AB come
diametro.
[ Le tangenti agli estremi di un diametro sono tra loro parallele. . . r contiene B
. . . quindi la tangente in A è . . . x2 + y2 − 4x − 2y = 0. (Fig. 17.2 nella pagina
seguente) ]
162 Centro
Figura 17.2.
17.11 Siano:
γ la conica di equazione y2 − x2 − 2y = 0;
C il centro di γ;
A e B rispettivamente i punti (−1, 0) e (0, −2);
D il punto della retta di equazione y = 2 reciproco di A rispetto a γ;
p la retta DB;
p0 la retta DC.
Verificare che le rette p e p0 sono reciproche rispetto a γ.
[ La polare di A è la retta x = y. . . D (2, 2) . . . il diametro coniugato a DC è
parallelelo a DB. . . ]
17.12 Scrivere l’equazione dell’iperbole equilatera che ammette l’asse y come po-
lare del punto improprio della bisettrice del I I e IV quadrante e subordina
sull’asse x l’involuzione dei punti reciproci di equazione xx 0 − 1 = 0.
[ Sull’asse x, l’origine è il reciproco di X∞ . . . O sta sul diametro x = 0 dunque
è il centro. . . gli asintoti sono le bisettrici di ognicoppia di diametri coniu-
√ √
gati. . . la conica passa per (1, 0). . . y + (1 + 2) x y + (1 − 2) x + 1 = 0.
]
17.1 centro 163
17.13 Dimostrare che tutte le iperboli equilatere che hanno centro nell’origine
e tagliano
la retta
di equazione y = 1 in due punti simmetrici rispetto al
punto − 34 , 1 hanno gli stessi asintoti.
* 17.14 Sia γ l’iperbole equilatera che ha centro in C (2, 1), passa per l’origine ed
ivi ammette come tangente la retta r di equazione y + 2x = 0; trovare la
retta passante per il punto (−1, 1) che è reciproca dell’asse x rispetto a γ.
* 17.15 Sia γ una conica che ammette come polare dell’origine la retta r di equazio-
ne x = 1, come involuzione dei punti reciproci su r la simmetria rispetto
al punto S(1, 0) e la retta y = −1 come diametro. Determinare gli asintoti
della γ.
17.17 Un’iperbole equilatera γ ammette come polare del punto P(1, 1) la retta
p : x = 2 e taglia la p nei punti A(2, 1)3 B(2, 3); scrivere l’equazione
√
della
γ e dei suoi assi. [x + 2xy − y − 6x + 5 = 0; x − 2 = −1 ± 2) x − 23 ]
2 2 3
17.21 Scrivere l’equazione della conica che passa per l’origine, per A(1, 0) e per
B(0, 1), è tangente in B alla retta r : x − 2y + 2 = 0 ed ha un asse parallelo
alla retta di equazione x − 3y = 0. [La
polare di (3 : 1 : 0) deve passare per (1 : −3 : 0) . . . 2x2 + 3xy − 2y2 − 2x + 2y = 0]
17.22 Scrivere l’equazione della parabola che ha come asse la retta di equazione
x + y + 1 = 0 e che subordina sull’asse x l’involuzione dei punti reciproci
ω : xx 0 − 1 = 0
[ La parabola passa per i punti uniti di ω che sono A(−1, 0) e B(1, 0), quindi
A è il vertice. Dunque appartiene al fascio ( x + y + 1)2 + λ( x − y − 1) = 0. . . ]
3x2 − xy + 3y2 − 6x + y − 22 = 0,
4x2 − 10xy + 4y2 − 18 = 0.
17.2 Triangoli autopolari 165
[La prima conica è un’ellisse che ha centro nel punto (1, 0) e come assi le rette
y = x − 1 e y = 1 − x; intersecando tali assi con la conica si ottengono le
√ √
coordinate vertici (1 ± 5, ± 5). La seconda è un’iperbole di
dei quattro
16 20
centro − , − ]
9 9
17.27 Si consideri il fascio F di coniche aventi come punti base A(1, 0), B(0, 1),
C (−1, 0) e D (0, −1).
Verificare che il triangolo avente come lati le bisettrici dei quadranti e la
retta impropria è autopolare per tutte le coniche di F .
[ Considerando l’involuzione dei punti reciproci sui due assi otteniamo che
il centro è O(0, 0). . .considerando
la retta x − y + 1 = 0 si ha che la polare di
(1 : 1 : 0) passa per 12 , 21 . . . ]
17.28 Si consideri il fascio F delle circonferenze tangenti alla bisettrice del I e III
quadrante nel punto A(1, 1); determinare la circonferenza di F rispetto
alla quale è autopolare il triangolo avente per lati la retta y = 1 e gli assi
coordinati.
[ Il centro sta sulla polare di X∞ , cioè l’asse y . . . è C (0, 2) . . . x2 + (y − 2)2 = 2
. . . verifica tutte le condizioni richieste. ]
166 Centro
17.29 Siano dati i punti C (1, 1), A(1, 0) e B(0, 1); scrivere l’equazione della conica
che ha centro in C ed ammette come autopolare il triangolo OAB.
[2xy − 2x − 2y + 1 = 0. . . del resto gli asintoti sono x = 1 e . . . ]
y = 3x − 16.
Figura 17.3.
La tangenza avviene in A(1, 2), dal momento che il punto di tangenza deve
stare sulla polare di (0, 1) (V. Fig. 17.3) che appartiene alla tangente, cioè sulla
retta x = 1. Il centro si ottiene dunque come intersezione della y = 1 e della
perpendicolare in A alla y = x + 1, cioè la x + y − 3 = 0. Pertanto il centro è
√
C (2, 1) ed il raggio r = CA = 2 da cui x2 + y2 − 4x − 2y − 2 = 0. ]
17.32 Scrivere l’equazione della parabola non degenere che ammette come auto-
polare il triangolo di vertici O(0, 0), A(2, 0) e B(0, 1) e che ha la tangente
17.2 Triangoli autopolari 167
Figura 17.4.
17.33 Scrivere l’equazione della parabola che ha come asse la retta di equazione
x − y + 1 = 0 e rispetto alla qualle il triangolo di vertici O(0, 0), P(5 : 7 : 4)
e Q(0 : −2 : 1) è autopolare dopo aver stabilito se le condizioni assegnate
sono indipendenti.
[ Le condizioni sono 6, non indipendenti. . . ; la rete (5y + 7x )2 + αx2 + β(3x −
y − 2)2 = 0 deve essere del tipo k( x − y)2 + · · · = 0. . . β = −5, α = 16. . . 2( x −
y)2 + 6x − 2y − 2 = 0. ]
Parte IV.
18.4 Calcolare la distanza del punto P(1, −2, 0) dal piano xz. [2]
Figura 18.1.
18.7 Determinare le coordinate dei punti del piano xy che formano un triangolo
rettangolo in A con A(2, 1, 0) e B(−1, 0, −1) . [(2, k, 0) ∀k.]
1 1
18.8 Esiste una retta che ammette come coseni direttori i numeri 1, e ?
2 3
[No: la somma dei quadrati non è 1]
18.10 Trovare i coseni direttori della retta che congiunge l’origine con il punto
2 1
P(2, 1, 0). [ √ , √
± 5 ± 5
,0]
18.11 Trovare i coseni direttori della semiretta bisettrice del primo ottante.
[ √1 , √1 , √1 .]
3 3 3
18.12 Determinare l’angolo fomato dalle rette che congiungono l’origine rispetti-
vamente con i punti A(8, 5, 3) e B(6, 2, −3). [ π4 ]
18.13 Siano dati i punti A(2, 4, 4), B(3, 2, 1), C (1, 2, 2) e D (−2, −4, −7); verificare
che la retta AB è parallela alla retta CD.
[Hanno i parametri direttori proporzionali.]
* 18.14 Dati i punti A(2, −3, 1) e B(2, 1, −3), dimostrare che la retta AB è perpen-
dicolare all’asse x e sghemba con esso.
[ AB sta sul piano x = 2 ortogonale all’asse x; l’intersezione dovrebbe essere
quindi P(2, 0, 0) ma ciò non è possibile perché P non è allineato con A e B,
infatti i parametri direttori delle rette AP e BP non sono proporzionali. ]
* 19.2 Scrivere l’equazione del piano passante per i punti A(1, 1, 0), B(0, 1, 2) e
C (3, 0, 4).
[Ci sono vari modi per risolvere un esercizio di questo tipo. Ne esaminiamo
due:
i) Il piano cercato sarà parallelo sia al vettore ~v = AB = [−1, 0, 2] sia al
~ = AC = [2, −1, 4]; ricordando che per un piano di equazione
vettore w
ax + by + cz + d = 0 le componenti del vettore [ a, b, c] formano una terna
di parametri direttori di una retta ortogonale a tale piano, possiamo
ricavare a, b, c dal prodotto vettoriale ~v × w
~ = [2, 8, 1], quindi l’equazione
del piano sarà della forma 2x + 8y + z + d = 0; per determinare il termine
noto d possiamo imporre il passaggio per uno dei tre punti, ad esempio
A, ottenendo 2 + 8 + d = 0 da cui d = −10.
ii) La generica equazione del piano è ax + by + cz + d = 0 (con [ a, b, c] 6=
[0, 0, 0]); imponendo successivamente il passaggio per i tre punti si ottiene
il sistema di tre equazioni nelle quattro incognite a, b, c e d
a+b+d = 0
b + 2c + d = 0
3a + 4c + d = 0
19.4 Calcolare i coseni direttori del piano che taglia sugli assi coordinati seg-
menti OX, OY e OZ lunghi rispettivamente 12 , 13 e 3.
6
[2x + 3y − 13 z = 0. . . ± 19 , ± 18 1
19 , e ± 19 ]
19.6 Determinare la posizione reciproca delle seguenti rette (cioè se sono paral-
lele, incidenti, coincidenti o sghembe):
x = t
(
x+y+z+1 = 0
r: e s : y = 2t − 1
x−y+z = 3
z = 1 − 2t
[Come sappiamo due rette sono parallele se e solo se hanno parametri di-
rettori proporzionali. Una terna di parametri direttori di s è evidentemente
1, 2, −2; per
quanto la r una terna
riguarda di parametri direttori è data dai
1 1 1 1 1 1
= 2, −
tre minor 1 1 = 0 e 1 −1 = −2. Le due terne non sono
−1 1
19.1 Piani e rette 177
19.7 Sia r la retta che passa per i punti A(3, 0, 4) e B(−1, 2, −2) ed s quella
passante per C (2, 2, 5) e D (0, 0, −3). Dimostrare che r ed s si incontrano e
trovare le coordinate del loro
( punto comune. (
x = 3 − 2y x=y
[r: ,s: ; punto comune (1, 1, 1)]
z = 4 − 3y z = −3 + 4y
19.8 Scrivere le equazioni cartesiane del piano e delle rette passanti per il punto
P(0, 1, 0) ed ortogonali alla retta s dell’esercizio 19.7
19.10 Calcolare il seno dell’angolo ψ formato dalla retta r dell’esercizio 19.7 e dal
4
piano π1 dell’esercizio 19.3. [ sin ψ = √ ]
42
[Il piano cercato sarà parallelo sia al vettore v[2, −1, 1], che individua la dire-
zione di r, sia al vettore che ha per estremi P ed un punto qualsiasi di r, per
esempio il punto che si ottiene ponendo k = 0 nelle equazioni parametriche
(19.1) di r e cioè A(1, 2, 0), quindi al vettore w[1, −1, −3]. Il prodotto vettoriale
v × w = [4, 7, −1] sarà perciò ortogonale al piano in questione, che avrà quin-
di equazione 4x + 7y − z + d = 0. Imponendo il passaggio per A si ottiene
d = −18 da cui l’equazione 4x + 7y − z − 18 = 0 ]
λ( x − 2y + 1) + µ( x − z − 1) = 0 (19.2)
(ottenuta come combinazione lineare delle equazioni dei due piani che defini-
scono la r) cerchiamo quello che contiene il punto P. Imponendo il passaggio
per P, sostituendo le coordinate di P nella (19.2), si ottiene λ(1 + 1) + µ(1 +
1 − 1) = 0 da cui µ = −2λ e quindi, sostituendo, per esempio, λ = 1 e µ = −2
ancora nella (19.2), si ottiene il piano cercato x + 2y − 2z − 3 = 0. ]
1 Questa espressione è scritta in forma contratta e sta ad indicare la retta ottenuta come
intersezione di due qualsiansi piani tra i tre x = 2y − 1, x = z + 1 e 2y − 1 = z + 1.
2 Nel senso di un punto le cui coordinate siano facilmente trattabili, in questo caso, per esempio,
[È facile trovare due piani a cui deve appartenere r: uno è, ovviamente, quello
ortogonale ad s che contiene P e l’altro. . . ]
19.18 Scrivere le equazioni dei ( piani passanti per il punto P(0, 0, 2) e paralleli
x−y+z = 1
alla retta r di equazioni .
2x + y + 2z = 0
1
x = + 2h
3
1
il punto P, avrà equazioni parametriche y = − h ed equazioni cartesiane
3
z = 1 −h
( 3
x = 1 − 2z
.]
y=z
19.21 Determinare il piano assiale del segmento che ha per estremi i due punti
A(1, −2, 3) e B(−1, 0, 1).
[Basta uguagliare le distanze del punto generico P( x, y, z) del piano cercato
dal punto A e dal punto B; si ha:
2
19.22 Scrivere le equazioni dei piani (o del piano) che distano √ dal punto
( 6
x−y = 1
P(1, 1, 1) e contengono (o contiene) la retta di equazioni .
y+z = 1
[ Ve n’è uno solo di equazione 2 − 2y − z = 0]
19.24 Scrivere le equazioni della retta (s che passa per P(0, −1, −1) ed è perpendi-
x = 2y − 1
colare ed incidente alla retta r : . Calcolare inoltre la distanza
x = z+1
di P da r.
182 Rette e piani nello spazio
19.25 Calcolare la distanza di P(1, 0, 1) dalle rette dell’esercizio 19.7 a pagina 177
19.27 Siano r e s le due rette parallele dell’esercizio 19.14; calcolare la loro distan-
za. [ Basta calcolare la distanza tra un punto qualsiasi di una retta e l’altra. . . ]
19.33 Scrivere le equazioni del luogo dei punti del piano x = 2 per cui
la distanza
x = 2+t
dal piano π di equazione x = y coincide con quella dalla retta y = −t .
z=2
|2 − y |
[Sia P(2, y, z) il generico punto del piano x = 2,. . . d( P, π ) = √ , mentre
r 2
y2
d( P, r ) = + z2 − 4z + 4, da cui, uguagliando le distanze, si ottengono le
2 (
x=2
equazioni del luogo 2
]
2z − 8z + 4y + 4 = 0
19.34 Trovare tutti i valori del parametro reale h per cui i tre piani
x + hy − 1 = 0
hx + y + 1 = 0
x + y + hz = 0
( sia λ = 1
affinchè il terzo piano appartenga al fascio (19.3) occorre e basta che
x−1 = 0
e h = 0. In corrispondenza di questo valore la retta ha equazioni ]
y+1 = 0
19.3. Quesiti
Q.19.147 Dati comunque un fascio F dei piani ed una retta r esiste sempre un piano
di F che contiene la r 2 vero 2 falso
Q.19.149 I numeri sin t, cos t e t2 − 1 sono i coseni di una retta per al più due valori
del parametro t. 2 vero 2 falso
(
x=0
Q.19.150 La retta di equazioni è la proiezione ortogonale sul piano xy della
y=1
(
y=1
retta . 2 vero 2 falso
y=z
Q.19.151 Date due rette sghembe, esiste sempre un piano parallelo ad entrambe.
2 vero 2 falso
Q.19.152 Date due rette sghembe, esiste un unico piano parallelo ad entrambe.
2 vero 2 falso
Q.19.153 Date due rette sghembe, esiste sempre un piano ortogonale ad entrambe.
2 vero 2 falso
(
x+y+z = 0
Q.19.156 Le rette r : x = 2y = 3z e s : sono a complanari
2x − y + z = 1
b sghembe c parallele d perpendicolari.
Q.19.157 Nello spazio, quanti sono i piani del fascio di equazione x + y + kz = 0 che
contengono la retta di equazioni x − z = x + y = 0? a tutti; b
nessuno c infiniti ma non tutti d esattamente uno.
20.2 Scrivere l’equazione della sfera che ha centro nell’origine e passa √ per il
punto P(1, −1 − 0). [ la sfera avrà raggio OP = 2. . . ]
20.5 Trovare per quali valori del parametro reale k il piano di equazione
x − 2y + 3z − k = 0
è tangente alla sfera di equazione
x2 + y2 + z2 − 4y + 6z − 8 = 0.
√
[ k = ±7 6 − 13]
188 Sfera e circonferenza nello spazio
( π un piano che passa per il punto P(0, 0, 2), che è parallelo alla retta
20.6 Sia
x−y+z−1 = 0
e tangente alla sfera x2 + y2 + z2 − 1 = 0. Scrivere
2x + y + 2z = 0
√
l’equazione di π. [ I piani sono due, di equazione x ± 2y + z = 2]
* 20.7 Scrivere l’equazione della sfera che passa per i punti A(1, 0, 0), B(1, 1, 0),
C (1, 0, −2) e per l’origine O(0, 0, 0).
[È un classico esempio di esercizio che si può svolgere in diversi modi: ad
esempio, partendo dall’equazione della generica sfera nello spazio:
x2 + y2 + z2 + ax + by + cz + d = 0 (20.1)
Si può anche considerare il fascio di sfere che passa per tre dei quattro punti, ad
esempio O A e B, la cui equazione sarà la combinazione lineare dell’equazione
del piano OAB (z = 0) che rappresenta la sfera di raggio massimo, e di una
qualsiasi sfera passante per i tre punti, ad esempio quella che ha centro sul
piano xy è x2 + y2 + z2 − x − y = 0 e poi tra le sfere del fascio, scegliere
quella che passa per il punto C: si ha quindi x2 + y2 + z2 − x − y + λz = 0.
L’equazione dev’essere soddisfatta dalle coordinate di C e quindi si ottiene
λ=2]
√
[Il centro ha coordinate (t, t, 2t) e dista 6 dal piano dato . . . quindi l’equazione
della sfera è x2 + y2 + z2 − 2x − 2y − 4z = 0.]
20.10 Scrivere le equazioni delle due sfere S1 e S2 di raggio 2 che hanno il centro
sulla retta
x = 2t − 1
y = −t
z=t
20.11 Scrivere l’equazione di una sfera che passa per il punto P di coordinate
(1, 2, 2) è tangente al piano α di equazione z = 0 ed ha il centro sulla retta r
di equazioni
x = 1+t
y = 2+t .
z = 1+t
20.13 Scrivere l’equazione delle sfere che hanno il centro sull’asse z e sono
tangenti alle rette
x = t
(
x=1
r: e s: y = 2t .
y=2
z = −2t
[ x2 + y2 + (z ± 2)2 = 5]
* 20.14 Verificare che esiste una sola sfera di raggio non nullo che ha il centro sulla
curva
x = t
L : y = t2
z = t3
z = −1 + t
2
del centro C 12 , 12 , 0 . Il raggio si può determinare applicando il Teorema
di Pitagora al triangolo che ha come cateti la distanza dei centri ed il rag-
gio della circonferenza e come ipotenusa il raggio della sfera. Si ottiene
√
r = 12 6. È anche interessante osservare come si può applicare in questo caso
la teoria dei fasci di sfere: il fascio di sfere che passano per γ ha equazione
20.2 Circonferenza nello spazio 191
20.16 Scrivere le equazioni della circonferenza che passa per i punti O(0, 0, 0),
P(2, 0, 0) ed R(0, 1, 0).
[La circonferenza cercata sarà intersezione tra il piano per i tre punti cioè il
piano z = 0 ed una qualunque sfera passante per i tre punti, ad esempio
x2 + y2 + z2 − 2x − y = 0.]
20.17 Scrivere le equazioni della circonferenza che ha centro nel punto C (1, 1, 1),
giace su un piano parallelo ad α : 2x − 3y + z + 2 = 0 ed ha raggio 3.
[La circonferenza giace ovviamente sul piano parallelo ad α che passa per C
ed è individuata, per esempio, ( dall’intersezione di questo piano con la sfera
x2 + y2 + z2 − 2x − 2y − 2z − 6 = 0
che ha centro in C e raggio 3. . . ]
2x − 3y + z = 0
192 Sfera e circonferenza nello spazio
20.19 Nello spazio sono dati i punti A(0, 1, 1) e B(−1, 1, 2). Scrivere le equazioni
della circonferenza che ha centro nel punto C (2, 1, 3) e tangente alla retta
per A e per B.
[La circonferenza cercata è intersezione tra il piano per A, B e C e, ad esempio,
la sfera che la ammette come cerchio massimo, ( quindi con centro in C e raggio
( x − 2)2 + ( y − 1)2 + ( z − 3)2 = 8
pari alla distanza tra C e la retta AB. . . si ]
y=1
20.20 Scrivere l’equazione di una sfera che ha centro sulla retta 2y = x = 2z, è
tangente al piano xz ed interseca il piano α : 2y − x + 2 = 0 secondo una
circonferenza di raggio 1.
[Il raggio della sfera è uguale alla distanza di C (2t, t, t) dal piano xy ed è
ipotenusa del triangolo rettangolo che ha per cateti la distanza di C dal piano
α ed il raggio della circonferenza. . . applicando il Teorema di Pitagora si ha
|2t − 2t + 2|2 3
+ 1 = t2 ⇐⇒ t = ± √ ]
5 5
20.22 Scrivere l’equazione del luogo dei centri delle sfere che tagliano i piani
coordinati xy, xz e yz secondo circonferenze aventi raggi rispettivamente 1,
2, e 3.
20.23 Scrivere l’equazione del luogo dei centri delle circonferenze che passano
per i punti A(1, 0, 0), B(0, q, 0) e (0, 0, r ) con la condizione che qr = 1
20.3 Quesiti 193
20.3. Quesiti
Q.20.163 Nello spazio il raggio della sfera che ha centro in C (1, −1, 1) ed è tangente
all’asse y vale 1. 2 vero 2 falso
Q.20.164 Il piano x + y − 2z = 0 è tangente alla sfera di equazione x2 + y2 + z2 −
2x − y = 2. 2 vero 2 falso
Q.20.165 Esiste un solo piano passante per un punto P, parallelo ad una retta r e
tangente ad una sfera. 2 vero 2 falso
Q.20.166 Esiste uno ed un solo piano passante per un punto P, parallelo ad una retta
r e tangente ad una sfera Σ. 2 vero 2 falso
Q.20.167 Il piano tangente nell’origine alla sfera di equazione x2 + y2 + z2 + ax +
by = 0 ha equazione ax + by = 0 ∀ a, b. 2 vero 2 falso
Q.20.168 Nello spazio, quante sono le sfere che hanno centro su una retta data e
passano per due punti distinti, non allineati con il centro? a al più una
b almeno due c una sola d infinite.
Q.20.169 Nello spazio, la circonferenza di equazioni
(
x2 + y2 + z2 − 2x = 0
2x + y = 0
√ 1 √ 1
ha raggio uguale a: a 3 b √ c 2 d √ .
2 5
Q.20.170 Il piano di equazione x + y + z + 1 = 0 rispetto alla sfera di equazione
x2 + y2 + z2 − 2x + 4z + 2 = 0 è a tangente b diametrale c esterno
d secante.
Q.20.171 L’intersezione tra la sfera di equazione x2 + y2 + z2 − 2x + 2y = 2 ed il
piano x + y − z + 1 = 0 a è una circonferenza reale b è una una
circonferenza completamente immaginaria c è ridotta ad un unico
punto d non esiste nè reale nè immaginaria.
Q.20.172 Rispetto alla sfera di equazione x2 + y2 + z2 22x − 4y − 8 = 0 la retta di
equazioni (
x=1
z=0
risulta: a tangente b diametrale c esterna d secante.
21. Cilindri, coni e proiezioni
21.1. Cilindro e cono
21.1 Scrivere l’equazione del cilindro con le generatrici parallele alla retta r :
x = y = 2z che ha come direttrice la curva di equazioni
(
x 2 + y2 + z2 = 1
.
x=0
[Per determinare l’equazione
del cilindro, consideriamo le rette parallele ad
x = x 0 + 27
r, cioè di equazioni y = y0 + 2t , passanti per i punti della direttrice: si
( z = z0 + t
21.4 Determinare tutti i valori del parametro h per i quali la curva L di equa-
zioni
x = h+t
y = 1 + ht2
z = h − t2
è piana. Scelto uno di questi valori, scrivere l’equazione del piano che la
contiene. [È piana per ogni h. . . ]
21.5 Scrivere l’equazione del cilindro con le generatrici parallele alla retta di
equazioni x = y = z che ha come direttrice sul piano x − y + z = 1 la
circonferenza di centro C (1, 1, 1) e raggio 1.
[( x − z)2 + (2y − x − z)2 + (y − x )2 = 1]
21.6 Scrivere l’equazione del cilindro che ha le generatrici parallele alla retta
r di equazioni x = 2y = −z ed è tangente alla sfera Σ di equazione
x2 + y2 + z2 − 4x = 0.
[Una direttrice può essere la circonferenza intersezione tra Σ ed il piano
diametrale ortogonale ad r.]
21.8 Sia C il cilindro con le generatrici parallele all’asse y che ammette come
direttrice la curva di equazioni parametriche
2
x = 2t + 2
y = t2 − 1 .
z = 2t + 1
21.1 Cilindro e cono 197
21.9 Scrivere l’equazione del luogo dei centri delle sfere che intersecano il piano
π x − y − z = 0 secondo una circonferenza di raggio 1 e passante per
l’origine. Riconoscere tale luogo.
21.10 Si considerino la circonferenza H che passa per i punti A(1, 0, 0), B(0, 1, 0)
e C (0, 0, 1) ed il piano α di equazione x = 0. Detta H 0 la circonferenza
simmetrica di h rispetto ad α, scrivere l’equazione del cilindro circolare
retto che ammette H 0 come direttrice.
198 Cilindri, coni e proiezioni
* 21.11 Scrivere l’equazione del cono di vertice V (1, 0, 2) che ammette come diret-
trice la curva di equazioni
(
y2 − 4x − 4 = 0
.
x+z = 0
scrivere l’equazione del cono con vertice nell’origine che l’ammette come
direttrice. [ La curva è una parabola; y2 − xy + 2xz − yz = 0]
21.15 Siano:
γ la curva di equazioni
(
x=2
2 2 2
;
y − z + x − 4x + 3 = 0
π il piano di equazione x = 3;
γ0 la curva simmetrica di γ rispetto a π
Scrivere l’equazione del cono che dall’origine proietta1 la γ0 .
21.18 Verificare che esistono due cilindri C e C 0 che ammettono entrambi come
direttrici le linee
( (
y − z2 = 0 y − 2x − 9x2 = 0
γ: e γ0 : .
x=0 z=0
21.2. Proiezioni
* 21.19 Nello spazio si consideri la conica K di equazioni
(
x + ay + bz = 0
.
( x − 2) + ( y − 2)2 = 1
2
x = t−1
y = t2 + 1
z = t2 − t
21.23 Riconoscere il luogo dei punti richiesto nell’esercizio 19.33 a pagina 184.
[ Si tratta di una parabola]
202 Cilindri, coni e proiezioni
21.28 Siano:
3 cioè non è piana.
21.3 Quesiti 203
α il piano di equazione y = h,
C il cono con vertice nell’origine che ammette come direttrice la conica
di equazioni
(
ax2 − 2y2 + bx + 8 = 0
.
z=1
21.3. Quesiti
Q.21.173 Il sistema di equazioni parametriche
x = t+u
y = t2 + 2u
z = t2 − 3t + u
Q.21.174 Tutte le sezioni piane di un cilindro circolare sono ellissi con la stessa
eccentricità. 2 vero 2 falso
Q.21.176 Se la proiezione ortogonale di una curva paiana γ sul piano xy è una conica,
allora la stessa γ è una conica. 2 vero 2 falso
22.4 Scrivere l’equazione della superficie generata dalla rotazione della curva
di equazioni (
x2 − 2x − 3z + 1 = 0
y=0
attorno alla retta di equazioni
(
x=1
.
y=0
[È opportuno
notare che una terna di equazioni parametriche della curva è
x = t
y=0
data da . . . con i soliti metodi si ottiene ( x − 1)2 + y2 − 3z = 0]
2
z = ( t − 1)
3
attorno alla
x=t
s≡ y=t;
z=2
[Il piano dato è ortogonale all’asse del cono, quindi si tratta effettivamente di
√
una circonferenza. . . r = 2]
22.7 Determinare il vertice dei coni di rotazione che hanno come generatrice la
retta r di equazioni parametriche
x = t
y = 2t
z=t
22.9 Scrivere l’equazione della superficie S ottenuta dalla rotazione della retta
x = t
y=t
z = 1−t
22.12 Sia C il cono avente vertice nell’origine che ammette come direttrice la
circonferenza di equazioni
(
x 2 + z2 = 0
.
y=2
209
Figura 22.1.
* 22.13 Siano:
x = t
r la retta di equazioni y = 2t ,
z = −t
A il punto (2, 2, 2)
C il cono che passa per A, ha come asse la retta r e come vertice l’origine
O(0, 0, 0).
√
Scrivere l’equazione delle sfere tangenti a C aventi raggio 7.
√
[ La semiapertura α del cono è tale che cos α = 32 . . . il centro della sfera
deve appartenere all’asse del cono e la sua distanza dal vertice O del cono
√ √ q √ q
7 7
è data da d = sin α = √7 = 3. . . i centri possibili sono ± 2 , ± 6, ± 32
3
3
q 2 √
q 2
3
dunque. . . x ∓ 2 + (y ∓ 6)2 + z ± 32 = 7. ]
210 Superfici rigate e di rotazione
22.14 Determinare il vertice del cono di rotazione che ammette come paralleli le
circonferenze di equazioni
( (
x 2 + y2 = 1 x 2 + y2 = 4
e
z=3 z=0
Figura 22.2.
[ Osservando la figura 22.2, si vede che i triangoli OAV e BCV, che si formano
su uno dei piani che contengono l’asse di rotazione, sono simili. . . V (0, 0, 6) ]
22.1. Quesiti
Q.22.180 Un cilindro che contiene una circonferenza è sempre di rotazione.
2 vero 2 falso
Q.22.182 La superficie che si ottiene facendo ruotare una retta r attorno ad una retta
sè a un cono; b un cilindro; c dipende dalla posizione reciproca
di r e s; d può essere comunque solo un cilindro oppure un cono.
(
x − 2y + z = −1
Q.22.183 Nello spazio la rotazione della retta r : attorno alla
x − 2y + kz = 1
x = 1+t
retta s : y = at − 2 rappresenta un cilindro per: a a = − 21 k; b
z = 1 − 2t
ogni valore di a; c nessun valore di a; d a = 12
23. Quadriche
Coni e cilindri in questo capitolo saranno sempre intesi come coni e cilindri quadrici
irriducibili. Lo studente è invitato a riconoscere tutte le quadriche di cui si parla.
23.4 Si considerino
la superficie S di equazione x2 + y2 − z2 − 2x − 2z = 1;
il punto P(2, 0, −1);
il piano α di equazione x − 2 = 0.
determinare l’equazione del piano che passa per P, è perpendicolare ad α e
taglia la S secondo una circonferenza.
[S è un iperboloide di rotazione attorno all’asse z . . . z + 1 = 0]
214 Quadriche
23.6 Siano:
Π il paraboloide di equazione x2 + y2 = 2z,
π un piano perpendicolare all’asse y,
P la parabola intersezione di Π con π,
γ la curva che si ottiene proiettando dall’origine la P sul piano di equa-
zione z = 1.
Determinare π in modo che la γ abbia centro sul piano π. [y = ±1]
23.8 Scrivere l’equazione del paraboloide di rotazione che ammette come paral-
leli le circonferenze di equazioni
( (
x 2 + y2 = 1 x 2 + y2 = 4
e
z=2 z=3
2
[x2 + y2 = 3 z −
3 ]
23.11 Scrivere l’equazione della superficie ottenuta dalla rotazione della curva
x = t
γ : y = 2−t
z = ( t − 1)2
x2 + xy + y2 − z = 0
25x2 + 9y2 − 16z2 − 24yz = 25
* 23.19 Determinare l’equazione della generica quadrica (che contiene gli assi x e y
x=1
e taglia sul piano x = 1 la conica di equazioni . Stabilire
yz + y + 1 = 0
poi se esiste un paraboloide che soddisfa le condizioni date e, in caso
affermativo, scrinerne l’equazione.
[ Per determinare l’equazione di una quadrica occorre imporre nove condizio-
ni lineari indipendenti.
Contiamo quelle che abbiamo:
• una retta interamente contenuta nella quadrica fornisce tre condizioni
indipendenti, infatti occorre e basta che intersechi la superficie in tre (più
di due) punti;
• una seconda retta, incidente alla prima, ne fornisce altre due, oltre a
quella, già considerata, del punto di incidenza;
• una conica incidente alle due rette appena considerate vuol dire passag-
gio per altri tre punti (che con i due distinti di incidenza sono cinque,
più dei quattro ordinariamente soluzione del sistema del quart’ordine
formato dall’equazione della conica e da quella della quadrica: sufficienti
a garantire che la conica giaccia interamente sulla superficie) in totale
abbiamo quindi otto condizioni, dunque un fascio di quadriche.
Per trovare l’equazione richiesta intersechiamo innanzittutto la generica qua-
drica
23.21 Siano:
α un piano passante per l’asse x;
x = t
A l’intersezione di α con la retta y = t ;
z = 1−t
24.2 Siano:
(
x=y
r la retta di equazioni ,
z=x
α un piano per l’asse z,
β il piano per r perpendicolare ad α,
t la retta comune ad α e β.
Scrivere l’equazione del luogo delle rette t. [x2 + y2 − xz − yz = 0]
Siano:
π un piano per r,
P π ∩ s,
π 0 Il piano per P e per t,
u la retta π ∩ π 0 .
Scrivere l’equazione del luogo delle rette u.
[x2 − 2y2 + 2z2 + xy − 5xz + 3yz + 3x + y − 4 = 0]
* 24.5 Scrivere l’equazione del luogo delle rette incidenti alle tre rette
( ( (
x−y = 0 y−z = 0 x+1 = 0
a: , b: , c:
z+1 = 0 x−1 = 0 y+z = 0
una terna di parametri direttori per essa sarà t2 − 1, t2 + 1 e −2t Quindi tale
retta è parallela alla b quando t2 − 1 = 0 e t2 + 1 = −2t, cioè per t = −1 e
parallela alla c quando è t2 − 1 = 0 e t2 + 1 = 2t, cioè per t = 1; quindi una
retta che fa al caso nostro si otterrà per t 6= ±1. Il sistema (24.1) è equivalente
alle relazioni
x+y−z−1 x+y+z+1
=t=
−x + y − z + 1 x−y−z+1
221
( x + y − z − 1)( x − y − z + 1) + ( x + y + z + 1)( x − y + z − 1) = 0
25.1. Esercizi
25.1 In S 3 Si considerino il punto V (1, 0, 1) e la curva di equazioni
2
x = t
L : y = 1+t
z=t
è piana. Scelto uno di questi valori, scrivere l’equazione del piano che la
contiene.
25.4 Scrivere l’equazione di un cono rotondo che contenga i tre assi coordinati.
f : R3 7 → R3
tale che
25.7 Nello
( spazio si considerino il punto P(1, 1, 1) e la retta r di equazioni
x−y−z+2 = 0
.
y + 2z = 0
i) Scrivere l’equazione del piano contenente sia P che r.
ii) Determinare la distanza di P da r.
nonè un omomorfismo.
25.9 Si considerino i punti O(0, 0), A(2, 0) e B(2, 3). Scrivere l’equazione della
parabola che ammette il triangolo OAB come autopolare ed ha un diametro
parallelo alla retta x = y.
25.10 Siano ~u, ~v e w~ tre vettori indipendenti di uno spazio vettoriale E; siano V
il sottospazio di E generato dai vettori ~u, ~v e w ~ e W quello generato dai
vettori ~u e ~v − w~ : Stabilire se sono vere o false le seguenti affermazioni:
i) V ⊆ W
25.1 Esercizi 225
ii) V ⊇ W
iii) V = W
25.11 Scrivere
( l’equazione della superficie ottenuta dalla
( rotazione della curva
2
2x + y − 1 = 0 y=1
attorno alla retta di equazioni .
z=0 z=2
25.14 Sia B = {~v1 , ~v2 , ~v3 , ~v4 } una base dello spazio vettoriale V e siano w~1 =
~ 2 = ~v3 , w
~v1 + ~v2 , w ~ 4 = ~v1 − ~v2 ; dimostrare che B 0 =
~ 3 = ~v4 − ~v1 e w
{~ ~ 2, w
w1 , w ~ 4 } è un’altra base per V e trovare la matrice di passaggio da
~ 3, w
BaB. 0
25.15 Siano :
K la conica di equazione x2 − 2y = 0.
P il generico punto di K .
t la tangente in P alla K
R la proiezione ortogonale dell’origine O(0, 0) su t
Scrivere l’equazione del luogo dei punti R al variare di P su K .
25.16 Sia K una conica non degenere con centro in (0, 0) che ammette come
polare del punto P(2, −2) la retta x − y + 4 = 0. Verificare che le rette x = y
e x = −y sono gli assi di K .
1 0
25.17 Si consideri in M2 la matrice A = ; verificare che h X, Y i = tr ( XAY )
0 2
non è un prodotto scalare.
226 Esercizi di ricapitolazione
x2 + y2 − 2x − 2y + λ( xy − y2 + 2y) = 0.
25.21 Scrivere l’equazione dell’iperbole che ha il centro nel punto C (1, 0), am-
mette come asintoto la retta x + y − 1 = 0 e come polo dell’asse y il punto
A(−1, 0).
25.22 Sia V = P2 ( x ). Trovare il valore reale di k per il quale l’applicazione
f : V 7→ V definita da
f (αx2 − βx + γ) = (α − k ) x2 + kx + β
25.25 Scrivere l’equazione della conica che ammette il triangolo O(0 : 0 : 1),
A(2 : 0 : 1) e Y∞ (0 : 1 : 0) come autopolare, passa per il punto B(0 : 1 : 1)
ed ha un asse parallelo alla retta di equazione 2x − y + 3 = 0.
25.26 Si considerino un punto V variabile sulla circonferenza x2 + y2 = 1 e la
retta r di equazione 2x + y = 0. Scrivere l’equazione del luogo dei fuochi
delle parabole che hanno come direttrice la retta r e vertice nel punto V.
25.27 Verificare che le rette di equazioni
( (
x+y = 0 x−z+1 = 0
e
z=1 y=0
sono complanari. Determinare poi le equazioni delle bisettrici di tali rette.
25.28 Determinare i valori dei parametri h e k per i quali è diagonalizzbile la
matrice
1 0 k−1
0 1 0
0 h 2
25.29 Una conica irriducibile K è tangente alle rette x = 1 e y = −1 ed ammette
come autopolare il triangolo di vertici O(0, 0), A(1, 0) e B(0, −1). Scrivere
l’equazione dell’involuzione dei punti dell’asse y reciproci rispetto a K .
25.30 Si considerino nello spazio l’asse z e le rette r ed a aventi rispettivamente
equazioni: ( (
y=1 x=1
R: e a: .
x=z z=0
Siano:
P il generico punto della r;
s la retta passante per P ed incidente la retta a e l’asse z;
A e B rispettivamente i punti di incidenza della s con la a e l’asse z;
M il punto medio del segmento AB.
Trovare le equazioni del luogo descritto da M al variare di P sulla r e
riconoscere tale luogo.
25.31 Nello spazio, si consideri la curva L di equazioni parametriche
x =
t+1
y= t2 + 1
z= −t
228 Esercizi di ricapitolazione
25.2. Quesiti
Per ogni quesito la risposta esatta esiste, ma non sempre è una sola.
Q.25.185 Nel piano, indicare le proprietà vere relativamente alla conica di equazione
( x + 1)(y − 1) = 1
a è spezzata b ha due punti impropri immaginari coniugati c ha un solo punto
improprio ma contato due volte d ha due punti impropri reali e distinti
Q.25.186 Indicare le proprietà vere circa le matrici quadrate dello stesso ordine:
a la somma di matrici diagonalizzabili è diagonalizzabile b se una matrice inverti-
bile è diagonalizzabile allora la sua inversa è diagonalizzabile c la trasposta di una
matrice diagonalizzabile è diagonalizzabile d il prodotto di matrici diagonalizzabili è
diagonalizzabile
(
x2 + y2 − z2 − 2x − 2 = 0
Q.25.188 Nello spazio, le equazioni rappresentano:
x−y+1 = 0
a a una conica con centro in (1; 1; −1) b una parabola con asse parallelo all’asse z
c una parabola con asse parallelo allasse y d una conica con centro in (0; 1; 0)
Q.25.189 Sia A = [ aik ] una matrice quadrata di ordine n e sia Aik il complemento
algebrico dell’elemento di posto i, k allora:
a ∑in=1 aik Aki = det A b ∑nj=1 aij Akj = δik c ∑nk=1 aik Akj = δij d ∑nk=1 aik Aik =
det A
Q.25.190 In uno spazio euclideo reale, per quali vettori vale k~uk + k~vk = k~v + ~uk?
a se ~u e ~v sono perpendicolari b solo se ~u e ~v sono paralleli c solo se ~u e ~v sono
perpendicolari d se ~u e ~v sono paralleli
1 1 0
Q.25.191 Sia µ A il polinomio minimo della matrice A = 1 1 0. Indicare le
1 1 0
proprietà vere:
a il grado di µ A è = 2 b µ A non ha radici multiple c µ A coincide con il
polinomio caratteristico d il grado di µ A è = 3
Q.25.194 Il sistema
2
x = cos t − 2
y = sin2 t + 2
z = 2t
Q.25.197 Nel piano l’iperbole equilatera che ha fuochi nei punti F1 (0, 0) ed F2 (−2, 0)
ha equazione:
a 2x2 − 2y2 + 4x − 1 = 0 b x2 − 2y2 + 3 = 0 c x2 − y2 + 4y == d x 2 + y2 +
2x − 1 = 0
Q.25.199 Le matrici
2 1−t 0 −1 0 0
A = 0 −1 0 e B = 0 1 2
1 1 − 3t −1 −1 1 0
Q.25.200 Quali delle seguenti proprietà sono vere, essendo A una matrice quadrata
di ordine n ed I la matrice unità dello stesso ordine di A ed indicando con
tr( A) la traccia di A?
a tr( I − A) = 1 − tr( A) b tr( A T ) = tr( A) c tr( A + B) = tr( A) + tr( B) d
tr( AB) = tr( A) · tr( B)
Q.25.201 Nel piano, assegnare un asintoto per una conica significa fornire un numero
di condizioni lineari pari a
a 1 b 2 c 3 d una; ma non lineare
Q.25.202 Nel piano, la conica che ha centro nel punto C (0, 1), è tangente all’asse x
nel punto A(2, 0) e passa per il punto P(−1, −1) è:
a un’ellisse b una parabola c un’iperbole d degenere
Q.25.203 Date nel piano due rette ortogonali, le iperboli che le ammettono come
asintoti sono:
a almeno due b una ed una sola c un fascio d una rete
25.2 Quesiti 231