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T

Il esto
aroomentativo :
temi di attualità
Giovani oggi • Introduzione
Il mondo è tutto dentro una bustina
Cresciuti davanti allo schermo
L’innamoramento come tensione a fondere le diversità

Quale globalizzazione? • Introduzione


La storia non è un privilegio
Incontro di civiltà
Parla Londra
Globalizzazione dal volto umano
I poveri non siamo noi

Ecologia: salviamo la Terra • Introduzione


I virtuosi del cassonetto
Il mondo senza di noi
Uomini e dinosauri
Cercando la neve perduta

Le frontiere della scienza e della tecnica • Introduzione


Google ci rende stupidi?
L’era delle biotecnologie
Il futuro dello spazio

L’universo al femminile • Introduzione


Tutto scomparso
Fidanzate per sempre
Il mondo al femminile
La rivoluzione delle donne

Guerra e speranza di pace • Introduzione


Due grandi del Novecento di fronte
alla guerra: Einstein e Gandhi
Guerre spaziali e riarmo nucleare
I diritti negati dalla guerra

Cittadinanza e Costituzione • Introduzione


Cittadino, un mestiere difficile
Una storia da niente
Elogio della Costituzione: da un discorso di
Piero Calamandrei agli studenti milanesi
Verso una nuova Europa

antologia letteraria © ISTITUTO ITALIANO EDIZIONI ATLAS


Giovani oooi
il mondo dei Giovani o un mondo di Giovani?
“Giovanilismo” è la parola che esprime l’ambiguità di un fenomeno ormai dilagante
anche da noi e che si esprime nel desiderio e nell’ossessione generalizzata di fermare
il tempo e restare comunque giovani. Da età anagrafica la giovinezza si è trasformata
in una categoria, in un ideale estetico e salutista, in un modello di vita inseguito
e rispettato da chi giovane, in termini di anni, non lo è più. I veri giovani oggi sof-
frono anche di questa distorsione e di questo malinteso per cui si vedono scippati
dagli adulti e, spesso, dagli stessi genitori il loro linguaggio, il loro spazio ideale e
creativo, il loro abbigliamento, i loro oggetti simbolici, i loro progetti. Per questo
occorre innanzitutto recuperare il significato autentico di giovinezza e di adolescen-
za per comprenderne confini e funzione, vitalità e debolezze, domande e problemi.
In questa prospettiva, gli anni dell’adolescenza sono la tappa fondamentale in cui si
conquista e si costruisce la propria identità, sono il tempo della scoperta e della
definizione dell’immagine di sé che ognuno di noi vuole elaborare, sono lo spazio
del sogno e della speranza di rigenerare un mondo che appare inadeguato nelle sue
contraddizioni e nelle difficoltà che si oppongono al desiderio di poter essere anche
noi protagonisti. Ma come si è adolescenti e giovani oggi?

Giovani con cHi: coetanei “GloBali”


Per la prima volta nella storia della società italiana i ragazzi d’oggi hanno per com-
pagni e compagne esponenti di ogni etnia europea e mondiale. Per loro la cosiddetta
società multiculturale è esperienza concreta di vita quotidiana, possibilità di incon-
tro e di amicizia, realtà effettiva. Nell’identità dei problemi e dei processi di crescita
tipici dell’età, questa novità sociale è per loro un’occasione unica di confronto con
diversità culturali, religiose e di costume, la prima e fondamentale forma di “accul-
turazione”: un viaggio intorno al mondo fatto in casa, a scuola, nelle strade della
propria città e del proprio quartiere. È in questa condivisione di ogni giorno che si
sviluppa la vera integrazione: dove si è amici e compagni di vita diventa “naturale”
anche ogni differenza, valorizzata nel compito affascinante e delicato di vivere e
crescere insieme.

Giovani in rete: “nativi diGitali”


L’altra novità degli adolescenti e dei giovani d’oggi è quella di appartenere alla prima
generazione digitale della storia. Nati nell’era delle tecnologie informatiche e telema-
tiche, il loro mondo comunicativo viaggia sulle onde di cellulari, smartphone, iPod,
iPad, iPhone, mp3 e pc. Il loro nuovo mondo è quello di Internet e dei suoi spazi
d’incontro e di dialogo: Facebook, Twitter e YouTube. Questi social network hanno
assunto un ruolo centrale come nuova dimensione virtuale, solitamente di socializ-
zazione, spesso di rifugio.
È con questi stessi strumenti tecnologici che costruiscono la loro avventura di studio
e di informazione, con la possibilità di ricerche nella più grande biblioteca mai esi-
stita, quella della rete, e di verifiche interattive, in connessione con persone e centri
di ricerca di tutto il mondo.

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antologia letteraria © IstItuto ItalIano EdIzIonI atlas
Giovani come: tra paure e ideali
È in questo orizzonte nuovo e in continua accelerazione che gli adolescenti di oggi
vivono il viaggio psicologico di una crescita che ha spesso il volto tormentato di una
difficile ricerca di sé, tra mille paure e incertezze.
“A chi ti ripete che questi sono gli anni per te più belli, rispondi con la verità dei tuoi
giorni; smaschera questa tradizionale menzogna che ti vuole felice e senza pensieri.
Gravano su spalle fragili le domande essenziali sulla tua misteriosa condizione di
piccolo uomo.
Parla così dei tuoi primi passi nella comprensione di ciò che è nascosto e che vale,
parla delle delusioni nel vedere miti appariscenti che si disfano sotto la tua mano
che cerca appoggio.
Racconta delle tue giornate di solitudine, narra della tua timidezza, della difficoltà
ad essere accettato dagli amici, dell’incapacità di essere te stesso, perché non sai chi
sei e cosa voglia dire essere se stessi.
Ricorda quanto è disinteressata la tua amicizia e quanto è dolorosa ogni delusione.
Ricorda lo stupore di quando hai compreso che la vita è un’opera aperta e quante
possono essere le «variazioni sul tema».
Parla di quando hai visto che dietro alla libertà c’è una scelta obbligata e recitata,
per non finire a pezzi.
Parla della paura, ma anche della consolazione che ti ha preso quando hai capito
che ogni tua azione ha un valore per tutti, e del senso di responsabilità che subito
dopo ti ha investito.
Parla del tuo bisogno di amare e della necessità di essere amato; parla di quanto an-
siosa e profonda è stata l’attesa di qualcuno da amare e di non tacere le difficoltà di
ogni incontro sotto il peso dei tuoi infiniti scrupoli e della tua incredibile incertezza.
Parla dei tuoi problemi di uomo e della tua condizione di ragazzo e di ragazza.
Parla di tutte queste cose mostrando il tuo cammino di inquietudine nella ricerca di
una non ancora trovata maturità1”.
In questa sofferta testimonianza di un ragazzo di tanti anni fa c’è la verità di ciò che
significa essere adolescenti anche oggi.

1. Da “Dimensioni Nuove”, 1980.

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antologia letteraria © Istituto Italiano Edizioni Atlas
Il mondo è tutto dentro una bustina
L’uso della droga tra le giovani generazioni è una realtà drammatica, in progressivo aumento. Costituisce
uno dei più gravi problemi non solo della nostra società, ma di quelle di tutto il mondo. Oggi si parla di
“nuove droghe”. Molti ragazzi, purtroppo ignari della loro estrema pericolosità, le assumono nell’illusione
di stare meglio con se stessi e con gli altri, in una impossibile fuga da sé e dal mondo. Assumono anche
cocaina, eroina, marijuana. Sono circa 85000 i consumatori abituali in Italia, in balia di spacciatori
senza scrupoli.
Avidi e spregiudicati trafficanti predispongono la rete che rifornisce i giovani di dosi pronte all’uso. Ed essi
le passano ai compagni quasi per gioco, a volte per sfida. Così adolescenti inconsapevoli compiono il primo
passo verso la dipendenza. Secondo una ricerca recente dell’Università San Raffaele di Milano, su 2362
ragazzi e ragazze tra i 14 e i 19 anni, il consumo di cocaina è aumentato del 20 per cento soprattutto
tra i più giovani. Al primo spinello si è sostituito, alla fine delle scuole medie, il primo “tiro” di coca. Un
fenomeno davvero sconvolgente.
Il passo che segue è tratto dal libro Lettera a un adolescente dello psichiatra Vittorino Andreoli, il quale
con parole accorate rivolge agli adolescenti un fervido appello a non drogarsi.

Hai detto di sì pur di non rimanere solo


La prima volta si usa la droga perché gli altri la usano, perché te l’hanno offerta e non
avevi motivo per dire né di sì né di no, ma temevi che il no, il rifiuto, ti avrebbe diffe-
Cause principali renziato e magari escluso da quella appartenenza cui tenevi tanto. Hai detto di sì pur
dell’assunzione di non rimanere solo, solo con il terrore dell’abbandono, di non essere accettato. Del
di droga: timore
di essere rifiutati dal resto ti porti addosso difetti orrendi che soltanto tu conosci, e che se fossero svelati ti 5

gruppo e non farebbero cacciare da questo consesso, talmente meraviglioso che ora diventa la tua
accettazione di sé. vera famiglia (o almeno vorresti che lo diventasse). Insomma, la prima volta usi la
droga perché la usano quelli del gruppo e continui a usarla perché il trovarsi con loro
significa anche farne uso e poi perché finisce per piacerti nel senso che ti piaci di più
quando ti fai. E potresti continuare a farti e da questo momento sei contento che lo 10
si sappia e magari il farti diventa una modalità per esser diverso da altri che non si
fanno o si fanno poco. E che guardi come fossero “polli” che credono di conoscere la
droga, mentre sono solo bambinetti esaltati. E così si giunge al punto in cui la droga
è tutto il mondo. Si parla solo di lei, si pensa solo a lei, si va con quelli che la usano
e con loro si parla di lei, si pensa a lei. Il mondo è tutto dentro una bustina o persino 15
dentro un “pane” di marijuana da cui si tira con continuità nel desiderio ormai di
farlo sempre e sempre quando ce n’è, e sempre ce n’è.
Tu hai diritto di non drogarti
Lasciami solo fare un appunto alla società adulta, quella del mercato della droga, di
qualsiasi droga. Agli adulti che fanno dell’adolescenza solo un affare e magari poi sen-
tenziano sui nuovi vizi da benessere. Mercanti disposti, per un po’ di denaro, a trasfor- 20
mare gli adolescenti in otri di cocaina o di eroina, a riempire i loro polmoni di marijua-
na e non più di aria (anche se inquinata come quella delle nostre città). E poi si vuole
fare della droga un problema dei giovani: voce di sepolcri imbiancati. Non sopporto
una società tollerante verso l’uso delle droghe e pronta a giustiziare ed escludere chi
le ha usate e le usa. Una società che non affronta i bisogni sacrosanti dell’adolescenza, 25
lasciando fare in nome della libertà di scelta. [...] Quella stessa società al cui interno
denuncia si situano i poteri che la commerciano e la producono, o comunque dentro cui si
i responsabili della nascondono quelli che traggono profitto da un denaro sporco, accettato da banche di
drammatica diffusione
della droga.
grande prestigio, banche che ora hanno deciso persino di parlare di etica e si chiama-
no “etiche”. [...] Vorrei convincerti che è possibile trattare e risolvere tutti i problemi 30
dell’adolescenza senza inserire nello scenario la droga come protagonista obbligato.
Tu hai il diritto di non drogarti.
Come vedi mi sto scaldando e queste ultime pagine hanno un segno di penna par-
ticolarmente intenso per la forza che anche i miei muscoli, oltre che i pensieri, vi
infondono. 35

da V. Andreoli, Lettera a un adolescente, Rizzoli, Milano

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antologia letteraria © Istituto Italiano Edizioni Atlas
Analisi del Testo
Stupisce Lo stralcio della lettera che lo psichiatra Vittorino Andreoli indirizza a un adolescente
la normalità è incentrato sul problema del progressivo itinerario verso l’assuefazione alla droga.
Con parole pacate, ma appassionate, piene di struggente apprensione, l’autore
incita il suo giovane interlocutore a non iniziare il drammatico percorso senza
ritorno.
Il destinatario della lettera di Andreoli è un ragazzo comune, come tanti. In effetti,
l’aspetto veramente allarmante del fenomeno è la normalità degli adolescenti che
fanno uso di sostanze stupefacenti. Oggi, i giovani che le assumono vivono una vita
del tutto normale: studiano o lavorano, ma dietro alla facciata della più consueta
regolarità si cela un retroscena di profondo malessere esistenziale. Per molti, infatti,
la sola vera emozione della settimana, la sola esperienza degna di essere vissuta, è
lo “sballo” del sabato notte. Questa drammatica constatazione porta a concludere
che nei cinque giorni feriali i ragazzi sopravvivono come fantasmi, perché le attività
cui si dedicano – la scuola o il lavoro – non suscitano in loro alcun interesse o
passione.

L’infamia Nel secondo paragrafo l’autore denuncia gli spacciatori, coloro che per avidità di
dello spaccio guadagno distruggono tante giovani vite; egli evidenzia le responsabilità delle ban-
che che non esitano a riciclare denaro sporco, guadagnato in modo così infame.
L’aspetto più grave del modo in cui gli adolescenti si accostano alle sostanze stu-
pefacenti è che essi, purtroppo, le consumano senza conoscerle, senza essere
consci dei gravissimi danni che provocano all’organismo, illusi di poterle dominare
a proprio piacimento. Cocaina, eroina, marijuana riempiono come otri ragazzi ignari
del dramma irreversibile che incombe sulla loro vita. All’inizio i camaleontici killer
producono illusori effetti gradevoli: riducono il senso della fatica, facilitano i rappor-
ti interpersonali, acuiscono la capacità introspettiva. Ma poi la magia scompare:
subentra dapprima l’assuefazione, quindi si fanno a poco a poco strada gli effetti
devastanti.
Lo psichiatra lancia un’esplicita accusa contro la società: essa consente che al
suo interno si muovano i trafficanti di droga e poi punisce coloro che la usano, quei
giovani cui nessuno ha teso preventivamente una mano.

ESERCIZI

1. Elenca le tappe che conducono l’adolescente alla dipendenza dalla droga; giudica se esse, nella
visione dello psichiatra Andreoli, siano realistiche o frutto di fantasiose ipotesi. A supporto della tua
tesi puoi portare esempi tratti dalla tua esperienza.

2. Chi sono i responsabili dello spaccio e della diffusione della droga tra i giovani? Che cosa li spinge a
compiere azioni tanto ignobili? Qual è la responsabilità delle banche?

3. Osserva lo stile del passo.


a. Si tratta di un testo ❏ divulgativo. ❏ scientifico.
b. Il registro è ❏ alto. ❏ medio. ❏ basso.
c. Il linguaggio è ❏ distaccato. ❏ partecipe.
d. Sono usati nessi
connettivi in modo ❏ molto logico. ❏ poco logico. ❏ mediamente logico.

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Cresciuti davanti allo schermo
Crescere non è facile. Oggi molti adolescenti sembrano non volerlo più fare, non si sentono motivati a
camminare da soli, a prendere decisioni, ad assumere responsabilità. L’autore del libro da cui è tratto
questo brano, il noto psichiatra e sociologo Paolo Crepet, individua in genitori, educatori, insegnanti le
categorie che possono essere maggiormente interessate a questo problema; ma soprattutto si rivolge ai
giovani, mostrando per loro un profondo interessamento. Così si esprime nella prefazione, dedicata a un
ragazzo, a una ragazza:
Forse l’hai già capito: non è facile crescere, ancor meno diventare adulti. Essere grandi significa avere più liber-
tà, più mezzi economici, ma anche molte più responsabilità. Il tuo compito, la tua meta in fondo al viaggio, è
diventare migliore dei tuoi genitori. Alza la fronte […] e non porre limiti alla tua ambizione: essi sono fatti per
essere superati attraverso passione e capacità. Non è vero che nella vita bisogna accettarsi, piuttosto è fonda-
mentale sapere che ti puoi migliorare, qualsiasi sia la stagione che stai attraversando…
Nel passo presentato, l’autore confronta il mondo di oggi, dominato da televisione e tecnologie virtuali, con
quello di ieri, sicuramente più adatto allo sviluppo di capacità relazionali e affettive.

L’esordio mette in Mi capita spesso d’incontrare genitori che temono il confronto con i figli. Come se un
evidenza le responsa- contrasto, una sana litigata potesse compromettere chissà quale equilibrio mentale.
bilità dei genitori nella
crescita delle nuove Ma un ragazzo cresciuto con tutti “sì” non conosce la frustrazione né il significato po-
generazioni. sitivo del confrontarsi, ritiene l’altro un concorrente e mai una risorsa fondamentale
per la propria crescita. Forse, si tratta anche di effetti a lungo termine della passività 5
Viene individuata indotta dalla televisione e più di recente dalle tecnologie virtuali, che hanno sì arric-
una prima causa della
mancata assunzione chito le capacità cognitive dei fruitori1 – memoria, velocità del pensiero, attenzione
di responsabilità – ma parallelamente atrofizzato quelle relazionali e affettive.
dei giovani. Un ragazzo cresciuto davanti a uno schermo è portato a temere qualsiasi relazione
diretta, in quanto portatrice di confronti e possibili frustrazioni. 10
Televisori e altri più recenti strumenti di comunicazione sono tipi di elettrodomesti-
ci: perché allora non accenderli solo quando ci occorrono e spegnerli quando non
servono più? Chi lascerebbe aperto per ore il frigorifero?
Che differenza c’è tra un telefonino e un citofono, a parte il fatto che il cellulare si
porta con sé? Eppure nessun ragazzo personalizzerebbe un citofono con colori e 15
Il ragazzo vede nel piccoli oggetti amorosi come fa col telefonino: evidentemente il rapporto con questo
cellulare un sostituto strumento è diventato così intimo perché è la sostituzione virtuale della comunica-
della comunicazione
diretta.
zione faccia a faccia, è diventato il corrispettivo della sua intimità.
Il problema, dunque, non è criticare la comunicazione virtuale, che comunque esiste,
quanto segnalare ciò che ne favorisce il dilagare, ovvero il vuoto da cui si alimenta. 20
L’autore introduce Pur cresciuto in una famiglia laica, io ho trascorso parte della mia adolescenza presso
alcuni dati l’Antonianum di Padova. La mia frequentazione era facilitata dalla vicinanza a casa
autobiografici, utili
a capire la differenza di quella parrocchia e dalla presenza di campi per giocare a pallone, pallacanestro,
tra generazione rugby. Tra quei boschetti e quei prati potevo, in assoluta sicurezza, correre in biciclet-
presente e passata. ta e giocare con gli amici. C’erano anche i gesuiti2, naturalmente, con le loro scuole 25
di catechismo, i riti, le messe; ma c’erano anche i fili di liquirizia e la cioccolata calda,
il cineforum alla domenica pomeriggio, le gite e i soggiorni in montagna d’estate e a
Natale.
Insomma l’Antonianum era il luogo dove, non solo per me ma per intere future classi
dirigenti, era possibile formarsi: tra i calciatori in erba e i chierichetti c’erano preti 30
e boy-scout, dunque adulti più o meno giovani con cui generazioni di adolescenti
potevano parlare, confrontarsi, trovare risposte, impostare un proprio giudizio sul
mondo. Oggi – non sono passati nemmeno quarant’anni – tutto questo non esiste
più. Il famoso collegio universitario dell’Antonianum, che ha alloggiato migliaia di
studenti universitari di tutt’Italia, è stato venduto: al suo posto, mi hanno detto, 35

1. dei fruitori: di coloro che utilizzano tali 2. gesuiti: è l’ordine quantitativamente da Sant’Ignazio di Loyola nel 1534 e da
mezzi. maggiore della Chiesa cattolica, fondato sempre attento all’educazione dei giovani.

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hanno realizzato una gran quantità di mini-appartamenti. Anche il cineforum della
domenica è sparito. Tutto finito, alienato per sempre.
Mi chiedo dove vadano oggi i ragazzi di quella città, dove passino il loro tempo fuori
di scuola. Semplice, stanno a casa propria, più precisamente nelle loro camere da
letto arredate dai genitori come perfetti loculi tecnologici con tutto il necessario per 40
rimanere totalmente isolati e comunicare solo virtualmente con il mondo esterno.
La nomenclatura Non è proprio la stessa cosa rispetto al sapore delle liquirizie e dei bomboloni alla
simboleggia crema, al sudore di una partita di pallone, all’eccitazione di una rissa non troppo
un passato ricco di
emozioni e di presto sedata, alla complicità di un segreto detto a un amico all’ombra di un albero.
relazioni sociali. Nessuno sembra essere stato capace di sostituire i luoghi della nostra infanzia con 45
altri spazi più aperti a tutti. Gratuiti, intelligenti, accoglienti, colti, divertenti: edu-
cativi.
da P. Crepet, I figli non crescono più, Einaudi, Torino

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Analisi del Testo
Mancanza Il tema di fondo del breve passo è sicuramente collegato al vuoto educativo che
di occasioni sembrano vivere i ragazzi del XXI secolo, secondo l’autore deprivati di reali si-
educative tuazioni di crescita. In primo luogo, genitori troppo accondiscendenti, che evitano
qualsiasi contrasto con i propri figli per non turbarne l’equilibrio mentale, non han-
no forse compreso che una sana litigata può essere motivo di ripensamento e di
crescita da parte dei ragazzi. I genitori, quindi, sono spesso presenze adulte che
tradiscono, con un comportamento eccessivamente buonista, un vuoto di com-
petenza educativa. Cooperano ad aggravare questo vuoto i più recenti mezzi
di comunicazione, dal televisore alle tecnologie virtuali, al cellulare: TV e computer
tolgono al ragazzo l’opportunità di qualsiasi interazione diretta con coetanei o adulti,
in quanto lo isolano nella sua camera, arredata come un perfetto loculo tecnologico;
anche il telefonino sostituisce il rapporto diretto con il mondo esterno, raggiunto
solo tramite il breve testo degli SMS o la rapidità di una telefonata.
L’autore non critica le nuove tecnologie in sé, che pure hanno arricchito le capacità
cognitive dei ragazzi, più svelti nel pensiero rispetto ai loro padri, magari più capaci
e ricchi di memoria; condanna invece la modalità di vita che promuovono, di mar-
cato isolamento rispetto a un gruppo, a una collettività.

Ma c’erano anche Crepet rievoca, per contrasto, la propria adolescenza, vissuta presso l’Antonia-
i fili di liquirizia e num di Padova, ricca di giochi, di amicizie, di scambi di idee con persone adulte
la cioccolata più o meno giovani, alla ricerca di un proprio giudizio sul mondo. La giovinezza,
calda… solo quarant’anni fa, era ricca di sensazioni, di emozioni, di esperienze non sempre
positive, ma favorevoli per la crescita, ben più di quanto possano essere i pomeriggi
trascorsi in solitudine, accompagnati dal sottofondo degli elettrodomestici tecnolo-
gici – perché… non accenderli solo quando ci occorrono e spegnerli quando non
servono più? – che sanzionano di fatto la solitudine delle giovani generazioni.

ESERCIZI

1. Il brano proposto è un esempio di testo argomentativo. Quale tesi sostiene l’autore, ponendo a
confronto il modo di vivere delle nuove generazioni con quello della sua stessa generazione?

2. Che cosa sostiene Crepet a proposito delle nuove tecnologie? È un detrattore, nel senso che le con-
sidera dannose, oppure ne riconosce il valore, pur indicandone i limiti, in relazione alla formazione
dei giovani?

3. Il cellulare rappresenta per gli adolescenti uno strumento largamente usato. Per quale ragione i
ragazzi lo apprezzano? Che cosa consente loro di fare? Quali sicurezze vi trovano i ragazzi?

4. Come definiresti lo stile del passo? L’argomentazione ti sembra serrata o pacata? Le affermazioni
dell’autore sono categoriche, rigide, o possono configurarsi quasi come un’amabile conversazione?

5. Che cosa replicheresti all’autore, tu che sei un ragazzo del XXI secolo?

6. Crepet sostiene che l’oratorio ai suoi tempi era un luogo ricco di stimoli di crescita. Anche tu puoi
dire altrettanto, se lo hai frequentato? Inoltre l’autore sostiene che il confronto con l’adulto è utile
per trovare risposte, impostare una propria visione del mondo. Ritieni di aver trovato adulti capaci
di offrirti questi spunti?
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L’innamoramento come tensione
a fondere le diversità
L’autore del saggio Innamoramento e amore, da cui è tratto il passo, è Francesco Alberoni, noto perso-
naggio della cultura contemporanea che da circa quarant’anni anni si occupa di sociologia dei movimenti
collettivi. L’innamoramento, da lui definito come lo stato nascente di un movimento collettivo a due, rientra
nel campo di indagine del sociologo, in quanto il fenomeno è in parentela assai stretta con i grandi movi-
menti collettivi della storia; infatti, le forze che si liberano e che agiscono sono dello stesso tipo, molte delle
esperienze di solidarietà, gioia di vivere, rinnovamento sono analoghe. La differenza essenziale, però, sta
nel fatto che l’innamoramento si realizza e si completa in due persone.

L’inizio del passo L’innamoramento1 tende alla fusione, ma alla fusione di due persone diverse. Perché
introduce senza ci sia innamoramento occorre che ci sia diversità e l’innamoramento è una volontà,
preamboli alle prime
definizioni, poi una forza per superare questa diversità che però esiste e deve esistere. La persona
esemplificate. amata interessa perché è diversa, perché è portatrice di una propria inconfondibile
specificità. Questa specificità, questa unicità anzi nell’innamoramento si esaspera. 5
Noi vogliamo essere amati in quanto esseri unici, straordinari, insostituibili, assolu-
tamente noi stessi. […]
Però non ci basta essere adorati da qualcuno che non ha valore, da qualcuno che è
fungibile2. Vogliamo essere vissuti come unici, straordinari, indispensabili da chi è
È la prima unico, straordinario ed indispensabile. Per questo l’innamoramento è monogamico3 10
conclusione e non può che essere monogamico. Perché è pretesa di esclusività da chi è straor-
argomentativa.
dinario ed è riconoscimento di straordinarietà da chi è straordinario, abbandono a
colui che è l’unico capace di dare piacere, gioia e vita. Io sono perciò assolutamente
unico e lui assolutamente unico, non fungibile con nessun altro e nessun’altra cosa.
Ogni particolare, tutti i particolari della sua voce, del suo corpo, del suo gesto diven- 15
tano i significanti4 di questa unicità. Quel particolare, quei particolari ci sono in lei
e soltanto in lei, in nessun’altra persona del mondo. Essa è straordinariamente unica
e straordinariamente diversa e lo stupore dell’amore è di trovare risposta da questo
essere così unico e così totalmente se stesso come nessun altro. Noi, ogni singola
persona, siamo diversi da tutti gli altri e lo sappiamo, ma è solo nell’innamoramento 20
che questa nostra individualità irriducibile viene colta e apprezzata in modo totale.
Un segno sicuro ed inconfondibile dell’amore è questo apprezzamento della speci-
L’articolazione ficità e unicità dell’altro. L’apprezzamento che sentiamo venire da lui ci consente di
argomentativa si apprezzare noi stessi, di dare sostanza di valore al nostro io. Questo è il movimento
arricchisce ora di
altri motivi. dell’individuazione. Ma nello stesso tempo l’innamoramento mette in atto un altro 25
movimento in un certo senso opposto al primo, quello della fusione. La fusione
è volta a produrre una convergenza delle volontà. La reciprocità d’amore significa
che entrambi vogliono assieme ciò che è importante per ciascuno. L’individuazione
differenzia, dà valore alle differenze, ne fa dei valori assoluti, fa sì che le preferenze
dell’amato siano per me modello ideale e legge, fa sì che le mie preferenze acquistino 30
ai miei occhi un valore esemplare. La fusione preme perché queste preferenze diver-
se convergano a costituire un’unica volontà. Ma proprio perché queste differenze e
queste preferenze sono diventate importanti, esse tendono a prevalere e si scontrano.
Altra conclusione L’amore è anche una lotta. Nell’amore ciascuno cerca di valorizzare la parte migliore
argomentativa. di sé, quella che sente come più sua, più vera, egli desidera che sia apprezzata questa. 35
E invece l’altro apprezza di più un’altra cosa, gliela rivela. Poiché l’amore lo porta ad
adottare il punto di vista dell’amato, egli allora deve rifare l’immagine che ha di sé.

1. L’innamoramento: l’autore non identi- passato l’abbiano svalutato come una 4. i significanti: gli aspetti materiali di
fica questo termine con l’amore. Innamo- forma di amore immaturo. un sentimento di unicità, così come in
ramento è lo stato nascente dell’amore, 2. fungibile: sostituibile. linguistica il significante è l’aspetto mate-
che Alberoni analizza con ampiezza, 3. monogamico: unisce un solo uomo a riale, fonico, di una parola.
nonostante altri psicologi e sociologi del una sola donna.

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L’innamoramento Proprio il desiderio di piacere all’amato lo porta a cambiare se stesso. Così ciascuno
modifica il nostro impone i suoi punti di vista all’altro e muta se stesso per piacere all’altro. In tutto
modo di comportarci.
questo non c’è imposizione, ma un continuo decifrare, un continuo scoprire. Tutti i 40
comportamenti dell’altro, i suoi gesti, i suoi sguardi diventano simboli da interpreta-
re. A nostra volta noi siamo continuamente produttori di simboli. Lo stato nascente
è una proliferazione di segni. In questo processo in cui sono coinvolti il passato ed
il presente è coinvolta anche la natura. La pioggia o il sole, la forma di una nube, si
arricchiscono di valore, diventano significanti di qualcosa che è connesso all’amato 45
e all’amore, hanno un senso, indicano una direzione. Poiché c’è l’ostacolo, poiché
l’altro è diverso, poiché la risposta non è mai assolutamente certa o perlomeno per-
fettamente proporzionale alla domanda, gli accadimenti, le cose, le combinazioni più
casuali diventano segnali da interpretare, inviti, rifiuti, presagi. Alcuni posti, dove
è avvenuto qualcosa di significativo, diventano sacri. Quel posto, quella casa, quel 50
particolare punto di vista sul mare o sui monti, quell’albero, diventano simboli sacri
dell’amato e dell’amore. Diventano zone sacre, templi, perché hanno ospitato un
istante di eternità d’amore o un presagio5.
da F. Alberoni, Innamoramento e amore, Garzanti, Milano

5. presagio: segno premonitore, presentimento.

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Analisi del Testo
La voce L’interesse del brano sta, oltre che nella limpidezza di analisi e nel suo taglio specifi-
della psicologia co, nel fatto di essere rivolto a un pubblico vasto, di utilizzare, quindi, un linguaggio
semplice e di non fare uso del registro letterario.
Il tema dell’innamoramento e dell’amore ha trovato larga eco nell’arte e nella lette-
ratura. Quella che noi ascoltiamo attraverso questo scritto è la voce, invece, della
psicologia, della sociologia, della filosofia contemporanea, espressa in un registro
aperto alla più ampia divulgazione.

L’innamoramento Nel passo, in particolare, si accenna alla nuova sintesi che l’innamoramento pro-
è fusione duce della realtà: la valorizzazione delle differenze e, nel contempo, il superamento
nel diverso di queste in un unico volere, che costituisce la fusione. La tesi espressa nel passo è
presentata subito nell’introduzione: l’innamoramento implica al tempo stesso la di-
versità e la forza di superarla, di realizzare la fusione tra le due persone. Lo svolgersi
successivo del brano è un approfondimento del concetto espresso in apertura,
attraverso argomentazioni esemplificative che sottolineano la ricchezza creativa di
questo sentimento e apportano nuove idee alla tesi iniziale: l’amore è anche lotta...
l’amore produce una geografia sacrale del mondo.
L’amore è anche una lotta: perché è inevitabile uno scontro tra differenze individua-
li e preferenze dell’altro. Così una persona nel processo dell’innamoramento
è portata a cambiare l’immagine che ha di sé per adeguarla alle preferenze
dell’altro. Noi acquistiamo nuova consapevolezza di noi stessi e del nostro valore
nella misura in cui ci rendiamo conto che un’altra persona ci valuta e ci valorizza
proprio per la nostra specificità. Tale processo non avviene, però, in forma imposi-
tiva e costretta, ma è una continua scoperta, una nuova sintesi di sé che ognuno
attua. Il procedere argomentativo del passo è costante: dapprima abbiamo l’enun-
ciazione dell’idea – in questo caso una tesi secondaria o un approfondimento della
tesi portante del testo –, successivamente l’argomentazione esplicativa ed esem-
plificativa.

ESERCIZI

1. Quali tesi sono sostenute nel passo? Che cosa significa fusione di due persone diverse? Quale fun-
zione assume la diversità nel processo dell’innamoramento?

2. Quali strategie argomentative utilizza l’autore? Si avvale di una serie di dati o opinioni accreditate
per poi enunciare una sua tesi, oppure, al contrario, prima dichiara sinteticamente una conclusione
argomentativa, che sostiene poi con esempi?

3. In che senso l’amore è una lotta? Come sostiene Alberoni questa tesi? Quali argomentazioni adduce?

4. Qual è lo stile del brano? Si potrebbe definire letterario?

5. Svolgi il seguente tema descrittivo-intimistico: “Un paesaggio che mi ‘sorride’ perché a esso è legato
un lieto ricordo”.

6. Analizza, con l’aiuto dell’insegnante, alcuni brani in prosa in cui il paesaggio o la stagione abbiano
una funzione essenziale nella descrizione del sentimento amoroso.

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antologia letteraria © IstItuto ItalIano EdIzIonI atlas

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