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Il decesso del lavoratore dipendente comporta l’automatica risoluzione del rapporto di lavoro
per impossibilità sopravvenuta della prestazione.
Il datore di lavoro è obbligato ad erogare l’indennità sostitutiva del preavviso (art. 2118 C.C.).
Ciascuna tipologia di somma ha uno specifico trattamento amministrativo (con riferimento alla
busta paga), previdenziale e fiscale.
Somme spettanti “iure proprio”: si tratta delle somme indicate tassativamente nell’art.
2122 C.C., comma 1 (indennità sostitutiva del preavviso e Tfr); la corresponsione di queste
somme è indipendente dall’accettazione dell’eredità, in quanto le stesse sono assegnate per
legge ai superstiti e non appartengono all’asse ereditario (indennità in caso di morte).
1
La devoluzione per diritto autonomo delle predette indennità si riflette anche sui criteri di
attribuzione delle stesse. Infatti, per i soggetti di cui all'art. 2122 C.C., comma 1, la
ripartizione va operata in base ad un accordo tra le parti. In difetto di accordo tra i
beneficiari, la quota spettante a ciascuno deve essere determinata dal giudice, il quale vi
procede determinando innanzitutto quale sia lo stato di bisogno di ciascuno, non
considerando le sole condizioni al momento della morte del lavoratore deceduto, ma tenendo
conto anche dei mutamenti intervenuti nel periodo successivo alla morte dello stesso. Quando
la ripartizione viene effettuata dal giudice secondo il bisogno dei beneficiari, le somme ad essi
spettanti devono essere trattenute dall'impresa fino alla presentazione di copia autentica
della decisione della Magistratura (si veda la Parte Terza della presente trattazione).
Si sottolinea che il principio sopra commentato della devoluzione delle indennità in caso morte
per diritto autonomo e non per successione ereditaria deve riferirsi esclusivamente ai soggetti
aventi causa indicati dal primo comma dell’art. 2122 del Codice Civile. In assenza di questi
soggetti (coniuge, figli, parenti entro il terzo grado, affini entro il secondo), la devoluzione delle
indennità in caso di morte viene disciplinata dalle norme della successione “mortis causa”,
testamentaria o legittima (come anche l’Agenzia delle Entrate ha ribadito con la Risoluzione n.
36/E del 6 febbraio 2009).
La devoluzione delle indennità in caso di morte disciplinata dalle norme della successione
“mortis causa” si ha anche quando l’evento morte non si colloca durante l’attività di servizio
del lavoratore ma è successivo alla cessazione del rapporto di lavoro. Anche in quest’ultimo
caso, infatti, le indennità in caso di morte rientrano nell’asse ereditario.
- Il datore di lavoro:
a) riceve la comunicazione delle quote concordate dai beneficiari (l’Allegato 2 fornisce un
modello standard per questa richiesta) o del provvedimento del Giudice che le determina
(in caso di disaccordo o di presenza di figli minori);
b) quantifica i compensi e l’aliquota media di tassazione del Tfr in capo al lavoratore deceduto
(si veda la Parte Seconda - profili fiscali);
c) ripartisce le somme secondo la percentuale di spettanza tra i beneficiari, al netto delle
imposte (si veda la Parte Seconda - profili fiscali); comunica ai medesimi la corresponsione
delle predette somme richiedendone una (firma per) ricevuta o una dichiarazione di
quietanza (si vedano l’Allegato 3 o l’Allegato 6).
Somme spettanti “iure successionis”: si tratta delle somme maturate dal lavoratore per
effetto della prestazione lavorativa resa fino al momento del decesso e non ancora liquidate
attraverso l’emissione della busta paga. Tali somme non possono essere corrisposte da parte
del datore di lavoro agli eredi senza un preventivo accertamento dell’accettazione dell’eredità,
che deve essere adeguatamente documentata dagli aventi diritto.
- Il datore di lavoro:
a) riceve la documentazione dell’avvenuta accettazione dell’eredità, unitamente
all’indicazione degli eredi e delle quote spettanti (si veda l’Allegato 4); comunica agli
eredi la corresponsione delle somme loro spettanti richiedendone una (firma per) ricevuta
o una dichiarazione di quietanza (si vedano l’Allegato 5 o l’Allegato 6)
b) esegue il conguaglio fiscale sulle somme già percepite dal lavoratore deceduto (si veda la
Parte seconda - Profili fiscali) e trattiene i contributi previdenziali dalle ultime competenze;
eroga agli eredi l’eventuale credito IRPEF risultante dal conguaglio.
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Aspetti contributivi
Sulle somme maturate dal lavoratore deceduto, compresa l’indennità sostituiva del preavviso,
la contribuzione obbligatoria deve essere calcolata con le consuete modalità (la contribuzione
rimane in capo al lavoratore).
Premessa
Con il presente intervento si vuole fornire un generale resoconto degli adempimenti di natura
tributaria posti a carico del sostituto di imposta in concomitanza con il decesso di un lavoratore
dipendente, in relazione sia all’imposizione fiscale sugli emolumenti da erogare agli eredi, sia ai
conseguenti obblighi dichiarativi nei confronti dell’Amministrazione Finanziaria.
In via preliminare, è opportuno rammentare che la Legge Finanziaria 2007 (L. n. 296/2006) ha
reintrodotto l’imposta sulle successioni e donazioni, in precedenza abolita dalla L. n. 383/2001,
ancorché imperniata su un sistema di calcolo che prevede alcune franchigie a beneficio dei
parenti più stretti (coniuge, parenti in linea retta, fratelli e sorelle) e dei portatori di handicap,
identificati quali eredi.
Come conseguenza diretta di questa reintroduzione, risulta pienamente in vigore l’obbligo (in
realtà mai soppresso neanche dalla previgente normativa) della dichiarazione di successione in
capo agli eredi, per legge o per testamento, anche qualora non abbiano ancora accettato
l’eredità, fatti salvi i seguenti casi di esonero:
- espressa rinunzia degli eredi all’eredità entro 12 mesi dalla data del decesso, termine di
legge per la presentazione della dichiarazione di successione (art. 28, comma 5, del D.Lgs.
n. 346/1990);
- richiesta da parte degli eredi, non in possesso dei beni ereditari, della nomina di un
curatore dell’eredità, con notificazione a mezzo di raccomandata all’ufficio dell’Agenzia
delle Entrate competente (art. 28, comma 5, del D.Lgs. n. 346/1990);
- in caso di eredità devoluta al coniuge e ai parenti il linea retta del defunto, con attivo
ereditario non superiore a euro 25.823 e non comprendente immobili o diritti reali
immobiliari (art. 28, comma 7, del D.Lgs. n. 346/1990).
In questo ambito, risulta molto importante, ai fini della definizione della corretta condotta che
il sostituto d’imposta deve adottare in caso di decesso di un dipendente, quanto dispone l’art.
48 del D.Lgs. n. 346/1990: i debitori del defunto non possono pagare le somme dovute
agli eredi finché non sia fornita prova della presentazione della dichiarazione di
successione, oppure una dichiarazione di inesistenza dell’obbligo dichiarativo, che
deve essere trasmessa entro 15 giorni, a cura del sostituto d’imposta, all’Ufficio del
Registro competente (Agenzia delle Entrate).
Entrando più nello specifico, gli emolumenti corrisposti dal sostituto d’imposta agli eredi, in
concomitanza del decesso di un dipendente, si possono riassumere in: retribuzione
interamente maturata e liquidata in capo al deceduto, retribuzione in corso di maturazione
(comprensiva dell’eventuale rateo di tredicesima mensilità, delle ferie non godute, di eventuali
premi, etc.), Tfr indennità di mancato preavviso (le c.d. “indennità in caso di morte”, di cui
all’art. 2122 del Codice Civile).
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Retribuzione interamente maturata in capo al dipendente deceduto
Si considerano nella sfera di competenza del sostituito deceduto non solo le somme e i valori
dallo stesso riscossi, ma anche tutti quelli messi a sua disposizione dal sostituto (ancorché, per
qualsiasi ragione, materialmente non riscossi), sui quali sia stata effettuata e versata la
relativa ritenuta.
Per tutto ciò che concerne le suddette competenze spettanti al dipendente deceduto,
considerate comprensive dell’ultima mensilità interamente maturata, esse debbono essere
oggetto di un normale conguaglio di fine rapporto di lavoro, effettuato applicando le vigenti
ritenute e detrazioni fiscali di spettanza del dipendente fino alla data del decesso.
In questo contesto, anche le somme di competenza del de cuius e relative agli incrementi di
produttività e innovazione, all’efficienza organizzativa e ed elementi di competitività e
redditività legati all’andamento economico dell’impresa, sono assoggettate, in sede di
erogazione agli eredi, all’imposta sostitutiva (dell’IRPEF e addizionali) nella misura del 10%,
sempreché ne siano verificate, in capo al lavoratore deceduto al momento del decesso, tutte le
condizioni di applicabilità previste dalla legge.
Ove le operazioni di conguaglio di fine rapporto si chiudano con un credito IRPEF a favore del
lavoratore deceduto, l'azienda deve restituire le maggiori ritenute operate, dopo aver
trattenuto le addizionali regionale e comunale sia per la residua parte della rateazione riferita
all'anno precedente, sia quella calcolata fino al momento della cessazione del rapporto,
applicando le aliquote fissate da Comune e Regione dove il lavoratore ha il domicilio fiscale al
momento del decesso.
Tali competenze fanno parte dei beni caduti in successione e sono compresi nell'attivo
ereditario. In presenza di un testamento, dette somme spetteranno agli eredi testamentari e ai
legatari, mentre in assenza, gli eredi saranno individuati secondo le norme della successione
legittima.
Queste somme sono assegnate agli eredi in proporzione alla loro quota di successione
ereditaria e devono essere dal sostituto assoggettate alla ritenuta corrispondente all'aliquota
del primo scaglione di reddito (23%), ai sensi dell’art. 23, secondo comma, lettera e), del
D.P.R. n. 600/1973; esse concorrono in maniera separata alla formazione del reddito degli
eredi, fatta salva la possibilità per questi ultimi di richiederne la tassazione ordinaria in sede di
dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui è avvenuta o ha avuto inizio la
percezione.
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L'ammontare percepito da sottoporre a tassazione separata è diminuito della quota
dell'imposta sulle successioni proporzionale al credito indicato nella relativa dichiarazione.
L'imposta eventualmente iscritta a ruolo è pari all'eccedenza rispetto alla ritenuta d'acconto
trattenuta dal sostituto di imposta; nel caso in cui quest'ultima risulti esuberante
l'Amministrazione Finanziaria provvede al rimborso.
In riferimento alle somme soggette a tassazione agevolata con imposta sostitutiva del 10%
(relative agli incrementi di produttività e innovazione, all’efficienza organizzativa e ed elementi
di competitività e redditività legati all’andamento economico dell’impresa), nel caso in cui le
stesse rientrino nella tipologia di redditi in commento, vale a dire di redditi maturati (o in corso
di maturazione) in capo al deceduto e non ancora liquidati al momento del decesso, l’Agenzia
delle Entrate si è pronunciata con la Circolare n. 59/E del 22 ottobre 2008, ritenendo questa
fattispecie non riconducibile alla menzionata regola generale delle tassazione separata dei
redditi erogati agli eredi.
In altri termini, l’Agenzia ritiene che la tassazione separata prevista in favore degli eredi (ai
sensi dell’art. 7, comma 3 del Tuir) trovi applicazione con riferimento ai redditi che per loro
natura confluirebbero nel reddito complessivo e non anche ai redditi assoggettabili ad imposta
sostitutiva.
I beneficiari di tali somme sono individuati dal primo comma dell'articolo citato, ai sensi del
quale nel caso di morte del prestatore di lavoro, le indennità indicate dagli artt. 2118
(indennità per mancato preavviso) e 2120 (trattamento di fine rapporto) del Codice Civile
devono corrispondersi al coniuge, ai figli e se vivevano a carico del prestatore di lavoro, ai
parenti entro il terzo grado e agli affini entro il secondo grado.
Occorre precisare che il titolo del diritto alle indennità in questione per i superstiti indicati al
primo comma dell'art. 2122 C.C. (coniuge, figli, e se viventi a carico del lavoratore deceduto,
parenti entro il terzo grado, affini entro il secondo) è, in generale, costituito direttamente dalla
legge, nel senso che essi sono destinatari di dette somme in quanto individuati come tali dalla
norma di legge, non in quanto successori testamentari o legittimi del defunto: si dice pertanto
che essi acquisiscono il diritto alle indennità in caso di morte "iure proprio" e non "iure
sucessionis" (cioè per diritto proprio e non a titolo di successione per causa di morte).
Il principio di devoluzione delle indennità in caso morte per diritto autonomo e non per
successione ereditaria contempla specifiche eccezioni, per le quali si rinvia alla Parte Prima
della presente trattazione.
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Nel caso in cui i beneficiari dell'indennità per il caso di morte comunichino, mediante idonea
documentazione (si veda paragrafo successivo), i criteri per la ripartizione della stessa,
l'impresa provvederà a versare a ciascuno degli aventi diritto la parte di capitale
corrispondente alla misura spettante, dopo aver detratto la relativa ritenuta IRPEF (che a sua
volta deve essere computata dividendone l'ammontare complessivo per la competente misura
di ripartizione).
Nel caso in cui manchi la comunicazione di cui sopra l'impresa potrà liberarsi pagando l'intera
somma a tutti gli aventi diritto, congiuntamente, e pretendendo una ricevuta liberatoria
sottoscritta da ciascuno di essi: in tal caso la relativa ritenuta sarà applicata anch'essa
sull'intero importo dell'indennità in questione.
In merito al trattamento fiscale delle indennità erogate in caso di morte, l'attuale normativa
fiscale prevede un identico trattamento impositivo, tanto nell'ipotesi in cui il beneficiario sia il
lavoratore dipendente, quanto nell'ipotesi in cui l'indennità spetti agli aventi causa o agli eredi
del lavoratore. Pertanto, anche quando le somme di cui trattasi sono liquidate agli aventi
diritto, l'aliquota va determinata con riferimento all'ammontare dell'indennità così come
maturata in capo al defunto, secondo il calcolo unitario valido in via generale.
• CUD 2010
Il datore di lavoro dovrà redigere un modello CUD intestato al dipendente deceduto, inserendo
i relativi dati anagrafici nella Parte A (“Dati generali”) e, nella Parte B (“Dati fiscali”), gli
elementi relativi alle retribuzioni dallo stesso percepite (punto 1), di norma, fino al mese
precedente a quello del decesso, nonché alla relativa imposizione fiscale ad aliquota
progressiva (punto 5). Questo modello CUD dovrà essere rilasciato ad uno degli eredi, al fine
dell’espletamento dei loro obblighi dichiarativi, qualora sussistenti, per conto del contribuente
deceduto, nei termini di cui all’art. 65 del D.P.R. n. 600/1973.
Nel caso di corresponsione agli eredi del lavoratore defunto di redditi di cui all’art. 7, comma 3,
del TUIR (retribuzioni in corso di maturazione soggette a tassazione separata), deve essere
rilasciato a ciascun erede una certificazione a questi intestata (con i relativi dati anagrafici nella
Parte A) contenente, nella Parte B (“Dati fiscali”), al punto 1 (ovvero al punto 2, a seconda
della tipologia di reddito corrisposto), l’importo dei redditi erogati e, al punto 5, l’ammontare
delle relative ritenute (calcolate con aliquota del 23%). Non deve essere compilato il punto 33
(imposta lorda). Nelle “Annotazioni”, con codice “AB” devono essere indicati il codice fiscale e i
dati anagrafici del deceduto e deve essere specificato che trattasi di redditi per i quali l’erede
non ha l’obbligo di presentare la dichiarazione.
Nella stessa certificazione, nella sezione trattamento di fine rapporto, occorrerà procedere alla
compilazione dei punti 124 e 125, indicando l’indennità complessivamente erogata nell’anno o
in anni precedenti a tutti i coeredi o al de cuius. Nel punto 131 deve essere indicata la quota,
in percentuale, spettante all’avente diritto o erede, mentre nei punti da 132 a 136 vanno
riportate tutte le informazioni richieste in merito al Tfr come maturato in capo al contribuente
deceduto.
Nello spazio relativo alle “Annotazioni” devono essere riportate, con codice “AB”, il codice
fiscale e i dati anagrafici del contribuente deceduto, nonché la natura delle indennità erogate
(specificando se trattasi di eredità o di indennità in caso morte ai sensi dell’art. 2122 del C.C.).
6
Nell’ipotesi in cui siano state erogate agli eredi, nel corso del periodo d’imposta, somme aventi
la natura di arretrati maturati in capo al defunto, tali importi andranno riportati nei punti da
112 a 115.
Per il lavoratore deceduto, le Parti A e B della comunicazione dovranno essere redatte nei modi
ordinari riportando i dati già inseriti nel modello CUD, mentre per la compilazione dei campi
relativi alle indennità in caso morte (indennità di fine rapporto e sostitutiva del preavviso), il
sostituto è tenuto a considerare esclusivamente i punti 236 (“Codice fiscale dell’avente diritto”)
e 237 (“Quota spettante per le indennità erogate”), avendo cura di compilare un rigo per ogni
avente diritto o erede.
Per quanto attiene, invece, alle comunicazioni relative agli eredi, le modalità di compilazione
sono le seguenti:
- nella Parte A i dati anagrafici saranno quelli dell’erede e nel campo 10 “Categorie particolari”
dovrà essere indicata la lettera “Z”;
- nella Parte B andranno riportate le informazioni già inserite nel modello CUD;
- nella sezione relativa alle indennità in caso di morte, dovranno essere fornite tutte le
informazioni inerenti il Tfr come maturato in capo al lavoratore deceduto, compilando i punti
da 137 a 234, oltre al punto 235 (“Codice fiscale del dipendente deceduto”).
Analogamente a quanto previsto per il modello CUD, il sostituto d’imposta dovrà rilasciare
all’erede distinte certificazioni in caso di erogazione di quote di Tfr provenienti da più de cuius,
ovvero in caso di erogazione di somme di spettanza del de cuius e di somme spettanti all’erede
in qualità di lavoratore.
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PARTE III: DOCUMENTAZIONE DA ACQUISIRE PRIMA DELL'EROGAZIONE
DELLE SOMME SPETTANTI
Prima di procedere alla liquidazione delle somme di spettanza del lavoratore deceduto, è
opportuno che l'imprenditore invii una lettera ad un congiunto dello stesso, con la quale si
rende noto che la liquidazione delle spettanze verrà effettuata non appena in possesso dei
nominativi e dei dati anagrafici degli aventi diritto, nonché della documentazione di seguito
indicata in relazione alle varie tipologie di emolumenti.
Una volta individuati i beneficiari e disponibili i conteggi relativi alle somme dovute agli stessi,
si consiglia di formalizzare per iscritto agli aventi diritto l'offerta della prestazione dovuta,
valutando l'ipotesi di versare su di un conto corrente bancario la somma di cui l'azienda è
debitrice.
L'impresa dovrà altresì farsi rilasciare dagli eredi o aventi diritto una dichiarazione di quietanza
relativa alle somme erogate.
Al fine di ripartire correttamente le somme, è necessario che il sostituto richieda l'atto notorio
con l'indicazione degli eredi (con i dati anagrafici e i relativi codici fiscali), del tipo di
devoluzione ereditaria (successione legittima o testamentaria) e delle quote spettanti.
L’erogazione delle predette somme è altresì condizionata dalla prova documentale, fornita dagli
eredi al sostituto d’imposta, in merito all’avvenuta presentazione della dichiarazione di
successione (quando dovuta), ovvero di una dichiarazione di inesistenza dell’obbligo
dichiarativo.
a) che tra il defunto e il coniuge non è mai stata pronunciata sentenza di divorzio,
oppure che è stata pronunciata tale sentenza ma che all'ex coniuge (superstite)
spettava l'assegno periodico e che, nel frattempo, il medesimo non è passato a nuove
nozze;
b) che tra il defunto ed il coniuge superstite è stata pronunciata sentenza di separazione
senza addebito a carico di quest'ultimo oppure con addebito al medesimo, ma con
diritto agli alimenti a favore dello stesso;
c) che tra il defunto ed il coniuge superstite, al momento dell'apertura della successione
(decesso), sussisteva una separazione di fatto;
d) se, oltre alla moglie e ai figli, vivevano o meno a carico del defunto parenti entro il
terzo grado o affini entro il secondo grado.
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- nel caso in cui richiedenti siano i parenti o gli affini legittimati, l’atto notorio
attestante:
a) il rapporto di parentela entro il terzo grado e/o di affinità entro il secondo grado;
b) il requisito della vivenza a carico.
- nel caso in cui il lavoratore deceduto non abbia disposto per testamento, e occorra
procedere secondo le norme della successione legittima, un atto notorio da cui
risultino le seguenti informazioni:
Quando la ripartizione non avviene previo accordo tra i beneficiari ma viene effettuata dal
Giudice secondo il bisogno di ciascuno, le somme ad essi spettanti devono essere trattenute
dall'azienda fino alla presentazione di copia autentica della decisione della Magistratura.
Se tra gli aventi diritto ci sono minori, è necessario il decreto del Giudice tutelare che
dispone in merito all'accettazione dell'indennità, sull'entità della quota spettante al minore e
che autorizza il legale rappresentante del minore a ritirare la quota stessa.
9
PARTE IV: ALLEGATI
Allegato 1
………….…………………………………..nato il ………………………
……………………………………………….nato il ……………………..
espone quanto segue.
Tale somma, al netto di ogni trattenuta di legge, è stata riconosciuta dal/la ricorrente
corrispondente a quanto dovuto dalla Ditta ……………………………,la quale si è dichiarata pronta ad
eseguire il relativo pagamento non appena in possesso del necessario decreto che autorizzi
all'incasso e al rilascio di ampia ricevuta liberatoria a saldo in nome e per conto dei minori,
assolvendo l'Impresa da ogni e qualsiasi responsabilità in ordine al pagamento che andrà ad
effettuare.
Tutto ciò premesso, chiede alla S.V. Ill.ma di essere autorizzato/a a riscuotere le predette
indennità e di essere esonerato/a dall'obbligo di reimpiego in quanto necessarie al proprio
sostentamento e dei minori.
Con ossequi.
..............
Allegati:
- certificato di morte
- stato di famiglia
- atto di notorietà
- prospetto liquidazione
10
Allegato 2
Luogo e data
Al datore di lavoro.......................
Come risulta dall'atto notorio, che si allega alla presente richiesta a formarne a tutti gli effetti
parte integrante, gli unici aventi diritto ai sensi dell'art. 2122 Cod. Civ., per essi intendendosi il
coniuge, i figli e i parenti entro il terzo grado e agli affini entro il secondo grado viventi a carico
sono i sottoscritti:
I richiedenti hanno raggiunto tra di loro l'accordo, che confermano con la sottoscrizione
apposta in calce al presente atto, per la seguente ripartizione delle indennità previste dal citato
art. 2122: ..... % a......................, ..... % a......................., ..... % a...................... e
richiedono, pertanto, che vengano loro corrisposte nelle rispettive indicate misure.
...................................
...................................
11
Allegato 3
Luogo e data
Facciamo espresso riferimento alla Sua richiesta (eventuale: sottoscritta anche dagli altri
aventi diritto) in data....................... .
Il trattamento di fine rapporto e l'indennità sostitutiva del preavviso spettanti al/la nostro/a
dipendente..............................., deceduto/a in costanza di rapporto, ammontano
complessivamente a €.............., come risulta dal conteggio che alleghiamo alla presente.
Preso atto delle concordi dichiarazioni degli aventi diritto sulle misure di ripartizione delle
indicate indennità, Le corrispondiamo la somma di €................, pari al........ % del totale, a
saldo della quota di TFR e di indennità sostitutiva del preavviso spettantiLe ai sensi dell'art.
2122 Cod. Civ.
12
Allegato 4
Luogo e data
Al datore di lavoro.............................
Come risulta dall'atto notorio, che si allega alla presente richiesta a formarne a tutti gli effetti
parte integrante, non vi sono superstiti aventi diritto ai sensi dell'art. 2122 Cod. Civ., per essi
intendendosi il coniuge, i figli e i parenti entro il terzo grado e agli affini entro il secondo grado
viventi a carico; i soli eredi, in base alla successione legittima (ovvero: testamentaria) sono i
sottoscritti:
...................................
...................................
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Allegato 5
Luogo e data
Facciamo espresso riferimento alla Sua richiesta (eventuale: sottoscritta anche dagli altri
eredi) in data............, prendendo anche atto che non vi sono aventi diritto alle indennità
previste dall'art. 2122 Cod. Civ.
Il trattamento di fine rapporto e l'indennità sostitutiva del preavviso spettanti al/la nostro/a
dipendente............................., deceduto/a in costanza di rapporto,
ammontano complessivamente a €.............., come risulta dal conteggio che alleghiamo alla
presente.
Preso atto delle concordi dichiarazioni degli eredi sulle misure di ripartizione dell'eredità, Le
corrispondiamo la somma di €...................., pari al..... % del totale, a saldo della quota di
TFR e di indennità sostitutiva del preavviso spettantiLe ai sensi dell'art. 2122 Cod. Civ.
14
Allegato 6
Dichiarazione di quietanza
Data ………………………
DICHIARAZIONE
…………………………………………
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