Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
16deformazioni PDF
16deformazioni PDF
16. DEFORMAZIONI
Si è visto che le equazioni che esprimono l’equilibrio, le quali sono indipendenti dalla deformazione
del corpo, sono indeterminate. Quindi il problema del corpo rigido, per il quale non si hanno altre
equazioni, resta indeterminato. Per avere ulteriori relazioni che consentano di ottenere una – ed una
sola – soluzione, occorre allora studiare un modello teorico più “ricco” del modello “corpo rigido”,
mettendo in gioco la deformabilità.
Per introdurre l’analisi della deformazione (detta P
anche “cinematica” o “geometria” della
z
deformazione), consideriamo un corpo in una
configurazione iniziale in cui, rispetto ad una terna (x, P0)
u(
y, z), il generico punto P0 ha coordinate x 0 , y 0 , z 0 . P0 A
u x = x − x 0 ; u y = y − y0 ; u z = z − z0 .
u(
Dopo la deformazione, essi sono stati trasformati in una terna di
dz
dy
elementi dL x , dL y , dL z , uscenti da P, ed è avvenuto che, in generale: dx P0
a) Ciascun elemento ha cambiato la sua lunghezza;
b) Le tre coppie di elementi non sono più ortogonali fra loro.
L’analisi della deformazione si basa sulla descrizione della trasformazione degli elementi
dx, dy, dz , in dL x , dL y , dL z .
119
Capitolo16 DEFORMAZIONI
y
dL
xy
dLx Q
P
y R0 )
/2
u (P
0
= y
A
0x
dy
0 x P0 dx Q0
Introduciamo tali relazioni, dette anche relazioni implicite di congruenza, sotto l’ipotesi
fondamentale che la configurazione deformata sia molto “vicina” (in teoria, infinitamente vicina)
all’indeformata. Ciò si esprime ipotizzando che lo spostamento sia in tutti i punti “piccolo” (in
teoria infinitesimo), unitamente alle sue derivate.
L’ipotesi ha il grande vantaggio di consentire – come vedremo – relazioni lineari dilatazione –
spostamento (senza di essa, sarebbero non lineari). Essa è accettabile per la grande maggioranza
delle strutture, che sono poco deformabili. Va in crisi per certe strutture ad alta deformabilità (ponti
sospesi, ponti strillati, reti di funi, …). R' R
Continuiamo a visualizzare, per semplicità, ux(R0)
xy Q
nel piano (x,y)
uy(R0)
P Q'
uy(Q0)
y R0
uy(P0)
2 A
dy
x P0 dx Q0
ux(P0)
ux(Q0)
120
Capitolo16 DEFORMAZIONI
∂u
u x (Q 0 ) = u x (x + dx, y, z ) = u x (P0 ) + x dx
∂x P0
∂u y
u y (Q 0 ) = u y (x + dx, y, z ) = u y (P0 ) + dx (e analoghe)
∂x P0
∂u
u x (R 0 ) = u x (x , y + dy, z ) = u x (P0 ) + x dy
∂y P0
∂u dL x − dx ∂u x
dL x ≅ dx + u x (Q 0 ) − u x (P0 ) = dx + x ; ε xx = = ; (e analoghe)
∂x P0 dx ∂x P0
π ∧ ∧ [u (Q ) − u (P )] + [u (R ) − u (P )] = ∂u y ∂u x
− α xy = Q ' P Q + R P R ' ≅ ∂x + ∂y ;
y 0 y 0 x 0 x 0
2 dx dy P0 P0
π ∂u ∂u y
γ xy = − α xy = x + ; (e analoghe)
2 ∂y P0 ∂x P0
R
xy Q
P
y R0
u
(visto in x,y)
2
dy
x P0 dx Q0
Riassumendo:
• Analizziamo la deformazione in un punto generico esaminando il comportamento di tre
elementi lineari infinitesimi dx, dy, dz, uscenti dal punto ed inizialmente paralleli agli assi x, y,
z.
• Descriviamo la deformazione mediante tre dilatazioni lineari (variazione relativa di lunghezza
dei tre elementi):
PQ − dx PR − dy PS − dz
ε xx = ; ε yy = ; ε zz =
dx dy dz
e tre scorrimenti (o dilatazioni) angolari (variazione degli angoli formati dalle tre coppie di
π π π
elementi): γ xy = − α xy ; γ yz = − α zy ; γ xz = − α xz .
2 2 2
• Supponendo u e le sue derivate infinitesimi (teoria delle deformazioni infinitesime, o teoria
infinitesima delle deformazioni) si ottengono le relazioni lineari fra le ε , le γ e le derivate
prime delle componenti di spostamento:
121
Capitolo16 DEFORMAZIONI
∂u x ∂u y ∂u
(1) ε xx = ; ε yy = ; ε zz = z
∂x ∂y ∂z
∂u x ∂u y ∂u ∂u ∂u y ∂u z
(2) γ xy = + ; γ xz = x + z ; γ yz = +
∂y ∂x ∂z ∂x ∂z ∂x
dette anche relazioni implicite di congruenza.
Osserviamo che γ yx = γ xy ; γ yz = γ zy ; γ xz = γ zx
∂u x ∂u y ∂u ∂u ∂u y ∂u z
(2) γ xy = γ yx = + ; γ xz = γ zx = x + z ; γ yz = γ zy = +
∂y ∂x ∂z ∂x ∂z ∂x
Esse possono essere scritte con formalismo unitario introducendo le grandezze (metà degli
scorrimenti angolari):
γ yx 1 ∂u x ∂u y γ 1 ∂u ∂u γ 1 ∂u ∂u
ε xy = = + ; ε xz = zx = x + z ; ε yz = zy = y + z
2 2 ∂y ∂x 2 2 ∂z ∂x 2 2 ∂z ∂x
1 ∂u x ∂u x 1 ∂u y ∂u y 1 ∂u ∂u
ε xx = + ; ε yy = + ; ε zz = z + z
2 ∂x ∂x 2 ∂y ∂y 2 ∂z ∂z
(3)
1 ∂u ∂u y 1 ∂u ∂u 1 ∂u y ∂u
ε xy = ε yx = x + ; ε xz = ε zx = x + z ; ε yz = ε zy = + z
2 ∂y ∂x 2 ∂z ∂x 2 ∂z ∂x
Le 9 quantità (di cui solo 6 distinte) ε ij prendono il nome di componenti della deformazione
infinitesima.
ε xx ε xy ε xz
La matrice simmetrica (3 x 3): ε yx ε yy ε yz descrive la deformazione nel punto considerato.
ε zx ε zy ε zz
Si potrebbe dimostrare che essa è associata ad un tensore doppio simmetrico (tensore della
deformazione infinitesima).
NB. Le dilatazioni e gli scorrimenti angolari (così come le componenti ε ij ) sono grandezze
122
Capitolo16 DEFORMAZIONI
NB. Le equazioni (3), da sole, sono indeterminate (così come le equazioni di Cauchy).
degli assi che rende diagonale la matrice delle tensioni nel punto.
σ xx σ xy σ xz σ I 0 0
σ yx σ yy σ yz ⇒ 0 σ II 0
σ zx σ zy σ zz 0 0 σ III
ciò significa che esiste nel punto una terna di direzioni ortogonali (direzioni principali delle
tensioni), tali che sulle giaciture ad esse ortogonali non agiscono tensioni tangenziali.
[ ]
Analogamente, per il tensore della deformazione ε ij , dato un punto, esiste una rotazione degli assi
z 2
2
y P0 2 P
x 2
2
2
123
Capitolo16 DEFORMAZIONI
ε 3 − I ε ε 2 + II ε ε − IIIε = 0 (3)
che si ottiene azzerando il determinante dei coefficienti del sistema (1).
3) Si sostituisce separatamente ciascuna delle “deformazioni principali” ε I , ε II , ε III , nel sistema (1)
che, unitamente alla (2), fornisce tre separate terne n x , n y , n z , che individuano le tre
εI ε II ε III
n 1I n 1II n 1III
n 2 I n 2 II n 2 III
n n n
3I 3II 3III
124
Capitolo16 DEFORMAZIONI
Le direzioni principali delle deformazioni sono, in generale, diverse da quelle delle tensioni.
Vengono a coincidere nel caso, che si esaminerà nel seguito, di corpo isotropo.
1 ∂u x ∂u x 1 ∂u y ∂u y 1 ∂u ∂u
ε xx = + ; ε yy = + ; ε zz = z + z (1)
2 ∂x ∂x 2 ∂y ∂y 2 ∂z ∂z
1 ∂u ∂u y 1 ∂u ∂u 1 ∂u y ∂u
ε xy = x + ; ε xz = x + z ; ε yz = + z
2 ∂y ∂x 2 ∂z ∂x 2 ∂z ∂x
Dato uno stato di spostamento u x , u y , u z , ad esso corrisponde sempre uno stato di deformazione
Dato uno stato di deformazione ε xx , ε yy ,... , non è detto che ad esso corrisponda uno stato di
spostamento u x , u y , u z , e che quindi esse siano vere deformazioni. Infatti date le ε ij , le (1)
diventano un sistema di equazioni differenziali nelle u x , u y , u z , che non è detto sia integrabile.
125
Capitolo16 DEFORMAZIONI
Pertanto, date sei componenti ε xx , ε yy ,... , esse possono essere vere deformazioni solo se soddisfano
certe equazioni (che sono le equazioni di integrabilità del sistema (1)). Tali equazioni, in numero di
sei, sono dovute a Saint Venant e Beltrami e sono denominate equazioni esplicite di compatibilità (o
di congruenza). Non le riportiamo qui.
126