Sei sulla pagina 1di 5

La metafisica

Indice
Il quadro delle scienze
Il concetto di metafisica
I significati dell'essere e la sostanza
• La categoria e la sostanza
• Il principio di non-contraddizione e la sostanza
La sostanza
Le quattro cause
La critica alle idee platoniche
La dottrina del divenire
• Potenza e atto
• La materia prima
La concezione aristotelica di Dio
• La dimostrazione dell'esistenza di Dio
• Gli attributi di Dio
• Monoteismo e politeismo in Aristotele

Il quadro delle scienze

Aristotele divide le scienze in tre gruppi: teoretiche, pratiche e poietiche o produttive.


Le scienze teoretiche hanno come oggetto il necessario, seguono un metodo dimostrativo e hanno
come scopo la conoscenza disinteressata della realtà. Sono la metafisica, la fisica e la matematica.
Le scienze pratiche hanno come oggetto il possibile, seguono un metodo non dimostrativo e
hanno come scopo l'orientamento all'agire. Sono la politica e l'etica.
Le scienze poietiche hanno anch'esse come oggetto il possibile, il metodo non dimostrativo e
come scopo la produzione e la manipolazione di oggetti. Sono le tecniche e le belle arti.
Il concetto di metafisica
La filosofia prima, o metafisica, o ontologia, è la scienza che indaga le strutture profonde e le
cause ultime del reale. La parola metafisica non è aristotelica: è stata coniata infatti da Andronico
di Rodi, il quale ordinando gli scritti aristotelici, posizionò a metà ta physikà (dopo i libri di fisica)
le opere riguardanti la filosofia prima. La posteriorità ha voluto che si indicasse con il termine
metafisica ciò che Aristotele chiamava per l'appunto filosofia prima.
Il filosofo ci da quattro definizioni di metafisica:
• la metafisica studia le cause e i principi dell'essere
• la metafisica studia l'essere in quanto essere
• la metafisica studia la sostanza
• la metafisica studia Dio e la sostanza immobile
La seconda definizione, ossia lo studio dell'essere in quanto essere, ci fa capire come la metafisica
non abbia per oggetto una realtà particolare e neanche una delle facce dell'essere (come le altre
scienze: es. la matematica studia la quantità dell'essere), ma 'tutte le caratteristiche universali che
strutturano l'essere come tale e quindi tutto l'essere e ogni essere' (cit G. Ferretti).

I significati dell'essere e la sostanza


La categoria e la sostanza

L'essere si presenta in una molteplicità inesauribile di modalità, poiché presenta una molteplicità
di aspetti e di significati. Aristotele ci mostra l'essere come:
• accidente
• categorie
• vero
• atto e potenza
Per categorie intende quelle determinazioni generalissime che ogni essere ha e non può fare a
meno di avere, ossia: la sostanza, la qualità, la quantità, l'agire, il subire, la relazione, il dove, il
quando e accanto a queste ne aggiunte talvolta altre, l'avere e il giacere.
Le categorie sono dal punto di vista ontologico i generi supremi dell'essere, mentre dal punto di
vista logico sono i predicati dell'essere. Tra tutte le categorie la più importante è la sostanza,
poiché tutte le altre la presuppongono: è dunque il centro di riferimento delle categorie e
dell'essere.

Il principio di non-contraddizione e la sostanza

L'assioma (ossia quel principio che definisce l'oggetto di una scienza) della metafisica è il principio
di non-contraddizione.

• E' impossibile che la stessa cosa insieme inerisca e non inerisca alla medesima cosa e secondo il
medesimo rispetto. (Metafisica, IV,3)

Impossibilità logica di affermare e di negare uno stesso predicato intorno a uno stesso soggetto.

• E' impossibile che la stessa cosa sia e insieme non sia. (Metafisica, IV, 4)

Impossibilità ontologica che un determinato essere sia e non sia quello che è.
Ogni essere ha dunque una natura determinata, che è necessaria. La sostanza è la natura
necessaria di un essere qualsiasi; è dunque l'equivalente ontologico del principio logico di non-
contraddizione.
La sostanza

La sostanza è l'individuo concreto che funge da soggetto reale di proprietà e da soggetto logico di
predicati. Per sottolineare la sua concretezza, Aristotele lo chiama tòde ti (questo qui).
La sostanza è costituita da un'unione indissolubile, detta sinolo, di forma e materia.
Per forma il filosofo intende la natura propria di una cosa, ciò che la rende ciò che è. È l'essenza
della sostanza e ha il compito di strutturare la materia.
Per materia intende invece il soggetto di cui una cosa è fatta.
La sostanza è sia il sinolo concreto di forma e materia, sia la forma che fa si che il sinolo sia
quello che è; è allo stesso tempo l'essere della sostanza (il sinolo) e l'essenza dell'essere(la
forma).
La sostanza ha come proprietà anche l'accidente: ossia quelle qualità casuali e fortuite che non
alterano la natura della cosa.

Le quattro cause
La conoscenza e la scienza consistono nel rendersi conto della causa delle cose. Aristotele
formula quattro tipi di cause:
• causa materiale è la materia, ossia ciò di cui è fatta la cosa
• causa formale è la forma, ossia l'essenza necessaria di una cosa
• causa efficiente è ciò che da inizio alla quiete o al mutamento
• causa finale è lo scopo al quale una cosa tende
Sono tutte specificazioni o articolazioni della sostanza, che è la vera causa dell'essere.
Inoltre, la causa formale, efficiente e finale nei processi naturali sono una cosa sola; mentre nei
processi artificiali possono essere ben distinte tra loro.

La critica alle idee platoniche


Nonostante Platone sia stato il maestro di Aristotele, e abbia formato il suo pensiero, le critiche
maggiori del filosofo furono appunto verso il proprio maestro.
Secondo Aristotele infatti, Platone aveva sì focalizzato la causa formale nel suo mondo delle idee
(essendo l'idea la natura necessaria della cosa) ma non capiva come le idee essendo fuori dalle cose,
potessero essere la causa delle cose stesse. Il principio delle cose devo risiedere nelle cose stesse,
ossia nella loro forma interiore.
Inoltre ammettere che ad ogni concetto corrisponde un'idea, vuol dire ammettere l'esistenza di altre
realtà oltre alle realtà sensibili. Le idee sono dunque inutili doppioni delle cose, che complicano
anziché semplificare la concezione della verità.
Inoltre secondo i platonici non dovrebbero esistere le cose negative e le cose transitorie, e sorgono
problemi anche per il rapporto tra la somiglianza delle idee e le cose corrispondenti (es. tra l'idea
del cane e il cane singolo), stesso problema che si era posto Platone nel Parmenide con l'argomento
del terzo uomo. Infine le idee in quanto immobili, non spiegano il movimento delle cose sensibili.

La dottrina del divenire


Potenza e atto

Il divenire è un dato di fatto dal tempo di Eraclito (panta rei, tutto scorre); il problema era invece
dato dalle modalità del divenire, poiché è impossibile e impensabile che dall'essere si generi il
nulla e che dal nulla si generi l'essere. Per questo Aristotele formula la sua dottrina del divenire
che si basa sul fatto che il divenire è il passaggio da un certo tipo di essere ad un altro certo
tipo di essere. Per fare ciò ha bisogno di due concetti:
• Potenza ossia la possibilità da parte della materia di assumere una determinata formazioni
• Atto ossia la realizzazione di tale possibilità
Il bambino ad esempio è un uomo in potenza, come l'uomo è il bambino in atto.
La potenza sta alla materia come l'atto sta alla forma: infatti la materia è la possibilità di
assumere forme diverse, mentre la forma è la realtà in atto di tali possibilità.
Inoltre la potenza è una possibilità a senso unico: è la necessità a costituire la modalità
fondamentale dell'essere.
Punto di partenza del divenire è dunque la materia, come privazione o pura potenza, mentre il
punto di arrivo è l'assunzione di tale forma, o l'atto.
Inoltre c'è da dire che l'atto ha nei confronti della potenza una priorità: gnoseologica, perché la
conosce della potenza presuppone la conoscenza dell'atto; cronologica, l'atto avviene
temporalmente prima della potenza; ontologica, l'atto è superiore poiché costituisce la causa, il
senso e il fine della potenza.

La materia prima

Spesso ciò che è forma però diventa materia, quindi una cosa può essere considerata sia potenza
che atto a seconda del punto di vista da cui la si considera (il pulcino ad esempio è potenza della
gallina e atto dell'uovo).
Facendo così si crea una catena infinita che vede il suo inizio nella materia prima e la sua fine
nella forma pura. La materia prima è pura potenza senza determinazioni; è un concetto limite,
valido solo teoricamente, poiché nel mondo esiste solo materia formata. La materia prima è la stessa
materia madre di cui ci aveva già parlato Platone nel Timeo.
La forma pura o atto puro, è invece la perfezione completamente realizzata e costituisce la
sostanza immobile e divina.

La concezione aristotelica di Dio


La dimostrazione dell'esistenza di Dio

Nella Metafisica Aristotele ci da la prova dell'esistenza di Dio basandosi sui concetti principali della
cinematica, ossia basandosi sul fatto che tutto ciò che è in moto è necessariamente mosso da
altro.
Dicendo questo si creerebbe una catena infinita che vede la causa iniziale in un principio
assolutamente ''primo'' e ''immobile''.
Gli attributi di Dio

Questo principio è Dio, che viene visto come:


• atto puro, ossia senza potenza e dunque senza movimento
• pura forma o sostanza incorporea
• realtà eterna e totalmente compiuta
Egli muove le cose non per causa efficiente ma per causa finale, ossia come oggetto d'amore.
Aristotele pone al principio della storia solo la materia pura, che tende alla perfezione e quindi ad
un forma, e Dio, che come atto puro e perfezione attrae verso di se la materia.
L'universo non è altro quindi che lo sforzo della materia verso Dio e la perfezione, è un desiderio
incessante di prendere forma. Il mondo dunque si auto-determina e si auto-forma aspirando a
Dio. L'essere è perciò un processo verso la perfezione eterno e inesauribile, poiché la materia non
può essere eliminata o diventare pura forma.

Monoteismo e politeismo in Aristotele

Dio non è però una sostanza unica. Il ragionamento che ne dimostra l'esistenza può essere ripetuto
per tutti i cieli. Essendoci, nelle credenze dell'epoca, 47 o 55 sfere celesti altrettanti sono le
intelligenze motrici.
Inoltre il termine divino equivale al concetto di eterno e incorruttibile, dunque divino sarà il motore
immobile, le intelligenze motrici, l'anima intellettuale ecc.

Potrebbero piacerti anche