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NORBERTO BOBBIO
l'ROF. ORD. DELL'UNIVERSITA' DI 'fORINO

ALCUNI ARGOMENTI
CONTRO IL DIRITTO NATURALE

Estratto dalla:
RJIIISTA DI DIRITTO CIVILE
Anno IV . 1958 . n. 3

PADOVA

I
NORBERTO BOBBIO
Prof. ordo dell'Università di Torino

ALCUNI ARGOMENTI

CONTRO IL DIRITTO NATURALE

Estratto dalla RIVISTA DI DIRITTO CIVILE


Anno IV o 1958 o no 3

BIB LIO . L':


NOR B':!(o. [L;S BIO
Centro Studi Piero Gobetti

PADOVA
CEDAM • CASA EDITRICE DOTTo ANTONIO MILANI
1958
NORBERTO BOBBIO
Prof. ord. dell'Università di Torino

ALCUNI ARGOMENTI CONTRO IL DIRITTO NATURALE (*)

PROPRIETA LETTERARIA
SoMMARIO: 1. Introduzione. - 2. Sul 'significato del termine « diritto » nell' espressione
« diritto naturale)l. - 3. Il fin e del diritto naturale. - 4. La funzione del diritto
@ Copyright 1958 by CEDAM • Padova naturale. - 5. Su1la molteplicità dei significati di « natura )l. - 6. Molteplicità di
opinioni sulla corrispondenza alla natura di questo o quel diritto. - 7. Impossibilità
di dedune un giudizio di 'valore da un giudizio di fatto. - 8. Tramonto del milo
"
della natura. - 9. Riassunto degli 'argomenti.
1/1

L - Le vecchie e nuove critiche al diritto naturale si possono, per co·


modità di esposizione, raccogliere in due gruppi, secondo che abbiano preso
Qi mira il sostantivo o l'aggettivo, cioè abbiano negato che il diritto naturale
sia diritto o che il, diritto propriamente detto possa dirsi naturale. Alla pri.
ma critica si sono dedicati soprattutto i giuristi; alla seconda, i filosofi .
. Permettete a me, filosofo' del diritto, di intrattenermi brevemente su en·
trambe, riferendo tre argomenti per ciascuno dei due gruppi.

2. - Tutto lo svil'uppo della scienza giuridica nel secolo scorso è stato


accompagnato da una costante polemica contro la pretesa del diritto natu·
rale di essere diritto alla stessa stregua del diritto positivo. Penso alla scuola
storica, ad Austin, ai pandettisti tedeschi, alla reine Rechtslehre, in genere al
positivismo giuridico. €iò che ai giusnaturalisti impenitenti poteva sembrare
un'illecita monopolizzazione del' diritto, e , ai giuristi che difendevano l'opera
loro un rifiuto del diritto naturale, era in realtà, e oggi cosi dobbiamo accet-
tarlo, un chiarimento e un affinamento della nozione di diritto, o, se si vuole,
dell'uso del termine « diritto ".
n risultato pòsitivo di questa polèmica contro il diritto naturale a me
pare si possa riassumere nella seguente proposizione: il termine « diritto"
nelle espressioni « diritto naturale II e « diritto positivo)) viene adoperato in
due significati diversi. Pertanto, se si continua a riferire questo termine a ciò
che i giuristi considerano oggetto dei loro studi, ~d è certamente l'uso piu
- Stampato in Italia - Printed in I taly -
(*') Relazione tenuta al Convegno sul' diritto naturale, che ebbe luogo a Parigi, nei
ARTI CRAFICHE LONCO E ZOPPELU • TREVISO • 1958 giorni 22 e 23 giugno 1957, per iniziativa dell~Institut intemational de Philosophie politique.
ALCUNI ARGOMBNTI éONTRO IL DIRITTO NATUItAU 5
4 NORBERTO BOBBIO

3. - A un risultato non dissimile si giunge se si guarda non alla strut-


comune, che dietro di sé ha la forza della tradizione, al cosiddetto diritto posi- tura formale della norma, ma al fine. La risposta piu comune, data nei sec~li,
tivo o vigente, non lo si può riferire senza generar confusioni a ciò che ~ alla domanda qual sia il fine del diritto, è che esso consista nella conservazIO-
giusnaturalisti chiamano « diritto naturale ». Perciò il giurista che rifiuta dI ne della società umana.- Orbene, la teoria del diritto naturale ci insegna al-
riconoscere al diritto naturale il carattere di vero e proprio diritto non si pro- meno una cosa con certezza' che il diritto naturale non serve a questo fine. Per
nuncia sull'esistenza o meno di ciò che viene chiamato diritto naturale, ma diritto naturale i giusnatu;alisti intendono il diritto che vige nello stato di
semplicemente contesta che, posto che esista, sia diritto allo stesso titolo del natura. Ebbene, è teoria , comune a tutto il giusnaturalismo del Sei e Settecento
diritto positivo. Ora, da questo punto di vista, a me pare che le obiezioni dei che lo stato di natura è impossibile, ed è impossibile proprio perché le leggi
giuristi siano inoppugnabili. naturali da sole non sono in grado di garantire agli uomini in società la si-
Per diritto i giuristi intendono un complesso di regole della condotta curezza della loro esistenza.
umana che hanno per caratteristica di essete fatte valere, nel caso di viola- Si prendano ad esempio Hobbes e Locke, Rousseau e Kant, per fare solo
zione, con la forza. Onde, obbligo giuridico significa dovere di agire in con- i grandi nomi. In tutti si coglierà la stessa preoccupazione: lo stato di natura
formità di una norma che prevede una conseguenza dannosa in caso di vio- è quello stato da cui gli uomini son dovuti uscire o per interesse o per nece!5-
lazione; diritto soggettivo significa potere di costringere direttamente o indi- sità storica ' o per dovere morale. E l'umanità è dovuta uscire dallo stato di
rettamente colui che è obbligato; e si dice che esiste di fatto un ordinamento natura perché questo è uno stato, a seconda dei punti di vista, pericoloso, im:o
giuridico quando un insieme di norme è posto da un potere che ha la forza possibile o ingiusto, è uno stato non conveniente all'uomo in società, per il
sufficiente per ottenerne il rispetto (principio di effettività). Ogni regola di quale l'unico stato adatto è lo stato civile. Uno dei caratteri costanti della let-
condotta attribuisce facoltà, poteri, obblighi; ma solo la regola di condotta teratura sul diritto naturale è ciò che vorrei chiamare con una formula espres-
giuridica, secondo l'uso linguistico dei giuristi che corrisponde, del resto, al- siva « il fallimento dello stato di natura ». Lo stato civile, ovvero lo stato in
l'uso comune, attribuisce facoltà, poteri, obblighi garantiti da un potere coat- cui le regole di condotta dell'uomo in società sono derivate non dall'essere
tivo organizzato. Ora quel che manca alla legge naturale è proprio ciò che conformi a ragione ma dall'essere garantite dal potere sovrano, rappresenta
costituisce l'elemento caratteristico del diritto, cioè l'effettività. Il diritto na- l'unico stato possibile per la vita sociale dell'uomo, la salvezza dell'uomo dagli
turale è un diritto disarmato. Nessuno nega che esso esprima un'esigenza, una inconvenienti dello f'tato di natura, il rifugio sicuro e stabile, anche se an-
proposta di diritto futuro , ma sino a che non ha trovato la forza ~er .f~r~i gusto, dalla libertà senza freni dello stato di natura.
valere, non è diritto nel senso corrente della parola, o per lo meno e dIrItto C'è un celehre passo di Hobbes in cui si fa l'elenco dei vantaggi dello
in senso equivoco o addirittura scorretto. Tutti sanno che la Dichiarazion.~ Stato paragonato allo stato di natura (3). Pufendorf, riferendosi a questo passo,
universale dei diritti dell'uomo nella fase attuale dello sviluppo del diritto conclude: « Pertanto io ritengo che non vi sia mezzo piu efficace per rintuz-
internazionale non è una dichiarazione di diritti ma di pii desideri. zare le lamentele del volgo sugli oneri- e gli svantaggi dello Stato, che mettere
Se si vuole una prova storica di questa ambiguità del termine diritto, si sotto i loro occhi gli svantaggi dello stato naturale» (4). Per Kant le ragioni
prenda la dottrina giuridica kantiana. Kant distingue, come tutti i giusnatura- . del passaggio da uno stato all'altro non sono utilitarie bensi morali, ma il
listi, li:> stato di natura retto dalle leggi naturali dallo stato civile retto dal di- tema fondamentale della insostenibilità dello stato di natura rimane invariato:
ritto positivo. Ma rendendosi conto della diversità dei due stati rispetto alla « Dal diritto privato nello stato naturale scaturisce ora il postulato del diritto
natura del diritto che vige in entrambi, dice che il primo è uno .stato provvi- pubblico: tu devi, grazie al rapporto di coesistenza che si stabilisce inevita-
sorio, il secondo, perentorio (l). In alcuni passi, peraltro, sottintendendo il bilmente tra te e gli altri uomini, uscire dallo stato di natura per entrare in uno
pensiero che queSta perentorietà sia il carattere essenziale del diritto, parla stato giuridico, vale a dire in uno stato di giustizia distributiva» (5).
dello stato di natura come di uno stato non giuridico e vi contrappone come
unico stato giuridico possibile lo stato civile (2). Il che conferma che nel pen-
4. - E' vero che, riconosciuta la necessità dello Stato, i giusnaturalisti
siero di Kant il diritto naturale è un diritto inferiore al diritto positivo sino
ritenevano che la funzione del diritto naturale non fosse del tutto esaurita,
al punto di diventare un non diritto quando è posto in antitesi al diritto in
e ne ammettevano l'uso almeno in due casi. Cito da un manuale molto diffuso
senso stretto.
nel '700, quello di Gottfried Achenwall, Jus naturae in usum auditorum: in
via principale per decidere le controversie fra gli Stati e fra iI governo e il
(') Metafisica dei costumi, Parte Ja. §§ 9, 15, in Scritti politici e di filosofia de.'la suo popolo; in via sussidiaria per colmare le lacune del diritto positivo (8).
storia e del diritto, Torino, 1957, pp. 436-445.
(') Ad esempio, nell'op. cit., al § 41, in cui dice: « Lo stato non-giuridico (der
(' ) De Cive, X, 1.
nicht-rechtliche Zustand), vale a dire quello in cui non vi è alcuna giustizia distributiva,
si chiama lo stato naturale (status naturalis) », in Scritti, cit., p. 492. E an cora, .quando (') CITO da S. PUFENDORF, Princip~ di diritto naturale, a cura di N. Bobbio, Torino,
parla dei rapporti tra gli Stati che sono rapporti di diritto naturale, dice che « gl.i ~t~ti, 1943, p. 66. TI passo si trova in De iure naturae et genLÌum, II, 2, 2_
considerati nei loro rapporti esteriori reciproci, sono per natura in uno stato non-gIundlco (') Metafisica dei costumi, Parte 1"', § 42, in Scritti, cit., p. 493.
(come dei selvaggi senza legge)>> (p. 535), intendendo ancora una volta assimilare lo (I) GoTTFRIED ACHENwALL, Jus naturae in usum auditorum.' Cito dalla settima edizione,
stato naturale ad uno stato precedente alla costituzione dello 'Stato giuridico.
6 NORBERTO BOBBIO ALCUNI ARGOMENTI ,CONTRO IL DIRITTO NATURALE 7

Domando: quale giurista o filosofo del diritto oggi sarebbe disposto a ri- qui en ont traité. Parmi les plus graves écrivains, à peine en trouve-t-on deux
conoscere legittimi questi due usi del diritto naturale? Il diritto che regola il qui soient du meme avis sur ce point» (9).
rapporto fra gli Stati è stato sempre piti riconosciuto e costruito come un di- Per rendersi conto della giusta perplessità di Rousseau, basta pensare a
ritto positivo, come un diritto le cui fonti non differiscono da quelle tradizio- certe famose contese ~ome quella se lo stato di natura sia di pace o di guerra,
nali del diritto positivo_ Quanto ai rapporti fra sovrano' e sudditi, la elabo- per cui Pufendorf contendeva con Hobbes; o quell' altra, se l'istinto naturale
razione dello Stato di diritto ha avuto di mira prQprio l'estensione delle ga- fondamentale sia favorevole o contrario alla società, che divideva Hobbes da
ranzie giuridiche alla maggior parte di tali rapporti in un processo che si, Grozio; o se l'uomo naturale sia debole e insicuro, come voleva Pufendorf, o
potIebbe chiamare di progressiva regolamentazione giuridica dell'obbligazio- forte e sicuro come voleva Rousseau; o se la legge naturale sia comune agli
ne politica. Infine, per quel che riguarda le lacune, un articolo come l'art. 6 uomini e agli animali, come affermava Ulpiano, oppure sia propria unicamen-
del Codice austriaco del 1811, che in caso di lacune rinvia ai « principi del te degli esseri razionali, come affermava S. Tommaso. Si pensi poi alla va-
diritto naturale» (naturliche Rechtsgrundsiitze), sarebbe considerato in una rietà di opinioni sul contenuto della legge naturale fondamentale, che era per
legislazione moderna anacronistico, essendo ' la prevalente dottrina giuridica Hobbes la pace, per Cumberland la benevolenza, per Pufendorf la socialità,
orientata a trarre la disciplina dei casi non previsti dai principi generali de-
!ilumibili dall'ordinamento giuridico positivo preso nel suo complesso. Insom-
I~ per Thomasius la felicità, per Wolf la perfezione, per la dottrina scolastica
una mera proposizione formale bonum jaciendum ma'le vitandum, riempibile
ma, se l'utilità del diritto naturale dovesse risplendere solo nei casi suesposti, di qualsiasi contenuto.
qualsiasi giurista oggi risponderebbe tranquillamente che il diritto naturale è Bisogna confessare che, se urio degli ideali di una società giuridicamente
stato messo completamente fuori uso dall'estendersi del diritto positivo. costituita è la certezza, una convivenza fondata sui principi del diritto natu·
Vi è un punto, se mai, in 'cui un onesto giurista contemporaneo sarebbe l'aIe è quella in cui regna la massima incertezza. Se caratteristica di un regi-
disposto ad accettare la natura come fonte del diritto positivo: ed è- là dove me tirannico è l'arbitrio, quello retto dal diritto naturale è il piti tirannico,
egli afferma che si possa trarre una soluzione, in casi dubbi o senza una di- perché questo gran libro della natura non fornisce criteri generali di valuta-
sciplina giuridica, dalla cosiddetta natura delle cose. Ma « natura» ha qui le zione, ma ognuno lo legge a suo modo.
stesso significato che nell'espressione « diritto naturale»? Anche qui mi pa- :
re che sia avvenuto. come per. il termine « diritto », una trasposizione di si- 6. - Il disaccordo sul punto di partenza si ripercuote nella risposta che
gnificato nel passaggio dal linguaggio filosofico al linguaggio giuridico. Ma i giusnaturalisti hanno dato alla domanda: quali diritti o istituti sono da
per rispondere a questa domanda è bene affrontare il nostro secondo pro- considerarsi naturali e quali no? Un elenco completo delle opinioni in que-
blema, vale a dire le discussioni sorte sul concetto di natura. sta materia potrebbe costituire, come è stato piti volte osservato, l'affascinapte
tema di un nuovo elogio della follia. Non vi è nessuna affermazio.ne di corri-
5. - Per capire che cosa significhi per un diritto essere naturale, biso;. spondenza alla natura di questo o quel diritto a cui non si possa contrapporre
il riconoscimento della corrispondenza alla natura del diritto contrario. '
gnerebbe prima di tutto mettersi d'accordo sul significato del termine « na-
Neppure il diritto di libertà si sottraSSe a questa avventura. Per i gius-
tura », Purtroppo, « natura» è uno dei termini piti ambigui in ' cui sia dato im-
naturalisti moderni la libertà, intesa come indipendenza, fti considerata co-
battersi nella storia della filosofia (1). Recentemente Erik Wolf ha enumerato,
stantemente come un diritto naturale sino a che Kant ne fece il diritto natu-
a proposito dell'espressione « diritto naturale», nove significati di « natu-
rale fondamentale (10). Aristotele, invece, considerava perfettamente naturale
ra» (8). E del resto sono presenti alla mente di tutti le parole di Rousseau
anche la schiavitti, perché la natura aveva fatto si che vi fossero uomini natu-
nella prefazione del Discours sur l'origine et les londements de l'inégalité, là ralmente padroni e uomini naturalmente schiavi (ll). Questa natura era dun-
dove, domandandosi che cosa si debba intendere per « natura» dell'uomo, que cosi condiscendente, che permetteva da un lato ai teorici dello stato li-
afferma: « Ce n'est point sans surprise et sans scandale qu'on remarque le berale di esaltare la naturalità della libertà e a un filosofo di una società che
peu d'accord qui règne sur cette importante matière entre les divers auteurs possedeva schiavi di giustificare la naturalità della schiavitu. Per quel che
riguarda la proprietà non' credo sia mai stata decisa in modo convincente
Gottingae, sumptibus Victol'ini Rossigelii, 1774, § 7, p. 2: « Qui vero nostro iuri est la secolare controversia se sia pjti naturale il regime della comunione dei beni
proprius [idest iuri naturali], eo pothisimum redit, ut utile sit: 1) principaliter !id o quello che riconosce la proprietà individuale. Locke, ad esempio, aveva esco-
diiudicandas actiones ( ... ) et deciaendas controversias quum Gentium inter se invicem, gitato la teoria secondo cui la proprietà individuale era naturale perché di-
tum etiam Imperatium civilium et populorum suorum, quippe qui nullo iure fiumano
adstricti reguntur iure naturali; 2) subsidiane vero ad diiudicandas actiones et terminandas
scendeva da un atto naturale qual era il lavoro (12), ma Rousseau di rimando
Jites etiam illorum omnium, qui certo iuri humano subsunt, eo nimirum casu, ubi hoc
ius humanum piane deficit, quippe tum, si opus fuerit, ad ius naturale est recurrendum ». (') Op. cito nel testo, prefazione.
(' ) Vedi alcune citazioni ioteressanti in HAZARD, La crisi della coscienza europea, (lO) Metafisica dei costumi, Parte la, in Scritti, cit., p. 416.
Torino, 1946, p. 276 55. (") Politica, l, 5.
(') Das Problem der Nàturrechtslehre, Karlsruhe, 1955. (12) Due trattati sul governo. Secondo trattato, V, § 27, ediz. ital., Torino,1948, p. 256.
8 NORBERTO BOBBIO ALCUNI ARGOMENTI CONTRO IL DIRITTO NATURALE 9

biasimò come il vero fondatore della società civile « le premier qui ayant dell'obbligazione politica, il diritto pubblico europeo fu diviso" permanente-
enclos un terrain s'avisa de dire 'Ceci est à moi ' et trouva des gens assez mente in due campi 'c ontrapposti, fra i sostenitori del dovere incondizionato
simples pour le croire » ( 13). In questo campo due tradizioni parallele e con- di obbedienza anche alll1- legge ingiusta e i sostenitori del diritto di resisten-
trapposte si richiamano entrambe alla i~vincibile .1e~ge d.ell~ n~tur.a: ?a un za; e ancora una volta la legge naturale servi di guida infallibile a entrambi
lato il pensiero liberale-borghese che sfOCIa nelle DIChIaraZIOnI del dmttI della i contendenti. Coloro che affermavano il dovere assoluto di obbedienza allo
fine del Settecento leggerà nel libro della natura la prescrizione che la proprietà Stato dicevano che il potere dello Stato era imposto dalla legge di natura, e
individuale è un diritto naturale, « inviolable et sacré » (,4); dall'altro il pen- che pertanto la violazione di una legge dello Stato era insieme la violazione
siero utopista socialista, da Campanella a Winstanley, a Morelly, si appellerà della legge naturale che stava a fondamento dello Stato; coloro che afferma-
al codice della natura per dimostrare che il solo regime che la natura pre- vano il diritto di resistenza dicevano che la legge naturale, che stava a fon-
scrive è quello della comunione dei beni. Anche il regime del matrimonio, damento dello Stato, non sopprimeva le leggi naturali da cui derivavano i
questo istituto fondamentale della societas naturalis per eccellenza, della fa- diritti naturali individuali, e pertanto era naturale disobbedire alla legge
miglia, diede luogo a famose di~pute: la poligamia, ad e.se~pio, era di di- dello Stato non rispettosa di questi diritti.
ritto naturale? Lo stesso Pufendorf, dopo aver esposto le ragIOnI pro e contro la
poligamia, si limitò a dire che il matrimonio monogamico era pitI vantaggioso
e pitI onesto, tanto che non gli mancarono accuse di esser~ fautore della po- 7. - Per un concetto come quello di natura, che ha sempre preteso di
porsi per la sua validità universale e assoluta ' al disopra del diritto positivo,
ligamia, da cui si dovette difendere per non passare per empIO ('5). Non basta:
accusato di essere particolare e relativo, questa irreducibilità "di opinioni è un
il celebre frammento di Ulpiano sul diritto naturale era andato tant'oltre da
considerare come istituto tipico del diritto naturale niente meno che la argomento di cui nessuno può facilmente sbarazzarsi. Ma ammettiamo pure
coniugatio maris "et feminae (1 6). Non meno aspra fu la contesa tra i dottori la tesi piu favorevole ai giusnaturalisti, cioè che, nonostante le divergenze su
intorno al testamento: che fosse un istituto di . diritto naturale era stato affer- punti anche fondamentali, si possa raggiungere un accordo per distinguere ciò
mato da Grozio (17); di contro Pufendorf, ispirato forse da Hobb~, trovò chè è naturale da ciò che non lo è, e pertanto si possa giungere al riconosci-
mento che certe tendenze nell'uomo sono naturali e altre no.
che l'opinione di Grozio era piuttosto diffì.cile da acc~tta~e, perche le c?se
di cui l'individuo è proprietario sono destmate a servugh durante la VIta, Fatta questa ammissione, peraltro, non vedo come dalla distinzione tra ciò
non dopo la morte (1 8); a sua volta il Barbeyrac, commentatore di Grozio e che è naturale e ciò che non lo è si possa trarre un criterio per distinguere ciò
di Pufendorf aveva dato ragione al primo e torto al secondo (1 9). Quanto al che è giusto da ciò che è ingiusto, che è poi lo scopo ultimo di ogni teoria del
diritto pubbÙco, nei Dibattiti di Putney, l'ala moderata e quella radicale diritto naturale. Che un certo evento sia naturale è o dovrebbe essere un giu-
dell' esercito rivoluzionario di Cromwell discussero se i diritti politici nella dizio di fatto, ricavato dall'osservazione di ciò che accade per lo piu fra gli
futura costituzione dovessero appartenere a tutti i cittadini o solo ai pro- uomini, materia, oggi si direbbe, di ricerche empiriche come l'antropologia
prietari: i levellers, che sostenevano la prima tesi, si appellavano al diritto e la sociologia. Che quello stesso evento sia da approvarsi come giusto e òa
naturale e dicevano: « Ogni uomo nato in Inghilterra non può e non deve: condannarsi come ingiusto è invece un giudizio di valore. Ma è possibile de·
né per la legge di natura, né per quella di Dio, essere escluso dalla sce~ta dI durre un giudizio di valore da un giudizio di fatto? Ho chiesto invano ai
quelli incaricati di fare le leggi ); ; ma .anche Ireton, che. sostenev~ la teSI con· giusnaturalisti una risposta soddisfacente a questa domanda. Anzi, se do-
traria, invocava il diritto naturale e dIceva: « che per Il fatto dI essere nato vessi dare una risposta in base a quel che ho imparato "dai giusnaturalisti,
in In ohilterra un uomo debba partecipare a quel potere che dispone delle questa non potrebbe essere che negativa. Dai loro libri infatti ho appreso due
terre ~ d' ogni cosa in questo paese, non mi sembra vi sia motivo suffìci~nte cose: a) che nel passaggio dalla constatazione di fatto alla prescrizione di
per affermarlo » (20). Nei riguardi del problema della natura e dell' estensIOne una regola sono stati introdotti surrettiziamente valori non dichiarati ; b) che
allo stesso fatto, di cui si pretende dare una pura e semplice descrizione, per
esempio la natura umana, è già stato attribuito in precedenza un valore po-
( 13 ) Discours sur l'origine et les jondements de l'inél:alit é panni les homm es, cit.. sitivo.
parte Ila, pr.
C' ) Art. 17 della Déclaration des droits de l' homme et du citoyen n 789). Come esempio del primo procedimento ricordiamoci di Hobbes, il quale
( " ) De iUl e natu/"Ue et gentium, VI, l, 19. descrive lo stato di natura come uno stato di guerra perpetua, per poi ricavare
( IO) D., l, l, 3. da questa descrizione la legge naturale fondamentale: pax est quaerenda (21) .
C') De iure belli ac pacis, II, 6, 14, n. L Ma davvero Hobbes ha ricavato una prescrizione da una descrizione? In real-
( " ) De iure naturae et gentium, IV, lO, 4. tà egli ha introdotto alcuni giudizi di valore come i seguenti: « la guerra è
( lO) Vedi, nell'edizione fran cese del trattato del Pufendorf, curata da J. Barbeyrac. male », oppure « la vita è il supremo valore » ; ed è da questi giudizi di valo-
il commento al passo citato nella nota precedente e anche la nota al § l dello stesso re, e non dal giudizio di fatto che deduce la legge naturale fondamentale. Che
capitolo.
(,D) Cito dalla raccolta di libelli politici della rivoluzione inglese, Puritanismo e
libertà, a cura di V. Gabrieli, Torino, 1957, pp. 72 e 69·70. (21) De Cive, II, 2.

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NORBERTO BOBBIO ALCUNI ARGOMENTI CONTRO IL DIRITTO NATURALE il
lO
la pace debba essere cercata con ogni mezzo n~n è la conseguenza ~el. g.iud~: giudizio di valore; e quando due persone sono d'accordo su un fatto non è detto
zio di fatto: « lo stato di natura è uno stato dI guerra»; ma del glU~IZIO l che siano d'accordo anche sul valore da attribuire a quel fatto. Da ciò consegue
valore: « lo stato di guerra è un male». Quanto al secon~o. procedImento, che se anche tutti i giusnaturalisti di tutti i tempi fossero stati d'accordo nel con-
riferiamoci alla non meno celebre dottrina di Spino~a, per CUI ~I~scuno ha tan- siderare come natùrali certe tendenze piuttosto che certe altre, cioé sui fatti da
to diritto in natura quanto ha di potenza, onde è gIusto ~erc?~ e natu~ale c~e considerare come naturali (e abbiamo visto che Ciò è ben lungi dall'essere avve·
il pesce grosso mangi il pesce piccolo (22). Ebbene, che Il dmtto co.r~Ispo~ ~ nuto), non ne sarebbe derivato necessariamente un accordo anche sulla valuta-
alla potenza naturale deriva dall' attribuire alla natura un valo~~ pOSItIVO, Cloe zione di queste tendenze come giuste o ingiuste. Eppure, affinché si possa parla-
dal giudizio di valore secondo cui la natura è buona, ~ tu~to CIO che f.a ~a na: re della validità e quindi dell'utilità di un sistema di diritto naturale, che è un
tura è bene. In altre parole, deriva dal sostituire al sIgnIficato ?es~nttlvo dI sistema di valutazioni, occorre non già la prima forma d'accordo, ma la seconda.
« natura», intesa come equivalente a tutto ciò che accade, u~ sIgnIficato va-
lutativo equivalente a tutto ciò che, in quanto accade e per Il solo fatto che 8. - Se mai accordo vi fu tra i giusnaturalisti sopra alcune leggi fon-
accade, è bene. . . ·1 I d I damentali della società, considerate come naturali, esso derivava non già dalla
Insomma, quando il giusnaturahsta preten.d~ dI de.durre ~ va. ore a constatazione che vi fosse una natura costante dell'uomo, bensl dalla considera-
fatto, ciò che deve accadere da ciò che. accad.e, SI Illu~~: m realta egh dedu~e zione della natura come buona o benefica. La forza del diritto naturale nella
un valore da un altro valore, o, se si vuole, r~ca~a CIO ?~e deve accadere a età moderna fino alla sua crisi prodotta dallo storicismo, riposava sopra una
ciò che accade unicamente perché ha già attnbUIto a CIO che accade. un va- determinata concezione etica, che altri potrà chiamare ideologia, di cui era '
lore negativo o positivo, trasfor~ando ~n ~i~diz~o di fatto q~ale:, « Il pesc~ parte integrante l'idea o il mito della bontà della natura. In questa conce-
grosso mangia il pesce piccolo» m un gIUdIZIO dI valore quale. « e male, op zione etica la natura era il valore ultimo, e pertanto si considerava tanto piu
pure è bene, che il pesce grosso mangi il pesce p}ccolo». ~a per affermare buona una società quanto piu tendesse a liberare le forze natura1i dell'uomo.
che un certo evento è bene o male egli non fa pIU appello alla natura, ma a
Disvalore erano la storia, le istituzioni positive, la civiltà, i costumi che si
un sistema di valori presupposto alla natura. .' ., erano andati formando senz'ordine e senza un'apparente giustificazione ra-
La miglior prova che il criterio di distinzione tra CIÒ. ch~ e natu~?le.e CIO
zionale corrompendo la natura. L'ideale di un'etica conforme a ragione si
che tale non è, non coincide col criterio di distinzione ~ra Il gIU~tO e l IngIUstn,
accompagnava con l'ideale del ritorno alla natura; il supremo dovere dell'uo·
è data dalla constatazione che l'accordo sul riconOSCImento dI una tendenza
come naturale non ha mai portato con sé necessariamente l'acc?rdo an~he sul- mo era il recupero della ipotetica libertà dello stato di natura contro la
l'attribuzione a questa tendenza di un valore positivo o negatIvo i o,.In a~tre schiavitU delle istituzioni sociali positive; i popoli naturali venivano esaltati
parole. l'accordo sul fatto che un certo evento è natur.ale n~~ ~m~hca .1 ~c: di {:ontro ai popoli civili; ciò che era naturale si contrapponeva come univer-
cordo 'sulla bontà di quell'evento. Per Hobbes, ad esemplO, ~h IstmtI eg~IstICI • salmente umano, razionale, valido al disopra dello spazio e del tempo, a ciò
sono naturali, ma cattivi, perché generano la guerr~ dI tut!I contr~ tutt~. M~ che era positivo inteso come particolare, irrazionale, valido entro ristretti li-
per Mandeville gli stessi istinti egoistici sono buom pe~c~e ?~ esSI denva Il miti di spazio e di .tempo. 10 stesso ideale della bontà della natura in antitesi
benessere della società. Fra un sostenitore della propneta mdlvlduale e. un S?· alla malvagità della storia che guidava i deisti· alla ricerca della religione
stenitore della proprietà collettiva vi può essere un duplice ac.co~d? SUI fattI: naturale, e i primi economisti alla ricerca di una economia naturale, guidò
a) in origine la proprietà era comune; b) l'isti~to del,la. pr~pneta e comune. a pure i giuristi alla ricerca di un diritto naturale. Nella sua filosofia della sto-
tutti gli uomini. Ciò che li pone l'uno co~tro ~ altro ? Il ~Isaccordo su~l~ dI~­ ria Kant riassumeva assai bene quest'orientamento generale dell'illuminismo
ferente valutazione che essi danno a questI fattI: per Il pnmo la co~un~ta ?r.l- affermando che il progresso verso il meglio dell'umanità sarebbe consistito
ginaria è diventata col passar del temp? ,ingi~s~a; per il sec.ondo ~ IngIUs~Izl;a nello sviluppo delle facoltà naturali, e per questo egli invocava una società
è consistita nel passaggio dalla com UnIta ongmana, al ~egime d~ prop~Iet,l. giuridica universale fondata sul principio del diritto come condizione di coe-
Per il primo l'istinto naturale di proprietà reca con se del vantaggI; per Il se- sistenza delle libertà esterne. La teoria dello Stato moderno da Locke a Kant,
condo non produce che svantaggi. Tanto Hobbes quanto Pufendorf ~mmett?­ ispirandosi a questo ideale della natura benefica, ha sempre indicato come
no che nello stato di natura gli uomini siano egua~i e pe:tanto l'eguagha~~a SIa fine ultimo dello stato, non già il prescrivere la virtu o la felicità, ma il rimuo-
un fatto naturale' ma mentre per Hobbes l'eguaghanza e un male per?he e una vere gli ostacoli che la tradizione aveva accumulato contro la libera disposizio-
delle cause del te~rore reciproco e quindi dei conflitti, per Pufendorf e un bene ne da parte dell'uomo della propria natura. « L'homme est né libre et partout
perché, anziché eccitare, frena la volontà di nuocere (~3). . . ' il est dans Ies fers» (24).
Orbene, questo disaccordo avviene perché il gIUdlZlO che ~n even!o ~ Ma ora questo mito della natura da gran tempo è crollato: idealismo te-
naturale è un giudizio di fatto, mentre quello che lo stesso evento e bene, e un
desco, materialismo storico, positivismo, utilitarismo, prammatismo, tutte le
(22) Tractatus theologico.politicus, XVI, 2, 3, 4.
(2J) De Cive, I, 3 e De iure naturae et gentium, Il, 2, 8.
(") 1. J. ROUSSEAU, Du contraL social, I, l, pro
12 NORBERTO BOBBIO
ALCUNI ARGOMENTI CONTRO IL DnUTTO NATURALE 13

correnti filosofiche nuove dell'Ottocento e del Novecento lo hanno a poco a po- 9. - Concludendo, i sei argomenti illustrati possono essere riassunti in
co privato della sua forza di suggestione (25)_ La storia è stata concepita questo modo:
sempre piu come produzione dell'uomo, e come allontanamento dalla natura_ a) Il diritto naturale non è diritto alla stessa stregua del diritto positivo,
Il rapporto gerarchico fra natura e storia è stato invertito: non è già la natur<j, perché manca dell' attributo dell' efficacia; ,
benefica che deve orientare la storia, ma la continua creazione della storia che b) il diritto naturale non riesce a raggi,u ngere lo scopo che viene attribui-
deve prevalere sulla natura matrigna. All'ideale del ritorno alla natura si è to ai sistemi giuridici positivi, perché non garantisce né la pace né la sicurezza ;
contrapposto sempre piu l'ideale del dominio sulla natura. L'idoleggiamento del c) il diritto positivo ha invaso a poco a poco tutti i campi che venivano
primitivo è considerato come una manifestazione di decadentismo, e il rifu- assegnati al diritto naturale;
gio nella vita naturale come un'evasione. I sociologi e gli antropologi non d) la nozione di « natura » è cosi equivoca, che sono stati considerati co-
cercano piu nelle società primitive le tracce di una primitiva e incorrotta me naturali diritti diametralmente opposti;
natura ma le forme dell'organizzazione culturale; non i dettami della natura,
ma i prodotti dell 'uomo e della sua storia. Il nostro sistema di valori si è spo- e) anche se l'accordo su ciò che è naturale fosse stato unanime, non ne
stato dall'apprezzamento della spontaneità, come adeguamento alla natura, sarebbe derivato necessariamente l'accordo unanime su ciò che è giusto e
ingiusto;
all'apprezzamento della costruzione sociale, come lotta contro la natura. Attra-
v,erso lo sviluppo della tecnica il mondo in cui ci muoviamo è diventato, piac- I) anche se l'accordo su ciò che è giusto perché naturale fosse stato una-
cia o non piaccia, sempre piu artificiale e costruito. E nessuno pensa a distrug- nime, ciò non implica la validità di questo accordo anche per il tempo pre-
gerlo ; si tende, se mai, a renderlo piu razionale, a perfezionare la costruzione sente.
anziché ad abbatterla. S'intende, queste critiche non vogliono togliere nulla alla funzione sto-
Qui mi sembra lecita un'tlltima domanda: è possibile in una situazione rica del diritto naturale, né sopprimere l'esigenza da esso espressa di non
morale cOSI mutata, di fronte al rovesciamento del rapporto natura-cultura, far accettare come valori ultimi quelli imposti dall'autorità o dalla forza della
rivivere una dottrina nata in altra situazione, legata ad altro sistema di valori? classe politica al potere. Vorrei che fosse ben chiaro che i dubbi qui sollevati
Quale forza persuasiva può aver ancora la dottrina del diritto naturale in ... non riguardano né l'esistenza di valori morali superiori alle leggi positive, né
un mondo in cui i principali modelli di vita sono desunti non dalla natura, il loro contenuto, ma unicamente la loro motivazione.
ma dalla lotta contro la natura? Quale probabilità di successo può avere la
cosiddetta rinascita del diritto naturale in un'epoca in cui ha perso ogni effi-
cacia il mito della natura benefica? Abbiamo visto quanto fossero divisi gli
stessi giusnaturalisti sulla valutazione di questo o quel diritto. Adesso voglia- .
mo anche ammettere che fossero tutti d'accordo. Quale effetto può avere su di
noi questo consenso generale quando l'orientamento etico è mutato, e si vie-
ne formando un consenso sull' apprezzamento di altri valori? Del resto vi è una
prova, secondo me decisiva, che questa efficacia è esaurita: i grandi mutamenti
politici del Sei e del Settecento furono compiuti sotto l'insegna della validità
della legge naturale. Abbiamo ricordato i dibattiti di Putney: uomini comuni,
non dotti, discutendo tra loro i problemi della riforma dello stato, si riferiva-
no continuamente alla legge della natura. Nessuno può affermare ch~ i prota-
gonisti dei grandi mutamenti o esperimenti politici e sociali oggi in corso in-
vochino con altrettanta immediatezza il diritto naturale tra i loro principi
ispiratori. Attorno alla legge naturale si riuniscono soltanto piu i dotti nelle
accademie e nei congressi, come anatomisti intorno a un cadavere. Si può
parlare solo per questo di una rinascita del diritto naturale?

(25) Traggo questa idea da G. PRETI, Praxis ed empirismo, Torino, 1957, che la
esprime chiaramente in questi termini: « Tutto , il mondo che ci circonda si va facendo
via via piu ' artificiale', e con ciò profondi mutamenti nell'etica, nella saggezza, nei
rapporti quotidiani intervengono a modificare le visioni di un tempo. Per esempio, il mito
della ' natura ' va sempre piu decadendo, e con esso quella specie di religione natura-
listica che soleva opporre una sanità della natura all'insanità delle abitudini sociali
umane » (p. 201).

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