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TOR VERGATA
CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN INFERMIERISTICA
Sede di Tivoli
RELATORE LAUREANDA
RELATORE
ANNO ACCADEMICO
2015/2016
Se ta viem', per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre i0 comincerb ad esserefelice.
Col passare dell ’ora aamentera la mia felicita. Qaando saranno le quattro, incomincerb ad agitarmi
e ad inqaietarmi; scoprirb il prezzo dellafelicita! Ma se ta viem' non si sa quando, to non saprb mai
a Che ora prepararmi il caore... ”
INTRODUZIONE Fag. 1
CAPITOLO I
CAPITOLO II
2.7 Difficolta’ nella ricerca di una cura per il morbo di Alzheimer Pag. 31
CAPITOLO III
Alzheimer Pag. 52
CAPITOLO IV
4.2 Valutazione dello stato cognitivo: il mini mental state examination Pag.56
CAPITOLO V
FARMACOLOGICHE Pag. 72
CAPITOLO VI
6.2.1Quesit0 Pag. 92
ALLEGATI
BIBLIOGRAFIA
SITO G R A F I A
INTRODUZIONE
”Se per il decadimento del corpo esistono filtri, sieri e ampolle medicamentose
Che rivitalizzano pelli avvizzite, per una mente Che decade, Che si deteriora, non
stravolgimento del proprio essere, del proprio corpo, della propria coscienza e,
sebbene non esista ancora una cura, non bisogna dimenticare Che il benessere
dell’individuo e possibile e Che 1a persona colpita ha una sua dignita Che deve
essere preservata. Ed e proprio sul preservare la dignita del paziente Che si basa
questo elaborato attraverso interventi infermieristici attuati nelle varie fasi della
come educatori sanitari nei confronti della famiglia e del caregiver. Bisogna
tenere sempre presente Che quando la cronicita colpisce una persona sotto
1 Quattropani MC, Coppola E. (2013). Dimenticare se stessi. La continuita del Sé nei pazienti
Alzheimer. Piccin. Padova, p. 4.
vagliare tutti gli interventi infermieristiCi attuabili nelle varie fasi della
trattato i1 ruolo di educatore sanitario Che l'infermiere attua nei confronti della
incontrate dagli infermieri nella gestione del dolore nel paziente con demenza
Che porterebbe beneficio a1 paziente assistito. Tale aspetto diventa ancora pifl
grigia, 1a C0rteCCia nervosa. La C0rteCCia cerebrale forma una serie di rilievi, o giri,
Che servono per incrementare la sua superfiCie. I giri sono separati fra loro da
scissure. Il cervello e la sede delle funzioni mentali pil‘l elevate. I pensieri consci, 1e
cervello.
cervelletto controlla i movimenti Che sono in atto integrando gli impulsi sensitivi
diencefalo sono C0stituite dal talamo destro e dal talamo sinistro. Ogni talamo
sostanza grigia del telencefalo e localizzata nella corteCCia cerebrale e nei gangli 0
nuclei della base posti pin in profondité. Pertanto, questi ultimi si trovano immersi
nella sostanza bianca del telencefalo, Che si trova in uno strato pil‘i profondo
5
numero dei neuroni Che 1i caratterizzano. Tutto l’encefalo umano ‘e andato
molto pifi velocemente rispetto alle altre porzioni encefaliChe, in relazione a1 gran
questo livello Che tale espansione e pifi pronunciata. PoiChé 1e dimensioni del
cranio, pur aumentando nel corso dell’evoluzione, non sono aumentate della
stessa entita, l’unica soluzione possibile per contenere 1a massa nervosa e stata
scatola cranica.
bianca Chiamata C0rp0 calloso. Ogni emisfero puo essere suddiviso in lobi, 0
laterale, separa i1 lobo frontale dal lobo temporale. Sollevando i1 lobo temporale si
Ogni lobo C0ntiene regioni funzionali i cui confini sono mal definiti. Alcune di
queste regioni sono connesse principalmente alle Vie di senso, mentre altre
Ogni emisfero cerebrale riceve Vie sensitive dalla porzione del C0rp0 contro
laterale; e ogni emisfero cerebrale invia comandi motori alla porzione del C0rp0
controlla i muscoli della parte destra del C0rp0 e Viceversa. Questo incrociamento
precentrale del lobo frontale forma i1 margone anteriore del solco centrale e la sua
motoneuroni del tronC0 encefalico e del midollo spinale. Tali neuroni sono
informazioni provenienti da una preCisa parte del corpo. Il giro post-centrale del
associativo sono regioni corticali Che monitorano e interpretano tutti gli impulsi
sensitivi Che arrivano alla corteCCia sensitiva primaria. L’area di associazione della
Tutte le informazioni provenienti dalle aree associative sono ricevute dai centri
integrativi sono solitamente localizzati nei lobi e nelle aree corticali di entrambi gli
Ogni emisfero svolge delle funzioni speCifiChe Che non sono normalmente svolte
l’emisfero sinistro entra in gioco anche nei processi analitici, quali i1 calcolo
2 Martini FH, Nath IL, (2010) Pondamenti di anatomic: e fisiologia. Terza edizione. EdiSES S.r.l.-
Napoli.
1.2 CENNI DI FISIOLOGIA: LA MEMORIA
l’integrazione di schemi motori nei nuclei della base, nella C0rteCCia cerebrale e
nel cervelletto.
memoria primaria, Che si mantiene per breve tempo ma, finChé persiste,
in alcuni casi, anChe per tutta 1a durata della vita. La conversione da memoria a
Esistono Clue tipi di memoria a lungo termine: 1a memoria secondaria, Cioe una
memoria a lungo termine Che decade C01’1 i1 passare del tempo e riChiede un
memoria a lungo termine Che sembra essere parte della COSCienza, quale quella del
nostro nome.
essenziali per il consolidamento della memoria; vie Che decorrono fra l’amigdala e
ruolo sia nell’immagazzinamento della memoria sia nel suo richiamo. Sono inoltre
9
aree della C0rteCCia cerebrale. Un danno a questo nuCleo e associato a variazioni
dello stato ernotivo, della rnernoria e delle funzioni intellettive corne nel caso del
rnorbo di Alzheimer.
cerebrale: aree particolari del lobo 0CCipita1e e di quello temporale sono essenziali
per la memorizzazione dei visi, delle V0Ci e delle parole. In alcuni casi puo
neurone: per esernpio in una porzione del lobo temporale un solo neurone
anatomiCi sia fisiologiCi dei neuroni e delle sinapsi. A livello delle sinapsi Che sono
processo Che di solito impiega un’ora per attuarsi inoltre, sostanze stirnolanti i1
10
sistema nervoso centrale (SNC) come 1a caffeina e la nicotina possono aumentare i1
meccanismo Che esso utilizza e legato alla presenza di recettori NMDA (N-metil-
D-aspartato), Che sono dei canali a cancello del calcio. Tali recettori utilizzano
> Riduzione del peso e delle dimensioni dell’encefalo: tale riduzione dipende
individui pi1‘1 anziani presenta giri pi1‘1 piccoli, solchi pi1‘1 ampi e uno spazio sub
> Riduzione del numero di neuroni: il restringimento dell’encefalo é stato associato alla
perdita di neuroni corticali, sebbene alcune evidenze mostrino Che questa perdita
neuronale non interessa i1 tronco encefalico, o almeno non hello stesso grado;
> Diminuzione dell’afflusso sanguigno: con l’eta, nelle pareti vasali si formano delle
> Variazione nell’organismo delle sinapsi: in molte aree dell’encefalo i1 numero delle
diramazioni dendritiche, delle spine e delle comessioni nervose sembra subire una
diminuzione.
> Variazioni intra ed extracellulari nei neuroni del SNC: molti neuroni encefalici
11
Queste modificazioni anatomiChe sono legate a variazioni anChe funzionali. In
generale si pub dire Che l’elaborazione nervosa diventa sempre meno efficiente
Per Circa l’ottanta per cento della popolazione anziana queste variazioni non
intralciano i rapporti sociali. Tuttavia, per alcuni soggetti e per ragioni ancora
parte pifi colpita dalla patologia Cioe 1a memoria. Inoltre sono state descritte 1e
epidemiologica.
12
CAPITOLO 11
IL MORBO DI ALZHEIMER
una presentazione dei principali fattori di rischio facendo una distinzione tra i
tratteré le maggiori problematiche Che causano una ricerca cosi difficoltosa per
quotidiane di base. 3
Che per primo, nel 1907, ne descrisse i sintomi e gli aspetti neuropatologici a
forma di demenza.
3 Marfisi S. 11 racconto Che cura. La narrazione autobiografica come terapia possibile nella
13
Da questo esame autoptico, A. Alzheimer noto una riduzione delle cellule nervose,
Fu in seguito, nel 1910, che Emil Kraepelin (i1 piu famoso psichiatra dell’epoca)
introdusse per la prima volta il termine Malattia di Alzheimer nel capitolo sulle
Demenze Senile e Presenile (7° Capitolo, 2° volume) de11’8° edizione del suo
familiare.
Che, nel paziente affetto dal morbo di Alzheimer, l’atrofia e piu marcata e si
Le cause che portano allo sviluppo della demenza di Alzheimer non sono ancora
rapida morte delle cellule cerebrali le cui cause non sono ancora del tutto note,
anomala nel cervello di placche senili costituite principalmente dal peptide [é-
amiloide (Afil che si possono trovare a livello delle aree cerebrali quali ippocampo,
nei lobi temporali, frontali e parietali; in particolare, negli stadi avanzati della
severo, dato il loro coinvolgimento a partire gia dalle prime fasi della patologia
14
(Figural). Sono stati eseguiti numerosi studi per individuare 1e possibili cause e
malattia aumenta con l’aumentare degli anni; questo rischio pub essere dovuto a
Altro fattore certo e la familiarité, Che e um concetto diverso dalla forma ereditaria
relazioni sociali, infatti, numerosi studi hanno rilevato una maggiore percentuale
di malati tra i soggetti con bassa scolarité e scarse relazioni sociali in eté avanzata.
Pigum 1 Sezione coronale di un encefalo sano - Sezione coronale Encefalo affetto da Alzheimer
15
Per quanto riguarda i fattori di rischio possibili invece, troviamo 1a depressione 1a
verificata dieci anni prima dell’esordio e il sesso poiché i1 numero delle donne
studi hanno reso noto un ulteriore fattore Che pub influenzare questo rischio. Si
una proteina Chiamata apolipoproteina E (ApoE) di cui si riconoscono tre tipi tra
cui 1’ ApoE4. Tale proteina, sebbene poco comune, rende pi1‘1 probabile i1
verificarsi de11a malattia.
1ive110 socio-economico .
2.3 EPIDEMIOLOGIA
L’11 Dicembre 2013, per la prima volta nella storia, 1 leader del G8 (Che
raggruppa i governi degli otto principali Paesi del mondo), si sono riuniti a
16
anni, una cifra superiore agli 81 milioni di persone, concentrata nei paesi in via
di sviluppo.4
Si stima Che nel febbraio 2016 le persone affette da Alzheimer in Italia siano
2015 oltre 9,9 milioni di nuovi casi di demenza all'anno, cioe un nuovo caso
ogni 3,2 secondi. L'eta media dei malati di Alzheimer e di 78,8 anni (era di 77,8
anni nel 2006 e di 73,6 anni nel 1999). Il settantadue per cento dei malati e
assistenza: hanno mediamente 59,2 anni (avevano 54,8 anni nel 2006 e 53,3 anni
nel 1999). Pur essendo sempre i figli dei malati a prevalere tra i caregiver, in
particolare per le pazienti di sesso femminile (in questo caso i figli sono il 64,2
per cento dei caregiver), negli ultimi anni nell'assistenza al malato sono
aumentati i partner che sono passati dal 25,2 per cento del totale del 2006 al 37
per cento del 2015, soprattutto se il malato e di sesso maschile. Questo dato
spiega anche l'aumento della quota di malati che vivono in casa propria, in
particolare se soli con il coniuge dal 22,9 per cento del 2006 al 34,3 per cento del
2015.
una prevalenza nella popolazione con pii‘i di 65 anni di eta del 4,4 per cento. La
donne, che presentano valori che vanno dallo 0,7 per cento per la classe d'eta
http://www.alzheimer.it/renort20155ummarV.Ddf.
l7
65-69 anni al 23,6 per cento per le ultranovantenni, rispetto agli uomini i cui
non e sempre C0r1sapevole della portata dei suoi problemi, per questo motivo
diventati tali da nuocere alla dimensione della Vita quotidiana. A volte succede
Che si sia un ritardo nella diagnosi perChé si pensa Che i disturbi della memoria
profilo dettagliato del modo in cui i sintomi sono comparsi, verificando inoltre
riferimento anChe alla storia personale. Segue un esame fisico della persona
per capire se a causare disturbi cognitivi non sia forse un’affezione diversa dalla
polmonari oltre ad un esame neurologico per assicurarsi Che non Vi siano segni
attraverso semplici test come ad esempio un mini esame dello stato mentale,
problemi individuati nelle fasi precedenti, il medico puo avvalersi di esami pii‘i
documentata con scale di valutazione che vadano ad indagare alcuni aspetti del
l9
spa:
caracnczda '
. ,
”H
NORMALE ATROFIA CEREBRALE
Il morbo di Alzheimer peggiora nel tempo. Gli esperti harmo sviluppato delle
“tappe” per descrivere come le abilité di una persona cambino, rispetto alla loro
“tappe” consistono i sette fasi della malattia; 1a cosa Che va tenuta sempre
una persona Che soffre del morbo di Alzheimer in fase specifica; le fasi descritte
20
variare notevolmente, e non tutti potranno riscontrare gli stessi sintomi 0 un
Barry Reisberg, M.D., direttore clinico del Dementia Research Center (Centro di
Medicine.
sociali 0 di lavoro
21
Perdere 0 non trovare un oggetto di valore
laureato
impegnativi
22
Avere bisogno di aiuto per scegliere un abbigliamento adeguato per la
circonda
storia personale
l’intestino
23
incontrollabili o ripetitivi, come torcersi le mani 0 fare a pezzetti i
fazzoletti di carta
memoria ma, bisogna tenere presente Che molte persone hanno problemi
di perdita di memoria e Cib non significa Che queste ultime soffrano del
24
Si possono riassumere in dieCi, i sintomi 0 segnali Che potrebbero essere un
avere problemi per guidare l’auto verso un luogo familiare, per gestire
davanti a uno speCChio, e pensare Che qualcun altro sia nella stanza.
6. Nuovi problemi C0n le parole nel parlare o nello scrivere: Chi soffre del
persone Che soffrono del morbo di Alzheimer possono laSCiare gli oggetti
tornare sui propri passi per trovarle di nuovo. A volte, esse possono
accusare gli altri di averli rubati. Con il passare del tempo, Cio puo
starmo Vivendo.
Possono essere faCilmente suscettibili a casa, al lavoro, con gli amiCi o nei
Su questa base esistono Classificazioni della gravita Clinica della demenza come
28
2.6 TRATTAMENTO
Allo stato delle attuali conoscenze per la terapia farmacologica della malattia di
comportamento.
Rivastigmina. Tali farmaci sono indicati nella malattia di Alzheimer in fase lieve
e moderata. Il presupposto teorico del loro impiego risiede nel riscontro nella
messaggi da una cellula all’altra e, dopo aver terminato i1 suo compito, Viene
tenere presente Che tra i principali effetti collaterali di questi farmaci vi sono la
29
produce una quantitél abnorme di calCio nelle cellule nervose provocandone 1a
di questo farmaco e importante tenere presente Che tra gli effetti collaterali vi
Altri farmaCi impiegati sono gli antiossidanti. Si ritiene Che questi farmaCi
malato si adatta alle sue progressive incapacité. Nel caso non sia sufficiente 1a
essere usati con la massima cautela per i numerosi effetti collaterali. Tra i
gli ansiolitiCi e gli ipnotiCi ed infine gli antipsicotiCi. Questi ultimi vengono
teoriC0 risiede nella dimostrazione Che nel cervello dei pazienti affetti da
denominata beta-amiloide.
3O
2.7 DIFFICOLTA’ NELLA RICERCA DI UNA CURA PER IL MORBO DI
ALZHEIMER
IS: in C0rso una ricerca a livello mondiale per trovare nuovi metodi di
Nel lungo perC0rs0 alla scoperta di una cura per questa malattia, si sono
incontrate numerose difficolté Che harmo reso insidiosa la ricerca per molte
nel cervello giél da alcuni armi. Non sappiamo quindi quando inizia il
sicuri e misurabili per la fase pre Clinica della demenza, per scoprire Chi
31
malattia di Alzheimer grave nel cervello di persone Che non avevano in
1a cui funzione cognitiva sia stata ben conosciuta in Vita Ma oggi abbiamo
acquisito conoscenze sufficienti per sapere Che, se non abbiamo ancora una
difficolté Che complicano 1a ricerca di una cura per questa malattia Che ad oggi
32
CAPITOLO III
soffermandoci in modo particolare sul fine Vita del paziente; fino al ruolo di
La Carta dei diritti del malato di Alzheimer e stata approvata dalle assemblee
> il diritto del malato a un rispetto e a una dignita pari a quella di ogni
altro Cittadino;
> il diritto del malato a essere informato sulla sua malattia e sulla sua
prevedibile evoluzione;
presente e futura;
> il diritto del malato ad accedere a ogni servizio sanitario e/o assistenziale
33
> i1 diritto di disporre di servizi speCializzati, Che affrontino specificamente
> i1 diritto del malato e di Chi si prende cura di lui di scegliere fra 1e diverse
> i1 diritto del malato, considerata la sua vulnerabilita, a una speCiale tutela
ALZHEIMER
delle funzioni motorie e tardiva nelle persone C01’1 demenza, Che spesso
alla condizione cronica non si applica alle persone C01’1 demenza 1e quali sono
34
iniziative incongrue e potenzialrnente lesive 0 auto lesive, tutto cib si aggrava in
persone nella vita quotidiana per quelle funzioni Che non riescono a svolgere si
una parte infatti questo aiuto spesso non e compreso e vi pub essere
A tal proposito ci sono degli interventi che si possono attuare per attenuare e
modo autonomo il pii‘i a lungo possibile e in tutte quelle attivita che sono
35
possa conseguire un senso di realizzazione personale. l5 estremamente
eccitazione nel paziente. Queste reazioni catastrofiche sono i1 modo del paziente
tranquillizzare l’indiViduo.
pensieri. Nelle fasi tardive della patologia, i1 soggetto pub essere ancora in
ogni caso, anche nelle fasi iniziali della malattia, gli stimoli tattili come per
36
esempio un abbraccio oppure un tocco sono interpretati come segni di affetto,
dovesse essere sola e confusa, egli potrebbe trovare conforto e gioia negli
animali, nel contatto e nella loro amicizia nella quale non temerebbe alcun
bisogna tenere presente anche 1a sessualita. Questo punto e importante sia per
specialista. Semplici espressioni di amore quali i1 tenersi per mano sono spesso
significative.
37
della salute dell’assistito. Per quello Che riguarda i1 ritmo sonno- veglia, va
senza pretendere dal malato Cio Che non puo pi1‘1 fare. f3 importante mantenere
C0n elastiCO in Vita senza bottoni; inoltre puo essere cornodo evitare scarpe C0n
stringhe e preferire quelle C0n velcro. f3 utile organizzare l’armadio per stagioni,
in modo Che 1a persona possa vestirsi in autonomia potendo scegliere tra capi di
La tensione emotiva Che grava sui familiari e sul caregiver della persona affetta
7
Smeltzer S. C., Bare B. G., Hinkle J. L., Cheever K.H. (2010). Infermieristica medica-chirurgica.
pensare alla cura della propria persona, recuperando cosi energie e risorse8.
AFFETTO DA ALZHEIMER
funzionale".
approccio olistico in cui 1a cura del corpo, 1e emozioni e 1e sensazioni del paziente,
8
Smeltzer S. C., Bare B. G., Hinkle J. L., Cheever K.H. (2010). Infermieristica medica-chirurgica.
dell’appropriatezza. Il Mulino
concezione olistica di Marilyn Ferguson, Che si e andata afferrnando in Europa
paziente.
La cura del gesto, nel rapporto assistenziale con un paziente C0n questo tipo di
C0nsola. La cura del C0rpo del paziente ed ogni pratica inferrnieristica, se condotte
finale, quali, ad esernpio, la scala di Norton per la valutazione dei rischi di lesioni
da decubito oppure altri strurnenti corne la scala per la valutazione delle attivita
paziente.
Per quello Che riguarda i bisogni di una persona affetta da Alzheimer possiarno
individuare:
4O
eliminare i rifiuti del corpo;
VVVV
dormire e riposare;
altri.
VVVVVVV
Ridurre 1’ a n s i a e l’agitazione
Migliorare 1a comunicazione
41
Interventi:
> Assegnare a1 paziente una stanza Vicina a1 luogo in cui si trovano gli
infermieri
regolare
Favorire l’indipendenza nella cura della propria persona secondo 1e
riposo
inadeguata di alimenti
Interventi
agnosia
Interventi:
> Assicurarsi Che i1 paziente sia vestito in maniera adeguata in rapporto alla
osservazione
43
4) Stitichezza correlata a perdita della memoria circa le abitudim'
Interventi:
bisogno di eliminare
secondo prescrizione
Interventi:
sanitaria
44
3.3 ASSISTENZA AI MALATI DI ALZHEIMER IN FASE TERMINALE:
Nelle fasi terminali della vita, i problemi principali per il malato sono dati
Tra queste ultime 1e piu frequenti sono 1e infezioni urinarie, Iegate all’incontinenza
essere 1a principale causa di morte. Pur potendo avere diverse cause, nella
infatti, rischiano di essere causa di soffocamento poiché saliva e cibo arrivano nelle
Vie aeree (trachea, bronchi e polmoni) invece Che in quelle digestive (esofago e
stomaco), causando accessi di tosse e difficolta nel respiro. Alcuni pazienti sono
risponde alle terapie e guarisce, e quasi inevitabile Che si presenti di nuovo. Medici
alimentarsi e faranno cib che e possibile per porvi rimedio. In alcuni casi i1
strategie tecniche per far fronte, anche a lungo, a questa difficolta. La piu
in una specie di gelatina), che sono piu facili da deglutire. Per arricchire 1a dieta 0
45
semplicemente per saziare i1 paziente, si possono usare diversi tipi di integratori
alimentari . Questi integratori sono in genere graditi e possono sostituire una parte
del pasto. Tuttavia, quando 1a malattia avanza, questi rimedi risultano sempre
meno efficaCi.
I pazienti Che diventano disfagiCi ma Che si mantengono ancora luCidi e con una
con l’uso del sondino e della PEG Viene eliminato qualsiasi piacere nel
Per quel Che riguarda 1a perdita del movimento e graduale, e nasce inizialmente
fasi avanzate, a non potere pifl stare in piedi 0 mantenere i1 capo e il tronCO
46
sottostanti va faCilmente incontro ad arrossamenti e ulcerazioni (piaghe da
biologiCi non é pil‘l C0mandata. Spesso sono utilizzati cateteri vescicali per
evitare 1e macerazioni della pelle, Ina bisogna ricordare Che i cateteri sono
per mantenere 1a cute integra, Ina anChe per mantenere i1 benessere della
persona, gia troppo provata nella sua dignita. Frequentemente sono necessari
riservatezza e gentilezza.
Articolo 3
”La responsabilitfi dell ’infermiere consiste nell’assistere, nel curare e nel prendersi cum
della persona nel rispetto della vita, delllz salute, della liberto‘z e della dignito‘z
dell 'individuo. ”
10
Federazione Nazionale Collegi Infermieri (IPASVI). Il Codice deontologico
47
Articolo 34
Articolo 35
Gli infermieri devono garantire Che i1 paziente sia trattato C0n dignita, ovvero
perso i1 controllo della propria Vita e della vita in sé. Aiutare i pazienti a morire
Alcune scelte Che possono essere operate dai pazienti sono i1 luogo di cura , gli
attivita, l'uso di risorse sanitarie e gli orari di visita di parenti e amiCi. I pazienti
potrebbero voler gestire gli eventi Che precedono 1a morte. Gli infermieri
del paziente. Sebbene sia naturale Che 1e persone non si sentano a proprio agio a
parlare della morte, possono essere effettuati dei passaggi per rendere tale
discussione pil‘l semplice sia per l'infermiere Che per il paziente. Nel caso
48
specifico del morbo di Alzheimer, potrebbe rendersi necessario attuare tutti
questi interventi nei confronti del caregiver e dei familiari date 1e condizioni
sono 1e seguenti:
49
3.4 L’EDUCAZIONE DEL CAREGIVER NEL PROCESSO DI CURA
Il familiare che decide di prendersi cura del proprio caro deve affrontare un
carico notevole, sia a livello emotivo sia a livello assistenziale. Il caregiver deve
adattare la sua vita alle nuove esigenze del malato; arrivare ad accettare la
malato.
caregiver formali ed informali non riescono pifi a capirlo he a farsi capire dal
abituati a rapportarci agli altri. Coloro che assistono spesso ignorano quanto sia
comunicazione: egli si esprime come puo; sta a noi imparare a capire il suo
possibile continuare a comunicare anche quando il malato non puo pifi usare la
12
Gabelli C, Gollin D, (2006). Stare vicino a un malato di Alzheimer: dubbi, domande,
50
C0municazione non verbale, del resto, basata sulla gestualita, su sorrisi e
ancestrale e istintivo del linguaggio dei bambini. Tutti noi, infatti, Ci siamo
espressi in tal modo prima di imparare ad articolare 1e parole; tutti noi, dopo 1a
dei sentimenti, di tutto cio Che si ”nasconde” dietro i1 significato delle parole. E’
Espressioni faCCiali
Tono di voce
VVVVV
Postura
Distanza
ogni qual volta una persona ne influenza un’altra attraverso l’espressione del
volto, i1 tono della voce etc. Se 6?: per esempio una discrepanza tra
ALZHEIMER
Nel corso della fase iniziale il malato puo ancora comprendere spiegazioni
per ricordargli qualcosa. Cosi é possibile utilizzare lavagne e cartelli colorati per
scadenze.
anche se si ferma o fa delle pause fra una parola e l’altra, cercare di non
troppo dal discorso, cercando di non attirare troppo l’attenzione sulla difficolta.
alta voce insieme al malato di un breve testo (ad es. un articolo di giornale),
condivisione.
Nella fase intermedia della patologia, le difficolta diventano ancora pifl visibili.
le stesse domande 0 le stesse parole in una frase; utilizzera un tono della voce
52
cercare un dialogo. Nonostante 1e difficolta, esistono molti argomenti Che
magari dalla Visione di album di foto, aneddoti sulla Vita lavorativa, hobby e
gesti e prendere parte alle attivita della propria Vita, purChé tutto sia
patologia possono essere incoraggiare e riconoscere gli sforzi del malato e i suoi
piCC01i successi, anChe se impiega molto tempo e la qualita del lavoro non e
sono cosi importanti e non mettono a rischio la sua e altrui sicurezza. Se proprio
si rende necessario farlo, non mostrate durezza, impazienza, irritazione per non
dal punto di Vista emotivo i1 malato puo manifestare una sensibilita e una
frustrato o arrabbiato (C0n se stesso 0 con gli altri) per la propria incapaCita
puo essere resa anC0ra piu difficoltosa da alcune situazioni C0me un ambiente
buio 0 con una luce troppo forte, un luogo rumoroso 0 con troppe persone
Alcune raccomandazioni Che sono applicabili a tutte 1e fasi della patologia sono
quelle di non parlare C0me se i1 malato non Ci fosse; non parlare C0me se fosse
53
un bambino, i1 malato e una persona adulta con un passato e um Vissuto Che va
rispettato”.
Nel capitolo appena trattato si e voluto esporre non solo l'uso delle diagnosi
14
Liscio M, Cavallo C, (2000). La malattia di Alzheimer: dall’epistemologia alla comunicazione
54
CAPITOLO IV
PRESERVARNE LA DIGNITA
clinico, anche se le finalita possono essere differenti. Oltre allo scopo specifico,
anche gli operatori coinvolti nel processo valutativo. Nel caso specifico
della gravita della demenza possono essere utili per seguire il decorso della
delle capacita del paziente a svolgere le comuni attivita della Vita quotidiana e/0
55
forniscono informazioni di importante rilevanza clinica essendo questi i sintomi
EXAMINATION
Il punteggio totale, dato dalla somma dei punteggi Che il paziente ha ottenuto a
INDEX)
L'indice di Barthel rappresenta uno degli strumenti di valutazione della
vestirsi, gestire l'igiene personale, lavarsi, usare i servizi igienici, spostarsi dalla
sedia al letto e Viceversa, deambulare in piano, salire e scendere le scale,
Il punteggio assegnato per ogni funzione pub essere 15, 10, 5 0 0. Per esempio,
56
se richiede aiuto (per esempio tagliare i1 Cibo). Per i1 controllo della minzione e
propri bisogni; con aiuto se richiede l'aiuto (anche parziale) di altri per
57
Tabella 2- BARTHEL INDEX
Attivité Punteggio
0 dipendente
Alimentazione 5 necessita di assistenza (es: tagliare i1
Cibo)
1_O indipendente
O dipendente
5 necessita aiuto ma compie almeno meté
Vestirsi / Svestirsi del compito in tempo ragionevole
10 indipendente, si lega 1e scarpe, usa 1e
cerniere lampo, bottoni
Igiene personale O dipendente
5 si lava 1a faccia e i denti, si pettina, si
rade (inserisce 1a spina del rasoio)
Fare i1 bagno / doccia O dipendente 5 indipendente
O incontinente
Controllo sfinterico 5 occasionali incidenti 0 necessité di aiuto
I intestinale 10 continente
O incontinente
Controllo sfinterico vescicale 5 occasionali incidenti 0 necessité di
aiuto
10 continente
O dipendente, non ha equilibrio da seduto
5 in grado di sedersi, ma necessita della
Spostamenti Trasferimento max assistenza per trasferirsi
sedialetto 10 minima assistenza e supervisione
A15 indipendente
O dipendente
5 necessita qualche aiuto per l’equilibrio,
Utilizzo della toilette vestirsi/svestirsi 0 usare carta igienica
10 indipendente con l’uso del bagno 0
della padella
O immobile
5 indipendente con la carrozzina per >
Mobilité Deambulazione su 45m
terreno piano 10 necessita aiuto per > 45m 15
indipendente per > 45m (pub usare ausili,
es. bastone, ma non girello)
O dipendente
Salire o scendere 1e scale 5 necessita di aiuto 0 supervisione
10 indipendente, pub usare ausili
58
4.3.1 BEDFORD ALZHEIMER NURSING SEVERITY SCALE (BANSS)
funzionali dei pazienti che non possono essere testati tramite strumenti come il
15
G.Bellelli, G.B.Frisoni, A.Bianchetti, M.Trabucchi (1997). The Bedford Alzheimer Nursing
Severity scale for the demented: validation study. Alzheimer's Disease and Related Disorders,
11:71-77.
59
BEDFORD ALZHEIMER NURSING SEVERITY SCALE (BANSS)
6O
4.4 LA VALUTAZIONE DEL DOLORE NEL PAZIENTE CON ALZHEIMER
spesso il soggetto non riesce a esprirnerlo. Nelle fasi pil‘i avanzate della
ricordo del dolore: in questi casi e impossibile il Vissuto del dolore cronico e il
corretto riconoscirnento rimane una sfida per Chi e accanto a queste persone.
sanitari. Questi fattori influiscono sulla riduzione della qualita di Vita e della
rappresenti una sfida. Gli strurnenti per la valutazione del dolore non sernpre
61
pazientel". Bisogna sempre tenere presente Che i pazienti con demenza di
sottotrattamento”.
18 Florio M, Bilora F. (2011). Il dolore nell'anziano con demenza grave: la scheda Noppain a confronto
con la valutazione tradizionale. Federazione Nazionale Collegi Infermieri (IPASVI). Rivista
L'infermiere N°3.
62
vocalizzi, immobilizzazione e rigidité, massaggio della parte dolorante e
63
NOPPAIN
"mm a! Residue
Mon-Omaha“. Plflml’s Pin All-“mom Ilium!
Date:
Activity Chart Check Us! "mo:
Pain Respome (What did yo u seemd Matduting cafe?) locate Ptoblem Areas
”9' m mo
- ‘lv".
FRONT WK
3 Elves Duo ,‘1 EIYES Duo
" - ‘ " ~ I, A Hum-I
. . o! «um-i
i :1 _ ‘4 EYES EINO
.1 DES Duo EYES UNO
' Hum“
Ilium-manna“ 1 may? bin-Bum“
64
4.4.2 PAIN ASSESSMENT IN ADVANCED DEMENTIA (PAINAD)
Ideata nel 2003 da Warden e validata in italiano nel 2007 da Costardi e colleghi,
é una scala osservazionale sviluppata per la rilevazione del dolore nei pazienti
esprime dolore.
65
Tabella 5- Scala PAINAD tradotta ed adattata da Costardi (2007)
INDICATORI 0 1 2
Respiro
rumoroso e
Respirazione Normale Respiro affannoso,
3331111050 alternanza di
periodi di
apnea e
polipnea.
Vocalizzazione Nessun Pianti Ripetuti urli o
problema occasionali 0 lamenti
br_0ntolii
Espressioni Sorridente 0 Triste e/o ciglia Smorfie
del volto inespressivo aggrottate
Linguaggio del Rigido con i
corpo pugni chiusi o
Rilassato Teso Che tenta d1
‘ colpire
Nessun Confuso Che Incapacité di
bisogno di cerca distrazione
Consolazione essere rassicurazione e/o
consolato consolazione
0-1 2-4 5-7 8-10
66
4.4.3 LA SCALA ABBEY
Verbalizzazione
Espressione facciale
VVVVV
Cambiamento fisiologico
severo. La valutazione va fatta almeno due volte a1 giorno; Ogni qual volta
(3O minuti
evitare dopo somministrazioni
eccessive stimolazioni prima endovenosa,
di cominciare 1a6O minuti
valutazione dopo terapia
somministrata
‘2‘ eliminareper via orale).
i possibili La ambientali
disturbi somministrazione di questi strumenti nel
Q.1 Verbalizzazione
piange, lamenta, geme, frigna
Assente O Lieve 1 Moderato 2 Grave 3
68
4.5 LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI LESIONI DA DECUBITO
possono essere:
La pressione: intesa come forza applicata sulla superficie della pelle dal peso
del corpo, quando supera i valori della pressione dei capillari sanguigni per un
sanguigni;
macerazione della cute Che a sua volta ne indebolisce 1e difese naturali e puo
decubito.
decubito sono:
deplezione proteica;
di Alzheimer;
69
Nella prevenzione delle Lesioni da Decubito ogni aspetto va considerato e
certo.
CONDIZIONE FISICA: buona (4); mediocre (3); scarsa (2); molto scarsa (1)
LIVELLO DI COSCIENZA: pronta (4); apatica (3); confusa (2); incosciente (1)
VVVVV
La scala di Braden e stata sviluppata negli Stati Uniti nel 1986 ed e basata sul
Disponibile su www.ipasvi.it[.
7O
punteggio Che varia da 1 a 3 per la sottoscala frizione e scivolamento e da 1 a 4
per le altre sottoscale. Il punteggio globale della scala pub andare da un minimo
MOBILITA: immobile (1); limitata (3); parzialmente limitata (2); normale (1)
ATTIVITA: allettato (1); in poltrona (2); cammina poco (3); cammina (4)
> UMIDITA CUTANEA: sempre umida (1); molto umida (2); poco umida (3);
normale (4)
71
CAPITOLO V
OLTRE I FARMACI:
72
alla malattia di Alzheimer, con una frequenza del 30-90%: 1a variabilita dipende
BPSD aumentano notevolmente i costi di gestione del paziente, non solo dal
frequenti nel primo stadio della malattia. Altri disturbi, quali per esempio
ed ambientali scatenanti.
BPSD e stata molto corposa, tuttavia 1a reale utilita dei farmaci nel trattamento
messaggio.
RELAZIONE D’AIUTO
74
confronti dell’oggetto bambola e momenti di disattenzione o indifferenza o
rifiuto.
arcaiche nei pazienti Che riconoscono come vero l’oggetto inanimato. La cura
comportamentali.
e il contatto corporeo.
Pet Therapy indica quelle attivita assistenziali 0 terapie sanitarie svolte con
75
permette di prendersi cura di un altro essere Vivente (attraverso 1a capacité di
Gli animali pil‘l frequentemente usati in questo tipo di attivité sono i cani. Sono
cani valutati idonei per attitudine e capacité. Non sono animali addestrati, bensi
76
sulla comunicazione verbale e non verbale, sulla stimolazione sensoriale e sulla
fine di ottenere un miglioramento dello stato emotivo, sia nelle case di riposo
RELAZIONE D'AIUTO
L’arte terapia e una tecnica terapeutica non verbale, Che si avvale dell’uso di
interno del soggetto o la sua Vita psichica. Grazie al suo linguaggio simbolico e
Vissuti Che pazienti affetti da demenze quali l’Alzheimer non riescono pii‘i ad
esprimere a livello verbale. L’arte terapia, dunque, risulta essere per la persona
delle capacité residue. L’arte terapia, con il soggetto colpito dalla malattia di
depressivi ed ansiosi.
ancora presenti nel paziente e non ancora cancellate dal progredire della
patologia.
bisogno. Il gruppo di arte terapia dura generalmente due ore e il numero dei
quanto riguarda i1 materiale artistico non deve presentare lame 0 punte taglienti
durante i primi incontri e in genere molto alto a1 punto tale Che potrebbe non
delle immagini in bianco e nero Che deve riconoscere fornendo i1 nome, i1 colore
78
5.1.4 LA TERAPIA AMBIENTALE
Per questo motivo l’ambiente va adeguato alle esigenze del paziente, in base
0 rumori disturbanti);
20
Bianchetti A., Pirotti P., Silvano L., Fabrizio R., Carafelli A., Fabbo A., Chattat R, (2013). Non
so cosa avrei fatto oggi senza di te. Manuale per i familiari delle persone con demenza. III
79
tenendo conto delle abitudini prima della malattia e della gravita dei
deficit;
eliminare tutti gli oggetti Che possono essere rotti e tutti quelli Che
superfici riflettenti) .
uno spazio esterno per persone convalescenti 0 con problemi di demenza senile.
Daiprimi giardini, realizzati in Canada e negli Stati Uniti, oggi si cerca anche nel
nostro paese di andare incontro alle esigenze di queste persone offrendo loro
cosi immersi in un contesto Che li faccia sentire parte integrante del resto del
capacita di comprensione.
80
Tutti noi percepiamo il mondo esterno attraverso i sensi: udito, Vista, tatto,
Nella progettazione degli spazi per questa tipologia di utenti bisogna tenere
deve cercare di realizzare spazi Che non disturbino l'equilibrio psiC0- fisiCO del
strada da perC0rrere.
21 Roncaglia M., Mantovani D., Espanoli L, (2008). Alzheimer e ambiente. I luoghi, i sensi, la
81
AI fine di assecondare le persone C0n problemi di deambulazione e
questi anziani mettono in bocca Cib Che capita, quasi senza accorgersene) e
l'olfatto.
E' importante Che il giardino sia collegato direttamente, sia Visivamente Che
cui ospiti sono affetti da demenza senile, deve raggiungere tali obbiettivi:
VVVVV
Stimolare le capacité residue
82
Contrastare irrequietezza, irritabilité ed aggressivité
depressione
VVVVV
Anche in Italia, come gié successo nel resto d’Europa e del mondo, iniziano a
83
5.1.6 L'ORTO-TERAPIA
diffuse in molti paesi anglosassoni. In Italia questa terapia Viene inserita nei
84
I compiti svolti all’interno dell’orto sono molteplici: preparazione del terreno,
della fioritura della pianta e, infine, raccolta dei frutti. Queste attivité fanno
un organismo Vivente Che cresce e muta col passare del tempo. Grazie a questa
Come nel resto del giardino, anche nell’area adibita a orto é necessario creare
Stimola 1a socializzazione
VVVVV
dell’organismo
favorisce i1 senso d’orientamento e l'interazione con l'ambiente.
Contribuisce ad attenuare stress e ansia
VVVV
favorisce 1a manualité
85
Tali benefici acquisiti con questa terapia sono dovuti principalmente allo
altro essere Vivente e alla possibilit‘a Che il malato ha di creare qualcosa di bello
impongono i1 loro volere sul paziente, non decidono i suoi ritmi e non gli
stessi ritmi di Vita: nascita, crescita, morte. Le piante parlano di valori Che
durano nel tempo come i1 Ciclo stabile e costante della Vita, soddisfacendo in noi
quello individualezz.
22 Borghi C, (2007). Il giardino Che cura: i1 contatto con la natura per ritrovare 1a salute e
migliorare la qualité della vita. Firenze, Giunti, p. 175.
86
5.1.7 LA TERAPIA DEL VIAGGIO: IL TREND TERAPEUTICO
La terapia del treno rientra nella famiglia delle terapia non farmacologiche
insieme alla Terapia della Bambola, 1a Musico Terapia, la Sensory Room e l’Arte
terapia. Questi trattamenti cercano di limitarei disturbi pill gravi del malato di
offre loro la possibilité di avere delle intuizione, non dei ricordi analitici ma dei
periodi prima della malattia, e um modo per ridare senso alla Vita. Molte RSA si
87
Seduti su poltroncine contenitive, gli anziani affetti da Alzheimer
operatori e familiari.
La finalité della terapia del Viaggio mira a1 benessere del paziente e influisce
Pigum 8- Immagine rajfigumnte um: paziente accompagnatu ad um: seduta di treno tempia.
88
Gli obiettivi Che Ci si pone utilizzando questo tipo di terapia sono
in modo ancora pil‘i specifico 10 stato d’animo dei caregiver; ma in questo caso
89
CAPITOLO VI
6.1 BACKGROUND
della demenza in tutto i1 mondo ha raggiunto 46.8 milioni, una cifra Che
dovrebbe raggiungere 74.4 milioni entro i1 2030 (De Witt et LIL, 2016). La
gestione del dolore e difficile in pazienti con questa patologia a causa della loro
questo contesto (Brorson et LIL, 2014). Le scale del dolore standard non sono in
paziente. Negli ultimi sono state sviluppate molte nuove scale per la
l'esperienza del dolore nei pazienti con demenza. Risulta che le persone con
demenza ricevono meno analgesici rispetto a persone con uno stato cognitivo
sano (Brorson et LIL, 2014). La ricerca di cure palliative ottiInali per le persone
del dolore in persone con demenza non e ottimale rispetto a persone senza
deficit cognitivi (De Witt et LIL, 2016). L'organizzazione mondiale della sanita
qualita della vita delle persone in fase terminale e delle loro famiglie attraverso
non sono appropriati per pazienti con demenza. Essendo case di cura, ospedali
e ospizi l'ultiIno luogo di cura per molti anziani con demenza, comprendere le
91
6.2 OBIETTIVI
6.2.1QUESITO DI RICERCA
92
Tabella 6: strategie di ricerca, parole chiave, limiti e numero di referenze
("Alzheime 10 years
r Disease"
PubMed [Mesh] Nursing 5 2 1
AND Journals
"Palliative
Care"
[Mesh])
AND
"Nurses"
[Mesh]
‘
(”Alzheime
r
PubMed Disease" [M 10 years 4 2 2
esh] AND
"Terminal Nursing
]) AND
"Nursing"[
Mesh]
esclusi tutti i titoli ed abstract non corrispondenti alle caratteristiche del quesito.
Dalla ricerca sono stati selezionati quattro studi di cui uno e stato escluso
poiché non pertinente al quesito di ricerca. Alla fine tre studi qualitativi non
93
inferiori a dieci anni sono stati selezionali, letti e analizzati. Nella figura 9 e
9 citazioni della
icerca bibliogafica
5 abstract
e'si
ricerche sono stati individuati e selezionati quattro studi, di cui uno escluso
poiché non pertinente e tre inclusi. Qui di seguito vengono elencate 1e parole
94
Parole chiave: Alzheimer disease, nurse, palliative care, end stage.
6.4 RISULTATI
A seguito dell’analisi dei tre studi qualitativi selezionati sono stati individuati terni
e C0ncetti di interesse per la presente revisione della letteratura. Tutti gli studi
hanno raggruppato i dati raCC01ti sottoforma di temi e, ogni tema, e stato descritto
e ben illustrato C0n esempi delle interviste. Le evidenze selezionate hanno fatto
emergere temi abbastanza vari e differenti tra loro C0n l'unica eccezione degli
studi Brorson et al. (2014) e Chang et al. (2009) dai quali si pub notare come i1 tema
Che riguarda 1a difficolta da parte degli infermieri nel dare sollievo dal dolore a
questo tipo di pazienti sia aCCOInunante. Proseguendo C0n Brorson et al. (2014)
possiamo notare come i temi emersi da questo studio siano stati raggruppati in
infermieri sulle diffiCOlta nel sollievo dal dolore e l'esperienza degli inferrnieri
sulle risorse per il sollievo dal dolore. Per quello Che riguarda i1 primo tema
C0nnettersi con il paziente. Per quello Che riguarda proprio i1 sollievo dal dolore
gli infermieri affermano di credere Che uno degli obiettivi principali nella cura dei
pazienti C0n demenza in fase terminale e quello di alleviare i1 loro dolore come
” Credo Che umz delle cose piit belle Che 51' pub fare e quello dz' aiutare qualcuno a morire
Tre dei sette infermieri intervistati hanno riferito di Chiedere ai parenti Che
” Non sappiamo cosa loro vogliono. Noi non sappiamo nemmeno se 50110 a
conoscenza
nella gestione del dolore in questi pazienti, i soggetti intervistati affermano Che
” Con le persone aflette do: demenza, l’espressione del visa, le aziom', i movimenti
Inoltre, un terzo dei partecipanti ha notato una certa riluttanza nell' usare
per anziani. La stessa osservazione e stata riproposta anche negli studi Brorson
et al. (2014) e De Witt et al. (2016) dove gli infermieri hanno affermato di
”Non vedono il paziente tanto quanta noi infermieri. Non so se questa é la ragione.
Diventiamo piit frustrati quando vediamo la soflerenza per tutto il tempo e sentiamo di
Altri sottotemi estrapolati dallo studio Chang et al. (2009) sono la difficolta nella
gestione, oltre Che del dolore, anche della disfagia e dei sintomi
seguente studio, si puo evidenziare come gli infermieri intervistati pensino Che
singolo studio.
96
Tabella 7: distribuzione degli studi per obiettivi, contenuti, temi e concetti
emersi.
2) l'esperienza degli
infermieri con 1e risorse
in materia di sollievo dal
dolore.
Individuare 1e Le principali aree
sfide degli individuate sono state. 1a
infermieri StUdiO competenza nella
nell'assistenza a qualitativo 511 fornitura delle cure; 1a
Chang et a1. persone con trediCi C0noscenza relativa alla
(2009) demenza in fase parteCipanti demenza; 1a C0noscenza
terminale. in materia palliativa.
La tabella 7 Ci ha mostrato i1 quadro completo dei temi emersi dai tre studi
qualitativi selezionati, riportando sia i risultati simili tra i vari articoli di ricerca,
Che i risultati differenti Che ogni studio ha prodotto. Tra 1e evidenze selezionate,
97
molto diversi dagli altri due; andando a trattare un altro aspetto affrontato dagli
somministrazione di analgesici e stata una sfida per tutti gli infermieri a causa
angoscia nei pazienti in fase terminale. Per quel Che riguarda invece i1 rapporto
perseguire uno scopo comune: i1 benessere del paziente e la gestione del dolore.
”I medici 50110 It tutto il tempo, vengono sempre con 1101' per aiutare perché sanno Che
noi vediamo i pazienti tutti i giorni , sappiamo ogm' diflerenza sorta tm ieri ed oggi.
Casi quando spieghiamo e facciamo presente qualcosa Ci ascoltano perché hanno fiducia
Per quello Che riguarda invece 1e relazioni difficili e stato riferito, come
riferito Che i1 paziente mostra dei segni di dolore, come afferma un infermiere
intervistato:
”A volte penso Che ci sia riluttanza do: parte del personale medico di prescrivere
98
Parlando invece del tema emerso riguardante l'apprendimento sull'argomento
trattato, tutti gli intervistati dello studio De Witt et al. (2016) ritengono Che
personale per gestire in modo efficace e sicuro i1 dolore, e per fornire un buon
6.5 DISCUSSIONI
differenti difficoltél Che incontrano gli infermieri nella gestione del dolore in
pazienti C0si complessi. Per quanto riguarda i1 primo punto di forza degli studi
esaminati possiamo subito dire Che tutti gli studi hanno avuto l’approvazione
per la parteCipazione allo studio. All'interno degli studi selezionati non vi erano
conflitti di interesse fatta eccezione per lo studio De Witt et a1. (2016) in cui i1
all'interno dello studio. Va inoltre specificato Che solamente negli studi De Witt
et al. (2016) e Brorson et al. (2014) e stato preCisato Che e stata raggiunta 1a
saturazione dei dati. Per quanto riguarda lo studio Brorson et al. (2014) sette
allo studio mentre due harmo rifiutato per mancanza di tempo a disposizione. Il
l'etél varia dai 26 ai 52 armi. Cio non accade nello studio De Witt et al. (2016)
dell'esperienza Clinica. Ventiquattro sono stati gli infermieri Che harmo accettato
di parteCipare allo studio reClutati da tre ospizi, due ospedali e dieCi case di
99
cura dell'Irlanda del Nord e del Regno Unito. Infine lo studio Chang et al. (2009)
partecipanti sono poi stati divisi in Focus Group per la raccolta dei dati. Tutti
gli studi hanno utilizzato per la raccolta dei dati delle interviste sernistrutturate.
In particolar rnodo e necessario sottolineare Che nello studio Chang et al. (2009)
1e interviste nei focus group sono durate circa 1,5/2 ore e 1e dornande sono state
Per quello che riguarda l'analisi dei dati, lo studio De Witt et al. (2016) precisa
l'analisi dei dati. Per quanto riguarda l'analisi negli studi Chang et al. (2009) e
Brorson et al. (2014) 1e interviste sono state in entrarnbi registrate e poi trascritte,
nello studio Chang et al. (2009) Viene specificato che 1a discussione dei risultati
dello studio sono stati discussi con una persona estranea alla ricerca per
e Irlanda del Nord e Svezia. Non essendoci studi condotti in Italia su questo
terna specifico, non e possibile dedurre che i risultati siano trasferibili nel nostro
contesto non potendo avere una cornparazione dei risultati tra i vari studi.
Bisogna pero aggiungere che, essendo i contesti studiati per lo piu europei,
100
6.6 CONCLUSIONE
sopratutto con pazienti cosi particolari e complessi dove Viene a mancare uno
101
CONCLUSIONI
Il presente lavoro ‘e nato con l’obiettivo di approfondire una delle patologie pit
devastanti per I’identit‘a personale di Chi me e affetto; con uno sguardo rivolto
dedicare alla valutazione di quello Che Viene definito "i1 quinto parametro
vitale”: i1 dolore e, in particolar modo alla fase terminale della malattia Clove 1a
1a demenza, 1a quale risulta essere una delle maggiori cause di disabilité nella
di Vista tenendo sempre presente C0me scopo quello di preservare 1a dignité del
C0me parola Chiave "Dignité", si e analizzata 1a patologia nelle varie fasi Che
l'interpretazione dei bisogni e delle esigenze del paziente. Proprio per questi
102
figura dell'infermiere come responsabile dell'assistenza quotidiana alla persona
103
ALLEGATO 1
Pain relief at the end of life: nurses’ experiences regarding end-of-life pain
relief in patients with dementia.
Studio Brorson et al. (2014)
Descrivere 1e esperienze degli infermieri
per quello Che riguarda i1 sollievo dal
Obiettivi dolore nel fine Vita dei pazienti con
demenza.
Metodo di studio Qualitativo esplorativo descrittivo
Setting Unita ospedaliera del sud della Svezia.
infermieri con esperienza nell'assistenza
Caratteristiche dei di pazienti terminali con demenza
partecipanti
Metodo di raccolta dei Interviste semi- strutturate con
1. Achterberg WP, Pieper M], Van Dalen-Kok AH, De Waal MW, Husebo
meaning of living close to a person with Alzheimer disease. Medicine Health Care
and Philosophy.
Brorson H, Plymoth H, Ormon K, Bolmsjo I, (2014) Pain relief at the end of life:
nurses’ experiences regarding end-of-life pain relief in patients with dementia. Pain
(2013). Non so cosa avrei fatto oggi senza di te. Manuale per i familiari delle persone
10. Borghi C, (2007). Il giardino che cura: il contatto con la natura per ritrovare la salute e
11. Bellelli G, Frison GB, Bianchetti A, Trabucchi M. (1997). The Bedford Alzheimer
Nursing Severity scale for the demented: validation study. Alzheimer's Disease and
management for people with advanced dementia approaching the end of life: a
20. Gabelli C, Gollin D. (2006). Stare vicino a un malato di Alzheimer: dubbi, domande,
21. Harris SM, Adams MS, Zubatsky M, White M. (2011). A caregiver perspective of
how Alzheimer’s disease and related disorders aflect couple intimacy. Aging and
dell ’infermiere.(2009).
26. Marfisi S, (2012) Il racconto che cura. La narrazione autobiografica come terapia
27. MCKhann GM, Knoprnan DS, Chertkow H, Hyman BT, Clifford R]. Jr, Kawas
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28. Martini FH, Nath IL, (2010) Fondamenti di anatomia e fisiologia. Terza edizione.
29. Neonato F. (2012). Giardini della memoria. La natura come supporto. Atti del
30. Peduto A1. (2012). Il percorso tattile e olfattioo nel Giardino Inglese della Reggia di
32. Regan A, Tapley M, Jolley D. (2014). Improving end of life care for people with
33. Rose KM, Lopez RP. (2012). Transitions in dementia care: theoretical support for
ambrosiana.
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39. Vigorelli P, (2010). Il grappo ABC. Un metodo di aatoaiato per i familiari di malati di
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502.
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http://www. davidealgeri.com/demenza-di-alzheimer-arteterapia.html.
Censis. Sanitl‘z: ricerca Censis- Aimlz, 600.000 i malati di Alzheimer in Italia, il 18%
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www.alzheimer.it.
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http: //www.for1dazior1el<or.it
14- La malattia di Alzheimer - um: guida per lefamiglie. Disponibile su
http://www.alzheimer-onlus.or,q/documenti/File/guida-alzheimer-webX.pdf.
15- Mariani C, Clerici F. Université degli Studi di Milano- Ospedale Luigi Sacco.
http://www.alzheimer.it/trattamento farmac.Ddf.
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17- Rapporto Mondiale Alzheimer 2015. L’impatto globale della demenza - un’analisi
http://www.alzheimer.it/report2015 summarvpdf.
18- Zanetti E. L’assistenza al paziente affetto da demenza in ospedale: tre priorita per il
Aggiornamenti 2 Zanettipdf.