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R. Biniek, W. Huber, R. Glindemann, K. Willmes, H.

Klumm

AABT
Aachener Aphasie Bedside Test
Versione italiana
traduzione di C. Iosa, A. Miletto, A. Schindler
In corso di validazione presso l’Università degli Studi di Torino1

MANUALE

L’ Aachener Aphasie Bedside Test (AABT) è stato studiato per valutare il paziente afasico in fase
acuta allo scopo di analizzare quali siano i disturbi caratterizzanti la prima fase successiva all’evento
patologico. Questo test può essere somministrato a partire dal terzo giorno successivo al fatto acuto.
Poiché la fase precoce è caratterizzata da rapide e continue modificazioni dell’aspetto comunicativo,
il protocollo AABT vuole indagare soltanto tre aspetti elementari ritenuti i più significativi nella fase
acuta:
1) il linguaggio spontaneo
2) la comprensione orale abbinata alla pianificazione del movimento
3) l’articolazione e la fonazione

La somministrazione del test impiega dai 15 ai 40 minuti che è la massima durata sostenibile da un
paziente grave in fase acuta. Per i soggetti ancora più gravi si possono effettuare interruzioni e
ridurre la durata ad un massimo di 15 minuti: quando dopo i primi tre livelli di stimolazione, anche
al quarto non segue nessuna reazione o soltanto automatismi, si può passare al subtest successivo.
Ulteriori capacità linguistiche significative per la valutazione dell’afasia (ad esempio la lettura, la
scrittura, la descrizione di un’immagine, il riassunto di un testo) non sono state incluse nel

1
Validazione a cura di Schindler A, Raimondo S, Martufi F.
protocollo poiché non sarebbe stato possibile un aumento della durata del tempo di
somministrazione.

STRUTTURA DEL TEST

Nella prima parte del protocollo vanno riportartate le osservazioni riguardanti l’atteggiamento
comunicativo globale del paziente. In particolare l’esaminatore dovrà valutare il contatto visivo, la
verbalità, la mimica, la gestualità, la reazione emotiva del cliente, la presenza della stretta di mano al
momento del saluto e del congedo e fornire una valutazione qualitativa della scialorrea.

Il test è composto da tre parti principali e suddiviso nei relativi subtest:

1) LINGUAGGIO SPONTANEO
La somministrazione del test inizia con la registrazione dell’eloquio del paziente della durata di 10
minuti circa. Si tratta di un’intervista semi standardizzata durante la quale l’esaminatore chiede al
paziente di descrivere il decorso della malattia, di parlare della sua famiglia e di raccontare come
trascorre il tempo libero. Nel caso in cui con queste prime domande non si attivi nessun dialogo da
parte del cliente, bisogna sottoporne altre più specifiche che necessitano di una risposta chiusa (“E’
sposato? Ha fratelli? Guarda volentieri la televisione? Quando si è sentito male è svenuto? E’ caduto
a terra?), per poi passare ad una produzione libera da parte del cliente.

2) COMPRENSIONE ORALE ABBINATA ALLA PIANIFICAZIONE DEL MOVIMENTO


Per valutare la comprensione linguistica e i disturbi di pianificazione del movimento sono previsti
tre subtest.

A. comprensione di ordini semplici


Il paziente viene invitato a compiere dieci semplici movimenti dello sguardo e della testa:
- chiuda gli occhi; - guardi la mia mano;
- guardi verso la finestra; - dica di “sì” con la testa;
- guardi verso il soffitto; - socchiuda l’occhio dx/sn;
- guardi verso il muro; - dica di “no” con la testa;
- guardi i suoi piedi; - socchiuda gli occhi.

B. prassia bucco-facciale
Gli inviti a muovere la bocca richiedono la comprensione e l’esecuzione di dieci items:
- aprire la bocca; - mostrare i denti;
- soffiare; - gonfiare le guance;
- rivoltare le labbra; - sibilare/fischiare;
- leccare il labbro superiore; - schiarirsi la voce;
- battere i denti; - schioccare la lingua.
C. identificazione di oggetti
L’identificazione di oggetti prevede dieci items in cui il soggetto deve eseguire ciò che viene
richiesto dall’esaminatore. Si dispongono quattro oggetti appartenenti alla stessa categoria
semantica (tazza, coltello, piatto e forchetta) di fronte al cliente, posizionati in maniera rigorosa.
La visuale degli oggetti che si presentano sarà la seguente:

esaminatore

Tazza Coltello
Forchetta Piatto

paziente

Prima della somministrazione l’esaminatore nomina a voce alta e mostra gli oggetti al cliente
una sola volta, poi inizia ad elencare i diversi compiti:
- prenda la tazza; - indichi il coltello;
- prenda il coltello; - indichi la forchetta;
- prenda la tazza; - indichi il piatto;
- prenda il piatto; - prenda la forchetta;
- indichi la forchetta; - indichi la tazza.

3) ARTICOLAZIONE E FONAZIONE

Per quanto riguarda l’articolazione e la fonazione, intesi dall’autore come ricerca dei presupposti
motori e linguistici per la capacità di esprimersi a voce alta, sono stati sviluppati tre subtest.

A. diadococinesia e tempo di tenuta del fonema


Per valutare la diadococinesia, dopo che il paziente si è esercitato a produrre sequenze di
sillabe sempre più complesse (da pa/pa a papa/papa, fino a pataka/pataka/pataka/…), gli
viene chiesto di articolare le stesse sequenze il più velocemente possibile. La produzione
vocale del soggetto deve essere registrata per poter calcolare la velocità di articolazione
(numero di sillabe prodotte al secondo). In seguito si vuole esaminare la durata di
mantenimento di alcuni fonemi chiedendo al cliente di produrre con una espirazione una /a/ il
più lunga possibile, per poi passare ad una /u/, una /i/ e una /f/. Anche in questo caso è
necessario registrare la produzione del soggetto per poter calcolare la durata del soffio
fonatorio.

B. linguaggio automatico
Il secondo subtest che valuta la produzione orale, prevede la possibilità di stimolare funzioni
linguistiche prevalentemente automatizzate attraverso dieci items:
- produrre le note musicali;
- cantare “Quel mazzolin di fiori”;
- produrre una melodia senza testo;
- contare da 1 a 10;
- dire i giorni della settimana;
- ripetere “Buongiorno”;
- ripetere “Ciao”;
- ripetere “Accidenti”;
- ripetere “Non fa niente”;
- ripetere “Arrivederci”.

C. denominazione di oggetti
Attraverso quest’ultimo subtest del livello di produzione, viene testata la disponibilità delle
parole, l’accesso lessicale (è necessario anche in questo caso registrare la produzione del
soggetto). I dieci oggetti raffigurati da denominare sono:
- casa - chiave
- mano - stella
- sole - tazza
- libro - collana
- telefono - pera

Alcuni items appartenenti a questi ultimi due subtest (linguaggio automatico e denominazione di
oggetti) sono stati modificati rispetto alla versione originale dell’Aachener Aphasie Bedside Test per
meglio adattarli alla realtà e alla lingua italiana.
In particolare il protocollo studiato per valutare pazienti afasici di lingua tedesca, prevede come
secondo item del linguaggio automatico di cantare il testo de “Il piccolo Hans”, canzone poco o per
niente conosciuta in Italia. Per questo motivo è stato fatto un breve sondaggio tra le persone italiane
di età superiore ai quaranta anni da cui è emerso che una delle canzoni maggiormente conosciute e
“canticchiate” dalla nostra popolazione è “Quel mazzolin di fiori”, di cui quasi tutti gli intervistati ne
sapevano intonare almeno una strofa. È stato perciò deciso di modificare l’item 2 con la richiesta di
cantare “Quel mazzolin di fiori”.
L’item 6 del linguaggio automatico, in tedesco “Nachsprechen bzw. Mitsprechen von Floskeln –
Guten Morgen-”, richiede di “ripetere o parlare retoricamente con qualcuno” ovvero di esprimersi
con dei convenevoli. Questo item è stato cambiato con la richiesta di ripetere “Buongiorno”.
L’item 8 che nell’originale prevede di ripetere l’esclamazione “Donnerwetter”, è stato sostituito dal
termine italiano “Accidenti” che rende comunque l’idea dell’espressione di ira, dispetto e stupore.

Anche il subtest che prevede la denominazione di oggetti raffigurati ha richiesto ulteriori modifiche.
Infatti le dieci parole elencate e disegnate nel protocollo originale sono presentate in ordine
crescente di difficoltà (prima quelle ad alta frequenza d’uso e poi man mano quelle a frequenza più
bassa). Poiché le stesse parole non hanno la stessa frequenza d’uso nel lessico italiano è stato
necessario cambiare la lista degli stimoli raffigurati affinchè venisse mantenuta questa progressione.
Consultando il testo “Lessico di frequenza della lingua italiana contemporanea” (Bortolini,
Tagliavini, Zampolli, 1971), si è perciò creata una lista di figure-stimolo facilmente raffigurabili e
che coprissero l’intero intervallo di frequenze facendo, se possibile, rientrare alcuni lemmi già
presenti nel protocollo originale.

ITEM STIMOLO FREQUENZA D’USO

Casa 642.56

Mano 284.28

Sole 126.27

Libro 57.74

Telefono 47.30

Chiave 35.29
VALUTAZIONE

 Il linguaggio spontaneo si valuta utilizzando la griglia presente nell’AAT (Aachener Aphasie


Test) dopo aver trascritto sul protocollo le prime 30 frasi prodotte dal soggetto.
Secondo l’autore, Rolf Biniek, nell’analisi del linguaggio spontaneo non è prioritario rilevare la
quantità di espressioni linguistiche prodotte per unità di tempo, ma è fondamentale, invece, una
valutazione qualitativa delle unità linguistiche.
È necessario determinare la capacità di produrre frasi che siano di media lunghezza e che
abbiano una sintassi completa; espressioni che abbiano un contenuto informativo con particolare
attenzione all’utilizzo di parole che siano sempre diverse, alla loro frequenza d’uso e
all’eventuale presenza di disartria correlata alla comprensibilità del linguaggio. Infine è
opportuno rilevare anche i sintomi linguistico-patologici caratterizzanti l’afasia, quali ad
esempio le interazioni e i neologismi.

 La diadococinesia e il tempo di tenuta del fonema si valutano, dopo aver registrato la


produzione orale del soggetto, l’una in sillabe/secondo (velocità di articolazione), l’altra in
secondi (durata di emissione del fonema).

 La denominazione di oggetti viene valutata calcolando il punteggio nel seguente modo:


1) se il paziente nomina a voce l’oggetto raffigurato
→ risposta corretta: 5 punti
→ risposta sbagliata (con neologismi, parafasie, ricerca del
movimento): 0 punti
→ con presenza di disartria: 1 punto

2) se il paziente fa una descrizione gestuale dell’oggetto


→ risposta corretta: 4 punti
→ risposta sbagliata (con neologismi, parafasie, ricerca del
movimento): 0 punti
→ con presenza di disartria: 1 punto

3) se l’esaminatore dà un aiuto semantico


→ risposta corretta: 3 punti
→ risposta sbagliata (con neologismi, parafasie, ricerca del
movimento): 0 punti
→ con presenza di disartria: 1 punto

4) se l’esaminatore dà un aiuto fonemico


→ risposta corretta: 2 punti
→ risposta sbagliata (con neologismi, parafasie, ricerca del
movimento): 0 punti
→ con presenza di disartria: 1 punto

Le produzioni del paziente possono essere differenti e presentare:


- NEO: neologismo
- PAR: parafasia fonemica
- LES: cambiamento lessicale
- DIS: componente disartrica
- ART: tentativo articolatorio

 Tutti gli altri subtest (comprensione di ordini semplici, prassia bucco-facciale, identificazione di
oggetti e linguaggio automatico) comprendono dieci items ciascuno e per ognuno si è deciso di
utilizzare uno schema unitario di valutazione.
Ogni item può richiedere una risposta a quattro diversi livelli ai quali corrispondono tre diversi
punteggi:

1° LIVELLO: invito verbale


→ risposta corretta: 5 punti
→ risposta sbagliata: 1 punto
→ nessuna reazione o movimento automatizzato: 0 punti

2° LIVELLO: ripetizione dell’invito verbale


→ risposta corretta: 4 punti
→ risposta sbagliata: 1 punto
→ nessuna reazione o movimento automatizzato: 0 punti

3° LIVELLO: dimostrazione del movimento


→ risposta corretta: 3 punti
→ risposta sbagliata: 1 punto
→ nessuna reazione o movimento automatizzato: 0 punti

4° LIVELLO: dimostrazione ripetuta del movimento e/o stimolazioni aggiuntive


→ risposta corretta: 2 punti
→ risposta sbagliata: 1 punto
→ nessuna reazione o movimento automatizzato: 0 punti

Ad ogni subtest si può dunque totalizzare un massimo di 50 punti.

Legenda:
- RC: risposta corretta
- RS: risposta sbagliata
- NR: nessuna reazione
- MA: movimento automatizzato o perseverazione

Infine i punteggi ottenuti nei diversi subtest vengono riportati nella griglia riassuntiva presente nella
pagina iniziale del protocollo, così che possano essere ben visibili e ci possa essere una facile
comparazione dei risultati durante i ritest.

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