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L’alborella

nell’Italia settentrionale
e nel Canton Ticino
Dati ed esperienze a confronto

Repubblica e Cantone Ticino Federazione Ticinese


Dipartimento del territorio per l’Acquicoltura
Ufficio Caccia e Pesca e la Pesca
Situazioni di crisi e molti interrogativi
L’alborella riveste un ruolo di pri- rete alimentare dei nostri laghi, diversi laghi e che non sempre
maria importanza nel contesto poiché – quale consumatore zoo- hanno trovato spiegazioni chiare e
della nostra fauna ittica, sia dal planctofago – si situa ai livelli bassi univoche, sono fra i principali mo-
punto di vista faunistico sia da della piramide trofica ed è pertan- tivi che stanno alla base dell’orga-
quello ecologico. to un efficace trasformatore di nizzazione del convegno tenutosi a
Essa rappresenta, infatti, un ende- biomassa planctonica in biomassa Lugano il 24 aprile 2004, con il
mismo delle acque pedemontane ittica. La taglia, che rimane sem- quale si è inteso fare il punto alla
al sud dell’arco alpino e ha quindi pre ridotta su tutto l’arco della vi- situazione in tutta l’area di diffu-
un’area di diffusione piuttosto li- ta, fa dell’alborella il pesce preda sione della specie, nonché valuta-
mitata, all’interno della quale le ideale per tutti i predatori dei no- re i primi tentativi di intervento
sue popolazioni hanno vissuto e stri laghi, in particolare per il pe- con pratiche ittiogeniche a suo so-
stanno vivendo situazioni critiche sce persico e per la trota lacustre. stegno.
che ne fanno una specie a rischio. La consapevolezza dell’importanza L’interesse suscitato dalla manife-
L’alborella è altresì un elemento di dell’alborella e le varie situazioni stazione (tenutasi presso il Museo
grande importanza ecologica nella di crisi che si sono presentate in cantonale di storia naturale) e la

Un convegno a Lugano
di alto contenuto scientifico
L’alborella, mitico pesce di lago! soltanto «sottocenerino», ma inve- ed esperti italiani e svizzeri per
Un tempo, rivestiva un ruolo di ste un po’ tutti i laghi insubrici, dibattere il tema «L’alborella nel-
primaria importanza nel contesto anzi pure quelli dell’Italia setten- l’Italia settentrionale e nel Canton
della fauna ittica, soprattutto nel trionale. Non si è in grado di tro- Ticino. Dati ed esperienze a con-
lago Ceresio. vare spiegazioni chiare e univoche fronto».
Una presenza, anzi, costante e su questa anomala situazione. Un convegno di altissimo livello, di
fondamentale nella rete alimenta- Ebbene, al capezzale dell’alborel- grande interesse, di straordinaria
re dei nostri due laghi prealpini. la – per iniziativa della Federazio- attualità. Non poteva, un simile
Ma, a partire da metà degli anni ne ticinese di acquicoltura e pesca raduno di così elevato contenuto
Novanta, l’alborella è scomparsa (FTAP) e con il sostegno delle au- scientifico, andare perso.
dal lago di Lugano. torità cantonali competenti che È per questo che – grazie alla col-
Per la verità, se ciò può mitigare qui ringraziamo – si sono dati con- laborazione di Raimondo Locatelli,
l’amarezza al cospetto di un feno- vegno, nell’aprile 2004, al Museo il quale ha sintetizzato le varie re-
meno tuttora in parte inspiegabi- cantonale di storia naturale di Lu- lazioni degli oratori convenuti a
le, la sparizione non è a carattere gano, alcuni fra i maggiori studiosi congresso a Lugano, relatori che
qualità delle relazioni e dei risul- A convegno a Lugano (per iniziativa
della FTAP) i più conosciuti esperti
tati presentati sono stati tali da
suggerire la pubblicazione, seppu-
re in forma sintetica, delle risul- dei laghi prealpini per valutare il fe-
tanze del convegno. nomeno della scomparsa o, comun-
que, della sensibile diminuzione
Per il successo di questa iniziativa,
l’autorità cantonale competente
in materia di pesca esprime soddi- dell’alborella, e soprattutto per ri-
sfazione e un sentito ringrazia-
cercare nuove modalità nell’intento
di «rilanciare» questa specie così
mento a tutti coloro che hanno
contribuito alla sua organizzazio-
ne, al moderatore e ai relatori. essenziale nel contesto della nostra
fauna ittica. Molti gli interrogativi
rimasti senza certezze.
dr. Bruno Polli
Ufficio della caccia e della pesca

Alborella,
ma dove sei?
di Raimondo Locatelli

Fotografie di Gianfranco Giudice


e della G.R.A.I.A srl

ringraziamo vivamente per il loro Fortemente voluto dalla Federazione ticinese di acqui-
prezioso contributo – abbiamo ri- coltura e pesca (FTAP), con la «complicità» entusiastica
tenuto non soltanto utile ma ne- del presidente Ezio Merlo e il sostegno concreto del Di-
partimento del territorio, a Lugano si è tenuto (il 24
cessario dare alla stampa questo
aprile 2004) un convegno di altissimo livello scientifico
fascicoletto per conservare alme- sul tema «L’alborella nell’Italia settentrionale e nel
no, da un profilo contenutistico e Canton Ticino. Dati ed esperienze a confronto». Folto
per evidenti ragioni tecnico-didat- l’uditorio (fra cui numerosi amici italiani) e particolar-
tiche, le principali risultanze di mente qualificato il cast dei relatori, essendo presenti
alcuni fra i più noti ed apprezzati (e molto preparati) stu-
questa nostra valida e significativa diosi di questa specie ittica. Conseguentemente, questo
iniziativa. «summit» è risultato non soltanto molto interessante e
coinvolgente, ma anche di notevole spessore tecnico, ol-
tre che di ragguardevole diletto didattico, grazie non da
ultimo alla sapiente conduzione da parte del moderatore
Ezio Merlo dr. Carlo Romanò dell’Ufficio pesca all’Amministrazione
presidente della Federazione ticinese provinciale di Como.
di acquicoltura e pesca (FTAP) Fino ad una ventina di anni fa, il problema dell’alborel-
Foto: Graficomp SA, Pregassona
la era… inverso, nel senso che ce chi ha cercato di capire cosa stes- dotte relazioni (di cui in questo
n’erano «troppe», comunque risul- se succedendo, ma senza avere ri- stesso dossier forniamo un ampio
tavano onnipresenti. A cominciare sposte tranquillizzanti ed esausti- riassunto) sono comunque concordi
dai primi anni Novanta si è avuto ve; altri, invece, si sono sforzati di nel riconoscere che in tutti i laghi
un mutamento radicale, nel senso trovare rimedi, operando con le più le alborelle – in maniera massiccia
che un po’ dappertutto – a parte al- diversificate misure: ad esempio, oppure in misura meno traumatica
cune ma insignificanti eccezioni – dalle limitazioni nell’attività di pe- – sono in calo o non esistono più,
l’alborella è vertiginosamente an- sca alla creazione di letti artificiali appunto come è dato di verificare
data diminuendo (lago di Como e per favorire la riproduzione, oppu- in quest’ultimo decennio. Per con-
lago Verbano), se non addirittura re esperimenti veri e propri per tro, nelle acque correnti di molti
estinguendosi (come nel caso del reintrodurre questa specie (prima fiumi (in Italia settentrionale) ge-
lago di Lugano). nel lago di Monate e adesso, da un neralmente le alborelle tollerano
Tutti sono stati colti alla sprovvista paio d’anni, nello stretto di Lavena «magnificamente» l’inquinamento
da questo fenomeno: è il men che sul Ceresio). Mai, comunque, sino e, anzi, sono in fase di incremento
si possa dire! Conseguentemente, al congresso di Lugano, era stata negli ultimi quindici anni.
ci si è mossi in più direzioni: vi è data la possibilità a un così gran I motivi di tutto ciò? Nessuno se la
numero di qualificati specialisti di sente di rispondere in modo esau-
chinarsi congiuntamente sul dos- stivo, sicuro e comprovato. Ci si
sier per valutare la situazione, di- accontenta di ipotesi, di supposi-
battere le esperienze non soltanto zioni, di possibili concause o proba-
Alborelle in frega su piano insubrico ma anche esten- bili ragioni, quasi che ogni lago ab-
e uova sul fondo ghiaioso. dendole al versante nord-orientale bia i suoi specifici e buoni perché,
italiano, e soprattutto ricercare anche se – come annota il modera-
nuove modalità per ricostituire o tore Carlo Romanò – sorprende la
comunque salvaguardare un così contemporaneità del processo ri-
prezioso, insostituibile patrimonio guardante i vari laghi, da occidente
nel contesto della nostra fauna itti- ad oriente nella mappa dei laghi
ca. In effetti, non v’è dubbio che prealpini. Fra i moventi del feno-
l’alborella è una «pedina» essen- meno si citano la situazione trofica
ziale dal punto di vista faunistico e dei corpi d’acqua, la competizione
da quello ecologico, rappresentan- alimentare all’interno delle specie
do in particolare un elemento di ittiche, le variazioni climatiche,
grande importanza nella rete ali- eventi catastrofici (come Cer-
mentare dei nostri laghi, poiché – nobyl), la distruzione di aree adibi-
quale consumatore zooplanctofago te alla frega del pesce, la pressione
– si situa (per dirla con il dr. Bruno della pesca, la martellante presen-
Polli) ai livelli bassi della piramide za di pesci ittiofagi, ecc. Si è qua-
trofica ed è, quindi, un efficace si… impotenti di fronte a questo in-
trasformatore di biomassa plancto- spiegabile dato di fatto, con la con-
nica in biomassa ittica. sapevolezza che – non conoscendo
Ebbene, il convegno della FTAP ha chiaramente le cause – anche i ri-
fornito molte ed interessanti indi- medi sono... nebulosi, comunque
cazioni, ma – come era d’altronde le possibilità di intervento appaio-
facile prevedere – non ha dato ri- no limitate. Sono perlopiù tentati-
cette definitive. D’altronde, non si vi, animati da molta buona volontà
aveva certo l’ambizione di fornire e anche da tanta fantasia, proprio
risposte rassicuranti, poiché gli perché si brancola – nonostante
stessi esperti – pur mossi da eleva- tutto – nel buio e, dunque, non vi è
ta professionalità oltre che da certezza. Pertanto, interventi da
un’apprezzabile passione – branco- farsi certamente ma con umiltà,
lano tuttora, almeno parzialmente, come chi riconosce i propri limiti.
nel… buio sulle cause di questo tra- L’importante è agire, tentare nuo-
collo circa la presenza dell’alborel- ve strade, chinarsi con serietà sui
la. Si è concordi, questo sì, nel ri- problemi gestionali della pesca.
conoscere la «diffusa indetermina- Nel lago di Como è avvenuto – ma-
tezza delle ragioni», che stanno al- gari per ragioni fortuite, ma anche
la base di questa drastica ed in- perché si è intervenuti tempestiva-
spiegabile diminuzione del popola- mente e con una miriade di inizia-
mento della specie, qua e là addi- tive mirate – quasi il… miracolo,
rittura configurabile nella totale nel senso che l’alborella è in netta
scomparsa del pesce. Le varie e ripresa. Anche nel lago di Varese e

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in quello di Monate ci sono avvisa- no Polli, in riferimento anche al ca- emerge come, lungo il primo tratto
glie di una certa ripresa. Per il Ce- lo del gardon che l’esperto conside- dei grandi emissari dei laghi lom-
resio si è appena agli inizi di un ra una nuova «finestra», o nicchia, bardi, l’alborella sia comunque da
esperimento di reintroduzione del- nella quale inserirsi attraverso il ritenere rara, per poi riprendersi
la specie. Certo, il cammino è an- tentativo in atto per reintrodurre invece andando verso la Pianura pa-
cora lungo, ma occorre avere fidu- l’alborella nel Ceresio. Se fino a 2-3 dana. Questo potrebbe significare
cia, come rassicura Alberto Negri, anni fa ciò poteva sembrare impos- che l’alborella ha dei problemi nei
il «salvatore» del Lario. In questo sibile, dato lo «strapotere» del gar- laghi, dovuti a qualcosa che si rifà
senso, è indispensabile non pecca- don, ora invece è possibile intrave- all’acqua, visto che lo stesso feno-
re di omissione nelle iniziative e dere (tanto per rifarsi ad una ben meno è riscontrabile all’uscita de-
nell’impegno, poiché l’alborella è nota canzone) l’uscita del tunnel. gli emissari, ove l’acqua è da consi-
troppo importante, determinante La cosa che invece rimane uno derare pressoché uguale tra fiume
per i nostri laghi. pseudo-mistero è che l’alborella fa e lago. È uno dei tanti «misteri» su
Per quanto riguarda poi il lago di progressi nei corsi d’acqua, in con- cui riflettere. E, in fondo, anche
Lugano, degna di particolare atten- trotendenza con i laghi. Dai dati questo serve a provare emozioni
zione la splendida «lezione» di Bru- presentati dal dr. Cesare Puzzi nel parlare di pesca e pesci.

La scomparsa dal Ceresio


possibili cause e conseguenze
di Bruno Polli, Ufficio cantonale della caccia e della pesca

Le cause che hanno presumibil- oggetto di pubblicazione (Polli, se sono in gran parte di origine an-
mente condotto alla scomparsa 2001) in occasione della presenta- tropica e le prime sono da ricerca-
dell’alborella dalle acque del Cere- zione dello Studio della biologia re molto indietro nel tempo. Que-
sio, avvenuta a cavallo della metà del «gardon» (Rutilus rutilus) nel sti eventi sono intervenuti in una
degli anni Novanta, sono già state lago di Lugano (Guthruf, 2001). Es- successione, che ne ha causato la
sovrapposizione e l'accentuazione
degli effetti.
In questa sede, intendiamo riassu-
mere – grazie anche alla figura 1 – i
diversi eventi e fattori, che posso-
no avere contribuito alla scompar-
sa dell’alborella dal Ceresio.
• La distruzione delle rive naturali
(essenziali, per la riproduzione del-
l’alborella, quelle contraddistinte
da ghiaieti puliti) è avvenuta in
parte già nella prima metà del se-
colo scorso, culminando nel perio-
do di massima antropizzazione (an-
ni ’60-’80). Il suo effetto sull’albo-
rella si è probabilmente acuito solo
in seguito alla sovrapposizione con
altri fattori negativi più recenti.
• L’eutrofizzazione del lago di Lu-
gano, iniziata attorno alla metà del
secolo scorso e culminata negli an-
ni Ottanta, ha sicuramente favorito
lo sviluppo di copiosissime popola-
Fig. 1 - Sintesi degli eventi probabilmente corresponsabili dell’evoluzione della po-
polazione di alborella nel Ceresio (da Polli, 2001). I dati, inerenti la fauna ittica, zioni di alborella, come testimo-
provengono dai rapporti della Commissione italo-svizzera per la pesca (Polli e Tom- niano i dati – seppur stimati – degli
masini, 1994; Polli, 1997 e 2000). Lo studio condotto dall’EAWAG nel 1989 aveva an- anni Settanta.
cora rilevato un’abbondante popolazione di alborella in tutto il Ceresio (Müller e • L’introduzione del lucioperca,
Meng, 1992). Significato delle linee discontinue nel grafico: dal 1978 al 1982 indi- pesce alloctono, che – inizialmente
cano relativa incertezza dei dati statistici; nel periodo di divieto di pesca, conse-
– non è stato in grado di sviluppare
guente all’incidente di Cernobyl, indicano un’estrapolazione dei dati alfine di ren-
dere meglio visibile la probabile evoluzione dei popolamenti, in assenza di dati sul popolazioni apprezzabili.
pescato; per il pesce bianco, dopo il 1995, segnalano che oltre il 90% del pescato fi- • L’incidente nucleare di Cernobyl,
gurante in questa categoria è da attribuire al «gardon». con la conseguente chiusura della

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pesca per un periodo di oltre due professionale, tali ripercussioni Questa nuova situazione suggerisce
anni sul nostro territorio, alla qua- possono oggi essere ben documen- le seguenti conclusioni:
le ha fatto seguito un immediato tate (vedi figura 2). Fino al 1995, le • il «gardon», che ha sostanzial-
aumento della popolazione di pe- tre specie predatrici principali – os- mente preso il posto dell’alborella
sce persico e un successivo svilup- sia pesce persico, lucioperca e tro- quale pesce preda, è meno perfor-
po esponenziale della popolazione ta – presentano andamenti indipen- mante in questo ruolo e riesce a so-
di lucioperca, con marcato incre- denti tra loro e che non sembrano stentare un quantitativo netta-
mento della predazione sull’albo- essere influenzati dalle disponibili- mente inferiore di predatori. Infat-
rella. tà alimentari. Per il lucioperca si ti, egli è disponibile a taglie ideali
• L’epidemia di branchiomicosi, osserva il classico andamento espo- solo nel suo primo anno di vita,
manifestatasi a carico della popo- nenziale delle popolazioni in forte mentre l’alborella lo era sull’arco
lazione di alborella proprio al ter- espansione. Questo fenomeno – in- di tutta la sua esistenza. Così, solo
mine del periodo di chiusura della nescato dalla chiusura della pesca una piccola parte della popolazio-
pesca. per oltre due anni nella seconda ne di «gardon» può essere predata,
• Lo sviluppo esplosivo, attorno al- metà degli anni Ottanta, che ha mentre quella dell’alborella era
la metà degli anni Novanta, della consentito la salvaguardia di un nu- totalmente fruibile ai predatori. In
popolazione di «gardon», altra spe- mero sufficientemente elevato di queste nuove condizioni risulta leg-
cie alloctona giunta nel Ceresio riproduttori di questa specie – non germente favorito il lucioperca, i
probabilmente nella seconda metà si sarebbe così bruscamente inter- cui individui di taglia maggiore so-
degli anni Ottanta. rotto senza la scomparsa dell’albo- no in grado di predare anche «gar-
• L’esplosione della popolazione di rella. A partire dal 1995, in conco- don» di 2-3 anni;
dreissena, altro organismo estra- mitanza con la fase finale del decli- • lucioperca e trota sembrano es-
neo alla fauna locale, giunto an- no dell’alborella, si manifesta un sere influenzati dagli stessi fattori,
ch’esso attraverso le attività del- drastico e parallelo calo per tutte e che non siamo tuttavia ancora in
l’uomo e che ha favorito il massic- tre le specie predatrici, le quali si grado di individuare;
cio sviluppo del «gardon», il quale assestano dal 1997 in poi su livelli • l’andamento, in controtendenza
ha dimostrato di saper sfruttare in chiaramente inferiori rispetto a tra pesce persico e lucioperca, po-
modo ottimale questo mollusco quelli osservati nella prima metà trebbe indicare un’accentuazione
quale base alimentare. degli anni Novanta. Negli ultimi sei della predazione del lucioperca sui
Questo elenco evidenzia come l’e- anni, gli andamenti di queste spe- giovani persici, già messa in evi-
sito nefasto dell’evoluzione della cie presentano oscillazioni di entità denza da Dal Conte (1996), ma che
popolazione di alborella sia legato diversa, ma sempre coincidenti per potrebbe essersi esacerbata in se-
a una serie di concause, delle qua- lucioperca e trota e in controten- guito alla riduzione delle prede di
li è difficile definire il grado di im- denza per il pesce persico rispetto taglia ideale appartenenti ai cipri-
portanza. Il repentino calo e la suc- alle altre due specie. nidi.
cessiva scomparsa dell’alborella,
in concomitanza con il massiccio
sviluppo della popolazione di «gar-
don», sembrerebbero comunque
confermare che quest’ultimo even-
to abbia effettivamente avuto l’ef-
fetto di un «colpo di grazia».

Le conseguenze della scomparsa


dell’alborella sono state subito in-
tuibili, dato il suo ruolo ecologico
di primaria importanza nella rete
alimentare lacustre. Infatti, quale
consumatore zooplanctofago essa
si pone ai livelli bassi della pirami-
de trofica ed è un efficace trasfor-
matore di biomassa planctonica in
biomassa ittica. La taglia, che ri-
mane sempre ridotta su tutto l’ar-
co della vita, fa dell’alborella il pe-
sce-preda ideale per tutti i preda-
tori dei nostri laghi. La sua scom-
parsa ha quindi subito fatto temere
Fig. 2 - Andamento del pescato professionale per il pesce persico, il lucioperca, la
ripercussioni su questa categoria di trota e l’alborella nel lago di Lugano nel periodo 1990-2003. Negli anni contrasse-
pesci. gnati con un asterisco (*) sono disponibili solo i dati inerenti il comparto lacuale
Grazie ai dati statistici sul pescato svizzero.

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Stato delle popolazioni di alborelle
nelle acque correnti del Veneto
di dr. Paolo Turin, Bioprogramm s.c.r.l., Via Tre Garofani 36a, I-35124 Padova – www.bioprogramm.it

In questa relazione è tracciato un danza (Moyle) nel corso degli ultimi chiglione), i canali di bonifica della
quadro riassuntivo della distribu- 15 anni, che passa da valori medi di bassa pianura e le zone salmastre
zione e dello stato dei popolamenti poco superiori a 1,5 (popolazioni di Valle Millecampi. L’alborella è
di alborella nelle acque correnti del numericamente scarse) del 1991 ad ampiamente diffusa in tutte le ac-
Veneto, sulla base dei molti dati un ottimo 3,5 (che significa presen- que provinciali, con la sola ecce-
disponibili grazie agli studi condot- za di popolazioni abbondanti di in- zione della parte più settentrionale
ti dalle Amministrazioni provinciali dividui) rilevato nel corso del 2003. del fiume Brenta (ambiente decisa-
nell’ambito della redazione delle Provincia di Vicenza – L’idrografia mente reico) e di Valle Millecampi
carte ittiche. In alcuni casi, sono della Provincia di Vicenza può esse- (zona lagunare salmastra). Il trend
disponibili serie storiche di dati, re schematicamente suddivisa in 4 demografico è buono, sostanzial-
che consentono di verificare il fasce, che vanno ad individuare mente stabile in quest’ultimo de-
trend evolutivo della specie anche ambienti acquatici tra loro ben di- cennio.
in relazione agli effetti dell’intro- stinti, almeno per quanto riguarda Provincia di Venezia – Da un pun-
duzione di nuove specie alloctone. la qualità dei popolamenti ittici, to di vista idrografico, la Provincia
In termini idrografici il Veneto è in- ovvero fascia montana-pedemon- di Venezia presenta molte analo-
teressato da una imponente rete tana, fascia dell’alta pianura, fa- gie con quella di Padova, anche se
idrografica che interessa, da ovest scia delle risorgive e fascia della le zone lagunari e vallive sono de-
verso est, i bacini dei fiumi Mincio, bassa pianura. Nella Provincia di cisamente molto più numerose ed
Tartaro, Po, Adige, Fratta, Bacchi- Vicenza l’alborella è presente un importanti. Le popolazioni di albo-
glione, Brenta, Sile, Piave, Liven- po’ ovunque nella fascia della bas- rella sono soggette a fluttuazioni
za, Tagliamento. Oltre a questi ba- sa pianura, in particolar modo nel demografiche, cosicchè mentre in
cini principali, numerosi altri sono i corso inferiore dei fiumi Tesina e alcuni corsi d’acqua appare in ca-
bacini minori di molti corsi d’ac- Bacchiglione. La serie storica dei lo, in altri si osservano degli evi-
qua, che scolano direttamente nel dati a disposizione indica che la di- denti aumenti. Un certo calo è ri-
bacino della Laguna veneta e com- stribuzione e l’abbondanza di que- levabile nelle acque della bassa
prendono molti ambiti di risorgiva sta specie sono rimaste invariate pianura, a causa dell’espansione
di rilevante interesse ecologico. Da nel corso degli ultimi 20 anni circa. della «pseudorasbora», pesce che
un punto di vista amministrativo, il Provincia di Rovigo – La Provincia sembra competere direttamente –
Veneto è invece diviso in 7 ambiti di Rovigo presenta una sostanziale per lo spazio e il cibo – con l’albo-
provinciali, ai quali faremo riferi- omogeneità per quanto riguarda gli rella.
mento in termini di presentazione ambienti di acqua dolce, costituiti Provincia di Treviso – La Provincia
sintetica dei risultati dello studio. da ambienti esclusivamente di ac- di Treviso è un territorio prevalen-
Provincia di Verona – La Provincia que lenti, che comprendono scoli e temente pianeggiante, con presen-
di Verona è la più occidentale fra le canali di bonifica e grandi fiumi za di rilievi solo nella parte più a
province venete. Presenta un’am- (Po, Adige, Tartaro-Canalbianco). nord. Buona la variabilità ambien-
pia variabilità dal punto di vista Nel Rodigino l’alborella è comune, tale dei corsi d’acqua, che com-
morfologico, comprendendo am- spesso molto abbondante, in tutti i prendono quasi tutte le tipologie
bienti fluviali che vanno dai piccoli corsi d’acqua della provincia, ad fluviali. L’alborella è stata rinvenu-
rii della montagna veronese alle ri- eccezione delle zone del delta del ta in 34 stazioni di monitoraggio su
sorgive della pedemontana e delle Po, dove però è limitata ecologica- un totale di 92, situate in prevalen-
grandi valli veronesi, sino ai grandi mente dalle caratteristiche salma- za nella zona meridionale della
canali di bonifica della bassa Vero- stre delle acque. Dall’analisi stati- bassa pianura, dove i corsi d’acqua
nese. Nelle acque della pianura ve- stica dei valori di abbondanza Moy- presentano velocità più lente e
ronese l’alborella è frequente, so- le relativi agli anni 1990, 1998, substrati limosi, habitat ecologica-
prattutto nei tratti medi ed infe- 2003, si può osservare un trend de- mente vocati per la specie.
riori dei corsi d’acqua citati in pre- mografico positivo delle popolazio- Provincia di Belluno – La Provin-
cedenza. Questa specie è presente ni di alborella, che passano da un cia di Belluno comprende una
– anche con valori di abbondanza valore di indice di circa 2,5 del realtà idrologica tipicamente
notevole – in tutta la media e bassa 1990 a un 3,5 circa del 2003. montana, dove gli ambienti fluvia-
pianura, dove è praticamente ubi- Provincia di Padova – La Provincia li idonei all’alborella sono pratica-
quitaria. È invece assente nella zo- di Padova dispone di una notevole mente nulli, limitandosi ai tratti
na montana e nella zona superiore varietà di ambienti acquatici, che immediatamente iniziali di alcuni
delle risorgive. La tendenza dei po- sono le piccole rogge della fascia tributari del lago di S. Croce. La
polamenti è positiva, con incre- delle risorgive dell’Alta Padovana, popolazione del lago di Santa Cro-
mento dell’indice medio di abbon- i grandi fiumi (Adige, Brenta, Bac- ce, su cui essi si immettono, è at-

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tualmente in fase di fortissima evidenzia un fortissimo calo nume- dio condotto sulla fauna ittica del-
contrazione demografica. rico. Fonte di preoccupazione è co- la Provincia di Verona nel 2003 –
L’alborella – nei corsi d’acqua del munque la comparsa, in molti casi nell’ambito della redazione della
Veneto – si presenta ancora abbon- massiccia, di nuovi e vecchi pesci «carta ittica» – il cluster, che com-
dante e ben distribuita negli am- alloctoni come rodeo, carassio e prende l’alborella (ovvero, in ter-
bienti più vocazionali della media e pseudorasbora, che competono – mini semplici, il gruppo di specie
bassa pianura, dove è presente in sia spazialmente che troficamente che occupano preferenzialmente lo
modo omogeneo con buone popola- – con l’alborella e che potrebbero, stesso habitat) vede anche la pre-
zioni in genere ben strutturate. Nel nel medio termine, incidere signifi- senza proprio di queste tre specie
Bellunese l’unica presenza nota è cativamente sulla sua abbondanza. alloctone, oltre a carpa, scardola e
nel lago di S. Croce, dove però si Come si nota sulla base di uno stu- triotto.

Possibili strategie gestionali


nel lago di Garda di Ivano Confortini, Servizio caccia e pesca nella Provincia di Verona
A partire dagli inizi degli anni No- 2001 e addirittura ai 3,5 quintali (valore medio sul decennio) di al-
vanta, si è assistito ad un forte de- del 2003 (fig. 1). Analogamente, borelle degli anni ’80 ai 52 quintali
cremento dell’alborella nel lago di dall’analisi dei quantitativi medi di annui del periodo 2000-2003, con
Garda, a tal punto che le catture pescato effettuato nei vari decenni una perdita del 96% del pescato
dei pescatori professionisti sono (a partire dagli anni Cinquanta), è (fig. 2). Negli anni Ottanta l’albo-
passate rapidamente e progressiva- stato evidenziato tale calo a parti- rella, nel lago di Garda, costituiva
mente dai circa 900 quintali annui re da 13-14 anni fa, quando si è ancora circa il 35% del pescato del-
agli 84 quintali del 1996, ai 22 q del passati dai 1.295 quintali annui le specie planctofaghe (lavarello,

Alborelle nello Stretto di Lavena


esperimento al secondo anno
In base a quanto era stato stabilito, il programma 2004 in funzione della reintroduzione dell’alborella nel lago Ceresio è sta-
to attuato, con il coinvolgimento diretto (per la responsabilità scientifica dell’esperimento) della ditta Graia, l’appoggio de-
gli amici dello Stretto di Lavena e, ovviamente, un cospicuo contributo da parte delle varie società di pesca del lago, non-
ché dell’Ufficio cantonale caccia e pesca. Sono stati posati due letti di frega nel lago Maggiore: uno sulla Tresa a Luino e uno
sulle rive di Caldé. Purtroppo, non vi è stato quest’anno, come previsto, un buon esito del fregolo nel fiume Tresa, proba-
bilmente a causa delle acque troppo fredde, per cui gli unici branchetti che hanno rimontato il fiume erano maschi... Be-
ne, invece, a Caldé, dove le alborelle hanno effettuato un buon fregolo e da dove sono state prelevate circa 65 cassette
con ghiaia e uova, poi trasportate nella struttura dello Stretto di Lavena. Ottima la riuscita delle nascite, con la partecipa-
zione diretta degli amici dello Stretto, capitanati da Toletti/Bedetti: grande la soddisfazione nel vedere tanti avannotti
prendere il largo a schiusa avvenuta, quando è stata abbassata la struttura di protezione.
Quest’anno, su suggerimento di vecchi pescatori storici di Caldé, la Graia ha previsto di lasciare e rinnovare ancora per qual-
che giorno i letti di fregolo sulle rive dell’omonima località del lago Maggiore, e ciò per permettere alle alborelle «ritarda-
tarie» di fare ciò che madre natura comanda. Di conseguenza, altre cassette con le uova sono state depositate per la schiu-
sa nella struttura dello Stretto di Lavena.
Un grazie particolare, per questa azione, intendo manifestarlo agli amici dello Stretto, che hanno dato prova di autentica
passione nel curare – nei minimi dettagli – la struttura, la quale ha permesso di far nascere senza problemi e al sicuro le «no-
stre» alborelle. Parole di gratitudine voglio pure esprimere a tutta la FTAP, alla Commissione italo-svizzera della pesca e, in
particolare, all’Ufficio della caccia e della pesca del Cantone Ticino per il contributo finanziario e le autorizzazioni conces-
se a favore di questa mirata azione di recupero, che – se anche piccola per un grande lago come il Ceresio – ci fa «sognare»
di poter rivedere un giorno guizzare le argentee alborelle nel nostro lago.
Non posso invece nascondere la mia profonda delusione per l’atteggiamento negativo assunto – anche in questa occasione –
dai pescatori di professione sul versante ticinese, in particolare da parte dei dirigenti di Assoreti, che sistematicamente non
collaborano quando si tratta di portare un contributo in favore del lago e della fauna ittica.
Da ultimo, informo che è pure in atto un interessante esperimento da parte del dr. Alberto Negri per l’allevamento di albo-
relle presso lo stabilimento di Fiumelatte. Alberto sta svezzando le alborelle del lago di Como, partendo dalle uova, con l’o-
biettivo di farle crescere fino ad un anno in cattività in gabbie flottanti.
Ezio Merlo, presidente della FTAP

8
agone, carpione, alborella), che – a Stima del pescato annuale di alborella nel lago di Garda
loro volta – rappresentano più del Figura 1
90% del pescato totale del lago di
Garda (figg. 3 e 4); negli anni No-
vanta, invece, tale abbondanza è
risultata pari a circa il 15%, mentre
invece nel periodo 2000-2003 è ri-
sultata dell’1% circa.
Emerge pertanto in modo chiaro
come ormai l’alborella non rappre-
senti più una specie di interesse
per la pesca e quindi, conseguente-
mente, per la sua commercializza-
zione. Nel 2003 la riduzione del-
l’alborella è stata compensata co-
munque dall’espansione dell’ago-
ne, che da solo ha rappresentato
più del 70% dell’intero pescato sul
Benaco, quantificabile tra le 300 e
le 400 (con picchi annuali fino a
500) tonnellate annue (fig. 5). Evoluzione del pescato di alborella
Le possibili cause del decremento
di questa specie, sono rappresen- Figura 2
tate da:
• alterazioni ambientali delle zone
di riproduzione con distruzione e
cementificazione delle rive e delle
spiagge;
• disturbo prodotto sulle zone di ri-
produzione: impatto antropico, at-
tività turistiche e sportive (in pri-
mis, il surf), disturbo prodotto da
anatidi (germano reale, cigno) «se-
midomestici»;
• utilizzo spesso indiscriminato e
senza alcun controllo di prodotti a
base di cloro per rendere le spiag-
ge balneabili;
• incremento delle fioriture prima-
verili ed estive di fitoplancton, con
successiva deposizione sul fondale
e conseguente «soffocamento» Pescato delle specie planctofaghe
delle uova; Figura 3
• competizione con altre specie it-
tiche, prevalentemente alloctone
e di recente introduzione;
• intensa attività di pesca effettua-
ta soprattutto in passato con reti a
circuizione nel periodo immediata-
mente antecedente la riproduzione.

Quali sono stati e sono gli interven-


ti messi in atto a tutela ed incre-
mento dell’alborella?
• Nell’anno 2000 è entrato in vigo-
re un nuovo regolamento interpro-
vinciale (Verona, Brescia e Trento)
sulla pesca, che ha normato in mo-
do più preciso la pesca professiona-
le dell’alborella, prevedendo ulte-
riori limitazioni all’uso degli at-

9
trezzi, delegando le province ad in- Abbondanze relative delle specie planctofaghe
tervenire in modo congiunto – per Figura 4
esigenze di salvaguardia – a favore
dell’ittiofauna autoctona.
• Sono state adottate dalla Provin-
cia di Trento alcune misure a tutela
della specie, alla stregua di quanto
già effettuato sul lago di Como, an-
che se in modo meno incisivo e dif-
fuso, creando nuove zone di ripro-
duzione dell’alborella nell’alto lago.
• Sono stati introdotti, sempre dal-
la Provincia di Trento, limitati
quantitativi di alborelle adulte.
• Sono stati costruiti e ristrutturati
due impianti ittiogenici, uno a Bar-
dolino (in Provincia di Verona) e uno
a Desenzano (in Provincia di Bre-
scia), che potranno essere utilizzati
anche per la produzione di larve di
alborella mediante fecondazione
artificiale (certamente, non si trat-
ta di pratica facile, considerando le
limitate dimensioni possedute).
• È stato attuato, in Provincia di Pescato annuale di alborella, agone e lavarello
Verona, un controllo numerico del- Figura 5
la popolazione di anatidi «semido-
mestici», utilizzando tecniche non
invasive, tra cui il prelevamento
delle loro uova.
L’alborella del lago di Garda abbiso-
gna, però, di interventi più incisivi e
diffusi in quanto quelli sinora messi
in atto, pur modesti, non hanno da-
to di fatto alcun risultato positivo.
Alla stregua delle esperienze gestio-
nali messe in atto nel lago di Como
e in altri laghi lombardi, si ritiene
opportuno che sul lago di Garda
vengano intrapresi urgentemente i
seguenti interventi gestionali:
• recupero delle originarie zone di
riproduzione e creazione di nuove
mediante posa di ghiaia;
• tutela delle zone di riproduzione, 15 aprile (anziché all’attuale 15 della situazione al fine di valutare
prevedendo il divieto di pesca e di maggio), l’inizio del divieto di uti- costantemente lo status della po-
«accesso»; lizzo di tutte le reti per la cattura polazione, così da poter pianificare
• limitazione del prelievo di pesca dell’alborella. e attuare le necessarie misure ge-
prima della riproduzione anticipan- Risulta inoltre indispensabile pre- stionali da applicarsi sull’intero ba-
do al 1° maggio, o ancor meglio al vedere il continuo monitoraggio cino lacustre.

Biologia dell’alborella nel lago di Como


e le relative applicazioni gestionali del prof. Alberto Negri
Nel biennio 1994-’95, è stato effet- tati alcuni risultati. L’accrescimen- risulta pari a 123 mm, con una lun-
tuato uno studio sulla biologia del- to lineare annuale è illustrato nella ghezza media pari a 10 cm al terzo
l’alborella nel lago di Como, del figura 1. In base all’equazione di anno di vita. A partire da questa
quale vengono in sintesi qui ripor- Bertalanffy, la lunghezza asintotica età, si evidenzia un accrescimento

10
inferiore dei maschi rispetto alle Accrescimento lineare annuale, dati maggio ’95 da scaglie
femmine. L’accrescimento mensile Figura 1
indica una fase di crescita compre-
sa tra aprile e ottobre, con un mas-
simo nel periodo maggio-luglio nel
primo e secondo anno di vita, men-
tre per classi di età più adulte (fi-
gura 2) il periodo di massimo ac-
crescimento è più tardivo (giugno-
agosto).
La prima riproduzione avviene al
secondo anno di vita, con la matu-
razione di circa l’80% delle femmi-
ne e del 100% dei maschi. La fecon-
dità media a 2 anni è pari a 1.100
uova, mentre il numero massimo di
uova per femmina è pari a 2.400 al
quarto anno di vita. Il rapporto ses-
si evidenzia una notevole variazio-
ne all’aumentare dell’età, con una
prevalenza dei maschi al secondo
anno (64%) e un progressivo incre-
mento delle femmine che raggiun- Accrescimento mensile.
gono il 97% al quinto anno. Ciò in- Incremento teorico mensile della classe 2+ e 3+ nel 1994
dica, pertanto, una maggiore mor- Figura 2
talità a carico dei maschi. Il tasso
di mortalità totale annuale (pe-
sca+naturale) risulta superiore
all’80%.
Per quanto riguarda la pesca pro-
fessionale, la maglia legale (11
mm) indica una selezione corretta
con un’azione prevalente sulle
classi di età 2+ e 3+ (terzo e quarto
anno di vita). La catturabilità teo-
rica sulla classe 1+ è annullata dal
periodo di divieto legato alla ripro-
duzione (figura 3).
L’analisi evolutiva a lungo termine
della popolazione mette in eviden-
za che, a fine Ottocento, l’alborel-
la rappresentava circa il 9% del pe-
scato totale. Un quadro quindi di-
verso rispetto a quello del venten- Catturabilità mensile della rete legale 11 mm sulle singole
nio 1960-1980 a cui, in genere, si classi di età
fa riferimento in termini di con- Figura 3
fronto. L’esplosione demografica
degli anni Sessanta è certamente
collegata al processo di eutrofizza-
zione del lago di Como, che ha ge-
nerato un incremento della risorsa
zooplanctonica, e il parallelo de-
cremento delle altre specie
zooplanctofaghe in competizione
con l’alborella, il coregone lava-
rello (Coregonus morpha hybrida)
e l’agone (Alosa fallax lacustris).
La fase di marcato decremento,
successiva agli anni Ottanta, è in-
vece collegabile in primo luogo al-
l’inversione del processo di evolu-

11
zione trofica del lago di Como, che il cui prelievo sulla popolazione di za della classe 0+ (primo anno di vi-
– nell’arco di un ventennio – ha re- alborella nel 2002 è stato stimato ta) durante il periodo invernale, è
gistrato un dimezzamento della in circa 13 tonnellate (indagine la distribuzione di alimento artifi-
concentrazione media di fosforo dell’Università di Varese). ciale nei moli. Le prove effettuate
totale (da circa 70 a 35 µg/l). Un Per quanto riguarda, infine, le atti- dimostrano la presenza di differen-
secondo fattore di primaria impor- vità finalizzate al recupero della ze significative tra il fattore di con-
tanza è l’immissione, nel 1970, di popolazione di alborella, deve es- dizione rilevato nei moli alimentati
una seconda specie di coregone, la sere in primo luogo considerato rispetto alle condizioni naturali. È
bondella (Coregonus macrophthal- l’allestimento dei substrati artifi- però evidente che questa operazio-
mus), che – nell’arco di un decen- ciali per la deposizione, costituiti ne può avere un significato sola-
nio – è arrivata a rappresentare la da ghiaietto di fiume da 2-4 cm. mente se applicata su larga scala.
prima voce del pescato e, in quan- Nel 1997 la preparazione di 6 letti
to zooplanctofaga, ha certamente artificiali, per una superficie com-
generato fenomeni di competizio- plessiva di 360 metri quadrati, ha
ne alimentare con l’alborella. Un fornito una produzione di circa 27
ulteriore fattore negativo è il tasso milioni di larve.
di mortalità annuale che, nono- Un intervento parallelo, utile in
stante il divieto pressochè totale di particolare nel caso di trasferimen-
pesca dal 1997 al 2000, si è mante- to delle uova fecondate in altri ba-
nuto prossimo all’80%, indicando cini, è l’impiego dei mattoni forati
quindi un’elevata mortalità di ori- (foto a destra), nei quali sono state
gine naturale. In questo caso, un raggiunte densità superiori a 6.000
impatto di rilievo è attribuibile al- uova/dmq. Un recente intervento,
l’incremento degli uccelli ittiofagi, che può migliorare la sopravviven-

Reintroduzione nei laghi del Varesotto


e distribuzione della specie in Lombardia del dr. Cesare Puzzi
G.R.A.I.A. srl (Gestione e ricerca ambientale ittica acque), via Repubblica 1, Varano Borghi (VA)
e-mail: graia@libero.it - sito web: www.graia.com

L’alborella, Alburnus alburnus al- t/anno. Negli ultimi decenni, tut- l’eutrofizzazione – che nei laghi di
borella (foto sotto), è un ciprinide tavia, le popolazioni di alborella Varese e di Lugano ha assunto, in
di piccole dimensioni, che possiede hanno subìto una forte contrazione passato, connotazioni drammati-
particolare rilievo naturalistico in tutti i laghi prealpini lombardi, il che a causa della pesante urbaniz-
perché endemico dell’Italia setten- che ha portato il pescato professio- zazione delle aree circumlacuali –
trionale, dove colonizza tutte le nale del lago di Lugano a raggiun- è almeno in parte responsabile del-
acque correnti e i laghi delle regio- gere valori nulli a partire dal 1997. la scomparsa dell’alborella, alla
ni planiziali e pedemontane. Per le Attualmente, oltre che nel Cere- cui contrazione numerica pare ab-
sue abitudini alimentari stretta- sio, la specie è considerata estinta biano contribuito anche l’eccessivo
mente planctofaghe, la specie rap- nei laghi di Varese, Monate, Piano, sforzo di pesca e l’introduzione di
presenta inoltre l’anello di giunzio- di Garda e nei laghetti briantei, specie esotiche. In particolare, nel
ne tra la comunità zooplanctonica mentre nei laghi Maggiore e Iseo la lago di Lugano l’introduzione del
e i predatori, rappresentando il pe- specie è tuttora presente ma con lucioperca (Stizostedion lucioper-
sce «foraggio» per eccellenza. consistenze alquanto rarefatte, an- ca) e del gardon (Rutilus rutilus)
Nei centri rivieraschi del Nord Ita- che se in lenta ripresa rispetto agli possono aver agito direttamente
lia, la specie ha assunto – nel corso anni passati. Unica eccezione è sulla consistenza numerica della
dei secoli – una particolare rilevan- rappresentata dal lago di Como, specie, esercitando il primo una
za economica, sia per la pesca pro- dove – dopo un periodo di forte cri- forte pressione predatoria e il se-
fessionale che sportiva: basti pen- si – la specie è presente con una condo una competizione spaziale e
sare che nel Ceresio, nei primi anni popolazione abbondante e ben trofica.
Ottanta, ne venivano catturate dai strutturata. Nei fiumi lombardi, in- Lo stato di crisi diffusa, che inte-
pescatori professionisti circa 26 vece, l’alborella è in genere abba- ressa le popolazioni lacustri di al-
stanza comune e in numerosi punti borella, rende dunque necessaria
addirittura abbondante. la predisposizione di piani di recu-
Le cause di tale depauperamento, pero mirati a ripristinare le origina-
concentrato negli ecosistemi lacu- rie consistenze della specie nei no-
stri, sono purtroppo ancora poco stri laghi, spinti da motivazioni sia
chiare. Con molta probabilità, naturalistiche sia più prettamente

12
fruizionali. La scarsità di popola-
zioni «stock», dalle quali attingere
esemplari adulti e in salute, suffi-
cientemente abbondanti da per-
mettere le attività di reintroduzio-
ne nei numerosi laghi lombardi nei
quali l’alborella è in forte contra-
zione, ha reso tuttavia necessaria
la sperimentazione di una metodo-
logia «alternativa», che non risulti
impattante in alcun modo e che of-
fra i migliori risultati possibili in
termini di naturalità dei soggetti
immessi.
La sperimentazione di nuove tecni-
che di reintroduzione dell’alborel-
la nelle acque della Provincia di Va-
rese è iniziata nel 2000 e ha porta-
to all’immissione di circa 200.000 A sinistra: sopra, letto di frega sul fiume Tresa a Luino; sotto, uova di alborella de-
tra uova e avannotti nel lago di Va- poste sulla ghiaia. A destra: letto di frega sul lago Maggiore a Caldé. In basso, re-
cinto costruito sul Ceresio per ospitare le cassette con le uova di alborella.
rese e, approssimativamente,
20.000 uova della specie nel lago di
Monate. I buoni risultati ottenuti se durante i primi giorni del loro medesimo bacino idrografico dei la-
nelle campagne precedenti, hanno sviluppo. Inoltre, per aumentare il ghi provinciali oggetto del lavoro.
spinto le autorità provinciali ad al- numero di soggetti immessi, que- Grazie ad un monitoraggio quoti-
largare – a partire dal 2003 – il cam- st’anno è stato reclutato uno stock diano, sono state osservate due fre-
po di azione del progetto anche al di adulti dal lago Maggiore, spinti ghe, il 9 giugno e il 16 giugno 2003,
lago di Lugano, supportati dall’evi- sia dalla fase di espansione che la che hanno permesso di spostare 164
dente miglioramento delle condi- specie sta attraversando in questo cassette per un totale di circa
zioni ambientali in atto nel Ceresio corpo idrico, sia dall’appartenenza 420.000 uova, di cui più di 230.000
e dalla volontà delle realtà locali di della popolazione del Verbano al destinate al lago di Lugano.
recuperarne l’ittiofauna originaria.
Il progetto è stato realizzato con la Destinazione Totale di uova spostate
consulenza tecnico-scientifica del- Lago di Lugano 234.724
la società Graia srl ed è sostenuto
finanziariamente dalla Regione Lago di Monate 109.082
Lombardia, con un co-finanziamen- Lago di Varese 76.000
to dell’Amministrazione provincia-
le di Varese e delle associazioni di L’efficacia delle operazioni svolte, dunque, incoraggia fortemente il prose-
pesca ticinesi per quanto riguarda guimento delle attività sinora intraprese, che si rende ora necessario per
le attività sul Ceresio. Alla realiz- non vanificare il lavoro fino ad oggi svolto e raggiungere risultati ancora
zazione delle varie attività hanno migliori, nella speranza di riuscire un giorno a far tornare le consistenze
partecipato i volontari dell’Unione delle popolazioni di alborella dei nostri laghi alle originarie abbondanze!
pescatori del Ceresio, della FIPSAS
di Varese, dell’associazione APD Ti-
nella ’72 e i pescatori dei centri ri-
vieraschi del lago di Monate.
Come «materiale da immissione»
sono state utilizzate uova feconda-
te spontaneamente su letti di frega
artificiali, appositamente allestiti
con della ghiaia del diametro di 1-4
centimetri sul lago Maggiore (a Cal-
dé) e sul fiume Tresa (a Luino). Una
volta deposte le uova, le cassette
di plastica nelle quali era stata si-
stemata la ghiaia sono state trasfe-
rite nei laghi di Lugano, Varese e
Monate, dove sono state apposita-
mente realizzate delle aree recin-
tate per proteggere le larve schiu-

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L’alborella nella dieta
di alcuni uccelli ittiofagi di Alessandra Gagliardi e Guido Tosi
Dipartimento di biologia strutturale e funzionale all’Università degli Studi dell’Insubria
via Dunant 3, 21100 Varese, e-mail: alessandra.gagliardi@uninsubria.it

L’alborella (Alburnus alburnus al- menti mensili, condotti sui corpi posatoi (Angera, Palude Brabbia,
borella), sottospecie endemica idrici lungo tutto l’arco annuale Faggeto).
delle acque pedemontane del (per lo svasso maggiore) e durante La determinazione tassonomica
Nord Italia, rappresenta un ele- il periodo di svernamento in corri- delle prede catturate da svassi e
mento di fondamentale importan- spondenza dei posatoi notturni in- cormorani e l’individuazione del
za ecologica nella rete trofica dei dividuati (per il cormorano). numero di pesci predati sono sta-
nostri laghi. Questo ciprinide zoo- Considerando l’intera area di stu- te compiute facendo riferimento
planctofago, mantenendo dimen- dio, lo svasso maggiore risulta ad una collezione di confronto,
sioni ridotte per tutto l’arco vita- presente lungo tutto l’arco del- appositamente allestita, degli
le, rappresenta, infatti, una pre- l’anno, con una popolazione va- elementi diagnostici rinvenibili in
da sia per diverse specie di pesci riabile da un numero minimo di borre e stomaci (otoliti, placche
predatori, sia per alcuni uccelli it- circa 1.000 individui (mesi di mag- masticatorie, ossa faringee, ver-
tiofagi che – per l’area di studio gio e giugno) ad un massimo di cir- tebre, ecc.), preservati durante i
(Province di Varese, Como, Lecco) ca 3.000 (mese di febbraio). Nel processi digestivi delle due specie
– sono rappresentati principal- periodo da ottobre a marzo, infat- di predatori. Le correlazioni esi-
mente dallo svasso maggiore (Po- ti, alla popolazione stanziale e ni- stenti tra le dimensioni di tali ele-
diceps cristatus) e, limitatamente dificante nell’area in esame si ag- menti e le dimensioni dei pesci
al periodo di svernamento, dal giunge il contingente svernante hanno permesso di ricostruire la
cormorano (Phalacrocorax carbo). proveniente dalle regioni del cen- biomassa delle prede e, di conse-
Al fine di definire il ruolo di que- tro-Nord Europa. La popolazione guenza, di determinare la preda-
sto ciprinide nella dieta degli uc- svernante di cormorano – censita zione giornaliera. La maggior par-
celli ittiofagi e quantificarne la in corrispondenza degli 11 posatoi te delle prede identificate negli
presenza nella dieta, nel triennio individuati (nelle località di Ange- stomaci di svasso maggiore è ri-
2000-2003 è stato condotto uno ra, Palude Brabbia, fiume Ticino, sultata costituita da ciprinidi
studio sulle interazioni preda-pre- fiume Tresa, S. Margherita, Fag- (93.3% in termini di abbondanza
datore nell’ecosistema acquatico geto, Pusiano, Bellagio e S. Fideli- numerica delle prede), di cui l’al-
costituito dai principali corpi idri- no) – raggiunge un massimo di pre- borella rappresenta la specie più
ci dell’area insubrica, incentrato senze di circa 1.700 individui nel comune (84.6%). In termini di bio-
sull’approfondimento del compor- periodo centrale dello sverna- massa, l’alborella costituisce il
tamento alimentare delle due mento. 96.2% delle prede consumate,
specie predatrici, attraverso il La caratterizzazione dei regimi mentre in termini di frequenza
monitoraggio delle popolazioni di trofici dello svasso maggiore e la questa specie di ciprinide è stata
ittiofagi e la caratterizzazione dei determinazione della predazione individuata nell’85.9% dei cam-
rispettivi regimi trofici. Lo status giornaliera è stata effettuata at- pioni analizzati.
delle popolazioni di svasso mag- traverso l’analisi dei contenuti Dall’analisi delle borre di cormora-
giore e cormorano presenti nell’a- stomacali ed esofagei prelevati da no è stata riscontrata la presenza
rea di studio (lago Maggiore, lago esemplari morti per abbattimenti di uno spettro trofico più ampio, di
di Como, porzione del lago di Lu- illegali o per annegamento nelle cui i ciprinidi rappresentano la fra-
gano interessata dalla Provincia di reti dei pescatori (in totale, 74 zione maggiore (73.6% in termini di
Varese, laghi di Varese, Comab- campioni); l’analisi della dieta abbondanza numerica delle pre-
bio, Monate, Ghirla, primo tratto del cormorano è stata condotta de). L’alborella rappresenta il 5.2%
del fiume Ticino e fiume Tresa) è mediante l’analisi di 397 borre del totale delle prede individuate,
stato monitorato attraverso censi- raccolte in corrispondenza di tre mentre scardola (Scardinius eryth-

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rophthalmus) e specie apparte-
nenti al genere Rutilus costituisco-

Non ci si può permettere


no la frazione più abbondante (ri-
spettivamente 32.5% e 27.1%). In

peccati di omissione
termini di biomassa consumata,
l’alborella rappresenta una frazio-
ne trascurabile della dieta (0.1%),
imputabile alle ridotte dimensioni
degli individui e, similmente, in
termini di frequenza, l’alborella è
stata individuata nel 2.7% delle Con uno sforzo di sintesi cercherò dell’alborella) che si è sviluppato
borre analizzate. di trarre alcune conclusioni di ca- con tempi e modi piuttosto simili
Il contenuto medio di biomassa di
pesce ricostruita per stomaco è ri- rattere generale dalla notevole in tutto l’areale di distribuzione
sultato pari a circa 80 grammi per quantità di dati e di informazioni della specie.
lo svasso maggiore, mentre il con- forniti dai diversi relatori. Tutti gli sforzi sin qui effettuati
sumo giornaliero di biomassa per il Riassumerò le mie conclusioni in dagli enti pubblici e dalle associa-
cormorano è stato stimato in circa
quattro punti. zioni di pescatori per arrestare il
370 grammi. Complessivamente,
dai risultati ottenuti, il cormorano La crisi dell’alborella è un feno- declino dell’alborella, hanno il du-
è risultato un predatore generali- meno che non riguarda solo le ac- plice pregio della concretezza e
sta, sia per quanto riguarda l’am- que lombarde e ticinesi. Si può af- della correttezza tecnico-scientifi-
pio spettro trofico, sia per la sele-
fermare che, negli ultimi quindici ca. Nessuno può garantire al cento
zione dimensionale delle prede. La
biomassa media delle prede cattu- anni, la specie ha mostrato evi- per cento che questi sforzi avran-
rate è risultata pari a circa 100 denti segni di declino in tutto il di- no successo, ma non mancano i se-
grammi, con una elevata variabili- stretto padano-veneto. gnali incoraggianti. Bisogna conti-
tà individuale (99 g ± 135, N= È corretto distinguere tra i popola- nuare su questa strada perché l’al-
1.129). Al contrario, lo svasso mag-
menti delle acque lacustri e quelli borella è una specie troppo impor-
giore, selezionando prede di picco-
la taglia (3.6 g ± 4.2, N=1.347), in delle acque correnti. Mentre i pri- tante e non ci possiamo permette-
base alle più piccole dimensioni del mi hanno subìto una forte e gene- re imperdonabili peccati di omis-
becco, è risultato selettivo nei con- ralizzata contrazione, al punto che sione.
fronti dell’alborella.
in alcuni casi si parla apertamente
A partire dal numero di individui
di svasso maggiore e cormorano di «estinzione locale» dell’alborel-
presenti mensilmente nell’area in la, i secondi sembrano godere di dr. Carlo Romanò
esame e dai risultati ottenuti dal- uno stato di salute senz’altro me- Ufficio pesca
l’analisi dell’alimentazione, rela- no preoccupante. Amministrazione provinciale di Como
tivi a spettro trofico e consumo di
cibo giornaliero, è stata fatta una I motivi della crisi dell’alborella
stima del potenziale prelievo ope- non sono ancora stati individuati
rato dalle popolazioni dei due pre- con certezza, ma tra gli esperti
datori sulla fauna ittica. Lo svasso prevale l’ipotesi che il fenomeno
maggiore – presente nei corpi idri-
non sia stato provocato da un uni-
ci dell’area insubrica con una po-
polazione piuttosto consistente e co fattore, bensì da un insieme di
durante tutto l’arco annuale – è ri- cause, e che queste cause siano
sultato operare un consumo stima- diverse da lago a lago. Su questo
to di circa 60 tonnellate di pesce punto la discussione è ancora
in un anno, di cui potenzialmente
l’alborella costituisce una frazio- apertissima perché a nessuno sfug-
ne importante; il cormorano, ri- ge la «fragilità» di un impianto lo-
sultando presente nella stessa gico, che chiama in causa fattori
area di studio solo durante il pe- diversi da luogo a luogo per giusti-
riodo di svernamento, è risultato
ficare un processo (la riduzione
operare un consumo stimato an-
nuale paragonabile al precedente
(63 t/anno), di cui l’alborella co-
stituisce una frazione del tutto
trascurabile.

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