22 Serie B R Il forum

CASA GAZZETTA
Andreazzoli 1 2

● 1 Aurelio Andreazzoli, 64 anni, allenatore dell’Empoli, ospite in

Gazzetta con il direttore generale Andrea Butti (a sinistra), 41, e il
direttore sportivo Pietro Accardi, 35 ● 2 Andreazzoli a fianco della
gigantografia di Coppi e Bartali ● 3 Il forum in redazione BOZZANI

«CHE DIVERTIMENTO
QUESTO MIO EMPOLI
ISPIRATO DA AGASSI»
L’INTERVISTA
di NICOLA BINDA
«Ho fatto la A con la Roma, ma
sono partito dalla Seconda ca-
poli colma quella delusione.
Ora sono felice di continuare
L’IDENTIKIT «E’ IL GIOCO SPORCO CHE
tegoria. Mi manca solo la Terza per la sintonia che ho trovato
CREA LE CONDIZIONI PER

I
jeans alla moda e il fisi-
co asciutto mascherano
i 64 anni di Aurelio An-
dreazzoli, agile e disin-
volto come l’Empoli ap-
pena condotto in Serie A e che
- prima volta in sei promozioni
dalla B - chiuderà il campiona-
to da capolista. Per la sua pri-
ma, vera intervista - a parte
quelle da contratto nei pre e
post gara - ha scelto la redazio-
ne della Gazzetta, dove ha rac-
e poi le ho fatte tutte. Chissà». con lo staff, con due manager
In precedenza aveva sbagliato
giovani come Butti e Accardi».
AURELIO ANDARE IN GOL CON
ANDREAZZOLI
qualcosa o aveva sbagliato il Potrebbe essere loro padre.
calcio a non accorgersi di lei? «Torno a essere padre dopo es-
NATO A MASSA
AZIONI PULITE: L’HO LETTO
«Sono sempre stato nel calcio sere diventato nonno. Essere
con rispetto e attenzione. Non padre vuol dire trasmettere
IL 5 NOVEMBRE 1953
NEL LIBRO DEL TENNISTA.
mi lamento di quello che è sta- qualcosa e contribuire alla cre-
to, ho sempre preferito restare scita dei figli: un bel successo». NOI FACCIAMO BEL CALCIO
nell’ombra. Il mio non è un me-
stiere semplice: ho consigliato In Serie A sono arrivati tanti al-
al nostro d.s. Ac- lenatori giovani,
E GLI ALTRI SI STANCANO»
cardi, che è gio- non sempre con tanti, 10 fondamentali, 5 es- mestiere non si deve nasconde-
vane e ha una LE SCONFITTE buoni risultati, senziali. E se li riduci a 3, è me- re con la scusa del poco tempo.

contato i segreti di una squa-
dra bellissima, efficace nei nu-
meri e dominatrice in un cam-
pionato molto equilibrato. Una
vera coccarda per un allenato-
re che, in precedenza, non era
mai salito alla ribalta.
Andreazzoli, lei fino a metà di-
cembre guardava il calcio in tv e
si divertiva in bicicletta. E poi?
«E poi è arrivata la chiamata
dell’Empoli. Che all’inizio mi
ha dato un po’ di “fastidio”,
perché mi toglieva dal limbo,
dalla tranquillità. Per incontra-
re i dirigenti ho dovuto tradire
il mio gruppo di pedalate. Sta-
vo bene, ma ora sto meglio».
Debuttare in Serie B alla sua età
non capita spesso...
UN COACH GLI HA
DETTO: CONTA
FARE I PUNTI, NON
ESSERE PERFETTI
SU ANDRÉ AGASSI
EX TENNISTA
0
carriera davanti, anzi... Oggi si ri-
di essere sempre valuta il valore
molto esigente dell’esperienza?
nella scelta degli «Penso di sì.
allenatori». Conta la qualità
Le sconfitte di delle scelte, i va-
Un problema che Andreazzoli in 20 lori, non le mo-
Accardi si deve de. Il giudizio
porre adesso: re- partite con l’Empoli: sugli allenatori
sterà anche in A? ha fatto 14 vittorie e lo devono dare i
«Dovete chieder- 6 pareggi comportamenti
lo a lui». Pietro delle squadre».
Accardi, seduto accanto con il
d.g. Andrea Butti, annuisce: «Il Per questo, invece di fare le in-
problema non si pone». terviste, preferiva far parlare
le partite dell’Empoli?
Quindi Andreazzoli è pronto per «Esatto. A me non interessa la
il ritorno in A dopo quei mesi del vetrina. La vetrina di un allena-
2013 alla Roma, chiusi traumati- tore deve essere la squadra. Per
camente con la sconfitta in fina- me parla solo il lavoro».
le di Coppa Italia con la Lazio?
«Questa promozione con l’Em- Come sono stati gli anni vissuti
accanto a Spalletti?
«Non molla un pelo, è cocciuto.
Mi ha insegnato ad andare al
campo dalle 8.30 alle 19. Cosa
che faccio ancora adesso».
Com’è cambiato negli anni il suo
modo di lavorare?
«Negli ultimi 15 anni è sempre
lo stesso calcio. Cambia quello
HO CONQUISTATO che si pretende dagli allenato-
ri. Io però 15 anni fa facevo co-
CON I FATTI se che adesso non rifaccio, la
I GIOCATORI CHE mia cartella degli esercizi è
cambiata molto e quest’anno
AVEVA PORTATO ne ho trovati di nuovi».
SU VINCENZO VIVARINI Ossia?
EX ALLENATORE DELL’EMPOLI «Ho 30 esercizi, 20 più impor-
Ha iniziato ad allenare nei
dilettanti, portando dal 1986 al
1989 l’Ortonovo dalla Seconda
categoria alla Promozione.
Prima esperienza tra i
professionisti alla Massese
(Serie C1) dal 1994 al 1996, poi
fino al 1998 ha guidato Allievi e
Primavera della Fiorentina.
La Serie A lo ha visto
collaboratore di Spalletti prima a
Udine (2003-05) poi alla Roma
(2005-09). Richiamato in
giallorosso negli staff di
Montella, Luis Enrique, Zeman,
Garcia e ancora Spalletti, con
una parentesi da primo
allenatore nel 2013 in seguito
all’esonero di Zeman.
Dal 17 dicembre 2017 ha rilevato
l’esonerato Vivarini all’Empoli.
MASSESE 1994-96
FIORENTINA (giovanili) 1996-98
TEMPIO 1998-99
ALESSANDRIA 2003
UDINESE (coll. tecnico) 2003-05
ROMA (coll. tecnico) 2005-09
ROMA (coll. tecnico) 2011-13
ROMA 2013
ROMA (coll. tecnico) 2013-17
EMPOLI 2017-oggi
glio. Rispetto al mio pacchetto
di esercitazioni di 15 anni fa ne
ho tenuta soltanto una».
Quale?
Si alza e va alla lavagna:
«Guardate le partite, oggi si
gioca in 35 metri. Quindi i no-
stri esercizi si svolgono in par-
tite 10 contro 10 in 35 metri, a
uno o due tocchi per la veloci-
tà, tre se cerco la precisione.
Sono esercizi che servono per
l’ampiezza e per trovare spazi e
andare in porta, con almeno 4
attaccanti ad aspettare l’assist,
mentre un mio collaboratore fa
ripartire l’azione per costringe-
re gli altri 5 a coprire».
In calcio si evolve.
«Ho imparato a far filmare gli
allenamenti con il drone. E’
utilissimo. Un calciatore vede
bene gli spazi che ha a disposi-
zione. E poi facciamo clip sugli
avversari da mandare ai gioca-
tori per farli studiare. Ma il
tempo non basta mai, ci sono
tante situazioni da mettere a
posto, da provare e riprovare
per avere risposte dal campo».
Con lei, dopo aver preso il posto
di Vivarini, l’Empoli non ha mai
perso ed è decollato verso la A.
Come ha fatto in così poco tem-
po a conquistare la squadra?
«E’ fondamentale per un alle-
natore dare un’identità più in
fretta possibile. Chi fa questo
Quando sono arrivato l’Empoli
era reduce da 5 risultati utili di
fila. La novità stuzzica, io ho
cercato di incuriosire per farmi
seguire: c’erano giocatori scelti
da Vivarini, per conquistarli ho
dovuto portare dei fatti».
Quando ha visto il vero Empoli?
«A Bari (quarta partita, 27 gen-
naio, 0-4 ndr) ho capito che
eravamo sulla strada giusta e
che potevamo fare grandi cose.
E avevo fatto solo 19 allena-
menti. I giocatori hanno un
senso del giudizio altissimo:
capiscono subito chi sei».
L’Empoli giocava a tre in difesa e
senza il trequartista. Con lei è
passato al 4-3-1-2: sarà così an-
che in Serie A?
«La qualità dei giocatori fa la
differenza. In A i giocatori so-
no molto forti e non puoi fare
cose che noi facciamo in B. Di
Lorenzo e Pasqual, due terzini,
spesso diventano ali pure: in A
serviranno altri accorgimenti
per attaccare».
Cosa serve all’Empoli per la A?
«Bisogna ragionare in base ai
giocatori che si hanno, non
dietro a un’idea prestabilita. Se
la condividi con chi deve met-
terla in pratica e i calciatori so-
no felici di realizzarla, vai a da-
ma. Da quello che dicono, so
che i nostri stanno bene: gli av-
versari si sfiancano mentre noi