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Inserito il 24/08/2007

MICRORGANISMI EFFETTIVI. BENESSERE E


RIGENERAZIONE NEL RISPETTO DELLA NATURA
Higa Teruo
La tecnologia dei microrganismi effettivi EM® (Effektive Mikroorganismen)
indica un vasto gruppo di batteri responsabili del processo rigenerativo e
promette una vera rivoluzione in parecchi campi applicativi: dalla tutela
dell’ambiente all’agricoltura, passando per la nostra salute e le nostre
case.
I principali benefici derivano dalla possibilità, in agricoltura, di mettere al
bando pesticidi, fertilizzanti artificiali e prodotti chimici di sintesi grazie a
un approccio innovativo, frutto di importanti ricerche scientifiche, I risultati
raggiunti, e documentati nel libro, sono dawero notevoli e ormai
riguardano un’ampia gamma di prodotti da utilizzare anche in ambiti
diversi (igiene della casa, floricoltura, giardinaggio, cura della persona).
Le proprietà dei microrganismi effettivi, inoltre, hanno un effetto positivo
su nostro sistema immunitario: un capitolo del libro è dedicato alle
evidenze scientifiche a supporto del loro ruolo in medicina.

Teruo Higa, dal 1982 professore di Orticoltura presso l’Università delle Ryukyu, in Giappone,
occupa posizioni di prestigio nell’ambito di organizzazioni quali il Comitato Esecutr’o
Internazionale per la Promozione dell’Agricoltura Biologica e l’organizzazione Asia-Pacifico
per l’Agricoltura Naturale. Scopritore della tecnologia EM, trascorre molto tempo all’estero
per farne conoscere le applicazioni. È autore di libri scientifici e divulgativi, già tradotti in
inglese e in tedesco.

Lo stupefacente potere rigenerante dei microrganismi anabiotici

Cibo per un pianeta con dieci miliardi di abitanti

La propensione dei microrganismi a "seguire il leader"

L”acchiappa-problemi”, dai rifiuti organici all'Inquinamento ambientale

Cresce l'interesse sul fronte medico

Ceramica EM: un trampolino di lancio per la rivoluzionaria innovazione che ci attende

La competizione deve lasciare il posto a coesistenza e condivisione della prosperità

Lo stupefacente potere rigenerante dei microrganismi anabiotici

Una nuova tecnologia sta provocando una vera rivoluzione in molti campi applicativi tra loro apparentemente
diversi. Sono infatti in piena evoluzione i notevoli cambiamenti che la tecnologia ottenuta con i microrganismi
effettivi (EM) sta apportando nell’agricoltura, nell’ambiente e nel campo della medicina. Il compito che affido a
questa prefazione è quello di fornire al lettore una breve presentazione della tecnologia EM: che cos’è, in quale
modo cambierà in meglio il nostro mondo, e la certezza che essa rappresenti una concreta speranza per questo
nostro sofferente pianeta, tanto gravemente ammalato.
Mi pare appropriato iniziare dalle due forze dinamiche e opposte presenti in natura. Considerando il loro specifico
modo di condizionare il mondo circostante, in un certo senso si possono indicare come le forze della
rigenerazione e della degenerazione. La prima, la forza della rigenerazione, è quella che per sua natura fornisce
energia e vita, ed è sinonimo di integrità, solidità e salute. Essa è feconda, benefica e vitale. In altre parole, è la
forza della vita. Al suo opposto risiede la forza della degenerazione, che è l’energia distruttiva: essa causa
dissesti, porta deperimento e putrefazione, inquinamento e sporcizia, genera malattie e infermità, e infine,
morte. Essa è sterile, patogena, necrotica. Soltanto da studi recenti si comincia a capire che cosa c’è dietro a
queste forze, che cosa le muove, che cosa le controlla. Sono entrambe generate e governate da alcune fra le
più piccole forme di vita che conosciamo, invisibili a occhio nudo. Il controllo della rigenerazione e della
degenerazione è tutto nelle mani di quelle minuscole creature chiamate “microrganismi”.
Le condizioni del terreno rappresentano un buon indicatore di quale delle due forze abbia il sopravvento. Per
esempio, in un terreno dove predominano microrganismi di tipo anabiotico o rigenerativo, le piante crescono in
maniera straordinaria, e sono sorprendentemente sane e indenni da infestanti. La qualità del suolo è sempre
ottima, senza bisogno di prodotti chimici, pesticidi e concimi artificiali. Invece, nei terreni dove c’è predominanza
di microrganismi degenerativi o patogeni, la crescita della vegetazione tende a essere scarsa, le piante sono
deboli e malaticce, e piene di agenti infestanti. Praticamente è impossibile farvi crescere qualcosa senza l’aiuto
di prodotti chimici e concimi artificiali. Eppure, anche in simili condizioni estreme, e con tutte le difficoltà che ne
derivano, esiste una forza in grado di cambiare rapidamente il corso delle cose e di rigenerare in brevissimo
derivano, esiste una forza in grado di cambiare rapidamente il corso delle cose e di rigenerare in brevissimo
tempo un suolo arido come quello che ho appena descritto. La forza in grado di fare ciò è generata dai minuscoli
microrganismi anabiotici conosciuti come EM. EM sono le iniziali di “Effective Microorganisms” (microrganismi
effettivi). Si tratta di una denominazione che io stesso ho coniato per indicare il vasto gruppo di microrganismi
responsabili del processo rigenerativo, nell’ambito delle due forze dinamiche presenti in natura, di cui ho prima
parlato. I batteri della fotosintesi, i fermenti, i batteri dell’acido lattico e le muffe
sono solo alcuni fra i tipi di microrganismi anabiotici che fanno parte degli EM.
Quando nel suolo è presente una loro combinazione in quantità sufficiente, essi
aumentano significativamente i processi di inibizione dell’ossidazione, e da ciò
risulta un’intensificazione dei campi di energia. In altre parole, la loro attività dà il
via al processo rigenerativo, purificando l’aria e l’acqua presente nel suolo,
favorendo in tal modo la crescita della vegetazione.
Un altro fattore positivo dei microrganismi anabiotici consiste nel fatto che le loro
secrezioni contengono una grande quantità di nutrienti da cui traggono
giovamento sia piante che animali. Fra questi nutrienti, gli aminoacidi, gli acidi
organici, i polisaccaridi e le vitamine. Ecco perché l’applicazione della tecnologia
EM in agricoltura non solo rende superfluo l’uso di prodotti chimici e concimi
artificiali ma, comunque venga applicata, comporta risultati migliori.
In agricoltura, i risultati ottenuti dai microrganismi effettivi (EM) sono davvero notevoli, sia per l’aumento delle
rese, sia per il miglioramento della qualità. Per meglio chiarire il concetto, vorrei fornire qualche esempio pratico,
con alcuni dati che riguardano la coltivazione del riso
in Giappone.
Attualmente, la produzione di riso con metodi tradizionali è di circa 540 kg per km2. Tale cifra si riferisce
comunque a una produzione ottenuta nelle migliori condizioni possibili, sia per la qualità dell’intervento umano, sia
per le condizioni climatiche; inoltre, e soprattutto, facendo uso di prodotti chimici e concimi artificiali.
Sono bastati pochi anni di applicazione degli EM per incrementare la produzione a circa 870 kg per km2. Prima
dell’uso degli EM, la maggiore produzione di riso mai registrata nella storia del Giappone fu proprio di circa 870 kg
per km2. E ora, a soli pochi anni dalla sua introduzione, gli EM hanno dimostrato che è possibile aumentare il
raccolto, fino a un livello pari al miglior risultato mai ottenuto con i metodi tradizionali di coltivazione. Di per sé è
già questo un dato indicativo del notevole aumento di produzione, ma c’è di più: il nostro gruppo di ricerca ha
condotto esperimenti nei quali ha ottenuto una produzione di circa 1650 kg per km2, e questo è un dato che fa
supporre che in una situazione di raccolto vero, in un terreno trattato con gli EM non ci dovrebbero essere
difficoltà a raggiungere i 1800 kg per km2. Se si dovessero realmente applicare gli EM su vasta scala, c’è
davvero motivo di pensare che i terreni attualmente destinati alla coltivazione del riso triplicherebbero la
produzione praticamente nottetempo.
Tuttavia, al momento, il consumo di riso è in calo in Giappone, e sempre meno terreni agricoli sono coltivati a
riso. Non c’è niente di strano, quindi, che ci siano obiezioni alla necessità di triplicarne la produzione proprio ora.
Allora chiedo: perché non produrre una maggiore quantità di riso della migliore qualità, buono, e che, in più, non
contiene residui chimici? Se un aumento della produzione di riso non è argomento sufficiente a far prendere in
considerazione l’uso degli EM, allora cerchiamo altri modi per sfruttare appieno i vantaggi che derivano dalla loro
applicazione.
Se, a questo punto, visto l’attuale calo dei consumi, un aumento del 300% della produzione di riso non è quello
che ci interessa, allora non sarebbe meglio mantenere la produzione ai livelli attuali e diminuire l’estensione di
terreno coltivata a riso? In questo modo si renderebbe disponibile del terreno da usare in altri modi: colture di
diverso tipo, o un’opera di rimboschimento, con l’aumento delle aree verdi o la creazione di nuove zone boscose.
Sarebbe molto meglio usufruire di quella Terra per fare dei parchi o delle aree aperte al pubblico, o persino per
costruire quelle unità abitative di cui tanto c’è bisogno. Inoltre, l’introduzione degli EM nella coltivazione del riso
è in grado di rendere più economico l’intero processo produttivo, e generare un surplus di riso di alta qualità che
potrebbe poi essere esportato. Comunque la si voglia giudicare, l’applicazione della tecnologia EM in questo
specifico settore agricolo mostra un grande potenziale di utilizzazione, ed è in grado di fornire la definitiva
soluzione a molti dei problemi che in questo momento colpiscono il settore.

Cibo per un pianeta con dieci miliardi di abitanti


Finora ho più che altro parlato della coltivazione del riso, ma i benefici della tecnologia EM in agricoltura e nella
produzione alimentare in generale vanno ben al di là della singola coltura cui ho fatto riferimento. Infatti, essa ha
consentito dei raccolti eccezionali per una grande varietà di frutta e verdura. Diverse piante tropicali che
normalmente fioriscono e danno frutti una sola volta all’anno, dopo che sono state trattate con gli EM, hanno
fruttificato più volte durante il medesimo periodo, e in quantità maggiore. Usando gli EM con le piante di cetrioli,
che di solito ne producono uno per ceppo, se ne è ottenuti anche quattro o cinque per ceppo. La stessa cosa
vale per il granoturco, di cui si sono avuti casi fino a otto pannocchie per gambo, o per i pomodori a ciliegia, che
sono passati dalla consueta trentina alla bellezza di 300 per pianta. Con l’uso degli EM, non è soltanto
l’incremento di produzione che sbalordisce, ma anche la migliore qualità del prodotto ottenuto, sia come gusto
che come valore nutrizionale.
Solo fino a poco tempo fa, questi risultati, ottenuti con l’uso della tecnologia EM, erano impensabili. In realtà, se
li si inquadra all’interno della perfetta opera di madre natura, non sono poi così sorprendenti. Nel lontano passato
della Terra, molto prima che l’uomo facesse la sua comparsa, il suolo aveva la forza e la capacità necessarie per
produrre le immense foreste che coprivano il pianeta.
L’origine di questo potere stava tutta nei microrganismi presenti nel suolo, e se si potesse semplicemente fare in
modo che oggi essi ritornassero ad avere la loro funzione naturale, così come l’avevano allora, si potrebbe fare a
modo che oggi essi ritornassero ad avere la loro funzione naturale, così come l’avevano allora, si potrebbe fare a
meno di dissodare il terreno, e a maggior ragione non ci sarebbe più la necessità di prodotti chimici e di concimi
artificiali. Esiste già in natura il meccanismo in grado di avviare il processo di produzione di tutto il cibo di cui
abbiamo bisogno. Ciò che dobbiamo fare è imparare a sfruttare al massimo questa capacità naturale, e a trarne il
meglio, sia da un punto di vista olistico, sia nell’applicazione pratica.
Teniamo tuttavia presente che quando la razza umana ha iniziato a organizzarsi in comunità stanziali, e ha dato
avvio alla produzione del cibo indispensabile al proprio sostentamento, i metodi di coltivazione usati richiedevano
il regolare dissodamento del terreno, poi una concimazione organica per l’arricchimento del suolo, e più tardi dei
fertilizzanti per ottenere dei raccolti più cospicui. Con l’andare del tempo, sono state messe a punto tecniche
agricole sempre più elaborate. I prodotti chimici e i concimi artificiali in uso oggi non sono altro che il naturale
proseguimento di un modello che si ripete analogo nella sua struttura. È vero che il progresso della tecnica e le
innovazioni ci hanno consentito una evoluzione in questo senso, ma le risorse del suolo si sono via via esaurite,
e il degrado è continuato, fino a un punto di totale sterilità. Inoltre, si è creata una situazione in cui l’uso di
prodotti chimici, concimi artificiali e pesanti macchinari agricoli contribuisce alla distruzione dell’ambiente.
È innegabile che l’uso di prodotti artificiali ha fortemente contribuito all’aumento dei livelli di produttività ed
efficacia dell’intervento umano in agricoltura. Ma ciò ha comportato uno sfruttamento del suolo troppo rapido
rispetto alla sua intrinseca capacità di rigenerarsi e di mantenersi sano e forte. È un po’ come farsi prestare del
denaro prevedendo di non poterlo restituire. I soldi del prestito finiscono, le riserve si esauriscono, il debito è
rilevante, e non ci sono i mezzi per procurarsi i fondi per ripianarlo. La credenza è vuota, e pare non esserci
modo di riempirla. Questo paragone può delineare la situazione in cui siamo, con un pianeta che ha il suolo
esaurito e l’ambiente inquinato. Da questo punto di vista, si potrebbe arrivare a dire che nel Giappone del
diciottesimo e diciannovesimo secolo i metodi di coltivazione erano più in sintonia con l’ambiente e la
salvaguardia del suolo di quanto non lo siano i metodi applicati al giorno d’oggi. Non ho però la minima intenzione
di perorare il ritorno a un sistema che appartiene a un’epoca passata. Non sarebbe di alcuna utilità per risolvere
il problema che abbiamo di fronte, proprio perché nei metodi antichi era completamente assente la potenzialità di
aumentare la quantità di cibo prodotto. Aggiungo che la medesima osservazione si può fare riguardo ai vari
metodi di agricoltura biologica praticati al giorno d’oggi. Essi sono senz’altro meritevoli di lode per l’attenzione
che pongono nell’evitare l’uso di prodotti chimici e concimi artificiali, ma resta il fatto che in termini di volume di
produzione non c’è paragone con le tecniche convenzionali odierne che, invece, ditali prodotti artificiali fanno
ampio uso.
La caratteristica della tecnologia EM è quella di possedere le qualità dei moderni sistemi agricoli, ma in una forma
più avanzata. Non fa assolutamente uso di prodotti chimici, pesticidi o alcun tipo di concime; eppure, grazie
all’ottimizzazione del ruolo svolto dai microrganismi effettivi, è in grado di migliorare considerevolmente sia la
quantità sia la qualità della coltura, dando dei risultati notevolmente superiori a quelli ottenuti dalle moderne
tecniche agricole. In questo senso, l’agricoltura che fa uso degli EM può essere considerata la vera agricoltura
naturale e olistica “del futuro”. I metodi agricoli che fanno uso di biotecnologie vengono spesso reclamizzati
come “l’agricoltura del futuro”. In realtà quei metodi, pur ottenendo discreti risultati in laboratorio facendo ampio
uso dell’ingegneria genetica, mostrano poi enormi difetti una volta che vengono applicati “sul campo”, per il
semplice motivo che agiscono in contrasto alle leggi naturali dell’evoluzione.
La tecnologia EM assomiglia alla biotecnologia applicata all’agricoltura, nel senso che essa mette insieme un
gruppo di microrganismi effettivi e sfrutta il naturale effetto della loro coesistenza per produrre del cibo. Ma, a
differenza della biotecnologia, i risultati della tecnologia EM applicata a una reale situazione di coltivazione,
restano stabili. Ciò avviene in quanto sono la conseguenza di una operazione di sintesi naturale, che in maniera
spontanea si completa da sé, e da sé si perpetua e perfeziona.
Sebbene in Giappone il processo di accettazione della tecnologia EM stia andando piuttosto a rilento, è in
aumento il numero dei paesi che la stanno inserendo nelle loro politiche agricole nazionali. Nel continente
asiatico, io e il mio team abbiamo già fornito direttive sull’uso degli EM in Tailandia, Malesia, Indonesia, Filippine,
Corea, Taiwan, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka, Myanmar, Nepal, Laos, India e Cina continentale.
Per quanto riguarda il Sud America, in Brasile la tecnologia EM è stata accolta con grande entusiasmo come seria
alternativa al metodo distruttivo del “taglia e brucia” che vi viene estensivamente praticato, e anche per
proteggere l’ambiente naturale del bacino amazzonico. Tanto che ora il Brasile è il maggior consumatore mondiale
di EM. Argentina, Paraguay, Uruguay, Bolivia, Perù, Ecuador, Venezuela, Nicaragua e Messico sono fra le nazioni
del Centro e Sud America nelle quali sono in corso applicazioni sperimentali degli EM.
Negli Stati Uniti e in Canada c’è grande interesse per gli EM. Già nel 1993 il Ministero dell’Agricoltura degli USA
co-sponsorizzò in California la terza Conferenza Internazionale sulla coltivazione biologica, e i numerosi rapporti
presentati in quell’occasione, in cui venivano elencati i grandi risultati ottenuti dalla tecnologia EM, contribuirono
fortemente ad accelerarne la diffusione negli Stati Uniti.
Per quanto riguarda l’Europa, parecchi paesi sono già entrati in contatto con la tecnologia EM, non solo per le
sue applicazioni pratiche in agricoltura, ma in generale per l’apporto che essa può fornire alla soluzione dei
problemi ambientali. La stessa cosa vale per numerosi paesi africani. In buona sostanza, si può dire che si è
ormai stabilita una rete di comunità su scala mondiale che dispongono della tecnologia EM.
Ora, all’alba del ventunesimo secolo, il problema della scarsità di scorte alimentari ha assunto proporzioni
colossali, e la sua soluzione non è più differibile. Secondo una mia valutazione, l’applicazione degli EM su scala
mondiale permetterebbe di produrre cibo a sufficienza per una popolazione mondiale di dieci miliardi di persone.
L’uso della tecnologia EM permetterebbe addirittura di mettere a coltivazione intere zone desertiche, operazione
che consentirebbe una produzione di cibo sufficiente per più di venti miliardi di persone. Non auspico certo un
incontrollato aumento della popolazione, voglio semplicemente offrire un po’ di ottimismo, che trae la sua ragion
d’essere dalla certezza di fornire una concreta possibilità di riuscita.
La propensione dei microrganismi a "seguire il leader"

Finora ho evidenziato i risultati positivi già raggiunti dalla tecnologia EM applicata all’agricoltura, nonché le
prospettive per il futuro in questo settore. Ma le sue possibilità applicative non si limitano affatto all’ ambito
agricolo.
La tecnologia EM ha già dato prova di possedere delle straordinarie potenzialità per porre rimedio ad altri due
grandi problemi che ci affliggono: l’inquinamento e i danni all’ambiente che ne derivano. Uno dei prodotti della
tecnologia EM è il Bokashi (di cui parlerò nel capitolo 1). Quando in Giappone si è iniziato l’uso di EM-Bokashi in
campo agricolo, gli agricoltori iniziarono a sperimentarne l’uso anche in qualche altro contesto e si resero conto
che esso dava dei risultati davvero innovativi e rivoluzionari, in modo particolare nel trattamento dei rifiuti
organici (avanzi dei pasti, rifiuti organici in genere). Come si sia arrivati a capirlo, è ciò che mi accingo a
spiegare.
EM è un concentrato liquido. È prodotto all’interno di vasche a partire da colture contenenti oltre 80 varietà di
microrganismi. Questi vengono presi da 10 generi appartenenti a cinque diverse famiglie, e comprendono sia
specie aerobiche sia specie anaerobiche. Questa è probabilmente la caratteristica peculiare degli EM: sia
microrganismi aerobi che anaerobi coesistono in coltura1. Vale a dire che gli EM sono il prodotto della
coesistenza di due gruppi di microrganismi che hanno differenti condizioni di vita: quelli aerobi, che hanno
bisogno di ossigeno per vivere, e quelli anaerobi, per i quali l’ossigeno significa morte.
Tra gli addetti ai lavori, era opinione diffusa e quasi un dogma il fatto che solo certe specie potevano essere
studiate come gruppo omogeneo. Fino ad ora, praticamente nessuno aveva condotto degli esperimenti per
vedere che cosa succedeva mettendo assieme microrganismi di specie distinte. Veniva dato ampiamente per
scontato che un esperimento condotto su specie non compatibili ne avrebbe inevitabilmente causato la
reciproca distruzione. Quindi la microbiologia contemporanea sanciva l’impossibilità di sviluppare delle colture che
richiedessero un livello di coesistenza talmente avanzato.
La presunta incompatibilità dei microrganismi aerobi con quelli anaerobi è sempre la prima obiezione sollevata da
chi mette in dubbio la validità degli EM. Tuttavia, è un punto fermo incontrovertibile il fatto che microrganismi
aerobi e anaerobi possono coesistere. La comprensione di ciò è fondamentale per capire come gli EM possano
risolvere i problemi ambientali. Forse mi addentrerò ora in un discorso un po’ troppo tecnico, ma cercate di
seguirmi, perché una volta compreso ciò che sto per dire, sarà molto più agevole acquisire una visione d’insieme
delle potenzialità degli EM, di come funzionano e perché.
I batteri della fotosintesi e gli azotobatteri sono due esemplari nella miriade di specie di microrganismi che si
trovano nel suolo. Entrambe le specie svolgono il ruolo chiave di fissare l’azoto. Tuttavia le condizioni di
sopravvivenza dell’una e dell’altra specie sono diametralmente opposte. I batteri della fotosintesi sono anaerobi,
ovverosia non possono tollerare l’ossigeno. Gli azotobatteri invece (i batteri localizzati nel suolo che fissano
l’azoto) sono aerobi e prosperano con l’02. Aspettarsi che queste due specie coesistano felicemente è un po’
come pensare che olio e acqua siano miscibili. Non sorprende perciò che finora la coesistenza di due
microrganismi di questo tipo fosse considerata impossibile; e invece è proprio ciò che succede in una coltura di
EM: le due specie coesistono in un modello di simbiosi altamente benefica e produttiva. L’avere scientificamente
accertato questo fatto, è stata per me una grande scoperta e un passo in avanti fondamentale per il mio lavoro.
accertato questo fatto, è stata per me una grande scoperta e un passo in avanti fondamentale per il mio lavoro.
Come si spiega questo comportamento in due specie apparentemente diverse? Una ragione è nello scambio delle
fonti alimentari che avviene tra loro. Gli azotobatterì sono aerobi e prosperano all’interno della materia organica,
che è anche alla base del loro processo riproduttivo. I rifiuti che vengono prodotti risultano l’ideale fonte di
sostentamento per i batteri della fotosintesi che, a loro volta, producono rifiuti organici, e quindi forniscono il
nutrimento agli azotobatteri. Questo ciclo alimentare non è altro che quello scambio reciproco che soddisfa una
delle condizioni affinché le due specie di microrganismi possano coesistere.
C’è ancora un altro grosso ostacolo alla coesistenza di organismi aerobi e anaerobi: i primi hanno bisogno di
ossigeno, gli altri lo rigettano. Gli azotobatteri aerobi si riproducono con l’ossigeno; l’eccessiva proliferazione
conduce però a un punto in cui l’ossigeno non è più sufficiente a soddisfare la loro richiesta. È proprio questa
condizione di carenza di ossigeno che viene utilizzata dai batteri della fotosintesi, che sono anaerobi, e in tale
condizione vivono, prosperano e si riproducono. Ho potuto personalmente verificare tale comportamento e
videoregistrarlo al microscopio.
In altre parole, i batteri della fotosintesi e gli azotobatteri si scambiano facilmente le fonti del loro
sostentamento alimentare e ciò, unito ad altre condizioni che si devono verificare, permette la loro convivenza,
per così dire, sotto lo stesso tetto.
Avendo trovato conferma che ciò è quanto succede con i microrganismi aerobi e anaerobi, mi è sembrato ovvio
dedurne che succede la stessa cosa anche con altri tipi di microrganismi. In un singolo grammo di terreno sono
presenti miliardi di queste minuscole creature, e fra loro numerose specie anaerobiche. Quindi ci sono molte
varietà che mantengono una relazione simbiotica analoga a quella dei batteri della fotosintesi e gli azotobatteri.
All’inizio ho condotto esperimenti su diverse combinazioni di varietà di microrganismi, per trovare quella in grado
di ottenere i migliori risultati in termini di raccolto. Devo dire che i primi dati non erano
confortanti.
Proseguendo nei miei esperimenti, ho notato però che alcune specie con caratteristiche simili avevano in comune
anche il fatto di essere di tipo rigenerativo o di tipo degenerativo. E ho anche scoperto che nella maggioranza
dei casi, quando avevano la medesima propensione dinamica, i microrganismi erano in grado di stabilire uno
scambio simbiotico vantaggioso per entrambe le parti.
Molti esperti della materia, cui ho sottoposto i risultati delle mie scoperte, hanno mostrato un certo scetticismo,
in quanto ritenevano che quelli erano certo buoni risultati, ma ottenuti in laboratorio, e la mia teoria non avrebbe
retto alla prova pratica, sul campo, dato che in gioco c’è il delicato equilibrio retto da un numero astronomico di
microrganismi, equilibrio che permette loro di coesistere nel terreno in condizioni naturali. Ancor oggi questo è un
po’ il modo tradizionale con cui ci si avvicina alla materia, ma gli esperimenti sul campo mi hanno fornito un altro
importante elemento.
È vero che nel terreno è presente un numero così elevato di microrganismi che è impossibile sapere quanti sono
in realtà, ma è vero anche che la grande maggioranza di essi ha un comportamento opportunistico, vale a dire
che mostra la propensione a “seguire il leader”, istinto che li porta a conformarsi al comportamento del tipo
dominante all’interno del gruppo. Quindi è il gruppo di microrganismi dominante che determina se il loro
atteggiamento sarà di tipo rigenerativo o degenerativo. I tipi dominanti sono in continua lotta supremazia, e nel
frattempo gli altri milioni di microrganismi semplicemente alla finestra ad aspettare il risultato della contesa, per
poi adattarsi alle caratteristiche e al comportamento dei vincitori.
La battaglia per la supremazia, per così dire, è la stessa che avviene nell'inteststino dell’uomo. Nel nostro
intestino ci sono un centinaio di diversi di microrganismi, ma sono solo il lactobacillo bifido (che rappresenta i
“bravi ragazzi”) e alcuni tipi di microrganismi patogeni (i "cattivi ragazzi”) che combattono per la supremazia. A
seconda di ha meglio, tutto il resto della truppa semplicemente si adegua alle circostanze. Ecco perché finché
assimiliamo una quantità sufficiente di lactobacillo bifido, in linea di massima il nostro stomaco sarà in ordine, e
non dovremo preoccuparci di tutti gli altri microrganismi presenti nel nostro intestino.
Seguendo lo stesso principio, quindi, risulta necessario creare delle condizioni ambientali che favoriscano la
dominanza e la proliferazione di microrganismi di tipo anabiotico. Una volta che il tipo anabiotico esce vincitore,
tutti gli altri microrganismi ne imiteranno il comportamento e ne seguiranno la guida. Il ruolo svolto dagli EM è
quello di incanalare tutto il potere benefico che è stato generato dai microrganismi anabiotici. Il gruppo utilizzato
dagli EM comprende fra gli altri i batteri della fotosintesi, i batteri dell’acido lattico, i fermenti, le muffe, e degli
attinomiceti efficaci, di cui alcuni sono aerobi e altri anaerobi, ma tutti benefici per l’uomo e per le piante. E tutti
seguono en masse il tipo di microrganismi anabiotici dominante all’ interno del gruppo.
1) Microrganism i ae robi e anae robi: i m icrorganism i anae robi sono que lli che vivono e si sviluppano in condizioni di asse nza di
ossige no. È opinione diffusa che , all’inizio de i te m pi, sulla Te rra non ci fosse ossige no, con un’atm osfe ra costituita principalm e nte da
m e tano, am m oniaca e anidride carbonica. All’inizio, in que ste condizioni, i m icrorganism i anae robi prospe ravano e si m oltiplicavano.
La grande quantità di m ate ria di scarto che produce vano via via che cre sce vano di num e ro e ra com posta quasi e sclusivam e nte di
ossige no e azoto. I m icrorganism i ae robi, inve ce , pe r sopravvive re hanno bisogno di ossige no; si pe nsa che com inciarono a
svilupparsi quando l’atm osfe ra fe ce re gistrare una pre se nza di ossige no sufficie nte pe r la loro sopravvive nza. Ne l gruppo de i
m icrorganism i anae robi sono pre se nti il lactobacillo bifido e altri vari tipi di batte ri inte stinali, proe nzim i (m icrorganism i zim oge nici o
batte ri de lla fe rm e ntazione ), batte ri zolfo / solfato riduce nti, clorobatte ri, e batte ri de lla fotosinte si m arrone -ve rdi tra gli altri. Q uasi
tutti i m icrorganism i pre se nti oggi sulla Te rra sono ae robi, quindi sopravvivono e si riproducono in condizioni di pre se nza di ossige no.
Tra loro, le alghe blu-ve rdi, gli azotobatte ri, il bacillo sp. (bacillo sottile ), gli ace tobatte ri, i batte ri m e tanoge ni e i batte ri di zolfo.
Dato che le condizioni am bie ntali ne ce ssarie a garantire la sopravvive nza sono diam e tralm e nte opposte pe r i due gruppi, fino a poco
te m po fa si pe nsava che la loro coe siste nza fosse im possibile . Ma è stato ;cope rto che quando ne l loro am bie nte sono pre se nti de lle
sostanze antiossidanti, i licrorganism i de lla fotosinte si (anae robi) e gli azotobatte ri (ae robi) sono in grado di e siste re . Entram bi i
gruppi vivono ne l te rre no, e prim a de lla scope rta de lla te cnlogia EM si pe nsava ai m icrorganism i ae robi com e ai “bravi” e que lli
anae robi e rano attivi”. I lactobacilli e i batte ri de lla fotosinte si, che sono de gli ingre die nti im portanti ne lla form ula di EM,
apparte ngono al gruppo anae robico. C iononostante vie ne riconosciuta la loro e fficacia ne l controllo de lla m alattia. Pe r la pre cisione ,
va aggiunto che , conform e m e nte alle le ggi di natura che re golano l’e cosiste m a de lla Te rra, il controllo sui tipi patoge ni di
m icrorganism i anae robi vie ne e ffe ttuato da tipi di m icrorganism i e ffe ttivi che fanno parte de llo ste sso gruppo, così com e il controllo
sui tipi patoge ni di m icrorganism i ae robi vie ne e ffe ttuato da tipi e fficaci che fanno de l gruppo ae robico.

EFFETTO BENEFICO MICRORGA NISMI MICRORGA NISMI EFFETTO DA NNOSO


EFFETTO BENEFICO MICRORGA NISMI MICRORGA NISMI EFFETTO DA NNOSO
FERMENTA ZIONE RIGENERA TIVI DEGENERA TIVI PUTREFA ZIONE

L”acchiappa-problemi”, dai rifiuti organici all'Inquinamento ambientale

La capacità degli EM di contribuire alla risoluzione dei problemi dell’ambiente dipende dall’azione di due tipi di
microrganismi: gli EM zimogeni (fermentativi), microrganismi effettivi che producono degli agenti antiossidanti, e
certi altri tipi di microrganismi con capacità sintetiche. Le sostanze inquinanti, tanto giustamente disprezzate dal
genere umano, sono proprio il nutrimento preferito dai microrganismi anaerobi. In considerazione di ciò, la
situazione che vi descriverò diventa plausibile.
Tra i batteri della fotosintesi che svolgono un ruolo chiave negli EM, ve ne sono alcuni in grado di sopportare
temperature estremamente alte, in certi casi anche più di 700 °C, cosa che avviene in assenza di ossigeno.
L’unica possibile spiegazione di come creature con simili caratteristiche si trovino ora qui fra noi, è che esse
discendano da forme di vita che ebbero origine nello spazio, e che poi sono arrivate sulla Terra, quando il
pianeta era ancora una palla di fuoco. Stando così le cose, la si potrebbe vedere come l’origine della vita sulla
Terra, così come la conosciamo noi.
Gli scienziati hanno sempre sostenuto che la vita sulla Terra si sia originata solo dopo la formazione di nubi
temporalesche che, scaricando- si, hanno inondato il nostro pianeta tanto da produrre gli oceani e raffreddarlo.
Questa teoria, però, non pare più sostenibile. È anche possibile che i primi esseri viventi presenti sulla Terra
fossero in grado di tollerare temperature estremamente alte, di 500 °C o più, aborrissero l’ossigeno e traessero
linfa vitale da una combinazione di diossido di carbonio (anidride carbonica) e gas metano, ammoniaca e solfuro
di idrogeno. E forse si sono moltiplicati a una velocità tale che hanno determinato la fissazione del diossido di
carbonio e il conseguente rilascio di azoto2, ossigeno e acqua. L’anidride carbonica che ne è risultata avrebbe
causato l’abbassamento della temperatura terrestre; vale a dire che avrebbe fatto agire in senso contrario il
primordiale “effetto serra” della Terra, consentendo al pianeta di raffreddarsi fino a circa 100 °C o meno. A sua
volta, ciò avrebbe fatto condensare il vapore che formava l’atmosfera della Terra, trasformandolo in
precipitazioni piovose verso la superficie terrestre, con la conseguente formazione degli oceani. Se prendiamo
per buona questa teoria, ne consegue che sono sbagliate le attuali convinzioni per quel che riguarda 1”effetto
serra”.
La teoria dell’“effetto serra” è basata sul fatto che, se fosse rilasciata tutta l’anidride carbonica non volatile che
si trova attualmente sul nostro pianeta, la temperatura della Terra toccherebbe i 200-300 °C. Ormai questa è la
teoria universalmente accettata, ma vorrei far notare che vi è implicito il fatto che la riduzione dell’“effetto
serra” è collegata all’esistenza dei microrganismi anaerobi.
Se ci riflettiamo un momento, diventa chiaro che l’ossigeno e l’acqua, vitali per la nostra sopravvivenza, sono in
realtà il materiale di scarto di quegli stessi microrganismi anaerobi. Dal loro punto di vista, l’ambiente terrestre è
diventato terribilmente “inquinato” a causa di un eccesso di ossigeno, situazione venutasi a creare in seguito
alla loro eccezionale capacità di moltiplicarsi. In questo senso, per quel particolare gruppo di microrganismi
l’ossigeno non è altro che una sostanza altamente inquinante. Per la stessa ragione, nulla ci impedisce di
considerare l’ossigeno come colui che ha scacciato i microrganismi anaerobi dalla ribalta, costringendoli a
nascondersi nei pochi posti che rimanevano sul pianeta Terra dove le condizioni ambientali hanno continuato a
offrir loro un posto dove poter stare. Siamo portati a credere che le condizioni ambientali ai primordi della storia
della Terra fossero ideali, con ossigeno in abbondanza e pulito, e acqua non inquinata. Ma è un giudizio di parte,
perché dal punto di vista dei microrganismi anaerobi una sovrabbondanza di ossigeno avrebbe rappresentato il
massimo dell’inquinamento e l’impossibilità di sopravvivere.
Visto l’inquinamento che essi stessi hanno causato con la loro grande produzione di materiale di scarto, queste
particolari forme di microrganismi anaerobi per sopravvivere hanno dovuto evolversi. Quelli che non sono stati in
grado di farlo, che sono la grande maggioranza, o si sono estinti o, come detto, hanno dovuto adeguarsi a
trovare rifugio nei pochi posti sulla Terra dove le condizioni ambientali hanno permesso loro di sopravvivere. E
ora troviamo quei microrganismi completamente anaerobi nascosti nelle profondità della Terra, o nei pressi delle
aperture sul fondo dell’oceano, ultime vestigia di quegli elementi che sono stati protagonisti dello scambio
gassoso che ha dato origine alla vita sulla Terra.
EM non ha fatto altro che estrarre dai nascondigli dove si erano rifugiati i tipi anabiotici di microrganismi
anaerobi, discendenti dei microrganismi che furono gli antenati delle prime forme di vita sulla Terra, e li ha messi
in condizione di coesistere con tipi anabiotici di microrganismi aerobi. Cosa succederebbe se gli EM fossero
immessi in una zona della Terra altamente inquinata, zona che riprodurrebbe oggi le stesse condizioni ambientali
immessi in una zona della Terra altamente inquinata, zona che riprodurrebbe oggi le stesse condizioni ambientali
in cui i loro lontani antenati si sono riprodotti quando la Terra era giovane? La combinazione di anidride
carbonica, ammoniaca, gas metano e solfuro di idrogeno sarebbe una prelibatezza per quelle minuscole creature
che, senza dubbio, consumerebbero ben volentieri.
Il nostro gruppo di ricerca ha lavorato esattamente su quest’ipotesi, ricreando in laboratorio un ambiente
altamente inquinato che ha favorito la riproduzione degli EM. I risultati degli esperimenti sono sbalorditivi. In un
esperimento gli EM sono stati messi nel filtro di una fossa biologica dove arrivavano gli scarichi provenienti sia da
gabinetti che da lavandini o lavatrici dove veniva usato del detersivo. Ebbene, gli EM messi nel sistema di
filtraggio hanno purificato a tal punto le acque di scarico che l’acqua filtrata si poteva tranquillamente bere nel
giro di ventiquattrore! Tanto per fare un esempio, il sistema completo di EM per il riciclo delle acque di scarico
che attualmente è in funzione presso la Biblioteca pubblica di Gushigawa (Okinawa, Giappone) fa risparmiare
tantissimo sulla bolletta dell’acqua, addirittura ha ridotto i costi del 95%!
un altro caso, gli abitanti di Kani (Honshu, Giappone) producono un concime organico di buona qualità che
utilizzano nei loro giardini. Per produrlo fanno uso degli EM, con cui trattano gli avanzi di cucina e i rifiuti organici
in genere. L’operazione riesce così bene che ormai praticamente nessuno a Kani butta più via l’umido, ma lo
ricida per farne concime. Il risultato è che le spese del Comune per lo smaltimento rifiuti, che prima aumentavano
del 15% all’anno, adesso si riducono del 15% all’anno. Non conosco amministratore locale che non sia alle prese
col problema dell’aumento dei costi per lo smaltimento rifiuti, eppure la tecnologia EM offre una soluzione, grazie
al riciclo dei rifiuti organici che potrebbero diventare una vera risorsa se ogni famiglia vi facesse ricorso. I sistemi
di smaltimento attualmente utilizzati sono estremamente onerosi, e sono anche uno spreco di denaro pubblico.
Un uso concertato della tecnologia EM potrebbe essere la soluzione, con davvero poca spesa. E i soldi
risparmiati verrebbero dirottati su altri interventi a favore della comunità.
L’uso degli EM in ambiente domestico non è affatto limitato al riciclo dei rifiuti organici. Si possono usare nella
preparazione dei cibi e nella conservazione, dato che contengono gli zimogeni necessari alla fermentazione, e
vanno benissimo per fare il pane e per i tipici sottaceti fermentati giapponesi. Conservano più a lungo la
freschezza di frutta e verdura, e migliorano la crescita delle piante da appartamento, e in generale di tutti i
prodotti dell’orto e del giardino. Si possono usare per togliere gli odori nei bagni, e anche per levare quei
maleodoranti accumuli di sporco che si formano negli scarichi. Se ne può sfruttare l’azione persino facendo il
bucato: poche gocce aggiunte all’acqua durante il lavaggio di capi in cotone preservano il tessuto e mantengono
gli indumenti come nuovi.
Le applicazioni e i benefici degli EM sono infiniti, ma la cosa più importante da tenere presente è il fatto che
quello che noi uomini consideriamo inquinato, sporco, infetto o puzzolente, è il nutrimento dei microrganismi degli
EM. Stando così le cose, capite che potrebbe non esserci limite alle applicazioni di questa tecnologia. L’altro
aspetto importante è il costo contenuto del prodotto.
Un altro serio problema da risolvere per migliorare la qualità dell’aria e dell’acqua è costituito dagli scarichi
maleodoranti e contaminati provenienti degli allevamenti di bestiame. Basterebbe aggiungere un p0’ di EM
all’acqua che bevono gli animali e lavare le stalle con getti d’acqua in cui è stata diluita una soluzione di EM.

In tutta franchezza mi sento di affermare che, se usati in modo corretto, gli EM rappresentano la soluzione di
gran parte dei problemi ambientali che ci opprimono, dallo smaltimento delle sostanze chimiche e radioattive, al
trattamento degli scarichi agricoli; per non parlare dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua in generale, della
pioggia acida, dell’eccessiva concentrazione di anidride carbonica, del buco nell’ozono e così via. Mai prima d’ora
si era trovata una soluzione così rapida, e soprattutto così conveniente nel rapporto costi-risultati.ù
2)Fissazione de ll’azoto: la fissazione de ll’azoto è que l proce sso che de ve avve nire affinché la ve ge tazione possa utilizzare l’azoto
pre se nte in atm osfe ra. L’azoto è pre se nte ne ll’atm osfe ra sotto form a di gas, N2, m a siccom e le piante non sono in grado di
utilizzarlo dire ttam e nte in que sta form a, è ne ce ssario che si trasform i da gas a sostanza. La trasform azione avvie ne grazie all’azione
de i m icrorganism i e di una scarica e le ttrica (fulm ine ) che trasform a il gas in acido nitrico (HNO 3) e am m oniaca (NH3) con un proce sso
chiam ato “fissazione de ll’azoto naturale ”.

Cresce l'interesse sul fronte medico

Oltre agli straordinari risultati ottenuti con l’uso degli EM in campo agricolo e nella produzione alimentare, nonché
nelle problematiche ambientali e dell’inquinamento, gli EM si stanno dimostrando efficaci in un altro campo,
anch’esso estremamente importante: quello della salute. Tuttavia non posso affermare che le ricerche e gli studi
portati finora avanti sulle applicazioni in campo sanitario degli EM, e i loro effetti benefici, siano così esaustivi
come nel caso dell’agricoltura e dell’ambiente. Di conseguenza, non sono in grado di citare molti esempi
documentati del loro utilizzo in questo campo, ma posso senz’altro fornire un breve profilo degli apparenti effetti
benefici che gli EM cominciano a far emergere sul fronte sanitario.
L’EM-X è fra i più recenti ritrovati della tecnologia EM. Rispetto agli EM standard, ha più spiccate propensioni e
proprietà antiossidanti. È già in uso un trattamento che prevede che il paziente ingerisca l’EM-X sotto controllo
medico. I dati in nostro possesso mostrano che l’EM-X ha effetti positivi sulla salute dei pazienti in cura.
Secondo me ciò è dovuto all’azione che essi svolgono sui microrganismi presenti in così gran numero nel nostro
intestino, provocando una variazione negli equilibri di potere, e favorendo la dominanza del tipo anabiotico
benefico.
Allo stadio di ricerca e utilizzo in cui ci troviamo, i medici che prescrivono EM-X non sono ancora in grado di
stilare giudizi definitivi sui suoi effetti, dato che i riscontri alla sua somministrazione variano da paziente a
paziente.
Mi rendo conto che esistono anche casi di remissione spontanea della malattia, in malati di cancro che hanno poi
Mi rendo conto che esistono anche casi di remissione spontanea della malattia, in malati di cancro che hanno poi
guarigioni miracolose; perciò, nel caso dei pazienti appena citati, non me la sento di affermare che i
miglioramenti siano merito esclusivo di EM-X. Tuttavia, vista la notevole incidenza di guarigioni tra i loro pazienti
che lo bevono, parecchi medici, basandosi sulla loro esperienza diretta, non escludono affatto una qualche
correlazione fra l’uso di EM-X e la percentuale di guarigioni.
So di un medico che sosteneva l’impossibilità che esistesse qualsiasi riscontro scientifico circa l’efficacia
terapeutica di EM-X. Questo medico soffriva di una forte allergia al polline, e disse che avrebbe cambiato idea su

EM-X se questo avesse fatto qualcosa contro la sua allergia. Pare che nel giro di una settimana le sue condizioni
migliorarono in maniera così consistente, che cominciò seriamente a pensare che qualcosa di vero doveva pur
esserci. Quindi, o attraverso esperienze in cui sono stati coinvolti personalmente, come è avvenuto per questo
collega, o vedendo i miglioramenti nei loro pazienti, a poco a poco s’è diffuso nell’ambito ospedaliero un certo
interesse e sostegno per l’EM-X da parte dei medici.
Parecchie case farmaceutiche mi hanno contattato proponendomi di commercializzare EM-X, ma io sono
convinto che questa non è materia che merita d’essere trasformata in una macchina per far soldi.
Mi reputo già abbastanza fortunato per essere riuscito a far luce su una particolarità fino ad allora sconosciuta,
che caratterizza i microrganismi che ci circondano. E ora voglio che la mia scoperta sia a disposizione di tutti, e
a buon mercato. Sono fermamente convinto che tutto ciò che esiste in natura o che si trova nel mondo attorno
a noi appartenga a ogni uomo, donna e bambino di questo pianeta.
Anche se per mantenerci in una buona condizione di salute parrebbe necessario il coinvolgimento di parecchi
fattori, in realtà ciò che davvero conta è il buon funzionamento del nostro sistema immunitario. Nel corso della
nostra storia, l’immunità che abbiamo sviluppato verso talune malattie è semplicemente da attribuire
all’esposizione, diretta o indiretta, che abbiamo avuto a quelle malattie. L’evoluzione del nostro sistema
immunitario è di per sé la prova della nostra evoluzione come esseri umani: gli esseri viventi posseggono
un’ampia gamma di capacità d’adattamento, in quanto hanno sviluppato un’immunità a largo raggio. Si è visto
che le proprietà antiossidanti possedute dall’EM-X hanno un effetto positivo sul nostro sistema immunitario, e lo
rinforzano. Questo è il motivo per cui per me diventa importantissimo verificare quale ruolo può avere nel futuro
la tecnologia EM nel campo della medicina e nell’ambito dei sistemi sanitari.

Ceramica EM: un trampolino di lancio per la rivoluzionaria innovazione che ci attende

Vorrei ora parlare di un nuovo ritrovato della tecnologia EM. Il nome del prodotto che fa uso di questa tecnologia
è “PureSoil”.
Qui voglio solo fare un breve accenno alle principali caratteristiche di PureSoil, ne parlerò diffusamente più
avanti. PureSoil è un tipo di ceramica ottenuta con un particolare processo, miscelando dell’argilla con gli EM. La
combinazione dell’energia inorganica della ceramica con le proprietà degli EM rende questo prodotto
particolarmente adatto a eliminare i cattivi odori, e per la depurazione delle acque.
Immagino che nessuno al mondo avrebbe mai pensato che microrganismi introdotti nell’argilla che viene poi
portata a una temperatura di almeno 700 °C, necessaria per trasformarla in ceramica, a fine cottura siano
ancora integri. Il concetto che dei microrganismi possano sopravvivere all’esposizione a temperature tanto
elevate giustifica senz’altro lo scetticismo dei più.
Confesso che io stesso all’inizio non potevo crederci, ma le prove erano inequivocabili, e i fatti parlavano da sé,
tanto da convincermi ad approfondirne lo studio. Le ricerche condotte mi hanno confermato che gli EM
mantengono intatte le loro straordinarie capacità anche quando vengono introdotti nell’argilla e poi portati a
temperature estreme.
Sotto forma di ceramica, gli EM possono apportare parecchi straordinari benefici. Tra questi: miscelandoli con la
crusca del riso si può ottenere EM Bokashi. Aggiunti all’acqua, la purificano e la mantengono tale a tempo
indeterminato. Spruzzati sui pavimenti delle stalle degli allevamenti di suini, ne eliminano completamente il
terribile odore. Lo stesso avviene mischiandoli con il terreno. In pratica, la ceramica EM è in grado di dare gli
stessi risultati degli EM tradizionali.
Inoltre, dal momento che gli EM si trovano in questo caso sotto forma di ceramica, è sufficiente polverizzarla
finemente e spargerla sul terreno che si vuole trattare. In questo modo è più agevole purificare i fondali marini e
i letti dei fiumi, per non parlare delle zone melmose di paludi e acquitrini. Si tratta di ambienti naturali dove finora
l’uso di qualsiasi altro tipo di EM non era stato molto efficace. Se si facesse un uso simile degli EM nell’ambito di
un piano di intervento globale per risolvere il problema dell’inquinamento delle acque, sono convinto che ci
sarebbero grandissime probabilità di riuscita.
L’acqua è una risorsa presente su tutto il pianeta. Da questo punto di vista, il volume totale dell’acqua sulla
Terra non subisce mai cali o incrementi, ma l’unica cosa che cambia è il grado di inquinamento dell’acqua che noi
stessi usiamo. Tuttavia non dobbiamo pensare di dover effettuare per forza una pulizia generalizzata, su scala
globale. Per esempio, se solo si depurasse e riciclasse l’acqua che si usa in casa, si potrebbe avere dell’acqua
potabile assolutamente pulita e sicura, e, come immediata conseguenza, un minor ricorso alle risorse idriche
abituali.
Così facendo, avremmo dei sostanziali cambiamenti nella fornitura dell’acqua per uso domestico, quella del
rubinetto per intenderci, e poi nel riciclo delle acque di scarico, e ancora, nelle reti fognarie. Potendo eliminare
l’enorme richiesta giornaliera di acqua potabile, si potrebbe fare a meno degli interventi previsti su vasti tratti di
zone montane per l’edificazione di dighe. Anche le fognature ne ricaverebbero vantaggi:
la loro costruzione necessita infatti di forti finanziamenti, e se si riducesse l’enorme quantità di liquame che
attualmente transita per le condotte fognarie, non sarebbe più necessario costruire reti fognarie molto estese, e

di conseguenza i finanziamenti sarebbero dirottati su utilizzazioni alternative.


di conseguenza i finanziamenti sarebbero dirottati su utilizzazioni alternative.
Mi viene in mente per esempio il cablaggio della rete elettrica, al posto degli attuali cavi aerei. Usata nella
fabbricazione di serbatoi della benzina e marmitte per l’industria automobilistica, la ceramica EM è in grado di
risolvere i problemi creati dagli scarichi delle auto, nonché di far risparmiare parecchia benzina, in quanto può
farne aumentare l’efficienza della combustione almeno del 30%. A mio avviso, se l’applicazione della ceramica EM
fosse estesa ad altre tecnologie in uso, sarebbe auspicabile un risparmio generalizzato d’energia su valori tra il
30 e il 50%.
Altro scenario prevedibile con l’uso della ceramica EM: le petroliere lasciano giù il loro carico di petrolio, e
tornano in Medio Oriente portando acqua fresca. Come? La ceramica EM, con le sue capacità neutralizzanti,
eliminerebbe facilmente l’odore di benzina. Allo stesso modo in cui una miscela di EM e ceramica EM può essere
usata per sterilizzare le petroliere e renderle sicure per il trasporto di acqua fresca, la stessa miscela potrebbe
essere usata per il trattamento delle acque di scarico nelle aree urbane. Una volta che un sistema del genere
fosse reso operativo, mi posso prefigurare addirittura la possibilità di portare l’acqua in zone aride, e così far
diventare buona Terra coltivabile ampie porzioni di quello che è oggi deserto. La mancanza d’acqua in tali località
non sarebbe più un problema.
Queste nuove tecnologie hanno già dato prova di quali risultati possono raggiungere, e stiamo parlando di pulizia
di grossi tratti di mare, laghi, paludi e dighe. Gli EM concentrati liquidi avevano l’inconveniente che, una volta
introdotti in grosse estensioni d’acqua, risultavano troppo diluiti per poter essere sufficientemente efficaci.
La ceramica EM, invece, può essere messa in acqua senza problemi, facendole raggiungere i punti più profondi,
dove può sfruttare appieno le sue proprietà rigenerative e di pulizia. È mia intenzione farne un grande uso nella
lotta contro l’inquinamento del mare, specialmente nelle zone di riproduzione della fauna ittica.
Per tornare più vicino alla vita di tutti i giorni, possiamo trovare altri esempi di utilizzo della ceramica EM
nell’edilizia. Infatti, la sua spiccata propensione a prevenire il deterioramento di qualsiasi tipo di materiale edile,
ne consiglia l’aggiunta sia al cemento che agli altri materiali adoperati. In questo modo, gli EM darebbero un
doppio beneficio: da una parte, conserverebbero più a lungo i materiali stessi; dall’altra, avrebbero effetti positivi
sulla salute di chi vive nelle case costruite con il materiale arricchito dalla ceramica che li contiene. Gli ambienti
in cui la ceramica EM può essere utilizzata sono praticamente illimitati, e chi si è reso conto della sua vasta
gamma di possibili applicazioni, ne sta già preparando lo sfruttamento in determinate sfere specialistiche, nei
settori più disparati.
Credo sinceramente che se le proprietà degli EM verranno debitamente considerate e sfruttate nel giusto modo,
potremo davvero arrivare a una nuova organizzazione industriale, capace di correggere gli inconvenienti e gli
aspetti negativi che l’attuale sistema ha mostrato di avere in tutti questi anni.

La competizione deve lasciare il posto a coesistenza e condivisione della prosperità

Il mondo è in grande fermento, enormi cambiamenti hanno avuto luogo nel recente passato, e ora tutti noi
desideriamo vivere in pace. E invece, che cosa vediamo? Conflitti locali e guerre su vasta scala si susseguono
con regolarità preoccupante, e ostacoli alla convivenza, apparentemente insormontabili, si presentano giorno
dopo giorno in ogni angolo del pianeta. La recessione economica sta colpendo il mondo intero, e non se ne vede
una via d’uscita a breve. Si aggiungano l’inquinamento ambientale, la mancanza di cibo collegata
all’incontrollabile aumento della popolazione mondiale, i gravi problemi sanitari, le malattie epidemiche, di cui
l’AIDS è solo una, e risulta chiaro che il genere umano si trova nel pieno di una crisi quale non aveva mai vissuto
nel corso della propria storia. Non c’è da sorprendersi se il futuro viene visto con crescente pessimismo.
Come si è arrivati a questo punto? Che cosa abbiamo fatto per meritarci questo? Verrebbe da chiedersi. Credo
che ci troviamo in questa situazione perché la legge della competizione è diventata sempre più l’asse portante
nella struttura della nostra civiltà. Vivere di competizione non è certo il miglior modo per stimolare dei sentimenti
di generosità e condivisione. Anzi, li annulla, e in più favorisce la chiusura a protezione delle “cose buone che mi
appartengono”. Può addirittura succedere che chi è in possesso di una cosa che gioverebbe all’intera società,
piuttosto che condividerla e non averne più l’uso esclusivo, la nasconde o la distrugge. Atteggiamenti come
questi arrivano a tali estremi che persino nella scienza e nella tecnologia si verifica di frequente che importanti
scoperte e innovazioni, magari frutto di grande lavoro e applicazione, non siano divulgate e vengano insabbiate,
con la scusa che sono strutturalmente deboli o presentano troppe anomalie.
Vale a dire che la legge della competizione, che in passato è stata la forza trainante dello sviluppo e del
progresso, è stata spinta a un tale stadio di esasperazione che ora rappresenta una seria minaccia alla pace,
alla sicurezza, allo sviluppo, alla ricchezza del genere umano. Le apocalissi annunciate, le profezie da “la fine del
mondo è vicina” che di tanto in tanto hanno fatto la loro comparsa nel corso della nostra storia, non si sono mai
avverate. Quantomeno non ancora. Ma se spingiamo la competitività fino alle sue estreme conseguenze, è
proprio vero che questa è la volta buona. E si avvereranno le fosche profezie di Nostradamus, e ci sarà la fine
del mondo, almeno nella forma in cui lo conosciamo noi. Dobbiamo applicare misure drastiche se vogliamo uscire

dalla gravissima situazione in cui ci troviamo: si tratta della nostra sopravvivenza! È necessario un cambiamento
radicale; dobbiamo rinunciare alla competizione, dobbiamo dare un altro senso alle nostre religioni, alle nostre
idee, alle nostre filosofie, alle nostre scienze, alla nostra società, e il senso dev’essere quello dell’armonica
coesistenza e della condivisione della prosperità.
Per far ciò, dobbiamo capire che i quattro maggiori problemi che ci affliggono oggi, e cioè l’offerta alimentare,
l’ambiente, la salute, e l’approvvigionamento d’energia, sono problemi di tutti, e l’unico approccio che può essere
vincente per risolverli è affrontarli come questione che riguarda l’intera razza umana, tutta insieme. A questo
proposito, confesso che mi auguro che la tecnologia EM diventi un modo per affrontare efficacemente quei
proposito, confesso che mi auguro che la tecnologia EM diventi un modo per affrontare efficacemente quei
problemi. Se riusciamo a risolverli, e io sono certo che abbiamo le potenzialità per farlo, il ventunesimo secolo
sarà il secolo dell’unità dei popoli della Terra. E se tutto va bene, vedremo la formazione di una società fondata
sulla coesistenza e sulla condivisione della prosperità, dove la pace, la sicurezza, le risorse e la ricchezza
saranno patrimonio di tutti. Ho molta fiducia che questa visione ottimistica si traduca presto in realtà.
Un fattore positivo, che sta dalla nostra parte, è il fatto che da un po’ di tempo è comparsa, in diversi luoghi in
giro per il mondo, quella che è stata chiamata la “tecnologia autentica”. Yukio Funai, noto e rispettato
consulente manageriale giapponese, la definisce “la tecnologia utile in ogni suo singolo aspetto, e in ogni caso
mai nociva”. un onore per me sapere che egli ha inserito gli EM nella lista delle tecnologie autentiche. Vorrei
aggiungere un’ulteriore condizione da soddisfare per essere una tecnologia autentica: che essa non solo non sia
nociva e controproducente, ma in più sia anche in grado di autoperpetuarsi e autoperfezionarsi in virtù della
propria intrinseca e naturale capacità di autocorreggere ogni possibile incoerenza interna che dovesse
manifestarsi.
Ci sono tecnologie che ci fanno comodo, non c’è dubbio, ma sono fonte d’inquinamento. Queste rientrano nella
categoria delle tecnologie sbagliate. E ugualmente sbagliati sono quei sistemi di coltivazione che per produrre
cibo in quantità sufficiente fanno uso di prodotti chimici inquinanti, pesticidi e concimi artificiali. Un altro esempio
di tecnologia sbagliata è dato da quelle cure mediche, magari efficaci, ma che causano effetti collaterali
indesiderati. Il concetto stesso di trattamento dei sintomi, invece che delle cause della malattia, è di per sé
sbagliato.
Una delle grandi contraddizioni della società moderna è l’elevato costo delle cure mediche. A mio avviso la
medicina dovrebbe essere trattata alla stregua di un settore in crisi. Mi spiego: se essa funzionasse come si
deve, la richiesta di farmaci e cure andrebbe via via diminuendo; cioè, ai progressi in campo sanitario farebbero
seguito delle cure più efficaci. Ciò, a sua volta, porterebbe a una riduzione del numero di pazienti che hanno
bisogno di cure; e come logica conclusione, infine, i medici resterebbero senza lavoro.
Ma le cose non stanno così. Anzi, i progressi in campo sanitario hanno comportato un grande aumento dei costi
delle cure. Anche se c’è da dire che questa non è l’unica causa. Infatti, si deve anche considerare la
componente rappresentata da tutte quelle persone (sono tante, e il loro numero è in costante crescita) che
devono essere curate perché hanno mangiato alimenti trattati con prodotti chimici, oppure presentano problemi
causati dall’inquinamento ambientale. In ogni caso, avere bisogno di cure è diventato più costoso, e ciò viene ad
avere un grande impatto sulla vita delle persone, in tutti i paesi del mondo. Ecco perché la medicina e le spese
che comporta sono diventate un po’ il simbolo della natura contraddittoria, anzi, sbagliata, della nostra odierna
struttura sociale. Ben lontana dall’essere quel settore in crisi che io reputo dovrebbe essere, la medicina è oggi
un settore fiorente. Per questo motivo credo che lavorando uniti si possa ottenere una consistente riduzione
delle spese sanitarie. Questo risultato, insieme a una decisa presa di distanza da come è organizzata e funziona
la medicina al giorno d’oggi, può essere davvero il modo più efficace per liberare la società dalle sue
contraddizioni e dai suoi errori. E questo porterebbe con sé l’instaurazione di rapporti sociali fondati sulla
coesistenza e sulla condivisione della prosperità.
L’utilizzo della tecnologia EM può contribuire significativamente al miglioramento delle nostre condizioni di salute,
e di esistenza in generale. In chiusura di questa prefazione, vorrei riassumere i motivi per cui ritengo che essa
sia in grado di eseguire efficacemente un compito tanto impegnativo: rinforza l’ambiente che ci circonda, e
quindi ci fornisce maggiore protezione; grazie al suo impiego in agricoltura, ci assicura un rifornimento alimentare
economico, sano e di alta qualità; risolve i problemi legati all’inquinamento, con interventi di riciclo dei rifiuti su
vasta scala, cosa che nello stesso tempo riduce l’uso sconsiderato delle nostre preziose risorse naturali; e, per
finire, irrobustisce la nostra naturale capacità di guarire.
Ho calcolato che un vasto consenso all’idea di coesistenza e condivisione della prosperità, collegato alla
diffusione dell’uso della tecnologia EM, potrebbe dimezzare le spese sanitarie di una nazione...
Immagini tratte dal sito: www.bionrg.it

STUDI PUBBLICA TI SU MEDLINE, UNA DELLE PRINCIPA LI BA NCHE DA TI MONDIA LI DI MEDICINA :

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