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Biografia di Francesco Calamandrei

San Casciano Val di Pesa (Firenze) 27 agosto 1941 San Casciano Val di Pesa
(Firenze) 1 maggio 2012. Farmacista. Per 20 anni accusato di essere un mandante del
mostro di Firenze che, dal 1968 al 1985, uccise 16 persone (8 coppie), il 21 maggio
2008 fu assolto (il fatto non sussiste).
Non Calamandrei il mandante dei delitti, il capo della banda dei tre, il dottore che
ordinava al contadino Pietro Pacciani, al manovale Giancarlo Lotti detto il katanga e al
postino Mario Vanni, chiamato il torsolo, di uccidere le coppiette nei giorni di novilunio.
Non era lui il professionista che pagava per avere in cambio orribili feticci da portare in una
villa nascosta nelle campagne toscane dove si consumavano festini orgiastici e riti
esoterici alla presenza di insospettabili, tra i quali anche Francesco Narducci, medico
perugino, trovato morto nel lago Trasimeno (nel 1985). I pm, Paolo Canessa e Alessandro
Crini, avevano chiesto lergastolo, pena da ridursi a 30 anni per il rito abbreviato. E
avevano portato come prove faldoni di documenti, ventanni di indagini, difficili,
coraggiose, contraddittorie. Testimonianze, tante. Forse troppe. E poco credibili. La prima,
che fa scattare lindagine, quella dellex moglie di Calamandrei, Mariella Ciulli, interdetta
perch incapace. Poi ci sono altri testi, che raccontano di festini a base di feticci, che si
organizzano anche quando si consumano delitti senza escissioni e dunque non c
materia organica per i riti. E ancora si racconta di ville segrete, orge e personaggi
americani, mai identificati o morti, pagamenti mai dimostrati. Come ha stabilito il giudice
applicando lex articolo 530 secondo comma del codice di procedura penale spiega il
difensore di Calamandrei, lavvocato Gabriele Zanobini . Tecnicamente significa che
mancata la prova. Quale? Quella che avrebbe dovuto dimostrare che Calamandrei
avrebbe pattuito, pagato e ricevuto da Pacciani i reperti delle vittime (Marco Gasperetti)
[Cds 22/6/2008].
Da innocenti ci si difende malissimo. Un colpevole sa che cosa deve nascondere alla
giustizia. Ma un innocente non ha idea delle cose che gli chiedono di rivelare. Ventanni di
sospetti, accuse e giornalate come presunto mandante della met dei delitti del mostro di
Firenze, culminati in unassoluzione, hanno fatto di Francesco Calamandrei (...) un uomo
disilluso. Scagionato, Calamandrei non prova n sollievo n allegria. A marzo 2008, nel
pieno di unudienza, gli stata annunciata la morte per overdose del figlio Marco. Per
anni racconta il dolore per quel figlio aveva anestetizzato la sofferenza per unaccusa
assurda. ancora una ferita aperta (...) Come e quando cominciato? Nel 1988, con
una perquisizione allalba. Mia moglie, Mariella, mi aveva denunciato alla Sam, la squadra
antimostro. Sosteneva che tenessi in casa, nel freezer, i feticci delle donne uccise.
Eravamo separati da 3 anni. Ero andato via di casa, dopo quasi ventanni di matrimonio,
perch aveva comportamenti strani, violenti. Non sapevo che fosse malata. Invece
delirava. Ma con deliri lucidi. (...) Io rimasi scosso, ma pensai a un dispetto. Dopo la
separazione, mero ammalato di depressione. E mio figlio Marco cominci con la
tossicodipendenza. Fino al 92 al mostro non pensai pi. (...) Mi chiam il padre di una
ragazza uccisa. Mi disse: Dottore, lho sputtanata. Sua moglie mi aveva convinto che lei
fosse il mostro. Lho denunciata alla Sam. stata una sciocchezza, mi dispiace (...) Andai
da un avvocato. Potevo denunciarlo per calunnia, mi sugger. Ma aggiunse: Si vince la
causa e lei che ci guadagna? Giornalate, solo giornalate. Lasciai perdere. E sua moglie?
Era ormai in cura al dipartimento di salute mentale, ma continuava ad andare per
magistrati. Era ossessionata dal mostro di Firenze, leggeva tutto. Si present pure dal pm
Paolo Canessa. Gli disse che andavo in giro con lex procuratore della Repubblica Piero
Luigi Vigna in cerca di coppiette: lui sparava, io tagliavo. Canessa chiese larchiviazione: le
accuse, scrisse, venivano da persona gravemente disturbata. Al processo, per, il pm
Canessa ha chiesto (...) una condanna a 30 anni. S, ma questo accaduto dopo. Per me
la storia riprese nel 1998. Nella sentenza di condanna contro i compagni di merende
(Pietro Pacciani, Giancarlo Lotti, Mario Vanni) si leggeva che Lotti aveva saputo dal Vanni
che i feticci servivano al dottore. Il commissario Michele Giuttari scatt alla ricerca del
mandante. (...) Mi arriv un fax con lordine di presentarmi in questura a Firenze. Andai, mi
interrogarono per 4 ore. Poi la polizia mi port a casa, perquis tutto, port via libri, quadri,
agende, giornali (...) era tutto cos assurdo. Volevano sapere che cosa sapevo delle
messe nere. E se conoscevo Pacciani, Lotti, Vanni... (...) Pacciani (...) mai visto. Vanni per
forza: era il postino. Il centro di San Casciano sar mezzo chilometro, sicch ci si conosce
tutti. Anche Lotti conoscevo: era il grullo del paese, ma non ci ho mai nemmeno parlato.
(...) Presero un libro, Diva satanica. Conteneva una raccolta di disegni di Franco
Saudelli. Li ricopiavo: dipingo da sempre, a 13 anni ho fatto la prima mostra. una
passione mai abbandonata. Ma il sequestro del libro divent un fatto clamoroso. (...) Il
titolo sembrava una conferma ai peggiori sospetti. Una giornalista bionda and in tv, da
Maurizio Costanzo. Mostr la copertina: Guarda che cosa hanno trovato in casa a
Calamandrei. Non significa niente, ma insomma... (...) Non rivide mai Giuttari? Una
volta, per caso, davanti a unedicola nel centro di Firenze. Lo salutai, non mi riconobbe. Mi
presentai, andammo a prendere un caff. Parlammo di mio figlio, non del mostro. Lo
raccont in uno dei suoi libri. Mi disse: Io sono un semplice scrittore di romanzi, lei un
artista. Mi fece piacere. Come lo sa, domandai. Dai suoi diari e dai disegni rispose. (...)
Nel 2004, il 20 gennaio, alle 6 del mattino, mi suonarono alla porta. Erano agenti di polizia
giudiziaria. Perquisirono tutto, portarono via 30-40 agende, libri, una cartina di Perugia.
(...) Nel frattempo unaltra testimone maveva accusato daver ordinato lomicidio di un
medico, Francesco Narducci, morto annegato nel Lago Trasimeno e poi accusato daver a
che fare con i delitti del mostro. Narducci era di Perugia. Nel 2005 seppi di essere sotto
inchiesta anche l, con un giornalista fiorentino, Mario Spezi. (...) Comunque, in quel
gennaio 2004, durante la perquisizione, mi venne chiesto se andavo spesso sul
Trasimeno. (...) Dissi che, ogni paio danni, tornavo ad Assisi per vedere il ciclo di affreschi
di Giotto. Mi consegnarono un avviso di garanzia. Lessi, non capii niente. Guardi che
grave mi avvertirono. (...) Mi accusavano di essere il mandante di quattro degli otto duplici
delitti del mostro. (...) Ero attonito, impaurito, sbigottito. Pensavo: sono in un film dove non
conosco nessuno. La mia depressione, intanto, si aggravava. La storia stava cominciando
a diventare un incubo. Arriviamo al processo. Si apr il 30 marzo del 2007. Il mio
avvocato aveva chiesto il rito abbreviato, da celebrare, per, in forma pubblica. Per la
prima volta incontrai i pm che mi accusavano. (...) Di essere stato il dottore che
commissionava a Pacciani i feticci escissi dal corpo delle donne uccise. Piccolo dettaglio,
mi si accusava daver pagato per questo ma nessuno aveva ordinato un accertamento
bancario sui miei conti (Bianca Stancanelli) [Pan 5/6/2008].

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