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1. Il Corano
2. La Sunnah
2.1 Hadith
3. La Ijma
4. La Qiyas
1. L'Urf.
2. Le decisioni giudiziarie
3. Il Qanun.
4. Il Maslaba.
1. Il Corano
Da Quran: "recitare ad alta voce", diviso in 114 sure, tutte introdotte dalla
formula "in nome di Dio clemente e misericordioso". Il Corano spiega la propria
origine rinviando ad un modello del libro conservato in cielo. Parti di esso
vennero di volta in volta rivelate a Maometto che le dettò ai seguaci. Da ciò
derivano due conseguenze: il Corano contiene la parola di Dio, e non quella di
Maometto, che era solo il tramite della rivelazione. In secondo luogo, il Corano
non è un libro organico. Infatti la rivelazione a Maometto non seguì l'ordine
della "madre del libro", del modello celeste; inoltre i passi rivelati vennero
accorpati in volume, dopo la morte del Profeta, secondo criteri non solo di
tempo, ma anche di argomento o di rima.
Come fonte giuridica, il Corano offre poco materiale. Dei 6237 versetti che lo
compongono, circa il dieci per cento si riferisce a temi giuridici in senso lato.
2. La Sunnah
La parola araba che suona "Sunnah" indica il concetto che nella lingua
italiana viene espresso dalla parola " la Pratica", " la Linea di
Condotta"
Nell'uso corrente queste due parole sono adoperate per indicare la Linea
di condotta islamica del Profeta Muhammad, che sono state trasmesse di
generazione in generazione, oralmente, mediante una catena di persone
degne di fede il cui primo anello è un testimone "de visu" o "de auditu"
appartenente alla cerchia dei seguaci del Profeta.
Il Profeta usava fare una chiara distinzione tra quelle azioni del suo
comportamento che i musulmani dovevano seguire e quelle che invece
non appartenevano al suo ministero profetico. Una Sunnah, cioè una
pratica islamica, viene trasmessa attraverso l'osservazione, l'imitazione e
attraverso l'insegnamento.
Una "tradizione", dunque, deve essere un racconto tramandato da una catena
ininterrotta di narratori attendibili e avente per oggetto un comportamento di
Maometto, il cui agire è ispirato da Dio.
Come è facile immaginare, nel mondo islamico non esiste un'opinione unitaria
e concorde su quali hadith siano da ritenere attendibili: una collezione di
hadith del IX secolo ne elenca 300.000, di cui soltanto 8000 ritenuti autentici.
Nel IX secolo vennero preparate raccolte di hadith che riferivano i
comportamenti, i detti e anche i silenzi del Profeta, da cui si potevano
desumere regole di comportamento non epresse dal Corano. Il loro insieme
costituisce la tradizione sacra o sunna ed è seguito dalla maggioranza dei
musulmani, che prendono in nome di sunniti.
2.1 Hadith
Come già detto, la parola araba che suona "Hadith" significa il concetto
espresso nella lingua italiana dalla parola "Tradizione" (trasmissione
orale della notizia di un detto, di un atto, di un fatto).
In tal modo essi provvidero non soltanto ad informarci su ciò che era
stato riferito sul Profeta, ma anche sulla documentazione riguardante la
provenienza della Tradizione
Ci sono, poi, altri 4 libri di Hadith che sono conosciuti come la Sunnah di:
L'ingente mole delle tradizioni rese ben presto necessaria l'adozione di certi
rigidi criteri di esame per la verifica della loro autenticità.
Per ciascuno di essi fu eseguito uno studio dettagliatissimo per mettere a fuoco
la sua vita, il suo carattere, i suoi interessi e la sua attività, il grado di
veridicità, il livello morale della sua vita, le condizioni della sua memoria, come
capì ciò che vide e/o sentì, la sua affidabilità, la sua cultura, la sua istruzione e
così via.
" O voi che credete, se qualche perverso vi porta una notizia , vedeteci chiaro
prima di far del male a qualcuno e dovervi poi pentire del vostro operato ! "
(Corano 49,6)
Il criterio per scartare una tradizione per difetto di credibilità era il seguente:
Questi canoni per vagliare la credibilità della tradizione sono stati desunti da
esempi forniti dai Compagni del Profeta.
Per dare un'indicazione al riguardo, possiamo riferire quanto disse Omar ad
una donna che gli faceva presente un atteggiamento del Profeta.
Disse Omar: " Non possiamo lasciare il Libro e la Sunnah del Profeta(pbsl) per
dare un giudizio in base a quanto va dicendo una donna di cui non sappiamo
ciò che ricorda e ciò che dimentica !".
Essa si giustificò, dicendo: " Tu e quello che attesta questo fatto dell'Inviato di
Dio(pbsl) non dite bugie, però qualche volte capite erroneamente"
2) Hasan : buono;
3) Da Õif : debole.
Sono altresì sahih tutti gli altri Ahadith che, pur non facendo parte delle
raccolte di Bukhari e di Muslim, hanno superato positivamente l'esame a cui
sono stati sottoposti dai Muhaddithin.
Le tradizioni Hasan sono quelle la cui fonte è nota e i cui trasmettitori sono
conosciuti per la loro affidabilità e la loro precisione; tutte queste tradizioni
sono accettate dalla maggior parte degli insegnanti, dei dottori della legge
islamica e dei giuristi. Mentre le tradizioni Hasan sono state riconosciute come
base valida per decisioni legali nella giurisprudenza islamica, lo stesso
carattere non è stato riconosciuto alle tradizioni Da’if (deboli) le quali pertanto
non possono essere poste a fondamento di decisioni giurisprudenziali e di
pareri legali.
Ma non bisogna credere, per questo, che esse siano rifiutate in blocco. Le
tradizioni deboli che esortano i credenti a bene operare sulla linea islamica
possono essere citate.
Esistono diversi gradi di debolezza che vanno dalla mancanza di un anello nella
catena delle trasmissioni alla completa invenzione del detto o del fatto
attribuito, in tal caso falsamente, al Profeta .
Il Hadith tratta tutti gli argomenti relativi a tutti gli aspetti della vita. Il Bukhari
divise la sua opera in 97 libri.
4 Libri trattano dei Profeti e le buone qualità dei Compagni del Profeta(pbsl)
3 libri trattano: del Matrimonio, del Divorzio, del Mantenimento della Famiglia
Il 97° libro tratta, infine, nel Tawid (Tawid è il principio dell'Unicità Unità e
Unipersonalità di Allah).
1. Urf: la consuetudine.
Bisogna distinguere i paesi islamici retti da un diritto consuetudinario non
islamico (come l'Indonesia) e i paesi di diritto islamico in cui la consuetudine
(urf) sembra essere esclusa dalle fonti del diritto. L'urf, tuttavia, ha una sua
esistenza non ufficiale, legata a situazioni anteriori all'islamizzazione di un
certo territorio, e contribuisce a integrare il diritto islamico. Una consuetudine
locale, ad esempio, può stabilire il termine entro cui deve essere pagata la
dote.
2. Le decisioni giudiziarie