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ARGOMENTI
L’incendio
La prevenzione incendi
− Le misure di prevenzione
− Le misure di protezione
Protezione passiva
Protezione attiva
Esercitazioni pratiche
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Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
PREMESSE
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PRINCIPALI DEFINIZIONI
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… segue
I Ministri dell'interno e del lavoro devono adottare decreti(2)
nei quali sono definiti i criteri per individuare:
- misure per evitare un incendio e limitarne le conseguenze;
- misure precauzionali di esercizio;
- metodi di controllo, manutenzione impianti e attrezzature an-
tincendio;
- criteri per la gestione delle emergenze;
- caratteristiche del servizio di prevenzione e protezione an-
tincendio, compresi i requisiti degli addetti e la formazione.
Fino all'adozione di tali decreti si applica il DM 10 marzo 1998.
2 Il c.d. “nuovo decreto 10 marzo”, pur essendo in bozza da lungo tempo, non è stato ancora emanato.
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3 Art. 19 co. 1 del D.Lgs n. 139/2006 (Vigilanza ispettiva) - Il Corpo nazionale esercita, con i poteri di polizia ammi-
nistrativa e giudiziaria, la vigilanza ispettiva sull'applicazione della normativa di prevenzione incendi in relazione
alle attività, costruzioni, impianti, apparecchiature e prodotti ad essa assoggettati nonché nei luoghi di lavoro ai
sensi del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81. La vigilanza ispettiva si realizza attraverso visite tecniche, verifiche
e controlli disposti di iniziativa dello stesso Corpo, anche con metodo a campione o in base a programmi settoriali
per categorie di attività o prodotti, ovvero nelle ipotesi di situazioni di potenziale pericolo segnalate o comunque
rilevate. Nell'esercizio dell'attività di vigilanza ispettiva, il Corpo nazionale può avvalersi di amministrazioni, enti,
istituti, laboratori e organismi aventi specifica competenza.
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ALCUNI RISCHI
− Movimentazione manuali carichi
− Videoterminali
− Rumore
− Vibrazioni
− Campi elettromagnetici
− Radiazioni ionizzanti
− Agenti chimici, biologici
− Agenti cancerogeni e mutageni
− Amianto
− Atmosfere esplosive
− Incendio
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IL DM 10 MARZO 1998
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− Preventive;
− Protettive;
− Precauzionali di esercizio;
− Gestione dell'emergenza;
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Programma Corso addetto antincendio in attività a rischio d’incendio ELEVATO (16 ore)
ARGOMENTO DURATA
1) L'INCENDIO E LA PREVENZIONE INCENDI
- principi della combustione
- le principali cause d'incendio in relazione allo specifico ambiente di lavoro
- le sostanze estinguenti
- i rischi alle persone ed all'ambiente 4 ore
- specifiche misure di prevenzione incendi
- accorgimenti comportamentali per prevenire gli incendi
- l’importanza del controllo degli ambienti di lavoro
- l’importanza delle verifiche e delle manutenzioni sui presidi antincendio
2) LA PROTEZIONE ANTINCENDIO
- misure di protezione passiva
- vie di esodo, compartimentazioni, distanziamenti
- attrezzature ed impianti di estinzione 4 ore
- sistemi di allarme
- segnaletica di sicurezza
- impianti elettrici di sicurezza
- illuminazione di sicurezza
3) PROCEDURE DA ADOTTARE IN CASO DI INCENDIO
- procedure da adottare quando si scopre un incendio
- procedure da adottare in caso di allarme
- modalità di evacuazione 4 ore
- modalità di chiamata dei servizi di soccorso
- collaborazione con i vigili del fuoco in caso di intervento
- esemplificazione di una situazione di emergenza e modalità procedurali-operative
4) ESERCITAZIONI PRATICHE
- presa visione e chiarimenti sulle principali attrezzature ed impianti di spegnimento 4 ore
- presa visione delle attrezzature di protezione individuale (maschere, autorespiratore, tute, etc.)
- esercitazioni sull’uso delle attrezzature di spegnimento e di protezione individuale
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Effetti dell’incendio:
Emanazione di energia (calore)
Trasformazione dei combustibili
(prodotti di combustione)
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LA COMBUSTIONE
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Combustibili solidi
Combustibili liquidi
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Combustibili gassosi
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COMBURENTI
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Atmosfere sovraossigenate
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Atmosfere sovraossigenate
SORGENTI D’INNESCO
− Accensione diretta
− Accensione indiretta
− Attrito
− Autocombustione o riscalda-
mento spontaneo
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ACCENSIONE DIRETTA
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ACCENSIONE INDIRETTA
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ACCENSIONE INDIRETTA
− Convezione
− Conduzione
− Irraggiamento
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ATTRITO
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Soffocamento:
Separazione del comburente dal combustibile o ri-
duzione della concentrazione di comburente;
Raffreddamento:
Sottrazione di calore fino a una temperatura infe-
riore a quella di mantenimento della combustione.
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Azione Chimica:
Oltre i 3 sistemi visti, esiste anche
l'azione chimica di estinzione
(azione anticatalitica o catalisi negativa).
Sono sostanze che inibiscono il processo della combustione (es.
halon, polveri).
Gli estinguenti chimici si combinano con i prodotti volatili che si
sprigionano dal combustibile, rendendoli inadatti alla combu-
stione, bloccando la reazione chimica della combustione.
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− soffocamento;
− raffreddamento;
− azione chimica.
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Ex Classe E [1/3]
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Ex Classe E [2/3]
Tale prova non è richiesta per gli estintori a CO2 in quanto non è
conduttore di elettricità, ne è richiesta per quegli estintori per i
quali non viene chiesto l'impiego per parti elettriche sotto ten-
sione.
Tutti gli estintori idonei per l'uso su fuochi di classe F devono es-
sere conformi ai requisiti della prova dielettrica.
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Ex Classe E [3/3]
Temperatura Temperatura
Sostanze di accensione (°C) Sostanze di accensione (°C)
valori indicativi valori indicativi
Acetone 540 carta 230
Benzina 250 legno 220-250
Gasolio 220 gomma sintetica 300
Idrogeno 560 metano 537
alcool metilico 455
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13 I liquidi sono in equilibrio con i vapori che si sviluppano sulla superficie tra pelo libero e aria. La combustione avviene
quando in corrispondenza della superficie i vapori dei liquidi, miscelandosi con l’O2 dell’aria, sono innescati.
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Campo di infiammabilità
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… segue
Categoria A - Benzine
petroli greggi per raffinazione, etere di petrolio,
benzine; benzolo e etere solforico, nonché miscele.
Categoria B - Petroli
Petrolio raffinato, acqua ragia minerale (white spi-
rit), alcoli (etilico e metilico).
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Modalità di conservazione.
− Compresso
− Liquefatto
− Disciolto
− Refrigerato
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GAS LEGGERO
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GAS PESANTE
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GAS COMPRESSO
Sono conservati allo stato gassoso ad una pressione superiore a
quella atmosferica in appositi recipienti (bombole).
Pressione
GAS stoccaggio
(bar) valori
indicativi
Metano 300
Idrogeno 250
Gas nobili 250
Ossigeno 250
Aria 250
Serbatoi di metano compresso CO2 (gas) 20
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GAS LIQUEFATTO
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GAS REFRIGERATO
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GAS DISCIOLTO
Saldatura portatile
ossigeno acetilene
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LE SOSTANZE ESTINGUENTI
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Acqua
Schiuma
Polveri
Gas inerti
Classi di apparecchi in
Estinguente 1° azione 2° azione 3° azione
fuoco tensione (*)
se senza
Polvere chimica soffocamento raffreddamento A B C
simbolo
CO2 soffocamento raffreddamento - BC SI
Schiuma soffocamento raffreddamento - AB NO
se senza
Halon chimica raffreddamento soffocamento A B C
simbolo
Acqua raffreddamento soffocamento - AB NO
(*) si
fa riferimento al simbolo di divieto all'uso
su apparecchiature sotto tensione
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Classe di 1° 2° 3° 4°
Descrizione
fuoco estinguente estinguente estinguente estinguente
Legno, cartone,
carta, plastica,
acqua polvere halon schiuma
pvc, tessuti, mo-
quette
Benzina, petro-
lio, gasolio, lubri-
schiuma polvere halon CO2
ficanti, oli,
alcol, solventi
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ACQUA
Utilizzo dell'acqua
SCHIUMA
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POLVERE
Costituite da particelle
solide finissime a base
di bicarbonato di sodio,
potassio, fosfati e sali
organici.
L'azione estinguente è
di tipo chimico, raffred-
damento, soffocamento.
Si può utilizzare su ap- Può danneggiare
parecchiature elettri- apparecchiature e
che in tensione. macchinari.
101
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IDROCARBURI ALOGENATI
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(1) Il nome commerciale è stato aggiunto rilevandolo dalle informazioni pubblicitarie e dalla letteratura.
(2) Esiste anche il CEA-614 (perfluoroesano) ma non è trattato nella NFPA 2001.
(3) La formula bruta non è riportata nello standard.
(4) Nei dati tecnici del FM-200 pubblicati dal distributore italiano è erroneamente indicato CF3CHFCH3
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Gas di combustione
Fiamme
Fumo
Calore
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GAS DI COMBUSTIONE
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FIAMME
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FUMI
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CALORE
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DINAMICA DELL'INCENDIO
1. Ignizione
TEMPERATURA
2. Propagazione (flash-over)
3. Incendio generaliz-
zato (flash-over)
4. Estinzione e raf-
freddamento
TEMPO
incendio
ignizione propagazione estinzione
generalizzato
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Fase di ignizione
Infiammabilità combustibile;
Propagazione della fiamma;
Grado di partecipazione al
fuoco del combustibile;
Geometria, volume e ventila-
zione ambienti;
Possibilità di dissipazione del calore nel combustibile;
Caratteristiche superficiali del combustibile;
Distribuzione nel volume del combustibile, punti di contatto.
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Fase di propagazione
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L’incendio ha terminato di
interessare tutto il mate-
riale combustibile.
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FOSGENE (COCl2)
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Ustioni (1/6)
superficiali
Ustioni di I grado
facilmente guaribili
formazione di bolle e vescicole
Ustioni di II grado
consultazione struttura sanitaria
profonde
Ustioni di III grado
urgente ospedalizzazione
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Ustioni (2/6)
Ustioni (3/6)
Ustioni (4/6)
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Ustioni (5/6)
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Ustioni (6/6)
Il trasporto dell'ustionato va effettuato rapida-
mente chiamando il 118.
Il rischio più grave in un ustionato è la disidrata-
zione e il conseguente stato di shock da diminu-
zione dei liquidi corporei che la superficie cutanea ustionata disperde.
Valori di irraggia- Danni che si Effetti dell'irraggiamento (metodo di Eisemberg)
mento (kW/mq) possono verificare Energia
Effetti sull'uomo
60 Strutture in calcestruzzo (KW/mq)
40 Strutture in acciaio 40 1% di probabilità di sopravvivenza
Ignizione del legno 26 innesco incendi di materiale infiammabile
33
entro un minuto 19 50% di probabilità di sopravvivenza
Danneggiamento di danni per operatori con indumenti di protezione
12,6 5.0
serbatoi metallici esposti per lungo tempo
Danneggiamento 2.0 scottature di 2° grado
11,7
cavi elettrici 1.8 scottature di 1° grado
Fonte: Software SIGEM-SIMMA 1.4 limite per persone vestite esposte per lungo tempo
Ministero dell'Interno - C.N.VV.F. (1.0) (irraggiamento solare estivo alle nostre latitudini)
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ESPLOSIONE
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PENTAGONO DELL'ESPLOSIONE
Prevenire le esplosioni
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PREVENZIONE INCENDI
Le azioni Preventive e
Protettive non devono
essere considerate al-
ternative ma comple-
mentari tra loro.
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IL RISCHIO
R=FxM
Dalla formula si può vedere che se si
riduce frequenza, magnitudo o en-
trambe, si riduce il rischio.
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LE MISURE DI PREVENZIONE
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MESSA A TERRA
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IMPIANTI DI PROTEZIONE
CONTRO LE SCARICHE ATMOSFERICHE
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DISPOSITIVI DI SICUREZZA
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ACCORGIMENTI COMPORTAMENTALI
PER PREVENIRE GLI INCENDI
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PRESENZA DI FUMATORI
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CONTROLLI E MANUTENZIONE
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INFORMAZIONE ANTINCENDIO
Ogni lavoratore deve ricevere un’adeguata informazione su:
− Rischi legati a attività e specifiche mansioni svolte;
− Misure di prevenzione e protezione incendi: osservanza misure
di prevenzione e corretto comportamento; divieto di utilizzo ascen-
sori; tenere chiuse porte REI; apertura porte di uscita;
− Ubicazione delle vie di uscita;
− Procedure da adottare in caso di incendio: azioni da attuare in
caso d’incendio e quando si sente un allarme; come azionare un al-
larme; procedure di evacuazione; modalità di chiamata dei VVF.
− Nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure di
prevenzione incendi, lotta antincendi e gestione emergenze;
− Nominativo del responsabile e degli addetti del S.P.P.
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FORMAZIONE ANTINCENDIO
− Lavori pericolosi:
I lavoratori esposti a particolari rischi d’in-
cendio correlati al posto di lavoro (es. addetti
all'utilizzo di sostanze infiammabili o di at-
trezzature a fiamma libera), devono ricevere
una specifica formazione antincendio.
− Addetti antincendio:
I lavoratori incaricati alla prevenzione incendi, lotta
antincendio o gestione delle emergenze, devono ri-
cevere una specifica formazione antincendio (con-
tenuti riportati nell’all. IX del DM 10/3/1998).
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ESERCITAZIONI ANTINCENDIO
LA PROTEZIONE ANTINCENDIO
LA PROTEZIONE PASSIVA
Reazione al fuoco
Resistenza al fuoco
Compartimentazione
Distanze di separazione
Vie di esodo
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LA PROTEZIONE ATTIVA
Reazione al fuoco
Resistenza al fuoco
Compartimentazione
Distanze di separazione
Vie di esodo
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REAZIONE AL FUOCO
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Ridurre la velocità di
propagazione dell’in-
cendio.
Evitare che l’incendio
coinvolga altri mate-
riali combustibili.
Aumentare i tempi di
evacuazione prima del flash over.
CLASSIFICAZIONE
CLASSIFICAZIONE ITALIANA
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CLASSIFICAZIONE EUROPEA
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CLASSIFICAZIONE EUROPEA
Fumo Gocciolamento
Esempi:
A2-s1,d0 − B-s2,d0 − C-s2,d0 − ecc.
A2FL-s1, − BFL-s2 − CFL-s2 − ecc.
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− in altri ambienti.
19 DM 15/3/2005 “Requisiti di reazione al fuoco dei prodotti da costruzione installati in attività disciplinate da
specifiche disposizioni tecniche di prevenzione incendi in base al sistema di classificazione europeo” coord. con
le modifiche apportate dal DM 16/2/2009.
184
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ASPETTI COMPLEMENTARI
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RESISTENZA AL FUOCO
PREMESSE
… segue
Es. REI 90
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Conservare la resi-
Stabilità R
stenza meccanica.
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Esempi di classi:
Classe 15 - 20 - 30 - 45 - 60 - 90 - 120 - 180 - 240 - 360
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PRINCIPALI DEFINIZIONI
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LIVELLI DI PRESTAZIONE
La metodologia dell’individuazione
di livelli prestazionali (I, II, III, IV, …) Livello I
è stata introdotta per la prima volta Livello II
in Italia nel campo della resistenza Livello III
al fuoco con il DM 9/3/2007.
Livello IV
Successivamente il c.d. “Codice di Livello V
prevenzione incendi” D.M. 3 agosto
2015 ha esteso tale metodologia a
tutte le altre “misure antincendio” (Reazione al fuoco, compartimenta-
zione, esodo, gestione della sicurezza, controllo dell'incendio, …).
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CURVE NOMINALI
CURVE NOMINALI
Curva nominale standard (ISO 834): riferite per le classi di resi-
stenza al fuoco.
θg = 20 + 345 log10 (8 · t +1)
CURVE NATURALI
− numerici semplificati;
− numerici avanzati.
COMPARTIMENTAZIONE
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Pareti tagliafuoco
PRINCIPALI DEFINIZIONI
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- Sistema di sovrapressione ≥
0.3 mbar in emergenza(24).
23 A differenza del DM 30/11/1983, che non consente aperture di aerazione normalmente chiuse.
24 A differenza del DM 30/11/1983, che prevede che la sovrappressione deve essere garantita in ogni momento.
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Scala protetta
Scala in vano costituente compartimento
antincendio avente accesso diretto da ogni
piano, con porte di resistenza al fuoco REI
predeterminata dotate di congegno di au-
tochiusura.
212
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Porte incernierate
Munite di sistemi di chiusura automatica che in
caso d’incendio si chiudono;
Porte scorrevoli
Sospese ad una guida incli-
nata di pochi gradi. Normal-
mente sono in posizione
aperta trattenute da un con-
trappeso e un cavo con un fusibile che in caso
d’incendio si fonde permettendo la chiusura;
Porte a ghigliottina
Principio analogo alle porte scorrevoli con la differenza che il pannello
è mantenuto sospeso sopra l’apertura e le guide sono verticali.
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DISTANZA DI SEPARAZIONE
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SEPARAZIONI
CON DISTANZE DI SICUREZZA E COMPARTIMENTAZIONE
220
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
VIE DI ESODO
221
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Esodo simultaneo;
222
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Esodo simultaneo
223
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
224
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
225
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
226
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
PRINCIPALI DEFINIZIONI
228
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Affollamento
PERCORSO PROTETTO
- Corridoio protetto
- Scala protetta
- Scala esterna
230
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Corridoio protetto
231
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Scala protetta
232
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Scala esterna
LUOGO SICURO
235
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
236
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
USCITA DI PIANO
239
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
240
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
241
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
242
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
243
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
- Affollamento ≤ 50 persone;
249
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
- Segnaletica a pavimento
252
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
256
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
258
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
259
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
261
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
262
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
263
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
27
Già presente nelle regole tecniche: DM 9/4/1994 “alberghi”; DM 19/8/1996 “locali di pubblico spet-
tacolo"; DM 18/3/1996 “impianti sportivi”; DM 22/2/2006 “uffici”; DM 16/7/2014 "asili nido".
264
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA
265
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Mentre l’illumina-
zione di riserva ha
la funzione di con-
sentire il prosegui-
mento dell’attività,
l’illuminazione di
sicurezza deve con-
sentire l'esodo si-
curo in caso di mancanza della normale alimentazione.
266
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
268
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
269
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
ESTINTORI
270
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
ESTINTORI PORTATILI
… segue
La protezione di base, sui principi d’incendio, si attua
con gli estintori.
La tipologia è selezionata in base alle classi di incendio.
Gli estintori devono essere disponibili per l'uso immediato, in po-
sizione facilmente visibile e raggiungibile, in prossimità di uscite
di piano, percorsi d'esodo e aree a rischio specifico.
Segnalare estintori che richiedono particolari competenze per im-
piego solo da personale specificamente addestrato.
Minimizzare il numero di tipi diversi di estintori.
272
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
273
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
ESTINTORI CARRELLATI
274
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
276
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
ESTINTORI A POLVERE
… segue
281
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
282
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
ESTINTORE A SCHIUMA
283
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Tipo di estintore
Tipo di incendio
CO2 Polvere Schiuma Halon
SI SI
FUOCHI DI SOLIDI (Effetto SI (Effetto NO
scarso) scarso)
FUOCHI DI LIQUIDI SI SI SI SI
FUOCHI DI GAS SI SI NO SI
SI
FUOCHI DI METALLI NO (Polveri NO NO
speciali)
APPARECCHI ELETTRICI SI SI NO SI
284
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
285
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
- superficie in pianta;
286
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
287
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
288
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
290
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Simboli grafici
294
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Apparecchi di erogazione
295
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Idranti a muro
Componenti:
− cassetta;
− supporto della tubazione;
− valvola manuale di
intercettazione;
− tubazione flessibile
completa di raccordi;
− lancia erogatrice.
297
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Tipi di installazione
298
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Idrante sottosuolo
301
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Naspi
Tubazione semirigida
Tubo la cui sezione resta sensibilmente cir-
colare anche se non in pressione.
È possibile installare tubazioni semirigide
(per naspi) di lunghezza massima di 30 m.
303
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
… segue
Le tubazioni flessibili DN 45
devono essere conformi
alla UNI EN 14540.
Le tubazioni flessibili
DN 70 devono essere
conformi alla UNI 9487.
Le tubazioni semirigide
DN 25 devono essere
conformi alla UNI EN 694.
304
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
305
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Collegamenti di alimentazione
306
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Valvole di intercettazione
307
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Segnaletica
308
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Manometri di prova
309
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
… segue
311
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
… segue
- Protezione interna
- Protezione esterna
314
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Continuità dell'alimentazione
Idranti a muro DN 45
Portata ≥ 120 l/min
Pressione residua all’ingresso ≥ 2 bar
Naspi DN 25
Prestazione normale:
Portata ≥ 35 l/min
Pressione residua all’ingresso ≥ 2 bar
Prestazione elevata:
Portata ≥ 60 l/min
Pressione residua all’ingresso ≥ 3 bar
316
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
317
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
318
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Impianti a schiuma;
Impianti a halon;
Impianti a polvere.
319
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
SPRINKLER
Fonte di alimentazione (acquedotto, ser-
batoi, vasca, serbatoio in pressione)
Pompe di mandata
Centralina di controllo e allarme
Condotte montanti principali
Rete di condotte secondarie
Testine eroga-
trici (sprinkler)
320
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
321
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
IMPIANTI A SCHIUMA
323
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
326
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
PRINCIPALI NORME
329
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
A Rivelatore d'incendio
B Centrale controllo e segnalazione
C Dispositivi allarme incendio
D Segnalazione manuale
E Trasmissione allarme incendio
F Stazione ricevimento allarme incendio
G Comando del sistema automatico antincendio
H Sistema automatico antincendio
J Dispositivo di trasmissione dei segnali di guasto
K Stazione di ricevimento dei segnali di guasto
L Apparecchiatura di alimentazione
332
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
A - RIVELATORE D'INCENDIO
333
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Classificati in base a:
334
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
− Rivelatore di calore
− Rivelatore di fumo
(a ionizzazione o ottici)
− Rivelatore di gas
− Rivelatore di fiamme
335
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Metodo di rivelazione
Tipo di configurazione
Puntiforme Lineare
337
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Possibilità di ripristino
338
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Possibilità di rimozione
339
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
− Rivelatore a due stati: Rivelatore che indica uno dei 2 stati re-
lativi alle condizioni di "normalità" o di "allarme incendio".
340
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
341
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
342
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
L - APPARECCHIATURA DI ALIMENTAZIONE
346
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
347
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
348
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
350
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
PRINCIPALI NORME
354
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
355
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Agevola lo sfollamento
mantenendo i locali liberi da
fumo per un’altezza.
Agevola l’intervento dei
soccorritori.
Riduce il rischio di collasso
strutture per fumo/gas caldi.
Ritarda o evita il flash over.
Riduce i danni dei gas di
combustione. Senza EFC con EFC
357
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
SEGNALETICA DI SICUREZZA
359
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
360
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
361
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Condizioni d'impiego
363
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
CARTELLI DI DIVIETO
- Forma rotonda
- Pittogramma nero su
fondo bianco; bordo e
banda rossi (rosso almeno il
35% della superficie).
Vieta un comportamento
364
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
CARTELLI
DI AVVERTIMENTO
- Forma triangolare
- Pittogramma nero su
fondo giallo, bordo
nero (giallo almeno il 50%
della superficie).
Avverte di un pericolo
365
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
CARTELLI
DI PRESCRIZIONE
- Forma rotonda
- Pittogramma
bianco su fondo
azzurro (azzurro
almeno il 50% della
superficie).
Prescrive un
comportamento
366
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
CARTELLI
DI SALVATAGGIO
Fornisce indicazioni
(es. sulle uscite di sicurezza)
367
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Fornisce indicazioni
(su attrezzature antincendio)
368
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
IL PIANO DI EMERGENZA
370
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Finalità
372
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
In mancanza di
appropriate pro-
cedure un inci-
dente diventa
caotico, cau-
sando confusione
e incomprensione.
373
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Azioni da effettuare
374
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Responsabile dell’emergenza
375
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Azioni
376
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
− modalità di evacuazione;
− Modalità di collabora-
zione con i vigili del fuoco.
377
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Modalità di evacuazione
Il piano di evacuazione
ESTINTORI
384
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Marcatura
È suddivisa in 5 parti.
Le parti 1, 2, 3 e 5 devono essere contenute
nella stessa etichetta (o cornice).
La parte 4 può trovarsi anche in altra posi-
zione.
L’etichetta deve essere in una posizione tale da poter essere
letta chiaramente quando l’estintore si trova sul supporto.
385
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
3. Pericoli, Avvertenze
388
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
389
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
390
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
391
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
392
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Azionare l’estintore
alla giusta distanza
dalla fiamma per
colpire il focolare
con la massima effi-
cacia, tenendo con-
to del calore.
La distanza può va-
riare, secondo la
lunghezza del get-
to, tra 3 e 10 m.
393
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Dirigere il getto
alla base delle
fiamme.
394
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Non attraver-
sare con il getto
le fiamme, ma
agire in pro-
gressione, cer-
cando di spe-
gnere le fiamme
più vicine per
aprirsi la strada.
395
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Durante l’ero-
gazione muo-
vere legger-
mente a venta-
glio l’estintore.
396
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
397
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
398
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
399
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
400
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Si può anche
agire entro un
angolo di 90°, in
modo da non diri-
gere fiamme o
frammenti di ma-
teriale che brucia
contro gli altri
operatori.
401
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Indossare i mezzi di
protezione indivi-
duale prescritti (DPI)
402
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
403
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
404
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
405
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
406
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
407
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Tubi di mandata ∅ 45 e ∅ 70 mm
408
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
409
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
410
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Colonna a secco
411
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
MASCHERE ANTIGAS
AUTORESPIRATORI
Modalità di funzionamento:
415
Ing. Mauro Malizia – Corso di prevenzione incendi v3.1.1
Autonomia