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MALATTIE TRASMESSE DA ZECCHE

Le zecche sono artropodi (acari appartenenti alla classe degli Arachnidi), parassiti esterni delle dimensioni di qualche millimetro. Il loro ciclo vitale si
sviluppa in tre fasi successive (larva-ninfa-adulto) che si possono svolgere tutte su uno stesso ospite oppure su due o tre ospiti diversi. Non sono
molto selettive nella scelta dellorganismo da parassitare, ma possono scegliere diverse specie animali dai cani ai cervi, agli scoiattoli fino alluomo.

In Italia sono presenti due famiglie di zecche: quella delle Ixodidae (zecche dure) e quella delle Argasidae (zecche molli). Le zecche dure hanno un
caratteristico scudo dorsale chitinoso e in Italia comprendono 6 generi: Ixodes, Boophilus, Hyalomna, Rhipicephalus, Dermacentor, Haemaphysalis.
Le zecche molli, sprovviste di scudo dorsale, sono presenti con due generi: Argas e Ornithodorus.

Le zecche necessitano di pasti di sangue per completare il loro sviluppo e ciclo riproduttivo, ma possono resistere per lunghi periodi di tempo a
digiuno assoluto. La loro attivit massima, nei Paesi a clima temperato, nel periodo maggio-ottobre. Il pasto di sangue, durante il quale la zecca
rimane costantemente attaccata allospite, si compie nellarco di ore per le zecche molli, di giorni o settimane per le dure.

Gli Ixodidi sono in grado di trasmettere alluomo numerose e differenti patologie: la borreliosi di Lyme, lehrlichiosi, le febbri bottonose da
rickettsiae, la tularemia, la febbre Q, la babesiosi e lencefalite virale. Gli Argasidi sono vettori di patologie meno rilevanti dal punto di vista
epidemiologico: febbri ricorrenti da zecche e febbre Q.

Lhabitat preferito rappresentato da luoghi ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva, con microclima preferibilmente fresco e umido, ma le zecche
possono trovarsi anche in zone a clima caldo e asciutto o dove la vegetazione pi rada. La loro presenza dipende, infatti, essenzialmente dalla
presenza sul territorio di ospiti da parassitare, per questo luoghi come stalle, cucce di animali e pascoli sono tra i loro habitat preferiti.

Con linizio della bella stagione le zecche abbandonano, lo stato di letargo invernale e si avviano alla ricerca di un ospite da parassitare. Nei mesi
primaverili ed estivi, che vanno da aprile a ottobre, quindi pi frequente cadere vittima del cosiddetto "morso da zecca".
Il morso della zecca non di per s pericoloso per luomo, i rischi sanitari dipendono invece dalla possibilit di contrarre infezioni trasmesse da
questi animali in qualit di vettori.

Le malattie trasmesse da zecche sono, nellambito delle malattie da vettore, seconde solamente al gruppo di patologie trasmesse dalle zanzare
come rilevanza epidemiologica.
Leziologia di queste malattie da vettore comprende diversi microrganismi: protozoi, batteri e virus.

Le patologie infettive veicolate da zecche che presentano rilevanza epidemiologica nel nostro Paese sono:

rickettsiosi
borreliosi di Lyme
febbre ricorrente da zecche
tularemia
meningoencefalite da zecche
ehrlichiosi.

La maggior parte di queste malattie pu essere diagnosticata esclusivamente sul piano clinico, ma una pronta terapia antibiotica, nelle fasi iniziali,
generalmente risolutiva in particolar modo per le forme a eziologia batterica. Solo raramente (fino al 5% dei casi) e in soggetti anziani o bambini
queste infezioni possono essere pericolose per la vita.

Le zecche non saltano e non volano sulle loro vittime, ma si appostano allestremit delle piante aspettando il passaggio di un animale o di un
uomo. Grazie allanidride carbonica emessa e al calore dellorganismo, questi acari avvertono la presenza di un eventuale ospite e vi si insediano
conficcando il loro rostro (apparato boccale) nella cute e cominciando a succhiarne il sangue. Il morso generalmente indolore perch emettono
una sostanza contenente principi anestetici. Generalmente rimangono come parassiti nellorganismo dellospite per un periodo che varia tra i 2 e i 7
giorni e poi si lasciano cadere spontaneamente.

Prevenzione
Esistono alcune precauzioni per ridurre significativamente la possibilit di venire a contatto con le zecche, o perlomeno per individuarle
rapidamente, prima che possano trasmettere una malattia. Coloro che si apprestano a recarsi in aree a rischio dovrebbero:

vestirsi opportunamente, con abiti chiari che rendono pi facile lindividuazione delle zecche, coprire le estremit, soprattutto inferiori,
con calze chiare (meglio stivali), utilizzare pantaloni lunghi e preferibilmente un cappello
evitare di toccare lerba lungo il margine dei sentieri, non addentrarsi nelle zone in cui lerba alta
terminata lescursione, effettuare un attento esame visivo e tattile della propria pelle, dei propri indumenti e rimuovere le zecche
eventualmente presenti. Le zecche tendono a localizzarsi preferibilmente sulla testa, sul collo, dietro le ginocchia, sui fianchi
trattare gli animali domestici (cani) con sostanze acaro repellenti prima dellescursione
spazzolare gli indumenti prima di portarli allinterno delle abitazioni.

Se individuate sulla pelle, le zecche vanno prontamente rimosse perch la probabilit di contrarre uninfezione direttamente proporzionale alla
durata della permanenza del parassita sullospite. Bisogna comunque tenere presente che solo una percentuale di individui portatore di infezione.

Rimozione della zecca


la zecca deve essere afferrata con una pinzetta a punte sottili, il pi possibile vicino alla superficie della pelle, e rimossa tirando
dolcemente cercando di imprimere un leggero movimento di rotazione
durante la rimozione bisogna prestare la massima attenzione a non schiacciare il corpo della zecca, per evitare il rigurgito che
aumenterebbe la possibilit di trasmissione di agenti patogeni
disinfettare la cute prima e dopo la rimozione della zecca con un disinfettante non colorato. Dopo lestrazione della zecca sono indicate
la disinfezione della zona (evitando i disinfettanti che colorano la cute)
evitare di toccare a mani nude la zecca nel tentativo di rimuoverla, le mani devono essere protette (con guanti) e poi lavate
spesso il rostro rimane allinterno della cute: in questo caso deve essere estratto con un ago sterile
distruggere la zecca, possibilmente bruciandola.

Cosa non fare

Non utilizzare mai per rimuovere la zecca: alcol, benzina, acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassi, n oggetti arroventati, fiammiferi o
sigarette per evitare che la sofferenza indotta possa provocare il rigurgito di materiale infetto.

Alla rimozione della zecca dovrebbe seguire un periodo di osservazione della durata di 30-40 giorni per individuare la comparsa di eventuali segni e
sintomi di infezione. Se dovesse comparire un alone rossastro che tende ad allargarsi oppure febbre, mal di testa, debolezza, dolori alle
articolazioni, ingrossamento dei linfonodi, importante rivolgersi al proprio medico curante.

La somministrazione di antibiotici per uso sistemico nel periodo di osservazione sconsigliata, perch pu mascherare eventuali segni di malattia e
rendere pi complicata la diagnosi.
Nel caso in cui, per altre ragioni, fosse necessario iniziare un trattamento antibiotico, opportuno impiegare farmaci di cui sia stata dimostrata
lefficacia sia nel trattamento delle rickettsiosi che delle borreliosi.

1) Rickettsiosi trasmesse da zecca

Le rickettsiosi appartengono al gruppo delle febbri esantematiche e sono causate da rickettsie, batteri trasmessi da zecche dure ampiamente
distribuite in tutto il mondo. Il gruppo delle rickettiosi trasmesse da zecca composto da:

febbre esantematica delle montagne rocciose (Femr), diffusa in tutti gli Stati Uniti e diagnosticata principalmente da aprile a settembre
febbre da morso di zecca africana
tifo da zecca di Queensland
febbre da zecca dellAsia Settentrionale
febbre bottonosa.

Febbre bottonosa del Mediterraneo

la rickettsiosi pi diffusa nellarea del Mediterraneao e in Italia. La febbre bottonosa del Mediterraneo viene trasmessa da diverse specie di zecche
dure e soprattutto da Rhipicephalus sanguineus, un parassita abituale di cani e altri animali domestici e selvatici (conigli, lepri, ovini, caprini e
bovini). Lagente patogeno della febbre bottonosa del Mediterraneo rappresentato dalla Rickettsia conorii e da altre rickettsie.

Generalmente la malattia ha un periodo di incubazione fra 5 e 7 giorni dopo il morso della zecca infetta. La diagnosi di laboratorio si basa
sullidentificazione della risposta anticorpale specifica per R. conorii. Lesordio della malattia improvviso, con sintomi simili a quelli dellinfluenza
(febbre moderata o elevata accompagnata da brividi, astenia, cefalea, malesseri generali). Dal terzo al quinto giorno di incubazione la malattia si
manifesta con un esantema maculo-papuloso che interessa anche le piante dei piedi e i palmi delle mani. Questo il sintomo della vasculite dovuta
allinfezione. Nei casi non complicati, un trattamento antibiotico riesce a fermare la febbre nel giro di 2-3 giorni.

letale in un numero molto basso di casi (inferiore al 3%) anche in assenza di terapia. Le persone a rischio maggiore sono quelle in condizioni di
salute gi compromesse. La febbre bottonosa pu portare complicazioni a carico del sistema cardiovascolare, renale e del sistema nervoso centrale.

Dati epidemiologici
Secondo quanto emerge dalla Circolare del Ministero della Sanit n. 10 del 13 luglio 2000, nel periodo 1992-1998 sono stati notificati circa 1200 casi
allanno di rickettsiosi, con un tasso medio di morbosit di 2,1 casi per 100.000 abitanti.
Osservando la distribuzione geografica dei casi, risulta evidente come alcune regioni dellItalia centro-meridionale e insulare siano particolarmente
interessate dalle rickettsiosi. In quattro Regioni, Sardegna, Sicilia, Calabria e Lazio, i tassi di morbosit sono superiori alla media del resto dItalia, e
sono rispettivamente pari a 11,9, 10, 4,7 e 3,9.
Sono pi colpiti gli uomini delle donne, e in media il rapporto maschi/femmine pari a 1,5.

Terapia

-Tetraciclina: 25-50 mg/kg/die in 4 dosi per 7 gg

-Doxiciclina: 100 mg x 2 al d per 7 gg

-Cloramfenicolo: 40-50 mg/kg/die in 4 dosi per 7 gg

Nei bambini < 8 anni si pu somministrare claritromicina o azitromicina, CAF


2) Borreliosi di Lyme

La borreliosi di Lyme deve il nome allomonima cittadina americana in cui fu descritto il primo caso nel 1975. La malattia di Lyme oggi la pi diffusa
e rilevante patologia trasmessa da vettore con diffusione nelle zone geografiche temperate ed seconda, per numero di casi, solo alla malaria fra le
malattie che richiedono un vettore artropode per la diffusione. Linfezione, di origine batterica, colpisce prevalentemente la pelle, le articolazioni, il
sistema nervoso e gli organi interni. Pu manifestarsi con sintomi gravi, persistenti e, se non viene curata, assume un decorso cronico. Lagente
patogeno, la Borrelia, un genere di batterio.

Il batterio Borrelia burgdorferi sensu striato presente in Europa ed lunico agente di infezione nel Nord America, il Borrelia afzelii e il Borrelia
garinii sono invece presenti in Europa, Asia e Africa. Questi germi vengono trasmessi alluomo attraverso la puntura di zecche dure del genere
Ixodes e forse anche dalle Amblyomma e Dermacentor (le zecche del cane). I principali serbatoi dellinfezione sono rappresentati da animali selvatici
(roditori, caprioli, cervi, volpi, lepri).

Clinicamente i primi sintomi della malattia sono intermittenti e mutevoli. La malattia inizia tipicamente in estate e allinizio si manifesta con una
macchia rossa che si espande lentamente. Entro qualche settimana (che in qualche caso possono diventare mesi), si possono sviluppare disturbi
neurologici precoci caratterizzati da artralgie migranti, mialgie, meningiti, polineuriti, linfocitoma cutaneo, miocardite e disturbi della conduzione
atrio-ventricolare. I sintomi sono fluttuanti e possono durare per mesi e cronicizzare.

Lultima fase della malattia a distanza di mesi o anni dallinfezione, caratterizzata da alterazioni a carico dellapparato muscolo-scheletrico (artrite
cronica), del sistema nervoso centrale e periferico (meningite, encefalomielite, atassia cerebellare, polineuropatie sensitivomotorie, disturbi del
sonno e comportamentali), della cute (acrodermatite cronica atrofica) e dellapparato cardiovascolare (miopericardite, cardiomegalia).

Dal momento che gli esami di laboratorio non sono sempre in grado di confermare o escludere in modo definitivo la malattia, la decisione di iniziare
il trattamento antibiotico dovrebbe essere presa sulla base della diagnosi clinica e dei dati anamnestici ed epidemiologici. La malattia non porta a
sviluppare immunit, per cui linfezione pu essere contratta pi volte nel corso della vita.

Profilassi
Negli Stati Uniti sono disponibili vaccini contro la borreliosi di Lyme ottenuti con tecniche di ingegneria genetica: lefficacia e la sicurezza di questi
vaccini sono state dimostrate mediante studi clinici controllati su larga scala in persone di et compresa tra 15 e 70 anni residenti in zone
endemiche del Paese.

Non si conosce ancora la durata dellimmunit conferita. In Usa, la vaccinazione consigliata esclusivamente alle persone, di et compresa tra 15 e
70 anni, che risiedono, lavorano o trascorrono per attivit ricreative gran parte della giornata in zone infestate da zecche infette da agenti della
borreliosi di Lyme.

Questi vaccini per non sono attualmente utilizzabili in Italia e in Europa, dal momento che negli Usa presente solo lagente patogeno
B.burgdorferi sensu strictu, mentre in Europa sono presenti tutte le genospecie di Borrelie, che sono distinte tra loro dal punto di vista antigenico.

Dati epidemiologici
Dal punto di vista epidemiologico, secondo i dati raccolti nella Circolare del Ministero della Sanit n. 10 del 13 luglio 2000, nel periodo 1992-1998 si
sarebbero verificati, in Italia, circa un migliaio di casi di borreliosi di Lyme. Le Regioni maggiormente interessate sono il Friuli Venezia Giulia, la
Liguria, il Veneto, lEmilia Romagna, il Trentino Alto Adige (Provincia autonoma di Trento), mentre nelle Regioni centro meridionali e nelle isole le
segnalazioni sono sporadiche.

FARMACI NELLA TERAPIA DELLA BORRELIOSI DI LYME

INFEZIONE PRECOCE LOCALIZZATA (1)

ADULTI:

Doxiciclina 100 mg per os, 2 volte al giorno (2)

Tetraciclina 250-500 mg per os, 4 volte al giorno (2) (3)

Amoxicillina 500 mg per os, 3-4 volte al giorno (3)

BAMBINI:

Amoxicillina 40-50 mg/kg/die per os, in 3 dosi frazionate

Penicillina G 25-50 mg/kg/die per os, in 3-4 dosi frazionate

INFEZIONE PRECOCE DISSEMINATA ED INFEZIONE CRONICA O TARDIVA (4)

ADULTI:
Ceftriaxone 2 g die e.v. oppure 1 g x 2 die e.v.

Cefotaxime 3 g, due volte al giorno e.v.

Penicillina G 20 milioni UI die e.v., in 6 dosi frazionate

Cloramfenicolo 50 mg/kg/die e.v., in 4 dosi frazionate

BAMBINI:

Ceftriaxone 75-100 mg/kg/die e.v.

Cefotaxime 90-180 mg/kg/die e.v., in 2-3 dosi frazionate

Penicillina G 300.000 UI/kg/die e.v., in 6 dosi frazionate

(1) La durata della terapia va da 3 a 4 settimane; vi sono ragioni per ritenere che 10-14 giorni di

terapia siano insufficienti.

(2) Da non usare in gravidanza e durante lallattamento.

(3) Il dosaggio va determinato in base al peso del paziente.

(4) La durata della terapia da 2 a 4 settimane. A volte nei bambini il trattamento per os

dellartrite di Lyme pu essere sufficiente.

3)Febbre ricorrente da zecche

anche nota come borreliosi ricorrente dal momento che lagente patogeno rappresentato da specie diverse di Borrelie, batteri veicolati
nellorganismo da zecche molli del genere Ornithodorus, che possono parassitare sia luomo che piccoli animali, come i roditori.
Questa malattia per pu essere provocata anche dai pidocchi: se trasmessa da zecche pu assumere un carattere endemico, se gli agenti sono i
pidocchi invece a carattere epidemico. In entrambi i casi il periodo di incubazione varia tra i 5 e i 15 giorni.
Per quanto riguarda la diffusione geografica, la febbre ricorrente da pidocchi limitata ad alcune zone dellAsia, dellAfrica e del Sud America, quella
veicolata dalle zecche presente anche in alcuni Paesi del Mediterraneo.

Il decorso della malattia caratterizzato da periodi di febbre, con sintomi di tipo influenzale, della durata di 2-9 giorni, che si alternano a periodi di
apiressia di 2-4 giorni. Il periodo delle ricadute varia generalmente da 1 a 10 giorni, ma pu anche essere pi lungo.

Nelle regioni a clima temperato, anche senza terapia specifica la letalit di queste malattie bassa, mentre pu raggiungere il 10-30 per cento in
alcune zone africane e del Medio Oriente, oltre che in soggetti in condizioni di salute gi compromesse.

Aspetti epidemiologici

Dal 1992-1998 sono giunte al ministero della Sanit, poche decine di segnalazioni di borreliosi (non meglio precisata), prevalentemente da alcune
regioni del nord (fra cui la provincia autonoma di Trento e il Friuli Venezia Giulia) e del meridione (fra cui la Puglia). Tuttavia questi dati potrebbero
essere scarsamente attendibili a causa della sottonotifica di cui soffrono le malattie che come questa sono incluse nella Classe V, e a causa del
mancato invio, da parte di alcune Regioni, dei riepiloghi annuali relativi a questa classe di malattie.

Profilassi e terapia

Le infezioni da acari sono invece pi difficili da prevenire perch le misure di controllo degli insetti sono inadeguate, anche se possono essere utili
nuovi repellenti contro gli acari, contenenti dietiltoluamide (deet) per la cute e permethrin per i vestiti (v. Febbre maculosa delle Montagne
Rocciose nel Cap. 159). Negli USA i pidocchi del corpo sono poco frequenti e le febbri ricorrenti da pidocchi sono rare.

Nella febbre da acari si somministra tetraciclina o eritromicina 500 mg PO q 6 h per 5-10 giorni; una singola dose orale di 500 mg di 1 dei 2 farmaci
guarisce la febbre da pidocchi. Ugualmente efficace la doxiciclina 100 mg PO bid per 5-10 giorni. L'eritromicina estolato si somministra ai
bambini < 8 anni a dosi di 40 mg/ kg/die PO in 2-3 dosi frazionate. Quando il vomito o la gravit della malattia impediscono la somministrazione
orale, la tetraciclina si pu somministrare EV 1 o 2 volte/die (per i bambini > 8 anni 25-50 mg/kg/die in 4 dosi frazionate) disciogliendo 500 mg in
100 o 500 ml di soluzione fisiologica.

La terapia va intrapresa o all'inizio della fase febbrile o durante lo stadio di apiressia, ma non va praticata verso la fine dell'episodio per il pericolo di
una reazione di Jarisch-Herxheimer (v. in Sifilide nel Cap. 164) che occasionalmente nelle infezioni da pidocchi risulta fatale. Nel caso in cui si
verifichi una reazione devono essere disponibili personale e attrezzature adeguate. La gravit della reazione di Jarisch-Herxheimer nella febbre
ricorrente da acari pu essere ridotta somministrando paracetamolo 650 mg PO 2 h prima e 2 h dopo la prima dose di tetraciclina o di eritromicina.

La disidratazione e lo squilibrio elettrolitico vanno corretti con somministrazioni parenterali di liquidi. Per alleviare la grave cefalea si pu usare
codeina (30-60 mg PO q 4-6 h). Nausea e vomito possono essere trattati con 50-100 mg di dimenidrinato PO (oppure con 50 mg IM) q 4 h oppure
con 5-10 mg di proclorperazina PO o IM da 1 a 4 volte/die. Se si presenta insufficienza cardiaca bisogner praticare la terapia del caso
4)Tularemia

La tularemia una zoonosi batterica che clinicamente si manifesta in modi diversi a seconda della via di contagio e in base alla virulenza dellagente
patogeno. Si pu contrarre, infatti, attraverso il contatto diretto con animali infetti, con lingestione di acqua contaminata o di carne poco cotta
proveniente da animali infetti, ma anche attraverso la puntura di diversi artropodi, come le zecche.

In Italia, dal 1992 al 1998, sono stati segnalati al ministero della Sanit 61 casi di tularemia, per una morbosit media pari a 0,02 casi per 100.000
abitanti.

Nella maggior parte dei casi la malattia si presenta come unulcera localizzata nel punto di introduzione dellagente patogeno dellorganismo,
accompagnata a gonfiore dei linfonodi regionali (tipo ulcero-ghiandolare).

Il periodo di incubazione della tularemia va da 1 a 14 giorni (mediamente 3-5) ed inversamente proporzionale al numero di microrganismi
inoculati. La malattia pu manifestarsi nelle forme cutanea o ulcero-ghiandolare, ghiandolare, oculo-ghiandolare, gastrointestinale, polmonare,
setticemica o tifoidea.

Nel caso in cui la malattia trasmessa dalle zecche la forma pi frequente quella cutanea e ghiandolare, con tumefazione dolorosa dei linfonodi
che spesso (ma non sempre) preceduta o accompagnata da unulcerazione cutanea in corrispondenza del punto di ingresso del microrganismo, da
febbre e da malessere generale.

La diagnosi viene fatta pi comunemente sulla base del quadro clinico e confermata mediante un aumento di anticorpi specifici nel siero del
paziente, che appaiono di solito nella seconda settimana della malattia. In caso di sospetto di tularemia, la terapia dovrebbe iniziare
immediatamente. La letalit, nelle forme polmonari e tifoidee non trattate pu arrivare al 15-30 per cento e oltre.

Profilassi, prognosi e terapia

Quando si entra in aree endemiche devono essere indossati vestiti che impediscano alle zecche il contatto con la cute, devono essere utilizzati
repellenti e deve essere effettuata una minuziosa ricerca delle zecche. Quando si maneggiano conigli e roditori, soprattutto nelle aree endemiche,
devono essere utilizzati abiti protettivi, compresi guanti di gomma e maschere per il viso. Tutte le zecche devono essere rimosse immediatamente; i
microrganismi possono essere presenti nelle feci dell'animale, nelle feci delle zecche e sul pellame dell'animale stesso. Gli uccelli selvatici e la
selvaggina devono essere cotti con cura prima di cibarsene; l'acqua potenzialmente contaminata deve essere disinfettata prima dell'uso.

La mortalit pressoch nulla nei casi trattati e di circa il 6% nei casi non curati. Il decesso si verifica in seguito a infezione diffusa, polmonite,
meningite o peritonite. Le recidive sono rare, ma possono manifestarsi in soggetti trattati in maniera inadeguata. La prima infezione conferisce
un'immunit completa.

Il farmaco di scelta la streptomicina (0,5 g IM q 12 h sino alla defervescenza); successivamente 0,5 g/die per 5 giorni. Ugualmente efficace la
gentamicina, 3-5 mg/kg/die IM o EV in 3 dosi frazionate. Si pu somministrare cloramfenicolo o tetracicline, fino a normalizzare la temperatura
corporea, a dosi di 500 mg PO q 6 h, successivamente a dosi di 250 mg qid per 5-7 giorni; con questi due farmaci si possono avere a volte delle
recidive e inoltre essi non prevengono la suppurazione dei linfonodi. La F. tularensis sensibile in vitro alle cefalosporine di III generazione. Quando
la diagnosi non chiara al momento dell'esordio e si sospetta la tularemia, possono costituire un'utile terapia iniziale il cefotazime 1-2 g EV q 8 h o il
ceftriaxone 1 g EV q 12 pi la streptomicina o la gentamicina ai dosaggi menzionati. Per la polmonite ci sar una terapia supplementare identica a
quella per la polmonite pneumococcica (v. Cap. 73).

Bendaggi umidi di soluzione fisiologica applicati con continuit sono indicati per le lesioni cutanee primarie e possono lenire la gravit della
linfangite e della linfoadenite. Gli ascessi di grandi dimensioni possono essere drenati, ma ci necessario soltanto raramente, a meno che la
terapia antibiotica sia stata iniziata con ritardo. Nella tularemia oculare si ottiene sollievo con applicazioni di compresse imbevute di soluzione
fisiologica calda e con l'uso di occhiali scuri; nei casi gravi si possono instillare 1-2 gocce q 4 h di omatropina al 2%. La cefalea intensa di regola viene
controllata dalla codeina (15-60 mg PO o SC q 3-4 h).

5)Meningoencefalite da zecche

La meningoencefalite da zecche (Tbe: Tick Borne Encephalitis), o meningoencefalite primaverile-estiva, una malattia virale acuta del sistema
nervoso centrale, causata da un arborvirus appartenente al genere Flavivirus, molto simile ai virus responsabili della febbre gialla e della dengue.
Lencefalite da morso di zecca stata identificata per la prima volta in Italia nel 1994 in provincia di Belluno. Dal punto di vista epidemiologico, oggi
la Tbe presente in focolai endemici in molti Paesi dellEuropa centro orientale e settentrionale, Italia compresa. In particolare nel nostro Paese dal
1994 al 1999 sono stati identificati 35 casi di malattia in provincia di Belluno.

Le zecche, e in particolar modo Ixodes ricinus e Ixodes persulcatus, operano sia come vettori che come serbatoi. Anche le zecche del genere
Dermacentor (zecca del cane) ed Haemaphysalis possono trasmettere linfezione.

Il virus trasmesso dalle zecche infetta diversi animali, selvatici o domestici, fra cui roditori, caprioli, ovini, caprini che contribuiscono al
mantenimento del ciclo di trasmissione dellinfezione. Gli uccelli, molto probabilmente, contribuiscono a trasportare passivamente zecche infette
anche a notevole distanza durante le loro migrazioni.

Dopo il morso di zecca infetta nelluomo, nel 70% dei casi circa, si manifesta uninfezione senza o con sintomi poco rilevanti, che pu passare
inosservata. Nel restante 30% dei casi, dopo 3-28 giorni dal morso di zecca si ha una prima fase con sintomi similinfluenzali come febbre alta, mal di
testa importante, mal di gola, stanchezza, dolori ai muscoli e alle articolazioni per 2-4 giorni. Poi la temperatura scende e in genere non ci sono
ulteriori conseguenze. Nel 10-20 per cento di questi casi, dopo un intervallo senza disturbi di 8-20 giorni, inizia una seconda fase caratterizzata da
disturbi del sistema nervoso centrale (encefalite, paralisi flaccida a esito mortale nell1% dei casi).
Nei bambini e nei soggetti pi giovani la Tbe mostra generalmente un decorso pi mite, con progressivo aumento della severit al progredire
dellet.

Terapia

Non esiste una terapia causale, il trattamen to sintomatico. La malattia decorre in maniera

autolimitante, pu per provocare danni permanenti in particolare nelle persone anziane.

Dagli anni 70 stata introdotta in Austria una vaccinazione protettiva che ha ridotto notevolmente il numero di infezioni manifeste: in Carinzia il
numero di casi clinici si ridotto da 155 casi in media allanno nel periodo dal 1973 al 1982 (anno in cui iniziata limmunizzazione della
popolazione) a 4 casi in media allanno negli ultimi anni. In altri territori endemici europei vengono osservate incidenze invariatamente alte
(Cecoslovacchia, Slovenia).

Profilassi specifica
Il vaccino contro la Tbe, da tempo in uso in molti Paesi dellEuropa centrale e settentrionale, stato recentemente registrato anche in Italia con
procedura di mutuo riconoscimento comunitario. Il vaccino entrato in commercio nel nostro Paese allinizio del 2006.
Il ciclo vaccinale di base prevede la somministrazione di tre dosi (allet di 0, 1-3 mesi, 9-12 mesi) con richiami a cadenza triennale, per via
intramuscolare, preferibilmente nella regione deltoidea. Esiste anche la possibilit di seguire un ciclo accelerato di vaccinazione, che per non
garantisce gli stessi risultati del ciclo classico, in termini di risposta anticorpale.

6) Ehrlichiosi

Lehrlichiosi una malattia batterica accompagnata da febbre, causata da un gruppo microrganismi della famiglia delle Rickettsiaceae, parassiti
intracellulari da tempo conosciuti in ambito veterinario.

Le zecche sono fra i principali vettori della malattia, mentre ancora non sono stati identificati con certezza i serbatoi dellinfezione, anche se
verosimilmente sono rappresentati da cani e animali selvatici.

La malattia si manifesta dal punto di vista clinico, dopo un periodo di incubazione che va da 7 a 21 giorni, con sintomi simili a quelli di uninfluenza e,
soprattutto nei bambini, accompagnata da manifestazioni esantematiche simili a quelle del morbillo. La malattia a evoluzione benigna,
specialmente nei bambini e nei soggetti pi giovani, anche in assenza di qualsiasi trattamento. Gli adulti e le persone in et avanzata possono
andare incontro a complicazioni, anche gravi, a livello renale, vascolare ed encefalico.

Aspetti epidemiologici
Mentre negli Stati Uniti lehrlichiosi considerata una malattia infettiva emergente, secondo i dati della Circolare del Ministero della Sanit n. 10 del
13 luglio 2000, ad oggi, in Italia, non sono stati notificati casi di questa malattia. Studi epidemiologici hanno peraltro dimostrato che linfezione da E.
canis sembra essere tuttaltro che infrequente nei cani, mentre positivit degli anticorpi per E. phagocytophila sono state riscontrate, nelle zone
alpine, in soggetti appartenenti a categorie maggiormente esposte a rischio di punture da zecche (forestali, cacciatori) con percentuali
significativamente pi alte che nei gruppi di controllo.

Prognosi e terapia

meglio iniziare la terapia prima che i risultati di laboratorio confermino la diagnosi. Quando la terapia viene iniziata precocemente, i pazienti
generalmente rispondono rapidamente e bene. Quando la terapia viene ritardata, possono seguire serie complicanze, comprese superinfezioni
virali e micotiche e morte.

Tetraciclina (500 mg 4 volte al giorno), doxiciclina (100 mg 2 volte al giorno o 4 mg/kg/die in 2 dosi frazionate nei bambini) possono essere
somministrate PO o EV. Pu anche essere usato il cloramfenicolo (v. Trattamento delle malattie da Rickettsie, sopra). La terapia andr protratta per
almeno 7 gg.

Se si incinta, il medico pu prescrivere l'antibiotico rifampicina, perch la tetraciclina e la doxiciclina non sono consigliati durante la gravidanza.

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