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Elettronica di potenza
Marco Alessandrini
(marco.alessandrini4@studio.unibo.it)
Appendici 84
A Parametri di qualita di una rete elettrica 84
A.1 Potenza reattiva e compensazione delle armoniche . . . . . . . . . . . . . . . . . 85
A.1.1 Armoniche tipiche prodotte . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 85
A.1.2 Risonanza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 85
A.1.3 Filtri per armoniche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 86
A.2 Potenza e armoniche in reti trifase . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 87
A.2.1 Rete trifase con conduttore di neutro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 87
A.2.2 Rete trifase senza conduttore di neutro con carico a stella . . . . . . . . . 87
A.2.3 Rete trifase senza conduttore di neutro con carico a triangolo . . . . . . . 88
B Motori AC e DC 89
B.1 Motori in corrente continua . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 89
B.1.1 Interpretazione del moto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 89
B.1.2 Funzionamento e azionamento di un motore DC . . . . . . . . . . . . . . 90
B.1.3 Controllo di motori DC . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91
B.1.4 Motore DC a magnete permanente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 92
B.1.5 Motore DC brushless . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 93
B.1.6 Motore DC passo-passo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 94
B.2 Motore universale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 95
B.3 Motori in corrente alternata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 95
B.3.1 Motore AC monofase a induzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 95
B.3.2 Motore AC sincrono . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 96
C Analisi termica e dissipazione di potenza 97
Glossario 99
Elenco delle figure 102
Elenco delle tabelle 103
Riferimenti bibliografici 104
CAPITOLO 1
Pout Pout
1. rendimento energetico: E = ;
Pin + Ps Pin
2. distorsione:
in uscita (tensione);
in ingresso (corrente);
3. fattore di potenza;
6. costo.
1.1 Distorsione
Le caratteristiche dei componenti attivi non sono lineari. Per piccoli segnali non e un problema;
per grandi segnali, invece, cio genera conseguenze notevoli poiche il punto di lavoro normalmente
effettua spostamenti notevoli lungo la caratteristica. Questo genera distorsione in uscita, dovuta
alla non linearita del rapporto tra ingresso e uscita.
Il fattore di distorsione e definito solo per tensioni sinusoidali. Indica lincidenza dellarmonica
fondamentale rispetto al valore efficace, al quale concorrono tutte le armoniche.
vRMS componenti non desiderate I1RM S 1
D= = oppure D= = p
vRMS componente desiderata iRMS 1 + (T HD)2
s Z
1 T 2
vRMS = v (t) dt e la tensione efficace.
t 0
v
uX
u
t In 2
n=2
T HD = (Total Harmonic Distorsion)
I1
6 1.2 Rendimento
Z T
1
vRMS 2 = v 2 (t) dt
T 0
Z Z Z
1 T 2 1 T 2 1 T 2
= V0 dt + V1 sen 2 (1 t + 1 ) dt + V sen 2 (2 t + 2 ) dt + . . .
T 0 T 0 T 0 2
(i doppi prodotti sono nulli perche lintegrale del seno sul periodo e nullo)
1 1
VRMS 2 = V02 + V12 + V22 + . . .
2 2
1X 2
= V02 + V
2 i i
1.2 Rendimento
Un circuito di potenza controlla il trasferimento della potenza dallalimentazione al carico. Si puo
valutare quanta potenza viene destinata alluscita del sistema di potenza, a fronte dellenergia
totale spesa in ingresso:
Pout
E = (rendimento energetico)
Pin + Ps
Quando luscita deve ricevere una sola componente utile, con una certa frequenza (ad esempio
quella fondamentale), e interessante valutare quanta potenza utile viaggia su questa frequenza
rispetto alla potenza totale in ingresso, cioe la capacita di convertire la potenza dellalimentazione
in potenza alternata sul carico:
Pout PL
C = = (rendimento di conversione)
Pin + Ps PCC
Parametri prestazionali e progettuali 7
Tensione e corrente trasmesse da una sorgente su un carico (fig. 1.2) si possono esprimere
come somme secondo Fourier di un termine costante (identificabile con la componente media
continua) e di una infinita di termini sinusoidali (armoniche):
X
X
v(t) = V0 + Vn cos(nt n ) , i(t) = I0 + In cos(nt n )
k=1 k=1
Tutto questo significa che lenergia e trasmessa al carico solo quando v(t) e i(t) contengono
armoniche alla stessa frequenza, cioe dello stesso ordine.
Carico resistivo lineare, tensione non sinusoidale. Poiche il carico e lineare, le armoniche
di corrente sono proporzionali e in fase rispetto alle armoniche di tensione.
Vn vRMS
In = iRMS =
R R
n = n cos(n n ) = 1
X Vn In
Pmedia = V0 I0 + cos(n n )
n=1
2
V0 2 X Vn 2
= +
R n=1
2R
v
u X Vn 2
u
vRMS = tV0 2 +
n=1
2
PF = 1
Carico dinamico non lineare, tensione sinusoidale. Le armoniche non sono presenti in
Pmedia perche la tensione e sinusoidale pura (vRMS = V1 ). Le armoniche di corrente invece
incrementano iRMS , dunque cala P F .
V1 I1
Pmedia = cos(1 1 )
2
v
u X In 2
u
iRMS = tI0 2 +
n=1
2
I1
PF = cos(1 1 )
2i
| {zRMS}
fatt. di distorsione
Dispositivi elettronici
Una panoramica delle categorie di interruttori, con indicazione del dispositivo corrispondente
reale, e in figura 2.5.
Dispositivi elettronici 11
2.1.1 Diodo
Il simbolo e la caratteristica I V del diodo sono riportate in figura 2.6. Le caratteristiche del
diodo sono in tabella 2.1.
Schottky: piu conduttivo, utilizzo per basse tensioni (VOF FM AX 100 V).
Vantaggi Svantaggi
Diodo - semplice - non pilotabile
- robusto
2.1.2 MOSFET
Il simbolo e la caratteristica I V del MOSFET sono riportate in figura 2.7(a). Le caratteristiche
del MOSFET sono in tabella 2.2.
Struttura del MOS di potenza. I MOS di potenza non sono realizzati come i tradizionali
MOS di segnale: gli strati non sono allo stesso livello planare, ma sono verticalizzati (figura 2.7(b))
per poter sostenere correnti elevate e sopportare elevate tensioni di blocco.
Recovery del diodo interno. Il body diode (figura 2.8(a)) consente alla corrente di essere
bidirezionale, ma e molto lento e da problemi alle alte frequenze di commutazione. Si puo
compensare con un diodo altrettanto lento in opposizione e uno veloce sostitutivo in parallelo
(figura 2.8(b)).
Figura 2.8: Problema del recovery del diodo interno di un MOSFET [Ras01]
Induttanze parassite di packaging. Le induttanze parassite del MOS derivano dai wire
bonds, cioe le connessioni ai circuiti esterni al MOS: esse tendono a mantenere la corrente costante
e generano sovratensioni allo spegnimento. Tutto cio aumenta le perdite in commutazione. Dalla
figura 2.9 si identificano le seguenti induttanze parassite:
LG influenza poco perche le variazioni di corrente sul gate sono trascurabili; tuttavia,
puo creare un oscillatore con CGD e cio va evitato, pena la distruzione del MOS come
conseguenza di elevatissime perdite di commutazione.
Dispositivi elettronici 13
Vantaggi Svantaggi
MOS - facile da pilotare - rON aumenta con VONM AX
- ottimo per VON 500 V - VON > 500 V solo con basse correnti
- veloce in commutazione
(portatori maggioritari)
fMAX = 10 100 kHz
- facile da parallelizzare
2.1.3 BJT
Il simbolo e la caratteristica I V del BJT sono riportate in figura 2.10. Le caratteristiche del
BJT sono in tabella 2.3.
Vantaggi Svantaggi
BJT - preferiti per VON > 500 V - lento in commutazione
(prima degli IGBT) (portatori minoritari)
- rON diminuisce con VONM AX
il BJT garantisce un ottimo stato ON (rON bassa) abbinato pero a lunghi tempi di com-
mutazione soprattutto in spegnimento) e al controllo in corrente, che obbliga a utilizzare
complessi circuiti di comando e causa perdite di potenza nello stato ON sulla base;
il MOS e veloce in commutazione, inoltre e facile da pilotare e ha bassissime perdite di
gate (perche controllato in tensione), pero e unipolare; col crescere della tensione si ridu-
cono le caratteristiche conduttive e gia oltre i 200 V sono compromesse le prestazioni; rON
cresce aumentando la tensione di breakdown; il diodo interno causa maggiori perdite di
commutazione.
Per isolare la base di realizza lIGBT in maniera molto simile al MOS, aggiungendo uno strato (per
averne quattro totali) per isolare la base. Tale conformazione avvantaggia lIGBT conferendogli
rON minore e VONM AX maggiore, ma lo rende piu lento di un MOS in commutazione.
Vantaggi Svantaggi
IGBT - preferiti per VON = 500 1700 V - piu lento di un MOS
- facile da parallelizzare - caduta di tensione dei diodi
- facile da pilotare in serie (2 4 V)
- piu veloce di BJT, SCR, GTO
fMAX = 3 30 Hz
2.1.5 Tiristori
I tiristori sono diodi con controllo di sola accensione. Si caratterizzano per un funzionamento a
latch: lattivazione avviene grazie a un segnale di gate, successivamente lo stato ON e conservato
anche rimuovendo il segnale di accensione. Questa caratteristica distingue i tiristori da ogni altro
dispositivo di interruzione.
Si possono identificare due macro-classi di tiristori:
i phase-control device controllano la potenza in circuiti AC a bassa frequenza, quindi sono
progettati per ottimizzare le perdite interne;
gli inverter device sono utilizzati nelle applicazioni di tipo inverter, che richiedono una
commutazione molto veloce.
Nellevoluzione si sono presentati tiristori nelle seguenti forme:
1. SCR (solo comando di accensione);
2. GTO (comandi di accensione e spegnimento);
Metodi di accensione degli SCR. Durante la fase di innesco si e in regione normale diretta.
Quando si rimuove la corrente di innesco dal gate, il SCR rimane acceso per inerzia.
1. Impulso di corrente sul gate (IG > 0). La corrente sul gate causa un abbassamento
della barriera di potenziale ai capi di J2 , per cui per accendere il SCR e necessaria una
VAK inferiore a VBO . IG agisce localmente: non serve a sostenere la conduzione2 . Linnesco
avviene per retroazione positiva. Questo e il metodo raccomandato.
2. Aumento della tensione con IG = 0. Si aumenta VAK : le giunzioni J1 e J3 sono
polarizzate direttamente, mentre la J2 e polarizzata inversamente e quindi il SCR e spento.
Quando VAK = VBO , la corrente IA aumenta con un processo a valanga, dovuto alla
reazione positiva che si innesca: la barriera di potenziale ai capi di J2 e neutralizzata, VAK
si assesta su un valore compreso tra 1 V e 1, 5 V mentre IA = IL (di latching o aggancio).
Metodo sconsigliato.
3. Aumento della temperatura. Si aumenta la temperatura fino ad ottenere T > Tlim ,
dopodiche la corrente inversa innesca laccensione.
4. Variazione della tensione VAK . In polarizzazione inversa, la giunzione equivale a una
capacita Cj0 e ad un generatore di corrente:
d vAK
iC = Cj0 pericolosa quando vAK varia bruscamente
dt
d vAK d vAK
Il SCR si accende per valori > .
dt dt lim
CSN L1 L2
Sono chiamati anche FCTh (Field-Controlled Thyristor). La struttura di gate puo interrompere
la corrente tra anodo e catodo. Inoltre, e possibile utilizzare maggiori densita di corrente.
La tabella 2.5 riepiloga le principali caratteristiche dei tiristori. Nella tabella di figura 2.15,
invece, e riportata una panoramica di tutti i dispositivi analizzati, con le rispettive descrizioni.
18 2.1.5 Tiristori
Vantaggi Svantaggi
Tiristori - indispensabili per VON kV - generalmente lenti
- indispensabili per ION kA - difficili da pilotare
- tensione bidirezionale - difficili da parallelizzare
- basse cadute di tensione
- nuovi modelli in miglioramento
dv
Snubber RC. Protegge diodi e tiristori: limita la sovratensione (cioe i picchi di variazione )
dt
al reverse recovery (figura 2.16(a)).
Snubber LR. Modifica le forme donda allaccensione degli interruttori, limitando i picchi di
di
(figura 2.16(c)).
dt
Snubber LC risonanti. Riducono lo stress di potenza: per le armoniche che hanno la fre-
quenza di risonanza dello snubber, esso si puo comportare come un circuito aperto (V = 0) o
come un cortocircuito (I = 0) annullando la potenza P = V I (figura 2.16(d)).
Lsn
Csn
Lsn
Rsn Rsn
Lsn Csn
Csn Csn Rsn
2.3 Trasformatore
Un trasformatore (figura 2.17) e un dispositivo composto da elementi induttivi posizionati in
modo tale da avere i propri effetti magnetici che interagiscono tra loro (flussi magnetici concate-
nati).
Ip Is
Lp Ls
Vp Vs
e1 e2
Np Ns
R1 L1 R2 L2
Ia Im
V1 E1 E2 V2
N1 N2
Figura 2.18: Circuito equivalente del trasformatore
Dati caratteristici.
Tensione secondaria nominale (a vuoto).
Corrente secondaria nominale (a pieno carico).
Potenza nominale (apparente): An = |V2n | |In |.
P2 P2
Rendimento: = = 95% (considerando le perdite nel ferro e
P1 P2 + PpF e + PpCu
nel rame).
CAPITOLO 3
3.1.1 Proprieta
Resistenza emulata. Il raddrizzatore ideale deve comportarsi come un carico resistivo
rispetto a una sorgente AC: quindi P F = 1 (tensione e corrente AC hanno la stessa forma
vAC (t)
donda). Il raddrizzatore presenta una resistenza emulata Re = .
iAC (t)
Energia. Il raddrizzatore ideale non ha perdite e non accumula energia. La potenza istan-
tanea in ingresso e uguale a quella in uscita. Poiche e indipendente dal carico, la porta di uscita
si comporta come un generatore ideale dipendente di potenza (figura 3.2(a)).
vAC 2
p(t) = = v(t) i(t)
Re vcontrol (t)
Hold-up time. Tempo durante il quale vout rimane regolata, a partire da quando vAC = 0.
Durante lhold-up time il carico e alimentato solo dallenergia accumulata nel condensatore. Un
tipico requisito progettuale e che la tensione rimanga regolata per un ciclo AC (50 Hz).
Per accumulare energia si possono usare indifferentemente condensatori o induttori, ma a
parita di energia immagazzinata il condensatore e piu piccolo, leggero ed economico. Di contro,
un problema del condensatore e il grande flusso di corrente richiesto allavvio per caricarlo; cio
richiede circuiti aggiuntivi per il controllo di flusso.
Modello a BF del DC/DC. Il DC/DC produce una tensione continua ben regolata (V ). Il
carico assorbe una corrente I costante. Allora, sul carico, PL = V I.
Trascurando le perdite interne, allora Pin = PL per il DC/DC senza curarci di vC del
condensatore. Cio significa che la porta dingresso del DC/DC si comporta come un utilizzatore.
Le differenze tra la potenza del raddrizzatore e quella del DC/DC vanno sul condensatore. In
equilibrio, le due potenze devono essere uguali. Serve un controllo su Re per regolarla in modo
che la potenza media raddrizzata sia uguale alla potenza richiesta dal carico. Infatti, maggiori
richieste da parte del carico faranno scaricare C, e viceversa. Quindi si deve bilanciare per
regolare lenergia immagazzinata.
vin RL
vin
RL
vin
I due avvolgimenti al secondario sono due raddrizzatori a singola semionda, con correnti uguali
e contrarie, quindi non ci sono problemi di saturazione del nucleo. Le caratteristiche sulle quali
basarsi per dimensionare ognuno dei diodi sono:
VRRM > 2VinM AX tensione inversa (picco ripetitivo)
VinM AX
IF RM > corrente diretta (picco ripetitivo)
RL
Il raddrizzatore a onda intera a ponte e in figura 3.7.
vin
Figura 3.9: Forme donda di raddrizzatore a onda intera con filtro LC [Eri97]
Vm
Per la singola semionda: vLRM S = .
2
Vm
Per londa intera: vLRM S = .
2
Correnti media ed efficace in uscita (IDC , iLRM S ). Il valore medio di iL e IDC , poiche
R e puramente resistivo si ha:
VDC iLRM S
IDC = , iLRM S =
R R
Convertitori AC/DC (raddrizzatori) 27
Fattore di forma (F F ). Misura il rapporto tra il segnale utile (ai fini della potenza) e il
valore medio.
vL iL
F F = RM S = RM S
VDC IDC
0, 5Vm
Per la singola semionda: F F = = 1, 57.
0, 318Vm
0, 707Vm
Per londa intera: F F = = 1, 11.
0, 636Vm
q
Fattore di ripple (RF ). Sapendo che VAC = VL2 VDC
2 :
s 2
VAC VL p
RF = = 1 = FF2 1
VDC VDC
p
Per la singola semionda: RF = 1, 572 1 = 1, 21.
p
Per londa intera: RF = 1, 112 1 = 0, 482.
iL
L
D1 D3 D5
C ZL
D4 D6 D2
ia
N vA
vB
vC
2
In figura 3.11 i diodi sono numerati in ordine di conduzione; ognuno conduce per 3 . La
sequenza delle coppie di diodi ON e: 12; 23; 34; 45; 56; 61.
Vm
Im = 3
RL
Z 2
6 3 3 3
VDC = 3Vm sen d = Vm = 1, 654Vm
2
3
v
u Z 2
u9 3
vLRM S = t (Vm sen )2 d = 1, 655Vm
3
v
u !
u2 3
Sulle fasi: iaRM S = ibRM S = icRM S = Im t + = 0, 78Im .
6 4
v
u !
u1 3
Sui diodi: iDRM S = Im t + = 0, 552Im.
6 4
Con L + si ottengono correnti come in figura 3.13.
Figura 3.13: Correnti di linea di raddrizzatore trifase a onda intera (con L ) [Eri97]
Figura 3.14: Forme donda di raddrizzatore trifase a onda intera con filtro LC [Eri97]
30 3.4 Filtri di ripple
induttivi: sono utilizzati per alte potenze; si riduce il F F della corrente, quindi loperazione del
trasformatore e piu efficiente;
capacitivi: sono utilizzati per basse potenze, perche sono volumetricamente piu efficienti anche
se richiedono correnti talvolta eccessive per laccensione.
Filtri induttivi
In figura 3.15 sono riportati i filtri di tipo induttivo.
Nel caso a) serve Lf sufficientemente grande, cosicche Lf R. Funziona molto bene con
carichi grandi.
vout R
= p
vL R + (2fr Lf )2
2
dove vL valuta il ripple prima del filtraggio, vout il ripple dopo il filtraggio; fr e la frequenza di
ripple.
1
Nel caso b) serve R per avere:
2fr Cf
vout 1
=
vL 1 (2fr )2 Lf Cf
Figura 3.16: Forme donda con filtro induttivo applicato a raddrizzatore a ponte intero [Ras01]
La figura 3.16 mostra landamento delle forme donda di tensione e corrente nel caso di un
filtro induttivo applicato ad un raddrizzatore a ponte intero. Linduttanza critica, cioe il minimo
valore richiesto per mantenere la corrente continua, vale:
R
Lc =
6fin
Convertitori AC/DC (raddrizzatori) 31
Filtri capacitivi
In figura 3.17 sono riportati i filtri di tipo capacitivo.
Vm
La tensione di ripple (picco-picco) e: VrP P = .
fr RC
1
VDC = Vm 1
2fr RC
Vm
VAC =
2 2fr RC
La figura 3.18 mostra landamento delle forme donda di tensione e corrente nel caso di un
filtro capacitivo applicato ad un raddrizzatore a ponte intero.
Figura 3.18: Forme donda con filtro capacitivo applicato a raddrizzatore a ponte intero [Ras01]
Il fattore di ripple e:
Vout
Voutef f 2 3 1
r= = =
Vout Vout 2 3f CRL
Vout Vout
dove RL = , e il ripple e supposto triangolare (quindi Voutef f = ).
Iout 3
La corrente media sui diodi e:
IDmedia = Iout
e va confrontata con IFmedia oppure Iout .
La tensione inversa massima (PIV) su un diodo e VDM AX = 2VSM AX , e va confrontata con
VRRM .
VSM AX
La tensione efficace al secondario del trasformatore e VSef f = .
2
La corrente efficace al secondario del trasformatore e ISef f = IDef f (ma vale anche nel caso
di raddrizzatore a onda intera con trasformatore a presa centrale).
La potenza del trasformatore e P = VSef f ISef f .
vin
Vout C Vout RL
Per dimensionare il condensatore C (figura 3.19) si deve valutare il ripple sulla tensione
duscita (Vout ):
Iout T Iout
Vout = =
C 2 2f C
Vout
Vout = VSM AX kVF
2
dove VF e la caduta di tensione diretta sui diodi, mentre k e il numero di diodi in conduzione
contemporaneamente. La resistenza duscita e Rout = 4f1C .
Il fattore di ripple e:
Vout
Voutef f 2 3 1
r= = =
Vout Vout 4 3f CRL
Vout Vout
dove RL = , e il ripple e supposto triangolare (quindi Voutef f = ).
Iout 3
La corrente media sui diodi e:
Iout
IDmedia =
2
e va confrontata con IFmedia oppure Iout .
La tensione inversa massima (PIV) su un diodo e VDM AX = VSM AX , e va confrontata con
VRRM .
VSM AX
La tensione efficace al secondario del trasformatore e VSef f = .
2
La corrente efficace al secondario del trasformatore e ISef f = 2IDef f (ma non vale nel caso
di raddrizzatore a onda intera con trasformatore a presa centrale).
La potenza del trasformatore e P = VSef f ISef f .
Convertitori AC/DC (raddrizzatori) 33
Si puo accendere a piacimento il tiristore dopo il punto naturale di accensione (figura 3.20),
cioe lasciando trascorrere un certo angolo a partire dal punto di intersezione della sinusoide di
tensione con lasse delle ascisse.
Sapendo che la tensione di rete ha espressione vs = VMAX sen (t) si puo scrivere:
Z
1 VMAX
Vd = VMAX sen (t) d(t) = (1 + cos )
2 2
Supponiamo ora un carico di tipo LR (figura 3.21).
Z t
d id 1
vL = vs vR = L id (t) = vL d
dt L
cioe id = 0 quando le aree A1 e A2 sono uguali. Cio significa che il tiristore conduce anche
quando vs < 0.
Figura 3.22: Raddrizzatore a onda intera a ponte controllato con SCR: a) ponte totalmente controllato; b) ponte
semi-controllato [Ras01]
1. spengono T1 e T2 ;
2. dopo la commutazione conducono la corrente di carico.
Per questi motivi, tale raddrizzatore e chiamato a commutazione naturale o di linea.
Figura 3.23: Forme donda di raddrizzatore a onda intera controllato con SCR [Ras01]
Z +
1 2VMAX
Vd = VMAX sen (t) d(t) = cos
La corrente di ingresso e unonda quadra quando il carico e perfettamente filtrato. is e traslata
di rispetto a vs .
4 Id
IsM AXn = (n = 1, 3, 5, 7, . . . ) in serie di Fourier
n
IsM AXn 2 2 Id
IsnRM S = = (valore efficace delle armoniche)
2 n
2 2
Is1RM S = Id = 0, 9Id (armonica fondamentale)
1 = cos 1 = cos
isRM S = iDRM S
Con correnti non sinusoidali:
Z
1 T
P = vs (t)is (t) dt = vsRM S isRM S cos 1
T 0
Convertitori AC/DC (raddrizzatori) 35
S = vsRM S isRM S
P is1
PF = = RM S cos
S isRM S
A causa della corrente in ingresso non sinusoidale, il P F del raddrizzatore e influenzato negati-
vamente da e dalla distorsione di is .
2L
ID
cos( + ) = cos
VMAX
Aumentando L oppure ID si causa laumento del tempo di commutazione .
La commutazione riduce anche il valore di VD :
Z
1 +
VD = VMAX sen (t) d(t)
+
VMAX h i
= cos( + ) + cos
2 2L
= VMAX cos ID
Raddrizzatore boost
is
L D
vs
|vs | x T C Vout
is (t) e controllata da T .
T OFF. iL non puo essere interrotta istantaneamente: scorre attraverso il diodo D e carica il
condensatore.
d iL vL |vs | Vout
= =
dt L L
Se Vout > |vs | (e deve esserlo), allora iL cala (si scarica linduttore).
Modulando opportunamente x si puo far seguire a is una forma qualsiasi, in particolar modo
sinusoidale. In tale caso si ottengono valori molto buoni di distorsione:
T HD = 4, 96% , P F = 0, 99
Figura 3.27: Duplicatore di tensione: a) circuito completo; b) circuito equivalente con T1 ON; c) circuito
equivalente con T2 ON [Ras01]
is L
2 1
x x
vs
x x
4 3 C Vout
d is
Quando T1 e T4 sono accesi: vL = L = vs (t) Vout < 0, quindi is diminuisce.
dt
d is
Quando T2 e T3 sono accesi: vL = L = vs (t) + Vout > 0, quindi is aumenta.
dt
CAPITOLO 4
Il piu grosso difetto del diodo zener e che non regola oltre 20 V,
e anche la corrente e scarsa. Facciamo che vogliamo 200 V.
Allora ci mettiamo un op-amp che guadagna dieci in tensione,
e poi in uscita un BJT che guadagna cento in corrente.
- Rudi Paolo Paganelli -
4.1 Alimentatori
Un alimentatore converte una tensione qualsiasi, fornita in ingresso, in una tensione duscita
continua (DC) di valore e qualita desiderata. Lo schema a blocchi di un alimentatore, completo
di tutti i possibili accessori di base, e in figura 4.1.
una tensione stabile di riferimento (con la quale paragonare la Vout ottenuta con quella
desiderata);
I regolatori di tensione (e, di conseguenza, gli alimentatori che li contengono) possono essere:
lineari (fig. 4.2) se i transistor di interruzione sono usati in stato lineare, cioe come resistenze
variabili pilotati da una retroazione negativa (si varia la conducibilita per dosare la corrente
concessa alluscita), per questo hanno basso rendimento ( 30 50%) e sono usati per
potenze inferiori a 50 W;
switching (fig. 4.3) se i transistor di interruzione sono usati in stato saturo, come interruttori
puri (in stato ON oppure OFF, variando il duty-cycle per regolare Vout ), in tal modo si puo
operare a frequenze elevate (20 200 kHz) con rendimento 70 90% anche perche non
e sempre richiesto luso di un trasformatore in ingresso.
In tabella 4.1 sono confrontate le caratteristiche delle due principali filosofie di costruzione
dei regolatori DC/DC. I regolatori switching sono approfonditi nel capitolo 5.
Lineari Switching
Efficienza 20 60% 70 95%
Vout sempre < Vin < Vin oppure > Vin
Trasformatore grande (f bassa) piccolo (f alta)
Rumore poco non trascurabile
Potenza < 20 W qualunque, soprattutto elevata
iz
Vin Vout RL
regolazione grossolana;
R R
Iz Rz
Vin vDC (t) vout
Iout0 iout k T iout
R R R
Rz Rz Rz vout
vDC (t) vout vout
iout iout k T iout
Figura 4.6: Regolatore a diodo zener: calcolo dei parametri con la sovrapposizione degli effetti
Convertitori DC/DC lineari 41
dove:
F e il fattore di regolazione;
Rout e la resistenza duscita del convertitore nel punto nominale di lavoro;
KT e il coefficiente di temperatura.
Con la sovrapposizione degli effetti (figure 4.6) si studia un generatore per volta, dunque da
ognuno dei tre circuiti si ottiene un parametro. Ipotizzando R Rz :
vout Rz RRz Rz
F = =
VDC R + Rz R
vout RR
Rout = = R // Rz z Rz
iout
vout R RRz
KT = = k k
T R + Rz
iz
Vin
Vout
Pz
Per il diodo zener: Vz = Vout + VBE . Sono note Izmin e IzM AX < .
Vz
La tensione dingresso Vin e un compromesso:
se e elevata ce molta dissipazione di potenza sul BJT;
se e bassa il BJT rischia di lavorare in saturazione.
Solitamente si sceglie Vin (1, 5 2) Vout . La resistenza R e scelta in modo che il BJT sia
acceso anche con Vinmin e IBM AX (caso peggiore).
IoutM AX Vinmin Vz
IBM AX , R<
hF Emin IoutM AX
Izmin +
hF Emin
Con VinM AX e Ioutmin si vuole Iz < IzM AX :
VinM AX Vz
R>
Ioutmin
IzM AX +
hF EM AX
42 4.4 Regolatore serie con amplificatore derrore
Il BJT, nelle condizioni piu gravose di lavoro, deve riuscire a dissipare una potenza:
PBJTM AX = (VinM AX Vout ) IoutM AX 50%Pout
per cui potrebbe essere opportuno scegliere un BJT Darlington.
In definitiva, la variante con BJT:
amplifica la corrente in uscita;
aumenta RMAX (iout e minore);
peggiora la costante di temperatura KT ;
migliora il fattore di regolazione F ;
svincola la corrente sul carico dalla iz .
Iz
R
T1
IB2
C1
T2
Rz R1
Vin
Iz Vout
C2 C3
R2
La tensione dingresso Vin , se non predeterminata, dovra essere circa 1, 5 2 volte la tensione
duscita.
Per il BJT T1 (di potenza):
IC1M AX = IoutM AX + Iz + IR IoutM AX
PT1 = (VinM AX Vout ) IC1M AX
Per lamplificatore di errore di usa un BJT di segnale (T2 ) ad alto guadagno:
IC2 IB1
IC2M AX = IC2min + IB1
| {z }
Iout
=h
F Emin
Vout Vout Vz
Per il diodo zener: Vz . Ha bisogno di una resistenza di polarizzazione Rz = .
2 Iz
Il partitore resistivo duscita deve assicurare Iout IR IB2 :
Vz + VBE2 Vout Vz + VBE2
R1 , R2
IR IR
Una parte della Vout e confrontata da T2 con il riferimento Vz . La differenza (amplificata)
agisce su T1 e stabilizza Vout :
R1 + R2
Vout = (Vz + VBE2 )
R2
Cambiando il rapporto di partizione, ad esempio con un potenziometro, si regola Vout a piacere.
Dato che lop-amp lavora in alto guadagno (come amplificatore e non come comparatore) si
puo scrivere:
V = V+ = VZ = VR2
R1 + R2
Vout0 = VZ (partitore)
R2
ON
Av VZ VBE VZ
vout =
1 + Av 1 + Av
In definitiva, la variante con op-amp ha le seguenti caratteristiche:
lop-amp deve essere in regione di alto guadagno (non in saturazione);
il BJT deve essere in regione normale diretta;
vout e stabile perche dipende solo da R1 e R2 e la retroazione e negativa;
R1 e R2 devono essere attraversati da una corrente piccola, per non perturbare luscita;
Rout e bassa perche il BJT e in configurazione a collettore comune.
Vout si mantiene costante. Quando Vout tende a diminuire, avviene lo stesso procedimento in
senso opposto.
Dimensionamento. Quando Vin e Vout sono costanti, a variazioni sulla corrente di carico
corrispondono pari variazioni sulla corrente sul BJT: IQ1 = IL .
Quando Vout e IL sono costanti, variazioni della Vin provocano variazioni della corrente sul
BJT:
Vin
IQ1 =
R3
La corrente su R3 lega tutti i parametri:
Vin Vout
IR3 = IQ1 + IL =
R3
Vin
R3 funge anche da resistenza di limitazione in cortocircuito: ILM AX = .
R3
La potenza dissipata e: PQ1 Vout IC = Vout (IR3 IL ).
I regolatori shunt non sono efficienti come i regolatori serie, ma sono semplici da realizzare e
controllare.
CAPITOLO 5
alta efficienza;
Capisaldi dei convertitori switching. Alla base della struttura a commutazione ci sono tre
elementi:
1. matrice di switch;
2. filtraggio;
3. modulazione PWM.
DC/DC classici, a singolo quadrante. Sono i modelli primordiali: buck, boost, buck-boost.
Forniscono bassa potenza (meno di 100 W) e hanno unefficienza abbastanza ristretta.
DC/DC switching. Funzionano a capacita o induttanze commutate (solo una delle due,
quindi sono poco voluminosi).
Capacita commutate: possono essere integrati su chip (piccole dimensioni, alta frequenza)
ma hanno controllo complesso.
Raddrizzatori sincroni (SR). Sono compatibili con le richieste tecniche: generatori con Vout
bassa (1, 5 5 V) e Iout alta (30 200 A). Occupano tutta la fetta di mercato per la quale non
esistono ponti di diodi capaci di ottenere tali prestazioni. Altre caratteristiche:
rendimento: = 90 95%;
alta densita di potenza: 1, 34 1, 52 W/cm3 .
Convertitori DC/DC switching 47
5.2.1 Buck
f e bassa.
Il DCM puo essere usato in applicazioni particolari, perche lordine dinamico e ridotto (lenergia
immagazzinata nellinduttore allinizio e alla fine di ogni periodo e zero). Comunque, il CCM e
preferito per la maggior efficienza.
(1 )RL
Il valore limite dellinduttanza tra i due casi e Llimite = . Si ha CCM quando
2f
L > Llimite .
La corrente iL scorre anche su C. Poiche e la somma di Iout piu una componente triangolare,
essa provoca un ripple Vr su Vout : per limitarlo entro un certo valore bisogna scegliere:
(1 )Vout
Cmin =
8Vr Lf 2
Per avere compattezza e basse perdite, si vogliono componenti di piccolo valore. In tal caso serve
f grande. La frequenza, pero, e limitata dal tipo di dispositivo a semiconduttore utilizzato e
dalle perdite in commutazione, che aumentano con f .
Ha diverse versioni con trasformatore: forward, push-pull, ponte intero.
48 5.2.2 Forward
5.2.2 Forward
E una versione del buck con trasformatore. Quando il dispositivo a semiconduttore e ON, lenergia
e trasferita dallingresso alluscita attraverso il trasformatore; quando e OFF, luscita e mantenuta
dallenergia immagazzinata.
N1
MV = con n =
n N2
Un terzo avvolgimento (con diodo) serve per mantenere la corrente di magnetizzazione a zero ed
evitare la saturazione del trasformatore. Questa, con altre caratteristiche, lo rendono ottimo per
luso in applicazioni di bassa potenza.
Ulteriori approfondimenti alla sezione 5.8.2.
5.2.3 Push-pull
S1 D1 L
N1 N2 C Vout
Vs S2
D2
Figura 5.2: Regolatore push-pull
Il regolatore push-pull e in figura 5.2. Si tratta di unaltra versione del buck con trasformatore.
S1 ed S2 lavorano alternativamente (sfasati di T2 ), con < 0, 5. Per la disposizione degli
avvolgimenti, quando S1 e ON conduce D1 , quando S2 e ON conduce D2 . Quando entrambi gli
interruttori sono OFF, ambo i diodi conducono, ripartendosi uniformemente la corrente di L.
2 N1
MV = con n =
n N2
(1 2)RL (1 2)Vout
Llimite = , Cmin =
4f 32Vr Lf 2
5.4.1 Flyback
E una versione del buck-boost con trasformatore, nella quale L e rimpiazzata dal trasformatore
che, quindi, accumula energia.
N1
MV = con n =
n(1 ) N2
n2 (1 )2 RL
Linduttanza minima di magnetizzazione e Lmlimite = . Si ha CCM quando L >
2f
Lmlimite .
Le dimensioni del condensatore, ottimali per rimuovere il ripple, si calcolano come nel caso
del boost.
Ulteriori approfondimenti alla sezione 5.8.1.
Convertitori DC/DC switching 51
D1 D2
Vs L C1 C2 Vout
D1 D2 D1 D2
Vs L C1 C2 Vout Vs L C1 C2 Vout
VC1
IL
S S
TON TON
vout = Vs dipende dal duty-cycle = :
TOF F TON + TOF F
Vs = Vout VC1 + VL
TON
Vs = Vs Vs + (2Vs Vout )
TOF F
TON
2V
s = Vs + 2V
s Vout
TOF F
Vout TOF F = Vs TON
1 1
Vout TOF F = Vs TON
TON + TOF F T +T
| {z } | ON {z OF F}
1
Vout
MV = =
Vs 1
Convertitori DC/DC switching 53
d IS Vout
= decresce linearmente
dt LS
Prima che IS arrivi a 0, linterruttore viene commutato su ON. Una quota di energia e
conservata sul secondario del trasformatore. In tal modo aumenta la potenza disponibile,
senza aumentare i valori massimi di corrente.
T tON T tON
Pout = Vout IS Vout ISM AX
T T
Pout tON tON
Pin = = Vin IP Vin IPM AX
T T
NS Vin
Vout =
NP 1
NS Vinmin MAX
Vout (MAX ) =
NP 1 MAX
La tensione di collettore VQ1 e massima quando Vin e massima:
NP
VQ1 = VinM AX + Vout
NS
Pout
ICM AX = IPM AX =
Vin MAX
1
MAX =
NS Vinmin
1+
NP Vout
Passando dal modo continuo al discontinuo, le relazioni di Vout devono mantenersi. Ugua-
gliando i due casi: r
RL T NS MAX
Vinmin MAX = Vinmin
2LP NP 1 MAX
quindi
2
1 Np
Lplimite = T RL (1 MAX )
2 Ns
2
2
1 Vout Np
= T (1 MAX )
2 Pout Ns
2 2
1 MAX Vin M AX
= T
2 Pout
Il valore di Lp scelto determina il modo duso:
se Lp < Lplimite , si lavora in modo discontinuo;
56 5.8.2 Forward isolato single-ended
CCM DCM
Vantaggi - Maggiore potenza senza dover - L minore risposta piu veloce
aumentare le correnti (di picco) (a variazioni di carico o Vin )
- fdt senza zeri (controllo facile)
Svantaggi - Transistor piu costosi - Maggiori picchi di corrente
(perche piu robusti) (a parita di potenza)
- Transitorio piu lungo del picco di
corrente sul secondario in spegnimento
Tabella 5.1: Confronto tra modo CCM e DCM per regolatori flyback
S
D1 L
Vin N1
N2 D2 C Vout
D3 N3
S ON. La corrente scorre sul primario e sul secondario: attraverso D2 e il filtro LC arriva al
carico.
NS
IP = IS
NP
Vin tON
La corrente di polarizzazione sul primario e: Ipol = .
LP
IP = IP + Ipol
1 Se la tensione e troppo elevata, si puo utilizzare uno schema double-ended con due BJT comandati in sincrono:
NS
VS = Vin
NP
VL = VS Vout trascurando le cadute sui diodi e le perdite
(VS Vout )tON
IL = cresce linearmente
L
Al termine del tempo di ON si ha:
Vin T
IP M AX = IP (0) +
LP
(VS Vout )T
ILM AX = IL (0) +
L
1
MAX =
NT
1+
NP
che dipende dal rapporto di trasformazione tra i due avvolgimenti primari. Non bisogna superare
MAX per evitare la saturazione.
Ipol deve essere portata a 0 alla fine di ogni ciclo, altrimenti si va in saturazione. Il regolatore
non puo lavorare a vuoto, altrimenti produce tensioni eccessive.
Poiche il trasformatore non accumula energia, a parita di potenza puo essere piu piccolo che
in un flyback. La Iout e ragionevolmente costante grazie a L, quindi il filtro C puo essere piu
piccolo e il suo ripple di corrente minore rispetto al flyback.
Le limitazione alluso in alta potenza sono legate alla capacita dei transistor di manipolare
tensioni e correnti stressanti. Si puo, alternativamente, utilizzare un circuito double-ended, rad-
doppiando il numero di transistor e ripartendo la potenza su di essi qualora il singolo transistor
non riesca a sopportare il carico previsto.
x Q1 Q3 x
D1 L
C1 Ns1 C Vout
Vin Np
Ns2
D2
x Q2 Q4 x
Q1 , Q4 ON.
NS
Vs = Vin
NP
NS
VL = Vin Vout trascurando diodi e perdite
NP
dL VL 1 NS
= = Vin Vout cresce linearmente
dt L L NP
1 NS1
ILM AX = IL (0) + Vin Vout T al termine di tON
L NP
dL Vout
= decresce linearmente durante un intervallo
dt L
Q1 , Q4 OFF. Cio significa Q2 , Q3 ON: e riprodotto il medesimo comportamento.
Convertitori DC/DC switching 59
Complessivamente:
"Z Z T
#
T +T
1 NS1 2
Vout = 2 Vin Vout dt + Vout dt
t 0 NP T
2
NS
= 2Vin
NP
Pout = Pin = Vin IPmedia
dove IPmedia e misurata al centro della rampa di salita o discesa.
Le correnti massime di collettore per i transistor sono:
Pout
ICM AX = IPmedia =
Vin MAX
Rispetto a un regolatore a mezzo ponte, a parita di Pout si ha meta corrente sui transistor; a
parita di Vin e Iin si ha Pout doppia.
VCM AX = VinM AX quando Q1 e Q2 vanno OFF
In definitiva si tratta di un regolatore complesso e costoso, il cui uso e giustificato solo per potenze
elevate (oltre 500 W).
CAPITOLO 6
Inverter a mezzo ponte: lo schema e in figura 6.2(b). Serve lalimentazione a presa centrale.
Vin Vin
vout =
2 2
Convertitori DC/AC switching (inverter) 61
Figura 6.1: Inverter per applicazioni fotovoltaiche (fonte: Francesco Groppi, Carlo Zuccaro. Impianti solari
fotovoltaici a norme CEI. UTET Periodici - Editoriale Delfino, 2000)
PWM. E utilizzata per ridurre il contenuto armonico, infatti i filtri sono sempre molto ingom-
branti. La frequenza dipende dal segnale di comando degli interruttori.
Iin
Vin
2 C+ S+ D+
N Vout
Vin
Vin S D
2 C
1
Iin = 2Vout1 sen (t) 2IoutRM S sen (t )
Vin
Vout1 Vout1
= IoutRM S cos IoutRM S cos(2t )
Vin V
| in {z }
2a armonica
Si nota che la componente di seconda armonica ha ampiezza molto simile alla fondamentale.
Iin
Vin
2 C+ S1+ S2+
Vout
N
Vin
Vin S1 S2
2 C
Figura 6.5: Forme donda ideali di inverter a mezzo ponte pilotato con SPWM (ma = 0, 8, mf = 9): a) portante e
modulante; b) stato di S+ ; c) stato di S ; d) vout ; e) spettro di vout ; f) iout ; g) Iin ; h) spettro di Iin ; i) corrente
su S+ ; j) corrente su D+ [Ras01]
Figura 6.6: Forme donda ideali di inverter a ponte intero pilotato con SPWM (ma = 0, 8, mf = 8): a) portante
e modulante; b) stato di S1+ ; c) stato di S2+ ; d) vout ; e) spettro di vout ; f) iout ; g) Iin ; h) spettro di Iin ; i)
corrente su S1+ ; j) corrente su D1+ [Ras01]
64 6.1.4 Inverter a mezzo ponte a tre livelli (diode-clamped)
11
00
INVERTER
00
11
00
11
Q1
00
11 Q2
00
11
XL
00
11
C
Q3
00
11
00
11 Q4
Nella regione di sovramodulazione (ma > 1) alcune intersezioni tra portante e modulante man-
cano: cio provoca armoniche di ordine basso, ma si ottiene una fondamentale elevata. Sfor-
tunatamente la linearita tra ma e Vout1 , ottenuta nella regione lineare, non e mantenuta in
sovramodulazione; inoltre si osserva un effetto di saturazione (onda quadra, figura 6.8).
Il PWM ricrea la forma donda voluta: la forma donda di tensione e funzione dellindice di
modulazione; le armoniche hanno frequenze e ampiezze ben definite. Cio semplifica la proget-
tazione di stadi di filtro. Il limite e nella massima ampiezza della fondamentale, che e V2in . Si
puo avere tensione maggiore sovramodulando (ma > 1), ma cos compaiono armoniche di ordine
basso. Valori molto elevati (ma > 3, 24) portano ad avere unonda totalmente quadra in uscita.
Figura 6.9: Forme donda ideali di inverter a mezzo ponte pilotato con SWMT: a) vout ; b) spettro di vout [Ras01]
4 Vin
2. Lampiezza della fondamentale e: Vout1 = VaN 1 = .
2
Vout1
3. Lampiezza delle armoniche e: Vouth = .
h
vout non puo essere modificata dallinverter, ma solo modificando Vin .
La forma donda vout = vaN dovrebbe essere affettata N volte per ogni semiperiodo per
regolare la fondamentale ed eliminare N 1 armoniche.
66 6.2.3 Selective Harmonic Elimination (SHE)
Supponiamo di voler eliminare un numero pari di armoniche (ad esempio, la 3a e la 5a). Allora
N = 3.
1 Vout1
cos(1 ) cos(2 ) + cos(3 ) = 2+
4 Vin
1
cos(31 ) cos(32 ) + cos(33 ) =
2
cos(5 ) cos(5 ) + cos(5 ) = 1
1 2 3
2
1 , 2 , 3 sono angoli trovati con algoritmi iterativi. Non ci sono soluzioni analitiche. Le terne
V 1
sono ricavate con vari valori di Vout
in
. Il caso esaminato e in figura 6.10.
Figura 6.10: Forme donda ideali di inverter a mezzo ponte pilotato con SHE: a) vout dopo leliminazione della 3a
e 5a armonica; b) spettro di a); vout dopo leliminazione della 3a, 5a e 7a armonica; d) spettro di c) [Ras01]
N
X 1
(1)k cos(n k ) = con n = 3, 5, 7, . . . , 2N 1
2
k=1
Deve essere soddisfatta la relazione:
1 < 2 < < N <
2
Espressioni generali per eliminare un valore dispari N 1 di armoniche (quindi N pari):
N Vout1
X 2 Vin
(1)k cos(k ) =
4
k=1
N
X 1
(1)k cos(n k ) = con n = 3, 5, 7, . . . , 2N 1
2
k=1
sempre soddisfacendo la relazione:
1 < 2 < < N <
2
CAPITOLO 7
Amplificatori di potenza
Quando si usano gli amplificatori ai piccoli segnali si considera nulla la potenza in ingresso,
per cui si ha un guadagno G . Non ci si puo basare su questa ipotesi per lanalisi degli
amplificatori di grande segnale.
Come modello di studio per gli amplificatori di potenza si considera una configurazione a
source comune (tradizionale amplificatore di tensione, figura 7.1(a)), ma non sarebbe diverso
utilizzare una configurazione ad emettitore comune (figura 7.1(b)). Perche lamplificatore sia di
potenza bisogna erogare al carico una potenza, quindi tensione e corrente; la scelta del carico deve
avvenire per adattamento, cioe quello che massimizza il trasferimento di potenza. Basandosi sul
circuito equivalente di figura 7.1(c) si puo scrivere:
ES ES ZL
IS = , VS = ZL I =
ZS + ZL ZS + ZL
2
VS IS |ES | RL
P = =
2 2 (RL + RS ) + (XL + XS )2
2
Perogata
Mismatch. M = e il fattore di disattamento o mismatch.
Pdisp
0M 1
M = 1: adattamento;
M = 0: carico che non assorbe potenza attiva (es. carico reattivo).
Power Unity Factor. Quando VS = VMAX e IS = IMAX , quanto detto perde di significato
perche ci si trova nelle zone di breakdown e di limitazione.
VDSM AX IDM AX
Voutpp = VBK Vknee = Vknee , Ioutpp =
2 2
La resistenza per la massima potenza trasferibile, in termini assoluti, e:
VDSM AX
2 Vknee VDSM AX
RMAX = IDM AX
IDM AX
2
Figura di merito. La figura di merito serve per dimensionare il componente attivo (poiche si
valuta la potenza su di esso dissipata PD ):
PDM AX
F =
PLM AX
Un possibile schema e in figura 7.6. Per poter estrarre la massima potenza e necessario
polarizzarsi bene al centro delle caratteristiche lineari:
Vsat VT VBK Vknee VBK
Vgs0 = VT + , Vds0 = Vknee + (Vknee 0)
2 2 2
Bisogna poi imporre la massima escursione del segnale di corrente, facendo in modo che Vgs
occupi tutta la zona lineare utile. Per avere anche la massima escursione di tensione serve una
resistenza di carico di valore opportuno (la tensione ai suoi capi deve poter percorrere tutta la
zona utile per le tensioni Vds .
Schema e grafici caratteristici sono in figura 7.7. Il punto di riposo Q e circa a meta della retta
di carico, quindi il segnale in uscita puo avere la massima escursione possibile (pari allalimenta-
zione). Il carico RL e direttamente connesso al collettore ed e percorso dalla corrente di riposo
ICQ . Nella semionda positiva il punto di riposo puo arrivare fino a Q1 , in cui VCE = VCESAT 0;
nella semionda negativa il punto di riposo puo arrivare fino a Q2 , in cui VCE = VCC .
A riposo e erogata ICQ . La potenza derivante dallalimentazione e PCC = VCC ICQ (rettangolo
0123). La potenza dissipata sul BJT e PD = VCEQ ICQ (rettangolo 0453). La differenza tra le
due potenze (rettangolo 4125), cioe:
2 Cio riduce anche le perdite per saturazione del nucleo, su carichi induttivi.
74 7.4 Amplificatore in classe B
Un possibile schema e in figura 7.9. Per migliorare lefficienza del classe A si sposta il punto
di lavoro Vgs0 alla soglia tra interdizione e conduzione nella transcaratteristica (Vgs0 = VT ). Se
si vuole continuare a sfruttare lintera caratteristica utile, bisogna raddoppiare lampiezza della
tensione in ingresso. Cos facendo, la sinusoide viene raddrizzata a singola semionda, sia in
tensione sia in corrente.
1
Vd = Vds0 = VBK 1 = 0, 69VBK
Dout = 20% perche sono diverse da zero le armoniche pari (figura 7.10).
5
P U F = 1 (come nel classe A), pero PAC1 = PAC , quindi migliora E .
6
Amplificatori di potenza 75
IMAX IMAX
Dato che la corrente assorbita dallalimentazione e scesa da a , allora il
2
rendimento e salito:
C = E = = 78, 6%
4
PCC cresce linearmente col segnale sul carico. La potenza dissipata sul carico vale:
VoutM AX IoutM AX V2 2
RL Iout
PL = = outM AX = M AX
2 2RL 2
che e massima quando VoutM AX = VCC .
2 VoutM AX IoutM AX
PCC PL = 2PD = VCC IoutM AX
2
2
2 VoutM AX V
= VCC outM AX
RL 2RL
2
PD dipende da VoutM AX ed e massima quando VoutM AX = VCC :
2
VCC V2
PDM AX = 2
0, 1 CC
RL RL
Cio non avviene alla massima ampiezza di vout , ma circa al 64% della sua ampiezza.
Il rendimento vale:
1
PLM AX 2 VoutM AX IoutM AX VoutM AX
c = = 2 =
PCC VCC IoutM AX
4 VCC
ed e massimo per VoutM AX = VCC :
cM AX = 78, 5% reale: 60
4
V2
PDM AX 0, 1 CC
F = = V 2RL = 0, 2
PLM AX CC
2RL
VDC Ipk
Con una potenza lineare Plin = si ottiene:
4
4 sen 2
Ipk
2 V
DC
PAC1 16
2 2
PUF = = Ipk
= sen 2
Plin V
DC
4 2
16
Se langolo di conduzione e = 180, allora si ottiene P U F , cioe 2 dB in piu di un
9
corrispettivo classe A.
2 sen 2 2 8
C = 2 , CM AX = C ( = 180 ) = 2 = 2 81%
2 2 2
Il basso rendimento di conversione e giustificabile nella potenza non trascurabile che finisce nelle
armoniche successive alla fondamentale.
Figura 7.16: Amplificatore in classe S con tank risonante (MOS a source comune) [Cri]
Una possibile configurazione e in figura 7.17. Il filtro risonante prima del carico lascia passare
solo larmonica utile, mentre per tutte le altre frequenze si comporta come unalta impedenza:
quindi, la corrente sul carico e sinusoidale.
Lo switch a due vie puo essere realizzato con due dispositivi a simmetria complementare.
Londa quadra VS ha valore allarmonica fondamentale:
Z 2
1 2
V1 = VDC cos d = VDC
2 2
V1
I1 = Ipk = scomponibile in Ip e In sui due interruttori
RL
Il valore medio di Ip (lato alimentazione) e fornito da L:
Z 2
1 Ipk
IDC = Ipk cos d =
2 2
C (di bypass) deve mantenere costante la tensione sullo switch, pari a VDC .
V1 I1 VDC Ipk
In uscita: PAC1 = = .
2
VDC Ipk
In ingresso: PDC = VDC IDC = .
PAC1
Quindi si ottiene il notevolissimo rendimento: C = = 100%.
PDC
La potenza erogata, in rapporto alla classe A che e il riferimento, e:
VDC
Ipk
4
PUF = =
VDC Ipk
4
cioe 1 dB in piu, pero sono presenti due dispositivi invece che uno (quinidi 2 dB per ogni singolo
dispositivo).
82 7.9 Amplificatori in classe E (Sokal)
(a) (a) Corrente totale; (b) corrente nello switch; (b) (a) Corrente nello switch; (b) corrente su Cp ;
(c) corrente su Cp (c) tensione sullo switch e su Cp
Livello e frequenza della tensione di stato stazionario. In molti paesi la frequenza varia
tra 0, 25 Hz e 0, 5 Hz, talvolta lintervallo aumenta fino a variazioni tra 1 Hz e 2 Hz. Cio provoca
cambiamenti di velocita nel moto di orologi e motori, fino ad alcuni giri al minuto, causando un
danno tutto sommato minimo.
La tensione, al contrario, di norma rientra in una tolleranza di 10% e i suoi scostamenti
hanno effetti molto piu rilevanti rispetto a quelli della frequenza:
tensioni superiori al 10% in piu causano perdita di tempo di vita utile degli utilizzatori, in
alcuni casi anche la rottura immediata;
tensioni inferiori al 10% in meno provocano eccessive richieste di corrente, quindi un ancora
maggiore calo di tensione oltre allaumento della temperatura nei conduttori; il tutto si
riscontra, poi, in errori di funzionamento.
Messa a terra. I problemi legati alla messa a terra sono suddivisibili in tre grandi famiglie.
Ground loop (anello di terra): e il caso di segnali di potenza e di controllo originati in
luoghi diversi, ma che si riferiscono alla stessa terra di riferimento. I transitori indotti in
un punto possono propagarsi attraverso la terra e danneggiare quel che trovano lungo il
percorso.
Connessioni improprie tra neutro e terra: creano un riferimento di terra affetto da rumore,
che interferisce con i segnali di controllo a bassa tensione.
Eccessiva tensione tra neutro e terra: puo danneggiare gli utilizzatori non isolati a suffi-
cienza, oppure dotati di alimentatori economici.
Parametri di qualita di una rete elettrica 85
Variazioni del livello di tensione, rumore. Generalmente solo i seguenti utilizzatori sono
problematici, in quanto creano ampie variazioni di tensione a bassissima frequenza (minore di
30 Hz):
grandi forni (in DC) e saldatrici;
compensatori di energia reattiva (rifasamento);
cicloconvertitori.
A.1.2 Risonanza
Considerando gli spettri riportati nella tabella in figura A.1, la maggior parte della corrente e
trasportata dallarmonica fondamentale. Per questo, spesso luso di carichi non lineari non causa
problemi significativi di distorsione.
Se, invece, e presente una risonanza parallela di alimentazione, allora il discorso cambia. Le
risonanze, serie oppure parallelo, esistono in ogni rete che contiene condensatori e induttori:
una risonanza serie si comporta come cortocircuito alla frequenza di risonanza;
una risonanza parallelo si comporta come un circuito aperto alla frequenza di risonanza.
Con carichi che producono armoniche in corrispondenza di frequenze di risonanza (di tipo pa-
rallelo) dellalimentazione, correnti anche piccole a tale frequenza possono causare sovratensioni.
Il problema e risolvibile con una risonanza serie che compensa quella parallela con un effetto
contrario.
86 A.1.3 Filtri per armoniche
(a) Frequenza singola (a) e (b) Filtri damped del I (a), II (b), III (c) ordine
doppia (b) e di tipo c (d)
X
i A (t) = IA0 + IAk cos(kt Ak )
k=1
X (
iB (t) = IB0 + IBk cos k(t 120) Bk VAN (t) = Vm cos(t)
VBN (t) = Vm cos(t 120)
k=1
X VCN (t) = Vm cos(t + 120)
i C (t) = I C 0 + IC k
cos k(t + 120) C k
k=1
iN (t) = iA (t) + iB (t) + iC (t)
Se il carico e sbilanciato, le correnti di neutro hanno spettro simile alle correnti di linea.
Se il carico e bilanciato le armoniche delle tre fasi hanno stessa ampiezza e fase:
IAk = IBk = ICk = Ik k
Ak = Bk = Ck = k k
Allora la corrente di neutro assume la forma:
X
iN (t) = 3I0 + 3I3k cos(3kt 3k )
k=1
cioe si cancellano la maggioranza delle armoniche (tra cui le fondamentali) e rimangono, sommate,
le componenti DC e le armoniche multiple della terza.
v
u
u X I3k 2
iNRM S = 3tI0 2 +
2
k=1
pero iN (t) = 0 perche non ce la connessione di neutro. Quindi le correnti di linea non hanno le
armoniche multiple della terza e le componenti continue (sono tutte contenute in vN N ).
Se il carico non e bilanciato, le correnti di linea possono contenere qualsiasi armonica.
88 A.2.3 Rete trifase senza conduttore di neutro con carico a triangolo
pero iN (t) = 0 perche non ce la connessione di neutro. Quindi le correnti di linea non hanno le
armoniche multiple della terza e le componenti continue. Le correnti di carico possono contenere
le componenti continue e le armoniche multiple della terza. Se il carico e bilanciato, la corrente
di carico circola attraverso il triangolo.
APPENDICE B
Motori AC e DC
Simbolo Significato
Va Tensione di armatura
Eg = KE Forza contro-elettromotrice che si oppone a va durante il moto
Ia Corrente di armatura
Ra Resistenza di avvolgimento
La Induttanza di avvolgimento
Cf Coppia di attrito costante
CL Coppia resistente, opposta al carico
Cm = KT Ia Coppia motrice
Cs Coppia di spunto (coppia per velocita nulla)
D Coppia di attrito viscoso
J = J m + JL Momenti dinerzia del motore e del carico
KE s
Costante di tensione Vrad
Costante di coppia N m
KT A
n Numero di giri (spesso sostituto di )
PL Potenza trasmessa allalbero
Rm Costante di regolazione della velocita
Velocita angolare
2. Ia cambia verso;
90 B.1.2 Funzionamento e azionamento di un motore DC
Ia
Ra La
Va Eg
i I0
R L R L
v E RN L C(J)
Considerando il motore DC in figura B.3(a), e possibile stabilire una relazione tra i parametri
elettrici e quelli meccanici di funzionamento:
Pelettrica = Pmeccanica E I0 = C
dove:
E: forza elettro-motrice;
I0 : corrente media;
C: coppia;
: velocita di rotazione.
Si puo esprimere:
C
E = K statore C = K statore I0 I0 =
K statore
Motori AC e DC 91
La corrente I0 e funzione della tensione V0 , che a sua volta e funzione dellangolo di conduzione
dellinterruttore di comando (figura B.4). Con un interruttore bidirezionale si puo invertire il
senso della corrente e frenare il motore. La corrente che si crea dallenergia della frenata viene
immessa nel circuito sorgente (rete) con un P F pessimo. In questo caso, il circuito funziona da
inverter perche il prodotto V0 I0 e sempre negativo (II e IV quadrante).
Il circuito equivalente aggiornato, con RN L che e un resistore non lineare e C(J) che dipende
dal momento dinerzia, e in figura B.3(b). Questo circuito lavora nel I quadrante (accelerazione)
e nel IV quadrante (freno): per frenare si applica una tensione negativa, al fine di ottenere una
coppia negativa.
Funzionamento.
1. Si applica Va (tensione di avvolgimento) alle spazzole. Nella spira circola Ia .
2. I lati della spira sono soggetti a una coppia, provocata dallo statore: la spira comincia a
ruotare.
3. Dopo 90 gradi di rotazione, la coppia della spira a si annulla. Nel corso della rotazione,
pero, anche il commutatore ha ruotato, portandosi in posizione tale da alimentare la seconda
spira b (che comincia a ruotare come visto). La presenza di molti segmenti da continuita
alla rotazione.
La relazione fondamentale per un motore a magnete permanente e:
d Ia
Va = Ra Ia + La + Eg
dt
In condizioni stazionarie (perche Va e continua) La non contribuisce. Poiche su Ra cade poca
tensione si ha Eg Va . Al contrario, allavviamento Eg = 0 e Ia (limitata solo da Ra ) raggiunge
valori molto elevati, fino a dieci volte il valore di regime.
KT Va KT KE
Cm = = Cs
Ra Ra Rm
KE
PL = Cm = Cm
KT
mentre Ra Ia2 e dissipata sugli avvolgimenti.
A parita di Va :
n cala, aumentando la coppia;
n e massimo, con coppia nulla;
n = 0 alla coppia massima (spunto);
A parita di coppia, n aumenta con Va .
E importante che il motore lavori in SOAC (Safe Operating Area, Continuous) cioe larea
operativa di sicurezza per funzionamento continuativo, entro la quale PD non raggiunge valori
pericolosi per lintegrita del motore.
Motori AC e DC 93
Funzione di trasferimento.
d
Cm = J + D + Cf + CL
dt
Si assume CL = Cf = 0. La funzione di trasferimento e:
(s) KT
=
Va (s) (sLa + Ra )(sJ + D) + KE KT
del II ordine. Considerando D = 0:
(s) KT
= 2
Va (s) s La J + sRa J + KE KT
p
Ra J (Ra J)2 4La JKE KT
p1,2 =
2La J
Quando i poli sono reali negativi, il motore va a regime in modo aperiodico; quando sono complessi
coniugati, va a regime in modo oscillante smorzato.
Ra2 J
Solitamente La e di piccolo valore, per cui i poli sono reali negativi. Se La , allora:
KE KT
Ra 1 KE KT 1
p1 = = , p2 = =
La e Ra J m
dove:
La
e = (costante di tempo elettrica)
Ra
Ra J
m = (costante di tempo meccanica)
KE KT
In conclusione:
(s) KT
=
Va (s) 1 1
La J s + s+
e m
La costante di tempo meccanica e almeno quattro volte maggiore di quella elettrica. Se m e :
1 1
|p1 | = , |p2 | =
e m
e p2 e con ottima probabilita il polo dominante.
Struttura.
Statore: avvolgimenti (tre fasi A, B, C, ognuna sfasata di 120 gradi rispetto alle altre);
commutatore elettronico:
Funzionamento.
1. Il commutatore legge la posizione.
Un grande vantaggio risiede nel fatto che gli avvolgimenti non ruotano, quindi non servono
dispositivi in movimento per alimentarli.
Vale la stessa relazione fondamentale del motore a magnete permanente:
d ia
va = Ra ia + La + eg
dt
RL: si pone una resistenza Rs in serie alla fase, quindi si applica una tensione di alimentazione
piu elevata (maggiore di quella nominale). Il problema e che la maggior parte della potenza
dellalimentazione finisce su Rs .
Con doppia tensione: allavviamento viene fornita una prima tensione, elevata, per sovrecci-
tare rapidamente lavvolgimento; successivamente si alimenta con la tensione nominale, per
mantenere la corrente. Serve un circuito di controllo complesso.
La fase e sovreccitata con una tensione elevata (interruttore ON); quando la corrente rag-
giunge il valore nominale, allora si pone linterruttore OFF. Linduttanza di fase si scarica
su un diodo di free-wheeling: quando la corrente scende e raggiunge un certo valore di
soglia, allora si rialimenta la fase. In tale modo la corrente e mantenuta quasi costante (ha
solo piccole variazioni attorno al valore nominale).
Regime alternato: quando Ia (fornita attraverso le spazzole) cambia verso, il campo magnetico
del rotore cambia verso; contemporaneamente si inverte il campo magnetico di statore
(prodotto dalleccitazione), quindi la rotazione continua nello stesso verso.
Presenta lo svantaggio di non poter cambiare il senso di rotazione invertendo la polarita dellali-
mentazione, infatti come visto la rotazione prosegue nel verso iniziale. Si puo, pero, regolare la
velocita agendo sulla tensione di alimentazione; in AC si cambia il valor medio parzializzando la
forma donda con interruttori a semiconduttore (di solito tiristori).
Struttura.
Statore:
avvolgimento motore;
avvolgimento ausiliario di avviamento (a 90 ): alimentato con corrente sfasata di 90
rispetto allavvolgimento principale1 , per cui il campo magnetico che risulta e rotante;
Quando il motore e quasi a regime si puo disalimentare lausiliario; viceversa, il motore e chiamato
bifase a condensatore.
Si puo regolare la velocita variando la tensione di alimentazione, col metodo della parzializ-
zazione della forma donda. Tale operazione, pero, e efficace solo per alcuni carichi.
1 Con laiuto di un condensatore, posto in serie.
96 B.3.2 Motore AC sincrono
Resistenza termica
In dispositivi a semiconduttore si introduce il concetto di resistenza termica. Se due mezzi con
caratteristiche termiche diverse sono a contatto, la potenza P che passa per conduzione da un
mezzo allaltro e proporzionale alla differenza di temperatura tra i mezzi.
T1 T2
Rth12 = [ C/W]
P
La resistenza termica si misura in gradi al watt ( C/W). Il nome e una conseguenza dellanalogia
tra la relazione costitutiva e la legge di Ohm: se si considera il flusso di calore e la temperatura, si
ha una relazione analoga. Nei circuiti elettrici, a parita di corrente, a minori resistenze elettriche
corrispondono minori differenze di potenziale. Nella conduzione di calore, a parita di flusso di
energia termica, a minori resistenze termiche corrispondono minori differenze di temperature.
TjM AX = PDM AX Rthjc + Tc
La potenza massima dissipabile e quella a cui la giunzione raggiunge la temperatura limite TjM AX .
Per aumentare la potenza massima dissipabile, a parita di resistenza termica, bisogna abbassare
la temperatura del contenitore. Cio si ottiene con tecniche di raffreddamento, generalmente
usando dissipatori o piastre di raffreddamento.
La relazione tra TjM AX e PDM AX e data da curve di derating (riduzione): fino a un certo
valore di temperatura (solitamente ambiente) il contenitore puo dissipare una potenza costante,
mentre aumentando la temperatura la potenza dissipabile diminuisce linearmente fino a zero
quando Tc = TjM AX .
Rthja = Rthjc + Rthcd + Rthda
Rthcd : resistenza termica tra contenitore e dissipatore. Dipende dal tipo di contenitore e
dalle superfici di contatto.
Contatto diretto e contenitore plastico: 0, 7 C/W.
Contatto diretto e contenitore metallico: 0, 4 C/W.
Contatto con mica e contenitore plastico: 1, 7 C/W.
Contatto con mica e contenitore metallico: 1, 4 C/W.
Rthda : resistenza termica tra dissipatore e ambiente. Dipende dal dissipatore (forma
geometrica, dimensioni). E inversamente proporzionale al volume del dissipatore.
Rthja : resistenza termica tra giunzione e ambiente.
Rthjc : resistenza termica tra giunzione e contenitore. Dipende dal tipo di contenitore.
98
Curva di derating
Per componenti a semiconduttore di media e alta potenza, la curva di riduzione (derating, fi-
gura C.1) della potenza dissipata PDM AX descrive landamento della potenza dissipata, senza
superare TjM AX , in funzione della termperatura del contenitore (Tc ). Maggiore e Tc , minore e la
potenza dissipabile. Inoltre PD = 0 quando Tc = TjM AX .
PD25 C , Tc < 25 C
PD = Tc Tj 1
R + M AX , Tc 25 C con pendenza
thjc Rthjc Rthjc
Talvolta la curva e espressa tutta in funzione di Ta , invece di Tc , senza perdita di significato.
Glossario
B) R)
BCT. Bidirectional Controlled Thyristor RF. Ripple Factor
BF. Bassa Frequenza RMS. Root Mean Square
BJT. Bipolar Junction Transistor
S)
C) SCR. Silicon Controlled Rectifier
CCM. Continuous Conduction Mode SHE. Selective Harmonic Elimination
CSI. Current Source Inverter SITh. Static Induction Thyristor
SOAC. Safe Operating Area, Continuous
D) SPWM. Sinusoidal Pulse-Width Modulation
DCM. Discontinuous Conduction Mode SR. Syncronous Rectifier
DMT. Depletion-Mode Thyristor SWMT. Square-Wave Modulating Technique
E) T)
THD. Total Harmonic Distorsion
EMC. ElectroMagnetic Compatibility
EMI. ElectroMagnetic Interference V)
VSI. Voltage Source Inverter
F)
FCTh. Field-Controlled Thyristor Z)
FET. Field-Effect Transistor ZCS. Zero-Current Switching
FF. Form Factor ZVS. Zero-Voltage Switching
G)
GCT. Gate-Commutated Turn-off thyristor
GTO. Gate Turn-Off thyristor
I)
IGBT. Insulated-Gate Bipolar Transistor
L)
LFR. Low-Frequency Rectifier
M)
MCT. MOS-Controlled Thyristor
MOSFET. Metal-Oxide Semiconductor FET
P)
PF. Power Factor
PIV. Peak Inverse Voltage
PUT. Programmable Unijunction Transistor
PWM. Pulse-Width Modulation
Elenco delle figure
CC
BY:
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