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Il Progettista e le Strutture Massive

Le Strutture Massive sono opere la cui progettazione richiede una


attenzione molto particolare da parte dei progettisti ed imprese

Dott. Gian Maria Lenisa, Dottore magistrale in Ingegneria civile curriculum Strutture
Dott. Roberto Marino, Libero Professionista e Docente a Contratto, Facolt di Ingegneria, Universit di Bologna

Abstract
Le strutture massive sono opere in calcestruzzo armato ma, a differenza di quelle ordinarie,
sono elementi che necessitano di particolari accorgimenti sia tecnologici che progettuali.
La prima figura interessata deve essere il progettista, che deve garantire durabilit ed
esercizio per il tempo di vita utile per il quale lopera stata progettata. Limportanza di
Norme di progetto come le NTC 2008 ed Eurocodici ben nota; non altrettanto nota la
fondamentale importanza del rispetto della UNI EN 206:2014, cos come delle Linee Guida per
la posa in opera del calcestruzzo strutturale, documento ministeriale.
Le strutture massive soffrono inevitabilmente laumento del calore durante i primi giorni di
maturazione. Se il progettista non adotta particolari accorgimenti, inevitabile la nascita di
fessure che derivano unicamente proprio da ritiro termico.
, pertanto, fondamentale che un progettista prescriva un capitolato corretto il quale, per
strutture massive, non pu prescindere dallimpiego di un certo tipo di cemento, dal
contenimento del picco e del delta termico della miscela impiegata, da unadeguata protezione
termica della struttura. La progettazione, poi, deve considerare particolari dispositivi di
giunzione, opportunamente progettati, per lelemento massivo unitamente ad unanalisi
termica, a breve termine, per la verifica degli stati tensionali prodotti dal calore didratazione.
Se ci non avviene, la struttura inevitabilmente destinata a fessurarsi!

INTRODUZIONE
Le strutture massive sono strutture che soffrono particolarmente laumento della
temperatura del conglomerato cementizio. Il progettista deve conoscere la problematica
relativa e rimane il primo responsabile della corretta progettazione, con indicazioni
prescrittive nei riguardi dellesecuzione dellopera.
La mancanza di una precisa identificazione di struttura massiva, all interno del quadro
normativo italiano ed europeo, pu spesso portare il progettista a sottovalutare aspetti
importanti che compromettono durabilit ed esercizio dellopera.
Il problema che affligge le strutture massive linnalzamento del calore sviluppato dalla
reazione di idratazione cemento-acqua la quale, per effetto delle reali condizioni di

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vincolamento della struttura, crea inevitabilmente trazioni all interno dellopera le quali, se
superano la resistenza a trazione massima del calcestruzzo, creano quadri fessurativi: tale
fenomeno detto ritiro termico.
Il presente articolo si concentra unicamente su tale ritiro, non perch sia pi importante di
altre tipologie di ritiro (come ritiro igrometrico o plastico) ma per il semplice fatto che spesso
il progettista non si rende conto di avere a che fare con una struttura massiva, alla quale tale
ritiro strettamente collegato. Molto spesso capita che non ci si renda conto di avere a che
fare con muri o fondazioni che devono essere considerati massivi. Pertanto, oltre a ritrovarsi
con un quadro fessurativo inatteso, spesso si confonde anche la causa che lo ha generato,
parlando erroneamente di ritiro igrometrico o plastico, ignorando che ritiro termico, ritiro
igrometrico e plastico avvengono in tempi completamente diversi.
Di seguito verranno specificati i particolari accorgimenti, da attuare nel caso di elementi
massivi murari in calcestruzzo armato per prevenire o, quando possibile, far avvenire in zone
localizzate, la fessurazione di origine termica.

IDENTIFICAZIONE DI UNA STRUTTURA MASSIVA


Allinterno del quadro Normativo italiano ed europeo non esiste una vera e propria
identificazione delle strutture massive. Per tal motivo si possono comprendere le difficolt di
chi progetta queste tipologie di strutture.
La stessa documentazione per, riporta quali siano i principali accorgimenti da adottare, che il
progettista deve necessariamente considerare in fase di progetto.
L UNI EN 1992-1-1 sancisce che:
Le conseguenze della deformazione dovuta alla temperatura, alla viscosit ed al ritiro
devono essere tenuti in conto nella progettazione.
Si raccomanda inoltre di cercare di:
Minimizzare la deformazione e la fessurazione dovute a deformazioni impresse
sul calcestruzzo giovane, a viscosit e a ritiro attraverso la composizione della
miscela di calcestruzzo;
Minimizzare gli impedimenti alla deformazione attraverso la disposizione di
apparecchi di appoggio o giunti
Anche le Linee Guida per la messa in opera del calcestruzzo strutturale forniscono importanti
informazioni, come:
Controllare gli innalzamenti termici delle diverse parti della struttura, ponendo
attenzione alla differenza di temperatura tra le diverse parti stesse
Evitare/ridurre i vincoli esterni che impediscono le deformazioni. opportuno
rispettare i seguenti limiti:
Temperatura massima del calcestruzzo 70
20 fra le varie parti della struttura
15 in prossimit dei giunti di costruzione o nelle sezioni di
dimensioni molto variabili.

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A differenza del quadro normativo europeo ed italiano, la Normativa americana (ACI 207.1R05) identifica le strutture massive come: Any volume of concrete with dimensions large
enough to require that measures be taken to cope with generation of heat from hydration of
the cement and attendant volume change to minimize cracking.
Pertanto:
1. Nel caso si abbia a che fare con tali strutture necessario adottare misure per far
fronte alla generazione di calore che nasce dalla reazione di idratazione del cemento e
dalle attese variazioni di volume che essa provoca; tutto ci per minimizzare la
fessurazione. Chiaramente si parla di fessurazione di origine termica e non di altri tipi
di ritiro!
2. Si pu ritenere (ACI 207.2R-07) che una struttura abbia dimensioni larghe abbastanza
da richiedere che siano adottati gli accorgimenti prima esposti, ovvero che essa possa
essere ritenuta massiva, quando ho a che fare con:
Muri di spessore > 25 30 , per i quali risulta determinante anche lo
sviluppo longitudinale ovvero la relativa lunghezza
Platee di fondazione con spessore > 60

Figura 1,2 Elementi murari in calcestruzzo armato che per spessore e lunghezza vanno considerati da
parte del progettista come elementi massivi se non si vuole incorrere in quadri fessurativi di origine termica

IL CAPITOLATO MASSIVO
Le prescrizioni fondamentali
Capire di avere a che fare con una struttura massiva solo il punto di partenza per poter
garantire durabilit e quindi corretto esercizio dellopera che si desidera progettare.
Le prescrizioni individuano determinate caratteristiche reologiche e prestazionali dei
calcestruzzi, ma il progettista a doverle prescrivere correttamente allinterno del Computo
Metrico e nel Capitolato Tecnico dei Lavori, in quanto qualsiasi lacuna di carattere prescrittivo
pu generare dubbi e motivi di contenzioso fra le figure del processo costruttivo.

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Ci deve essere un salto di mentalit di carattere prescrittivo, da parte del progettista, nei
confronti di una antiquata mentalit composizionale. In conclusione, il progettista il
responsabile della prescrizione.
La prestazione, sia nei riguardi del materiale calcestruzzo sia in riferimento alle operazioni di
maturazione effettuate dall impresa, la si pu controllare e certificare anche da parte terza.
Pe poter prescrivere un capitolato corretto, nel caso di strutture massive, occorre riferirsi alle
seguenti Norme:

UNI EN 206: 2014


UNI EN 197-1: 2011
Linee Guida per la messa in opera del calcestruzzo strutturale e per la valutazione delle
caratteristiche meccaniche del calcestruzzo indurito mediante prove non distruttive
UNI EN 14216: 2005
UNI EN 14217

Un capitolato Tecnico dei Lavori corretto nel caso si abbia a che fare con una struttura
massiva deve necessariamente contenere, oltre alle normali prescrizioni per le opere
ordinarie, le 4 seguenti caratteristiche:
1. Utilizzo di un cemento LH, ovvero di un cemento a basso calore regolamentato dalla
UNI EN 197-1:2011, il cui calore deve essere determinato mediante la UNI EN 1988:2004. Una ulteriore riduzione di calore pu essere ottenuta mediante impiego di
aggiunte pozzolaniche.
2. Limitazione della temperatura massima del calcestruzzo raggiunta nel getto durante
lidratazione del cemento 70
3. Limitazione della massima temperatura che si ha tra nucleo del getto e superficie
20
4. Protezione termica adeguata: pu essere eseguita mediante vari sistemi ma
fondamentale che essa permanga sulla struttura almeno fino al raggiungimento del
picco di calore massimo, ovvero almeno per 7 giorni. Ricordo che il tempo di
stagionatura non coincide con il tempo necessario al raggiungimento delle resistenze
volute per poter rimuovere le casseforme!
La limitazione dei picchi termici e della massima temperatura viene svolta in fase di qualifica
della miscela, ovvero in fase di progettazione del corretto mix-design che lopera richiede, in
base alle sue caratteristiche strutturali, ambientali ed esecutive.
Risulta, per, chiaro che se il progettista non richiede, in termini di capitolato, le prescrizioni
aggiuntive sopra elencate, lazienda che fornisce il calcestruzzo non obbligata a garantirle.
Nel caso si presentino, una volta realizzata lopera, fessure chiaramente riconducibili a ritiro
termico, la prima contestazione che pu mettere in dubbio il lavoro svolto dal progettista,
riguarda proprio la corretta prescrizione contenuta nel Capitolato.

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Il bilancio termico
Il bilancio termico, nel caso il progettista richieda nel Capitolato le prescrizioni prima
elencate, solitamente viene eseguito dallazienda che si occupa della qualifica del materiale.
La prescrizione da capitolato nei confronti dei picchi termici, innalzamento massimo e
differenza massima di temperatura tra interno ed esterno, non basta. necessario che il
progettista, in fase di progettazione, valuti il cosiddetto delta termico in maniera tale da:

Valutare il reale cui soggetto l elemento in funzione del tipo di cemento impiegato
Valutare il reale picco di temperatura massimo
Disporre dei valori reali di in maniera tale da poter eseguire un analisi termica dell
elemento massivo in esame per poter capire, a priori, se sono rispettati i valori
massimi di tensioni di trazione. In caso contrario il progettista deve progettare
particolari dispositivi di giunzione ad hoc per lopera, in maniera tale che essi vadano
ad assorbire il virtuale allungamento cui sarebbe soggetto lelemento per effetto del
solo caricamento termico dato dallidratazione.

Il bilancio termico va eseguito nel modo seguente.


Valuto linnalzamento termico a 3 o a 7 giorni a seconda dello spessore dellelemento massivo.
Per un muro di 30 cm ho che il valore di riferimento a 3 giorni, pertanto:
3 =

(1)

Dove:
= [

]
3

= [ 3 ]

= [
]

= [

Pertanto, lallungamento che dovr essere assorbito dei giunti pu essere ricavato dalla
seguente relazione:
= ,

(2)

Dove:
1
]

3 = 3 = 3 []
=
= [

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Nel caso lelemento in esame sia vincolato ad un altro elemento in calcestruzzo, come ad
esempio il punto di attacco muro-fondazione, buona norma tenere in conto di ci
amplificando il valore dello spostamento che dovr assorbire il giunto di un fattore pari a 2.
Pertanto, lallungamento finale varr:
= 2

(3)

IL RITIRO TERMICO
Il fenomeno fisico
La reazione di idratazione, che avviene tra i vari costituenti del clinker e lacqua, una
reazione esotermica e quindi tale da provocare deformazioni di origine termica alla struttura
di calcestruzzo.
Il calcestruzzo un materiale composito che di per se un pessimo conduttore. Se si hanno a
che fare con elementi murari in calcestruzzo armato di spessore modesto, per esempio al di
sotto di 20 cm, non si hanno problemi di origine termica (intendendo il termine problemi
come conseguenti fessurazioni) in quanto il calore che si genera all interno della sezione si
disperde bene o male con la stessa velocit con cui si genera.
Se lelemento inizia ad avere spessori importanti allora il materiale calcestruzzo offre una
sorta di vincolamento interno alla dispersione di calore data dalle differenze termiche tra
interno ed esterno, pertanto nasceranno autotensioni interne al materiale (vedi figura 3.a).
Non solo, lelemento oltre a risentire del vincolamento interno dato dal materiale, realmente
si trova soggetto ad un certo tipo di vincolamento esterno. Se la struttura fosse libera da
vincoli esterni essa si potrebbe deformare liberamente, ma realmente ci non avviene e
pertanto si genera un ulteriore stato tensionale prodotto dal vincolamento esterno, il quale
causa le imposed stresses (vedi figura 3.b)

Figura 3 Stato tensionale in un elemento massivo murario per effetto del vincolamento interno ed esterno e
relativa fessurazione termica (Concrete Best Practice from European Society Network).

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La figura soprastante mostra come lo stato tensionale di una struttura massiva, in questo caso
un muro in calcestruzzo armato appoggiato ad un qualsiasi tipo di fondazione, nasce per
effetto del vincolamento termico interno e per effetto della deformazione termica impedita
dai vicoli esterni. Quindi, in fase di progetto, fondamentale considerare gli effetti tensionali
prodotti dallidratazione, se non si vuole incorrere in unaltrimenti inevitabile fessurazione
termica.
Altro aspetto interessante riguarda la geometria delle fessura di origine termica. Sono fessure
tremendamente geometriche, nel senso che avvengono ad intervalli regolari in termini di
distanza, spesso interessano lintera altezza dellelemento e sono fessure passanti (ovvero
attraversano la sezione da intradosso ad estradosso). La fase critica, ovvero quella che pu
provocare quadri fessurativi termici, deve essere attribuita alla fase di contrazione
dellelemento.
Raggiunto il picco termico, la struttura vorrebbe contrarsi, ma limpedimento offerto dal
vincolamento alla base glielo impedisce. Pertanto, se le trazioni che si instaurano superano la
resistenza a trazione massima del calcestruzzo, lelemento si fessura.
Il fatto che le fessure di origine termica si presentino ad intervalli regolari lungo lo sviluppo
longitudinale dellelemento murario non un caso. Solitamente la prima fessura si presenta
all incirca nella mezzeria dellelemento e via via nelle met successive dei conci che si
generano dalle precedenti fessure.(vedi Figura 3.b)
La figure seguenti mostrano i risultati ottenuti attraverso un Programma di Calcolo agli
Elementi Finiti, per un elemento murario massivo in calcestruzzo armato lungo circa 30 metri,
alto 4 metri, con spessore di 30 cm, vincolato alla base da una fondazione continua (platea) ed
agli spigoli laterali da altri elementi in calcestruzzo. Per effetto del solo caricamento termico
nodale ho che:

Figura 4 Schema di carico e vincolamento per lelemento massivo murario (Strutture


Massive: aspetti tecnologici e progettuali, Lenisa).

Figura 4 Schema di carico e vincolamento per lelemento massivo murario (Strutture


Massive: aspetti tecnologici e progettuali, Lenisa).

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Non a caso il valore massimo di trazione, pari a circa 15 MPa, in questo caso circa ben 5 volte
della del calcestruzzo, porta lelemento a fessurarsi e tale fessura si trova proprio nell
esatta mezzeria della struttura muraria. (Vedi fig.4)
Pertanto per strutture massive:

Omettere le analisi termiche a monte, cio in sede progettuale, pu portare ad


unerrata valutazione dello stato tensionale della struttura. Pertanto, la nascita di
indesiderati quadri fessurativi che spesso compromettono durabilit ed esercizio
dellopera e richiedono ripristini strutturali molto pi onerosi, dipende dalla qualit e
dalle soluzioni prescritte nella progettazione.
Quando le fessure si presentano con le caratteristiche sopra elencate, lanalisi termica,
condotta con un programma agli elementi finiti, pu essere un utile conferma di quanto
gi notato visivamente.

I GIUNTI A FESSURAZIONE PROGRAMMATA


Per molti elementi massivi, nel caso, per esempio, di muri con lunghezze importanti,
necessario che il progettista, una volta effettuato il bilancio termico, progetti appositi
dispositivi di giunzione che localizzano la fessura proprio in prossimit dei giunti stessi.
Pertanto, sono da considerarsi come elementi a fessurazione programmata. In sostanza, sono
giunti di contrazione che vanno correttamente progettati, servono a localizzare la
fessurazione di origine termica e non hanno nulla a che fare con i comuni giunti di
costruzione. La Normativa Americana, in particolare lACI 224.3R-1995, classifica le varie
tipologie di giunto in funzione del ruolo che svolgono ed in base al materiale con cui sono
realizzati.
Gli elementi preformati che si ritengono pi idonei e maggiormente in uso, sono prodotti da
Tecnochem e si tratta di giunti di contrazione a fessurazione programmata:

Figura 6 Preformato autoespandente IGROTAC ISO PLUS (Tecnochem Italiana S.p.A.)

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In questo modo si controlla la fessurazione termica nel senso che:


Dall innalzamento termico (1) si ricava il che lesatto valore di
allungamento che dovranno assorbire le giunzioni
In funzione degli spessori standard con cui sono prodotti (variabili da 13 cm) ed in
base al valore di allungamento , si decide quanti utilizzarne ed a che distanza
andarli a posizionare uno dallaltro.
Nel caso si avesse a che fare con muri di una certa lunghezza senza aperture (come nel
precedente esempio), vincolati ai vertici da altri elementi consigliabile posizionare:
1 giunto ad al massimo 4,5 metri dall intersezione con gli altri elementi massivi
murari altri elementi,
1 giunto nell esatta mezzeria dellelemento massivo
Nel caso con i precedenti, lallungamento non sia ancora stato del tutto
coperto allora si vanno a posizionare altre giunzioni in prossimit delle
mezzerie delle porzioni di conci rimaste fino a quando la somma degli spessori
dei giunti risulta .
Nel caso precedente (vd fig. 4,5), dato lo spessore costante delle giunzioni di circa 2 cm e dato
4 , si sarebbe potuto ritenere che due dispositivi di giunzione fossero sufficienti.
Attenendosi per alle direttive prima esposte, ACI 224.3R-1995, consigliabile disporne uno a
ciascuna delle due estremit del muro (ad una distanza < 4,5 m) ed un terzo giunto nell esatta
mezzeria. In tal modo si copre abbondantemente il 4 , e si rispettano le
disposizioni fornite dalla ACI 224.3R-1995. Prevedendo i giunti a fessurazione programmata
in funzione dello spostamento che deriva dalla contrazione termica impedita dal vincolo, si
riesce ad avere una fessurazione da ritiro termico non incontrollata, ma regolare e localizzata
dove il progettista decide che avvenga, o meglio, dove egli va a posizionare gli elementi a
fessurazione programmata.
Poi una volta avvenute le fessure esse, a seconda della tipologia di giunto, vengono saturate
con apposite resine acriliche ed garantita durabilit ed esercizio della struttura, almeno per
il tempo di vita utile per il quale essa stata progettata.

CONCLUSIONI
Le strutture massive sono opere la cui progettazione deve essere attentamente analizzata. Se
il progettista non considera gli accorgimenti, sia prescrittivi sia progettuali, cos come sono
stati sopra elencati e se non si avvale di opportune analisi termiche, in sede di progetto, con
lobbiettivo di considerare gli stati tensionali connessi con laumento di calore (soprattutto a
breve termine), sicuramente si trover di fronte a indesiderati quadri fessurativi. Tali
fessurazione, che se si verificano nei primi 10 giorni successivi al getto, sono chiaramente
attribuibili a ritiro termico e non ad altri tipi di ritiro, come ad esempio igrometrico o plastico.
Spesso si pensa, nel caso di muri in calcestruzzo armato, che la semplice disposizione di
unarmatura di pelle possa salvaguardare la struttura da fenomeni di ritiro, ovvero dalla
relativa fessurazione. Certamente, tale soluzione pu aiutare da un punto di vista strutturale,

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ma non sufficiente a contenere trazioni importanti, come nel caso di elementi massivi, per i
quali risultano fondamentali gli accorgimenti sopra elencati.
Non sempre possibile realizzare giunti a fessurazione programmata: ad esempio, nel caso di
lastre di fondazione con dimensioni importanti, per le quali si preferiscono altre soluzioni che
richiedono limpiego di calcestruzzi superperformanti come lSCC unitamente a tutte le
precauzioni per avere una buona protezione termica.
In altri casi per, ad esempio elementi massivi murari in calcestruzzo armato di lunghezze
importanti e con spessori superiori a 25 cm, i giunti a fessurazione programmata devono
necessariamente essere considerati dal progettista se non vuole incorrere in fessurazioni di
origine termica le quali, oltre a compromettere la durabilit dellopera, in alcuni casi, possono
anche causarne il fermo; si pensi a pareti di un serbatoio di contenimento liquidi soggette a
fessure di origine termica, ovvero a fessure passanti, lungo tutta laltezza che molto spesso
superano, e non di poco, il limite massimo di apertura in condizioni di esercizio. In tal caso
lunica soluzione possibile, se non si adottano gli accorgimenti sopra esposti, intervenire con
ripristini che costano fino a 100 euro/m2 ma il punto chi paga? Sar il Giudice a stabilirlo

Bibliografia
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/2/ ACI Committee 207, Report on Thermal and Volume Change Effects on Cracking of Mass Concrete, 207.2R,
2007
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1992
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/5/ ACI Committee 224, Joints in Concrete Construction, 224.3R, 1995 (Riapproved 2001)
/6/ D.M. 14.01.2008 Norme Tecniche per le Costruzioni
/7/ G.M. Lenisa, Strutture Massive: aspetti tecnologici e progettuali, Tesi di Laurea Alma Mater Studiorum,
Bologna
/8/ Linee Guida per la messa in opera del calcestruzzo strutturale e per la valutazione delle caratteristiche
meccaniche del calcestruzzo indurito mediante prove non distruttive
/9/ R.Marino, La Durabilit delle Strutture, calcestruzzo e Normativa, Casa editrice La fiaccola
/10/ R.Marino, L.Sassone, V.Valente, Fessure, fessure, fessure
/11/ UNI EN 197-1:2011, Cemento-Composizione, specificazioni e criteri di conformit per cementi comuni
/12/ UNI EN 196-8: 2010, Metodi di prova dei cementi-Parte 8: Calore didratazione-Metodo per soluzione
/13/ UNI EN 206-1:2014, Calcestruzzo-Specificazione, prestazione, produzione e conformit
/14/ UNI EN 1992-1-1, Progettazione delle strutture in calcestruzzo Regole generali e regole per gli edifici
/15/ UNI EN 13670:2010, Esecuzione di strutture di calcestruzzo
/16/ UNI EN 14216: 2005, Cemento-Composizione, specificazione e criteri di conformit per cementi speciali a
calore di idratazione molto basso
/17/ UNI EN 14217, Cemento-Composizione, specifiche e criteri di conformit per i cementi a basso calore di
idratazione e bassa resistenza iniziale

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