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Puffi di tutto il mondo, unitevi!

Come noto, allinterno della produzione dei padri del socialismo scientifico sono mancate le
previsioni, e le descrizioni, sulla societ comunista una volta che questa avesse, con la rivoluzione,
chiuso la preistoria dellumanit. Ideologi e divulgatori hanno tentato, a volte, di sopperire con la
fantasia a quella che sembrava una carenza nella teoria filosofica. Queste mitizzazioni, di volta in
volta condizionate dalla realt storica del movimento comunista, hanno trovato un singolare, e forse
inatteso riassunto in alcuni tra i pi interessanti personaggi dei fumetti: i puffi. Creati dalla fantasia
di Peyo (Pierre Culifford, 1928-1992), i puffi sono, insieme ai personaggi di Disney, il solo fumetto
realmente transnazionale, diffuso egualmente in occidente come nellex blocco comunista. E se la
banda Disney lindiscussa testimonial del capitalismo, i puffi sono lespressione della controparte.
Creature di colore blu, tutte vestite allo stesso modo con berretto e pantaloni bianchi, i puffi sono
tutti eguali tra loro. Questa uniformit (che rammenta luso, nella Cina di Mao, della tuta blu come
abito obbligatorio) esprime lassenza di ogni differenziazione sociale e sessuale tra i puffi e
leguaglianza degli individui, giungendo ad eliminare ogni distinzione anche fisica. Naturalmente i
puffi non perdono la loro individualit e sono lontani dal costituire una massa anonima ed amorfa.
La socializzazione comunista ben lontana dalla spersonalizzazione capitalista e rispetta lidentit
di ciascuno. Solo che questa identit si esprime unicamente nei ruoli sociali: i puffi sono
identificati, e prendono il nome, dal ruolo che svolgono allinterno della comunit e, pi in
generale, nel processo di produzione.
Unica eccezione a questa uniformit il Grande Puffo, che oltre a sfoggiare una barba che richiama
vagamente quella di Marx, indossa pantaloni e cappello rossi. Egli il capo della comunit dei puffi
e, pur senza essere infallibile, la guida con saggezza ed autorit. Allinterno della comunit,
naturalmente, non esiste un partito e tanto meno un partito che debba incarnare la coscienza del
proletariato, tuttavia il Grande Puffo costituisce una sorta di coscienza guida del suo popolo e
questo spiega la fiducia dei suoi. Oltre alla sua esperienza ( ultracentenario), Grande Puffo dispone
per il suo ruolo di guida, di un potente ausilio: un antico libro di alchimia, conservato gelosamente
nella sua casa. Questo libro contiene un sapere capace di risolvere i problemi della comunit e in
questo modo lalchimia diviene qui il simbolo dellunione concreta di teoria e prassi, un sapere,
cio, capace di trasformarsi in azione. Va rilevato che questa soluzione mitica dellannoso problema
che ha assillato la filosofia dello scorso secolo doveva essere presente nei fumetti dei puffi: nel
paradiso comunista non poteva infatti esserci alcun sapere separato dalla prassi.
Gli altri puffi si identificano per il loro ruolo: Quattrocchi, lintellettuale appassionato di politica, il
solo capace di criticare e offrire suggerimenti al Grande Puffo, Puffo Poeta, Puffo Inventore, Puffo
Forzuto, Puffo Esploratore e cos via. Naturalmente i puffi hanno anche dei nemici. Il principale il
mago Gargamella che, avendo scoperto una magia per trasformare i puffi in oro cerca
continuamente di catturarli. Gargamella la sintesi estrema del capitalismo, che considera gli
individui solo come materia utile per realizzare beni e, in definitiva, denaro. Ma lantagonista pi
interessante interno alla comunit. Si tratta di Puffi Pigrone (non a caso quello che porta il minore
contributo alla comunit) che, infettato da una mosca, diviene un violento ed aggressivo puffo nero.
Il suo morso contagioso trasforma gli altri in puffi neri. Il fascismo sempre in agguato e la
comunit non deve mai cessare di vigilare contro le inattese esplosioni di razzismo. Diventare puffi
neri, anonimi e privi di individualit; equivale a rinunciare alla cultura e a ricadere nella legge della
Jungla.
Nel villaggio dei puffi divisione dei ruoli sessuali completamente superata. Nella comunit
presente un unico puffo di sesso femminile, Puffetta. Nonostante la sua differenza sessuale ben
marcata (Puffetta ha lunghi capelli biondi, la sua casa ha le finestre a forma di cuore ed lunica
con le tendine) in realt simile a tutti gli altri puffi e se escludiamo le attenzioni sentimentali a lei
rivolte la sua attivit eguale a quella degli altri. Inizialmente, e per lungo tempo, nel villaggio
erano solo puffi maschi. Puffetta il risultato di una complessa stregoneria di Gargamella tendente a
condensare in un unico soggetto tute le caratteristiche negative della femminilit. Infatti il mago

capitalista per realizzarla ha mescolato un pizzico di civetteria uno spesso strato di pregiudizi
tre lacrime di coccodrillo un po di sventatezza. Originariamente futile e vanesia,
moraleggiante e seducente, pronta a predicare la necessit del lavoro ma incapace di combinare
nulla di buono, Puffetta con la sua femminilit borghese era un problema per i puffi, poich
introduceva una forte anomalia individualistica allinterno della comunit organica del villaggio.
Occorrer un intervento del Grande Puffo che, grazie ad una formula magica, riesce a trasformarla
in un membro integrato nella comunit, capace di vivere insieme agli altri e di svolgere le attivit
comuni. In questo modo tramite Puffetta avviene lemancipazione della donna che, nella vita sociale
e produttiva della comunit, diviene in tutto e per tutto pari alluomo ristabilendo leguaglianza
sociale tra i membri del villaggio.
Il villaggio vive con uneconomia centralizzata e pianificata. Quando occorre operare delle scelte il
Grande Puffo fornisce delle indicazioni e i membri del villaggio le eseguono. Allinterno del
villaggio non esistono n moneta n scambio. Poich tutti i puffi sono eguali tra loro ed hanno gli
stessi bisogni, e poich la comunit fornisce loro tutto ci che serve per poter vivere, non
necessaria alcuna propriet privata. Esiste, naturalmente, la propriet duso di alcuni beni ma i puffi
troverebbero strano che qualcuno asserisse di essere il proprietario della valle, della foresta, della
miniera, dei beni mediante i quali garantita la produzione e riproduzione della comunit. Nel
villaggio vige un comunismo rigoroso: tutti lavorano, svolgendo le varie attivit, e il prodotto del
lavoro ridistribuito a tutti secondo le esigenze di ciascuno e senza proporzione con lattivit
svolta, secondo la nota definizione caratterizzante il comunismo: da ciascuno secondo le proprie
possibilit a ciascuno secondo i suoi bisogni. Si tratta di un lavoro liberato in tutti i sensi e,
soprattutto, non coatto. Il comunismo ideale dei puffi ben lontano dalle esperienze del comunismo
storico. Quando nella comunit capita, e questo avviene abbastanza facilmente, che per qualche
motivo un puffo non svolga la sua attivit in modo corretto, danneggiando cos la comunit, in
pratica non accade nulla di grave. Il puffo viene aiutato a risolvere i suoi problemi e a riprendere il
lavoro in modo corretto. Le sanzioni si limitano ad una generica riprovazione morale e il puffo pi
che altro incoraggiato ed aiutato ad impegnarsi di pi. Nei casi gravi, in cui un puffo impedito di
svolgere la sua funzione per cause di forza maggiore, la comunit semplicemente fa a meno del
bene prodotto da quel puffo, a costo di stringere la cinghia. Nel mondo dei cartoni il comunismo
pu fare a meno della coercizione e della violenza per incrementare la produzione. Anche chi cerca
di approfittare a proprio vantaggio dei beni prodotti dalla comunit, appropriandosi di una quota
maggiore di quanto gli spetterebbe legittimamente, non subisce particolari punizioni. E il caso di
Puffo Goloso che, semplicemente, non pu fare a meno di appropriarsi del cibo che gli capita a tiro.
Non per un profittatore: semmai un malato. Nonostante finisca per mangiare cose degli altri,
scatenando a volte una legittima e furiosa reazione, in realt nessun puffo penserebbe mai di punirlo
e non sono mai state prese serie iniziative per punirlo o anche solo per limitarne con la forza le
pretese. Mentre Quattrocchi, con la sua petulante smania di cambiare le cose e di prevalere
politicamente, rappresenta un fastidio per la comunit e una volta viene, persino, provvisoriamente
esiliato, Puffo Goloso tollerato, come si tollerano le brutte giornate e linfluenza. Puffo Goloso
costituisce lesempio del limite naturale cui anche il comunismo deve inchinarsi: la realt naturale e
biologica delluomo, la sua mortalit, le malattie, la sua costituzione materiale, costituisce un
vincolo che il comunismo pu limitare ma mai superare del tutto. Quello rappresentato da
Quattrocchi , invece, un pericolo politico, culturale, contro cui il comunismo pu efficacemente e
legittimamente battersi.
Il villaggio dei puffi si trova al centro di una vallata ed costituito da un insieme di casette tutte
eguali, a forma di fungo. Alcune hanno pi di un piano ma non hanno un valore maggiore delle
altre: nessuna abitazione, ad eccezione di quella di Puffetta, si distingue dalle altre. Mentre
allesterno i colori sono tutti sgargianti e vivaci, coerentemente con il tono allegro e gioviale del
villaggio, gli interni, tutti eguali, sono spogli e privi di particolari comodit. In questo modo viene
valorizzato laspetto pubblico delle case, lesterno colorato, a svantaggio di quello privato, interno.

Del resto la distinzione pubblico/privato, propria del mondo borghese, inesistente nel villaggio dei
puffi. La loro vita si manifesta soprattutto in comunit, nella dimensione sociale e, in senso stretto,
manca una dimensione privata dellesistere. Tutti sanno tutto di tutti e i problemi di un singolo
puffo sono i problemi dellintera comunit. Non a caso i membri del villaggio, tra loro, usano per
chiamarsi il termine puffo. Questa parola anteposta al nome dellindividuo per qualificarlo
(Puffo Inventore, Puffo Poeta) in analogia con il termine compagno.
Lutopia comunista si riflette anche nel caratteristico linguaggio usato dai puffi per esprimersi.
Come noto i puffi utilizzano un linguaggio del tutto particolare caratterizzato dalluso del termine
puffo in sostituzione di sostantivi, aggettivi e, soprattutto, verbi. Apparentemente si tratta di un
sorta di regressione espressiva, tendente a semplificare il linguaggio per renderlo adatto ai bambini.
Va per considerato che i puffi non sono stati pensati, originariamente, per lettori particolarmente
piccoli. Il loro target di lettori varia dai 9 anni sino alladolescenza. Pi che un linguaggio
regressivo il parlare puffo allora espressione di un linguaggio disancorato da ogni
funzionalismo tecnico. Nel villaggio dei puffi il linguaggio non espressione delle esigenze
tecniche e produttive, non subordinato alla precisione industriale, non condizionato dalla
razionalit strumentale, ma torna invece, grazie alla sua capacit evocativa, alla sua dimensione
unicamente comunicativa e fantastica. Il linguaggio puffo semplificato, diviene apparentemente
generico, e nondimeno mantiene tutta la capacit espressiva. Nelluniverso del comunismo ideale
anche le parole sono liberate dai rapporti di potere.
Le origini di Peyo sono cattoliche
Antiamericanismo: ogni 6 mesi andava a Los Angeles a controllare che i puffi non si
americanizzassero (no: Coca Cola, chewingum); ci sono per compromessi: le pozioni magiche
in Usa diventano polvere stellata: non si possono n bere n mangiare.

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