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Il decentramento del soggetto 2.

Sigmund Freud e lorigine della psicoanalisi

La nozione cartesiana di soggetto


La nozione moderna di soggetto
stata elaborata essenzialmente da
Cartesio.

Se

il

pensiero

medievale

intende

per

greco

soggetto

lo

ypokimenon o il subiectum, ossia ci


che sta sotto, il sostrato, il supporto dei
caratteri fondamentali e invarianti della
cosa,

per

Cartesio

invece

propriamente soggetto la res cogitans,


la coscienza umana pensante. Se
non vi alcuna certezza, se i sensi
ingannano

tutto

simulazione

di

un

pu
genio

essere
maligno,

lidentit potr allora risiedere solo nel


cogito,

nella

consapevolezza

autoevidente che un essere umano


possiede della propria mente e dei propri contenuti mentali. Cartesio ha cos
identificato il soggetto con un Io-coscienza perfettamente capace di conoscere e
ordinare la realt attraverso le idee chiare e distinte, e ha ridotto lintera vita
psichica al dominio cosciente. Nulla esiste, nella psiche umana, di cui la coscienza
non abbia consapevolezza. La tradizione di una coincidenza totale tra coscienza e
sistema psichico, di cui Cartesio il fondatore, si prolunga fino a Freud, che cercher
di esserne uno degli eversori.

Freud: la sovversione della soggettivit


Freud ritiene, infatti, che la concezione moderna della soggettivit, basata sulla
trasparenza e sui poteri di ordinamento e controllo dellIo-coscienza, abbia subito una
grave umiliazione a opera della psicoanalisi. Se Copernico ha scacciato luomo
dalla posizione centrale nelluniverso, e Darwin ha distrutto la credenza in unorigine
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divina dellumanit, la psicoanalisi colpisce nel punto pi sensibile, cio nella


concezione che gli uomini hanno della propria interiorit. Luomo [] si sente
sovrano nella propria psiche. Ha creato in un qualche luogo, nel nucleo stesso del suo
Io, un organo ispettivo che sorveglia i suoi impulsi e i suoi atti [] La sua percezione
interna, la sua coscienza, ragguaglia lIo su tutti i processi importanti che si svolgono
nella psiche [] LIo, comunque, si sente sicuro tanto della completezza e fedelt delle
informazioni di cui dispone, quanto dei mezzi col cui tramite rende effettivi i suoi
comandi (S. Freud, Una difficolt della psicanalisi, in Opere, Bollati Boringhieri, vol.
VIII, p. 660). Non affatto difficile riconoscere qui i caratteri di trasparenza,
conoscenza e controllo tipici della soggettivit cartesiana.
Al soggetto cartesiano Freud oppone una rappresentazione del sistema psichico di cui
fornisce uno schema grafico nella Lezione 31 della Introduzione alla psicanalisi (in
Opere, Bollati Boringhieri, vol. IX, p.189).
(vedi immagine in alto)

La psiche umana come sistema


La psiche umana non una unit semplice, ma un sistema, cio un insieme di
elementi fra i quali sono attive certe relazioni. immediatamente evidente, gi dallo
schema, che alcune parti di questo sistema sono inconsce e cadono quindi al di sotto
del livello di percezione della coscienza. Il Super-Io, che contiene le proibizioni, le
norme e gli ideali che conseguono allidentificazione con le figure genitoriali, in gran
parte inconscio, cos come inconscia la dimensione dellEs (lo spazio che occupa lEs
inconscio dovrebbe essere incomparabilmente pi grande di quello dellIo o del
preconscio. Vi prego di correggerlo voi mentalmente - prescrive Freud ai suoi lettori
dopo aver mostrato lo schema), contenitore di pulsioni e di materiali rimossi.
perfino banale constatare che la corrispondenza tra psiche e coscienza ora
completamente infranta. La coscienza costituisce la superficie dellapparato
psichico (LIo e lEs, in Opere, Bollati Boringhieri, vol. IX, p. 482) perch esiste,
nellinterno stesso del soggetto, un territorio straniero che condiziona pensieri, atti,
parole. La perdita della trasparenza della coscienza porta con s anche la
diminuzione o la scomparsa dei poteri di controllo: che la vita pulsionale della
sessualit non si pu domare completamente in noi, e che i processi psichici sono per
s stessi inconsci e soltanto attraverso una percezione incompleta e inattendibile

divengono accessibili allIo e gli si sottomettono equivalgono allaffermazione che lIo


non padrone in casa propria (Una difficolt della psicoanalisi, cit., p. 663).

La logica dellEs
La rappresentazione freudiana del sistema psichico non si limita, per, a sovvertire
lIo-coscienza cartesiano introducendo al suo interno dimensioni inconsce. Freud
scava ancora pi nel profondo rintracciando nellEs una logica diversa da quella
aristotelica. La logica classica si basa essenzialmente su due fondamenti: i principi di
identit, non contraddizione e terzo escluso e la vigenza di due valori di verit (vero e
falso). Ma le leggi del pensiero logico non valgono per i processi dellEs, soprattutto
non vale il principio di contraddizione (Introduzione alla psicanalisi. Lezione 31,
cit., p. 185). Nemmeno il tempo, inteso come successione del prima e del poi, trova
posto nellEs: Nulla si trova nellEs che corrisponda allidea di tempo, nessun
riconoscimento di uno scorrimento temporale (Ibidem).
Questo aspetto, che mette in relazione Freud con Aristotele, e non solo con Cartesio,
stato sviluppato da uno psicanalista contemporaneo, Ignacio Matte Blanco, che in
Linconscio come sistemi infiniti. Saggio sulla bi-logica (Einaudi, Torino, 2000) rileva
che linconscio, soprattutto nei sogni, agisce secondo una logica completamente
diversa da quella aristotelica, basata su una cronologia assente o istituita
dallinconscio

stesso,

sulla

compresenza

di

contraddittori,

sullequivalenza

congiunzione di alternative, sulla somiglianza (proprio come) in qualit di relazione


privilegiata.
Pertanto, non solo il sistema psichico presenta dimensioni inconsce, ma queste
agiscono secondo una logica propria, profondamente diversa dal sistema logico della
razionalit cosciente.

Il ruolo dellIo
Allinterno di un sistema psichico cos costituito lIo non per cancellato, e
conserva comunque un ruolo. Non pi il padrone, ed sottoposto a un triplice
servaggio [] il pericolo che incombe dal mondo esterno, dalla libido dellEs e dal
rigore del Super-Io (Lio e lEs, cit., p. 517). AllIo affidato quindi il difficile compito
di armonizzare, o almeno far coesistere in un qualche equilibrio, le richieste
contrastanti che provengono dalle altre parti del sistema psichico e dalla realt
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esterna. Non sempre lIo riesce ad assolvere a questa funzione. Esiste il fallimento
dellIo, testimoniato dallangoscia, dalla nevrosi, dai complessi di colpa. Freud usa,
per definire il campo dazione e il ruolo dellIo, una espressione, il cui senso pu
essere meglio compreso leggendo la frase nella formulazione originale. Alla fine della
Lezione 31 dellIntroduzione alla psicoanalisi scrive: Dove era lEs, deve subentrare
lIo (p. 190). In tedesco la frase suona: Wo Es war soll Ich werden. Qui Freud non
usa il verbo mssen, che indica il dovere nel senso della necessit fisica, ma il verbo
sollen, che ha una accezione di dovere morale, di qualcosa che dovrebbe accadere,
ma non detto che accada.
In altre parole, Freud concepisce lIo e la razionalit non come necessit, ma
come possibilit.

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