Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
LE TRE GHINEE.
La Tartaruga, Milano 1975.
INDICE.
Le tre ghinee.
Una: pagina 3.
Due: pagina 66.
(Note con l'asterisco a "Due": pagina 143).
Tre: pagina 144.
(Note con l'asterisco a "Tre": pagina 244).
Note e riferimenti bibliografici.
Una: pagina 245.
Due: pagina 274.
Tre: pagina 299.
LE TRE GHINEE.
UNA.
Tre anni sono tanti per rispondere a una lettera, e la Sua giace
inevasa da pi tempo. Speravo che la risposta sarebbe venuta da sola,
o che qualcun altro rispondesse per me; invece, ecco l la lettera,
con la domanda "Cosa, secondo Lei, si deve fare per prevenire la
guerra?", che attende ancora una risposta.
E ancora:
Parlammo della Lega delle Nazioni e delle prospettive di pace e di
disarmo. Il suo atteggiamento in proposito era marziale, pi che
militaristico. Quello che lo rendeva perplesso era il fatto che, se
mai si fosse verificata una pace permanente e non fossero pi esistiti
n eserciti n flotte, sarebbe venuto a mancare uno sbocco per le
virili virt del combattimento, e il fisico e il carattere dell'uomo
si sarebbero deteriorati (5).
Saltano subito all'occhio tre ragioni che spingono il vostro sesso a
combattere: la guerra un mestiere; una fonte di felicit e di
esaltazione; uno sbocco per le virt virili senza le quali l'uomo si
deteriorerebbe. Ma non tutti gli appartenenti al vostro sesso
condividono questi sentimenti e queste opinioni. Ne prova il
seguente brano, tratto da un'altra biografia, la vita di Wilfred Owen,
un poeta ucciso nella prima guerra mondiale:
Gi ho veduto una luce che non filtrer mai nei dogmi delle chiese
nazionali: che uno dei comandamenti fondamentali di Cristo fu,
passivit a qualunque prezzo! Soffri le ingiurie e il disonore
piuttosto di far ricorso alle armi. Sopporta di essere oppresso,
insultato, ucciso, ma non uccidere. ...L'essenza del cristianesimo
in contraddizione con l'essenza del patriottismo.
E negli appunti per una poesia che Owen non doveva mai scrivere
leggiamo:
L'innaturalit delle armi. ...Disumanit della guerra.
...L'insopportabilit della guerra. ...L'orrenda bestialit della
guerra. ...Stupidit della guerra (6).
E' evidente, come dimostrano i brani citati, che all'interno del
medesimo sesso coesistono opinioni diverse sul medesimo argomento. Ma
altrettanto evidente, a quel che si legge sul giornale di oggi, che
per numerosi che siano coloro che dissentono, la grande maggioranza
del vostro sesso favorevole alla guerra. Gli intellettuali al
convegno di Scarborough e gli operai al convegno di Bournemouth
trovarono giusta e necessaria una spesa annua di 300.000.000 per gli
armamenti. Costoro sono dell'opinione che Wilfred Owen aveva torto,
che meglio uccidere che essere uccisi. Tuttavia, giacch, a
giudicare dalle biografie, le opinioni sono diverse, dovr pur
esistere una qualche ragione pi forte delle altre che spieghi una
tale schiacciante maggioranza. La vogliamo chiamare, per semplicit,
"patriottismo"? Ma allora la domanda che dobbiamo porci la seguente:
cos' dunque questo "patriottismo" che vi spinge a andare in guerra?
Ce lo spiega il Presidente della Corte Costituzionale d'Inghilterra:
Gli inglesi sono orgogliosi della loro terra. Per chi ha studiato
nelle scuole e nelle universit inglesi e ha lavorato tutta la vita in
Inghilterra, non c' amore pi forte di quello per il proprio paese.
Quando guardiamo le altre nazioni, quando giudichiamo i meriti di
questo o quel paese, sempre al nostro che facciamo riferimento.
...La libert ha scelto l'Inghilterra a sua dimora. L'Inghilterra la
culla della democrazia. ...E' vero che si nascondono tra noi molti
nemici della libert, alcuni, forse, dove meno ce lo aspettiamo. Ma
noi resisteremo. E' stato detto che la patria del gentiluomo inglese
il suo castello. Ebbene l'Inghilterra la patria della Libert, il
suo castello, un castello che difenderemo fino all'ultimo. ...Il cielo
ci ha favoriti facendoci nascere inglesi (7).
E' una definizione abbastanza esauriente di ci che significa
patrimonio per un uomo colto, e dei doveri che ne derivano. Ma, per
sua sorella? cosa significa "patriottismo" per lei? Valgono anche per
lei gli stessi motivi per essere orgogliosa dell'Inghilterra, per
amarla, per difenderla? Si pu dire anche di lei che stata "favorita
dal cielo" a nascere in Inghilterra? Se si interrogano la Storia e le
biografie si ha l'impressione che la sua posizione nella patria della
libert sia stata diversa da quella di suo fratello e la Storia, come
sembra indicarci la psicologia, non senza effetto sulla mente e sul
corpo. E' probabile, dunque, che la sua interpretazione della parola
"patriottismo" differisca da quella del fratello, e che tale
differenza le renda molto difficile capire la definizione che egli ne
d. Se dunque la nostra risposta alla Sua domanda, "Come secondo Lei
si deve fare per prevenire la guerra?", dipendesse dalla nostra
comprensione delle ragioni, delle emozioni, dei sentimenti di lealt
che spingono gli uomini a fare la guerra, allora tanto varrebbe
stracciare subito questa lettera e buttarla nel cestino. Perch
chiaro che, a causa di queste differenze tra noi, impossibile
capirci. E' chiaro che pensiamo in modo diverso nella misura in cui
siamo nati diversi; infatti abbiamo il punto di vista di Grenfell; il
punto di vista di Knebworth; il punto di vista di Wilfred Owen; il
punto di vista del Presidente della Corte Costituzionale, e infine il
punto di vista delle figlie degli uomini colti. Tutti diversi l'uno
dall'altro. Possibile che non esista un punto di vista assoluto? Che
non stia scritto da qualche parte, a lettere di fuoco o d'oro, "Questo
giusto. Questo sbagliato."? Che non sia stato dato un giudizio di
ordine morale a cui tutti, nonostante le nostre differenze, dobbiamo
attenerci? Sar opportuno allora girare il problema della giustizia o
meno della guerra al clero, alla classe che fa della moralit la sua
professione. Senza dubbio se rivolgiamo agli ecclesiastici la semplice
domanda, "La guerra una cosa giusta o sbagliata?", essi ci sapranno
dare una risposta altrettanto semplice che non potremo smentire.
Eppure no..., anche la Chiesa d'Inghilterra, da cui sarebbe logico
attendersi che sappia sfrondare il problema morale da tutte le
sovrastrutture mondane, divisa su questo punto. I vescovi stessi
sono ai ferri corti. Da un lato c' il Vescovo di Londra, che ebbe a
dichiarare: "il vero pericolo per la pace nel mondo rappresentato
oggi dai pacifisti. Per brutta che sia la guerra, il disonore di
gran lunga peggio" (8). Dall'altro abbiamo il Vescovo di Birmingham,
che si definito un "pacifista" a oltranza. ...Per parte mia non
riesco a vedere come la guerra possa accordarsi con lo spirito di
Cristo" (9). Persino la Chiesa, dunque, ci d due responsi
contrastanti: in certi casi giusto combattere; in nessun caso
giusto combattere. Per quanto ci riempia di angoscia, di perplessit,
di confusione, bisogna guardare in faccia la realt: non esistono
certezze, n in cielo, n in terra. Anzi, quante pi vite si leggono,
quanti pi discorsi si ascoltano, quante pi opinioni si richiedono,
tanto pi la confusione aumenta, e, dal momento che non siamo in grado
di capire n gli impulsi, n le motivazioni, n l'etica che vi
spingono a fare la guerra, sempre pi remota appare la possibilit di
femminile, perch la usi come meglio pu. E' inutile, stando cos le
cose, porre delle condizioni sul modo in cui dovr essere spesa la
nostra ghinea.
Questa dunque la risposta rinunciataria e deprimente alla domanda se
convenga chiedere alle autorit dei colleges per le figlie degli
uomini colti di usare la loro influenza, attraverso l'istruzione, per
prevenire la guerra. A quanto pare non possiamo chiedere che facciano
nulla; bisogna che seguano la vecchia strada sino alla fine di sempre;
la nostra influenza, in quanto siamo fuori dalle istituzioni, pu
essere solo di tipo molto indiretto. Se ci chiamano a insegnare, dopo
aver analizzato attentamente e a fondo le finalit di tale
insegnamento, possiamo rifiutarci di insegnare qualunque arte o
scienza che incoraggi la guerra. Inoltre possiamo riversare il nostro
non molto corrosivo disprezzo sulle pratiche religiose, sui titoli
accademici e sugli esami. Possiamo suggerire l'idea che dei versi che
hanno vinto un premio possono essere validi nonostante il premio che
hanno vinto; e affermare che pu valere la pena di leggere un libro
anche se l'autore si laureato con il massimo dei voti e la lode. Se
ci chiedono di tenere una lezione-conferenza, possiamo opporci a
questo assurdo e immorale sistema rifiutandoci di tenerla (30). E,
beninteso, se ci vogliono conferire cariche e onorificenze possiamo
rifiutarle (e come, considerati i fatti, potremmo fare altrimenti?).
Ma tutto questo non ci deve far dimenticare che, nell'attuale stato di
cose, la maniera pi efficace per prevenire la guerra, attraverso
l'istruzione, di contribuire il pi generosamente possibile ai
colleges per le figlie degli uomini colti. Perch, ripetiamo, se
queste donne non riceveranno un'istruzione universitaria, non potranno
guadagnarsi da vivere; se non saranno in grado di guadagnarsi da
vivere, torneranno a essere educate entro i confini angusti della casa
paterna e finiranno quindi, ancora una volta, per esercitare tutta la
loro influenza, consciamente e inconsciamente, in favore della guerra.
Su questo non possono esistere dubbi. Se Lei ne avesse, e esigesse
delle prove, La rimandiamo ancora una volta alle biografie. La loro
testimonianza talmente conclusiva, ma anche cos voluminosa, che
siamo costrette a condensare volumi interi in un'unica storia. Ecco
dunque il racconto della vita della figlia di un uomo colto che
dipendeva dal padre e dal fratello in una famiglia del diciannovesimo
secolo.
Era una bella giornata, ma la ragazza non poteva uscire. "Quante
interminabili, monotone giornate d'estate ho trascorso sepolta in casa
perch non c'era posto per me in carrozza e nessuna delle domestiche
aveva tempo di accompagnarmi a fare una passeggiata". Viene la sera, e
finalmente la ragazza esce di casa, vestita meglio che pu con le 40100 sterline all'anno che le passa il padre (31). Ma "dovunque andasse
doveva essere accompagnata dal padre, dalla madre o da qualche donna
sposata". E chi incontrava in quei luoghi di svago, lei vestita in
quel modo, con quella scorta? Uomini che avevano studiato a Oxford o a
Cambridge: "ministri, ambasciatori, famosi uomini d'arme, tutti
splendidamente vestiti, coperti di decorazioni". Di che cosa si
parlava? Di qualunque cosa potesse svagare la mente di quegli uomini
importanti che volevano dimenticare il loro lavoro; "i pettegolezzi
sul mondo del teatro" servivano ottimamente allo scopo. Passarono i
giorni. Venne il sabato. Di sabato "ministri e altri uomini importanti
si dedicavano ai piaceri della societ"; venivano a prendere il t,
LE TRE GHINEE.
DUE.
marcatamente virili. Essa spende ogni anno larghe somme per i partiti
politici; per gli sport; per le riserve di caccia; per il cricket e il
calcio. Profonde quattrini per circoli, come Brooks', White's, The
Travellers, The Reform, The Athenaeum, per non citare che i pi noti.
Le somme che spende per queste cause, divertimenti e attivit
filantropiche devono ammontare ogni anno a parecchi milioni. E in pi,
la parte di gran lunga maggiore di questa somma la spende per
divertimenti a cui non partecipa. Sborsa migliaia e migliaia di
sterline per circoli nei quali il suo sesso non ammesso (15); per
ippodromi nei quali non potr correre; per colleges dai quali il suo
sesso escluso. Paga annualmente un conto altissimo per vini che non
beve e per sigari che non fuma. Insomma, due sole sono le conclusioni
a cui possiamo giungere a proposito della moglie dell'uomo colto: una,
che il pi altruista degli esseri umani e preferisce spendere la sua
parte del denaro comune per i divertimenti e le cause del marito;
l'altra, pi probabile se pure meno edificante, che essa non gi il
pi altruista degli esseri, bens che il suo diritto morale alla met
dei guadagni del marito si riduce in pratica al diritto a vitto e
alloggio e a un modesto assegno per le piccole spese personali e per
il vestiario. L'una o l'altra di queste conclusioni pu essere vera, e
tutte le altre, come testimoniano le pubbliche istituzioni e gli
elenchi dei donatori, sono fuori discussione. Si pensi alla generosit
con cui l'uomo colto sostiene la sua scuola, il suo college; alla
larghezza con cui finanzia il suo partito; alla munificenza con cui
contribuisce a tutte le istituzioni e gli sport con cui lui e suo
figlio educano la mente e il corpo: quotidianamente i giornali
confermano questi inconfutabili fatti. Ma l'assenza del nome di lei
dagli elenchi dei donatori e la povert delle istituzioni che educano
la sua mente e il suo corpo sembrano dimostrare che c' qualcosa
nell'atmosfera tra le pareti domestiche che deflette
impercettibilmente ma irresistibilmente verso le cause che il marito
approva e verso i divertimenti che lui pratica la parte del denaro
comune a cui lei ha un diritto morale. Edificante o meno, questa la
realt. Ed anche la ragione per cui le cause che dicevamo prima sono
sempre l a chiedere la carit.
Con la lettura di Whitaker e degli elenchi dei donatori siamo arrivati
ad avere in mano tre dati di fatto inconfutabili, di cui bisogna
tenere conto nella nostra ricerca dei mezzi per aiutarvi a prevenire
la guerra. Il primo fatto che le figlie degli uomini colti sono
pagate ben poco con il denaro pubblico per i servizi che rendono al
pubblico; il secondo che non vengono pagate per nulla con il denaro
pubblico per i servizi che rendono in privato; e il terzo che la
parte loro spettante dei guadagni del marito non qualcosa che si pu
vedere o toccare, un diritto morale o nominale, il che significa
che, quando entrambi sono vestiti e nutriti, quello che avanza e che
pu essere destinato alle cause, ai divertimenti o alle attivit
filantropiche gravita misteriosamente ma inconfutabilmente verso
quelle cause, quei divertimenti, quelle attivit filantropiche che
pratica il marito e che il marito approva. Si direbbe che la persona
a cui viene versato di fatto lo stipendio a esercitare di fatto il
diritto di decidere come lo stipendio sar speso.
Questi fatti ci riportano, con uno stato d'animo pi disincantato e
con idee un po' diverse da prima, al punto di partenza. Se ben
ricorda, stavamo per sottoporre il Suo appello per la prevenzione
questo ponte, a sognare. Ma non adesso. Adesso non c' il tempo. Siamo
qui per considerare i fatti; dobbiamo fissare lo sguardo sul corteo,
il corteo dei figli degli uomini colti.
"Eccoli, i nostri fratelli che sono stati educati nelle scuole private
e nelle due universit; salgono quelle scalinate, entrano e escono da
quelle porte, ascendono a quei pulpiti, pronunciano orazioni,
impartiscono lezioni, amministrano la giustizia, praticano la
medicina, concludono affari, fanno quattrini. E' sempre uno spettacolo
solenne, un corteo come la carovana del Sultano che attraversa il
deserto. Bisnonni, nonni, padri, zii, tutti hanno percorso quelle
strade, con la toga indosso, con la parrucca in testa, alcuni con
fasce e nastri sul petto, altri senza. Uno era vescovo. Un altro
giudice. Uno era ammiraglio. Un altro generale. Uno era professore
all'Universit. Un altro era medico. Alcuni uscirono dal corteo, e
alla fine si seppe che stavano in Tasmania a far nulla; o li si videro
male in arnese che vendevano giornali a Charing Cross. Ma i pi
tennero il passo, marciarono in riga, e di riffa o di raffa riuscirono
a mantenere la dimora degli avi, laggi nel West End, a portare a casa
l'arrosto per tutti e a mandare Arthur all'universit. E' uno
spettacolo solenne, questo corteo, e pi di una volta, osservandolo di
nascosto da una finestra dell'ultimo piano, dovemmo porci certe
domande. Ma ora, da circa vent'anni, non pi soltanto uno
spettacolo, una fotografia, un affresco dipinto sulle pareti del
tempo, che ci fa provare, quando lo contempliamo, semplicemente
un'emozione estetica. E basta questo perch tutto cambi. Noi che per
tanto tempo abbiamo ammirato il solenne corteo sui libri, o abbiamo
osservato da dietro i tendaggi della finestra gli uomini colti uscire
di casa verso le nove e trenta per andare in ufficio o in studio, e
ritornare a casa verso le sei e trenta dall'ufficio o dallo studio,
ora non dobbiamo pi accontentarci di guardare passivamente. Ora
possiamo noi pure uscire di casa, salire quelle scalinate, entrare e
uscire da quelle porte, indossare la toga e la parrucca, fare
quattrini, amministrare la giustizia. Pensate: uno di questi giorni
potreste portare la parrucca di giudice, mettervi sulle spalle una
cappa di ermellino; sedere sotto il leone e l'unicorno; ricevere uno
stipendio di cinquemila sterline l'anno e avere la pensione. Noi che
ora agitiamo futilmente quest'umile penna potremmo parlare dal
pulpito. Nessuno oser contraddirci, allora; saremo le portavoci dello
spirito divino... che visione grandiosa, non vero? E chi pu dire
che, in un tempo a venire, non porteremo l'uniforme dei soldati, con
alamari dorati sul petto, la spada al fianco e in testa qualcosa che
assomiglia al vecchio secchio per il carbone che avevamo in casa,
tranne che quel venerando utensile non mai stato decorato con un
pennacchio di bianchi crini di cavallo. Voi ridete: vero, l'ombra
delle pareti domestiche ci fa ancora sembrare un po' ridicole quelle
uniformi. Siamo cos abituate a portare vestiti normali, a portare il
velo che San Paolo ci impose. Ma non siamo qui per ridere o per
parlare di moda, maschile o femminile. Ci troviamo qui su questo ponte
per porci delle domande. E sono domande molto importanti; e abbiamo
pochissimo tempo per trovare la risposta. Le domande che dobbiamo
porci intorno a quel corteo e a cui dobbiamo trovare una risposta in
questo momento di transizione sono cos importanti da cambiare forse,
la vita di tutti gli uomini e di tutte le donne, per sempre. Questo
infatti dobbiamo domandarci senza indugi: abbiamo voglia di unirci a
scontro' (18).
"Su questo punto aveva ragione. Lo scontro con suo padre era finito.
Ma lo scontro con i padri in generale, con il patriarcato come tale,
venne rimandato a un altro luogo e a un altro momento. La seconda
battaglia ebbe luogo a Edimburgo nel 1869. Sophia aveva chiesto di
essere ammessa alla Reale Scuola di Chirurgia. Ecco come riportarono i
giornali la prima scaramuccia: 'Ieri pomeriggio, davanti alla Reale
Scuola di Chirurgia si verificato un episodio molto disdicevole.
...Poco prima delle quattro, ...circa duecento studentesse si
radunarono davanti ai cancelli dell'edificio, ...'mentre gli studenti
di medicina schiamazzavano e intonavano ritornelli. 'I cancelli
vennero chiusi in faccia alle ragazze. ...Il dottor Handyside non
riusc neppure a cominciare la lezione... venne introdotta in aula una
pecora' e cos via. Erano pressappoco gli stessi metodi usati a
Cambridge durante la battaglia per le lauree. E ancora una volta le
autorit deplorarono quei metodi schietti e ne usarono altri di loro
preferenza, pi astuti e pi efficaci. Nulla pot indurre le autorit
asserragliate entro i sacri cancelli a lasciarvi entrare le donne.
Dicevano che Dio era con loro, che la Natura era dalla loro parte, e
la Propriet privata. Quella Scuola era stata fondata per gli uomini
soltanto; e soltanto gli uomini avevano diritto per legge a godere
delle sue ricchezze. Si formarono i soliti comitati. Si sottoscrissero
le solite petizioni. Si rivolsero le solite suppliche con la solita
umilt. Si tennero le solite vendite di beneficenza. Si dibatterono i
soliti problemi di tattica e di strategia. Come al solito, ci si
chiese, dobbiamo attaccare subito o meglio aspettare? Chi sono i
nostri alleati, e chi i nostri nemici? Sorsero le solite divergenze
d'opinione, e si formarono le solite divisioni tra i membri dei
comitati. Ma a che serve scendere nei dettagli? Tutta la procedura ci
cos familiare che la battaglia di Harley Street del 1869 potrebbe
benissimo essere la battaglia dell'universit di Cambridge dei giorni
nostri. In entrambi i casi si nota il medesimo spreco di energie, di
serenit, di tempo e di denaro. Quasi le stesse figlie chiedono quasi
gli stessi privilegi a fratelli che sono quasi gli stessi. Quasi gli
stessi signori intonano quasi le stesse parole di rifiuto per ragioni
che sono quasi le stesse. E' come se non esistesse progresso nella
razza umana, ma solo ripetizione. Sembra quasi di udirli, se tendiamo
gli orecchi, ripetere il vecchio ritornello di sempre: 'Giro
girotondo, giro intorno al mondo; lo voglio tutto io, mio, mio,
mio'.
"Ma non siamo qui per cantare vecchie filastrocche. Siamo qui per
considerare i fatti. E i fatti che abbiamo or ora dedotto dalle
biografie sembrano dimostrare che le libere professioni esercitano
innegabilmente un effetto particolare su coloro che le esercitano.
Diventano possessivi, gelosi di qualunque violazione dei loro
privilegi, e fortemente aggressivi nei confronti di chi osa metterli
in discussione. Non abbiamo dunque ragione di pensare che se anche noi
eserciteremo le stesse professioni acquisteremo le stesse qualit? E
non sono proprio queste qualit a provocare le guerre? Tra un paio di
secoli, se eserciteremo le professioni allo stesso modo, non saremo
anche noi possessive, gelose, aggressive, sicure di noi e del giudizio
immutabile di Dio, della Natura e della Propriet, come sono oggi
questi signori? Perci questa ghinea, che deve servire ad aiutare le
donne a intraprendere le libere professioni, legata alla seguente
guerre?
"Questa volta rivolgiamoci alle vite non degli uomini bens delle
donne del diciannovesimo secolo, alle vite delle donne che hanno
esercitato le libere professioni. Ma, ci deve essere una lacuna nella
Sua biblioteca, Gentile Signora. Non si trova nessuna vita di donne
che hanno esercitato le professioni nel diciannovesimo secolo. Una
certa signora Tomlinson, moglie di un tal signor Tomlinson, membro
della Royal Society, Membro dell'Ordine dei Medici, ce ne spiega il
motivo. Questa signora, che pubblic un libro, 'in favore dell'impiego
delle giovani donne come governanti per i bambini', scrive: '...a
quanto pare una donna nubile non aveva altro modo di guadagnarsi da
vivere che fare la governante, lavoro per il quale, per natura e per
educazione, o per mancanza di educazione, sovente non era adatta'
(31). Queste parole furono scritte nel 1859, meno di cent'anni fa.
Ecco spiegata la lacuna della Sua biblioteca. Non esistevano donne che
esercitassero una professione, a parte le governanti, di cui scrivere
la vita. E anche le vite, le vite scritte, delle governanti, si
possono contare sulle dita di una mano. E che cosa possiamo imparare
sulla vita delle donne che esercitano una professione leggendo le vite
delle governanti? Per fortuna i vecchi bauli cominciano a svelare i
loro annosi segreti. Solo l'altro giorno ne saltato fuori uno, un
documento scritto intorno all'anno 1811. Ci fu, a quanto pare,
un'oscura signorina, a nome signorina Weeton, che quando i suoi
allievi erano a letto, aveva l'abitudine di segnare su un diario i
suoi pensieri sulla sua vita professionale, oltre che su altre cose.
Ecco uno di quei pensieri. 'Oh, come ardevo dal desiderio di imparare
il latino, il francese, le lettere e le arti, qualunque cosa piuttosto
che la noia di cucire, far lezione, copiare in bella scrittura, lavare
i piatti, tutti i giorni. ...Perch alle ragazze non permettono di
studiare fisica, teologia, astronomia, eccetera, eccetera e le scienze
ancelle, la chimica, la botanica, la logica, la matematica, eccetera?'
(32). Dall'oscurit ci arriva a chiarire tante cose, questo commento
sulla vita delle governanti, questa domanda formulata dalle labbra di
una governante. Ma continuiamo la nostra ricerca, tentoni, un accenno
qua, un indizio l; vediamo come erano le professioni esercitate dalle
donne nel diciannovesimo secolo. Ecco Anne Clough, sorella di Arthur
Clough, allievo del dottor Arnold (*7) e "fellow" di Oriel, la quale,
anche se non veniva pagata, fu la prima direttrice di Newnham, e in
questo senso pu essere definita una professionista in embrione. La
troviamo che fa il suo tirocinio professionale 'sbrigando da sola gran
parte delle pulizie di casa' ... 'cercando di guadagnare quattrini per
restituire il denaro avuto in prestito dalle sostenitrici',
'sollecitando la autorizzazione a fondare una piccola scuola',
leggendo libri imprestatile dal fratello; e la sentiamo esclamare: 'Se
fossi un uomo non lavorerei per arricchire, per farmi un nome o per
lasciare dopo di me una famiglia ricca. No, credo che lavorerei per il
mio Paese, e alla sua gente lascerei la mia eredit' (33). Non si pu
dire che le donne del diciannovesimo secolo fossero prive di
ambizione. Abbiamo poi Josephine Butler che, pur non essendo una
professionista in senso stretto, fu colei che condusse e vinse la
battaglia contro la Legge sulle malattie infettive e pi tardi la
campagna contro il commercio dei bambini 'per fini scellerati'.
Scopriamo che Josephine Butler si oppose a che venisse scritta la sua
biografia, mentre delle donne che l'avevano aiutata a combattere le
donne, se pure non erano istruite, erano tuttavia donne civili. Non
possiamo, quando prendiamo in esame la vita delle nostre incolte madri
e nonne, giudicare la loro educazione semplicemente in base alla
capacit di ottenere un impegno, di conseguire onori, o di fare
quattrini. Dobbiamo, se siamo oneste, ammettere che alcune donne che
non ricevettero alcuna istruzione a pagamento, alcuno stipendio, alcun
impiego, furono esseri umani civili (se le si possano a buon diritto
definire 'inglesi' resta una questione controversa); e dobbiamo
pertanto ammettere che sarebbe molto sciocco da parte nostra buttar
via i risultati di quell'educazione o rinunciare, quale che sia il
premio in denaro o in onori che ci viene promesso in cambio, al sapere
che in tal modo abbiamo accumulato. Cos dunque sembrano rispondere le
biografie alla domanda che abbiamo rivolto loro - come possiamo
intraprendere le libere professioni e tuttavia rimanere esseri umani
civili, esseri umani che cercano di impedire le guerre: se non
rinnegherete le quattro grandi maestre delle figlie degli uomini colti
- la povert, la castit, la derisione e la libert da fittizi legami
di fedelt - ma riuscirete a unire ad esse un po' di ricchezza, un po'
di sapere e un po' di dedizione a cause reali, allora potrete
intraprendere le professioni evitando i pericoli che le rendono
indesiderabili.
"Poich tale la risposta dell'oracolo, tali sono le condizioni a cui
legata la nostra ghinea. La potrete avere, cio, a condizione che
aiutiate a trovare lavoro nella vostra professione le persone in
possesso dei requisiti necessari, di qualunque sesso, classe o colore
esse siano, e a condizione inoltre che nell'esercizio della vostra
professione rifiutate di abbandonare la povert, la castit, la
derisione altrui, e la libert da fittizi legami di fedelt. E' pi
precisa ora la nostra frase, sono pi chiare le condizioni poste,
pensa di poterle accettare? Lei esita ancora. Le sembra che alcune
delle nostre condizioni vadano spiegate meglio. Va bene, esaminiamole
una per una. Per povert s'intende denaro sufficiente per vivere.
Cio, guadagnare abbastanza da non dipendere da nessun altro essere
umano e da poter comperare quel minimo di salute, di tempo, di sapere
e cos via che occorre per sviluppare appieno il corpo e la mente. Ma
nulla di pi. Non un centesimo di pi.
"Per castit s'intende che quando con il vostro lavoro vi sarete
assicurate quanto basta per vivere, dovrete rifiutarvi di vendere il
vostro cervello per denaro. Cio dovrete rifiutarvi di lavorare,
oppure farlo solo per amore della ricerca e della sperimentazione; o
per amore dell'arte, se siete artiste, oppure gratuitamente per
fornire a chi ne ha bisogno le conoscenze da voi acquisite
professionalmente. Ma non appena vi sentite attirare nel vortice del
girotondo, smettete subito. Spezzate il cerchio con una risata.
"Per derisione - brutta parola, ma, ancora una volta, la lingua
inglese cos povera, occorrerebbero nuove parole - s'intende che
dovrete rifiutare tutto ci che serve a far pubblicit al merito, e
tener per fermo che il ridicolo, l'oscurit e la disapprovazione sono
preferibili, per ragioni psicologiche, alla fama e alla lode. Non
appena vi offrono insegne, onorificenze o titoli, sbatteteli subito in
viso a chi ve li offre.
"Per libert da fittizi legami di fedelt s'intende che dovrete
liberarvi in primo luogo dell'orgoglio per la vostra patria; e anche
dell'orgoglio per la vostra religione, per la vostra universit,
"Queste dunque sono le condizioni alle quali Le invio una ghinea per
aiutare le figlie delle donne incolte a intraprendere le libere
professioni. E speriamo, ponendo fine alla perorazione, che Le rimanga
il tempo per dare il tocco finale alla Sua vendita di beneficenza, per
sistemare la lepre e la caffettiera e accogliere l'Onorevolissimo Sir
Sampson Legend, insignito dell'Ordine al Merito, Cavaliere dell'Ordine
di Bath, Dottore in Legge, Dottore in Diritto Canonico, Ex-capitano di
fregata, eccetera, con quell'aria di sorridente deferenza che si
conviene alla figlia di un uomo colto alla presenza del fratello".
Tale, Signore, fu la versione definitiva della lettera inviata alla
signora tesoriere onorario dell'associazione che aiuta le figlie degli
uomini colti a intraprendere le libere professioni. Tali le condizioni
alle quali ricever la ghinea. Sono state formulate, nei limiti del
possibile, in modo da garantire che la signora far quanto potr fare
con una ghinea per aiutarvi a prevenire la guerra. Se le nostre
condizioni sono state espresse nel modo giusto, chi lo pu dire? Ma
Lei capisce che, prima di rispondere alla Sua lettera, era necessario
rispondere alla lettera di questa signora e a quella della signora
tesoriere onorario del fondo per la ricostruzione del college, e
inviare a ciascuna di loro una ghinea; perch, se non vengono aiutate
prima di tutto a ricevere un'istruzione e quindi a guadagnarsi da
vivere, le figlie degli uomini colti non potranno disporre
dell'influenza autonoma e disinteressata con cui aiutare voi a
prevenire la guerra. E', si direbbe, una catena di cause
interdipendenti. Dopo aver dimostrato come meglio sapevamo questa
interdipendenza, possiamo ora tornare alla Sua lettera e alla Sua
richiesta di dare un contributo alla Sua associazione.
LE TRE GHINEE.
TRE.
1262 all'anno 1870 tutto il denaro che sarebbe occorso per la loro
educazione, sottraendone soltanto i pochi spiccioli che servivano a
pagare la governante, l'insegnante di tedesco e il maestro di ballo?
Non forse vero che hanno finanziato sacrificando la propria
istruzione Eton e Harrow, Oxford e Cambridge, e tutte le grandi scuole
e universit d'Europa: la Sorbona e Heidelberg, e Salamanca, Padova e
Roma? Non forse vero che il loro contributo stato cos generoso,
prodigo, pur se cos indiretto, che quando finalmente, nel
diciannovesimo secolo, si conquistarono il diritto a un po' di
istruzione a pagamento, non trovarono una sola donna che avesse
ricevuto abbastanza istruzione a pagamento da essere in grado di far
loro da insegnante? (2) E ora, di punto in bianco, proprio quando
cominciavano a pensare di poter assaggiare non solo un pochino della
stessa istruzione universitaria, ma anche un po' di contorno - viaggi,
piaceri, libert - arriva la Sua lettera a informarle che tutta quella
enorme, favolosa somma - perch a contarla sia direttamente in moneta
sonante, sia indirettamente in sacrifici e rinunzie, si tratta di una
somma enorme - stata sperperata o usata per le cose sbagliate. A
quale altro scopo furono fondate le universit di Oxford e di
Cambridge, se non per difendere la cultura e la libert di pensiero?
Per quale altro fine le vostre sorelle hanno rinunciato a scuole,
viaggi, lussi, se non per mandare a scuola e all'universit, con il
denaro in tal modo risparmiato, i loro fratelli perch imparassero a
difendere la cultura e la libert di pensiero? Ma ora, dal momento che
Lei le dichiara in pericolo e ci chiede di unire la nostra voce alla
Sua, e la nostra moneta da sei penny alla Sua ghinea, dobbiamo dedurne
che quel denaro stato sprecato e che quelle associazioni hanno
fallito lo scopo. Se vero che le grandi scuole private e le due
universit, con il loro complicato meccanismo per l'addestramento
della mente e del corpo, hanno fallito lo scopo, sorge spontanea la
domanda: che motivi abbiamo per pensare che la Sua associazione, anche
se conta tra i promotori nomi illustri, riuscir nel suo scopo, o che
il Suo manifesto, anche se tra i firmatari si leggono nomi ancora pi
illustri, riuscir a fare proseliti? Non sarebbe meglio prima di
affittare una sede, assumere una segretaria, eleggere un comitato e
iniziare sottoscrizioni che Lei riflettesse sulle ragioni per cui
quelle scuole e quelle universit hanno fallito?
Ma a questa domanda sta a Lei rispondere. Il problema che tocca noi
direttamente riguarda invece il tipo di aiuto che vi possiamo dare noi
in difesa della cultura e della libert di pensiero: noi che cos
tante volte siamo state chiuse fuori dalle due universit e che solo
ora con cos tante restrizioni vi siamo ammesse; noi che non abbiamo
ricevuto nessuna istruzione a pagamento, o cos poca che sappiamo
appena leggere e scrivere la nostra lingua; noi che di fatto facciamo
parte non dell'"intellighenzia", ma dell'"ignoranzia". A conferma
della scarsa stima che abbiamo della nostra cultura, e a dimostrazione
che voi stessi la condividete, ecco qui Whitaker con i suoi dati di
fatto. Non una delle figlie degli uomini colti, dice Whitaker,
ritenuta capace di insegnare la letteratura della propria lingua in
nessuna delle due universit. E quando si tratta di acquistare un
quadro per la National Gallery, un ritratto per la Portrait Gallery, o
una mummia per il British Museum, ci informa ancora Whitaker, non
mette conto di chiedere la sua opinione. Di che utilit Le pu essere
allora chiederci di difendere la cultura e la libert di pensiero se,
lo dimostra Whitaker con i suoi freddi dati di fatto, voi stessi non
credete che il nostro consiglio abbia valore quando si tratta di
spendere denaro che anche nostro per acquistare cultura e libert di
pensiero per lo Stato? La meraviglia ancora che l'inatteso complimento
ci colga di sorpresa? D'altra parte, ecco qui la Sua lettera.
Anch'essa contiene dei dati di fatto. In questa lettera Lei dice che
la guerra imminente; e poi aggiunge in pi d'una lingua - questa la
versione francese (3): "Seule la culture dsintresse peut garder le
monde de sa ruine" - aggiunge che difendendo la libert di pensiero e
la nostra eredit culturale vi possiamo aiutare a prevenire la guerra.
E giacch la prima affermazione sicuramente inconfutabile e
qualunque servetta, anche se il suo francese lascia a desiderare, sa
leggere e capire le parole: "Allarme: incursioni aeree" quando stanno
scritte ben in grande sui muri, noi non possiamo trascurare la Sua
richiesta con il pretesto dell'ignoranza, n rimanere in silenzio con
il pretesto della modestia. E come qualunque servetta cercherebbe di
tradurre un passo di Pindaro se le dicessero che da ci dipende la sua
vita, cos le figlie degli uomini colti, per poco che siano
qualificate a farlo per preparazione culturale, devono riflettere su
ci che sono in grado di fare in difesa della cultura e della libert
di pensiero, se in tal modo vi possono aiutare a prevenire la guerra.
Esaminiamo dunque, come meglio sappiamo, anche se aderire alla Sua
associazione, se ci sar possibile firmare questo manifesto in favore
della cultura e della libert di pensiero con una certa sicurezza di
poter mantenere l'impegno.
Cosa significano quelle parole alquanto astratte? Se dobbiamo aiutarvi
a difenderle, sarebbe bene cominciare col definirle. Ma al pari di
tutti i tesorieri onorari, Lei ha pochissimo tempo, e sfogliare la
letteratura inglese alla ricerca di una definizione, se pure a suo
modo un passatempo delizioso, potrebbe condurci troppo lontano.
Diciamo dunque, per il momento, che entrambi sappiamo di cosa si
tratta, e concentriamoci sulla questione pratica di come aiutarvi a
difenderle. Abbiamo sul tavolo il giornale, con la sua riserva di
fatti; pu darsi che vi troviamo una citazione che ci far risparmiare
tempo limitando i termini della nostra ricerca. "Ieri a un convegno di
direttori di scuola venne stabilito che le donne non sono adatte a
insegnare ai ragazzi oltre i quattordici anni". Questo dato ci
utilissimo perch dimostra che certi tipi di aiuto non sono alla
nostra portata. Tentare una riforma delle scuole e delle universit
dei nostri fratelli equivarrebbe ad attirarci una gragnuola di gatti
morti, uova marce e cancelli infranti di cui solo i frugaimmondizie e
i robivecchi si avvantaggerebbero, mentre le autorit, ce lo conferma
la Storia, starebbero a guardare impassibili il tumulto dalla finestra
del loro studio senza neppure togliersi il sigaro di bocca o senza
smettere di centellinare, lentamente, per gustarne tutto il "bouquet"
come si conviene, il loro prezioso Bordeaux (4). La lezione della
Storia, confermata dalla lezione dei giornali, ci confina in uno
spazio pi limitato. L'unico modo in cui possiamo aiutarvi a difendere
la cultura e la libert di pensiero difendendo la nostra cultura e
la nostra libert di pensiero. Vale a dire che, quando da un college
femminile ci scrivono chiedendoci quattrini, possiamo far presente la
possibilit che qualcosa cambi in quell'istituzione satellite quando
essa cessi di essere satellite; oppure, se da un'associazione che
Gli psicologi dunque possono gettar luce soltanto su certi fatti. Ecco
il primo:
E' evidentemente della massima importanza pratica il fatto che di
fronte a qualunque proposta di ammettere le donne alla dignit e alle
funzioni dei tre ordini sacri vengano risvegliate emozioni cos
intense. E le testimonianze presentate alla Commissione stanno a
indicare che si tratta di emozioni prevalentemente ostili a tali
proposte. ...L'intensit di tali emozioni, razionalizzate di volta in
volta con le pi diverse giustificazioni, costituisce prova evidente
della presenza di potenti e diffuse motivazioni inconscie. Anche in
assenza di materiale psicoanalitico dettagliato, di cui non si ha
traccia a questo proposito, tuttavia chiaro che la fissazione
infantile svolge una parte predominante nel determinare l'intensa
emotivit con la quale viene comunemente affrontato questo argomento.
L'esatta natura di questa fissazione differisce necessariamente da
individuo a individuo, e le ipotesi che qui possiamo avanzare sulla
sua origine possono solo essere di carattere generale. Ma, quali che
siano il valore preciso e l'interpretazione esatta del materiale su
cui sono state fondate le teorie del "complesso di Edipo" e del
"complesso di castrazione", evidente che la generale accettazione
della supremazia maschile, e ancor pi dell'inferiorit femminile,
basata sull'idea della donna come "uomo mancato", nasce su uno sfondo
di concezioni infantili di questo tipo. Nonostante la loro
irrazionalit, tali concezioni sopravvivono di solito nell'adulto
anche normale e tradiscono la loro presenza, sotto il livello del
pensiero cosciente, con la forza stessa delle emozioni che suscitano.
Il fatto che l'ammissione delle donne agli ordini sacri, e soprattutto
al contatto con il tabernacolo, sia tanto comunemente considerata
qualcosa di vergognoso, costituisce una conferma di questa
interpretazione. Tale senso di vergogna non pu essere visto in
nessun'altra luce che come un irrazionale tab sessuale.
A questo punto crediamo sulla parola al Professore quando ci assicura
di aver cercato, e trovato, "numerose prove dell'esistenza di tali
forze inconscie" sia nelle religioni pagane sia nel Vecchio
Testamento, e possiamo dunque seguirlo fino alla sua conclusione:
Al tempo stesso non dobbiamo dimenticare che la concezione cristiana
del sacerdozio riposa non su questi fattori emotivi subconsci, bens
sull'istituzione di Cristo. In questo senso esso completa e supera il
sacerdozio del paganesimo e del Vecchio Testamento. Per quel che
riguarda la psicologia non esistono basi teoretiche perch il
sacerdozio cristiano non possa essere esercitato dalle donne come
dagli uomini e precisamente nel medesimo senso. Le difficolt che lo
psicologo prevede sono esclusivamente di ordine emotivo e pratico
(30).
E su questa previsione abbandoniamo il Professore.
La Commissione, come Lei stesso ammetter, ha portato a termine il
delicato e difficile compito che le avevamo affidato. Ci ha fatto da
interprete. Ci ha portato un ammirevole esempio di professione allo
UNA.
Woman's Property Act, nel 1870. Lady St Helier scrive che, poich il
suo contratto matrimoniale era stato steso in conformit alla legge di
prima, "i miei beni dotali vennero intestati a mio marito, e io non
potevo usarne personalmente ...non possedevo neppure un libretto degli
assegni, n potevo in alcun modo procurarmi del denaro, altro che
chiedendone a mio marito. Lui era buono e generoso, ma condivideva
l'idea vigente allora che i beni della donna appartengono al marito...
pagava lui tutti i miei conti, teneva lui il mio libretto bancario, e
mi passava una piccola somma per le mie spese personali". ("Memories
of Fifty Years", di Lady St Helier, p. 341). Per non ci dice a quanto
ammontasse. Le somme assegnate ai figli maschi erano notevolmente pi
alte. 200 all'anno erano considerate appena sufficienti, intorno al
1880, per uno studente di Balliol, un college "tradizionalmente
frugale". Con quella somma "non potevano andare a caccia n giocare
d'azzardo... Ma con un po' di attenzione, e una famiglia a cui
appoggiarsi durante le vacanze, riuscivano a farla bastare". ("Anthony
Hope and His Books", di Sir C. Mallet, p. 38). Oggi la somma
necessaria molto pi alta. Gino Watkins "non spendeva mai di pi
delle 400 del suo assegno annuo, con cui si pagava tutte le spese
del college e anche le vacanze". ("Gino Watkins", di J. M. Scott, p.
59). Questo a Cambridge pochi anni fa.
32 - Quale inesauribile oggetto di scherno e di ridicolo abbiano
rappresentato per tutto il diciannovesimo secolo le donne per i loro
tentativi di accedere a quell'unica professione i lettori di romanzi
lo sanno bene, giacch tali sforzi costituiscono una buona met del
repertorio fisso di situazioni della narrativa. Ma le biografie ci
mostrano quanto anche nel nostro secolo sia naturale, persino per gli
uomini pi illuminati, considerare le donne come zitelle tutte senza
eccezioni aspiranti al matrimonio. Per esempio: "'Dio mio, che ne sar
di loro?' mormor tristemente (G. L. Dickinson) nell'osservare la
processione di coraggiose ma scoraggianti zitelle che si affollavano
nella corte principale di King's College; 'Io non lo so, e neppure
loro lo sanno'. Quindi, abbassando la voce per timore forse che i
libri sugli scaffali lo potessero udire, concluse: 'Mio Dio, quello di
cui hanno bisogno un marito! '" ("Goldsworthy Lowes Dickinson", di
E. M. Forster, p. 106). "Quello di cui avevano bisogno" avrebbe potuto
essere il fro, la Borsa, o delle stanze nel Gibbs's Building, se
avessero avuto facolt di scelta. Ma non l'avevano; perci il commento
di G. L. Dickinson era pi che naturale.
33 - "Di tanto in tanto, almeno nelle grandi case, era consuetudine
dare un banchetto, i cui partecipanti venivano scelti e invitati con
grande anticipo, e nel quale il vero festeggiato e santo patrono era
lui, il fagiano. L'occasione e la ragion d'essere del banchetto, era
la caccia. Allora il capofamiglia poteva imporsi. Se la sua casa
doveva riempirsi fino a scoppiare, se dovevano essere stappate le
migliori bottiglie del suo vino, se doveva essere sacrificata la sua
selvaggina migliore, allora per quella partita voleva i fucili
migliori. Immaginate che disperazione per una madre che aveva figlie
da maritare sentirsi dire che proprio quello tra tutti i loro
conoscenti che pi avrebbe desiderato invitare era un pessimo tiratore
e quindi assolutamente inammissibile al banchetto!" ("Society and the
Season", di Mary, contessa di Lovelace, in "Fifty Years, 1882-1932",
p. 29).
DUE.
Le chiediamo di mettere da parte per noi indumenti che non usa pi...
Saranno ben accette anche calze di ogni tipo, non importa in quali
condizioni di usura. Il Comitato rileva che offrendo tali indumenti a
basso prezzo... si rende un utilissimo servizio a tutte le donne la
cui professione richiede che indossino abiti presentabili ma che non
possono acquistarli ai prezzi correnti". (Estratto da una lettera
della London and National Society for Women's Service, 1938) .
2 - "The Testament of Joad", di C. E. M. Joad, p.p. 201-11. Poich le
associazioni direttamente o indirettamente organizzate da donne
inglesi sono talmente numerose che sarebbe troppo lungo citarle tutte,
evidente che la critica del signor Joad non va presa sul serio,
anche se dal punto di vista psicologico molto illuminante. Per un
elenco delle iniziative pacifiste delle donne d'affari, libere
professioniste e operaie, vedi "The Story of the Disarmament
Declaration", p. 15.
3 - "Experiment in Autobiography", di H. G. Wells, p. 486. Pu darsi
che il movimento maschile "diretto a contrastare il virtuale
annullamento della libert degli uomini da parte del fascismo e del
nazismo" sia stato pi degno di nota. Ma che abbia ottenuto risultati
migliori rimane dubbio. "I nazisti hanno ora il controllo sull'intero
territorio austriaco" (dai giornali del 12 marzo 1938).
4 - "Le donne, secondo me, non dovrebbero sedere a tavola con gli
uomini; la loro presenza rovina la conversazione perch tende a farla
diventare banale e formale o nella migliore delle ipotesi volutamente
intellettuale". ("Under the Fifth Rib", di C.E.M. Joad, p. 58). La
franchezza del signor Joad davvero ammirevole, e se tutti coloro che
condividono i suoi sentimenti fossero capaci di esprimerli altrettanto
apertamente il problema della padrona di casa - chi invitare e chi no
- ne risulterebbe alleggerito e le verrebbe risparmiata tanta inutile
fatica. Se coloro che a pranzo preferiscono la compagnia del proprio
sesso segnalassero il fatto appuntandosi una coccarda sull'abito, che
so, rossa per gli uomini e bianca per le donne, mentre coloro che
gradiscono una compagnia mista portassero all'occhiello un bottone
bicolore, rosso e bianco, non solo si eviterebbero imbarazzo e
equivoci, ma la sincerit del bottone riuscirebbe forse a spazzar via
una certa forma di ipocrisia sociale ora troppo diffusa. In attesa che
questo avvenga, il candore del signor Joad merita il pi alto encomio,
e i suoi desideri la pi esplicita osservanza.
5 - Secondo la signora H. M. Swanwinck, la W.S.P.U. ricevette
"nell'anno 1912 donazioni per un totale di 42.000". ("I Have Been
Young", di H. M. Swanwick, p. 189). Le spese complessive della Women's
Freedom League nello stesso anno ammontarono a 26.772 12 s. 9 d. Ma
le due associazioni erano, naturalmente, in concorrenza.
6 - "Ma, tranne casi eccezionali, la media dei guadagni delle donne
generalmente bassa, e guadagnare 250 all'anno un'impresa anche per
una donna altamente qualificata con anni di esperienza alle spalle".
("Careers and Openings for Women", di Ray Strachey, p. 70). Ci
nonostante, "negli ultimi vent'anni, il numero delle donne che
svolgono attivit professionali ha subito un rapidissimo incremento,
arrivando a circa 400.000 nel 1931, a cui vanno aggiunte le donne
scene" e sapevano che "cose del genere" esistevano. E' probabile che
tenessero nascosto il fatto di sapere; quali effetti avesse sulla loro
psiche lo sforzo di nasconderlo non possibile analizzarlo qui. Ma
che quella castit, reale o imposta, possedesse una forza enorme non
possibile dubitarlo. E' probabile che ancor oggi, prima di decidersi
ad avere rapporti sessuali con un uomo che non sia il marito, la donna
debba combattere una battaglia psicologica non indifferente con il
fantasma di San Paolo. Non soltanto la societ sosteneva la castit
con la forza del suo marchio infamante, c'era anche la legge a imporla
con la forza della pressione economica. Fino a quando, nel 1918, le
donne non ottennero il voto, "la 'legge sui figli bastardi' del 1872
fissava a un massimo di cinque scellini la settimana la somma che si
poteva pretendere, indipendentemente dalle sue possibilit economiche,
dal padre del bambino per il suo mantenimento". ("Josephine Butler",
di M. G. Fawcett e E. M. Turner, p. 101 n.). Oggi che la scienza ha a
sua volta strappato il velo a San Paolo e a molti dei suoi seguaci, il
concetto di castit stato notevolmente riveduto. Tuttavia sembra si
stia affermando un movimento per il ripristino della castit per
entrambi i sessi. In parte ci dovuto a cause economiche: affidare
la protezione della castit alla cameriera rappresenta una spesa non
indifferente per il bilancio della famiglia borghese. I motivi di
ordine psicologico per un ritorno alla castit sono ben espressi da
Upton Sinclair: "Oggi si fa un gran parlare dei disturbi mentali
provocati dalla repressione sessuale; lo stato d'animo del momento.
Dei complessi che possono nascere dalla permissivit sessuale, invece,
non si parla mai. Ma io ho constatato che coloro che cercano di
soddisfare tutti gli impulsi sessuali sono altrettanto infelici di
coloro che tutti i propri impulsi sessuali li reprimono. Ricordo un
compagno di corso all'universit a cui dissi: 'Non ti viene mai voglia
di fermarti a guardarti dentro? Tutto quello che ti circonda si
trasforma immediatamente in sesso'. Il mio amico sembr sorpreso; si
vedeva che era un'idea del tutto nuova per lui; dopo averci pensato un
po', mi disse: 'S; forse hai ragione' ". ("Candid Reminiscences", di
Upton Sinclair, p. 63). Un altro esempio dato dal seguente aneddoto:
"Nella stupenda biblioteca della Columbia University sono racchiusi
tesori di bellezza, costosi volumi di incisioni, e io mi buttai su di
essi con la consueta avidit, con l'intenzione di imparare tutto
sull'arte del Rinascimento in capo a un paio di settimane. Ma rimasi
sopraffatto da tutte quelle nudit; i miei sensi impazzivano, e
dovetti rinunciare". (Op. cit., p.p. 62-3).
39 - E' impossibile giudicare un libro dalla traduzione. Eppure, anche
tradotta, l'"Antigone" ci appare uno dei massimi capolavori della
letteratura drammatica. Si presta inoltre, se necessario, a essere
usata come strumento di propaganda antifascista. Antigone stessa
potrebbe personificare Emmeline Pankhurst, che fu gettata in prigione
per aver rotto il vetro di una finestra; oppure quella Frau Pommer
moglie di un prussiano, funzionario delle miniere di Essen, che per
aver detto: "'La spina dell'odio gi stata conficcata abbastanza a
fondo nelle carni del popolo dai conflitti religiosi, ed ora che gli
uomini di oggi scompaiano dalla faccia della terra'. ...E' stata
arrestata e processata per vilipendio dello Stato e oltraggio al
nazismo". ("The Times", 12 agosto 1935). Il delitto di Antigone era
della stessa natura e fu punito in modo analogo. Le sue parole,
TRE.