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CAP. 5 Gli altri impianti termoelettrici
1. Cogenerazione
La cogenerazione definita come produzione combinata di elettricit e di calore
1
, entrambi intesi
come effetti utili, con un processo in cascata.
La precisazione concernente lutilit del calore necessaria in quanto qualsiasi motore
termodinamico produce calore, come risultato dellincompleta conversione in potenza meccanica
della potenza termica entrante nel ciclo.
Il processo in cascata comprende essenzialmente due casistiche:
quella topping, in cui la produzione elettrica effettuata con un ciclo termodinamico ad
alta temperatura (che in genere utilizza combustibile come fonte energetica) e la produzione
termica conseguente al rilascio di calore dal ciclo;
quella bottoming, in cui il calore entrante nel ciclo termodinamico di produzione di
energia elettrica il cascame di un utilizzatore di calore ad alta temperatura.
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Il Decreto Legislativo n. 79/99 ha indicato la priorit di utilizzazione dellenergia elettrica prodotta da fonti
energetiche rinnovabili e di quella prodotta mediante impianti di cogenerazione. LAutorit per lEnergia Elettrica e il
Gas, responsabile insieme al Gestore del Sistema Elettrico dellapplicazione di tale indicazione, ha emanato il 19 marzo
2002 una delibera che stabilisce che un impianto pu essere chiamato di cogenerazione se il suo indice di risparmio
energetico IRE superiore al 5%. Tale indice esprime il risparmio percentuale di combustibile primario realizzato in un
anno solare da un impianto cogenerativo rispetto a due ipotetici impianti, uno dei quali produce esclusivamente energia
elettrica e laltro soltanto energia termica. Il consumo di combustibile di questi due impianti confrontato, a parit di
energia elettrica ed energia termica prodotte, con il consumo effettivo dellimpianto di cogenerazione. La delibera
stabilisce anche un valore minimo (15%) dellincidenza percentuale della produzione termica rispetto allenergia totale
prodotta dallimpianto, rispetto cio alla somma dellenergia elettrica e di quella termica.
La legislazione attuale riconosce alla cogenerazione alcuni benefici, i principali dei quali sono:
esenzione dallobbligo di acquisto di Certificati Verdi relativi alla quota di energia elettrica prodotta da fonti
non rinnovabili;
diritto allutilizzazione prioritaria dellenergia elettrica prodotta da impianti di cogenerazione, dopo quella
prodotta da fonti rinnovabili;
qualifica di Cliente Idoneo per il mercato libero del gas naturale;
possibile ottenimento di titoli di efficienza energetica commerciabili.
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Pertanto, in tale sistema cogenerativo esistono quattro flussi energetici rilevanti che attraversano la
frontiera tra il sistema e lambiente:
la potenza termica Q
in
sviluppata dalla combustione completa del combustibile immesso
nellimpianto (di norma con riferimento al suo potere calorifico inferiore);
la potenza elettrica netta W, primo effetto utile;
la potenza termica utile netta Q
u
, secondo effetto utile;
la potenza termica dispersa Q
diss
, che chiude il bilancio di primo principio del sistema ed
la somma delle varie dispersioni che possono essere allocate nei diversi processi presenti nel
sistema.
Vale la relazione:
diss u in
Q Q W Q + + =
La definizione di rendimento di un sistema cogenerativo non operazione univoca, poich, a fronte
di una spesa energetica rappresentata da Q
in
, vi sono due effetti utili W e Q
u
che hanno diverso
valore termodinamico ed economico e possono essere pesati in modo diverso. (Il problema non si
pone invece in una centrale elettrica, essendo presente un unico e ben determinato effetto utile,
ovvero W).
Anzitutto, bisogna dire che indici che tengono conto di solo due dei tre flussi energetici W, Q
u
e Q
in
non possono essere considerati rendimenti in senso proprio: sono solo indici utili per stabilire certe
caratteristiche dellimpianto, ma non sono certo in grado di attribuirgli un merito.
Tali indici sono:
il rendimento elettrico
in
el
Q
W
=
il rendimento termico
in
u
th
Q
Q
=
lindice elettrico
u
e
Q
W
I =
Per tener conto di entrambi gli effetti utili naturale definire un rendimento di primo principio:
in
u
I
Q
Q W +
=
Questo rendimento, sicuramente utile in termini quantitativi, ha per il difetto di attribuire lo stesso
valore ad elettricit e calore, approccio lacunoso sia dal punto di vista energetico che da quello
economico.
E allora possibile riferirsi ad un rendimento di secondo principio, definito come:
in
x
u
II
Q
T
T
Q W
+
=
0
1
in cui il calore pesato con il suo equivalente meccanico, intendendo come T
x
la temperatura media
a cui reso disponibile il calore e T
0
la temperatura dellambiente di riferimento.
Tuttavia anche questo rendimento
II
, seppure ineccepibile dal punto di vista termodinamico, ha in
genere il difetto opposto a
I
, cio quello di attribuire un valore in genere troppo basso al calore
utile (soprattutto per valori di T
x
medio-bassi) e di dare conseguentemente una valutazione riduttiva
allopportunit di effettuare la cogenerazione.
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Conseguentemente, per esprimere con un unico indice la qualit termodinamica di unoperazione di
cogenerazione, conviene operare un confronto tra i consumi energetici del nostro impianto e quelli
che si avrebbero producendo gli stessi effetti utili in assenza di cogenerazione.
I flussi di combustibile chiamati in causa sono quelli indicati in figura:
F il combustibile necessario nellimpianto cogenerativo,
F
WC
il combustibile necessario a produrre W in una normale centrale elettrica con
rendimento
elC
,
F
QC
il combustibile necessario a produrre Q
u
in una caldaia convenzionale con rendimento
thC
.
Chiamando F
C
la somma F
WC
+F
QC
, allora possibile definire un indice di risparmio energetico:
thC
u
elC
QC WC C
C
Q W
F
F F
F
F
F F
IRE
+
=
+
=
= 1 1
Questo indice esprime chiaramente quanto combustibile abbiamo risparmiato utilizzando la
cogenerazione rispetto alla produzione separata degli stessi beni: quindi il riferimento pi
opportuno per valutare la convenienza energetica in termini globali di un processo cogenerativo.
A questo concetto si ispirano altri indici utilizzati nelle applicazioni; tra questi molto diffuso il
rendimento di produzione elettrica
pe
:
thC
u
QC
pe
Q
F
W
F F
W
=
che attribuisce alla produzione elettrica solo la quota di combustibile in pi rispetto alla produzione
termica con una caldaia.
Tale rendimento
pe
facilmente confrontabile con
elC
, stabilendo come la cogenerazione consenta
di produrre elettricit con un rendimento superiore alle centrali puramente elettriche.
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2. Centrali a recupero
Nelle industrie chimiche, cartarie, tessili, alimentari si ha sovente la necessit di avere disponibile,
oltre allenergia elettrica, una notevole quantit di vapore, a pressione relativamente bassa, per le
lavorazioni. Viene allora prodotto vapore con temperatura e pressione superiori a quelle di
utilizzazione e si sfrutta in un turbogruppo, per la produzione dellenergia elettrica necessaria per lo
stabilimento, il maggior salto entalpico disponibile.
Dette:
G
v
portata del vapore inviato alla turbina,
p
2
pressione del vapore allo scarico della turbina (che pari alla pressione del vapore
alle utilizzazioni, maggiorata delle perdite di carico nelle tubazioni),
t
2
temperatura del vapore allo scarico della turbina (che sar di 2030C superiore alla
temperatura di saturazione, onde evitare che il vapore arrivi umido alle utilizzazioni),
h
2
entalpia del vapore allo scarico della turbina,
P
u
potenza elettrica netta utile,
P
a
potenza assorbita dagli ausiliari,
mt
rendimento meccanico della turbina,
a
rendimento dellalternatore,
il salto entalpico, che dovr essere utilizzato dalla turbina, sar
v a mt
a u
G
P P
h
+
=
Lentalpia del vapore allingresso in turbina dovr essere h h h + =
2 1
.
Per ricavare la temperatura e la pressione del vapore si determiner dapprima sul diagramma di
Mollier il punto 2 corrispondente allespansione teorica isoentropica che avverrebbe fra 1 e 2,
utilizzando in turbina il salto adiabatico h
ad
che maggiore di h.
Il punto 2 si trova sulla isobara p
2
in corrispondenza dellentalpia
i
ad
h
h h h h h
+ = +
2 2
essendo
ad
i
h
h
(essendo p
2
=p
3
)
+ =
2
1
3
' 4
2 3
) 1 ( ' ) 1 ( ' dT c m dT c RT m T R L
v v
Il terzo e quarto termine di questultima espressione rappresentano rispettivamente il lavoro
compiuto nellespansione 3-4 e il lavoro speso nella compressione 1-2.
Comunemente si trascura m e si pone:
R =R c
v
=c
v
=cost
Sar allora:
( ) ( ) ( )
1 2 ' 4 3 2 3
T T c T T c T T R L
v v
+ =
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( ) ( )
1 ' 4 2 3
T T c T T c L
v p
= (essendo c
p
=c
v
+R)
Si pu interpretare il secondo membro delluguaglianza come differenza tra la quantit di calore
trasmessa lungo la 2-3 e una quantit di calore supposta tolta nella trasformazione a volume
costante 4-1.
Il rendimento del ciclo risulta:
) (
) (
1
2 3
1 4
T T c
T T c
Q
L
p
v
= =
Si pu porre questo risultato in forma diversa:
=
1
1
1
1
2
3
2
1
4
1
T
T
T
T
T
T
k
(essendo
v
p
c
c
k = )
La 1-2 una adiabatica e quindi:
1
1
1
2
2
1
1
=
k
k
v
v
T
T
(essendo
2
1
v
v
= )
La 2-3 a pressione costante e quindi: = =
2
3
2
3
T
T
v
v
La 3-4 una adiabatica e quindi:
1
4
3
3
4
=
k
k
p
p
T
T
Sostituendo, si ottiene la relazione:
) 1 (
1
1
1
k
k
k
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Come noto, i motori Diesel possono essere a 2 o a 4 tempi, a seconda che il ciclo venga completato
con 2 o 4 corse di stantuffo, ovvero uno o due giri dellalbero.
Il tipo a due tempi a pari potenza ha minor peso e ingombro e maggiore uniformit della coppia
motrice. Nel primo tempo si ha lespansione ed il lavaggio con aria; nel secondo tempo
compressione, iniezione del combustibile ed accensione.
Per grandi potenze (>800 CV per cilindro) i motori Diesel vengono costruiti a doppio effetto, cio
con camere di combustione da entrambe le parti del pistone.
La velocit di rotazione varia fra i 150 e i 750 giri/min; il numero dei cilindri compreso fra 6 e 18
e la potenza massima di una unit pu raggiungere 10 MW.
I servizi ausiliari del motore possono essere azionati direttamente dallalbero oppure da motori
elettrici. I compressori e le pompe dellacqua, dellolio lubrificante e della nafta assorbono
complessivamente circa il 2% della potenza del motore.
Il raffreddamento dei cilindri effettuato in circuito chiuso con acqua servizi refrigerata da acqua di
mare o di fiume; le necessit di acqua di raffreddamento sono notevolmente inferiori a quelle delle
centrali a vapore. Lacqua pu anche essere raffreddata in ciclo chiuso con apposite torri di
raffreddamento.
Il deposito combustibile consta di appositi serbatoi sistemati allesterno delledificio della centrale.
Per lavviamento necessario un impianto ad aria compressa, che deve avere una riserva daria in
serbatoio sufficiente per garantire lavviamento anche dopo un lungo periodo di fermata.
Laccoppiamento col generatore sempre rigido.
Per ridurre le irregolarit di tensione dovute alla coppia variabile del Diesel, se in servizio separato,
e per ridurre le oscillazioni della potenza erogata in parallelo con la rete, si deve richiedere per il
gruppo elettrodiesel un piccolo grado di irregolarit (rapporto fra la differenza della velocit
massima e minima in un giro e la velocit minima).
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Se il momento dinerzia delle masse rotanti (compresa quella del generatore elettrico) non
sufficiente a ridurre il grado di irregolarit al valore desiderato, occorre aumentarlo artificialmente
dotando il gruppo di volano.
I generatori diesel sono in genere utilizzati per alimentare servizi elettrici privilegiati, intervenendo
in presenza di black-out. Sono altres molto impiegati per lelettrificazione di aree rurali lontane
dalla rete principale, soprattutto nei paesi del terzo mondo e in quelli in via di sviluppo.
In impianti di cogenerazione possono raggiungere rendimenti significativi, ottenendo vapore con il
recupero del calore posseduto dai gas di scarico e acqua calda tramite il raffreddamento dei cilindri
del motore.
Negli ultimi anni il progressivo calo dei costi degli impianti a fonti rinnovabili ha portato ad un
ricorso sempre pi frequente a queste tecnologie per alimentare gruppi dutenze o piccole reti locali
situate in aree remote. Data laleatoriet delle fonti rinnovabili, poi opportuno associare ad esse
impianti in grado di garantire la continuit del servizio, quali i generatori diesel, realizzando in tal
modo sistemi ibridi. La pi generale configurazione di un sistema ibrido comprende una o pi unit
di generazione a fonte rinnovabile (generatore fotovoltaico, eolico, idroelettrico), una o pi unit di
generazione convenzionale (diesel), un sistema di accumulo (meccanico, elettrochimico, idraulico),
sistemi di condizionamento della potenza (inverter, raddrizzatori, regolatori di carica), un sistema di
regolazione e controllo. Rispetto ai sistemi isolati che impiegano solo fonti rinnovabili, i sistemi
ibridi consentono di realizzare impianti di taglia maggiore, riducendo le dimensioni del sistema di
accumulo e il rischio di fuori servizio.
Fino ad ora il modo pi comune per esercire gli impianti ibridi stato quello di considerarli come
un accrescimento della potenzialit dellimpianto diesel.
Recentemente si sta diffondendo anche la tendenza a progettare sistemi ibridi nei quali le fonti
rinnovabili e laccumulo forniscono fino all80-90% dei fabbisogni energetici, lasciando al diesel la
funzione di soccorso. Naturalmente un impianto con queste caratteristiche richiede maggiori costi di
investimento e pu essere conveniente laddove lapprovvigionamento dei combustibili oneroso o
inaffidabile.