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MUSEKE - 2
Adotta una famiglia burundese che adotta
Nuova operazione di solidarietà di Museke
C
hi opera nel volontariato, soprattutto nelle
Missioni, e viene a contatto diretto con le
condizioni di vita impossibili delle popola-
zioni provate dalla guerra e quindi dalla fame, dalla
violenza,dall’abbandono,si rende conto che ciò
che si fa è di gran lunga troppo poco rispetto
alle necessità.
Perciò cerca di trovare nuove alternative di
aiuto e di organizzare interventi sempre più
mirati a garantire nuova vita almeno accet-
tabile.I più colpiti dalla tragedia della guer-
ra sono i bambini ed è a loro che tante or-
ganizzazioni cercano di tendere una mano.
In Burundi, dove il Gruppo Operazione Mu-
seke è tornato a operare per ricostruire
quanto è stato distrutto, molti sono i bam-
bini soli, che spesso vagano affamati e
senza meta, in cerca di aiuto. Vengono
raccolti in orfanotrofi che non dispon-
gono di mezzi e sostengono al me-
glio questi fanciulli ai quali però non
possono garantire un futuro.
Ecco allora il desiderio del Gruppo
Museke di non interrompere quel
filo diretto che lo lega al Burundi e
di venire in aiuto non solo nella rico-
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Perché ritornare in Burundi?
G
li avocado, le papaie, i man-
ghi non maturano sugli albe-
ri.
La natura non è rigogliosa; non ci so-
no più piante ed anche per questo
non piove da nove mesi.
A fine settembre tutto è secco, arido
e desertificato.
La gente è come la natura,non vive più
come prima. Il conflitto che ha avuto
il suo tragico apice nel 1993 non pare
ancora terminato: le case sono state
bruciate, i villaggi e i campi abbando-
nati, non c’è più scuola né lavoro.
Mancavo dal Burundi dal 1985, allor-
ché tutti i missionari stranieri furono
espulsi, ma fortunatamente il centro
di Museke ha continuato nel suo ser-
vizio sanitario e nelle sue attività di morti che vivi, sfiniti dalla fame, pie- nostra attenzione alle persone più in-
foyer, di ospitalità e di alfabetizzazio- ni di vermi intestinali e traballanti per difese come i bambini, continuando
ne. le febbri malariche. del resto una sensibilità sempre pre-
Sono testimone di una situazione pe- Causa il coprifuoco,non ho potuto al- sente a Museke.
sante, forse peggiore di quella di lontanarmi troppo dal nostro centro, Ecco allora l’idea del Progetto
trent’anni fa quando Museke comin- ma già per il fatto di essere là, la gen- NDERANSEKE (educami, così sarò
ciò la sua avventura. te prende coraggio. felice) che unisce, nella lingua locale
Ne conosco le cause ma so anche che Non posso deluderli! Le centinaia di kyrundy, l’educazione alla gioia, alla
non può durare; come cristiano e uo- bambini abbandonati o letteralmente felicità, al “sorriso” di Museke.
mo di Dio so che la guerra finirà, che “accatastati” in orfanotrofi, privi del Si tratta di una operazione di adozio-
la giustizia e la pace torneranno a necessario, ti interrogano. ne a distanza che desidera interveni-
splendere in Burundi. Non puoi non far qualcosa, ecco al- re sulla famiglia che ospita un bambi-
Nel frattempo resta la spada confic- lora la decisione. no abbandonato perché possa essere
cata nel cuore vedendo mamme che La stagione delle strutture può esse- educato e culturalmente integrato.
portano alla missione bambini più re finita... dirigiamo direttamente la r.l.
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Progetto “NDERANSEKE”
l progetto NDERANSEKE stimoni dell’efficacia delle
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Rendiconto della gestione 2000
ENTRATE Il periodo trascorso a Gitega per la realizzazione del
• Per offerte L. 40.203.110 progetto ora commentato ha dato modo di constatare
• Proventi finanziari direttamente quanto gia’ ci aveva ampiamente illu-
netto di oneri L. 5.964.751 strato mons. Simon Ntamwana l’arcivescovo che nel
• Totale L. 46.167.861 settembre del 1998 fu ospite della nostra associazio-
ne, in particolare lo stato di precarieta’ e di abbando-
USCITE no in cui versano un enorme ed imprecisato numeri
• Per progetto Gitega (Burundi) L. 245.058.574 di bambini orfani.
• Per spese promozionali L. 6.000.000 Questo ha sollecitato il consiglio a considerare qua-
• Per solidarietà Kosovo L. 6.000.000 le azione programmare per fare qualcosa che possa
• Per telefono e fax L. 1.137.200 aiutare questi “ultimi dopo gli ultimi” ed e’ stato deli-
• Per Bolli cancelleria ecc. L. 3.408.400 berato di procedere per attuare ed incentivare l’a-
• Per oneri finanziari L. 3.511.012 dozione a distanza delle famiglie locali che si faranno
• Parziale L. 218.947.325 carico di accogliere questi orfani di strada.
• Disavanzo di gestione L. -172.779.464 Per dare avvio al progetto come associazione si e’
• Totale L. 46.167.861 deliberato di interessare 25 famiglie burundesi e que-
sto per consentirci di mettere a regime un minimo di
Il disavanzo di gestione e’ stato coperto con le ec-
struttura organizzativa con riferimenti locali che sa-
cedenze degli esercizi precedenti.
ranno i nostri corrispondenti e permettere quindi di
Quanto al progetto Gitega si rammenta che fu por-
espandere a macchia d’olio (questo almeno ci si au-
tato all’attenzione dell’associazione allorche’ si stava
gura) questa forma di intervento adottivo familiare
concludendo quello in Guatemala.
Il Consiglio del 22/9/1998 delibero’ infatti di pren- che riteniamo, meglio di qualsiasi orfanatrofio possa
dere in esame la situazione del centro “storico” di Gi- ricostituire l’appartenenza del bambino nel nucleo na-
tega realizzato circa 30 anni orsono da quello spirito turalmente piu’ qualificato: la famiglia.
missionario e di volontariato che diede poi il nome E’ un impegno nuovo per il nostro Gruppo e con-
“Museke” alla nostra associazione. fidiamo nella sempre maggiore sensibilita’ di ognuno
I fabbricati sono rimasti praticamente privi di ma- affinche’ sia posibile ridare “Museke” a quei bambini.
nutenzione ed il dispensario e’ diventato di fatto fati- Il Consiglio Direttivo
scente proprio nel momento in cui se ne sente mag-
giormente la necessita’ a motivo del fatto che l’ospe-
dale esistente in loco da struttura governativa e’ di-
ventato privato con costi, per accedervi, fuori dalla
portata dei piu’.
Un sondaggio sul posto da parte dei nostri volontari
ha fatto emergere il piano di intervento con costi e prio-
rita’che il consiglio ha approvato in successive delibere
e che ad oggi risulta essere stato portato a compimento
con il seguente consuntivo che comprende anche gli ul-
timi costi sostenuti nel 2000 oltre a quelli evidenziati nel
rendiconto del 1999 sopra specificato:
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Cultura africana ed educazione
Nella recente storia culturale dell’Africa si sono succeduti il modello educativo tradizionale, coloniale, fun-
zionale. Oggi il continente è alla ricerca di un nuovo modello che unisca rispetto del passato, benessere per
il presente e consapevolezza della mondializzazione dei problemi.
L
a cultura africana, centrata sul gli anni Sessanta, anche i modelli edu-
concetto di “tradizione”, è cativi cambiano.Vi è la riscoperta del-
profondamente disponibile al- la tradizione culturale africana, si
l’educazione: bisogna sapere ciò che diffondono gli studi scientifici e tecni-
hanno fatto e pensato prima di noi! ci, nascono le università locali.A livel-
Nel più sperduto villaggio della sava- lo di base, adattano all’Africa le idee
na o della foresta, i bambini vi mostra- del pedagogista brasiliano Paulo Frei-
no con orgoglio il loro quaderno re (1921-1997),viene introdotta la co-
(quando l’hanno) o la lavagnetta (can- siddetta educazione funzionale. I nu-
cellabile e riutilizzabile) con le loro merosi volontari delle Organizzazioni
composizioni. Le poche università Non Governative (ONG) ne divengo-
africane (neanche 100 per 700 milio- no i principali sostenitori: partire dal-
ni di abitanti) traboccano di studenti. la situazione concreta delle persone
Il problema “culturale” dell’educazio- (soprattutto dalla famiglia e dal lavoro
ne in Africa,oggi (lasciando da parte le agricolo), per renderle, attraverso l’al-
altre questioni: economiche, politi- fabetizzazione, maggiormente co-
che, sociali), è quello dei contenuti e scienti delle proprie possibilità di svi-
delle finalità: cosa insegnare? In vista luppo e di benessere. Negli anni No-
di quale idea di persona e di società? vanta, lo sprofondamento politico so-
L’educazione tradizionale, prima del popolo colonizzatore (storia, geogra- ciale del Continente nero, provocato
colonialismo, nell’Africa a sud del fia, letteratura, religione della metro- dai conflitti interni e dalla globalizza-
Sahara, non si impartiva nelle scuole, poli e non del paese africano), dove zione selvaggia dell’economia, mette
con l’eccezione dei villaggi islamiz- l’educazione è finalizzata a favorire in crisi anche questo metodo.Esso vie-
zati del Sahel o cristianizzati dell’E- gli interessi della nazione colonizza- ne accusato, insieme col volontariato
tiopia, dove si insegnava il Corano e trice.Nelle colonie francesi e belghe, che lo sostiene, di favorire una “visio-
il Catechismo. I ragazzi imparavano in genere, viene curata l’educazione ne micro-economica dello sviluppo.
tutto in famiglia: il lavoro casalingo di base per tutti, gli inglesi si preoc- Small is beautiful” (rivista “Dialogue”,
per le femmine e agricolo per i ma- cupano soprattutto di formare una marzo-aprile 2000, p.37).
schi, i riti religiosi, la cultura degli an- classe intermedia efficiente. Non basta, dicono i critici, educare a
tenati. Pochi giovani (maschi) segui- Con l’avvento dell’indipendenza, ne- partire dai problemi quotidiani della
vano particolari corsi di apprendi- gente, ma occorre partire anche dal-
mento: gli artigiani (soprattutto del la consapevolezza dell’ingiusta distri-
ferro), i guerrieri, i guaritori e gli in- Far conoscere ai tuoi amici buzione planetaria delle risorse e del-
dovini, i depositari degli antichi poe- il nuovo progetto NDERANSEKE le storture del commercio interna-
mi e dei rituali regali che erano ob- del gruppo Museke. zionale.
bligati a ricordare perfettamente a E’ una operazione Africa in crisi,ma anche Africa madre
memoria. L’obiettivo era il perpetua- di adozione familiare a distanza. di speranza. Le istanze presenti nei
re la vita del gruppo, ricevuta dagli Tante persone generose modelli educativi che si sono succe-
Antenati e trasmessa alle nuove ge- desiderano donare... duti nel tempo,dovranno trovare una
nerazioni. forse non conoscono sintesi.
A partire dalla seconda metà dell’Ot- o non si fidano. Faticosamente sta nascendo l’uomo
tocento, l’educazione coloniale scar- Distribuisci il nostro depliant africano,radicato nel passato e preoc-
dina questo sistema. Vengono orga- e sostieni l’iniziativa. cupato del presente del suo popolo,
nizzate scuole di tipo europeo, dove ma insieme capace di leggere i pro-
E’ un modo di prolungare
si insegna a leggere e a scrivere in lin- blemi sul più ampio scenario delle vi-
la gioia del Natale
gua locale e in lingua coloniale, dove per tutto l’anno. cende internazionali.
i contenuti riflettono la cultura del Gabriele Scalmana
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Catechesi natalizia per i più piccoli
Gioco 2
Seguendo le «funi» trasporta le lette-
re riportate dentro le stelle nei corri-
spondenti quadrati. Leggendo in suc-
cessione le lettere che compariranno
nei quadrati, potrai conoscere la pa-
rola che dovrai scrivere nello spazio
puntinato della pagina successiva.
Gioco 1 drettato. A lavoro ultimato, leggen- potrai conoscere il vocabolo che do-
Scrivi (in senso orizzontale) le rispo- do (dall’alto verso il basso) le lettere vrai scrivere nello spazio puntinato
ste ai quiz dentro lo schema qua- che compaiono nelle caselle grigie, della pagina successiva.
GRUPPO OPERAZIONE MUSEKE O.N.L.U.S. - Via Brescia, 10 - 25014 CASTENEDOLO (BS) - ITALY
Tel. 030/2130053 - Fax 030/2130044 - c/c postale 15681257 - c/c bancario: 27499 - Banco di Brescia
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