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CAMUSEKE NOTIZIARIO DEWASSOCIAZIONE MUSEKE ONUUS ~ Via Brescia, 10 - 25014 CASTENEDOLO (Brescia) ITALY Tel. e Fax 030.2130053 - Cell, 349.8832835 ‘ANNO IV"-N. 11 - NATALE 2009 “Poste liane Sp.A.- Spedizione in abbonamento postale - Dl. 363/2008 (conv. nL. 27/02/2004 n46) art. 1, comma 2 DCB Brescia” Gosil, Eoyfanva cdicie di Dig Non nascondermi il tuo volto che mi affascina e ‘mi incanta. Uno sguardo che fissando Valtro lo ama; lo chiama alla sequela, lo salva. Un volto che irradia la gloria di Dio a Betlemme, che imprime la sua effige sul fazzoletto di Veronica jcona), che brucia il lenzuolo della Sindone con la Luce di Pasqua, infatti “il suo volto brilld come il sole” (Me 9,3). Un volto che da vita;non fa morire come quello della Gorgona (=Medu- Sa) né che si autodistrug- ge contemplandosi come quello di Narciso. [= volto Signore io cerco (Salmo 27). Gi sono volti che ricono- sciamo subito, perché ci sono quotidiant, familiart. A volte riconosciamo un ‘amico anche da lontano, anche di spalle in mezzo @ tanta gente: per il suo modo di camminare, per alcuni movimenti tipi ci, caratterizzanti, indi- ‘menticabili e inconfondi- bili per chi @ caro. Ci sono volti in cui riconosciamo fisionomie, come quelle dei genitori nei figh, o dei fratellt tra loro. Ci sono volti in cui abbiamo impa- rato a riconoscere stati d’animo: anche quando le parole dicono altro, per uno sguardo attento 0 legato da affetto, nei volti si pud imparare a riconoscere Ja verita del vissuto interiore. Soprattutto quando la conoscenza, il legame reciproco dura da tanto tempo. Natale ci presenta un volto, Il volto di Dio che si fa bambino, per amore. B possibile riconoscere Dio, in un bambino? Strano per chi pensa all’autosufficien- 2a, difficile per chi cerca potere, impossibile per chi ba perso le coordinate dell’amore, rivelazione per tutti coloro che st riconoscono bisognosi di Salvezza. Quando vedro it volto di Dio? (Salmo 42) Non nascondere il tuo volto al tuo servo (Salmo 69 e 143) perché se na- scondi il tuo volto, vengo ‘meno (Salmo 104). Contemplerd il tuo volto Galmo 17) nel giorno senza tramonto ma nel frattempo tu Figlio di Da- vide mi rivelt il tuo volto nelle persone che sono state create a immagine esomiglianza Tua.Si per ch’ il volto identifica la persona, ne riflette senti- ‘menti, desideri, atteggia- ‘menti e speranze. Nelle persone vicine e lontane, soprattutto in quelle pitt povere e sole noi possiamo contemplare lEpifania del Volto di Dio Amore che si fa Emmanuele, Dio con noi, perché a nostra volta possiamo, attraverso il nostro volto ri- specchiare quello che siamo, manifestazione di un Dio che si fa uomo per trasfigurare ogni volto in sorriso di condivisione e di speranza. Di solidarieta e di pace...agli uomini di buona volonta. Buon Natale. don Roberto Anche le structure home 40 Gnd... fondazione della nostra associazione abbiamo pitt volte rievocato le att: vita ele opere realizzate da Museke in questi lunghi anni di presenza in terra Africa Una delle prime strutture sorte a Gite ‘ga stata la Casa Museke, che ha quindi quarant’anni di vita Ora il peso degli anni si fa sentire, vuoi I: ‘occasione del 40° anniversario di perché il materiale usato spesso non cra dei pit resistenti, vuoi perché in tutti questi anni fa costruzione non hia subito innovazioni radicali, se non qualche ur gente e rapida riparazione. Ora il tetto fa acqua e per non trovarsi pozzanghere in casa, durante le grandi piogge, le suore Bene Mariya, che ci vivo- no, devono ricorrere ai classici“secchi” di raccolta, Alcuni muri maestri presen- tano pericolose crepe e vanno abbattuti Cesarina che in questo periodo si trova Jageitt ci documenta la situazione invian- doci fotografie T bagni non sono pitt decorosi ed_effi- cienti e necessitano di una soluzione in- novativa, perché sia le suore sia i volon- tari che spesso vengono ospitati,trovino ‘un minimo di comfort ¢ di benessere. Limpianto elettrico non a norma,alcu- ni fli sono “volanti’: per questo, € non solo, spesso Ie comunicazioni si inter- rompono, le stampanti non funzionano a svantaggio dei necessari e a volte ur- sgenti contatti con I'Italia La Casa quindi & da ristrutturae com- pletamente:il geom Salvalai Pietro & Varchitetto Lombardi Stefano, di Caste- nedolo, stanno esaminando la situazione € valutando il modo migliore di reperire ilmateriale necessario ad un prezzo con- veniente: se in Burundi meno caro, si acquista laggiit, se conviene acquistarlo in Italia lo si spedisce con il container, se poi qualche ditta volesse offre tale materiale a prezzi “stracciati” 0 addirit- ‘ura donare, meglio ancora 1 lavori stanno iniziando. I costi sono notevoli sostegno a questa iniziativa pud essere inviato tramite c/cp con la causale: Casa Museke ‘Vogliamo ricordare, non senza un pizzi co dirimpianto, che questa Casa ha visto ppassare un numero infinito di missiona- 1i_che sostavano pet uno 0 pita giorni € ‘qui trovavano un ambiente confortevole famigliare, tanto che la casa era stata ‘chiamata la"Piccola Betania’”:rapprescn- tava una pausa di ristoro e di riposo per la mente € lo spirito. Inoltre i numerosi volontari che si sono succeduti negli an- ni per realizzare le varie strutture € le volontarie che si dedicavano allaspetto ‘educativo, sociale ¢ medico della popo- lazione avevano qui un punto di riferi mento € ritrovavano , in parte, la loro ‘casa Jontana, Amalia Adezton a distanza: athe damere Non sono solo atti di volonta, di fede, di carita. Sono un vero atto ‘damore/Amore.Ltho capito quan- do mi 2 arrivata, in questi gior ni, la fotografia di Janvier, “il mio cioccolatino”. In questo pertodo di Auvento, mi fa pensare ad un pic- colo Gesit Bambino nero, alto un soldo di cacio, con gli occhioni da cerbiatto spaventato, una tutina e ipiedi .. nudi. Guardo e riguardo ta fotografia e ‘mi verrebbe voglia di coccolarlo, di dirglisei il pitt bel bambino det ‘mondo. Spero per te un futuro vivi- bile e in cui ct sia posto per la spe- ranza’. Ma, guardando la scheda allegata, mi rendo conto di quanto sia difficile realizzare questo sogno. Leggo: “Nel 2008/09 frequenta la scuola materna A. Barelli.Il bimbo 2 vivace e si esprime bene. La fami- glia vive in difficolta. Non hanno terra per coltivare: allorché senza terra é difficile vivere”. Certo, tante persone come me si impegnano ad alleggerire la diffi- colta del vivere di quelle famiglie, ‘ma quanto di piit si potrebbe fare se le parole uguaglianza, fraterni- ta, condivisione della deila Terra, fossero una realta concreta, se i Potenti con le loro grandi missioni ed altisonanti proclami non le fa- cessero diventare solo parole vito- te... Intanto, migliaia di bambini come Janvier vivono di “adozioni a distanza’. Ed allora ritornano i grandi temi di sempre: quelli della giustizia e della carita, a cui nessun uomo, tanto meno i Potenti, dovrebbe es- sere sordo, Eppure il Cristo ba det- to:"Qualunque cosa fate ad uno di ‘questi piccoli , Vavrete fatto a me”. Per fortuna esistono associazioni come Museke (e cosi tante altre), volontari... mighiaia di persone che nel silenzio e nel nascondimento cercano di amare i pitt sfortunati, come Sr Cecilia che segue Janvier e Ja sua famiglia. Ho inserito la fotografia di Janvier nel libro di preghiere che fu di mia madre @ il primo ‘Amen Alleluia” firmato da mons. Morstabilini da- tato 1979) ed ora appartiene a ‘me. Cosi preghiamo insieme ed, in- sieme, speriamo in un futuro pitt giusto, basato davvero sull’Amore ersonale e sociale, Ester Casalotti 4 MUSEKE - 2 ‘evento del 40° dit fondazione di Museke mi ha molto coin- fvolto, sia perché ha costituito un traguardo importante della mia vita missionaria, sia perché mi ha ti portato indietto nel tempo, facendo affiorare alla memoria ricordi ora belli, ora angoscianti, sia perché mi ha costretta a fiflettere su quanto realizzato in questi lunghi anni, cer cando di valutare obiettivamente Voperato per trarne insegnamenti per il futuro. Mi & sembrato giusto dare risalto a questa eccezionale cit costanza, preparando una serie di manifestazioni ed ecco che alcuni mesi prima dell'avvio dei festeggia- menti, lapparato organizzatore si & messo in moto, coinvolgendo un notevole numero di persone, alle quali, ndistintamente, desidero indi- rizzare il mio grazie pitt vivo. Ciascu- no, nel proprio ambito ¢ secondo la a propria competenza e disponibilita, ha contribuito a rendere efficace € coinvolgente ’evento. Aleuni, soprattutto sacerdoti, ac- cogliendo il nostro invito, hanno affrontato anche il disagio di un viaggio (ne cito alcuni: mons. Ga- briel dal Guatemala, mons, Beschi da Bergamo, padre Albanese da Roma, il prof. Canziani da Milano). Le loro relazioni, nelle duc serate previste, hanno rappresentato Vaspetto cul turale delle manifestazioni, fornendo spunti per approfondire ¢ meditare sul tema della missionaricta, Sono intervenuti i componenti del gruppo Kolon Kandi che con le lo- ro danze e musiche hanno costituito il momento piacevole e rilassante coinvolto anche le scolaresche, tra- smettendo loro un messaggio di pos- sibile convivenza multietnica Mié caro ricordare € ringraziare pa- renti, amici ¢ tutti quanti hanno ac- colto le varie proposte,partecipando con emozione ¢ interesse; un grazie riconoscente a coloro che hanno vo- Iuto lasciare un segno tangibile della loro presenza, con offerte a favore della associazione Tutti mi sono stati vicini con parole di plauso ¢ di inco- raggiamento, Il cammino che ho intrapreso deve ssere, ora, percorso da persone gio- Vani, piene di entusiasmo, di energia, di coraggio. Sarei felice di passare lo- ro il testimone. Voglio concludere trascrivendo la didascalia dell immagine finale della mostra fotografica “un'alba di ener gia”’: ..per continuare a far fiorire Museke ci vogliono nuovi volti, nuo- vi cuori, Ci vogliono, sembrerebbe, tante cose, ma - come scrive San Pa- olo ~ ne basta anche una sola che si chiama semplicemente Amore. Auguri a tutti di un Natale di soli- darieta e condivisione. Cems cast. « cen of, fare te siUhuppe Riflessioni dopo 40 anni di cooperazione olitamente, quando un orga- nismo impegnato nel volon- ‘tariato 0 nella cooperazione allo sviluppo organizza una mostra © un'esposizione, desidera portare a conoscenza del pubblico - anche at- traverso pannelli fotografici o filma- ii progetti realizzati il lavoro svol- to, i viaggi dei volontari, ecc. Alme- no in parte, cosi abbiamo fatto pure noi per la recente ricorrenza del nostro primo quarantennale. Cre- do, tuttavia, che - oltre ad illustrare i dettagli delle iniziative in cui oggi & coinvolta Museke - forse a qualcu- no potrebbe inte- , ressare qualche riflessione sulla parte che sta a monte di cid che sivede nei filmati € nelle fotografie, sulla fase che pre- cede non solo la realizzazione sul campo dei pro- getti, ma pure la loro redazione Intendo —riferir- mi al momento in cui si decide cosa, dove, come © con chi fare quello che” poi effettivamente facciamo, almeno in una piccola associazione come Ja nostra, Chiunque abbia un mini mo di esperienza, sa che le aspet- tative, le sollecitazioni sono molte ¢, anche se - come ci ha ricordato Valeria Boldini nel suo intervento alla tavola rotonda - non dobbia- mo avere la presunzione di sapere € poter risolvere tutti i problemi del mondo, spesso si cerca di non far tardare troppo la nostra risposta ad una richiesta di aiuto.Anche perché, a forza di riflettere e discutere, pud capitare di deviare un po’ alla volta sul lato opposto della strada, finen- do col passare oltre, ol passare del tempo - sono ormai circa 20 anni che faccio parte di Mu- seke - mi sono perd reso conto che questa @ la fase che spesso, se non proprio trascurata, viene solitamen- te passata di slancio senza indugia- re troppo su dubbi ¢ domande che sembrano solo far petdere tempo; tempo che, per chi & nel bisogno, costituisce una variabile non nego- iabile E quisi apre un primo grosso dilem- ma: quello della scelta tra interven- ti legati all’emergenza da un lato € Progetti che invece puntano sulla cooperazione allo sviluppo dall’al- tro. Pare che, nel panorama com- plessivo degli interventi di aiuto ai acsi in via di sviluppo, la grossa po- sta in gioco degli ultimi 10-15 anni non siano pitt i progetti di coope- razione a medio-lungo periodo, ma aiuto umanitario, ’emergenza, una specie di“pronto soccorso” mondia- Je che magari serve si ad evitare ca- tastrofi peggiori, ma presta il fianco a ogni sorta di strumentalizzazione: chi decide qual’ emergenza pit. urgente? E quanto dura un’emer- genza? Ho letto del clamoroso caso del Burundi (per restare in un’area geografica che ci é familiare) il cui governo nel 1999 ha creato dal nul la 50 campi profughi, deportandovi con Ia forza 350.000 persone per poter ricevere in cambio 42 milioni i dollari in aiuti umanitari! Fatte le debite proporzioni, Valter: nativa fra emetgenza e sviluppo & un dilemma anche per una piccola associazione come la nostra ¢ se sia- mo consapevoli che occorre capire bene la differenza, non sempre, nel- la realta, nell’operare quotidiano & facile distinguere ¢, soprattutto, de- cidere come comportarsi. Faccio un e esempio. Come molti di voi sanno, fra i pro- getti nel cantiere di Museke c'é stata € ©’ ancora la costru- zione, l'organizzazio- ne € la gestione orfanotrofio a Gitega. Non senza errori di valutazione anche da parte nostra abbiamo cercato di sostenere un centro in cui al une aspiranti suore, molto semplici € con un limitato grado diistruzione, tentava- no generosamente di, accogliere orfani abbandonati. Quan- do siamo arrivati ci & sembrato che la prima cosa da fare fosse dotare il centro di un’ade- guata struttura, con servizi igieni- ci, cucine, lavanderia, ecc. perché i bambini ci sembravano raccolti pitt che accolti e, in pratica, lasciati in condizioni pietose, non solo senza stimoli educativi (almeno secondo il nostro metro di giudizio) ma pure senza la garanzia di pasti regolari, assistenza medica, vestiti. Terminata Ja struttura ci siamo accorti che le suore € le loro collaboratrici tende- vano semplicemente a continuare come prima, soltanto aumentando il numero dei bambini inseriti nel 4 MUSEKE - 4 centro © questo stava facendo rap damente vanificare il nostro intento di migliorare la qualita del servizio offerto, parendoci insufficiente ¢ gravemente deficitaria Passistenza prestata in precedenza con buo- na volonta si ma - a nostro avviso = poco buon senso, Per farla breve, nella redazione del progetto abbia- mo deciso di imporre un tetto mas. simo al numero di bambini accolti ¢ assistiti presso il Centro, Ma alla do- manda postaci da Cesarina: “allora cosa devo fare quando, come & capt tato pid di una volta, ho trovato dei neonati abbandonati davanti all’en- trata dell orfanotrofio? Se ho gia rag. giunto il tetto massimo di presenze devo lasciar perdere?”. Dico subito che, durante i nostri consigli, le di scussioni sono state molte ma le ti sposte precise poche. ‘Torno al punto da cui sono partito: sulla base di quali criteri decidiamo, in conereto, cosa fare? E con chi, dove € come? Mi ha colpito quello che ho sentito dire sempre ad una delle tavole rotonde organizzate da Museke Io scorso novembre: aiuto pitt efficace & quello che mete il destinatario nelle condizioni di non averne pitt bisogno. Questo vuol dire che c’é un tipo di aiuto che, pur apparendo tale, non funziona, crea problemi anziché risolverli. Anche qui azzardo un parallelo tra la limitata esperienza della nostra associazione, che non penso molto dissimile da quelle di altre decine nella sola nostra Provincia, ed il pit vasto orizzonte degli aiuti pubbli- ci ai paesi in via di sviluppo, della cooperazione internazionale bila: terale € multilaterale, governativa € non governativa, Molti di voi avran- no senz’altro gia sentito la famosa battuta, attribuita a Peter Bauer, un economista di origini ungherese, secondo la quale il flusso di aiuti ai pacsi poveri non fa altro che toglie- re denaro ai poveri dei paesi ricchi pet darlo ai ricchi dei paesi pove- ri. E’ una frase ad effetto ¢, natural- mente, non si pud fare di ogni erba un fascio ma, anche ammesso che si debba interpretare _unicamente come una provocazione ¢ che sia da intendersiriferita soprattutto agli aiuti governativi (come per es. quelli stanziati dal nostro MAE che utiliza per la cooperazione i soldi dei contribuenti, col sottinteso che generalmente i poveri sono pit dil genti nel pagare le tasse), c’& di che riflettere © non solo sugli sprechi. Ma pure sulla scelta della destinazio- ne degli aiuti (ricordo che la legge 49 del 1987 che disciplina la coo- perazione la definisce, al suo artico- lo 1 “Parte integrante della politica estera dell'Ttalia”). E soprattutto sui risultati effettivi Analizzando interyenti su_ grande scala pitt di un osservatore ha sol evato il dubbio che molte, troppe volte (tanto pitt quanto ci si allon- tana dalle politiche di sviluppo per Iasciarsi assorbire dall'emergenza) il risultato finale degli interventi di sostegno ai paesi in via di sviluppo, determina un aumento anziché una diminuzione della dipendenza dalle risorse che provengono dall’ester- no, Massicci ¢ improvvisi finanzia- menti servi ranno anche a costruire (nel migliore dei casi) scuole ed ospedali ma a volte, quan- do il flusso si interrompe. lasciano alle proprie spalle un tessuto so- ciale ed eco- nomico scon- volto, perché in quel breve periodo @ stata spesa una cifra superiore di tutta la regione per dies ricordo il Ruanda nel 1995, Non ho gli strumenti né le com- petenze per valutare la fondatezza dell'accusa lanciata anche di recen- te dalla economista Dambisa Moyo (che forse ha ayuto pit risonanze di altre perché proveniente da una studiosa africana, nata € cresciuta nello Zambia). La Moyo ha scritto un libro intitolato “Aiuto mortale - Perché gli aiuti non funzionano € qual @ la soluzione migliore per Africa” nel quale sostiene che «gli aiuti occidentali all’ Africa hanno avuto il solo effetto di trasformare una terra git povera in una ancora pitt povera. Oggi il 50% degli aftica- ni vive con meno di un dollaro al giorno, vent’anni fa la percentuale eta la meta» Per conto I'India, il cui governo nel 2004 chiese all’ occi- dente di smettere di inviare aiuti, da allora & diventata uno dei pit stra ordinari esempi di sviluppo del pia- neta. Qual é il meccanismo per cui gli aiuti si trasformano in un danno? Anche a prescindere dal rilievo che non pochi quattrini finiscono in re- alta nelle tasche di dittatori spregit- dicati € sanguinari anziché essere distribuiti alla popolazione, gli aiuti possono determinare un meccani- smo assistenziale che demotiva rende pitt difficile assumere iniziati ve di vero sviluppo, di vera crescita Fino al punto estremo di inibire il cambiamento perché la condizione attuale @ quella che pitt conviene festare sottosviluppati perché cosi arriveranno presto altri aiuti, ¢ poi altri ¢ poi altri Personalmente non sarei cosi pessi mista. Per quello che io posso capi- fe, questa a me sembra una visione estrema € manichea ma, allo stesso tempo, non me la sento di liquidarla come semplicemente campata per aria Che c'entra tutto questo con il lavo- ro fatto dalle piccole organizzazioni di volontariato come Museke? Per carita, se anche abbiamo commesso degli errori, non credo che, come associazione, abbiamo sensi di col pa da rimuovere. I nostri sostenitori ¢ volontari vanno giustamente ficti per il tempo, il lavoro € Ie risorse che con generosita ¢ disinteresse hanno dedicato a persone che che, solo per il fatto di essere nate altro- ve, hanno meno opportunita di noi, Ma direi che, per chi ha la responsa- bilita di decidere come, dove, a favo- te di chi iniziare un nuovo progetto, le critiche cui ho accennato, lungi dal diventare un alibi del disimpe- go, possono diventare un monito a non dare nulla per scontato ed a fare attenzione, anche nel nostro piccolo, anon cedere alla tentazio- ne di assumere il ruolo del bene- fattore munificente che clargisce frettolosamente senza chicdersi se Velemosina gratifica pitt chi la fa che non chi la riceve Anche per questo nell'aggiornare il nostro Statuto pochi anni fa abbia- mo indicato fra gli scopi associativi “Vaiuto ¢ la promozione umana del le persone piti deboli e indigenti, nel pieno rispetto delle loro identi- ta culturali ¢ religiose, per favorire € incentivare lo spirito di iniziativa personale € di autoresponsabilita”. ‘Abbiamo perd anche indicato come ulteriore obicttivo “la formazione la promozione umana di volontari disponibili a condividere esperien- ze © progetti con le persone pit bisognose ¢ ad approfondire il con- fronto fra realti quotidiane ¢ condi Zioni di vita nei paesi sviluppati e in quelli in via di sviluppo”. Le parole condivisione © confronto ci sono sembrate importanti come bussola per indicare la ditezione del nostro operare. Abbiamo ascoltato Padre Giulio Al banese che ci ha ricordato un prin: cipio fondamentale che dovrebbe ispirare chiunque fa volontariato, specialmente a favore degli uomini € delle donne dei paesi cosiddetti del terzo mondo, quelli da cui in questi tempi ci sentiamo invasi € che tentiamo di fermare alle nostre frontiere, La ragione ultima di que- sto impegno la giustizia, che & una cosa diversa dal buon cuore, dalla nobilta d’animo o dalla beneficenza. E’la giustizia che ci pone tutti su un iano paritario € ci fa sentire, pur cosi lontani, prossimi € parte di un destino comune. E’ la giustizia che ci spinge ad andare in Burundi o in Guatemala ma nello stesso tem- Po ci costringe ad approfondire la conoscenza di una realta sempre . pitt complessa, ci costringe a porci delle domande dopo le quali for- se fon troveremo subito le risposte giuste ma certa- mente non po- tremo pitt dire: io non sapevo. E’ la giustizia che ci fa chiedere se sia giusto, ad es., che due miliardi € mezzo di persone vivano oggi_ nel mondo con meno di due dollari al giorno, mentre la stessa cifra, due dollari al giorno, & quanto riceve in contributi CEE ‘ogni mucea in Europa! Ho gia fatto altre volte questo esempio non tan- to per stigmatizzare che, in questo sistema, una mucca non vale meno di un uomo, Ma per le conseguenze che comporta una politica che ha come risultato, certo non voluto ma inesorabile, di ostacolare lo sviluppo della zootecnia africana perch quei contributi, quei sussidi agli agricol- tori europei (soldi legittimi - per ca- rita! - non rubati né frutto di attivita criminose) fanno si che un litro di latte o un etto di burro prodotto in Europa possa essere venduto sul mercato mondiale ad un prezzo pit. conveniente di quello africano e,ad- dirittura, sui mercati africani ad un prezzo pit basso di quello locale, Non dico che il nostro agire, il no- stro darsi da fare, sia privo di senso se non sappiamo dare risposte a queste domande. Dico perd che, se non capiremo l'importanza di porci le domande giuste, avremo sempre il fiato corto. Credo che qualcosa del genere volesse suggerire mer. Helder Camara quando cosi prote- stava: “Quando io do da mangiare a un povero, tutti mi chiamano santo, ‘Ma quando chiedo perché i poveri non hanno da mangiare, allora tutti mi chiamano comunista’” Condivisione di un destino comune. I pannelli della mostra, riportati an- che nel catalogo, crano divisi in due colori: bianco € neto ad evidenzia- fe una contrapposizione. Ma solo una lettura superficiale porterebbe alla affrettata conclusione che quel confine tra bianco e neto é lo stesso che divide noi da una parte ed i no- stri amici pitt sfortunati dell’Africa o dell’America latina dall'altro. IL limi- te tra coraggio e paura, tra speranza € disperazione, tra ricchezza € po- verta, passa gia oggi inesorabilmen- te allinterno di ognuno, sia di chi da € sia di chi riceve. Sia in chi sente il bisogno, anzi il dovere di dare € sia in chi ha il diritto di chiedere In questi non pochi anni la nostra espetienza associativa, le nostre decisioni sul cosa fare, sul chi ¢ in ‘che modo aiutare & cresciuta anche attraverso un confronto su questi temi ¢ una valutazione condivisa del lavoro svolto, con la mediazio- ne ~ che continua anche oggi - fra diverse sensibilita e diversi modi di sentire € di operare. Anche per que- sto- credo - vale la pena continuare, Andrea Trebeschi 4 MUSEKE - 6 Estratbe dab tance ab 30 quigne 2009 Anprovato dall'assemblea ordinaria del 24/10/2009 Voci di conto economico EON fete e quote associative 5710 39985 51.784 Progetto Nderanseke 7614381336 79.205 Proven finanziri 8836-4600 5.591 Totale 160.689 126.011 136.580 Adorion progetto Nderanseke 133.500 64,000 105.400 Orfanotrofio Mutvenzi 14.594 = Ospedale Burundi = 31500 = Progetto Garifuna = = 588i ion a tera iay7 170 5.000, ‘Spese promozionali 2357 15ST A228 ‘Spesetelefoniche foe 1162 797 26 Segreteria = = 6050 Valor boll if 182, 310 ancelleria e varie 425 99) 142 ‘Onerifnanziri 2081 $508_—1.290 Assicurazione 5 5 ‘Consulenza fiseale a 2.309) Imposte easse 172, = = Parzale W7A641 105518 182.195 Avanzo di gestione (-disavanzo) — - 13.952 20493 - 45.615 Totale 136.580 Vanalisi Entrate La raccolta raggruppata in tre tipologic: offerte e quote associative, progetto Nderanseke € proventi finanziari siéattestata complessivamente in € 160,689 ed & con- fortante constatare che rispetto allo scorso esercizio evidenzia un incremento di € 34.678; con tutto quello che & successo in questi mesi condizionati da una cri- si di proporzione mondiale mai conosciuta in passato per gravita ed effetti prodotti € che ancora oggi pone per molti seri interrogativi sul domani, dire a Voi tutti qui presenti un grazie grande non sappiamo come, quanto meno un dovere. Uscite Adozioni Progetto Nderanseke Racchiudono le somme versate da Museke a favore del progetto delle adozioni a distanza Orfanotrofio Burundi In questa voce sono state racchiuse le spese finalizzate al sostegno dell’ orfanotrofio Mutwenzi e che riguarda- no l'acquisto di generi alimentari da inviare, l'effettua- zione di viaggi in loco nonché lerogazione diretta di sovvenzioni. Elargizioni a terzi Nella propria attivita di promozione € sostegno del vo- lontariato, l'associazione spesso aiuta altre organizza- zioni ¢ soggetti impegnati in progetti che essa ritiene meritevoli di sostegno Talvolta invece interviene diret- tamente in aiuto di persone o famiglic in situazioni di particolare disagio, Tale aiuto consiste nell’clargizione di somme a sua volta ricevute il cui valore complessivo & espresso nella voce in commento. Il fatto poi che tutte queste risorse (€ qualcosa di pitt come gia accennato) siano state collocate nel solco della missione che la nostra associazione persegue & il valore aggiunto del nostro ¢ vostro operare Un commento: “Nella misteriosa economia del cristianesimo, il dolore degli innocenti é dunque permesso perché siano mani- feste le opere di Dio € quelle degli uomini: 'amoroso ¢ inesausto travaglio della scienza;le opere multiformi dell'umana solidarieta, i prodigi della carita sopranna- turale”. (Don Gnocchi) Progetto Garifuna Dando per scontato che tutti sono a conoscenza del Progetto, se non nei dettagli sicuramente nella sua essenza avendo avuto dal nostro notiziario adeguata esposizione riepiloghiamo la situazione alla data del 30 giugno 2009) il progetto prevede un investimento per la CEL e per Museke di totali € 222.500 Finora sono stati investiti € 147.031 Rimane da investire Ia somma di €_ 75.469 Di cui ancora a carico di Museke = _—+€ 4.807 Mentre come somma residua del finanziamento CEI da impicgare —> € 70.662 Ulteriore commento: “E’ questo che ti rende ¢ rendera sempre pit vicino a Dio, petché Dio é tutto qui: nel fare del bene a quelli che Soffrono ed hanno bisogno di un aiuto materiale © morale. Il Cristianesimo e il Vangelo, a quelli che lo capiscono veramente, non comanda altro. Tutto il resto viene do- po e viene da sé”. (Don Gnocchi) I consiglio PROGETTO NDERANSEKE Suor Cecilia ci ha inviato un nuovo elenco di bimbi piccoli che hanno bi- Ree te ie ogee Ena eed Teekay Sinodo, missione, educazione: per la mondialita Dopo 15 anni dalla prima assemblea Sinodale per VAfrica (aprile 1994), drammaticamente segnata dalla tragedia del Rwanda, nell’ottobre 2009 si & celebrata a Roma la seconda assise dei vescovi africani che ha messo a tema come la Chiesa deve mettersi al servi- zio della riconciliazione, della giustizia € della pace in Africa che continua a sofftire a causa di conflitti e in- giustizic, di pandemic ¢ di corruzione, di poverta ¢ di abusi sulle persone. La Chiesa é forse l'unica in grado di dare speranza all’Africa anche dopo la crisi econo- mica del mondo occidentale che, per il fenomeno del- la globalizzazione, ha aggravato la gia pesante situazio- ne del continente nero, L’Africa é un grande polmone spirituale che si pud ammalare di materialismo € fon- damentalismo; & necessaria forse una nuova evange- lizzazione, tenuto conto che limpegno dell’annuncio del Vangelo & un servizio a tutta 'umanit’, La Caritas in veritate ci sollecita infatti ad uno sviluppo integrale di tutto 'uomo e di tutti gli uomini. Viviamo un tempo in cui l'educazione & un’emergenza prioritaria, “una _ DONAIL TUO Eee C.F.98013970177 grande sfida per ogni comunita cristiana ¢ per l'intera societ4”, Esiste una seria difficolta nel trasmettere certi valori alle nuove generazioni. Categoria cosi centrale ¢ fondamentale che i Vescovi italiani hanno deciso di fare dell'educazione il tema del prossimo piano pasto- rale decennale (2010 - 2020), “Con il termine educazione non ci si rifetisce solo all'struzione o alla formazione al lavoro, ma alla for mazione completa della persona”, Un'educazione libe- ra € creatica che come ha detto Benedetto XVI,“€ un processo di £ffata: di aprire gli orecchi, il nodo del Ia lingua e anche gli occhi” come Gesit al sordomuto. Educare alla mondialita, perché secondo Ia rivelazio- ne, diventare uomo equivale a diventare figlio, fratel- lo, parte dell’'umanita intera. Per essere una proposta umanizzante, 'educazione deve tener presente anche Yorizzonte del mondo, per evitare ogni deriva partico- laristica, che pud poi sfociare in forme di razzismo € xenofobia Erre Elle Con un piccolo contributo procuri il latte ai bimbi orfani di Mutwenzi! Diretore Responsable: Gabriele Flippin Diretore Editor: Roberto Lombardi Grate: Nodlt 2.0. Cilverghe di Mazzene (8) Stampa: Eurolea - Nuvolra (Bs) ‘Avtrizzazione del Tbunale di Brescia N.0del 16/09/2008 dior: Associazione Mureke Onlut Vie Brescia, 10- Cestonedelo (Bs MUSEKE ontus sito internet: www.museke. it indirizzo di posta eletionica: museke@virgilio.i c/c postale 15681257 * Banco di Brescia c/c n. 27499 Cod. IBAN IT61B035001 1200000000027499 inlestati a MUSEKE ONLUS - Via Brescia, 10 25014 CASTENEDOLO (8S) - ITALIA 4 MUSEKE - 8

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