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LA CURVA DELLO SVILUPPO CAPITALISTA

Lev Trotsky (1923)


Scritto da Lev Trotsky per la rivista Vestnik il 21 Aprile 1923.

Nella sua introduzione al libro di Marx, Lotte di classe in Francia, Engels scrisse: Nel giudicare avvenimenti e serie di avvenimenti della storia contemporanea non si sar mai in condizione di risalire sino alle cause economiche ultime. Persino oggi che la stampa tecnica specializzata fornisce un materiale cos ricco non possibile nemmeno in Inghilterra seguire giorno per giorno il corso dellindustria e del commercio sul mercato mondiale e i mutamenti che sopravvengono nei metodi di produzione, in modo da poter in qualsiasi momento fare il bilancio generale di questi fattori multiformi, complessi e in continua mutazione, fattori di cui i pi importanti, inoltre, agiscono a lungo e in modo latente prima di erompere improvvisamente e violentemente alla superficie. Una netta visione della storia economica di un periodo determinato non pu mai formarsi contemporaneamente, ma solo successivamente, dopo che sia stato raccolto e studiato tutto il materiale. La statistica qui un ausiliare necessario e arriva sempre in ritardo. Per la storia temporanea corrente si quindi costretti anche troppo spesso a considerare questo fattore, che il pi decisivo, come costante, ad assumere come data e immutabile per lintero periodo la situazione che si riscontra allinizio del periodo considerato, o a prendere in considerazione soltanto quei mutamenti di questa situazione che sporgano da avvenimenti che sono manifesti e che perci si presentano essi pure in modo aperto. Il metodo materialistico dovr perci limitarsi anche troppo spesso a ricondurre i conflitti politici a lotte di interessi delle classi sociali e delle frazioni di classe preesistenti, determinate dalla evoluzione economica, e ravvisare nei singoli partiti politici lespressione politica pi o meno adeguata di queste stesse classi o frazioni di classe. evidente che tale inevitabile noncuranza verso quei mutamenti della situazione economica base vera di tutti gli avvenimenti che si devono indagare che si producono durante gli avvenimenti stessi non pu essere che una fonte di errori. Queste idee che Engels espresse poco prima della sua morte non vennero sviluppate da nessuno dopo di lui. Per quel che mi ricordo, vengono raramente citate, molto pi raramente di quanto lo dovrebbero essere. Per di pi, il loro significato sembra essere sfuggito a molti marxisti. La spiegazione di ci da trovarsi nelle cause indicate da Engels, che lottava contro qualsiasi tipo di interpretazione economica definitiva della nostra storia quotidiana. un compito molto difficile, impossibile da risolvere nella sua totalit, determinare quegli impulsi sotterranei che leconomia trasmette alla politica odierna; e tuttavia la spiegazione dei fenomeni politici non pu essere ritardata perch la lotta non ce lo permette. Da qui nasce la necessit di ricorrere nellattivit politica quotidiana a spiegazioni cos generali che attraverso un largo uso sembrano essere diventate verit. Fin tanto che laccumulazione di quantit economiche non provochi un cambiamento di qualit politica, questo tipo di astrazioni chiarificanti (gli interessi della borghesia, limperialismo, il fascismo) serve ancora pi o meno al suo compito; non interpreta un fatto politico in tutta la sua profondit, ma lo riduce ad un tipo familiare che , sicuramente, di inestimabile importanza. Ma quando avviene un cambiamento serio della situazione, o almeno una svolta acuta, tali spiegazioni generali rivelano la loro totale insufficienza, e appaiono trasformate in banalit. In tali casi risulta invariabilmente necessario studiare in modo molto pi approfondito e analitico per determinare laspetto qualitativo e possibilmente anche misurare quantitativamente gli impulsi delleconomia sulla politica. Ora, le oscillazioni della congiuntura economica (ripresa-depressione-crisi) danno luogo alle cause e agli effetti di impulsi periodici che a loro volta danno origine a cambiamenti, ora qualitativi, ora quantitativi, e a nuove formazioni nel campo politico. I profitti delle classi possidenti, il bilancio dello Stato, i salari, la disoccupazione, lentit del commercio es tero e cos via sono intimamente collegati alla congiuntura economica e, a loro volta, esercitano la pi diretta influenza sulla politica. Questo da solo sufficiente per far capire quanto sia importante e fruttuoso seguire passo per passo la storia dei partiti politici, delle istituzioni dello Stato ecc. in relazione con i cicli dello sviluppo capitalista. Ma noi non possiamo dire che questi cicli spiegano tutto; questo escluso per il semplice motivo che i cicli stessi non sono fenomeni economici fondamentali ma derivati. Si svolgono in base allo sviluppo delle forze produttive attraverso il meccanismo dei rapporti di mercato. Ma i cicli ne spiegano una buona parte, formando come fanno attraverso pulsazioni automatiche unindispensabile molla dialettica nella meccanica della societ capitalista. I punti di rottura della congiuntura commerciale e industriale ci portano ad un contatto molto pi intimo con i nodi critici nella trama dello sviluppo delle tendenze politiche; della legislazione e di tutte le forme di ideologia. Ma il capitalismo non si caratterizza solo per la periodica ricorrenza dei cicli, altrimenti la storia sarebbe una ripetizione complessa e non uno sviluppo dinamico. I cicli commerciali e industriali sono di carattere diverso in diversi periodi. La principale differenza fra loro determinata dalle interrelazioni quantitative fra il periodo di crisi e quello di ripresa di

ogni ciclo in considerazione. Se la ripresa restaura con un surplus la distruzione o lausterit del periodo precedente, allora lo sviluppo capitalista in ascesa. Se la crisi, che significa distruzione o perlomeno contrazione, delle forze produttive, supera in intensit la ripresa precedente, allora abbiamo come risultato una contrazione delleconomia. Infine, se la crisi e la ripresa sono di circa la stessa grandezza, abbiamo un equilibrio temporaneo, un ristagno, delleconomia. fondamentalmente questo lo schema. Osserviamo nella storia che i cicli simili tra di loro si raggruppano in serie. Possiamo parlare di intere epoche di sviluppo capitalista quando un certo numero di cicli sono caratterizzati da riprese chiaramente delineate e da crisi deboli e di breve durata. Come risultato otteniamo un forte movimento ascendente della curva fondamentale dello sviluppo capitalista. Abbiamo periodi di ristagno quando questa curva, pur passando attraverso parziali oscillazioni cicliche, rimane approssimativamente allo stesso livello per decenni. E infine, durante certi periodi storici, la curva fondamentale, pur passando come sempre attraverso oscillazioni cicliche, si inclina tendenzialmente verso il basso, segnalando il declino delle forze produttive. ora possibile postulare a priori che le epoche di energico sviluppo capitalista devono possedere forme, nella politica, nelle leggi, nella filosofia, nella poesia, acutamente diverse da quelle che corrispondono allepoca di ristagno a di declino economico. Inoltre, una transizione da un epoca di questo tipo ad unaltra, diversa, deve produrre necessariamente le pi grandi convulsioni nei rapporti fra le classi e fra gli Stati. Nel Terzo congresso mondiale del Comintern noi abbiano insistito su questo punto nella lotta contro la concezione puramente meccanicista dellattuale disintegrazione capitalistica. Se la sostituzione periodica di riprese normali con crisi normali trova la sua proiezione in tutte le sfere della vita sociale, allora una transizione da unintera epoca di espansione ad una di declino, o viceversa, genera i pi grandi disturbi storici e non difficile dimostrare che in molti casi le rivoluzioni e le guerre si collocano intorno alla linea di demarcazione fra due epoche diverse di sviluppo economico, per esempio lintersezione di due segmenti diversi della curva capitalista. Analizzare tutta la storia moderna da questo punto di vista davvero uno dei compiti pi gratificanti del materialismo dialettico. Continuando con largomento trattato nel Terzo congresso mondiale, il professor Kondratiev ha affrontato questo problema (come al solito evitando faticosamente la formulazione che era stata adottata dal Congresso stesso) tentando di aggregare al ciclo minore, che copre un arco di dieci anni, il concetto di un ciclo maggiore, che abbraccia circa cinquantanni. Secondo questa costruzione stilisticamente simmetrica, un ciclo economico maggiore composto da qualcosa come cinque cicli minori e inoltre la met di questi avrebbe il carattere di ascendenti, mentre laltra met sarebbe di crisi, con tutte le necessarie tappe di transizione. La determinazione statistica dei cicli maggiori compilata da Kondratiev dovr essere sottoposta ad unaccurata e per niente superficiale verifica, sia rispetto ai singoli paesi che allinsieme del mercato mondiale. ora impossibile rifiutare a priori il tentativo del professor Kondratiev di investigare le epoche denominate da lui come cicli maggiori con lo stesso ritmo rigidamente legittimo che osservabile nei cicli minori; questo ovviamente una falsa generalizzazione di unanalogia formale. La ricorrenza periodica di cicli minori condizionata dalla dinamica interna delle forze capitalistiche e si manifesta da s sempre e dappertutto una volta che il mercato esista. Per quanto riguarda le fasi lunghe (di cinquantanni) della tendenza dellevoluzione capitalistica, per le quali il professor Kondratiev suggerisce, infondatamente, luso del termine cicli, dobbiamo sottolineare che il loro carattere e la loro durata sono determinati non dalla dinamica interna delleconomia capitalista ma dalle condizioni esterne che costituiscono la struttura dellevoluzione capitalista. Lacquisizione da parte del capitalismo di nuovi paesi e continenti, la scoperta di nuove risorse naturali e, nel risveglio di questi, fatti pi importanti di ordine sovrastrutturale come guerre e rivoluzioni, determinano il carattere e la successione delle epoche di ascesa, di ristagno o di declino dello sviluppo capitalista. In quale direzione deve procedere linvestigazione? Il nostro principale obiettivo deve essere quello di stabilire la curva dellevoluzione capitalista, incorporandovi i suoi elementi non periodici (tendenze di base) e periodici (ricorrenti). Dobbiamo farlo per i singoli paesi che ci interessano e per linsieme delleconomia mondiale. Una volta che abbiamo fissato la curva (il metodo di fissarla senza dubbio una questione speciale in s e per niente semplice, che appartiene al campo della tecnica della statistica economica), possiamo dividerla in periodi, che dipendono dallangolo di ascesa o discesa rispetto allasse delle ascisse In questo modo otteniamo un quadro di sviluppo economico, ossia la caratterizzazione della base vera di tutti gli avvenimenti che si devono indagare (Engels). A seconda di quanto sia concreta o dettagliata la nostra indagine, possiamo aver bisogno di una quantit di tali schemi; uno relativo allagricoltura, un altro allindustria pesante, ecc. Con questo schema come punto di partenza, dobbiamo poi sincronizzarci con gli avvenimenti politici (nel pi ampio senso del termine) e possiamo dunque cercare non solo la sua corrispondenza o, per dirlo pi cautamente, linterrelazione fra le epoche definitivamente delineate della vita sociale e i segmenti pi sintomatici della curva dello sviluppo capitalista, ma anche per quegli impulsi sotterranei diretti che uniscono gli avvenimenti. Lungo questo cammino, naturalmente, non difficile cadere nella pi volgare schematizzazione; e, soprattutto, ignorare i condizionamenti interni e la successione dei processi ideologici e arrivare a dimenticare che leconomia decisiva solo in ultima analisi. Non sono mancate conclusioni caricaturesche delineate a partire dal metodo marxista! Ma rinunciare per questo motivo alla formulazione della questione come indicato prima

(il suo aroma di economicismo) dimostrare una completa incapacit di capire lessenza del marxismo che cerca le cause dei cambiamenti della sovrastruttura sociale in quelli della base economica e da nessun altra parte. Il parallelismo degli avvenimenti politici e i cambiamenti economici senza dubbio molto relativo. Come regola generale, la sovrastruttura registra e riflette nuove formazioni nella sfera economica solo dopo un considerevole ritardo. Ma questa legge deve basarsi su una concreta investigazione di tali interrelazioni complesse. Nel nostro rapporto al Terzo congresso mondiale, illustriamo questa idea con certi esempi storici tratti dallepoca della rivoluzione del 1848, da quella della prima rivoluzione russa (1905) e da quella che stiamo attraversando (1920 1921). Riferiamo il lettore a questi esempi (vedi Il nuovo corso). Questi materiali non proporzionano niente di definitivo, ma caratterizzano in modo sufficientemente adeguato la straordinaria importanza della visione che abbiamo esposto soprattutto per capire i salti pi critici della storia: le guerre le rivoluzioni. Attualmente risulta ancora impossibile prevedere fino a che punto e quali settori del campo della storia saranno illuminati, n quanta luce sar gettata da uno studio materialista che procederebbe ad uno studio pi concreto della curva capitalistica e dellinterrelazione fra questultima e tutti gli aspetti della vita sociale. Le conquiste che si possono ottenere lungo questa strada saranno determinate dal risultato dellinvestigazione stessa, che deve essere pi sistematica e pi ordinata di quelle escursioni storico-materialiste intraprese finora. In ogni caso, tale approccio alla storia promette di arricchire la teoria del materialismo storico con conquiste molto pi preziose degli estremamente dubbiosi equilibrismi speculativi con i concetti e termini del metodo materialista che, sotto la penna di alcuni dei nostri marxisti, hanno trapiantato il metodo formalista nel terreno del materialismo dialettico; che arrivato a ridurre il compito alla confezione di classificazioni e definizioni pi precise e a dividere vuote astrazioni in quattro parti altrettanto vuote; in breve hanno adulterato il marxismo con le maniere elegantemente indecenti degli epigoni di Kant. Per la verit una sciocchezza affilare e riaffilare senza fine uno strumento, temprare lacciaio marxista, quando il compito applicare lo strumento per lavorare sulla materia prima. A nostro avviso, questo tema pu fornire il materiale per i pi fruttuosi lavori dei nostri seminari marxisti sul materialismo storico. Le investigazioni indipendenti intraprese in questo campo getterebbero indubbiamente nuova luce, o al meno pi luce, su avvenimenti storici isolati cariche su epoche intere. Infine, la semplice abitudine di pensare nei termini delle categorie proposte faciliterebbe enormemente lorientamento politico nellattuale epoca, che oggi rivela pi apertamente che mai il nesso fra leconomia capitalista, che arrivata allapice della sua saturazione, con la politica capitalista, che si trasformata fino ad essere completamente sfrenata. 21 Aprile 1923.

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