Sei sulla pagina 1di 6

BELLEZZA COME COMPITO

La bellezza una cosa terribile e paurosa, perch indefinibile, e definirla non si pu, perch Dio non ci ha dato che enigmi. Qui le due rive si uniscono, qui tutte le contraddizioni coesistonoLa cosa paurosa che la bellezza non solo terribile, ma anche un mistero. E qui che Satana lotta con Dio, e il loro campo di battaglia il cuore degli uomini Dimitrij Karamazov Dio vide che era bello!... Dio vide quanto aveva fatto: ecco, era molto bello! Genesi 1 Innanzi tutto qualche precisazione Occorre innanzitutto precisare le difficolt di un discorso sulla bellezza per esempio proprio a partire dal contesto religiososospetto sulla produzione artistica o sorta di sostituzione (religione civile dellarte) a partire dal romanticismo. Difficolt per la mescolanza dei termini che rimanda ad una mescolanza di immagini: parlare di bellezza non significa immediatamente parlare di arte in senso corrente e di arte cristiana nello specifico ( problematica poi la questione di una peculiarearte cristiana cos come si in qualche modo risolta negli ultimi secoli il nodo estetico/etico un nodo importante, ma non risolve il discorso,occorre superare la funzione della bellezza come via etica, ma riprendere la strada di una vera via pulchretudinis). Inoltre c una difficolt culturale relativa alla diversit occidente-oriente cristiano. E noto che loriente ha elaborato da sempre una riflessione, a diversi livelli, sulla bellezza sia in contesto celebrativo che di vita. Di questo accenner soltanto, dichiarando la mia incompetenza a parlarne. ( Evdokimov, Bulgakov, Florenskij) In ultimo la difficolt proviene paradossalmente da una nostra rinnovata (ben venga, certamente!) sensibilit al tema della bellezza ( o dellArte, ma di tutta larte?) che per rischia di sconfinare in un vago ed emotivo richiamo allesotico ( nel contesto religioso come in quello del mondo contemporaneo di tendenze New Age). A partire da queste considerazioni ho scelto di considerare il tema della bellezza 1su tre direttive che non devono essere lette come un percorso via via sempre pi in profondit, ma come sempre coinvolgentisi e illuminantesi a vicenda. Lumano, la percezione e la vocazione alla totalit Bellezza e condiscendenza : la Rivelazione e il rapimento Bellezza come compito: far vivere la speranza in cui crediamo

LUMANO, LA PERCEZIONE E LA VOCAZIONE ALLA TOTALITA Bello ci che esce dal quadro (E. Jngel). Una riflessione, peraltro molto articolata , del teologo E. Jngel Anche il bello deve morire. La bellezza alla luce della verit2 mi pare interessante per aprire la riflessione.
1

Per un approfondimento ricco e articolato sul tema della bellezza rimando al fascicolo monografico della Rivista della Pontificia Accademia di Teologia PATH 4 (2005) con il titolo: Il cielo sulla terra. La via della bellezza luogo dincontro tra cristianesimo e culture ( Rilevante la rassegna bibliografica presentata sul tema) e al testo di P. Sequeri, Lestro di Dio, Glossa, Milano 2000. 2 E. Jngel, Anche il bello deve morire. La bellezza alla luce della verit. Osservazioni teologiche sulla relazione estetica, in E. Jngel, Possibilit di Dio nella realt del mondo. Saggi teologici, Claudiana, Torino 2005, p. 293-310.

Il bello quel segno (Jngel non esita a chiamarlo signum efficace, qualcosa di molto simile a ci che gli antichi comprendevano come sacramento) che capace di mettere insieme il molteplice. E una vocazione alla totalit e allunit dei frammenti. Di fronte al bello che emerge dal suo stesso contesto, sono richiamato a raccogliere la mia umanit dispersa e frantumata verso un tutto che ora non c ma che in un certo senso vocazione. Lunit appare allora come aperta, una possibilit, una promessa per il futuro. In questo senso nellesperienza del bello si sciolgono i legami e si fa esperienza della libert. Nellapparizione del bello c la chiamata alla realizzazione della luce del vero e dellunit. Qui possiamo gi ritrovare il bello allinterno di unesperienza religiosa. Il bello brilla di una sua luce, ma non la luce. Brilla di una luce che nel primo giorno della creazione stata data come possibilit del vedere, come separazione dalle tenebre. Il bello brilla di una sua luce alla Luce del creatore Per la tua luce noi vediamo la luce Sal 36,10. Resta da considerare la realt dell apparire del bello e del farne esperienza. Realt segnata dalla contraddizione, dalla dispersione, dal male. Pu il bello essere ancora percepito ed esperito come vocazione allunit? Qui le riflessioni di Jngel conducono ad una pi profonda teologia. Il bello appare oggi, dopo la caduta come apparenza del bello, luce, seppure creaturale, velata che si rende quasi inaccessibile. La lacerazione del mondo troppo forte: nasconde la luce del bello e nasconde la luce del Creatore. Allora che cosa ne oggi del bello? Barlume della verit che vieneil bello porta in s la promessa di una verit che viene, di un non mediato incontro futuro con la verit in sMa la verit persino quando si tratta solo del suo primo barlume- sempre uninterruzione chiara de nostro contesto di realt Cos il bello, seppure velato rinvia al tutto ed in questo suo rinviare effimero, finito. Qui si situerebbe la bellezza del bello (!), nel suo carattere di rinvio perch appaia il Bello senza fine. Fin qui Jngel, ma si potrebbe prolungare la riflessione su questa peculiarit del bello come effimero eppure come promessa di pienezzaforse qui si potrebbe collocare un approfondimento del bello come suono, come musica. E dato e nello stesso tempo tolto, un soffio, un istante, una nota passata, bella parte del tutto, bella perch passata nellarmonia piena Allora veramente il bello fa entrare nel mistero che non pu che stupirci. Dio non un mistero nel senso di un buio che si sottrae alla conoscenza e alla comprensione, bens come lessere eterno, che si schiude da s, di Padre, Figlio e Spirito Santo, come pienezza della luce. Le porte del mistero si schiudono solo dallinterno. Ma quando si aprono, allora il mistero si comunica senza perci smettere di essere mistero. Il mistero non perde il suo carattere di mistero quando si comunica; anzi pi profondamente lo si riconosce, pi diventa misterioso. Dio questo mistero. La sua essenza non buia, ma luce inesauribile: luce di vita che supera la morte. Se Dio nascosto, lo nella luce del suo proprio essere (1 Tim 6,16). La Rivelazione lentrare nel merito di questa luce nelle tenebre del mondo, di cui il mondo stesso responsabile; vale a dire la trasformazione dellassoluta misteriosit di Dio nel suo assoluto nascondimento sub contrario, di modo che leterno essere di Dio diventa identificabile come storia nello spazio e nel tempo: come storia della luce che sconfigge e caccia le tenebre che la celano3 Il credente, dunque, non pu che affermare Credo, dunque mi stupisco. Mi stupisco per il mistero di questo Dio che entra nella storia di vita e di morte degli uomini

BELLEZZA E CONDISCENDENZA: LA RIVELAZIONE E IL RAPIMENTO Dalla Creazione: E vide che era molto bello Gen 1,31 (Cfr. buono/bello nellutilizzo della versione dei LXX) La Creazione merita lesclamazione di bellezza di Dio.
3

E. Jngel, La mia teologia in breve, in E. Jngel, Possibilit di Dio nella realt del mondo. Saggi teologici, Claudiana, Torino 2005, p. 185-200

Dio lautore stesso della bellezza Sap 13 Natura e bellezza come lode a Dio Sir 42,15-43 Splendore e bellezza il Suo agire Sal 111 E soprattutto: tutto ci che esce dalla Sua Parola o conforme alla Parola, bellezza!4 Di qui per tutta la Scrittura la bellezza intesa come conformit alla parola/volont/legge di Dio( Rabbi Aquiba: la bellezza la torah!). Cos anche Israele, dopo lesodo bello, creazione nuova, sposa per lo sposo...Tu sei bella amica mia... CdC Anche Ges il pastore bello di Gv 10 perch d la vita per le sue pecore (il pi bello tra i figli delluomo). Tov ricorre 741 volte nellAT con il significato di bello, buono, ma anche verit, affetto, piacere della contemplazione di un paesaggio o tenerezza di un sentimento damore... e tov rimanda a kabod gloria di Dio ( dove storia, natura, e opera di Dio si fondono). Nella gloria, potremmo dire, risplende il bello di dio, il bello che Dio. Ancora pi in profondit, il rimando allopera bella di Dio, immagine bellissima: luomo. Cos il rimando a Cristo, il pastore bello, icona del Padre (Col 1,17) acquista e dona ancora pi luce: Questo Figlio che irradiazione della gloria divina (Eb 3,13). Il bello, lestetico, dunque, ha un rimando originario al Giusto e al Santo che nessun velamento di peccato pu cancellare. La bellezza opera, movimento, un per che si irradia, che viene avanti, che ad-viene. E cos comunicata da tutta la Scrittura: dalla Creazione attraverso lIncarnazione fino alla Parusia unepifania del bello, lunico Bello non effimero. In questo senso facile notare come la Scrittura rifugge una Bellezza statica, qualcosa sempre che esce dalle mani del creatore va formandosi, opera che conosce un movimento. E la via perseguita dallOriente cristiano ove la bellezza il mistero stesso dellIncarnazione, luogo della manifestazione di Dio, luogo in cui Dio e uomo si incontrano nellintimit pi profonda e che trova nellicona e nella liturgia lespressione piena. Nellicona c un movimento che consiste nel lasciarsi penetrare dalla luce del divino irradiata,una visione che anticipa la gloria futura, bellezza sensibile che porta ad entrare nella luce dellInvisibile opera dello Spirito e che presuppone un incontro amoroso voluto nellatto di avvicinamento stesso allo spazio vivente nella luce. Cos landare allicona percorrere uno spazio di luce che sempre mi anticipa. In questo senso la bellezza il luogo di comprensione delleconomia di salvezza: in Cristo la bellezza trinitaria assume progressivamente la bellezza umana tanto che questa, compenetrata da quella divina, nella sua stessa natura viene a divinizzarsi. Cos in cristo la bellezza divina viene percepita nel legame con la natura umana. E la comunicazione delle propriet del dogma calcedonese riletta nel luogo della Bellezza. La logica del dinamismo quella della kenosi (Bulgakov): il bello del Padre si svuota per la bellezza del sacrificio del Figlio nella circolarit della relazione che si realizza nella bellezza dello Spirito, cos il processo kenotico inizia dallo svuotamento del Padre per darsi alla bellezza propria dellumanit in Cristo che risplender sulla croce e sar capace di rimandare alla bellezza divina. Si pu parlare dunque di svuotamento e realizzazione della Bellezza come processo trinitariorivelativo: la glorificazione del risorto la restituzione della Bellezza divina attraverso lo Spirito. Cos invoca la liturgia orientale: Cristo Salvami con il tuo splendore! Per loccidente persino troppo evidente la riflessione su questo tema di H.U. von Balthasar per cui la Rivelazione percepita nella sua bella e sconvolgente paradossale- crudezza a rapire luomo verso il mistero trinitario. Cos il teologo di Basilea pu dire:

A. Serra, e dio vide quanto aveva fatto. Ed ecco, era molto buono/bello (Gen 1,31), in Servitium 26 (1992), p. 4047.

Grazie allapparizione di Dio, alla gloria e inafferrabile e degna di Dio che in questa apparizione si fa noi presente, possibile leggere e accedere alla bellezza e alla gloria proprie di Dio: non gi identificando semplicemente la bellezza e la gloria di Dio con quelle della sua apparizione (se vogliamo essere rapiti proprio per hunc[Deum visibilem] in invisibilium amorem) e nemmeno tentando di raggiungerle mediante una pura deduzione causale che tuttavia, mentre conclude, e-sclude dalla bellezza nella quale Dio appare; ma tentando piuttosto di compiere il nostro excessus a Dio in una theologia negativa tale, che non si separi mai dalla base della theologia positiva

Il bello per von Balthasar si gioca in un movimento tra loggetto che mi attrae e me stesso, soggetto, attratto. Da un lato irruzione che mi pervade, dallaltro un movimento verso, un desiderio dincontro. Una circolarit che in ogni caso determina unuscita del soggetto da s, unespropriazione, una consegna. Circolarit asimmetrica, per perch loggetto indisponibile. Da questo punto di vista la Bellezza non pu che dirsi pienamente nellevento cristologico dove il divino si comunica nella mondanit dellumano senza esaurirsi in esso n consegnarsi alla sua misura. La bellezza intesa teologicamente- levento della donazione assolutamente gratuita e imprevedibile del Tutto divino nel frammento, che realmente lo veicola senza per questo risolverlo in s E insomma il cristo, e lui crocefisso, il luogo in cui si compie lesodo di Dio da s verso la sua creatura ed al contempo reso possibile lexcessus di questa verso il suo Creatore e Signore: ed precisamente in questo incontro del duplice, asimmetrico movimento, che si compie levento della bellezza nella storia, come anticipo misterioso e velato della bellezza eterna, che sar un giorno pienamente manifesta. La mediazione storica e mondana appare qui in tutta la sua dignit e in tutto il suo spessore: certamente essa non potr mai catturare linfinito, che sempre la trascende e la trapassa, eppure nondimeno sar indispensabile per aprirsi al Tutto divino, silenzioso e raccolto, che in essa venuto a dirsi, pur senza risolversi in essa. La positivit dellestetica teologica consister allora esattamente nel suo radicarsi sulle parole e gli eventi della bellezza, che totalmente storicisono stati scelti dallEterno, sovrano e trascendente, come via e luogo della Sua libera autocomunicazione5 Cristo crocifisso che si consegna al Padre per luomo la forma nella cui percezione risplende la bellezza del Tutto divino trinitario, ma al tempo stesso trasgressione della bellezza stessa che rapisce il soggetto contemplante e lo introduce nel Mistero di luce senza fine, cos per il credente, nella fede, possibile lesperienza pi alta della Bellezza.

BELLEZZA COME COMPITO: FAR VIVERE LA SPERANZA IN CUI CREDIAMO E vero, principe, che voi diceste un giorno che il mondo sar salvato dalla bellezza? Signorigrid forte a tutti- il principe afferma che il mondo sar salvato dalla bellezza! Ed io affermo che ha idee cos giocose perch innamorato. Quale bellezza salver il mondo? F. Dostoevskij, lIdiota. Sento che ancora oggi la domanda su questa bellezza ci stimola fortemente:Quale bellezza salver il mondo?. Non basta deplorare e denunciare le brutture del nostro mondo. Non basta neppure, per la nostra epoca disincantata, parlare di giustizia, di doveri, di bene comune, di programmi pastorali, di esigenze evangeliche. Bisogna parlarne con un cuore carico di amore compassionevole, facendo esperienza di quella carit che dona con gioia e che suscita entusiasmo:bisogna irradiare la bellezza di ci che vero e giusto nella vita, perch solo questa bellezza rapisce veramente i cuori e li rivolge a Dio C.M. Martini, Quale bellezza salver il mondo? La bellezza cifra del mistero e richiamo al trascendente. E invito a gustare la vita e a sognare il futuro. ..
5

B. Forte, La porta della bellezza. Per unestetica teologica, Morcelliana, Brescia 1999, p. 69-70.

Giovanni Paolo II, Lettera agli artisti La nostra parola iniziale si chiama bellezza. La bellezza lultima parola che lintelletto pensante pu pronunciare, perch essa non fa altro che incoronare, quale aureola di splendore inafferrabile, il duplice astro del vero e del bene e il loro indissolubile rapporto H.U.von Balthasar, La percezione della forma La domanda dunque, anche, conclusiva, e invita ad un agire, un compito. Quale bellezza? La lettera pastorale del Cardinal Martini del 1998 6 un invito ad entrare nel Mistero della Bellezza che salva perch sia colto e vissuto in questo tempo e in questa storia. Linvito sicuramente a leggerla. E meditarla. Mi limito a far emergere alcune osservazioni e passaggi significativi. Lepisodio che costituisce il nodo portante della riflessione quello della Trasfigurazione scandito attraverso tre momenti fondamentali: la salita al monte con le inquietudini come fardello, le domande e le pesantezze che gravano sulla storia degli apostoli (e sulle nostre storie); lesperienza bello per noi stare qui! della Rivelazione; la discesa, nuovamente nella vita del mondo. Un percorso delineato gi nella scansione La salita rivela il tempo delluomo con le sue lacerazioni e le fatiche. C bellezza? C senso?...sul monte c la prossimit di Dio nella sua Gloria. La bellezza offerta nella relazione trinitaria, il senso svelato per luomo: la salvezza passa attraverso la Croce e la Risurrezione. Bellezza paradossale di una morte per la Vita! Cos gli apostoli possono affermare e bello per noi stare qui e in ci stabilire una relazione unica con la bellezza che Verit. E bello , realmente bello (cos umanamente bello, si potrebbe dire!) restare l: non c ombra nel vivere pienamente quellesperienza o, detto in altri termini, occorre vivere pienamente lesperienza del bello.eppure quella stessa esperienza non deve essere fermata, la bellezza deve essere donata e non trattenuta (proprio perch stata vissuta!), bisogna scendere dal monte e far entrare la Bellezza nella vita del mondo. Esplicito il card. Martini: ai discepoli prostrati in adorazione e presi da grande timore Ges, avvicinandosi e toccandoli, dice: Alzatevi e non temete(Mt 17,7).E linvito a riprendere il cammino senza paura, acsendere dal monte verso la vita ordinaria e intraprendere il grande viaggio che porter il Figlio delluomo a Gerusalemme per compiere il proprio destino. E linvito rivolto anche a noi a proseguire il nostro pellegrinaggio verso la Gerusalemme del cielo senza paura, sapendo che egli con noi e che perci la vita bella ed bello impegnarsi per il Regno. E linvito ad accogliere, annunciare e condividere con tutti la Bellezza che Salva. Attualizzando per il nostro oggi questa riflessione, potremmo dire che riscoprire la bellezza di Dio significa riscoprire le ragioni della nostra fede davanti al male che devasta la terra e le motivazioni profonde del nostro impegno a servizio di tutti, per la gloria di Dio. Chi fa esperienza della Bellezza apparsa sul Tabor e riconosciuta nel mistero pasquale, chi crede allannuncio della Parola della fede e si lascia riconciliare col Padre nella comunione della chiesa, scopre la bellezza di esistere, a un livello che nulla e nessuno al mondo potrebbe dargli. Di questa Bellezza, che viene dallalto, il discepolo di Ges deve nutrirsi e sempre di nuovo farsi annunciatore, per condividerla con chi non la conosce e con chi in forme diverse ne alla ricerca. Bellezza e Verit, Bellezza e gratuit, Bellezza e speranza una bellezza nella dimensione dellessenziale, di quel suono del nuovo e della meraviglia di un Mistero pi grande che ci rapisce per la Vita Io non ho parole traslucide. La mia voce ruvida Come mani di artiere. M rimasta nel sangue Una memoria di erbe amare. Ma ora mi sento essenziale.
6

Card. C.M.Martini, Quale bellezza salver il mondo?, Il Regno-documenti 17/99, p. 558-565

La vite potata, il canto degli uccelli semplice; santa anche la pietra Sotto le ginocchia dellorante David maria Turoldo Creazione nuda

Monica Quirico

Potrebbero piacerti anche