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UMANESIMO E RINASCIMENTO NELLAPPENNINO CENTRALE La formazione delle Signorie Intorno allXIXII secolo, nellambito delle citt organizzate come

liberi comuni nellItalia centro-settentrionale, si form unoligarchia mercantile che, proprio tramite loccupazione delle cariche istituzionali previste dallorganizzazione comunale (podest, consoli, capitani del popolo) si preparava ad approfittare dellindebolimento delle stesse istituzioni comunali per instaurare signorie familiari. Nella seconda met del Trecento, il ristabilirsi dellautorit pontificia dopo il ritorno dei papi da Avignone a Roma e lattribuzione del ruolo di legati, cio di rappresentanti del potere papale, ad alcuni personaggi che si erano distinti nel rappresentare gli interessi del pontefice, fornir cos ad alcune famiglie una veste legittima per lesercizio del potere. Si affermano quindi, nei diversi centri appenninici, le famiglie dei Guidi in Casentino, degli Ordelaffi a Forl, dei Brancaleoni a Piobbico e Castel Durante, de i Malatesta lungo la costa romagnola e soprattutto dei Montefeltro, che fecero di Urbino la capitale del loro stato. Il mestiere delle armi Venendo meno lorganizzazione comunale anche sul piano militare, si poneva il problema della formazione degli eserciti e a ci rispose la dedizione al mestiere delle armi da parte di molti esponenti di piccole signorie che, esercitando lattivit di mercenari al servizio delle grandi potenze mercantili (Firenze e Venezia) o territoriali (Papato e Milano), crearono ricchezza e potere per le proprie famiglie. I primi umanisti, studiosi dellantichit classica, videro nelle virt militari degli antichi eroi del mondo greco e romano i modelli cui si sarebbero dovuti conformare i moderni condottieri: da qui le frequenti commissioni di cicli pittorici di Uomini illustri realizzati presso diverse corti come quella dei Trinci a Foligno e dei Montefeltro a Urbino. I pi celebri capitani e uomini darme del Quattrocento furono in gran parte originari delle terre dellAppennino centrale: Braccio Fortebracci da Montone , capitano generale di papa Martino V, Niccol Piccinino, perugino, Erasmo da Narni detto il Gattamelata, il romagnolo Muzio Attendolo Sforza, destinato a diventare signore di Milano, Sigismondo Malatesta da Rimini e Federico da Montefeltro. Tutti praticarono il mestiere delle armi come un arte, facendo da consulenti militari alle maggiori potenze del tempo e incarnando lideale umanistico che fondeva insieme luomo darmi e luomo di lettere. Gli umanisti e la cultura di corte I nuovi Signori, nella ricerca di legittimit del loro potere, spesso ottenuto con la forza o con spericolate e ciniche strategie matrimoniali e dinastiche, intesero proporre la loro figura non in termini di forza militare, ma piuttosto vollero fare leva sulle proprie qualit di saggezza, giustizia, magnificenza e prestanza fisica. In ci risult fondamentale il ruolo degli intellettuali che rivestivano compiti di segretari, cancellieri, ambasciatori e che divennero cronisti della vita di corte e autori di componimenti encomiastici aventi come protagonista il signore stesso.

Il punto di partenza delleffettiva rinascita, la riscoperta della cultura degli antichi, la consapevolezza di essere nani sulle spalle di giganti, la centralit attribuita alluomo (da cui il termine umanesimo) va ricercato nel Trecento, nellopera del Petrarca, ma fu soprattutto nel primo Quattrocento fiorentino che maturarono le idee dellUmanesimo. Anche nelle corti dellarea appenninica penetrarono le idee e i gusti che erano maturati tra Firenze, Ferrara, Venezia e le maggiori corti dellItalia del Nord: Donato Acciaiuoli, allievo a Firenze del greco Argiropulo, port la conoscenza dei testi di Aristotelein Casentino; il forlivese Flavio Biondo, storico e antiquario, operoso a Roma presso la corte pontificia di Eugenio IV e di Niccol V, studi let seguita alla caduta dellimpero romano, da lui chiamata per la prima volta Medioevo. La formazione del Principe. La vitalit e il fervore innovativo del Rinascimento sono legati al fatto che i suoi pr otagonisti fossero uomini di stato, darme, di lettere o di arti - espressero il meglio di s nellet giovanile, con limpeto e lentusiasmo che la giovent sa imprimere a qualunque impresa. E illuminante il caso di Federico da Montefeltro, che fu affi dato allet di dodici anni al signore di Mantova, Gianfrancesco Gonzaga, per essere educato insieme ai suoi figli alla scuola di Vittorino da Feltre. Basato sulle sette arti liberali, il programma della formazione umanistica ispirato dallinsegnamento del Petrarca, dava uguale importanza alle discipline del trivio (grammatica, retorica e dialettica) e a quelle del quadrivio (aritmetica, musica, geometria e astronomia). Obiettivo dellinsegnamento erano la buona conoscenza dei testi greci e latini, la capacit di comprendere la storia e il modo di pensare degli antichi, la pratica della matematica attraverso il gioco, larmonioso esercizio del corpo. Entrambi gli Studioli voluti da Federico nei suoi palazzi di Urbino e di Gubbio, luoghi concepiti per lesercizio dello studio, per il colloquio con gli ospiti illustri e per l otium contemplativo, hanno per tema quello dellillustrazione delle arti liberali Scienza e tecnica Il rinnovato interesse per la trattatistica antica determin una forte ripresa d egli interessi scientifici, i quali, a loro volta, furono determinanti per le trasformazioni della vita civile e per lapplicazione alle arti. Una delle figure pi emblematiche fu quella di Luca Pacioli, di Borgo San Sepolcro (1445-1514), inquieto frate francescano, matematico e amico di artisti, specie di Piero della Francesca, studioso della geometria euclidea. Il liguaggio matematico e lattitudine scientifica, supportati dalla lettura dei testi di Archimede, Euclide, Aristotele, divennero cos un modo nuovo di affrontare la comprensione delluniverso e della natura: gli studi astronomici, anatomici, fisici, naturalistici, musicali ne trassero fondamentali innovazioni, che, se trovarono i loro campioni in figure come quelle di Leonardo e Galileo, determinarono anche in alcuni centri dellarea appenninica la fioritura di interessi nel campo delle scienze. A Urbino, incentivata dalla corte feltresca, la famiglia Barocci costruiva strumenti di precisione; presso la corte malatestiana di Rimini e Cesena Basino Basini redasse lAstronomicon e Roberto

Valturio il De re militari; era di Foligno il medico aristotelico Niccol Tignosi, attivo a Borgo San Sepolcro, e di Forl Gerolamo Mercuriale, che nel 500 teorizz per primo il rapporto tra attivit fisica e buona salute. Le imprese artistiche Fu soprattutto nel campo delle arti belle (architettura, scultura e pittura) che lUmanesimo espresse i suoi aspetti pi innovativi. Il nesso tra architettura, politica e vita civile, alla luce della lettura dei testi di Platone, prese corpo nella concezione della citt ideale, modellata sulla conoscenza di Roma antica e del De Architectura di Vitruvio. Proprio a met del Quattrocento Leon Battista Alberti, teorico e architetto, uno dei primi studiosi dellantica Roma, fu chiamato nelle Romagne, alla corte dei Malatesta, per realizzarvi su commissione di Sigismondo, il Tempio malatestiano, mentre a Urbino Federico da Montefeltro volle la costruzione di un Palazzo in forma di Citt (lespressione di Baldassarre Castiglione) dovuto a Francesco Laurana e a Francesco di Giorgio Martini, ed era urbinate - per la precisione di Fermignano, allora Monte Asdrualdo Donato Bramante, destinato a diventare larchitetto pi autorevole nella Milano sforzesca di Ludovico il Moro e, pi tardi, nella Roma di Giulio II della Rovere. Grazie al fervore intellettuale della corte feltresca, a Urbino e Castel Durante assurse a livello di grande raffinatezza artistica la produzione di manufatti in ceramica decorata che, destinati ad abbellire le case e le mense del signore e dei suoi cortigiani, si trasformarono da oggetti artigianali in vere e proprie opere darte, spesso ispirate dalle creazioni dei pi grandi pittori del tempo. Larte di Piero della Francesca matur, sotto linflusso fiorentino, nella citt di Sansepolcro, punto dincontro per i mercanti che si incrociavano tra Marche, Umbria e Toscana, e fu lui a portare nelle corti (degli Estensi, dei Malatesta, dei Montefeltro) la pittura prospettica, frutto di un accurato studio dei rapporti proporzionali che determinano le figure e della luce che d consistenza alle forme e al paesaggio. Con Piero altri artisti nati in centri appenninici come Fra Carnevale (Bartolomeo Corradini) da Urbino, o Melozzo da Forl, divenuto a Roma il pittore prediletto da Sisto IV, furono pittori di prospettiva, unarte fondata sulla geometria e sul calcolo matematico, che doveva influenzare anche lartigianato artistico della tarsia lignea. E da l e dalla pittura naturalistica dei fiamminghi chiamati alla corte di Federico a Urbino che si svilupperanno le prime esperienze di Raffaello, lurbinate destinato a creare la forma visibile dellarmonia, lunione dellumano e del divino, del Bello naturale e del Bello ideale. PARALLELI Nella storia dell'arte serba opinione diffusa che l'Umanesimo e il Rinascimento non abbiano attecchito nei territori abitati dal popolo serbo e che, per diverse vicende storiche, geopolitiche e sociali, di queste tendenze artistiche non vi sia traccia alcuna. Di fronte alle opere rinascimentali e alle loro riproduzioni, ci siamo chiesti se ve ne fossero echi e parallelismi nella nostra cultura. Che tipo di legame esiste tra la svolta umanistica del

Quattrocento e le caratteristiche della nostra storia dell'arte nazionale? E, a parte ci, in che modo viene oggi rappresentato e conservato il nostro prezioso patrimonio? Questo ci ha incoraggiato ad aggiungere alla mostra Umanesimo e Rinascimento nell'Appennino Centrale possibili parallelismi nell'arte serba delle epoche successive che fanno parte della collezione artistica della Galleria della Matica srpska. cos che la mostra Umanesimo e Rinascimento nell'Appennino Centrale a Novi Sad stata integrata con alcune opere originali e repliche serbe, a mo' di riflessione e invito a indagare pi a fondo i rapporti diretti e indiretti fra la cultura serba e quella italiana attraverso numerosi possibili parallelismi. Con la scelta di tali opere possibile fare la mappatura degli echi e delle possibili influenze dell' Umanesimo e del Rinascimento sulle opere della collezione della Galleria della Matica srpska. Tale scelta rappresenta un punto d'inizio e pone una serie di possibili interrogativi ai quali la storia dell'arte serba dovr dare una risposta negli anni a venire.

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