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n 1 / dicembre - 2012

P e r i o d i c o d e l Pa r t i t o D e m o c r at i c o d i P i e v e d i C e n t o

Italiani in attesa di cittadinanza


2 / Gli amori passano, il PD resta 3 / Italiani in attesa di cittadinanza 4/ Nuove generazioni crescono a Pieve di Cento 5 / Il mio futuro senza cittadinanza 6/ La storia di Federica e Sourakhata 7/ Separate dalla nascita

adesivo A4.pdf 14/06/2011 12:31:05

n 1 / dicembre - 2012

Gli amori passano, il PD resta


Filippo Matteucci,

Italiani in attesa di cittadinanza


a cura

Segretario PD circolo Pieve di Cento

della Redazione delle elezioni primarie: pi di 1000 persone, tra il primo e il secondo turno, hanno deciso di scegliere, mettendoci faccia, voto e 2 euro, il candidato del centro sinistra che si presenter alle prossime elezioni politiche in primavera. Un grande risultato di cui sono orgoglioso, di cui siamo tutti orgogliosi perch la miglior risposta che si potesse dare allantipolitica. A breve inizieremo a parlare invece di un altro importantissimo argomento che ci vedr coinvolti da qui ai prossimi anni: la fusione dei comuni. Inizieremo un lungo percorso insieme a tutti i cittadini per iniziare a parlare di questo tema cui inevitabilmente dovremmo guardare. Diamo tempo al tempo, i presupposti per una nuova politica vissuta attivamente e consapevolmente da tutti i cittadini ci sono, ed ora di iniziare a metterli in pratica. Vi auguro una buona lettura di questo splendido, nuovo Il Cittadino.

el bel mezzo di tempi bui in merito a fiducia nei partiti e soprattutto nella politica, sono diventato segretario del circolo PD di Pieve di Cento ad aprile. Mi scuso fin da ora con i nostri lettori, con i nostri iscritti se non ho provveduto prima a fare un numero de il Cittadino nel quale mi presentavo e introducevo questo nuovo progetto di giornale cartaceo, che rivoluzioner il nostro modo di comunicare ai pievesi (e non). In ogni numero tratteremo di temi specifici, allapparenza lontani dal nostro essere pievesi ma che ci coinvolgono da vicino tutti i giorni. Questo numero ne lesempio: chi osa ormai dire che un ragazzo di origine straniera nato e vissuto qui non pievese al 100%? Il partito che sosteneva queste teorie, lo sapete meglio di me, imploso qualche mese fa finendo in bellezza una carriera politica fatta di soprusi, urla e banalit da cui noi ci siamo tenuti ben lontani (e abbiamo fatto bene). Non mancheranno in questo numero, e nei prossimi, aggiornamenti legati al mondo politico nazionale e a quello locale, argomenti che toccano me e i lettori da vicino. Tema di cui vado orgoglioso come tesserato PD quello dellenorme affluenza che abbiamo avuto in occasione

Sono nati o cresciuti in Italia ma non sono cittadini italiani. La campagna LItalia sono anchio mette in luce il paradosso della legge italiana e avanza due proposte di legge, per garantire il diritto di cittadinanza e di voto alle persone di origine straniera che vivono nel nostro paese.
che vogliono rendere lItalia un Paese plurale e aperto, fondato sulla partecipazione e sulluguaglianza, capace di guardare al
futuro comune e ai diritti di tutti coloro che ci vivono.

L
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articolo 3 della nostra Costituzione stabilisce il principio delluguaglianza tra le persone, impegnando la Repubblica a rimuovere gli ostacoli che ne impediscano il pieno raggiungimento. Nei confronti di milioni di persone di origine straniera questo principio disatteso. In questo numero li abbiamo chiamati Italiani in attesa di cittadinanza: giovani nati in Italia da genitori di origine straniera oppure cresciuti nel nostro paese che, in base alla legge in vigore, non sono cittadini italiani. Frequentano scuole italiane, parlano italiano e sognano di vivere e costruire il proprio futuro in Italia eppure sono destinati a subire le lunghe, tortuose trafile per ottenere un permesso di soggiorno e, una volta maggiorenni, per richiedere la cittadinanza. Unassurda ingiustizia messa in luce dalla campagna LItalia sono anchio, promossa da 18 organizzazioni della societ civile (tra queste Arci, Acli, Cgil, Uil, Anpi, Libera, etc.) che nellarco di sei mesi ha raccolto 110.000 firme per presentare in Parlamento due proposte di legge diniziativa popolare. Un successo inaspettato che da voce e speranza a tutti quei cittadini

I punti principali delle proposte di legge: Chi nasce in Italia da almeno un genitore legalmente soggiornante da un anno italiano Si introduce lo ius soli, cio il diritto di essere cittadini del nostro Paese partendo dal luogo nel quale si nasce e non dalla discendenza di sangue (ius sanguinis). Si prevede, inoltre, che siano italiani i nati da genitori nati in Italia, a prescindere dalla condizione giuridica di questultimi. Jus soli per minori non nativi e che vanno a scuola I bambini e le bambine che, nati in Italia da genitori privi di titolo di soggiorno, o entrati in Italia entro il 10 anno di et, vi abbiano soggiornato legalmente, possono diventare italiani con la maggiore et se ne fanno richiesta entro due anni. Inoltre, su richiesta dei genitori, diventano cittadini italiani i minori che hanno frequentato un corso distruzione. Adulti: per la cittadinanza cinque anni e su proposta del

Sindaco Si propone di impegnare i Sindaci, come vertici delle istituzioni pi vicine ai cittadini e in un principio di territorialit, nel ruolo di presentazione al Presidente della Repubblica dellistanza di cittadinanza. Riconoscimento del diritto di voto amministrativo Si garantisce il diritto di elettorato attivo e passivo nelle elezioni comunali, provinciali, concernenti le citt metropolitane e le Regioni, a chi non cittadino italiano, quando abbia maturato cinque anni di regolare soggiorno in Italia. 3

n 1 / dicembre - 2012

Nuove generazioni crescono a Pieve di Cento

Il mio futuro senza cittadinanza


Di Alice Ragazzi

Di Linda Rossi che punto il percorso dintegrazione delle persone di origine straniera residenti a

Pieve? Limmigrazione a Pieve di Cento ha ormai carattere stanziale: si tratta per lo pi di famiglie, in Italia da tempo, che hanno scelto lItalia come Paese in cui lavorare e far crescere i propri figli. I bambini frequentano le scuole di Pieve e per questo il nostro Comune ha deciso di investire in progetti scolastici per lintegrazione e di formazione

I progetti e le iniziative messe in campo dal Comune per lintegrazione. Prossimo passo: la cittadinanza onoraria ai bambini e ragazzi stranieri minori di 18 anni. Ne parliamo con il Sindaco di Pieve di Cento, Sergio Maccagnani.
viamo sul territorio distrettuale un ciclo di convegni sul tema, sia per monitorare un fenomeno che in continua evoluzione, sia per produrre una corretta conoscenza del tema che superi stereotipi e pregiudizi purtroppo ancora molto presenti nella societ. Una tua opinione sulla campagna dello scorso anno LItalia sono anchio? La campagna LItalia sono anchio stata importantissima. Uno Stato realmente democratico uno Stato inclusivo, e la cittadinanza il presupposto di base per dare gli stessi diritti e doveri a tutti. Diversamente, evidente la condizione di disuguaglianza e discriminazione che si crea tra chi cittadino italiano e chi non lo soprattutto quando i residenti di origine straniera lavorano regolarmente, pagano le tasse e i propri figli sono pienamente inseriti nella comunit. Stesso discorso vale per il diritto di voto. Luguaglianza di tutti i cittadini residenti di fronte al diritto di eleggere i propri amministratori fondamentale. Il tema dei diritti di cittadinanza delle seconde, terze generazioni, un tema ancora attuale ma purtroppo insoluto. Cosa si pu fare? Su stimolo di un ordine del giorno proposto in Consiglio Comunale dal gruppo di maggioranza e votato nel mese di maggio, abbiamo avviato un percorso di riflessione sul tema della cittadinanza allinterno delle scuole attraverso la realizzazione di laboratori, che si concluder con una cerimonia di consegna della cittadinanza onoraria a tutti i bambini e ragazzi stranieri minori di 18 anni. La cittadinanza onoraria ha valore esclusivamente simbolico, ma sottolinea lattenzione che questa amministrazione ha verso le giovani generazioni di origine straniera, che sono parte integrante della nostra societ. Nostro auspicio anche che questa nostra iniziativa possa essere da stimolo a una seria e approfondita riflessione anche in sede parlamentare. stato per noi gi un successo il fatto che questa nostra iniziativa sia stata presa dalla Regione Emilia Romagna come buona prassi da proporre a tutti gli altri comuni della Regione.

Da Valona a Pieve di Cento dallet di quattro anni: Elena racconta la sua storia e i timori per il suo futuro
possibilmente- ma forse non qui in Italia: Nella condizione in cui ci troviamo oggi, non so se il mio futuro sar in questo

Sergio Maccagnani Sindaco di Pieve

per gli insegnanti. Inoltre, per gli adulti, da anni si promuovono corsi di lingua italiana: imparare la lingua il presupposto essenziale allintegrazione, alla conoscenza di diritti e doveri. Inoltre, per agevolare la conoscenza dei servizi del territorio presente in Comune, ogni venerd mattina, lo Sportello informativo per stranieri, che svolge anche la funzione di antenna del Centro regionale contro le discriminazioni. Infine, da un paio danni promuo-

i numeri
straniera che vivono a Pieve, pari all8,7% del totale della popolazione residente. 161 hanno meno di 18 anni. 250 le famiglie con almeno un componente di origine straniera. Dati 31 dicembre 2011.

613 le persone di origine

lena un nome di fin- Cento. Nonostante ci Elena zione - ha 19 anni e una non sente il peso di non essestoria comune a tante re italiana, e in generale non ha altri migranti, venuti riscontrato problemi di intollein Italia da paesi extra europei. nata nel 1993 a Valona, citt dellAlbania, ma a quattro anni si trasferisce con i genitori a Pieve di Cento. Mio padre stato uno dei primi stranieri ad approdare in Italia nel 91 con la speranza di trovare lavoro e assicurare alla famiglia un futuro migliore. In Albania era in corso una guerra civile, che in quegli anni era al culmine della sua violenza, e ai cittadini albanesi ranza. Un uninon era perSOGNO DI FARE IL co ricordo messo uscire MEDICO MA, di discridai confini. minazione Arrivato SE LE COSE NON appartiene in Italia, CAMBIANO, NON QUI al periodo mio padre IN ITALIA scolastico: ha trovato Durante la mia rifugio in un permanenza al liceo accampamento a Zocca (MO), allestito per ac- classico, alcuni professori non cogliere stranieri tra cui molti ritenevano di dovermi aiutare suoi connazionali. A distanza di perch secondo loro ero gi inun anno si trasferito a Pieve di tegrata e la lingua dovevo saperCento dove, dopo aver trovato la alla perfezione, nonostante la lavoro, ha richiesto il permesso mia tendenza a parlare lalbanedi farsi raggiungere da mia ma- se in casa e con i miei familiari. A parte questo, non mi sono dre e da me. cos che Elena arriva in Italia mai sentita emarginata, anzi, la con la madre, che tuttora non mia infanzia e adolescenza stariesce a trovare un lavoro stabi- ta contornata da tante persone. le, pur avendo conseguito una laurea in biotecnologie che non le mai stata riconosciuta. In Italia nasce anche un fratello che oggi ha 11 anni e non ha ancora ricevuto la cittadinanza italiana, malgrado sia nato a Elena una ragazza come tante altre, ambiziosa, sogna di entrare a medicina lanno prossimo, e immagina per il suo futuro una vita tranquilla. Tra dieci anni si figura nei panni di una donna in carriera medico

paese. Se le cose qui non cambieranno, potrei decidere di spostarmi in un altro stato, che possa darmi pi speranze per il mio futuro. Amo lItalia, come amo il mio paese dorigine, ma se non c neanche la cittadinanza a trattenermi qui, proietter le mie speranze altrove. Infine, in una data cos prossima alle elezioni delle primarie del PD, la domanda sorge spontanea: Quanto pesa il fatto di non poter votare?. Elena spiega come il fatto di non poter esprimere il proprio parere, soprattutto in una situazione difficoltosa come quella attuale, una cosa che la infastidisce molto: come ci insegnano fin da piccoli, tutti dovrebbero poter esprimere unopinione per cambiare e aiutare il paese in cui si vive. Ognuno ha il diritto di far sentire la propria voce, indipendentemente dalle proprie origini. 5

n 1 / dicembre - 2012

La storia di Federica e Sourakhata


di Elisa Alberghini

Separate dalla nascita


di Elisa Alberghini

Occorrono due anni a uno straniero sposato con unitaliana (e viceversa) per avere la cittadinanza, ma - rivela Federica - la realt ben diversa
ourakhata viene dalla Guinea e ci siamo conosciuti in Senegal: lui era l per fare un master in musica sub sahariana e io perch il mio sogno era di laurearmi e lavorare in Africa. Dopo il mio ritorno in Italia, Sourakhata stato chiamato da una scuola di musica di Bolzano e per lui iniziato un percorso lavorativo intenso. Mio marito viveva in Italia con il permesso di PERMESSI, soggiorno SCADENZE E POCA per moINFORMAZIONE: tivi di lavoro. La UNODISSEA DURATA

8 ANNI

nostra battaglia per la cittadinanza iniziata nel 2002, dopo il nostro matrimonio. La legge italiana prevede che dopo sei mesi dal matrimonio si possa richiedere la cittadinanza, e dopo due anni dovresti riceverla. Noi ci abbiamo 6

messo otto lunghi anni. Un grosso ostacolo che abbiamo incontrato nellottenere la cittadinanza che la Guinea non ha rapporti consolari con lItalia, e quindi un cittadino guineano che vive allestero deve fare riferimento allambasciata del Senegal. Ogni volta che ha bisogno di fare un documento o legalizzarlo Sourakhata deve andare in Senegal. In tutti questi anni la questura di Bologna non ha mai concesso a Sourakhata la carta di soggiorno, ma solo il visto che scade ogni due anni. Quando presenti la richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno a Bologna ti consegnano un talloncino di carta che funge da permesso di soggiorno, in attesa di quello vero e proprio che arriva dopo nove, dieci mesi, anche se per legge dovrebbero dartelo entro 70 giorni. Mio marito ogni anno a fine dicembre organizza degli stage residenziali in Guinea, con italiani ed europei che vanno gi con lui a studiare per tre settimane. Il suo permesso sempre scaduto a settembre perci a dicembre lui non aveva mai il permesso di soggiorno ma solo quel talloncino.

La questura di Bologna ci ha sempre rassicurato che con quel pezzo di carta Sourakhata poteva uscire e rientrare senza alcun problema. Ma non era vero. Noi abbiamo sempre volato con una compagnia aerea marocchina che faceva scalo a Casablanca. Quella volta invece Sourakhata andato in Guinea con una compagnia aerea diversa, che faceva scalo ad Amsterdam. Questa una citt in cui il talloncino non riconosciuto, a differenza di quanto ci aveva detto la questura di Bologna, perci lui sarebbe potuto andare in Guinea ma non rientrare in Italia. Io mando subito un fax alla Questura di Bologna chiedendo spiegazioni e descrivendo la mia situazione familiare e dopo due giorni mi rispondono che lunica cosa da fare era di andare in Senegal a fare domanda di ricongiunzione familiare. Ci vuol dire che prima di un anno non sarebbe potuto tornare. Non potevamo lasciar passare cos tanto tempo. Documentandomi ho scoperto il problema: la convenzione di Schengen valida in Marocco ma non in Olanda. La soluzione era quindi fare un biglietto con scalo in Marocco. Otto anni fa finalmente i carabinieri ci hanno dato il permesso di fare domanda di cittadinanza. Ho passato tutti questi otto anni tra pianti e attacchi di panico. Non avevo una stabilit luptatur, familiare, vivevo contorro la paura esen continua di non rivedere pi luptatur, mio marito e che i torro miei esent figli crescessero senza il proprio pa- t libusa veri libusa veri dre.

Una figlia nata in Albania, laltra in Italia. I paradossi della legge italiana nella storia di Bruna e della sua famiglia.
osa vi ha spinto a trasferirvi? Mio marito vive in Italia dal 1993 con permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Ci siamo sposati nel 2000 in Albania e nel 2001 abbiamo avuto la nostra prima figlia, Olga. Subito ci siamo messi in moto per fare le carte di ricongiungimento familiare in modo da poter vivere tutte insieme in Italia. Ci abbiamo messo quasi due anni. I tuoi figli hanno avuto difficolt a integrarsi? Assolutamente no. Olga ha iniziato a frequentare le scuole italiane a partire dalle scuole materne, mentre Raffaela ha fatto anche il nido. Stando la maggior parte della giornata in mezzo ai bambini italiani hanno imparato subito la lingua, nonostante io e mio marito in casa parliamo molto spesso albanese. Entrambe le nostre figlie sono ricche di amici, Olga

addirittura stata eletta nel Consiglio Comunale dei Ragazzi. Tu e tuo marito avete la cittadinanza italiana? No, ma perch non labbiamo mai richiesta. Noi ci sentiamo ancora albanesi e vogliamo essere ancora cittadini albanesi. Questanno per abbiamo fatto domanda. Qual la condizione giuridica delle vostre figlie? Adesso entrambe vivono in Italia con il permesso di soggiorno. Da quando avr 14 anni Olga dovr richiedere il proprio permesso di soggiorno, poich non nata in Italia. Quali preoccupazioni riguardo al futuro dei vostri figli? Speranze? Io spero tanto che diano la cittadinanza italiana alle mie due figlie, perch ho paura per il loro futuro in campo lavorativo. solo per loro che abbiamo iniziato a fare la richiesta di cittadinanza, per poter garantire loro un futuro sicuro. Le vostre figlie si sentono italiane o albanesi? Assolutamente italiane! Considerano Pieve il

loro paese, dopotutto sono entrambe cresciute qua, e Raffaela vi persino nata! Sanno persino il dialetto! Quando andiamo in Albania a trovare i parenti, considerano quel soggiorno come una vacanza. Vi racconto un LA GENTE NON episodio molto divertente: CONOSCE LE NOSTRE una sera ho DIFFICOLTA, PERCHE cucinato i piNON SE NE PARLA selli allumiSPESSo do, che in Albania si fanno molto pi spesso che qui in Italia. Raffaela ha guardato il piatto ed ha esclamato: Cos questo cibo? Io non sono mica albanese!. Avete sentito parlare della campagna lItalia sono anchio? Cosa ne pensate? Penso sia una cosa importante. Avevo gi letto su internet che tempo fa in un paesino sui monti, avevano dato la cittadinanza onoraria a sette ragazzi. da allora che spero lo facciamo anche a Pieve. Secondo voi la gente conosce le difficolt della vostra come di altre famiglie? Non credo che la gente conosca le nostra difficolt. Sicuramente dipende dal fatto che le nostre figlie sono talmente integrate da poter essere scambiate facilmente per figlie di italiani. Ma penso che il vero motivo sia che di questi argomenti non se ne parla tanto spesso. 7

notizie da Pieve Di Cento

La Casa del Popolo torna agibile


Filippo Matteucci,
Segretario PD circolo Pieve di Cento

Da gennaio inizia la campagna per il tesseramento PD per lanno 2013. Abbiamo bisogno del sostegno di tutti per la sfida elettorale che ci aspetter per la prossima primavera. In bacheca saranno segnalati gli orari dellapertura del circolo per tesserarsi.

Buone Feste!
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Auguri di

Primarie

opo gli ormai famosi eventi sismici del maggio scorso la nostra Casa del Popolo risultata inagibile nel primo e secondo piano. Abbiamo incontrato molte volte la propriet del fabbricato (lImmobiliare Porta Castello), affinch eseguisse gli interventi edilizi per il ripristino dellagibilit e per riqualificare lintero immobile. Parallelamente a Pieve si materializzato un altro problema sempre legato al terremoto: la Facolt di Infermieristica avrebbe dovuto trovare una collocazione alternativa poich gli ambienti dellex Convento di Santa Cristina, dove prima risiedeva, risultavano inagibili. Che fare? Come tenere a Pieve questa scuola, cos importante per la nostra comunit? Ecco lidea: ripristinare in tempi brevissimi la Casa del Popolo e trasferire l la scuola. Ma non solo:

destinare anche alcuni spazi per la sede del PD di Pieve che non sapeva dove andare. Dopo incontri febbrili nel mese di giugno e una progettazione realizzata a tempo di record, allinizio di agosto sono iniziati i lavori e, dopo due mesi intensissimi, la Scuola oggi gi operativa. Anche la sede del PD di Pieve gi attiva: sono a nostra disposizione due ambienti, uno al primo piano e uno al secondo piano, che ospiteranno la Segreteria, una sala riunioni e la sede del nostro giornale. Giornale nuovo in sede nuova. E stato realizzato anche lascensore: quindi nessuna preoccupazione per fare le scale! Posso garantirvi che il lavoro veramente ben riuscito. Entro breve faremo una bellissima inaugurazione e nessuno deve mancare perch tornata la nostra casa del popolo, molto pi bella di prima.

Pier Luigi Bersani sar il candidato del centrosinistra per la carica di Presidente del Consiglio alle prossime elezioni politiche del 2013. Questo il risultato delle primarie che si sono svolte in questi ultimi giorni e concluse con il ballottaggio di domenica 2 dicembre. E stata una grande dimostrazione di democrazia, che ha visto il coinvolgimento di un grande numero di volontari e la partecipazione al voto di circa 3.200.000 cittadini. Pier Luigi Bersani ha ottenuto il 60.9% dei voti, una maggioranza pi che qualificata. Anche a Pieve di Cento la partecipazione stata davvero straordinaria, in entrambe le giornate. 25 novembre 2012 hanno votato 699 persone Bersani 386, Tabacci 7, Puppato 15, Vendola 58 e Renzi 232. 2 dicembre 2012, il ballottaggio si concluso con 446 voti (67.6%) per Bersani e 214 (32.4) per Renzi.

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